ENTE PER GLI STUDI
MONETARI, BANCARI E FINANZIARI
LUIGI EINAUDI
“VERSO UN SISTEMA BANCARIO E FINANZIARIO EUROPEO?”
Giancarlo Forestieri
Virginia Tirri
Rapporto banca-impresa
Struttura del mercato
e politiche di prezzo
Quaderni di Ricerche
numero 31
ENTE PER GLI STUDI
MONETARI, BANCARI E FINANZIARI
LUIGI EINAUDI
Quaderni di Ricerche
numero 31
__________________________________________________
“VERSO UN SISTEMA BANCARIO E FINANZIARIO EUROPEO?”
Giancarlo Forestieri
Virginia Tirri
Rapporto
banca-impresa
Struttura del mercato
e politiche di prezzo
Giancarlo Forestieri: Università Commerciale “Luigi Bocconi”, Istituto di Economia degli
Intermediari Finanziari
Virginia Tirri:
IntesaBci, Studi e Analisi Finanziaria e SDA Bocconi, Area Finanza
Gli autori ringraziano i partecipanti ai workshop organizzati dall’Ente L. Einaudi per i commenti e i
suggerimenti ricevuti e sono profondamente grati a Fabio Arnaboldi e Giordano Villa per aver reso
disponibili i dati necessari all’analisi empirica.
Il saggio, pubblicato in questo numero dei Quaderni, è stato realizzato
nell’ambito della ricerca: “Verso un sistema bancario e finanziario
europeo?” promossa dall’Ente nel 1999, con la presidenza del
professor Tancredi Bianchi.
La ricerca, coordinata dal professor Marco Onado, ha come fine
l’individuazione delle strategie competitive delle banche nell’ambito
dell’Unione Europea, tenendo in considerazione aspetti e conseguenze
sia dell’adozione di una moneta unica sia dell’irreversibile processo
d’integrazione dei mercati monetari e finanziari.
Il progetto si articola in cinque sottoprogetti diretti da: Marcello De
Cecco e Giangiacomo Nardozzi, Giancarlo Forestieri, Marco Onado,
Francesco Cesarini, Pierluigi Ciocca.
Il lavoro di Giancarlo Forestieri e Virginia Tirri si inserisce nel
sottoprogetto “Le relazioni delle imprese con il sistema finanziario”
diretto da Giancarlo Forestieri.
Informazioni sulla struttura del progetto di ricerca e sui partecipanti ai
sottoprogetti sono disponibili sul sito: www.enteluigieinaudi.it.
__________________
La ricerca è stata interamente finanziata da alcune aziende di credito.
Il finanziamento, versato attraverso l’Associazione bancaria italiana, è
pervenuto da: Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di
Bergamo - Credito Varesino, Banca Popolare di Novara, Banco di
Napoli, Banco di Sicilia, Cassa di Risparmio di Firenze, Dexia
Crediop, Fondazione CAB, IntesaBci, Monte dei Paschi di Siena,
Sanpaolo IMI, UniCredito Italiano.
1.
Introduzione
Le caratteristiche del rapporto banca-impresa in Italia sono state
ampiamente descritte in passato, nell’ambito di studi volti ad
approfondire il tema delle relazioni tra finanza e sviluppo e l’origine di
alcune peculiarità della prassi bancaria italiana. Negli ultimi anni gli
sviluppi teorici della teoria dell’informazione hanno rinnovato l’interesse
verso il rapporto banca-impresa (lending relationship), inteso come
meccanismo di superamento dell’asimmetria informativa tra creditore e
debitore e, dunque, fattore che influenza le condizioni di offerta del
credito bancario.
Muovendo dall’ipotesi che la relazione di clientela contribuisce a
determinare le caratteristiche dell’offerta di finanziamento
(principalmente la disponibilità di fondi ed il prezzo), il lavoro ha
l’obiettivo di analizzare le determinanti (1) del costo del debito bancario
per un campione di imprese italiane e (2) della probabilità che queste
prestino garanzie accessorie. L’indagine si inserisce nel panorama delle
analisi empiriche condotte in Italia ed in altri paesi europei, oltre che
negli Stati Uniti. Diversamente da altri studi relativi al contesto italiano
(Pozzolo, 2001; D’Auria et al., 1999; Bianco et al., 1999; Angelini et al.,
1998, tra gli altri), il presente lavoro analizza, in particolare, l’impatto del
rapporto banca-impresa e della struttura dei mercati locali del credito
sulle condizioni di erogazione dei prestiti. Si intende, cioè, indagare
empiricamente le determinanti del costo effettivo del finanziamento
bancario e della probabilità che il prestito stesso sia garantito,
controllando per l’intensità del rapporto banca-impresa e per il livello di
competitività del mercato bancario.
Rispetto alla letteratura italiana esistente, lo studio progredisce in
due direzioni. In primo luogo, movendo dal presupposto che il tasso di
interesse non rappresenti compiutamente il costo del finanziamento
bancario, si approfondisce il ruolo delle garanzie accessorie nell’ambito
della relazione banca-impresa e si analizza il legame tra garanzie
accessorie, rischiosità dell’impresa e costo del finanziamento bancario.
In secondo luogo, si indaga il legame tra lending relationship,
multiaffidamento e concentrazione del mercato dei prestiti. Recenti
sviluppi teorici (Petersen e Rajan, 1995; Boot e Thakor, 2000; Dinç,
2000; Hauswald e Marquez, 2000) suggeriscono che il valore della
relazione banca-impresa e l’ammontare di relationship financing fornito
dagli intermediari finanziari1 siano strettamente legati al livello di
1
La letteratura assume che gli intermediari possano erogare prestiti relationship-based, cioè prestiti erogati
ad imprese con le quali esiste una relazione privilegiata, oppure prestiti transaction-based, assimilabili ai
finanziamenti disponibili sui mercati finanziari aperti.
5
competizione tra gli intermediari stessi e tra finanziamento bancario e
forme di finanziamento di mercato. Pertanto, gli effetti sulle politiche di
prezzo dell’esistenza di relazioni di clientela tra banca e impresa non
sono univocamente determinabili, ma dipendono anche dal grado di
competitività del mercato, in quanto gli investimenti in relationship
financing rappresentano una possibile risposta strategica degli
intermediari all’aumento della competizione. Infatti, se la superiorità
informativa costituisce una delle fonti di vantaggio competitivo (e quindi
di redditività) per le banche incumbent, l’aumento della competizione
indurrà tali banche a preservare la propria posizione nei segmenti di
mercato - geografico o di clientela - in cui il vantaggio informativo è
maggiore attraverso investimenti in relationship financing. Nei segmenti
in cui i vantaggi informativi sono meno rilevanti, invece, la competizione
di prezzo tenderà a ridurre la redditività delle banche incumbent e ad
allontanare gli intermediari che hanno nel vantaggio informativo una
fonte di extra-rendimento.
Nell’ambito della lending relationship il risparmio di costi dovuto
alla superiorità informativa dell’inside bank non necessariamente si
traduce nel miglioramento delle condizioni contrattuali di affidamento
per l’impresa, che può indurre competizione attraverso il ricorso al
multiaffidamento. Si rende, dunque, necessario distinguere due forme di
competizione: la competizione a livello di mercato, misurata dal grado di
concentrazione dei mercati locali dei prestiti, e la competizione a livello
di impresa. La verifica empirica della relazione esistente tra le due forme
di competizione rientra nelle finalità dell’indagine.
Il seguito del lavoro si sviluppa come segue. Nel paragrafo 2 si
discute la letteratura sul rapporto banca-impresa e sul ruolo economico
della garanzia, evidenziandone i presupposti teorici e le implicazioni
empiriche. Si presentano, inoltre, i più recenti sviluppi teorici sugli effetti
della competizione bancaria. Il paragrafo 3 è interamente dedicato alla
descrizione del disegno di ricerca: alla luce delle argomentazioni
teoriche, si derivano le ipotesi da sottoporre a test e si descrivono la
metodologia di analisi, le variabili e il campione di riferimento. I risultati
dell’analisi empirica sono commentati e discussi, rispettivamente, nei
paragrafi 4 e 5. Il paragrafo 6 sintetizza le principali conclusioni.
6
2.
Presupposti teorici ed evidenze empiriche esistenti
In anni recenti si è assistito ad un notevole sviluppo della
letteratura teorica ed empirica dedicata all’analisi delle forme di
finanziamento delle imprese, particolarmente piccole e medie, e alla
modellizzazione dei rapporti tra intermediari e imprese.
In condizioni di distribuzione asimmetrica delle informazioni tra
finanziatori ed affidati, i fenomeni di moral hazard e selezione avversa
possono provocare razionamento del credito e fallimento del mercato. In
tali casi, l’instaurarsi di una relazione privilegiata tra intermediario e
impresa consente di ridurre il divario informativo attraverso
l’accumulazione nel tempo di informazione riservata riguardo alle reali
condizioni di rischiosità dell’impresa e favorisce, inoltre, il
finanziamento di imprese che altrimenti non avrebbero accesso al
mercato dei capitali.
Secondo le previsioni teoriche, i benefici attesi dal rapporto bancaimpresa consistono (1) nello smoothing intertemporale delle condizioni
contrattuali, che si traduce nel miglioramento delle condizioni di prezzo e
nella maggiore disponibilità di credito e (2) nel miglioramento della
reputazione dell’impresa finanziata. Tra le condizioni contrattuali un
ruolo preminente è svolto dalle garanzie accessorie, reali o personali, la
cui prestazione è onerosa. In proposito, la letteratura teorica2 ha
evidenziato la funzione di incentivo o di selezione svolta dal collateral,
evidenziando un’associazione positiva o negativa con la rischiosità
dell’impresa. Pertanto, la prestazione di garanzie rappresenta una
condizione contrattuale onerosa che, al pari del costo esplicito del
finanziamento (tasso di interesse), riflette le caratteristiche dell’impresa e
del rapporto banca-impresa.
Una relazione privilegiata non è, tuttavia, esente da costi,
riconducibili principalmente alla creazione di una posizione di
monopolio informativo (hold-up) da parte della inside bank e al
cosiddetto soft-budget constraint3.
Le numerose verifiche empiriche condotte in diversi contesti
consentono di trarre alcune conclusioni significative (Berger e Udell,
1998). In primo luogo, la durata e l’ampiezza della relazione bancaimpresa sono solitamente associate a tassi di interesse inferiori, maggiore
disponibilità di credito e minori rishieste di garanzie accessorie. Ciò
sembra supportare l’ipotesi che i costi di hold-up siano inferiori ai
2
3
Per una rassegna aggiornata della letteratura sul ruolo economico della garanzia si rinvia a Coco (2000).
Tale situazione si verifica quando la banca affidante non riesce ad impegnarsi credibilmente a negare
ulteriore credito all’impresa in caso di potenziale default.
7
benefici derivanti dalla riduzione delle asimmetrie informative tra banca
e impresa affidata. Esistono, tuttavia, evidenze empiriche contrarie,
secondo cui una stretta relazione di clientela può essere dannosa
soprattutto per le piccole e medie imprese.
In secondo luogo, le caratteristiche del rapporto banca-impresa
variano tra paesi, a causa delle differenze nei sistemi istituzionali e nelle
condizioni macroeconomiche. La concentrazione del settore bancario, la
fragilità e il livello di sviluppo dei sistemi finanziari, le regole di
corporate governance e la disciplina fallimentare, i sistemi di
regolamentazione dei mercati finanziari, nonché la presenza di
meccanismi istituzionali di condivisione delle informazioni sulle imprese
affidate (quali, ad esempio, la Centrale dei Rischi), contribuiscono a
spiegare le differenze nelle caratteristiche e negli effetti della relazione
sul costo del finanziamento.
È necessario, tuttavia, osservare che nelle analisi empiriche
l’intensità della relazione banca-impresa è misurata dalla sua durata e
ampiezza, intese come indicatori della quantità di informazioni
privilegiate accumulate dalla banca attraverso interazioni ripetute nel
tempo. Tali indicatori non colgono, però, pienamente la qualità ed il
valore per la banca dell’informazione ottenuta, né sono noti i meccanismi
attraverso cui questa è elaborata e accumulata all’interno
dell’organizzazione bancaria. Non è, pertanto, possibile distinguere nelle
analisi empiriche l’effetto della quantità e qualità dell’informazione
accumulata da altri effetti.
8
3.
Ipotesi e metodologia di ricerca
I più recenti sviluppi della teoria dell’informazione suggeriscono
che gli intermediari finanziari acquisiscono informazione riservata nel
corso della relazione con l’impresa affidata ed utilizzano tale
informazione per adeguare le condizioni di erogazione del credito.
L’analisi empirica si concentra, in particolare, sull’impatto della lending
relationship e delle condizioni di competitività dei mercati bancari.
I riferimenti teorici discussi brevemente nel paragrafo 2 supportano
le seguenti ipotesi alternative. Le prime due sintetizzano le previsioni
teoriche relative all’impatto del rapporto banca-impresa sul costo del
finanziamento, la terza ipotesi riguarda la relazione tra collateral e
rischiosità dell’impresa, la quarta la relazione tra collateral e tasso di
interesse.
H10
Il tasso di interesse è positivamente associato alla
relazione banca-impresa (Greenbaum et al., 1989; Sharpe 1990; Rajan,
1992; von Thadden, 1998)
H11
Il tasso di interesse è negativamente associato alla
relazione banca-impresa (Boot e Thakor, 1994; Longhofer e Santos,
1998)
H20
Esiste una relazione positiva tra la probabilità di
impegnare garanzie e la forza della relazione banca-impresa
(Greenbaum et al., 1989; Sharpe, 1990; von Thadden, 1998)
H21
Esiste una relazione negativa tra la probabilità di
impegnare garanzie e la forza della relazione banca-impresa (Boot e
Thakor, 1994; Rajan e Winton, 1995; Longhofer e Santos, 1998)
H30
La probabilità di prestare garanzie è funzione crescente
della rischiosità dell’impresa (Chan e Thakor, 1987; Boot et al., 1991;
Bester, 1994; Rajan e Winton, 1995; Coco, 1999)
H31
La probabilità di prestare garanzie è funzione decrescente
della rischiosità dell’impresa (Chan e Kanatas, 1985; Bester, 1985 e
1987; Besanko e Thakor, 1987; Igawa e Kanatas, 1990)
H40
A parità di ogni altra condizione, la prestazione di
garanzie è associata a tassi di interesse più elevati (Coco, 1999)
H41
A parità di ogni altra condizione, la prestazione di
garanzie è associata a tassi di interesse inferiori (Bester, 1985 e 1987,
tra altri)
9
L’indagine empirica si sviluppa in due fasi. Nella prima, si
identificano le variabili che impattano sul prezzo dei finanziamenti,
controllando per le caratteristiche specifiche del contratto di debito, la
durata e ampiezza della relazione banca-impresa e per il grado di
competitività del mercato. Nella seconda fase si indagano le determinanti
della probabilità che l’impresa presti garanzie, reali o personali. La
letteratura teorica suggerisce che la probabilità di impegnare garanzie
possa essere sia positivamente (modelli basati sulla funzione di
monitoring ex post) sia negativamente (modelli basati sulla funzione di
screening) associata alla rischiosità dell’impresa.
L’ipotesi H1 è testata attraverso la stima OLS della seguente
specificazione econometrica:
spread = α 0 + α 1 FC + α 2 LC + α 3 ELE + α 4 AI + α 5 C + ε
(1)
in cui FC indica il vettore delle caratteristiche specifiche d’impresa, LC
le caratteristiche specifiche del contratto di debito, ELE le caratteristiche
del sistema legale e le variabili di sistema economico, AI il grado di
asimmetria informativa tra la banca e l’impresa, C la competitività del
mercato bancario.
L’analisi logistica è, invece, impiegata per indagare le determinanti
della probabilità di prestare garanzie (p) e testare le ipotesi H2 and H3. Il
modello testato è il seguente:
p = α0 + α1 FC + α2 LC + α3ELE + α4 AI + α5C + ε
(2)
L’ipotesi H4 sull’associazione tra tasso di interesse e garanzie
accessorie è testata congiuntamente con l’ipotesi H1.
3.1. Definizione delle variabili
L’analisi cross-section delle determinanti delle condizioni di
affidamento implica l’uso di molte variabili esplicative. La tabella 1 in
appendice riporta le variabili e gli indicatori impiegati ed il loro impatto
(segno atteso nelle analisi di regressione) sul tasso di interesse e sulla
probabilità di prestare garanzie. Tutte le misure proposte sono
ampiamente accettate ed impiegate dalla letteratura empirica sul tema. La
tabella 2 riporta le principali statistiche descrittive relative agli indicatori
utilizzati nell’analisi econometrica.
A.
Caratteristiche specifiche dell’impresa
Questo gruppo di indicatori congiuntamente misura la rischiosità e
l’asset transparency dell’impresa. La letteratura sulla probabilità di
default dei corporate bond (Altman, 1968; Altman et al., 1994; Kaplan
10
and Urwitz, 1979) ha fornito ampia evidenza empirica che tale
probabilità è funzione: delle caratteristiche finanziarie (leva finanziaria,
solvibilità e liquidità), delle caratteristiche operative (quali la rotazione
delle vendite) e della redditività dell’impresa. Poiché le imprese più
opache pongono maggiori problemi di selezione avversa e di moral
hazard, si include anche una misura di asset transparency (rapporto tra
valore contabile dei beni materiali e valore contabile del totale attivo).
Imprese di dimensioni maggiori godono, in media, di una posizione
competitiva consolidata, dispongono di flussi di cassa relativamente più
stabili e, dunque, il loro merito di credito è migliore. Inoltre, la
dimensione (misurata dal logaritmo naturale del valore contabile
dell’attivo) è anche una misura della reputazione sviluppata dall’impresa
stessa nel tempo: migliore è la reputazione dell’impresa, maggiore la
probabilità che questa si comporti in modo da ridurre la probabilità di
dissesto (Diamond, 1989). Pertanto, ci si attende che la dimensione sia
inversamente correlata alla rischiosità dell’impresa e negativamente
associata al tasso di interesse e alla prestazione di garanzie.
Da ultimo, si includono quali variabili di controllo una variabile
dummy per la struttura societaria e quattro variabili dummy di settore.
B.
Caratteristiche specifiche del contratto di debito
La dimensione del prestito, la presenza di garanzie accessorie4, la
forma contrattuale (tipo di contratto) e la scadenza sono le principali
caratteristiche del contratto di debito incluse nell’analisi di regressione.
Ci si attende che la dimensione del prestito, misurata dal logaritmo
naturale dell’importo nominale affidato, sia negativamente associata al
tasso di interesse, e che la scadenza contrattuale (se prevista) sia
positivamente associata ad esso. La presenza di garanzie e la forma
contrattuale sono variabili di controllo.
C.
Variabili economiche e caratteristiche del sistema legale
Oltre alle caratteristiche dell’impresa e del contratto, nell’analisi si
include una misura di default premium, pari alla differenza tra il
rendimento di un indice di corporate bond europei con rating BBB5 ed il
rendimento sul Bund tedesco decennale. Sebbene l’indice non includa
imprese italiane, tale differenza può essere considerata una buona proxy
del default premium, poiché in mercati dei capitali integrati (quale il
mercato europeo dopo l’adozione della moneta unica) il “prezzo” del
rischio per gli investitori può essere considerato uniforme.
4
5
La presenza di garanzie accessorie è una variabile indipendente nella stima OLS del tasso di interesse,
mentre la probabilità di prestare garanzie è la variabile dipendente nell’analisi di regressione logistica.
Tutte le emissioni incluse nell’indice sono denominate in euro.
11
Poiché le caratteristiche del sistema economico e legale
influenzano sia il costo del debito sia la probabilità di prestare garanzie, e
queste variano significativamente tra le regioni italiane6 (Guiso, Sapienza
e Zingales, 2000), nelle analisi di regressione sono sempre incluse due
variabili dummy di controllo per le imprese localizzate al Nord e Sud
dell’Italia (l’Italia centrale è considerato il caso base).
D.
Asimmetria informativa tra banca ed impresa
Sulla base delle argomentazioni teoriche discusse nel paragrafo 2,
le condizioni di affidamento sono influenzate anche dal grado di
asimmetria informativa esistente tra la banca e l’impresa. Il primo
indicatore (inverso) di asimmetria informativa è l’età dell’impresa, che
misura l’ammontare di informazioni pubblicamente disponibili. Imprese
più anziane dovrebbero essere meno esposte a fenomeni di razionamento
del credito e pagare tassi di interesse inferiori (Diamond, 1991). Anche la
relazione tra età e prestazione di garanzie è attesa negativa.
L’intensità della lending relationship, definita attraverso la durata e
l’ampiezza della relazione banca-impresa, misura invece la quantità di
informazione riservata acquisita dalla banca nel corso del tempo
attraverso la prestazione ripetuta di servizi information sensitive. In
particolare, l’ampiezza della relazione è misurata attraverso due
indicatori: la concentrazione del debito bancario e la quantità di servizi
(non di prestito) erogati dalla banca.
Secondo le ipotesi H1, H2 e H3, l’intensità della relazione può
essere positivamente o negativamente associata alle condizioni di
affidamento.
E.
Competizione tra banche
Si distinguono due livelli di competizione tra le banche: la
competizione a livello di mercato, misurata dall’indice di concentrazione
di Herfindahl del mercato locale dei prestiti; la competizione a livello di
impresa, misurata dal numero di banche affidanti. Mentre la prima
misura di competitività è positivamente associata al tasso di interesse
applicato alle imprese (ci si attende che in mercati più concentrati le
imprese paghino tassi più elevati), il fenomeno del multiaffidamento può
essere sia positivamente sia negativamente associato alle condizioni di
affidamento. Sebbene esistano consolidate argomentazioni teoriche a
supporto dei vantaggi di una relazione di affidamento esclusiva con un
6
Ad esempio, il tempo medio di escussione delle garanzie è di circa 3 anni in Valle d’Aosta e di circa 7
anni in Sicilia (Generale e Gobbi, 1996). Guiso et al. (2000) misurano l’efficienza del sistema legale con
il numero medio di anni necessari per completare il primo grado di giudizio presso i Tribunali locali. Tale
numero varia per le regioni italiane tra 1,44 e 8,32 anni.
12
singolo intermediario (Diamond, 1983; Ramakrishnan e Thakor, 1984;
Rajan, 1992, tra gli altri) e dei benefici derivanti dalla presenza di due
banche (Sharpe, 1990; Rajan, 1992; von Thadden, 1995), meno chiare
sono le ragioni per cui un’impresa, anche di piccole dimensioni, decide di
operare con numerose banche. Recenti indagini cross-country (Ongena e
Smith, 2000) forniscono interessanti evidenze sul fenomeno del
multiaffidamento, influenzato non solo dalle caratteristiche specifiche
dell’impresa, ma anche dal grado di sviluppo dei mercati finanziari (che
rappresentano, al pari del multiaffidamento, una fonte alternativa di
finanziamento e, dunque, consentono di ridurre il monopolio informativo
dell’inside bank). Nei paesi dotati di sistemi finanziari più evoluti le
imprese operano, in media, con un numero inferiore di banche 7 e 8.
3.2
Descrizione dei dati e del campione
Il set di dati ed informazioni necessari all’analisi empirica è stato
fornito da una primaria banca italiana. La base dati deriva,
principalmente, dall’unione delle informazioni di bilancio e di struttura
finanziaria raccolte dalla banca affidante (fonte: Direzione Crediti e
Centrale dei Bilanci) con le informazioni raccolte dalla Centrale dei
Rischi relative alle condizioni di accesso al credito bancario e alle
relazioni di clientela tra le imprese e le banche. In particolare, il data set
include: informazioni anagrafiche e dati contabili relativi agli esercizi
1997-1998 per ciascuna impresa del campione; informazioni sulle
caratteristiche del contratto di debito e sul numero di banche affidanti;
dati ed informazioni sulla lending relationship e sulla competitività tra le
banche. Il data set è altamente confidenziale e l’identità delle imprese
sconosciuta.
Il campione complessivo, estratto casualmente, include oltre 6.000
imprese italiane, stratificate per localizzazione, settore di appartenenza e
dimensione. L’analisi empirica è, tuttavia, ristretta ad un sotto-campione
di 3.347 imprese affidate nel periodo gennaio 1998 – marzo 1999. Dal
campione originario sono state escluse le imprese agricole, gli
intermediari finanziari, le holding finanziarie e immobiliari pure. Alle
imprese del campione sono riconducibili 8.612 linee di credito a breve
termine, raggruppate ai fini dell’analisi empirica in tre macro-classi: (1)
7
8
Le evidenze riportate da Ongena e Smith (2000) sono coerenti con le previsioni elaborate da Detragiache,
Garella e Guiso (2000), secondo cui il numero di banche è funzione crescente del rischio di liquidità,
ossia del rischio che l’impresa non ottenga finanziamenti per progetti a NET PRESENT VALUE positivo a
causa di default della banca affidante.
In Italia, il fenomeno del multiaffidamento è particolarmente diffuso e ancora rilevante. Nelle
comparazioni internazionali l’Italia si distingue per il più elevato numero medio di banche affidanti per
impresa. Tale peculiarità ha anche origini storiche in norme di vigilanza prudenziale, intese a limitare
l’esposizione degli istituti di credito verso singoli prenditori.
13
linee di credito rinnovate automaticamente (revolving credit), (2) sconto
di effetti e (3) altri crediti.
14
4.
Risultati dell’analisi sul tasso di interesse
L’ipotesi H1 è testata attraverso analisi di regressione OLS, i cui
risultati sono riportati in tabella 3. L’analisi consente di verificare
congiuntamente l’ipotesi che lo spread di tasso di interesse riflette la
rischiosità dell’impresa e le caratteristiche del contratto di finanziamento,
controllando per la concentrazione del mercato ed il numero di banche
affidanti.
La prima specificazione (modello 1) può essere interpretata come
una forma ridotta dell’equazione (1): essa esclude le variabili
(potenzialmente endogene) relative alle caratteristiche del contratto. Gli
indicatori di dimensione, leva finanziaria, solvibilità, liquidità, redditività
e asset transparency congiuntamente misurano la rischiosità
(osservabile) dell’impresa9 e si riflettono, secondo i segni attesi, sul tasso
di interesse, ma catturano anche l’impatto delle caratteristiche specifiche
del contratto. Ciò giustifica gli elevati valori dei coefficienti dei
regressori inclusi nel modello 1 e la loro significatività statistica.
L’inclusione delle variabili relative al finanziamento (dimensione,
scadenza, forma contrattuale e presenza di garanzie accessorie) migliora
la significatività complessiva del modello: il tasso di interesse è funzione
non solo della rischiosità dell’impresa, ma anche delle condizioni
specifiche di finanziamento. In particolare, lo spread è positivamente
associato alla presenza di garanzie accessorie (reali o personali)10. Da
ultimo, il modello 3 include tutte le variabili che si ritiene possano
determinare il costo del finanziamento. I risultati, robusti rispetto a
diverse specificazioni delle variabili e del campione di riferimento, sono
coerenti con l’ipotesi H10. Il tasso di interesse é positivamente associato
alla durata e all’ampiezza del rapporto banca-impresa: il segno del
coefficiente degli indicatori durata e ampiezza della relazione (DURATA
e COMMISSIONI NON DA INTERESSI) è positivo e significativo a
livelli convenzionali. Diversamente da quanto atteso, l’età dell’impresa,
usata come proxy della quantità di informazioni pubblicamente
disponibili, non è mai significativa11. Lo spread è inoltre, funzione
crescente della concentrazione del mercato locale dei prestiti, mentre è
decrescente nel numero di banche affidanti.
I
risultati
dell’analisi
OLS
sembrano
supportare,
complessivamente, l’ipotesi di hold-up: i costi di una stretta relazione di
9
10
11
Nelle regressioni OLS si usano indicatori di rischiosità costruiti sui dati di bilancio dell’esercizio
precedente rispetto all’anno in cui è erogato il finanziamento.
Ulteriori test, commentati successivamente, confermano questo risultato.
I parametri della regressione non mutano significativamente se si omette, alternativamente, la variabile
DURATA o la variabile ETÀ. I due indicatori sono positivamente correlati (coefficiente di correlazione
pari a 0.63), ma evidentemente hanno un diverso contenuto informativo.
15
clientela sono superiori ai benefici. Relazioni di lunga durata e ampie
(cioè relazioni forti) tra banca ed impresa sono fonte di monopolio
informativo, che consente all’inside bank di applicare, a parità di altre
condizioni ed in assenza di forti spinte competitive, tassi più elevati. Tali
risultati sono, inoltre, coerenti con le evidenze relative all’impatto del
multiaffidamento, che rappresenta uno strumento di riduzione del
monopolio informativo e, pertanto, riduce il tasso di interesse.
Vi sono, tuttavia, due possibili spiegazioni alternative ai risultati
ottenuti. Come già riportato da Petersen e Rajan (1994), i benefici della
relazione possono tradursi, principalmente, in maggiore disponibilità di
credito, per la quale le imprese possono essere disposte a pagare tassi più
elevati. Alternativamente, è possibile che le imprese che rimangono
“catturate” in relazioni di lungo periodo siano più rischiose o meno
profittevoli e, dunque, esse sarebbero soggette a razionamento o
difficilmente otterrebbero fondi a costi inferiori attraverso fonti
alternative di finanziamento. Nessuna delle due argomentazioni può
essere esclusa definitivamente, ma i dati e le informazioni a disposizione
non consentono di costruire alcun indicatore di razionamento del credito
a livello di impresa e, pertanto, non è possibile testare tali ipotesi
alternative.
I risultati sono stati sottoposti ad ulteriori indagini, per verificarne
la robustezza e la significatività economica. In primo luogo, l’equazione
(1) è stata stimata adottando differenti specificazioni delle variabili
indipendenti e per diversi sottocampioni, basati sulla dimensione delle
imprese, sulla localizzazione geografica e sul grado di concentrazione dei
mercati bancari locali, ottenendo risultati omogenei rispetto a quelli
riportati. In secondo luogo, poiché nel campione originario alcune
imprese sono più rappresentate di altre (ad alcune imprese sono
riconducibili più contratti di finanziamento, per altre solo uno) e ciò
potrebbe distorcere i risultati della stima, sono stati costruiti altri due
sottocampioni: il primo include un solo contratto, casualmente
selezionato, per ciascuna impresa; il secondo solo il contratto stipulato
più recentemente. L’equazione (1) è stata, dunque, testata anche sui due
sottocampioni: i risultati, non riportati in tabella, sono qualitativamente
simili a quelli ottenuti dalla stima sull’intero campione, sebbene la
significatività statistica dei regressori sia leggermente inferiore.
Da ultimo, sono state utilizzate diverse specificazioni della
variabile dipendente (spread rispetto al prime rate ABI e rispetto ad un
tasso di riferimento interbancario). Tutti i risultati confermano
ulteriormente quelli riportati in tabella 3.
16
I test statistici sono completati da un’analisi di significatività
economica dei risultati (tabella 4). L’ultima colonna riporta l’impatto
marginale indotto sullo spread da una variazione (pari ad una deviazione
standard) dalla media dei regressori. L’analisi conferma che la
dimensione dell’impresa e l’ammontare del finanziamento sono le due
principali determinanti del tasso di interesse. Anche le caratteristiche
finanziarie dell’impresa, ed in particolare il grado di leva finanziaria,
sono economicamente significative. Quanto agli indicatori di intensità del
rapporto banca-impresa, l’analisi mostra che, a parità di ogni altra
condizione, un’impresa che ha una relazione di 2.4 anni più lunga paga
un tasso di interesse di 11.63 bp più elevato (alternativamente, 10 anni in
più comportano un aggravio di costo pari a 48.45 bp). Meno rilevante
risulta essere l’impatto della concentrazione del debito e della
competizione. L’analisi di regressione ed i robustness check forniscono
risultati omogenei.
In contrasto con alcune note evidenze dal mercato statunitense
(Berger e Udell, 1995), gli indicatori che misurano l’intensità del
rapporto banca-impresa sono positivamente associati al tasso di interesse.
I risultati del presente lavoro trovano, tuttavia, parziale consonanza in
quelli ottenuti da altri mercati europei e da precedenti studi italiani
(Angelini, Di Salvo e Ferri, 1998, D’Auria, Foglia e Marullo Reedtz,
1999).
Come emerge dal confronto sintetico proposto nella tavola 1
seguente, gli studi relativi ai mercati europei non suggeriscono
considerazioni conclusive e omogenee sul ruolo e valore della lending
relationship per le imprese. In diversi paesi la relazione non ha alcun
impatto statisticamente significativo sul costo del finanziamento, mentre
in altri peggiora le condizioni di erogazione dei prestiti12. Non si
riscontrano regolarità significative neppure tra i sistemi bancari orientati
agli intermediari. Anche per il mercato bancario italiano le evidenze sono
discordi, ma sono riconducibili alle caratteristiche delle imprese e delle
12
In Gran Bretagna le condizioni di accesso delle PMI al credito bancario sono state oggetto di recenti
approfondite indagini promosse dal Governo e volte a conoscere le modalità di offerta del finanziamento
e dei servizi. Sebbene le finalità e la metodologia di analisi siano diverse da quelle degli studi citati nella
Tavola 1, entrambe le indagini descrivono anche le caratteristiche del rapporto banca-impresa ed i suoi
effetti sulle condizioni di affidamento delle PMI britanniche. In particolare, il rapporto elaborato dalla
Competition Commission (The supply of banking services by clearing banks to small and medium-sized
enterprises, pubblicato a marzo 2002) evidenzia: (1) l’elevata concentrazione nell’offerta di credito e di
servizi di pagamento alle PMI; (2) la prevalenza del rapporto esclusivo con l’intermediario; (3) il basso
livello di rotazione della clientela, indotto dall’aspettativa che le condizioni di affidamento migliorino nel
tempo e che la banca possa supportare l’impresa nei momenti di difficoltà; (4) la diffusione di politiche di
pricing discriminatorie, a favore di nuovi clienti (che ottengono sempre condizioni migliori); (5) il
peggioramento delle condizioni contrattuali all’aumentare della durata della relazione banca-impresa,
anche a causa della scarsa trasparenza informativa verso la clientela. Tutto ciò è all’origine, secondo la
Competition Commission, della elevata redditività manifestata negli ultimi anni dalle quattro maggiori
clearing bank britanniche.
17
banche incluse nei diversi campioni. Lo studio più simile al nostro è
quello di D’Auria et al. (1999), che documenta una associazione positiva,
ma economicamente poco rilevante, tra durata della relazione bancaimpresa e spread. L’intensità della relazione, misurata dal livello di
concentrazione del debito per l’impresa, riduce invece significativamente
il costo del finanziamento stesso, a condizione che la concentrazione non
superi l’80%, ossia che il rapporto non diventi esclusivo. La presenza di
multiaffidamenti riduce lo spread.
Tavola 1: Comparazione internazionale
Impatto sul costo del debito
Durata/Ampiezza
N .di banche
della LR
Positivo
Nessuno
Fonte dei dati
Misura
1987 NSSBF (1)
Tasso
contrattuale
1987 NSSBF
Spread
Negativo
Blackwell e Winters
(1997) – UK
6 Banche
Spread
Nessuno
Harhoff e Korting
(1998) – Germania
Survey
Tasso
contrattuale
Elsas e Krahnen
(2000) - Germania
5 banche
Spread
Nessuno
Degryse e Van
Cayseele (2000) –
Belgio
1 banca
Tasso
contrattuale
Positivo/Negativo
Angelini et al.
(1998) – Italia
Survey
Tasso
contrattuale
Negativo
Positivo
(non-membri delle
BCC)
Negativo
(membri BCC)
D’Auria et al. (1999)
Italia
CdB(2)
CdR (3)
Spread
Negativo
Positivo/Negativo
Petersen e Rajan
(1994) – USA
Berger e Udell
(1995) – USA
(1) National Survey on Small Business Financing;
(2) Centrale dei Bilanci;
(3) Centrale dei Rischi.
18
Nessuno
Nessuno
5.
Risultati dell’analisi sulla probabilità di impegnare garanzie
Le ipotesi H3 e H2 sono testate attraverso un’analisi di regressione
logistica, i cui risultati sono riportati nella tabella 5. La variabile
dipendente è la probabilità che l’impresa presti garanzie reali o personali.
Le caratteristiche specifiche dell’impresa sono statisticamente
significative (modello 1): tutti i regressori, tranne REDDITIVITÀ13,
hanno i segni attesi e congiuntamente misurano la rischiosità.
Coerentemente con l’ipotesi H30, la prestazione di garanzie reali o
personali è associata ad imprese più rischiose. Le relazioni sussistono
anche sostituendo alla variabile dipendente la probabilità che l’impresa
presti garanzie reali o, alternativamente, garanzie personali. In tali casi la
significatività statistica è inferiore e la dimensione dell’impresa non
risulta più significativa (dati non riportati). I risultati complessivamente
suggeriscono che imprese di dimensioni maggiori, meno rischiose e
meno indebitate hanno minori probabilità di impegnare garanzie. Inoltre,
imprese con un basso rapporto Attività materiali/Totale attivo hanno
scarse probabilità di prestare garanzie reali.
I test del modello 2 confermano questi risultati e sono coerenti con
quelli ottenuti dalle regressioni OLS sul tasso di interesse: la probabilità
di prestare garanzie è positivamente associata alla durata e ampiezza
della relazione. Tutti gli indicatori di intensità del rapporto e
competizione sono statisticamente significativi. Si osservi che le variabili
continue DURATA e NUM. BANCHE sono state sostituite da variabili
dummy che indicano i quartili della distribuzione. I primi test hanno,
infatti, evidenziato scarsa significatività delle variabili continue, in
quanto la relazione tra probabilità di prestare garanzie e tali regressori
non è lineare. In particolare, un limitato numero di banche affidanti
aumenta la probabilità che il prestito sia garantito, mentre tale probabilità
decresce in presenza di un numero di banche superiore alla mediana del
campione. Una banca molto esposta nei confronti di un’impresa
percepisce questa posizione come più rischiosa ed è maggiore la
probabilità che chieda garanzie. Ciò confermerebbe l’ipotesi della
funzione assicurativa del multiaffidamento per le banche.
L’analisi di significatività economica dei risultati della regressione
logistica conforta ulteriormente le considerazioni esposte. Le variabili
che maggiormente influenzano la probabilità che il prestito sia garantito
sono la dimensione, la durata della relazione e il numero di banche
affidanti. In particolare, una lunga durata del rapporto banca-impresa
13
Il segno positivo del coefficiente di REDDITIVITÀ può essere giustificato dalla maggiore volatilità
associata generalmente ai redditi più elevati.
19
(dummy: DURATA – IV quartile) aumenta significativamente la
probabilità che l’impresa debba prestare garanzie (la variabile è
statisticamente significativa e ha segno positivo). Analogamente, tutte le
varibili dummy relative al multiaffidamento sono economicamente molto
rilevanti: un elevato numero di banche affidanti riduce significativamente
la probabilità di prestare garanzie.
La letteratura empirica sul tema fornisce, ancora una volta,
indicazioni discordanti. Berger e Udell (1995) e Harhoff e Körting (1998)
osservano una minore probabilità di impegnare garanzie al crescere della
durata della lending relationship, mentre la relazione opposta è riportata
da Degryse e Van Cayseele (2000). Lo studio italiano più recente
(Pozzolo, 2001) sul ruolo delle garanzie perviene a conclusioni
parzialmente analoghe a quelle del presente lavoro: i prestiti assistiti da
garanzie sono quelli più rischiosi e pagano anche tassi più elevati, ma
rapporti consolidati con la banca sono associati a minori quote di
finanziamenti garantiti. Inoltre, imprese giovani e imprese che hanno
iniziato da poco il rapporto con la banca hanno una probabilità superiore
alla media di ottenere finanziamenti non garantiti.
20
6.
Considerazioni conclusive
La rilevanza della letteratura sulla lending relationship, unitamente
alla crucialità in ogni sistema economico dell’accesso al capitale di
credito, hanno stimolato negli ultimi anni numerosi studi empirici volti
ad indagare il valore della relazione per le imprese.
Sotto il profilo teorico, è ormai ipotesi consolidata che il rapporto
banca-impresa rappresenti un meccanismo di superamento delle
condizioni di fallimento del mercato, in quanto consente l’allocazione
delle risorse anche a soggetti opachi dal punto di vista informativo e che
non potrebbero finanziarsi sui mercati dei capitali. Le difficoltà di
misurazione delle caratteristiche della relazione e la carenza di dati ed
informazioni affidabili relative proprio alle imprese piccole e medie, che
più dovrebbero beneficiare della lending relationship, lasciano ancora
aperto il dibattito sul reale valore del rapporto banca-impresa. Nessuna
delle verifiche empiriche disponibili consente, infatti, di pervenire a
conclusioni definitive sugli effetti di un’intensa relazione sulle condizioni
di affidamento. Il ruolo della lending relationship è, peraltro, fortemente
influenzato dalle caratteristiche istituzionali, di sviluppo e funzionamento
dei mercati finanziari, dalla regolamentazione bancaria di ciascun paese e
ciò contribuisce a spiegare le differenze riscontrate nelle analisi
internazionali.
Il presente lavoro intende contribuire al dibattito sul tema,
approfondendo alcuni aspetti in parte trascurati dalla letteratura empirica
esistente e fornendo nuove evidenze dal mercato italiano. I risultati
dell’analisi empirica, condotta su un campione di finanziamenti a breve
termine erogati ad imprese italiane da una banca nel periodo gennaio
1998-marzo 1999, supportano l’ipotesi che i costi di un intenso e
duraturo rapporto banca-impresa sono superiori ai benefici. Sia il costo
del finanziamento che la probabilità di prestare garanzie reali o personali
sono positivamente associati alla rischiosità dell’impresa e all’intensità
della lending relationship. Il grado di concentrazione del mercato locale
dei prestiti e il multiaffidamento influenzano in modo significativo –
statisticamente ed economicamente – le condizioni di affidamento. Il
multiaffidamento, che in Italia ha anche origini storiche in norme e
condizioni di mercato peculiari, sembra emergere come meccanismo
attraverso cui le imprese inducono concorrenza tra gli intermediari e
riducono i costi di una stretta relazione di clientela.
A livello aggregato, ulteriori indagini empiriche sono necessarie
per comprendere meglio la relazione tra competizione bancaria e attività
di intermediazione relationship based, sia a livello domestico che in
21
prospettiva della crescente integrazione del mercato bancario europeo. I
più recenti modelli teorici sul tema, infatti, superano le tradizionali
argomentazioni secondo cui vi sarebbe incompatibilità tra competizione e
lending relationship e ipotizzano piuttosto una focalizzazione strategica
da parte delle banche verso i segmenti di mercato o attività nei quali
godono di vantaggi informativi. Nella misura in cui questi ultimi
rappresentano una fonte di potere di mercato, e pertanto un driver della
redditività bancaria, gli intermediari saranno indotti dalla crescente
competizione ad effetturare investimenti nelle attività relationship based,
al fine di preservare la propria posizione di monopolio informativo. Nei
mercati transaction based tenderà, invece, a prevalere la pura
competizione di prezzo.
Se tali ipotesi si verificassero14, si dovrebbe assistere alla
progressiva integrazione in un mercato bancario europeo delle attività in
cui le asimmetrie informative giocano un ruolo meno rilevante, mentre
dovrebbero permanere segmentazioni geografiche nelle attività in cui i
vantaggi informativi rappresentano una reale barriera all’ingresso. Un
mercato unico europeo dei servizi alle piccole e medie imprese sembra
essere, pertanto, un obiettivo non raggiungibile.
14
E fossero eliminate le distorsioni di natura istituzionale, regolamentare e normativa che ancora
impediscono di fatto l’integrazione dei mercati bancari e finanziari europei.
22
Appendice
Tabella 1: Variabili e indicatori
Andamento
dell’economia
e sistema
legale
Caratteristiche
specifiche del
contratto di debito
Caratteristiche specifiche
d’impresa
Variabili
Dimensione
Leva finanziaria
Solvibilità
Opacità
Liquidità
Rotazione delle vendite
Redditività
Settore industriale
Struttura societaria
Dimensione affidamento
Scadenza
Tipo di affidamento
Prestito in pool
Prestito garantito
Tipo di garanzia prestata
Deposito obbligatorio
Asimmetria
informativa tra
banca e impresa
LN del Totale Attivo
Passività finanziarie/[Patrimonio
netto + Passività finanziarie]
EBIT/Interessi passivi
Attività materiali/Totale Attivo
Attività Correnti/Passività Correnti
Fatturato/Totale attivo
EBITDA/Valore aggiunto
Variabili dummy
Variabili dummy (Soc. di capitali)
LN del valore nominale accordato
Data di rinnovo – Data di
sottoscrizione del contratto
Variabile dummy
Variabile dummy
Variabile dummy
Variabile dummy
Variabile dummy
Localizzazione geografica Variabile dummy (Nord/Sud/Centro)
Free-Risk Rate
Rendimento BOT 3-M
Default spread
Rend. Indice BBB euro corporate
bond – Rend. Bund 10Y
Età dell’impresa
Competizione
bancaria
Indicatori
Durata della relazione
banca-impresa
Ampiezza della relazione
banca-impresa
Competizione a livello di
mercato
Competizione a livello
d’impresa
Data di sottoscrizione del contratto Data di fondazione dell’impresa
Data di sottoscrizione del contratto Data di sottoscrizione del PRIMO
contratto con la banca
Commissioni non da interessi/ Totale
attivo
Debito bancai/Totale debito bancario
Indice di concentrazione di
Herfindahl del mercato provinciale
dei prestiti
Numero di banche affidanti
23
+
Impatto
atteso sulla
prob. di
prestare
garanzie
+
+/-
+/-
-
-
+/+/+/+/-
-/+
+/-
-/+
+
+
-/+
+
+
-
-
+/-
+/-
+/-
+/-
+/-
+/-
+
+
+/-
+/-
Impatto
atteso sul
tasso di
interesse
-/+
Tabella 2 - Statistiche descrittive
La tabella riporta le principali statistiche descrittive relative alle caratteristiche economicofinanziarie delle imprese, alle misure di asimmetria informativa tra banca e impresa, al
multiaffidamento e al costo del finanziamento bancario. La concentrazione del debito è misurata
dal rapporto tra l'ammontare di finanziamento erogato dalla banca i-esima ed il totale del debito
bancario in essere al 31/12/1997.
Osservazioni Media Dev Std 25mo Perc. Mediana 75mo Perc.
DIMENSIONE
(TOT. ATTIVO)
3374
15912
45623
2204
5316
13197
LEVA FINANZIARIA
[D/(D+E)]
3341
0,56
0,33
0,32
0,64
0,82
SOLVIBILITA' (ICR)
3374
3,04
3,70
0,64
1,67
3,71
OPACITA' (ATT. MATERIALI/TOT.
ATT.)
3374
0,17
0,16
0,04
0,13
0,27
LIQUIDITA' (AC/PC)
3361
1,12
0,33
0,92
1,06
1,26
REDDITIVITA'
(EBITDA / VAL. AGG.)
3336
0,44
0,28
0,25
0,41
0,60
ETA' DELL'IMPRESA (anni)
3354
13,99
11,57
4,98
11,62
18,98
DURATA DELLA RELAZIONE
3240
8,06
6,48
2,13
6,42
13,43
CONC. DEL DEBITO
BANCARIO
2534
0,12
0,23
0,01
0,03
0,11
COMMISSIONI NON
DA INT. /TA
3368
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
NUMERO DI BANCHE
AFFIDANTI (SE > 3)
2416
9
5
5
8
12
SPREAD (Totale prestiti)
8612
3,3%
2,9%
1,2%
3,1%
5,2%
PRESTITI NON GARANTITI
3507
2,6%
2,8%
0,5%
2,2%
4,3%
PRESTITI GARANTITI
5105
3,9%
2,8%
1,8%
3,7%
5,7%
24
Tabella 3 - Analisi di regressione OLS
La tabella riporta i risultati dell'analisi di regressione OLS che pone in relazione lo spread con la rischiosità
dell'impresa, le caratteristiche specifiche del contratto di debito, il livello di asimmetria informativa tra banca
e impresa e la competizione bancaria. La variabile dipendente è lo spread di tasso di interesse, espresso in
percentuale. Lo spread è calcolato come differenza tra il tasso di interesse effettivo applicato a ciascun
finanziamento e la media ponderata mensile dei rendimenti offerti dai BOT a 3 mesi (nel mese in cui il
finanziamento è erogato). AP_CRED e SCONTO sono variabili dummy che assumono valore 1 se il
finanziamento è erogato attraverso apertura di credito in c/c e di sconto di effetti rispettivamente. La
dimensione del finanziamento è misurata dal logaritmo naturale dell'accordato nominale. La scadenza è
espressa in anni. DV_GAR è una dummy che assume valore 1 se il finanziamento è assistito da garanzia
reale o personale; DV_POOL è uguale ad 1 se il prestito è sindacato. Tra i regressori sono incluse variabili di
controllo (non riportate in tabella) per tener conto del settore di appartenza delle imprese e della forma
societaria.
I coefficienti sono stati moltiplicati per 100 e le statistiche T sono basate su std error corretti (White's
correction).
Variabile dipendente Tasso di interesse (spread)
Variabili indipendenti
Intercetta
Modello 1
Coefficiente T-stat
Modello 2
Coefficiente T-stat
Modello 3
Coefficiente T-stat
5,88
19,1
4,42
12,9
3,09
6,2
-0,57
-0,46
-0,24
-0,36
0,46
-0,53
-0,03
-26,6
-4,5
-5,6
-3,3
4,6
-2,5
-3,1
-0,34
-0,36
-0,19
-0,28
0,35
-0,57
-0,02
-13,4
-3,5
-4,5
-2,6
3,6
-2,7
-2,5
-0,32
-0,24
-0,21
-0,37
0,65
-0,35
-0,01
-7,1
-1,8
-3,8
-2,6
4,1
-1,3
-0,5
4,22
-0,27
0,57
20,8
-3,6
6,6
4,30
-0,25
0,39
20,6
-3,4
4,4
4,40
-0,29
0,22
17,9
-3,1
2,0
1,24
0,64
-0,28
-0,32
0,65
-0,85
15,3
7,6
-10,1
-5,2
10,4
-5,3
0,83
0,62
-0,21
-0,27
0,71
9,0
6,4
-6,3
-3,6
9,5
Asimmetria informativa tra banca e impresa
ETA' DELL'IMPRESA
DURATA
CONC. DEL DEBITO
COMMISSIONI NON DA INTERESSI
-0,03
0,13
50,60
0,80
-0,5
2,5
0,9
3,9
Competizione bancaria
NUM. BANCHE AFFIDANTI
INDICE DI HERFINDAHL
-0,02
2,51
-2,0
2,7
Rischiosità dell'impresa
DIMENSIONE
LIQUIDITA'
ROTAZIONE VENDITE
REDDITIVITA'
LEVA FINANZIARIA
OPACITA'
SOLVIBILITA'
Economia e sistema legale
DEFAULT SPREAD
NORD
SUD
Caratteristiche del finanziamento
AP_CRE
SCONTO
DIMENSIONE
SCADENZA
DV_GUAR
DV_POOL
Numero di oss.
F-value
P-value
R-sq
8433
112,02
0,00
0,16
7920
108,91
0,00
0,22
25
5710
59,59
0,00
0,20
Tabella 4 - Analisi di significatività economica (tasso di interesse)
La tabella riporta i risultati dell'analisi di significatività economica. L'effetto marginale associato a ciascuna
variabile è pari al coefficiente angolare della regressione OLS (parametro del regressore). L'ultima colonna
della tabella riporta l'effetto marginale indotto da una deviazione std sulla variabile dipendente. L'effetto
marginale è misurato in bp. Il Totale Attivo e la dimensione dell'affidamento sono sostitutiti dai rispettivi LN.
Età dell'impresa e durata della relazione banca-impresa sono sostituiti da LN(1+ETA') e LN(1+DURATA)
rispettivamente.
Variabile dipendente Tasso di interesse (spread)
Variabili indipendenti
Coefficiente
Media del
regressore
Std.
Deviation
Effetto marginale di +
1 std dev rispetto alla
media (bp)
DIMENSIONE
-0,310
9,67
10,72
-33242,7
LIQUIDITA'
-0,244
1,11
0,31
-756,6
ROTAZIONE VENDITE
-0,221
1,34
0,73
-1623,3
REDDITIVITA'
-0,378
0,45
0,27
-1040,2
LEVA FINANZIARIA
0,610
0,59
0,32
1944,4
OPACITA'
-0,355
0,17
0,15
-545,5
SOLVIBILITA'
-0,005
2,68
3,33
-161,5
DIMENSIONE
-0,20
5,24
1,29
-2590,8
SCADENZA
-0,27
1,26
0,48
-1287,5
Rischiosità dell'impresa
Caratteristiche del finanziamento
Asimmetria informativa tra banca e impresa
ETA' DELL'IMPRESA
-0,03
2,40
0,84
-261,1
DURATA
0,13
1,88
0,88
1162,9
CONC. DEL DEBITO
0,80
0,12
0,22
1736,4
COMMISSIONI NON DA INT.
44,05
0,00
0,00
455,4
Competizione
NUM. BANCHE AFFIDANTI
-0,02
7,81
6,16
-1003,0
INDICE DI HERFINDAHL
2,51
0,08
0,04
934,0
26
Tabella 5 - Analisi di regressione logistica (garanzie accessorie)
La tabella riporta i risultati dell'analisi di regressione logistica. La variabile dipendente è la probabilità che il
prestito sia garantito (DV_GUAR=1). La specificazione econometrica testata include tutte le variabili che ci
si attende possano influenzare la probabilità che il prestito sia assistito da garanzia. Sono inoltre incluse
variabili di controllo (non riportate in tabella) per tener conto del settore di appartenza dell'impresa e della
forma societaria. Le statistiche T sono basate su standard error corretti per eteroschedasticità.
Variabile dipendente: Probabilità che DV_GUAR=1
Modello 1
Variabili indipendenti
Modello 2
Coefficiente
T-stat
Coefficiente
T-stat
Intercetta
4,82
16,3
2,88
5,8
Rischiosità dell'impresa
DIMENSIONE
LIQUIDITA'
ROTAZIONE VENDITE
REDDITIVITA'
LEVA FINANZIARIA
OPACITA'
SOLVIBILITA'
-0,41
-0,76
-0,19
0,44
0,63
-0,39
-0,06
-18,7
-8,2
-4,9
4,2
7,3
-2,1
-6,9
-0,32
-0,66
-0,17
0,63
1,10
-0,02
-0,06
-7,6
-5,2
-3,2
4,5
7,8
-0,1
-5,4
Economia e sistema legale
DEFAULT SPREAD
NORD
SUD
0,42
-0,31
0,76
2,3
-5,1
9,8
0,75
-0,24
0,72
3,3
-3,2
7,1
0,29
0,02
0,00
-0,04
3,6
0,2
-0,2
-0,6
-0,06
-0,02
0,06
0,21
0,47
213,77
-1,3
-0,2
0,7
2,3
2,2
2,8
0,20
-0,23
-0,19
4,09
2,2
-2,7
-2,0
4,1
Caratteristiche del finanziamento
AP_CRE
SCONTO
DIMENSIONE
SCADENZA
Asimmetria informativa tra banca e impresa
ETA' DELL'IMPRESA
DURATA (I quartile)
DURATA (III quartile)
DURATA (IV quartile)
CONC. DEL DEBITO
COMM. NON DA INT.
Competizione
NUM. BANCHE (I quartile)
NUM. BANCHE (III quartile)
NUM. BANCHE (IV quartile)
INDICE DI HERFINDAHL
Num. di oss.
chi2(15)
Prob > chi2
Pseudo R2
8433
1062,8
0,000
0,131
27
5831
879,28
0,000
0,162
Tabella 6 - Analisi di significatività economica dei risultati della regressione logistica
La tabella riporta l'analisi di significatività economica dei risultati ottenuti dalla regressione logistica. I
parametri della regressione logistica non coincidono necessariamente con gli effetti marginali indotti delle
variazioni nelle variabili indipendenti. Il procedimento seguito ai fini del calcolo dell'impatto marginale di
ciascun regressore sulla variabile indipendente, è di seguito descritto. In primo luogo, è stata calcolata la
probabilità attesa nel valor medio delle variabili indipendenti attraverso la formula
exp(B'X)/[(1+exp(B'X))^2]. Lo scalare così ottenuto è stato poi moltiplicato per il valore di ciascun
coefficiente per ottenere l'effetto marginale. Lo stesso procedimento è seguito poi per calcolare l'effetto
marginale indotto dalla variazione di singoli regressori: una deviazione sdt è sommata al valor medio di ciscun
regressore, mentre tutti gli altri sono mantenuti costanti. Per le variabili dummy la variazione percentuale è
pari alla differenza tra P[DV_GUAR=1| d=1] -P[DV_GUAR=1| d=0]. I risultati sono riportati nella colonna
due.
Variabile dipendente : Probabilità che DV_GUAR=1
Variazione percentuale indotta
Variabili indipendenti
Effetto marginale
da 1 std dev rispetto alla media
Rischiosità dell'impresa
DIMENSIONE
-0,03
-33,0%
LIQUIDITA'
-0,06
-2,0%
ROTAZIONE VENDITE
-0,02
-1,2%
REDDITIVITA'
0,06
1,7%
LEVA FINANZIARIA
0,11
3,4%
OPACITA'
0,00
-0,03%
SOLVIBILITA'
-0,01
-2,0%
Economia e sistema legale
DEFAULT SPREAD
0,07
NORD
-0,02
SUD
0,07
Caratteristiche del finanziamento
AP_CRE
0,028
25,9%
SCONTO
0,002
1,0%
DIMENSIONE
0,000
-0,1%
SCADENZA
-0,004
-0,2%
Asimmetria informativa tra banca e impresa
ETA' DELL'IMPRESA
-0,01
-0,5%
DURATA (I quartile)
0,00
38,6%
DURATA (III quartile)
0,01
38,6%
DURATA (IV quartile)
0,02
18,5%
CONC. DEL DEBITO
0,04
2,3%
COMM. NON DA INT.
20,52
3,5%
Competizione
NUM: BANCHE (I quartile)
0,02
16,6%
NUM: BANCHE (III quartile)
-0,02
-17,2%
NUM: BANCHE (IV quartile)
-0,02
-14,1%
INDICE DI HERFINDAHL
0,39
1,5%
Probabilità attesa (Funzione di densità)
calcolata nel valor medio dei regressori
0,10
28
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