IL SISTEMA FINANZIARIO
La definizione di sistema finanziario si divide sotto due aspetti:
Strutturale: dove il sistema finanziario è il complesso organizzato di strumenti,
mercati e intermediari finanziari. Un quarto elemento in proprio è rappresentato dalla
regolamentazione che incide sulla morfologia del sistema finanziario.
Funzionale: è la struttura attraverso la quale: gli operatori economici si scambiano
risorse finanziarie nel tempo e nello spazio e soddisfano le proprie esigenze di
copertura dei rischi; dove gli impulsi di politica monetaria si propagano sull'economia
reale.
ASPETTO STRUTTURALE
-Gli elementi costitutivi del sistema finanziario
Mercati: il luogo fisico (in senso lato) dove avviene lo scambio degli strumenti
finanziari;
Strumenti: contratti di natura finanziaria aventi per oggetto diritti e prestazioni
monetarie contrapposte differite nel tempo;
Intermediari: istituzioni specializzate nella produzione negoziazione di strumenti
finanziari nell'offerta di servizi. Quindi, sono dei soggetti che svolgono
prevalentemente attività finanziare la cui caratteristica principale è legato al fatto che
all'interno del loro bilancio troviamo principalmente attività e passività finanziarie.
Regolamentazione e vigilanza: è il complesso di regole che disciplinano l'attività di
intermediazione finanziaria. Il ruolo principale è svolto dalle autorità di vigilanza
che si occupano di far rispettare le regole agli intermediari finanziari ovvero
assicurano lo svolgimento delle loro funzioni in modo efficace ed efficiente.
-Intermediari
Gli intermediari possono essere classificati in base a:
Profilo funzionale: intermediari monetari e non monetari
Settori creditizi: immobiliari e assicurativi
Profilo istituzionale: bancari e non bancari
Estensione della delega: senza delega, delegati e operanti in proprio
In base all'attività svolta:
Esercizio del credito:
Gli intermediari creditizi possono essere di due livelli il primo è rappresentato dalla
banca, la quale può compiere interposizione del bilancio in quanto svolgere
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congiuntamente due attività quella di erogazione del credito e di raccolta di risparmio
mentre le società di leasing e factoring svolgono solo la prima.
Credito a breve, medio e lungo termine: Banche;
Leasing finanziario: Società di leasing e Banche;
Factoring: Società di factoring e Banche;
Credito al consumo: Società di credito al consumo e banche;
Finanziamento mobiliare:
Assunzione di partecipazioni nel capitale delle imprese: banche, merchant bank
finanziarie di partecipazione, Venture capital.
Servizi di investimento:
Negoziazione per conto proprio e per conto di terzi: sim e banche;
Sottoscrizione e collocamento: sim, banche e merchant bank;
Ricezione e trasmissione di ordini: sim e banche;
Gestione individuale di patrimoni: sim, banche e Sgr;
Gestione collettiva del risparmio ovvero la gestione di fondi comuni di investimento
che viene svolta da: Sgr;
Assicurazione:
Ramo vita e danni: Società di assicurazione;
Servizi di pagamento:
Relativi a ordini: carte di debito e di credito, banche, emittenti carte di credito e Imel.
-Strumenti finanziari
Possono essere classificati in base a diversi profili economici, questi tre profili sono
complementari tra loro:
Il più importante è in base alla natura dei diritti oggetto del contratto:
Indebitamento: incorporano un diritto di credito ovvero di remunerazione di
rimborso del capitale ricevendo quanto pattuito è un diritto certo e non aleatorio;
Partecipazione (azione): incorporano due macroclassi di diritti: economicipatrimoniali e amministrativi. I primi presentano delle incertezze, infatti sotto il
profilo economico gli strumenti di partecipazione sono meno privilegiati rispetto a
quelli di indebitamento. Per quanto riguarda i diritti amministrativi abbiamo il diritto
di partecipazione all'assemblea per esempio.
Derivati: incorporano un impegno ad effettuare una certa prestazione o un impegno
ad acquistare e vendere una certa tipologia di attività reale e finanziaria ad un certo
prezzo;
Assicurazione: consentono ai singoli operatori di coprirsi dai rischi da attività
insicure;
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Composti: cioè strumenti che nascono dall'assemblaggio di due o più categorie di
strumenti precedentemente citati esempio mix tra indebitamente partecipazione
abbiamo un obbligazione convertibile;
Liquidità:
L’attitudine di uno strumento ad essere convertito in moneta. Possiamo distinguere
tre categorie: mezzi di pagamento, strumenti convertibili a vista o preavviso; a
seconda della loro natura: strumenti convertibili in moneta attraverso la negoziazione
sul mercato.
La liquidità di uno strumento dipende da due fattori:
La liquidità naturale ovvero la scadenza che può essere: indeterminata, determinata
e/o condizionata;
Liquidità artificiale ovvero la possibilità di essere negoziato sul mercato prima della
scadenza
Negoziabilità:
Possiamo individuare due macroclassi: negoziabili bilaterale e negoziabili sul
mercato: i primi sono strumenti che possono essere ceduti solo dopo la ricerca e
l'individuazione della controparte, i secondi l'interessato compra in maniera agevole
ad un costo di ridotto perché non c'è bisogno di ricercare la controparte rivolgendosi
ad un numero indefinito di controparti basta rivolgersi al mercato.
Outside
-I mercati
Possono essere classificati in base alla tipologia di strumenti negoziati:
Mercato creditizio, mercati mobiliari dove abbiamo delle sottoclassi che sono
(mercato dei fondi comuni, obbligazionario, azionario e derivati) ed infine il mercato
assicurativo.
In base al momento dello scambio: primario e secondario; dimensione
geografica: nazionali e internazionali; natura istituzionale: regolamentati non
regolamentati; pubblici e privati. struttura logistica fisici e telematici; forme
organizzative: quote driver and Order driver (Market Maker e dealer); procedure di
regolamento: a contante a termine; taglio degli scambi: al dettaglio o all'ingrosso.
-La regolamentazione e vigilanza
Le ragioni del controllo pubblico sul sistema finanziario sono da ricercare in alcuni
fattori: gli intermediari finanziari sono così fortemente disciplinati perché esiste un
problema di tutela del risparmio che è garantito dalla Costituzione, di rapporto
fiduciario tra stabilità e correttezza, una componente sistemica e rischio contagio
ovvero quando fallisce un intermediario finanziario c'è il rischio che la crisi va a
contagiare l'intero sistema finanziario.
L'ordinamento dell'intermediazione finanziaria si sviluppa su più livelli abbiamo la:
normativa primaria: che riguarda norme comunitarie e norme statali; la normativa
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secondaria ovvero istruzioni e regolamenti emessi dalle autorità di vigilanza.
Inoltre ricordiamo che esiste un problema di regolamentazione e un problema di
vigilanza, da una parte devono essere emanate norme regolamenti che servono a
disciplinare l'attività degli intermediari finanziari e dei mercati finanziari, dall'altra
parte c'è bisogno di soggetti preposti a vigilare gli intermediari finanziari per
assicurare il rispetto tra di loro.
Le autorità di vigilanza:
Banca d'Italia, Consob, IVASS, Covip e AGCOM
Uno dei modi per individuare le competenze di ciascuna autorità è quella di
considerare le finalità della vigilanza e gli intermediari oggetto dei controlli:
La Banca d'Italia si occupa della stabilità delle banche (dell'intermediazione
creditizia) delle banche (dell'intermediazione mobiliare) e degli intermediari
immobiliari (SIM, SGR e OICR). Ed inoltre insieme la Consob si occupa della
trasparenza e la correttezza delle banche dell’int. Creditizia insieme alla Consob. La
Consob svolge regolarmente questo compito per quanto riguarda le banche
dell'intermediazione mobiliare e gli intermediari mobiliari. L'ivass si occupa della
stabilità, la trasparenza e la correttezza delle assicurazioni.
Mentre dei fondi pensione se ne occupa la Covip per quanto riguarda la stabilità la
trasparenza e la correttezza. L'Autorità Antitrust si occupa della concorrenza di tutti
gli intermediari naturalmente insieme a Banca d'Italia per quanto riguarda l’
intermediazione creditizia e mobiliare e per quanto riguarda l'assicurazione invece
attraverso un parere dell' IVASS.
ASPETTO FUNZIONALE
Per quanto riguarda le sue funzioni abbiamo: la funzione monetaria (regolamento
degli scambi) e la funzione creditizia (Esigenze di trasferimento connesse a forme
di dissociazione tra risparmio e investimento, gestione dei rischi) e la
trasmissione della politica monetaria attuata dalla BCE.
-Regolamento degli scambi
Il sistema finanziario opera all'interno di un sistema economico dove i soggetti
economici presentano un livello di specializzazione molto alto, in funzione delle
proprie risorse, abilità e competenze quindi è necessario disporre di meccanismi di
scambio e di regolamento molto sviluppati.
Cruciale, è quindi la struttura del sistema dei pagamenti, la sua efficienza e la sua
efficacia sono legati all’idoneità degli strumenti di pagamento a fungere da mezzo di
regolamento delle transazioni commerciali e non.
-Trasferimento delle risorse
Nei moderni sistemi economici esiste una dissociazione tra risparmio e di
investimento:
I soggetti in surplus: sono disposti a scambiare il potere d'acquisto attuale contro il
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potere d'acquisto futuro;
I soggetti in deficit: non riescono a soddisfare il loro fabbisogno di investimento per
questo sono disposti a raccogliere risorse finanziarie da terzi.
Cruciale è la presenza quindi di circuiti di scambio attraverso cui le unità in surplus
e in deficit riescono a scambiarsi risorse finanziarie.
I soggetti in surplus e in deficit devono essere messi in condizione di trasferire risorse
all'interno del sistema economico. Affinché il trasferimento avvenga è necessario che
vi sia un certo grado di finanziarizzazione dell'economia.
I redditi non consumati o la ricchezza accumulata devono poter essere incorporati in
contratti che rappresentano:
Per il detentore: forme di investimento finanziario;
Per l'utilizzatore: forme di raccolta di risorse finanziarie.
Il sistema finanziario ha la responsabilità di creare le condizioni favorevoli affinché il
sistema economico raggiunga l'efficienza allocativa attraverso:
La massimizzazione del volume degli investimenti;
La valorizzazione di quei progetti d'investimento che presentano il miglior rapporto
rischio/rendimento.
Per realizzare in modo efficiente il trasferimento delle risorse e contribuire al
raggiungimento dell'efficienza allocativa il sistema finanziario deve sviluppare
circuiti finanziari in grado di
rendere le preferenze degli scambisti compatibili attraverso la produzione di
liquidità e trasformazione del rischio.
Produrre e diffondere informazioni su progetti di investimento emittenti;
Rendere lo scambio economicamente sostenibile.
-Gestione dei rischi
Il sistema finanziario produce e garantisce la negoziazione di strumenti finanziari che
servono gli operatori economici a ricoprirsi dai rischi, quindi supporta la gestione dei
rischi che è implicita nell'attività economica. Esistono due tipi di rischi: puri e
finanziari. I rischi puri sono legati alla manifestazione dell'evento che produce
conseguenze patrimoniali e reddituali esclusivamente negative e quindi sono legati ad
eventi che possono manifestarsi o meno. I rischi finanziari possono essere legati ad
eventi che possono essere una manifestazione sia negativa che positiva possono
essere definiti come rischio e/o opportunità perché possono produrre effetti reddituali
e patrimoniali positivi e negativi.
A seconda della tipologia del rischio cambia lo strumento finanziario;
I contratti a termine: permettono agli operatori di coprirsi dai rischi finanziari e
speculativi mentre i contratti assicurativi consentono agli operatori di gestire i rischi
puri.
-La funzione di trasmissione della politica monetaria
La banca centrale, responsabile della condotta della politica monetaria, grazie
all'emissione di moneta e alla manovra dei tassi di interesse innesca una serie di
reazioni nel comportamento degli operatori economici (consumi e investimenti).
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I meccanismi e la velocità delle reazioni tra variabili monetarie e finanziarie (sotto il
controllo della banca centrale) e variabili reali (derivanti dal comportamento degli
operatori) dipendono dalle caratteristiche strutturali del sistema finanziario.
Le teorie dell’intermediazione finanziaria
Le tre principali teorie sull’esistenza degli intermediari sono: la teoria delle
divergenze di preferenze, tra unità di surplus e unità in deficit in termini di
rischio e di durata dell’investimento/finanziamento, la teoria delle asimmetrie
informative e poi abbiamo la teoria dei costi di transazione.
La prima teoria tende a giustificare la presenza degli intermediari bancari, le altre due
sono ideate per giustificare l’esistenza oltre che delle banche anche degli altri
intermediari finanziari.
- Teoria delle divergenze tra unità in surplus e unità in deficit
Abbiamo detto che le unita in surplus e le unità in deficit possono scambiarsi risorse
finanziarie, direttamente (quindi attraverso il circuito diretto) o indirettamente
(attraverso l interposizione in bilancio delle banche). In entrambi i casi (ovviamente
nel caso del trasferimento indiretto la cosa è abbastanza chiara, e tangibile) affinché
si realizzi lo scambio è necessario l’intervento di intermediari finanziari, però questo
ha un costo. Perché i soggetti (unità in surplus e in deficit) si rivolgono agli
intermediari finanziari e sostengono il relativo costo? La prima cosa è che in realtà
esiste una particolare tipologia di intermediari finanziari (le banche) perché esiste una
divergenza di preferenza in termini di scadenza e di rischio tra unità in surplus e unità
in deficit, in presenza di questa divergenza di preferenze tra unità in surplus e unità in
deficit è normale che lo scambio finanziario non ha luogo, o comunque una buona
parte della unità economiche non riescono a soddisfare le proprie esigenze di
finanziamento/investimento. Quindi la prima teoria che giustifica l’esistenza degli
intermediari finanziari è la teoria sulla divergenza di preferenze tra l unita in surplus e
l’unita in deficit (o scambisti per essere più sintetici) quindi in assenza degli
intermediari finanziari che si interpongono con il proprio bilancio tra le unità in
deficit e le unità in surplus, lo scambio finanziario non ha luogo, la banca interviene e
attraverso l’interposizione del bilancio realizza la trasformazione dei rischi e delle
scadenze. Questa teoria parte da un evidenza empirica e giustifica l esistenza degli
intermediari creditizi in particolar modo delle banche; noi sappiamo che esistono le
banche perché esiste un’ esigenza di trasformazione dei rischi e delle scadenze.
- Teoria delle asimmetrie informative
Secondo questa teoria in realtà ciò che ostacola il meccanismo di trasferimento
delle risorse finanziarie, non è solo la divergenza di preferenza, ma è l’esistenza di
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un gap informativo tra le unità in surplus e le unità in deficit. Sostanzialmente si
dice che le unità in deficit (impresa) hanno una conoscenza piena di quelle che
sono le caratteristiche dei progetti d’investimento da realizzare, caratteristiche in
termini di rischi e di rendimento atteso, ma dall’altra parte c’è un soggetto che non
ha informazioni adeguate per valutare questi elementi e molto spesso non ha
neanche la conoscenza e il know how necessario per valutare i rischi e i
rendimenti dei progetti d’investimento dell’unità in deficit, quindi questo significa
che da un lato abbiamo un soggetto con un patrimonio informativo molto alto,
dall’altra parte abbiamo un soggetto con un patrimonio informativo molto
limitato. Cosa succede quando esiste un gap informativo così marcato?
Succede che in realtà il contraente debole, quindi in questo caso l’unità in surplus,
ovvero il risparmiatore è esposto a comportamenti opportunistici del contraente e
soprattutto non è in grado di valutare la congruità del rendimento proposto
dall’unità in deficit cioè non è in grado se non ha la conoscenza, le informazioni
per valutare correttamente il tasso di rendimento dell’investimento. Quindi questo
vuol dire che le unità in deficit possono farsi prestare le risorse finanziarie dalle
unità in surplus ad un tasso d interesse basso semplicemente perché l altra unità
non dispone della conoscenza e delle informazioni necessarie a valutare
correttamente il rischio. Cosa succede se pero l unità in deficit assumono dei
comportamenti opportunistici? Succede che nel lungo periodo si crea una
differenza da parte dei risparmiatori, cioè i risparmiatori garbati acquisiscono la
consapevolezza di essere esposti sotto il profilo anche contrattuale
all’opportunismo della controparte e quindi non avendo strumenti per selezionare
le singole imprese da finanziare mostrano diffidenza nei confronti di tutte le unità
in deficit e questa diffidenza si traduce in un maggiore tasso di rendimento
richiesto dall‘unità in deficit. Il discorso è che siccome io non sono in grado di
selezionare le singole unità in deficit da finanziare, sulla base della rischiosità e
della qualità del progetto imprenditoriale e siccome le unità in deficit non sono
tutte corrette ma si approfittano di questa situazione, allora nel momento in cui io
decido di finanziare l’unità in deficit sconto nel tasso il fatto che mi aspetto un
comportamento opportunistico della controparte. In questa condizione succede che
all’interno del calderone tra le unità in deficit ci saranno dei soggetti che si
comportano in maniera opportunistica. E quindi esiste un problema di asimmetria
informativa e se questo problema è percepito dagli investitori ma anche dalle
imprese migliori che vogliono segnalare la propria qualità al mercato, ecco che
nascono opportunità di business per tutta una serie di intermediari finanziari
pensiamo alle agenzie di rating, che producono informazioni, pensiamo agli
intermediari mobiliari che svolgono servizi di consulenza, anche le banche se sono
degli intermediari mobiliari producono informazioni e queste info servono ad
agevolare il processo di trasferimento di risorse nell’ambito dei circuiti diretti.
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Quindi, la teoria di asimmetria informative giustifica l’esistenza di molte tipologie
di intermediari.
- La teoria dei costi di transizione
Se io vorrei realizzare lo scambio in maniera autonoma cioè diretto avrei bisogno di
sostenere una molteplicità di costi di transazione che vanno dalla produzione di
informazioni (voglio acquisire info della controparte), dalla ricerca della controparte,
esecuzione della transazione. Quindi quando io voglio in maniera autonoma
effettuare operazioni di finanziamento sono costretto a sostenere una serie di costi di
transazione che impattano in maniera significativa sul costo dell’operazione. Gli
intermediari riducono al minimo questi costi poiché operano su larga scala e quindi
offrono una serie di servizi che consentono agli scambisti di scambiarsi risorse
finanziarie ad un costo assolutamente marginale.
I SALDI FINANZIARI
-Introduzione
Il saldo finanziario misura in un dato orizzonte temporale l'eccedenza/deficit di
risorse monetarie rispetto al fabbisogno di investimenti di natura reale.
Lo studio dei saldi finanziari a livello di singole unità economiche ed i settori
istituzionali è utile per comprendere l'origine del fabbisogno di trasferimento e quindi
l'importanza della funzione creditizia del sistema finanziario.
L'analisi del saldo finanziario di un'economia evidenzia la sua capacità di
investimento e la provenienza delle risorse investibili. A tal fine è opportuno
effettuare una distinzione tra un'economia chiusa ed un'economia aperta.
-Il saldo finanziario di un'economia chiusa:
Le famiglie forniscono all'economia forza lavoro e capitale in cambio di salari e
rendite (reddito). Il reddito nazionale può essere destinata all'acquisto di servizi e/o
prodotti forniti dalle imprese e in parte accumulato:
Y= C+S
Le imprese producono e vendono beni servizi e dall'altra effettuano investimenti. La
produzione nazionale è la somma del valore dei beni e servizi destinati al consumo e
del valore dei beni di investimento.
PIL= C+I
Quindi:
Y = PIL
Y = C + S = C + i = Pil
Ovvero: S=I
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Ciò vuol dire che tutte le risorse impiegate devono essere state accumulate da soggetti
residenti e tutte le risorse accumulate devono essere impiegate all'interno del sistema
economico.
S-I =SF; a livello di sistema economico nel suo complesso il saldo finanziario è
nullo.
-Il saldo finanziario di un'economia aperta:
Y = PIL
Y = C + s = C + i + (X-M) = PIL
S = I + (X-M)
Le risorse non consumate vengono utilizzate dalle imprese che investono e dal settore
estero quando questo acquista più beni e servizi di quanti ne esporta.
SF > 0 oppure <0
Considerando l'intervento dello Stato quindi inserendo il deficit o avanzo pubblico:
Y = PIL
Y = C + S + T = C + i + G + (X-M) = PIL
S = I + (G-T) + (X-M)
Le risorse non consumate vengono utilizzate dalle imprese che investono, dal settore
pubblico per la parte di spesa non coperta dalle entrate correnti e dal settore estero
quando questo acquista più beni e servizi di quanti ne esporta.
SF>0 oppure <0
I saldi finanziari delle unità economiche:
S > I oppure S < I. S – I = SF saldo finanziario in genere diverso da zero.
Non tutto il reddito viene consumato o è sufficiente: la quantità di risparmio può
essere rispettivamente in eccesso e insufficiente rispetto alle decisioni di
investimento. La differenza fra quanto risparmiato e quanto investito è il saldo
finanziario.
Le unità economiche con I > S sono le unità in deficit;
Le unità economiche con I < S sono le unità in surplus.
Il risparmio accumulato da un operatore durante un esercizio è una grandezza flusso
che va a modificare lo stock esistente di attività reali (AR), attività finanziarie (AF) e
di debiti finanziari (PF).
SF= S-I= ∆AF - ∆PF
-Alcune definizioni:
Ricchezza finanziaria: stock di attività finanziarie detenute (AF);
Ricchezza finanziaria netta: ricchezza finanziaria - passività finanziaria (AF-PF);
Ricchezza reale: stock di attività reali in essere (AR);
Ricchezza totale lorda: insieme delle attività finanziarie e reali detenute (AF + AR),
tende a coincidere totale attivo dello stato patrimoniale;
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Ricchezza totale netta: ricchezza finanziaria netta + ricchezza reale tende a
coincidere con il valore del patrimonio netto.
-I saldi finanziari settoriali:
È possibile aggregare i potenziali attori dello scambio in alcuni settori istituzionali
come ad esempio famiglie imprese non finanziarie.
Ciascun settore istituzionale compie scelte che si riflettono in sequenza sul risparmio,
investimento, saldo finanziario e domanda/offerta di risorse finanziarie.
I settori dell'economia sono:
Famiglie: S > I quindi SF > 0 Settore in avanzo. La quota di reddito non consumata
(S) è maggiore degli investimenti (I);
Imprese: S < I quindi SF < 0 Settore in disavanzo. Gli utili (S) non sono sufficienti
a finanziare gli investimenti (I);
P.A: S > o < 0 quindi SF < 0 Settore in disavanzo. Generalmente il saldo finanziario
negativo in quanto l'avanzo corrente (S) non riesce a coprire la spesa per investimenti
(I);
Estero: SF > o < 0 quindi Settore in avanzo/disavanzo. Il saldo finanziario è
misurato dal saldo della BilPag: partite correnti (Esp-Imp) sommate ai movimenti di
capitale.
Gli Strumenti Finanziari: I titoli di debito
-Introduzione:
Gli strumenti finanziari sono contratti che consentono di soddisfare le esigenze di
scambio delle risorse monetaria nel tempo e nello spazio e le esigenze legate alla
gestione dei rischi. Prevedono tipicamente un lag temporale tra la prestazione
(monetaria) effettuata dai due contenti: tale sfasamento fa sì che gli strumenti
finanziari siano iscritti nell’attivo dell'investitore e nel passivo dell' emittente.
Sui circuiti diretti sono negoziati i cosiddetti primary securities (azioni, quote di
OICR, obbligazioni, ecc.)
Sui circuiti indiretti sono negoziati i secondary securities ( depositi bancari,
prestiti, ecc. ).
-Classificazione:
Gli strumenti finanziari possono essere classificati sulla base di molteplici criteri, di
natura economica, giuridica e contabile. Un criterio particolarmente efficace e quello
che discrimina gli strumenti sulla base della natura dei diritti incorporati:
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Strumenti di indebitamento: prestiti bancari, reddito fisso, reddito variabile;
Strumenti di partecipazione: azioni, quote OICR;
Strumenti assicurativi: ramo vita, ramo danni;
Strumenti derivati: negoziati su mercati regolamentati, negoziati su OTC;
Strumenti composti: financial assets, real assets.
- I titoli di debito:
I titoli di debito sono strumenti finanziari emessi da soggetti in deficit finanziario e
sottoscritti da soggetti in surplus finanziario.
I titoli di debito sono titoli di massa che costituiscono frazioni uguali di un prestito
unitario, perfettamente fungibili tra loro.
Il soggetto in surplus, acquistando un titolo di debito, diviene creditore dell'emittente
per l'importo nominale indicato sul titolo, maggiorato degli interessi che maturano dal
momento di acquisto del titolo fino alla sua scadenza.
I titoli di debito possono essere variamente raggruppati:
Reddito fisso/ variabile: nei titoli a reddito fisso al momento dell'emissione sono
note tutte le caratteristiche relative al profilo di rischio e rendimento ( scadenziario
finanziario ovvero durata del titolo, flussi di cassa = rimborso di capitale +
remunerazione). Non è necessario conoscere l'esatto importo dei flussi di cassa ma
quando si manifesteranno e come verranno quantificati. Nei titoli a reddito variabile il
profilo dello scadenziario finanziarie non è noto;
Titoli di Stato/ obbligazioni societarie, bancarie e emesse da enti pubblici: a
seconda dell'emittente abbiamo corporate bond o Government Bond;
Con cedola/senza cedola (coupon e zero coupon bond): i titoli con cedola
presentano, oltre al valore di rimborso e ai flussi di cassa intermedi, anche le cedole
.Nei titoli zero coupon abbiamo un unico flusso di cassa dato dal valore di rimborso.
Poiché non vi sono le cedole il rendimento non è pari a zero perché sono emessi sotto
la pari, quindi in caso di zero coupon, il valore di rimborso è più alto del prezzo di
emissione. Quindi non titolo zero coupon il rendimento è dato dallo scarto di
emissione. I titoli con cedola possono presentare uno scarto di emissione ma per
calcolare rendimento andrò a considerare sia le cedole sia lo scarto di emissione.
A tasso fisso/a tasso variabile: i titoli a tasso fisso a tasso variabile rientrano in
quelli a reddito fisso perché si conosce quando verranno pagate le cedole, quando
verrà rimborsato il capitale e come verranno quantificati i flussi di cassa.
Titoli con rating/senza rating: il rating può essere interno quando è assegnato dalle
banche ai propri debitori prima di erogare il finanziamento. Esterno over assegnato
dalle agenzie esterne. Il Redding misura la rischiosità dell'emittente, ovvero il rischio
che l'emittente non sia in grado di remunerare e rimborsare il capitale punto è
espresso su base alfanumerica ed è richiesto dall'emittente stesso;
Titoli con garanzia o senza garanzia.
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Elementi per la valutazione dei titoli di debito: esistono degli elementi per valutare i
titoli:
Il valore nominale: che è uguale al valore di rimborso ed è fondamentale che il
valore di rimborso coincida con il nominale;
Il tasso di interesse nominale e tasso cedolare: serve per calcolare il valore della
cedola;
La durata nominale del prestito: identifica l'orizzonte temporale che va dalla data
di emissione alla data di rimborso dell'ultima quota capitale, questo perché non tutto
il capitale viene rimborsato integralmente a scadenza ma la modalità di rimborso può
essere: bullet bond o amortizing bond;
Il valore di emissione: alla pari, sotto la pari o sopra la pari: il valore di emissione
del titolo può essere diverso dal valore nominale. Sopra la pari se è > del valore
nominale; sotto la pari se è < del valore nominale; alla pari se è = al valore nominale.
Il prezzo di emissione è dato dall'incontro tra domanda ed offerta virgola quindi in
base alla richiesta del mercato.
La presenza di meccanismi di indicizzazione: nei titoli a tasso variabile sia le
cedole che il valore di rimborso possono essere indicizzati. L'indicizzazione può
essere di natura finanziaria ad esempio Euribor o di natura reale ovvero ancorata di
infrazione;
L'eventuale rating: investment grade o speculative grade. Che misura la probabilità
di default del titolo;
La garanzia: senza collateral o con collateral (immobili o crediti).
-I titoli di Stato:
L'emissione avviene per soddisfare l'esigenza di finanziare il debito pubblico e
avviene con il collocamento tramite aste marginali e competitive, alle quali possono
partecipare solo intermediari autorizzati. Le aste competitive dove le domande
pervenute vengono valutate dal prezzo più alto fino al prezzo più basso, le aste
marginali tutti pagano lo stesso prezzo detto marginale ed è determinato dal prezzo
offerto dall'ultimo intermediario che si è aggiudicato il titolo. Per la vendita sui
mercati secondari abbiamo il MOT mercato obbligazionario telematico e sul MTS
mercato telematico dei titoli di Stato. Distinguiamo 5 tipologie di titoli di Stato:
I BOT: privi di cedola, durata 3,6, 12 mesi . Sono emessi sotto la pari, il
collocamento si effettua due volte al mese con asta competitiva. Strumento che può
essere preferito da investitori avversi al rischio con un tempo di investimento breve.
I CTZ: privi di cedola, durata 24 mesi punto il collocamento viene fatto nelle aste di
fine mese dei BOT. L'investitore che acquista Ctz ha una bassa propensione al
rischio, ma ha un orizzonte temporale di medio termine.
I CCT: cedole variabili semestrali, indicizzate al rendimento dei Bot a 6 mesi; a
questo valore è aggiunto uno spread dello 0,15% che premia il rischio dovuto alla
durata maggiore dell'investimento. Durata 7 anni.
I BTP: titoli a medio e lungo termine con una durata pari a 3,5, 10, 15, 30. Cedole
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semestrali ad un tasso cedolare fisso. Sono messi mediante asta marginale
quindicinale. Quelli di 15:30 anni sono offerti nell'asta di metà mese. Titoli adatti ad
investitori avversi al rischio e con un ampio orizzonte temporale.
BTPI: titoli di debito con cedole indicizzate allo IAPC. Durata 5, 10 e 30 anni.
- Disciplina titoli obbligazionari:
L'emissione del prestito obbligazionario ordinario viene deliberato dal CDA, a meno
che lo statuto non disponga diversamente. Nel caso degli enti pubblici la delibera
spetta alla Giunta regionale, provinciale e al consiglio comunale.
- Limiti all'emissione di obbligazioni societarie:
Le società quotate sui mercati regolamentati non devono rispettare alcun limite
quantitativo.
Mentre quelle a responsabilità limitata possono emettere obbligazioni purché l'atto
costitutivo preveda, e a condizione che titoli emessi siano sottoscritti da investitori
professionali soggetti a vigilanza prudenziale.
Le società non quotate (SPA E SAPA)) per un importo massimo a due volte la
somma del capitale sociale sottoscritto, la riserva legale e le riserve disponibili punto
questo limite può essere superato se le obbligazioni emesse in eccedenza sono
sottoscritte da investitori professionali oppure sono garantite da immobili di proprietà
sociale.
Se dopo l'emissione il limite viene superato per effetto Gima riduzione del capitale
sociale, l'impresa non può distribuire utili fino a che non ripristina il parametro
legislativo.
Inoltre, l'emissione di un prestito obbligazionario sottoposto alla comunicazione alla
banca d'Italia che ha la possibilità di vietare o differire l'esecuzione entro 20 giorni
dalla comunicazione qualora:
1) L'importo delle emissioni risulti incompatibili con le dimensioni e le condizioni
del mercato;
2) I valori immobiliari offerti non siano conformi alla regolamentazione vigente o a
criteri di comprensibilità;
3) Con riferimento ai titoli esteri, non vi è la possibilità di accertare l'esistenza del
paese di origine di una disciplina analoga a quella dell'ordinamento italiano.
La Banca d'Italia non valuta la rischiosità del prestito bensì garantisce l'ordinato
funzionamento del mercato.
- Disciplina emissione obbligazioni bancarie:
Taglio minimo non inferiore a €10000 a meno che l'emissione è pari o superiore a
150 milioni di euro e quindi la banca un patrimonio di vigilanza almeno pari a 25
milioni di euro i bilanci degli ultimi tre esercizi in utile e l'ultimo bilancio certificato
allora è consentito un taglio minimo di €1000.
Alle banche si applicano le norme previste dal Testo Unico finanziario per l'appello
13
al pubblico risparmio, che prevedono l'obbligo di redigere un prospetto informativo
in caso di emissione di prestiti obbligazionari punto mi sono alcune eccezioni.
I prestiti obbligazionari emessi dagli enti pubblici devono essere destinati
esclusivamente al finanziamento degli investimenti.
L'entità del prestito deve essere pari all'ammontare del valore del progetto cui fa
riferimento.
la durata del prestito è non inferiore a 5 anni
Il collocamento deve avvenire alla pari con con cedole a tasso fisso o variabile.
- Tipologie di prestiti obbligazionari:
- Obbligazioni ordinarie: Le obbligazioni ordinarie dette anche plain vanilla
incorporano il solo diritto di credito (diritto alla remunerazione e rimborso del
capitale).
Tutte le caratteristiche relative al profilo di rischio e rendimento sono definite al
momento dell'emissione. Imprese enti locali emettono obbligazioni ordinarie per
raccogliere risorse finanziarie ad un tasso più basso rispetto ad un prestito bancario
con caratteristiche analoghe.
le banche invece emettono obbligazioni per disporre di una raccolta più stabile e
minimizzare il rischio di liquidità.
- Obbligazioni convertibili: Conferiscono due diritti ovvero il diritto di credito e il
diritto di conversione, in base al quale il datore di fondi modifica il suo status da
creditore a socio, in quanto può convertire tutto in parte il proprio credito in azioni
della società emittente quindi conversione in diretta o di una società diversa. La
convenienza della conversione dipende dal rapporto di conversione ovvero quante
porzioni si possono ottenere in cambio di ciascun obbligazione, questo è fissato al
momento dell'emissione e dal prezzo delle azioni ottenute dalla conversione di
obbligazioni (azioni di compendio). La facoltà di conversione ha un costo implicito
corrispondente al minor interesse riconosciuto rispetto alle obbligazioni ordinarie di
stessa durata e rating.
- Obbligazioni cum warrant: Nell'obbligazione abbiamo due strumenti ovvero
l'obbligazione plain vanilla che incorpora il diritto di credito e il warrant che
incorpora il diritto di acquisto opzione al prezzo e ha una data prestabiliti. Il barrante
tipicamente separato dal obbligazione e quindi può circolare autonomamente.
-obbligazioni subordinate (junior): Sono una speciale categoria di obbligazioni il
cui rimborso, nel caso di problemi finanziari per l'emittente, viene successivamente a
quello dei creditori ordinari. Sono emesse dalle imprese perché rappresentano spesso
un'alternativa al più costoso collocamento di azioni.
- Obbligazioni correlate (tracking bond): Sono obbligazioni la cui remunerazione
rimborso del capitale può essere ancorata ai risultati conseguiti dall'emittente in un
settore specifico ovvero secondo le logiche remunerative analoghe a quelle dei titoli
azionari.
- Obbligazioni strutturate: Sono ottenute dalla combinazione di più strumenti
finanziari (di solito obbligazione plain vanilla + derivato) per soddisfare le diverse
esigenze. Garantiscono alla scadenza la totalità del capitale investito è un potenziale
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guadagno supplementare dato da una scommessa su un sottostante. Il rendimento
dell'obbligazione viene utilizzato per finanziare l'acquisto di un opzione. I principali
emittenti sono le banche.
- Reverse convertible: Il diritto di conversione capo al sottoscrittore, in questo caso
ricade sull'emittente il quale decide se alla scadenza:
a) consegnare una quantità di titoli azionari precedentemente individuati se loro
prezzo scende sotto il prezzo base.
b) il rimborso al valore nominale del titolo se il prezzo rimane stabile o aumenta.
La facoltà concessa all'emittente implica per il sottoscrittore un guadagno
corrispondente alla maggior cedola. Dal punto di vista dell'emittente questo si attende
un ribasso dei corsi azionari mentre il sottoscrittore si attende un rialzo in modo da
vedersi rimborsato il valore nominale e nel frattempo incassare cedole più alte.
- Reverse floater: La caratteristica principale risiede nel indicizzazione inversa delle
cedole, cioè cedole iniziali più alte:
- Step-up e step-down: cedola costante per un certo numero di anni poi subisce un
incremento (clausola step-up) o una risuzione predefinita (clausola step-down).
- Obbligazioni index-equity: Il rendimento in funzione delle variazioni di un indice.
- Obbligazioni drop lock: sono obbligazioni a tasso variabile con una speciale
clausola che tutelano l'obbligazionista nel caso i tassi di interesse scendono sotto un
valore prestabilito (trigger rate). In questo caso l'obbligazione diventa a tasso fisso.
- Collable bond: prevedono l'esercizio della facoltà del rimborso anticipato a favore
dell'emittente.
- Puttable bond: prevedono l'esercizio della facoltà del rimborso anticipato a favore
dell'investitore.
-obbligazioni garantite:
ABS: sono obbligazioni emesse dagli SPV nell'ambito delle operazioni di
cartolarizzazione: La cartolarizzazione è un'operazione che consente ad un soggetto
di liquidare proviate cioè è un'operazione che consente di convertire in moneta delle
attività in liquide. Questa operazione coinvolge diversi soggetti. In partenza vi è un
soggetto impresa o banca che ha delle esigenze di liquidità. Questo soggetto
identifica all'interno del proprio bilancio un portafoglio di asset di impiego di attività
idonee a generare cash flow quindi di solito si tratta di crediti. La banca o l'impresa
prende questo portafoglio di crediti e lo cede ad un altro soggetto b chiamato SPV. La
SPV è una società che viene creata appositamente per acquistare questo portafoglio
oppure potrebbe essere un'entità già costituita il cui obiettivo unico è quello di
acquistare crediti nell'ambito della cartolarizzazione. La SPV di solito è scarsamente
capitalizzata allora si finanzia attraverso l'emissione di bond cioè le ABS e ottiene i
soldi necessari a comprare i crediti. Questo soggetto sarà in grado di remunerare gli
investitori titolari degli ABS perché i crediti produrranno cash flow periodici e
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dovrebbero essere sufficienti a remunerare il rimborso del capitale. Naturalmente se
questi crediti sono spazzatura il meccanismo si inceppa perché gli obbligazionisti non
riusciranno ad ottenere il rimborso e la remunerazione. Uno dei motivi principali per
cui vengono effettuate le operazioni di cartolarizzazione e per rispettare il
coefficiente patrimoniale imposto dalle autorità di vigilanza.
Covered Bond: sono simili agli ABS, con la differenza che le attività che
garantiscono i bond non sono trasferite a una società veicolo ma rimangono nel
bilancio della banca emittente.
Gli strumenti finanziari: Titoli azionari e quote di OICR
- I titoli azionari
I titoli azionari rappresentano quote di partecipazione nella società, sottoscrivendo i
quali l'investitore acquisisce lo status di socio dell'emittente e di conseguenza ne
condivide i rischi relativi al indeterminatezza del rendimento e della restituzione
dell'investimento.
I titoli azionari presentano 3 tipologie di diritti incorporati:
Economici: diritto al dividendo se esistono utili e la distribuzione è decisa
dall'assemblea, diritto alla liquidazione se residuano mezzi patrimoniali una volta
aver risanato i debiti;
Di partecipazione: che consentono al titolare , al possessore del titolo azionario di
partecipare alla vita sociale dell'impresa quindi il diritto al voto, diritto di
convocazione dell'assemblea etc.... questi possono essere collettivi esercitati se e solo
se, si detiene una partecipazione che superiore ad una certa somma o individuale
dove per ogni azione posseduta corrisponde un diritto;
Di controllo e amministrativi: tra cui spicca il diritto di opzione: che sarebbe il
diritto di sottoscrivere le azioni di nuova emissione quando una società effettua un
aumento di capitale sociale. Ciò significa che in primo luogo queste azioni devono
essere offerte agli azionisti; questo diritto ha una duplice ratio (di natura economica
perché il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni è inferiore al valore di mercato
se la società quotata e quando aumenta il capitale sociale prezzo delle azioni
diminuisce e di natura amministrativa per evitare che gli azionisti di controllo a
seguito dell'aumento del capitale sociale possono perdere il controllo della propria
quota).Diritto di recesso: l'azionista nei casi tassativamente elencati dal legislatore
può chiedere alla società emittente di liquidare il valore dell'azienda esempio
modifica dell'oggetto sociale.
Esiste per i titoli azionari un rapporto di trade-off tra diritti economici e diritti di
partecipazione (in particolare diritto di voto). Questo perché la ricerca di qualche
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forma di certezza in termini di dividendo minimo o di prelazione in sede di
liquidazione implica solitamente una rinuncia parziale o totale al diritto di voto.
- Tipologie di azioni:
Azioni ordinarie: i principali diritti attribuiti delle azioni ordinarie sono: il diritto di
voto, il diritto di ottenimento di una quota di utile proporzionale alla quota capitale
posseduta, diritto di rimborso del capitale in caso di liquidazione, diritto di opzione in
caso di aumento di capitale;
Le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro possessori uguali
diritti.
Si possono creare, con lo statuto, categorie di azioni fornite di diritti diversi (azioni
speciali) anche per quanto concerne l'incidenza delle perdite (postergazione). In tal
caso la società, nei limiti imposti dalla legge, può liberamente determinare il
contenuto delle azioni delle varie categorie. Tutte le azioni appartenenti alla
medesima categoria conferiscono uguali diritti:
Azioni privilegiate: conferiscono un diritto di prelazione nel riparto degli utili e nel
rimborso del capitale in caso di scioglimento della società, il dividendo può assumere
carattere cumulativo ma i possessori subiscono una limitazione del diritto di voto
potendo esercitare soltanto nelle assemblee straordinarie. Non possono essere messe,
congiuntamente con le azioni di risparmio, per un importo superiore al 50% del
capitale sociale;
Azioni di risparmio: sono azioni senza diritto di voto ma che incorporano una serie
di privilegi patrimoniali, infatti, è prevista un'assemblea speciale per i portatori di
queste azioni che elegge i rappresentanti unico il quale può presenziare naturalmente
senza diritto di voto alle assemblee dei soci ed eventualmente esercitare il diritto di
impugnazione. Il contenuto, limiti ed i termini di applicazione dei vari privilegi sono
determinati dallo statuto della società.
Azioni postergate: sono azioni che partecipano alle perdite solo dopo che sia stato
intaccato il valore delle altre categorie di azioni. È uno strumento indispensabile per
il finanziamento delle imprese nell'ambito di processi di ristrutturazione. La
postergazione può essere anche parziale ovvero la perdita graverà sulla parte del
capitale rappresentato dalle azioni di categoria diversa da quelle postergate solo fino
ad un determinato ammontare;
Azioni correlate: sono azioni che attribuiscono il diritto agli utili derivanti dai
risultati di un settore dell'attività o di un ramo che devono emergere dalla
rendicontazione. Le azioni correlate non possono pagare dividendi se non nei limiti
degli utili risultanti dal bilancio della società.
- I fondi comuni d'investimento
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I fondi comuni di investimento sono patrimoni autonomi gestiti a monte, suddivisi in
quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti che hanno diritto di chiedere
rimborso delle quote secondo le modalità previste dallo schema di funzionamento del
Fondo.
Fondi comuni di investimento sono il principale strumento di gestione del risparmio,
raccolgono denaro presso il pubblico e lo investono in attività mobiliari e immobiliari
presenti sul mercato. Consentono agli investitori retail di usufruire dei benefici della
diversificazione.
- Struttura organizzativa:
La struttura organizzativa dei fondi poggia su diversi soggetti:
a) SGR: promuove organizza istituisce i fondi comuni di investimento e si occupa
della gestione del patrimonio dei fondi comuni di investimento di propria o di altra
Costituzione;
b) Banca depositaria: esercita funzioni di custodia dei titoli e di controllo
sull'attività svolta dalla SGR;
c) partecipanti: i sottoscrittori comprano le quote che formano un patrimonio
autonomo;
d) intermediari collocatori: si occupano del collocamento delle quote di
partecipazione al fondo.
- Classificazione:
In base al regolamento del Ministero delle Finanze:
1. Fondo aperto (gestione attiva);
2. Fondo chiuso (fondo immobiliare un fondo di private equity);
3. Fondo speculativo (hedge fund).
In base Assogestioni:
Fondi azionari, fondi bilanciati, fondi obbligazionari, fondi di liquidità, fondi
flessibili.
Fondo aperto: il fondo aperto è la forma più comune è presente sul mercato. Il suo
capitale può variare in relazione agli acquisti e le vendite realizzate sul mercato ad
opera dei gestori del fondo e all'andamento del saldo netto tra nuova raccolta e riscatti
richiesti dai partecipanti;
Fondo chiuso: nel fondo chiuso l'ammontare del capitale da sottoscrivere il numero
di quote è stabilito al momento della costituzione ed il diritto al rimborso dei
partecipanti è dato solo a scadenze prefissate;
Fondo speculativo: hanno l'obiettivo di produrre rendimenti elevati tramite
investimenti singolarmente ad alto rischio finanziario. Sono contraddistinti dal
numero ristretto dei soci partecipanti e dall'elevato investimento minimo richiesto.
I FCI possono essere suddivisi in varie categorie a seconda della percentuale minima
e massima di investimento azionario infatti i fondi di liquidità non possono investire
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in azioni, i fondi obbligazionari non possono investire in azioni con l'eccezione dei
fondi obbligazionari misti che possono investire fino al 20% del portafoglio in azioni,
i fondi bilanciati che investono dal 10 al 90% del portafoglio i fondi azionari
investono almeno il 70% del portafoglio in azioni ei fondi flessibili che non hanno
vincoli di asset allocation azionaria.
Regolamento del fondo: la Banca d'Italia approva il regolamento del fondo le sue
variazioni valutando nella completezza e la compatibilità con i criteri stabiliti dalla
legge:
Il regolamento del fondo è composto da tre parti:
1) scheda identificativa (identificazione del fondo, società promotrice, banca
depositaria);
2) caratteristiche del prodotto (scopo, oggetto, politiche di investimento, regime di
proventi e spese)
3) modalità di funzionamento (regole di funzionamento del fondo).
Criteri di redazione del regolamento del fondo:
1. Chiarezza (comprensione delle caratteristiche del fondo delle condizioni
contrattuali);
2. Completezza (il regolamento disciplina in modo completo il rapporto contrattuale);
3. Sintesi (sinteticità del documento)
4. Coerenza degli elementi che compongono il fondo: scopo, oggetto, natura degli
investimenti, investitori a cui è rivolto il fondo.
- ETF (Exchange Traded Funds)
Gli ETF rappresentano una particolare tipologia di FCI negoziati sul segmento
ETFplus di Borsa Italiana. il patrimonio è separato dalla società emittente investito e
strumenti quotati. Si distinguono in ETF passivi e attivi a seconda se hanno l'obiettivo
di replicare (i primi) o battere (i secondi) la performance di un indice di mercato
preso a riferimento (benchmark) il quale, generalmente, costituisce parte della
denominazione dello stesso ETF.
Rispetto ai fondi gli ETF sono più liquidi sporchi possono essere negoziati in borsa in
qualsiasi momento del giorno mentre le quote di un fondo comune d'investimento
solo una volta al giorno. Gli ETF hanno minori spese di gestione perché sono fondi
passivi. Non presentano commissioni di ingresso e di uscita come i fondi comuni di
investimento.
- Le Sicav
Sono società per azioni a capitale variabile con sede legale e direzione generale in
Italia, avente ad oggetto esclusivo di investimento collettivo del patrimonio raccolto
attraverso un'offerta al pubblico delle proprie azioni. L'autorizzazione è concessa
dalla Banca d'Italia, con parere della Consob; gli investitori sono azionisti della
società e quindi, attraverso l'esercizio del diritto di voto, possono intervenire sulla sua
politica degli investimenti; la Sicav può gestire direttamente il proprio patrimonio
delegarne la gestione ad una società di gestione del risparmio.
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Gli strumenti derivati
- La valutazione dei derivati: aspetti generali
Il valore di un derivato dipende dal valore dell’attività sottostante (underlying
security) che può essere un’attività reale o finanziaria;
I derivati sono contratti a termine: prevedono un led temporale tra la
sottoscrizione ed il regolamento;
Le operazioni sui derivati possono essere soggette a margini, ovvero si versa una
percentuale (margine) rispetto al controvalore del contratto;
I derivati consentono di scommettere sia sul rialzo che sul ribasso dei prezzi delle
attività sottostanti.
Utilizzo della leva finanziaria: è possibile controllare un certo valore nominale
versando solo una frazione dello stesso alla stipula. È un elemento fondamentale
perché prevede che si possa sfruttare l’effetto leva, ovvero è possibile controllare
le posizioni su un certo valore nominale, versando solo una frazione dello stesso,
alla stipula del contratto. Il fatto che il regolamento avvenga alla scadenza e che io
debba impegnarmi oggi, semplicemente versando un margine del controvalore del
contratto, mi dà la possibilità di prendere posizione su un valore del sottostante
che è > rispetto al mio capitale;
- Criteri di classificazione di derivati
Esistono diverse tipologie di derivati. Essi possono essere classificati sotto vari profili:
1. Rispetto al tipo di vincolo contrattuale:
Distinzione tra strumenti derivati simmetrici e strumenti derivati
asimmetrici: simmetrici vuol dire che sono vincolanti per entrambe le parti; io
non posso rifiutare di effettuare la prestazione, se io mi impegno a comprare tu
ti impegni a vendere. Vincolanti per una sola delle parti (asimmetrici).
I contratti simmetrici sono: i FUTURE e gli SWAP; quelli asimmetrici sono
le OPTION.
2. Rispetto al mercato:
Mercati organizzati (exchange traded);
OTC (over the counter) attraverso operatori specializzati o accordi diretti
fra la parti.
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I future solo sui mercati organizzati e quindi in borsa,i forward solo sui mercati
OTC, insieme agli SWAP e poi le option si possono trovare sia sui mercati
OTC, che negoziate in borsa.
- Finalita’ di impiego degli strumenti derivati
Nascono con finalità di egging (copertura) dando la possibilità agli
operatori economici di coprirsi dai rischi finanziari;
I derivati sono un ottimo strumento speculativo, perchè consentono di
sfruttare l’effetto leva e anche di speculare sul ribasso dei prezzi;
L’ultima finalità è quella di arbitraggio cioè il fatto che ci sia un mercato a
pronti e che ci sia un mercato a termine fa sì che ci possano essere su un dato
mercato un disallineamento dei prezzi per cui io riesco ad ottenere un profitto
senza impiegare capitale mio e senza assumere rischio.
- I forward
Sono contratti di compravendita a termine negoziati sui mercati OTC: le
controparti fissano alla stipula il prezzo e la data futura di regolamento. La parte
lunga (colui che acquista) si impegna a versare il prezzo stabilito (strike price), la
parte corta (colui che vende) si impegna a consegnare il sottostante. Le due
controparti sono entrambe obbligate a dar luogo al futuro scambio, che sarà
effettuato necessariamente al tempo futuro tk e al prezzo fissato al tempo t0 (strike
price);
I forward possono avere ad oggetto attività reali (materie prime, come grano, mais,
caffè, soia, petrolio), attività finanziarie (titoli azionari, obbligazionari, valute)
Il regolamento del contratto forward può avvenire in due modi:
Attraverso la consegna del sottostante vs pagamento del prezzo (physical
delivery);
Attraverso la modalità cash settlement: la parte che ha conseguito un profitto
riceve dalla controparte (in perdita) un pagamento monetario calcolato sulla base
della differenza tra lo strike price ed il prezzo di mercato dell’attività sottostante
alla scadenza del contratto.
21
Perché i forward possono essere utilizzati con finalità di copertura?
Nel caso di forward con consegna del sottostante (physical delivery) l’effetto
copertura è facilmente intuibile. La parte long pagherà alla consegna il prezzo
pattuito, mentre la parte short consegnerà il quantitativo di sottostante.
Nel caso di forward con regolamento per differenziale (cash settlement) bisogna
ragionare su più livelli e considerare congiuntamente:
Il profitto/perdita derivante dalla posizione assunta con il forward;
Il costo (ricavo) che l’operatore avrebbe sostenuto (ottenuto) se avesse
comprato (venduto) l’attività sottostante alla data di stipulazione del forward;
Il costo (ricavo) che l’operatore sostiene (ottiene) comprando (vendendo)
l’attività alla scadenza sul mercato a pronti
Perché i forward possono essere utilizzati con finalità speculative?
Il forward consente di speculare sia sul rialzo che sul ribasso dei prezzi delle
attività reali e finanziarie:
Non essendo previsto un impiego iniziale di capitale, ma solo l’eventuale
versamento di un margine iniziale e il riconoscimento alla scadenza del profitto
alla controparte (se dovuto), il forward consente di sfruttare l’effetto leva.
- I future
I future sono forward standardizzati: gli impegni delle controparti sono gli
stessi del forward (pagamento del prezzo stabilito per l’acquirente, consegna
del sottostante per il venditore), ma tutte le caratteristiche del contratto tranne il
prezzo (frutto dell’incontro tra domanda e offerta) sono standardizzate. Ne
deriva che i contratti future sono fungibili.
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Se si desidera acquistare o vendere un contratto future occorre aprire un conto
presso la Clearing House o presso un intermediario che ha un conto presso la
stessa. L’acquirente che entra in un contratto future deve versare un margine
iniziale di garanzia.
Ogni giorno le posizioni aperte vengono “riprezzate” con il meccanismo del
making to market: la posizione aperta in acquisto o in vendita viene ricalcolata
sulla base del prezzo corrente. Ciò determinerà addebiti e accrediti a seconda
della posizione aperta.
Il vantaggio sta nel fatto che alcuni future sono tra loro fungibili
Se io volessi prima della scadenza chiudere la posizione cioè ad esempio ho assunto
una posizione long il 15 marzo 2013, il contratto scade il 15 giugno 2013, ma il 30
marzo voglio chiudere la posizione. Io lo posso fare facilmente assumendo su un altro
contratto identico la posizione non di long ma di short
Invece se io volessi chiudere la posizione di un forward che presenta caratteristiche
non standardizzate io dovrei trovare un operatore terzo che sarà disposto a stipulare
un contratto identico assumendo lui una posizione long e io la posizione short, questo
è difficilmente fattibile perché il mercato non è regolamentato e ciò vuol dire anche
che sul mercato ci sono pochi operatori .
Per operare sui future io devo necessariamente rivolgermi ad un intermediario
finanziario che sia accreditato presso la clearing house oppure devo essere un
intermediario finanziario accreditato presso la clearing house che mi chiede subito di
versare un margine iniziale che poi non si aspetta la scadenza del contratto per vedere
chi ha guadagnato e chi ha perso in realtà ogni giorno le posizioni vengono
riprezzate,dove le plusvalenze vengono accreditate sul conto di chi sta guadagnando
le perdite vengono addebitate sul conto di chi sta perdendo,se l’andamento dei profitti
e delle perdite è tale per cui arrivato ad un certo punto in cui il margine iniziale viene
eroso e si scende sotto ad un livello che è indicato dalla clearing house chiede
all’operatore di reintegrare il margine se non lo fa la posizione viene chiusa. Nei
future noi non abbiamo il rischio di regolamento, non esiste perché la clearing house
da una parte è un entità abbastanza capitalizzata cioè ha abbastanza capitale proprio
per far fronte a delle perdite dall’altra parte invece cerca di seguire una logica per cui
nel momento in cui assume un certo tipo di posizione e un certo quantitativo
sottostante cerca dall’altra parte di compensarlo con posizione di segno opposto.
Certo è difficilissimo bilanciarli completamente però bisogna minimizzare il rischio,
23
quindi in questa tabella sono sintetizzate alcune differenze tra forward e future:
- Le option
Le option, sono uno strumento derivato asimmetrico, attribuiscono
all’acquirente (buyer) la facoltà di acquistare (call) o vendere (put) ad una certa
data (opzione europea) o durante un certo periodo (opzione americana) un
certo sottostante a un prezzo predeterminato (strike price). Colui che vende
l’opzione (writer), invece, è obbligato ad adempiere quando il buyer decide di
esercitare la sua facoltà.
Indipendentemente dall’esercizio futuro della facoltà, il buyer è tenuto a
versare un premio.
Nel caso dell’opzione call, il buyer avrà convenienza ad esercitare la facoltà di
acquisto quando il prezzo del sottostante supererà il prezzo d’esercizio. Nel
caso dell’opzione put, la convenienza si avrà nel momento in cui il prezzo del
sottostante è sotto il prezzo di esercizio.
- I derivati sui tassi di interesse
Nell’I terest rate swap IRS , ad og i s ade za le parti si s a ia o flussi d’i teressi
calcolati sulla base di un capitale di riferimento come differenza tra il flusso a tasso
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fisso della parte che paga il fisso (fixed rate payer) e il flusso a tasso variabile della
parte che paga il variabile (floating rate payer).
- I Credit Derivatives
Un credit derivative è uno strumento derivato negoziato sull’OTC che ha come
sottostante il merito creditizio di un determinato emittente misurato da un'agenzia di
rating o comunque definito sulla base di criteri oggettivi.
La struttura base prevede che il soggetto che intende proteggersi (protection buyer) si
impegni a versare un premio (unico o periodico) nei confronti di una controparte
(protection seller) la quale, a sua volta, si impegna ad effettuare un determinato
pagamento al verificarsi di un evento creditizio (default del debitore o semplice
variazione del suo merito creditizio). Esistono diverse tipologie:
Credit Default Swap (CDS): il protection buyer effettua pagamenti periodici a
tasso fisso, mentre il protection seller effettua un unico pagamento se si
verifica un credit event;
Total Return Swap (TRS): entrambe i contraenti effettuano pagamenti
periodici sul medesimo capitale nozionale. Il protection buyer versa i proventi
derivanti da un credito aperto, mentre il protection seller paga un tasso
predeterminato;
Credit default option (CDO): il protection buyer, assume il diritto al rimborso
delle perdite subite dal reference asset, qualora si verificarsi un evento di
credito precisamente definito in sede contrattuale.
La microstruttura dei mercati finanziari
-Aspetti introduttivi
La microstruttura di un mercato finanziario definisce «le modalità con le quali
all’interno di esso vengono negoziati gli strumenti finanziari».
Più nel dettaglio, con l’espressione microstruttura dei mercati si fa riferimento
«all’insieme delle regole, delle strutture organizzative e logistiche e dei meccanismi
25
operativi che definiscono le modalità attraverso le quali gli operatori si scambiano gli
strumenti finanziari».
Quando si vanno a definire le dimensioni della microstruttura (elementi
microstrutturali) è necessario effettuare una distinzione tra mercato primario e
secondario perché le logiche di funzionamento sono completamente diverse.
• Il mercato primario collega i soggetti in surplus e soggetti in deficit (emittenti e
sottoscrittori), i primi con esigenze di investimento, i secondi con esigenze di
finanziamento;
• Il mercato secondario ha per oggetto titoli già in circolazione, per cui la
domanda e l’offerta sono date da 2 tipi di investitori: da un lato, quelli che
desiderano acquistare i titoli per la ricomposizione del proprio portafoglio con
l’inserimento di nuovi titoli, dall’altro vendere per riaggiustare il proprio
portafoglio con la dismissione del titolo.
- I mercati primari: profili di microstruttura
Nell’ambito del mercato primario emittente e sottoscrittori hanno interessi
complementari ma anche conflittuali.
• L’emittente vuole assicurarsi il successo del collocamento (equilibrio tra
domanda e offerta di titoli);
• I sottoscrittori intendono accaparrarsi il quantitativo di titoli desiderato al
prezzo più basso possibile.
Il processo di collocamento dei titoli si basa, in generale, su 3 diversi meccanismi:
collocamento privato: l’emittente concorda con una ristretta cerchia di
investitori istituzionali tutte le caratteristiche dell’emissione (caratteristiche
tecniche, volume, prezzo, ecc.);
collocamento tramite offerta pubblica: l’emittente offre i titoli al pubblico
risparmio attraverso un consorzio di collocamento che si occupa di strutturare
l’operazione e collocare i titoli (con o senza garanzia di sottoscrizione o
acquisto a fermo);
collocamento tramite asta: l’emittente comunica solo caratteristiche tecniche
e quantità di strumenti da emettere, mentre il prezzo sarà la risultante della
competizione che si instaura tra i potenziali acquirenti (asta marginale e
competitiva).
- Il mercato primario dei titoli di Stato
In Italia, tutte le aste di collocamento dei titoli di Stato sono gestite dalla Banca
d'Italia. L'asta viene per via telematica. Ogni operatore, una volta aver ricevuto
l'autorizzazione a partecipare all'asta, può presentare massimo e non oltre 53
domande per ogni titolo offerto. Le domande rimangono segrete fino alla fase di
26
aggiudicazione virgola le fasi previste per tutte le tipologie di atti di collocamento dei
titoli di Stato sono:
1. Offerta di titoli da parte dell'emittente e comunicazione delle relative
informazioni sui titoli (pubblicazione su Gazzetta Ufficiale);
2. Raccolta domande formulate da investitori autorizzati;
3. Aggiudicazione titolo e determinazione del prezzo.
Quando la domanda eccede l'offerta, avviene il riparto tra le domande
aggiudicate per ultimo e che presentano il prezzo marginale.
Il ministero dell'Economia, in Italia, utilizza due differenti modalità di emissione
mediante: aste competitive e aste marginali.
Nelle aste competitive il prezzo di aggiudicazione del titolo corrisponde per ogni
operatore al prezzo indicato nell'ultima formulazione della domanda. Ogni operatore
ti presentare massimo 5 richieste di importo minimo di 1,5 milioni di euro. Ogni
domanda deve essere differenziata di almeno 1/100 di punto. Ogni richiesta rimane
aggiudicata al prezzo proposto.
L'asta marginale, prevede che tutti paghino lo stesso prezzo, detto marginale. L'asta
marginale prevede una richiesta minima di €500000. Ogni richiesta rimane
aggiudicata al prezzo proposto né l'ultima domanda giudicata anche qui il massimo di
richieste è pari a 5.
- Il mercato primario dei corporate bond e dei titoli azionari
In base alla numerosità e/o status degli investitori abbiamo:
• Public placement: Offerta di sottoscrizione di strumenti finanziari rivolta al
“pubblico indistinto”
– No limite numero sottoscrittori
– Risparmiatori-investitori prevalentemente retail
– Prospetto informative
Private placement: Status: investitore istituzionale
- Numero limitato
- Hanno competenze (banche, imprese di investimento, imprese di
assicurazione, OICR, SGR, fondi pensione)
- Collocamento tramite offerta pubblica
La società emittente rende note le proprie intenzioni a investment banks o altri
intermediari finanziari (ad es. SIM). Tra essi, sceglie un lead-manager che: organizza
l’operazione di emissione, definisce le caratteristiche, organizza una rete di
distribuzione (consorzio di collocamento): underwriters e sellers.
• Tipologie di sindacati di collocamento:
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Puro collocamento: L'emittente comunica agli investitori le caratteristiche del titolo
obbligazionario. L'emittente raccoglierà le domande degli investitori nel più breve
tempo possibile;
Collocamento e garanzia (rubinetto): L'emittente comunica gli investitori il prezzo
del titolo ma non la quantità; poi raccoglierà le domande agli investitori in un lasso di
tempo ampio;
Assunzione a fermo: L'azienda emittente contatta gli investitori, coadiuvati da un
consorzio di collocamento chi sono gli intermediari specializzati.
- I mercati secondari: profili di microstruttura
La microstruttura dei mercati secondari è definita da tre dimensioni:
1. La struttura logistica utilizzata mettere in contatto gli operatori abilitati alle
negoziazioni: fisica o telematica;
2. Le regole di svolgimento degli scambi: mercati regolamentati, mercati OTC
o sistemi multilaterali di negoziazione;
3. Sistema di esecuzione degli ordini e formazione del prezzo: mercati a
ricerca autonoma; mercati di broker, mercati dei dealer (o quote driven) e
mercati ad asta (o order driven)
- La struttura logistica
Nei mercati fisici la struttura logistica è un edificio nel quale gli operatori finanziari
si incontrano per scambiarsi strumenti finanziari.
Nei mercati telematici, la struttura logistica è un motore di trading telematico
(elaboratore centrale) al quale sono collegati una rete di terminali gestiti da
intermediari accreditati.
L’elaboratore raccoglie le proposte e svolge una duplice funzione:
• Esecutiva: provvede ad incrociare le proposte di acquisto e di vendita in modo
da perfezionare i contratti;
• Informativa: restituisce un flusso di informazioni (al pubblico, gratuitamente, o
a pagamento)
- Le regole di svolgimento degli scambi
28
Il funzionamento dei mercati regolamentati è disciplinato da un regolamento che
viene deliberato dalla SGMR e approvato dalla Consob se rispetta requisiti minimi
imposti dalla normativa comunitaria ed è in grado di garantire il corretto e
trasparente funzionamento del mercato.
Il regolamento definisce: modalità e orari di negoziazione, operatori che
accedono al sistema di negoziazione, le tipologie di strumenti ammessi, e ogni
altro elemento necessario a garantire il funzionamento del mercato.
Gli strumenti negoziati sono standardizzati così come le modalità di negoziazione
(elevata liquidità), gli emittenti e gli intermediari abilitati rispettano requisiti di
ammissione e di permanenza stringenti.
I sistemi multilaterali di negoziazione sono gestiti da banche, imprese di
investimento e SGMR, e funzionano in base ad un regolamento approvato dalla
Consob, ma non dovendo rispettare requisiti minimi imposti dalla normativa
comunitaria. Questo si riflette in regole meno stringenti per i soggetti coinvolti,
con tutti i pro e i contro che ne derivano.
Nei mercati OTC sia le modalità di negoziazione che l’oggetto della negoziazione
è caratterizzato da un elevato livello di personalizzazione. Tuttavia tali mercati
sono caratterizzati da un basso livello di liquidità, bassa trasparenza e elevato
rischio di controparte.
- Sistemi di esecuzione degli ordini e modalità di formazione del prezzo
Mercati a ricerca autonoma: nei quali il potenziale scambista deve ricercare
autonomamente la controparte. I costi di transazione sono elevati e si può determinare
una situazione in cui l’operatore che dà l’impulso allo scambio deve accontentarsi di
un prezzo piuttosto distante da quello desiderato;
Mercati dei broker: caratterizzati dalla presenza di intermediari specializzati nel
duplice servizio di ricerca della controparte e di esecuzione dello scambio per conto
del cliente. I broker agevolano gli scambi all’interno di un mercato ma senza garanzia
del buon fine dell’esecuzione dell’ordine. Questi, prestano un servizio di tipo
consulenziale, infatti il il broker ricerca la controparte e le condizioni ideali per
realizzare le operazioni richieste dei clienti. I broker non hanno un proprio
portafoglio ma agiscono solo per conto di terzi. Vengono remunerati su commissione.
Mercati dei dealer (o quote driven): sono caratterizzati dalla presenza di intermediari
che si pongono come controparte diretta dello scambio offrendo un servizio di
liquidità immediata al cliente.
• I dealer immettono proposte in acquisto ad un prezzo denaro (bid) ed in
vendita ad un prezzo lettera (ask), lucrando sul differenziale denaro lettera;
29
• Quando i dealer, si impegnano con l’emittente o con la società di gestione del
mercato, a inserire proposte in acquisto ed in vendita per un certo volume
giornaliero allora prendono il nome di market maker (specialist se si
focalizzano su singoli strumenti).
Diversamente dai broker, questi operano nel mercato non per conto di terzi, ma come
controparte diretta dello scambio, infatti dispongono di un portafoglio proprio di
attività. Esistono, infine, mercati che hanno caratteristiche simili ad entrambe le
tipologie di mercati che vengono chiamati ibridi.
Mercati ad asta (order driven): i potenziali scambisti fanno confluire sul mercato
gli ordini di acquisto e vendita, i quali vengono incrociati sulla base di priorità di
prezzo e di tempo. Esistono due principali tecniche con cui vengono canalizzati e
incrociati gli ordini contrapposti.
• l’asta a chiamata: un banditore elettronico raccoglie in un dato momento della
giornata tutte le richieste di acquisto e di vendita relative ai singoli titoli,
fissando poi, in base ad un determinato algoritmo, il prezzo di esecuzione degli
ordini;
• l’asta continua: gli ordini convergono continuativamente sul mercato dando
luogo al perfezionamento di una serie di scambi ognuno dei quali può essere
caratterizzato da un prezzo diverso.
- I mercati regolamentati gestiti da Borsa Italiana
I mercati regolamentati gestiti da Borsa italiana sono tutti telematici e del tipo order
driven con presenza, in alcuni casi, di specialist:
Si suddividono in 6 diversi comparti:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Mercato Telematico Azionario (MTA);
Mercato Obbligazionario Telematico (MTO);
Securitised Derivatives Exchange (SeDeX);
Exchanged Traded Funds (ETF) Plus;
Italian Derivatives Market (IDEM);
Mercato telematico degli Investment Vehicles (MIV).
- Il Mercato Telematico Azionario
E’ il comparto della Borsa in cui sono negoziate azioni, obbligazioni convertibili,
diritti di opzione e warrant emessi da imprese che presentano una capitalizzazione di
borsa superiore ai 40 mln di euro e con un flottante di almeno 25%. L’MTA si
suddivide in tre comparti:
1) Segmento STAR per le imprese con elevati requisiti;
30
2) MTA international dedicato alle azioni di emittenti esteri già negoziate su altri
mercati regolamentati europei;
3) Segmento standard, dove sono negoziati i titoli emessi dalle altre società
ammesse sul listino.
Il sistema di negoziazione utilizzato nell’MTA è suddiviso in tre fasi:
1) asta di apertura (dura dalle 8.00 alle 9.00), articolata in tre momenti:
1.1) fase di pre-asta: determinazione del prezzo teorico d’asta di apertura
1.2) fase di validazione: validazione del prezzo teorico d’asta di apertura
1.3) fase di apertura: conclusione dei contratti;
2) negoziazione continua (dura dalle 9.00 alle 17.25 circa);
3) asta di chiusura (dura dalle 17.25 alle 17.30), articolata in tre momenti:
3.1) fase di pre-asta: determinazione del prezzo teorico d’asta di chiusura
3.2) fase di validazione: validazione del prezzo teorico d’asta di chiusura
3.3) fase di chiusura: conclusione dei contratti.
1.1) Fase di pre-asta: determinazione del prezzo teorico d’asta di apertura:
Regola 1: Il prezzo teorico di apertura è quello che consente la negoziazione della
maggior quantità di titoli;
Regola 2: Il prezzo teorico di apertura risulta quello al quale è possibile negoziare la
quantità che produce la minor differenza tra il volume degli acquisti e il volume delle
vendite, qualora a prezzi diversi siano negoziabili pari quantità di titoli;
Regola 3: Il prezzo teorico di apertura risulta corrispondente al prezzo più vicino al
prezzo di riferimento dell’ultima seduta;
Regola 4: Il prezzo teorico di apertura corrisponde a quello maggiore fra i due prezzi
equidistanti.
2) Negoziazione continua
• Ciascun contratto viene concluso a un proprio prezzo
- Il Mercato Obbligazionario Telematico
Sul MOT sono negoziati titoli di stato italiani ed esteri, obbligazioni ordinarie emesse
da imprese finanziarie e non finanziarie e da enti pubblici e ABS.
Il MOT è suddiviso in due segmenti: DomesticMOT ed EuroMOT, con differenti
sistemi di liquidazione.
31
Il MOT prevede una struttura di mercato order driven. Per aumentare la liquidità del
mercato è inoltre prevista la presenza facoltativa di market maker.
Le negoziazioni avvengono inizialmente con modalità di asta (dalle 8:00 alle 9:00) e
successivamente, fino al termine della giornata, in modalità di negoziazione continua.
- Il SEDEX
E’ il comparto di Borsa Italiana dedicato alla negoziazione dei securitised derivatives,
titoli che sono emessi da soggetti con elevati requisiti patrimoniali e diversi
dall’emittente dell’attività sottostante.
Il SEDEX si divide in quattro segmenti:
a)
b)
c)
d)
CW plain vanilla;
CW strutturate/esotici;
investment certificates.
leverage certificates;
Sul SeDeX le negoziazioni avvengono in un’unica fase di negoziazione continua, che
va dalle ore 9:00 alle 17:25 e prevede la presenza di specialist.
- L’ETF Plus
E’ il comparto di Borsa Italiana dedicato alla negoziazione di strumenti che replicano
l’andamento di indici finanziari (ETF - Exchange traded funds) e di materie prime
(ETC – Exchange traded commodities).
La liquidità degli strumenti negoziati su ETFplus è assicurata dalla presenza di:
•
almeno uno specialista, che si assume obblighi sia in termini di quantità
minima da esporre in acquisto e in vendita, sia in termini di massimo
differenziale bid-ask;
• diversi liquidity provider, che espongono in conto proprio proposte di
negoziazione in acquisto e vendita.
Le negoziazioni di ETC ed ETN si svolgono in continua dalle 9.00 alle 17.25 e in
modalità asta a chiamata dalle 17.25 alle 17.30 per la definizione del prezzo di
chiusura.
- Il MIV
E’ il comparto di Borsa Italiana nel quale sono negoziate le quote dei veicoli di
investimento:
32
1) Fondi chiusi (mobiliari e immobiliari);
2) Investment companies, società che investono in partecipazioni di maggioranza
o minoranza di società quotate e non quotate;
3) Real estate investment companies: società che svolgono in via prevalente
attività di investimento e/o locazione in campo immobiliare;
4) SIV (Special Investment Vehicles): società che investono in attività
immobiliari o società non quotate senza un sufficiente livello di
diversificazione (ad esempio le Special Purpose Acquisition Companies);
Le negoziazioni si svolgono nel mercato MIV avvengono con le stesse modalità di
negoziazione e gli stessi orari dell’MTA. La presenza dello Specialist è prevista solo
per il segmento dei fondi chiusi.
- L’IDEM
E’ il comparto della Borsa in cui sono negoziati futures e options aventi come
sottostante azioni, indici azionari e merci. Si articola in tre segmenti:
a)IDEM equity (indici e alcune tipologie di azioni quotate);
b) IDEX in cui sono negoziati i futures dell’energia elettrica;
c) AGREX, nel quale sono negoziati i futures sul grano duro.
Sull’IDEM le transazioni avvengono secondo la modalità negoziazione continua
anche se per alcuni strumenti è prevista anche la fase dell’asta di apertura.
L’IDEM è un mercato order driven con presenza di market maker e dealer.
- L’efficienza dei mercati
L’efficienza allocativa fa riferimento alla capacità del mercato di:
indirizzare le risorse delle unità in surplus verso gli strumenti finanziari con il
miglior rapporto rischio-rendimento;
Soddisfare le esigenze di trasferimento dei rischi degli operatori.
L’efficienza tecnico-operativa fa riferimento alla funzionalità dei mercati
secondari e viene misurata sulla base dei seguenti parametri:
• ampiezza, riferita alla presenza nel mercato finanziario di ordini di acquisto e
vendita di importi elevati in corrispondenza dei diversi possibili livelli di prezzo;
• spessore, riferito alla presenza nel mercato finanziario di numerosi ordini sia di
acquisto sia di vendita a prezzi tra loro vicini;
• immediatezza, riferita al tempo necessario per realizzare le transazioni;
• elasticità, riferita alla capacità di attirare in modo rapido nuovi ordini nel caso in
cui forti squilibri tra domanda e offerta determinano una elevata oscillazione del
prezzo.
L’efficienza informativa riguarda la relazione che esiste tra prezzi delle attività
finanziarie e le informazioni.
33
Il concetto di efficienza informativa è stato per la prima volta elaborato da Eugene
Fama, nel 1970, che ha individuato tre diversi livelli di intensità di efficienza:
1. efficienza debole: i prezzi incorporano soltanto informazioni di tipo
storico;
2. efficienza semi-forte: i prezzi sintetizzano tutte le informazioni
pubbliche;
3. efficienza forte: i prezzi sono la risultante di tutte le informazioni
disponibili.
Attività Bancaria
Definizione giuridica di banca:
Art 10 T.U.B. comma 1 e 2: L’attività bancaria è riservata alle banche, ha
carattere d’impresa ed è costituita dalla raccolta di risparmio tra il pubblico e
dall’esercizio del credito.
La raccolta (Art 11 T.U.B.) del risparmio si configura come acquisizione di
fondi con obbligo di rimborso, sotto forma di depositi o sotto altra forma.
L’attività di impiego (o di esercizio del credito) consiste nel soddisfacimento
del fabbisogno finanziario delle imprese e delle famiglie, attraverso la
concessione di prestiti in diverse forme.
Art 10 T.U.B., comma 3: La banca può svolgere ogni altra attività finanziaria
ad eccezione di quelle coperte da riserva di legge. La banca è pertanto
un’impresa di servizi multiprodotto.
Accesso all’esercizio dell’attività bancaria
Il TUB prevede una riserva di legge (ex art. 1, lettera b) per l’esercizio
dell’attività bancaria.
Per l’autorizzazione da parte della Banca d’Italia è richiesta (ex art. 14, comma 1,
TUB):
1. l’adozione della forma di società per azioni o di società cooperativa a
responsabilità limitata;
2. l’esistenza di un capitale versato di ammontare non inferiore a 6,3
milioni di euro, ovvero a 2 milioni di euro per le BCC (Banche di
Credito Cooperativo);
34
3. la presentazione di un programma di attività iniziale, unitamente all’atto
costitutivo e allo statuto, e di una relazione tecnica contenente i bilanci
previsionali dei primi tre esercizi;
4. il possesso da parte dei partecipanti al capitale dei requisiti di
onorabilità;
5. il possesso da parte degli esponenti aziendali dei requisiti di
professionalità e di onorabilità (ex art. 26, TUB).
Se non è garantita la sana e prudente gestione della banca, la Banca d’Italia nega
l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria (ex art. 14, comma 2, TUB). La
BI si preoccupa di garantire la SANA e PRUDENTE gestione della costituente. Nel
momento in cui questa si costituisce, inizierà a raccogliere risorse dal pubblico di
risparmiatori quindi BI si preoccupa di evitare che questa nuova banca possa
costituirsi e poi sparire in poco tempo. Gli stessi requisiti devono essere rispettati da
banche già costituite ma che operano in paesi extracomunitari. Mentre per le banche
comunitarie vale il principio del Mutuo Riconoscimento, cioè una banca che è stata
autorizzata dall’autorità di vigilanza del proprio paese, in virtù di
quell’autorizzazione può liberamente operare su tutto il territorio comunitario e
rimane sottoposta all’autorità del proprio paese in base al principio dell’HOME
COUNTRY CONTROL. Il principio del Mutuo Riconoscimento vale anche per tutti
gli altri intermediari finanziari. BI autorizza anche l’acquisizione di partecipazioni
all’interno della Banca, cioè una volta che la Banca è costituita, nel momento in cui
cambiano in maniera significativa gli assetti della struttura azionaria, allora è
necessaria l’autorizzazione di BI. Se io, quindi, voglio acquistare una partecipazione
all’interno della banca, devo chiedere l’autorizzazione alla BI che valuta sempre i
requisiti di onorabilità e professionalità ed il principio della sana e prudente gestione.
La Vigilanza sulle banche si esplicita attraverso:
1.
2.
a)
b)
c)
d)
-
Poteri autorizzativi
Strumenti di vigilanza regolamentare (BI impone delle regole)
Adeguatezza patrimoniale
Contenimento dei rischi
Partecipazioni detenibili
Controlli interni
L’attività di raccolta
Raccolta bancaria: acquisizione delle risorse finanziarie a titolo di debito e da
qualsiasi fonte: Famiglie, Imprese, Altri intermediari finanziari, Banca centrale.
Raccolta al dettaglio: rivolte ad una cerchia molto numerosa e indifferenziata di
clienti che compiono operazioni di importo unitario modesto e utilizzano
intensamente i servizi offerti.
Raccolta all’ingrosso:
35
operazioni di importo unitario elevato effettuate per lo più in contro partita di altre
banche e della Banca Centrale.
Gli strumenti della raccolta indiretta sono prodotti da soggetti diversi dalla
banca: società emittenti, SGR, SICAV, ecc.
- Gli obiettivi della politica di raccolta
1. Crescita della raccolta: coerente con l’obiettivo della massimizzazione del
valore dell’impresa, la banca si propone di crescere almeno in linea con lo
sviluppo del mercato, per mantenere se non altro costante la sua quota di
mercato;
2. Composizione della raccolta: coerentemente con il costo medio programmato
della raccolta, con il grado di trasformazione delle scadenze, e con il rischio di
tasso che si è disposti ad assumersi nel periodo considerato;
3. Creazione di rapporti duraturi con la clientela.
Gli strumenti di raccolta delle risorse finanziarie
- I depositi bancari
Dal punto di vista giuridico, il deposito bancario rappresenta un contratto reale,
oneroso, unilaterale, con obbligazioni unicamente a carico della banca. Esso
coinvolge due soggetti: il cliente, che deposita le somme di denaro, e la banca, che
riceve la somma in deposito.
I depositanti somme di denaro in banca possono avere differenti esigenze e
motivazioni.
I depositi bancari possono essere classificati sulla scorta dei seguenti criteri:
1. modalità di restituzione del denaro: DEPOSITI LIBERI E VINCOLATI;
2. modalità di attuazione del rapporto: a) DEPOSITI SEMPLICI (con ritiro
in un’unica soluzione); b) A RISPARMIO, comprovati da un libretto di
deposito; c) IN C/C, oggetto di numerose movimentazioni;
- Certificati di deposito
36
I certificati di deposito sono titoli trasferibili, solitamente emessi al portatore,
rilasciati a fronte di somme di denaro depositate per un certo periodo.
Se di durata compresa fra i 3 e 18 mesi possono essere emessi liberamente
dalla banca:
Se di durata compresa fra 18 e 60 mesi, trovano una limitazione nel volume
quantitativo di prestito erogato dalla banca.
Elementi essenziali: la data di emissione, la scadenza, l’importo, la
denominazione di certificato di deposito, il beneficiario, la banca di emissione,
il tasso di interesse lordo e netto.
La remunerazione deve essere corrisposta al momento del rimborso per i
certificati di deposito a breve, mentre per gli altri la corresponsione dei frutti
maturati può anche essere periodica. I certificati di deposito possono essere a
tasso fisso o variabile.
- Il Conto corrente di corrispondenza
- «Contratto con cui una banca si impegna a eseguire tutti gli incarichi e le
operazioni che, nei limiti contrattuali e d’uso, le saranno affidate dal cliente».
- La banca risponde secondo le regole del mandato per l’esecuzione di incarichi
provenienti dal correntista o da altro cliente (art. 1856 c.c.) e si obbliga a
ricevere il denaro versato dal cliente e a restituirlo a richiesta.
- Il rapporto di c/c è regolato dalle condizioni generali redatte dall’A.B.I., che
vengono riportate sul retro della “lettera contratto” e da clausole separatamente
concordate per iscritto tra banca e cliente.
Condizioni generali di contratto
Tasso creditore: Rendimento lordo annuo del c/c. Varia in funzione delle
(di norma viene comunicato il rendimento minimo);
giacenze
Tasso debitore: Tasso applicato sugli scoperti (di norma è indicato il tasso massimo
applicato);
Criterio di capitalizzazione delle competenze: Periodicità di liquidazione degli
interessi debitori e creditori;
Periodicità estratto conto: Mensile, trimestrale, semestrale o annuale;
Spese per operazione: Spese addebitate al correntista per ogni operazione effettuata
(allo sportello, tramite ATM e internet banking);
Costo invio estratto conto e altre comunicazioni: Richieste a titolo di recupero spese.
Movimenti
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I movimenti in conto corrente corrispondono al numero di prelevamenti (addebiti) e
versamenti (accrediti) eseguiti in un certo periodo di tempo.
In altri termini sono l’insieme delle operazioni a debito e a credito, registrate dal
punto di vista contabile in dare e avere.
La documentazione
Estratto conto: documento periodicamente inviato ai titolari di un c/c,
contenente il riepilogo delle operazioni e credito e a debito effettuate in ordine
di data contabile;
Staffa o riassunto scalare: prospetto in cui si riepilogano in ordine di data
valuta (data a partire dalla quale maturano gli interessi attivi e passivi), le
operazioni a credito e a debito effettuate attraverso il c/c in un certo periodo, al
fine di procedere al calcolo degli interessi;
- I pronti contro termine passivi
Le operazioni di pronti contro termine (P/T), consiste in una vendita a pronti di una
determinata quantità di titoli e del contestuale impegno, assunto dalla medesima
controparte, di riacquistare ad un termine convenuto, un pari quantitativo di titoli
della stessa specie e ad un prezzo prestabilito.
• Durata dell’operazione: di solito compresa fra 1 e 12 mesi;
• Rendimento: differenza fra prezzo di vendita a termine e prezzo di acquisto a
pronti;
• Il prezzo a termine è calcolato aggiungendo al prezzo a pronti gli interessi
maturati al tasso concordato con la banca.
- Le obbligazioni bancarie
Le obbligazioni sono strumenti cartolari emessi per reperire risorse finanziarie a
medio lungo termine; i sottoscrittori vantano un diritto di credito nei confronti
dell’emittente relativo al valore nominale dei titoli e agli interessi. Sono “Titoli di
massa” che, cioè, rappresentano frazioni uguali di un prestito unitario, fungibili tra
loro.
38
- I canali di raccolta all’ingrosso
Il mercato interbancario;
La Banca Centrale.
- Il mercato interbancario dei depositi
Mercato interbancario: segmento del mercato monetario all’ingrosso cui le
banche ricorrono per raccogliere ed impiegare risorse nel breve periodo. I contratti
negoziati sono:
- La raccolta all’ingrosso: il ricorso alla BCE
- Le operazioni su iniziativa delle controparti (standing facilities)
o Operazioni di rifinanziamento marginale: di importo illimitato a
fronte di attività finanziarie quantitativamente corrispondenti depositate
a garanzia presso la BCE; durata overnight
- Le operazioni di mercato aperto: acquisti e vendite di titoli di stato da parte
della BCE, con lo scopo di fornire fondi liquidi alle controparti:
o Operazioni di rifinanziamento principale: cadenza settimanale; ruolo
fondamentale nell’orientare i tassi d’interesse (possono essere a tasso
fisso o variabile);
o Operazioni di finanziamento a lungo termine (Cadenza mensile e
trimestrale);
o Operazioni di fine tuning: non standardizzate nella scadenza o nella
forma;
o Operazioni strutturali.
I servizi di finanziamento
39
- I prestiti bancari
I finanziamenti bancari possono essere classificati in due macroclassi: 1) Prestiti per
cassa; 2) Prestiti di firma. I prestiti per cassa prevedono due contrapposte
obbligazioni aventi ad oggetto denaro, cioè la banca effettua una prestazione
monetaria a favore del cliente e il cliente si impegna a remunerare e rimborsare il
capitale. Nel caso dei prestiti di firma la prestazione monetaria della banca è solo
eventuale, cioè la banca effettua una prestazione monetaria solo se il cliente fallisce o
è insolvente.
I prestiti per cassa possono essere classificati in: finalizzati e non finalizzati: nel primo
caso la banca eroga un finanziamento affinchè il cliente proceda in una determinata
operazione di acquisto o di investimento (Es. il mutuo ipotecario viene erogato affinchè
il cliente acquisti la prima casa). NEI prestiti non finalizzati la banca mette a
disposizione al cliente una cifra generica che può essere liberamente utilizzata. Il terzo
criterio e il primo si sovrappongono se un’impresa viene gestita correttamente perché
abbiamo i prestiti a breve termine e a medio-lungo termine. I primi dovrebbero
essere utilizzati per finanziare il capitale circolante, mentre i secondi dovrebbero essere
utilizzati per finanziare il capitale fisso. Poi abbiamo i prestiti in bianco, cioè senza
garanzia e poi i prestiti assistiti da garanzia reale o personale.
- L’apertura di credito
E’ il contratto con il quale la banca si impegna a mettere a disposizione del cliente
una certa somma di denaro, normalmente a tempo indeterminato o talvolta a
scadenza definita; può essere concessa “allo scoperto” oppure sulla base di garanzie
reali o personali.
• Se l’apertura di credito è a tempo indeterminato ciascuna delle parti può
ritirarsi con un preavviso che può essere stabilito dal contratto o dagli
usi o, in mancanza, è definito in 15 giorni.
• Se non è convenuto altrimenti, l’accreditato può utilizzare in più volte il
credito e può con successivi versamenti ripristinare la sua disponibilità
(apertura di credito ordinaria).
L’ apertura di un credito, è uno strumento presso il quale la banca mette a
disposizione del proprio cliente una somma di denaro, di solito viene messa a
disposizione su un conto corrente, può essere utilizzata o meno dal cliente in una o
40
più soluzioni. La peculiarità di questo strumento sta nel fatto che il cliente paga gli
interessi solo ed esclusivamente sulla cifra effettivamente utilizzata.
L’apertura di credito presenta in sintesi le seguenti caratteristiche:
Rappresenta una forma di finanziamento
molto elastica: il cliente può utilizzare
totalmente o parzialmente le somme
disponibili a seconda delle proprie
esigenze operative.
Costituisce una forma di finanziamento
onerosa nei limiti del solo utilizzo
effettivo delle somme messe a
disposizione della banca;
Costituisce una forma contrattuale in genere non assistita da garanzia,
anche se è possibile che la banca chieda garanzie reali (prevalentemente
pegno su beni mobili) o personali;
L’apertura di credito è revolving, cioè se vengono messi a disposizione
5 milioni di € ed io li utilizzo tutti, nel momento in cui rientro nella linea
di credito effettuando un deposito di 5 milioni di €, io posso riutilizzarli.
Sostanzialmente mi si dice che posso andare in rosso fino ad un massimo
di 5 milioni di euro, effettuando un prelievo della somma totale e poi
non rimborsarlo più, oppure procedendo con continue movimentazioni
del conto corrente. Si parla di valutazione del merito creditizio poiché le
banche monitorano le modalità di utilizzo dell’apertura di credito in c/c.
Se la utilizzo in modo sbagliato lancio un messaggio negativo che, a
parità di altre condizioni, l’impresa ha problemi finanziari e pertanto è
costretta ad utilizzare tutta la somma.
Credito per elasticità di cassa: I prelievi di importo limitato eccedenti
le disponibilità depositate sul conto corrente rappresentano un credito
per elasticità di cassa (scoperto di conto) che si caratterizza per
l’assenza di uno schema contrattuale formalizzato e per la limitata durata
temporale.
- Lo sconto
“E’ il contratto con il quale la banca, previa deduzione dell’interesse, anticipa
al cliente l’importo di un credito verso terzi non ancora scaduto mediante la
cessione, salvo buon fine, del credito stesso.” (art. 1858 Cod. civ.)
E’ un prestito autoliquidante poiché il pagamento da parte del debitore di
quanto dovuto estingue il debito dell’impresa con la banca.
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Diritto di regresso nei confronti del cedente se gli effetti non sono pagati a
scadenza.
Quando le aziende anticipano sistematicamente l’incasso dei propri crediti, si
parla di castelletto. Quando si tratta di un’operazione occasionale si parla di
sconto isolato.
Costi per l’impresa
• Le competenze che l’impresa deve corrispondere alla banca nell’ambito di
un’operazione di sconto sono rappresentati da:
Interessi: lo sconto prevede il computo da parte della banca di un compenso
proporzionale al periodo intercorrente tra la data di esecuzione dell’operazione
e la data di scadenza del credito;
Commissioni di incasso: (di solito 2,5-4 euro per ogni effetto scontato);
Commissioni di richiesto esito: applicata agli effetti per cui l’impresa chiede
alla banca comunicazioni sull’esito a scadenza;
Diritti di brevità: applicata agli effetti con scadenza inferiore ai 20 giorni.
Finalità di impiego
• Lo sconto consente all’impresa di ottenere disponibilità commisurata al
portafoglio commerciale a breve scadenza.
• Lo sconto, soprattutto se nella modalità castelletto, consente all’impresa di
poter contare, sempre e puntualmente, sull’incasso delle proprie fatture, senza
essere penalizzato dai ritardi nei pagamenti.
• Il tasso di interesse applicato sulle operazioni di sconto è inferiore rispetto
all’apertura di credito in c/c
- Anticipazione
o E’ un prestito a breve termine garantito da pegno su merci o su titoli.
Si compone di due contratti: uno principale (fede di deposito, nel caso delle
merci, polizza di anticipazione, nel caso di titoli) e uno accessorio (nota di
pegno, nel caso delle merci, diritto di pegno);
Dal valore dell’oggetto del pegno (valore di perizia nel caso di merci, valore di
mercato, nel caso di titoli), la banca sottrae una percentuale che trattiene contro
il rischio di deprezzamento della garanzia.
Finalità di impiego
L’anticipazione bancaria consente all’impresa di finanziarsi ad un tasso che è
sensibilmente più basso rispetto a quello degli altri prestiti bancari a breve
termine.
Le banche selezionano la tipologia di merce o di titoli che sono disposte ad
accettare in garanzia.
42
- Mutuo
E’ un prestito a scadenza media (sino a 5 anni) o lunga (sino a 10-15 anni e oltre)
caratterizzato dalla corresponsione di rate di rimborso periodiche nonché,
normalmente, dalla prestazione di particolari garanzie.
• Spesso viene richiesta l’ipoteca, garanzia che attribuisce al creditore il diritto
di far espropriare e di far vendere il bene immobile con il beneficio di
trattenere dal ricavato della vendita tutto ciò che gli è dovuto.
• L’ipoteca viene iscritta sempre per un valore molto più elevato rispetto al
mutuo concesso, al fine di garantire non solo il capitale erogato, ma anche gli
interessi e tutti gli oneri accessori.
• Le rate di rimborso (comprensive di capitale e interessi) possono essere
costanti, crescenti o decrescenti nel tempo.
• Gli interessi sono calcolati sul debito residuo decrescente: DR t>DR t-1, per cui
la quota interessi è decrescente;
• Il piano di rimborso francese è il più comune nella prassi operativa. Si
caratterizza per l’importo della rata costante (quota interessi decrescente e
quota capitale crescente).
• Il piano d’ammortamento italiano è una variante del piano di ammortamento
francese. Si caratterizza per la quota capitale costante: ne consegue che la rata
sarà decrescente, in ragione della quota interessi calcolata sul debito residuo, e
che il capitale viene rimborsato più lentamente. La serie delle quote interessi,
così come la successione delle rate, costituiscono una progressione geometrica
di ragione: - Ci/n.
I finanziamenti bancari: Analisi dell’affidabilità dell’impresa
- Il fido
Il fido bancario è l’importo massimo di credito che una banca concede a un cliente
che ne ha fatto richiesta, dopo averne accertato le capacità reddituali, la
consistenza patrimoniale e le doti morali. Tutti i prestiti nascono da un fido,
poiché si tratta di operazioni che comportano sempre la valutazione del rischio che
può essere assunto nei confronti del cliente.
• Il fido, quindi, consiste in un accordo preliminare rispetto al prestito.
• Non esiste per l’impresa accreditata l’obbligo di utilizzare il fido.
• La maggior parte delle imprese richiede un fido quando ha un determinato
fabbisogno finanziario da soddisfare a breve.
• Il fido è generale quando indica la cifra massima messa a disposizione del
cliente, che può utilizzarla con qualunque tipo di operazione (ad es., mutuo,
sconto, ecc.)
43
•
Il fido è particolare quando per ogni tipo di operazione viene indicato
distintamente l’importo disponibile.
• Il fido è a tempo determinato quando l’impegno della banca a mettere a
disposizione del cliente un certo credito è valido fino ad un certo termine.
• Il fido è a tempo indeterminato quando l’impegno della banca non ha una
scadenza predefinita.
L’estinzione del fido può avvenire in diversi modi:
- Nel fido a tempo determinato il rapporto si estingue per la scadenza del
termine finale, o attraverso il recesso per giusta causa:
1. Inadempimento della controparte;
2. Modifica delle condizioni economico-patrimoniali
(rischio di insolvenza);
della controparte
3. Fattori esogeni (come strette creditizie da parte della BCE).
• Nel fido a tempo indeterminato le parti possono recedere in qualsiasi
momento con comunicazione data nei termini previsti dal contratto.
- L’istruttoria di fido e l’assegnazione del rating
La concessione di un fido è sempre preceduta da un’apposita istruttoria.
“L’istruttoria di fido è costituita da quell’insieme di indagini, ricerche, analisi ed
elaborazioni destinate a fornire elementi di valutazione ai competenti organi della
banca per la formulazione di un giudizio circostanziato sulla richiesta di
affidamento inoltrata dalla clientela, in relazione sia alla sua capacità di rimborso
sia ai rischi insiti nell’operazione”.
L’istruttoria di fido si compone di tre momenti fondamentali:
1. Raccolta delle informazioni:
a. dall’impresa, attraverso la compilazione della scheda intervista;
b. da fonti interne;
c. da fonti esterne: Centrale dei Rischi
2. Trattamento dei dati raccolti:
a. Analisi andamentale;
b. Analisi qualitativa;
c. Analisi quantitativa
3. Assegnazione del rating e relazione di fido
- La documentazione fornita dal cliente
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1. Scheda Intervista: modulo prestampato con il quale la banca chiede una serie
di informazioni all’impresa;
2. Visura camerale: rilasciata dalla Camera di Commercio della città dove
l’imprese opera, serve ad accertare i dati dell’impresa (anno di costituzione,
ragione sociale, capitale sociale, amministratori ecc.)
3. Atto costitutivo e statuto: contengono le norme della vita e dell’attività
dell’impresa;
4. Relazione descrittiva sull’organizzazione dell’impresa e sulla sua attività;
5. Bilancio degli ultimi tre esercizi (se possibile);
6. Delibera di nomina dell’Amministratore in carica presso la società.
La Scheda Intervista: principali contenuti
I principali elementi desumibili dalla Scheda Intervista sono:
Dati anagrafici: (Denominazione sociale, ramo di attività, data di
costituzione, sede legale)
Importo per tipologia di fido (autoliquidante, scadenza, revoca)
Numero dei dipendenti e fatturato
Lavoro con estero, quota import – export
Appartenenza a gruppi societari / associazioni di categoria
Elenco dei maggiori clienti / fornitori in particolare quando ricoprono
una % di quote di lavoro importante in relazione al fatturato / acquisti
Composizione del Capitale Sociale evidenziando chi detiene le quote del
capitale, chi ha la rappresentanza legale della società e chi ha i poteri per
l’ordinaria e/o straordinaria amministrazione (con particolare riferimento
ai rapporti con le Banche)
Garanzie reali
Garanzie personali
Affidamenti bancari: riportare il totale dei fidi intrattenuto con il Sistema
Bancario, specificando il dettaglio degli affidamenti suddivisi tra breve e
medio/lungo termine
- Il database interno
Se l’impresa è già cliente della banca allora nella valutazione dell’affidabilità
potranno essere utilizzate le informazioni relative al cliente accumulate nel corso
degli anni. Alcune di queste informazioni sono di carattere qualitativo (trasparenza,
correttezza, qualità professionale), altre di carattere quantitativo (puntualità nella
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remunerazione e rimborso dei capitali presi in prestito, profili economico-finanziari
dell’azienda).
- I database esterni: La Centrale dei Rischi
La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo sull'indebitamento della
clientela verso le banche e le società finanziarie (società di leasing, factoring e credito
al consumo).
Gli intermediari comunicano mensilmente alla Banca d'Italia una serie di
informazioni relative ai propri clienti, tra cui:
Accordato e Utilizzato relativamente ai prestiti per cassa e ai prestiti di firma;
Importo e tipologia di garanzie concesse;
Sconfinamenti, relativamente alle aperture di credito;
Crediti scaduti;
Sofferenze (crediti scaduti la cui riscossione non è certa).
Gli intermediari sono tenuti a segnalare l'intera esposizione nei confronti del singolo
cliente se, alla data cui si riferisce la rilevazione, ricorrono alcune condizioni, quali
ad esempio:
• la somma dell'accordato ovvero quella dell'utilizzato del totale dei crediti per
cassa e di firma è d'importo pari o superiore a 30.000€;
• il valore delle garanzie ricevute complessivamente dall'intermediario è
d'importo pari o superiore a 30.000 €;
• la posizione del cliente è in sofferenza (crediti scaduti la cui riscossione non è
certa);
La Banca d'Italia fornisce mensilmente agli intermediari le informazioni
sul debito totale verso il sistema creditizio di ciascun cliente segnalato e sul
numero di enti segnalanti.
La Centrale dei Rischi ha l'obiettivo di:
Migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela;
Innalzare la qualità del credito concesso dagli intermediari;
Rafforzare la stabilità finanziaria del sistema creditizio.
- Trattamento dei dati raccolti: Analisi andamentale
Per aspetti andamentali si intendono i rapporti che il cliente ha ed ha avuto in
precedenza con le banche. La valutazione si basa principalmente sui dati
desumibili dalla Centrale dei Rischi.
I dati della Centrale dei Rischi contribuiscono a formulare il giudizio sul merito
del credito delle imprese. Sulla base di questi dati, infatti, si può valutare
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l'andamento dei prestiti delle imprese nel corso del tempo, l'eventuale tendenza a
"sforare" rispetto al credito concesso e i tempi di "rientro".
Eventuali problemi insorti in passato con il sistema bancario potrebbero influire
negativamente sulla valutazione dell'impresa.
L’analisi andamentale verte sullo studio di un insieme di indicatori che qualificano il
rapporto tra l’impresa e il sistema creditizio. Alcuni di questi indicatori si prestano a
molteplici interpretazioni:
1. Numero banche segnalanti: La presenza del multi affidamento può essere indice
di forza, ma se il numero di banche con le quali l’impresa intrattiene rapporti di
indebitamento è troppo altro esso può trasformarsi in indice di debolezza.
2. Utilizzo di garanzie: Il fatto che un’azienda abbia accettato di concedere al
sistema bancario garanzie (reali e personali) può essere inteso favorevolmente.
D’altra parte ciò potrebbe limitare la possibilità della banca di richiedere garanzie a
latere del nuovo fido e la capacità di recupero della stessa in caso di fallimento
dell’azienda.
Altri indicatori si prestano esclusivamente ad una interpretazione univoca come il
rapporto Utilizzato/Accordato, la presenza di Sconfinamenti e la presenza di crediti
scaduti o sofferenze.
- Trattamento dei dati raccolti: Analisi quantitativa
- L’analisi quantitativa verte sullo studio approfondito degli indici di bilancio,
quali:
- - Indici di solidità:
Indice di Leverage: Debiti finanziari/Capitale Proprio
Indice Copertura immobilizzazioni: Capitale proprio/Attivo
Immobilizzato
- - Indici di liquidità:
Indice di disponibilità: Attivo Circolante/Passivo Corrente
- - Indici di produttività:
- Turnover o rotazione del capitale investito (Ricavi/Totale attivo)
- - Indici di redditività
ROE: Utile netto/Capitale proprio
ROI: Risultato operativo/Capitale investito
Indici di solidità
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La solidità, intesa come la capacità
dell’azienda di perdurare nel tempo,
dipende da due fattori:
1. il grado di dipendenza dai terzi (valutato attraverso l’indice di leverage).
2. una razionale correlazione fra fonti e impieghi (valutata attraverso l’indice di
copertura delle immobilizzazioni);
L’indice di Leverage (Debito su Capitale Proprio) permette di definire quante
volte il capitale di terzi finanziatori è superiore rispetto ai mezzi propri; attraverso
questo indice è possibile valutare quanto l’azienda è esposta al rischio e quindi
quanto è esposta alla probabilità di default
L’indice di copertura delle immobilizzazioni (Capitale proprio su Immob.)
permette di valutare quanto un’impresa sia in grado di coprire i costi degli
investimenti con il capitale proprio (o anche con i debiti a medio-lungo termine)
Indici di liquidità
L'analisi della situazione di liquidità mira ad evidenziare, attraverso gli indici di
liquidità, in quale misura la composizione impieghi - fonti sia in grado di produrre,
nel breve periodo, equilibrati flussi finanziari.
In altri termini, si mira ad accertare se i flussi di cassa derivanti dalla scadenza
delle attività a breve sono in grado di coprire il fabbisogno monetario legato alla
scadenza delle passività di breve periodo.
L’indice di disponibilità è dato dal rapporto tra l'attivo circolante e le passività
correnti e misura la
capacità dell'impresa di
far fronte alle passività
correnti con le attività
correnti, senza ricorrere
ad indebitamento.
Indici di produttività
Gli indici di produttività
esprimono la quantità di output
ottenuto in relazione alle risorse
impiegate per ottenerlo. Sono, pertanto, indicatori di efficienza dell’impiego dei
fattori produttivi.
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E’ particolarmente utile effettuare un’analisi comparativa con i valori di altre imprese
dello stesso settore ed un’analisi del trend per verificarne l’andamento nel corso del
tempo.
L’indice di Turnover (o rotazione del capitale investito) esprime quanti euro di
vendite sono stati prodotti per ogni euro di attività investito nell’impresa:
Ricavi/Capitale Investito
Indici di redditività
Gli indici di redditività permettono di valutare la
capacità della gestione di produrre risorse
sufficienti a remunerare i fattori produttivi
impiegati, compreso il rischio imprenditoriale.
Il ROE ottenuto dal rapporto tra utile netto di esercizio e mezzi propri, indica le
redditività del capitale di rischio
Il ROA indica la redditività operativa
dell’azienda, depurato cioè della
gestione finanziaria, extracaratteristica, straordinaria e
fiscale.
- Trattamento dei dati raccolti: Analisi qualitativa
Consiste nel valutare la capacità dell’azienda di adottare scelte strategiche coerenti
con l’evoluzione dell’ambiente esterno e del settore di riferimento, attraverso:
Analisi dell’assetto proprietario;
Professionalità del management;
Adeguatezza informativa;
Qualità assetti di governance;
Posizionamento strategico.
Gli aspetti qualitativi avranno un peso significativo nella valutazione di aziende
molto piccole, ma saranno sempre in secondo piano rispetto ai "numeri" dell'azienda
I Finanziamenti Parabancari
- Il factoring
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Contratto con il quale una società specializzata (iscritta nel relativo albo ex art.
106 del TUB) o una banca acquista la totalità o una parte omogenea di crediti
commerciali di un’altra società.
Il ricorso al factoring è conseguenza delle esigenze
legate alla politica di credito commerciale attuata
dall’impresa.
La concessione di dilazioni di pagamento alla clientela
può dar luogo ad una serie di problemi amministrativi,
legati alla gestione del portafoglio crediti; economici,
relativi alla possibilità di insolvenza dei clienti; e finanziari, derivanti dal
fabbisogno finanziario conseguente ad un non corretto equilibrio tra dilazioni
concesse ai propri clienti e dilazioni ottenute dai propri fornitori.
Il factoring è più complesso e può incorporare, oltre al servizio di finanziamento, un
servizio gestionale, un servizio assicurativo e come già elencato un servizio di
finanziamento:
Nel caso del maturity factoring, c'è solo la componente gestionale e quella
assicurativa oppure ci può essere una forma molto banale di invoice discounting in
cui c'è una componente di finanziamento e poi c'è il full factoring che incorpora tutte
e tre le componenti.
Il factoring è tipicamente orientato ad una relazione duratura con il cliente, piuttosto
che ad una specifica transazione, in modo da poter affiancare l'impresa nelle funzioni
amministrative, organizzative e finanziarie relative alla gestione dei crediti.
Il factoring produce effetti positivi su diverse aree dell'attività d'impresa, interessate
dalla gestione del credito commerciale.
La politica commerciale: può condurre ad un aumento del volume d'affari
dell'impresa, grazie alla possibilità di smobilizzare crediti non ancora scaduti e quindi
di liberare risorse finanziarie per lo sviluppo dell’attività.
La politica finanziaria: comporta un accorciamento del ciclo monetario (dal
pagamento degli acquisti delle materie prime all'incasso delle vendite dei prodotti
finiti) e riduce il fabbisogno finanziario dell'impresa.
L'organizzazione: comporta una modifica delle funzioni dedite al rapporto con la
clientela, concentrandone l'azione sugli aspetti produttivi e commerciali.
- Leasing
“Contratto con il quale il locatore trasferisce la disponibilità di beni mobili e
immobili, prodotti o acquistati dal locatore su scelta ed indicazioni del locatario, e
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con facoltà di quest’ultimo di divenire proprietario dei beni locati al termine della
locazione, dietro pagamento di un prezzo stabilito.”
Occorre distinguere tra:
Leasing operativo:
il locatario intende essenzialmente godere del bene locato senza necessariamente
assumerne l’onere di manutenzione o di conduzione amministrativa ed il rischio di
obsolescenza.
Leasing finanziario:
Il locatario si propone in via prioritaria di finanziare la disponibilità di un bene
strumentale all’esercizio della propria attività (questo tipo di operazione può
prevedere l’intervento della banca quale soggetto locatore).
- Leasing operativo
La titolarità giuridica del bene, i costi di installazione e manutenzione, i rischi
e gli altri oneri restano a carico del locatore.
Oggetto di locazione è un bene standardizzato.
La durata dell’operazione è solitamente inferiore alla vita economica del bene.
Il contratto può essere bilaterale perché spesso il locatore coincide con il
fornitore.
Il prezzo di riscatto è in linea col prezzo di mercato del bene al momento del
riscatto.
- Leasing finanziario
La titolarità giuridica del bene rimane al locatore, gli altri oneri e rischi sono a
carico del locatario.
Oggetto del contratto è un bene strumentale (specifico) all’attività del locatario.
La durata contrattuale coincide spesso con la vita economica del bene.
Il prezzo di riscatto è spesso inferiore al valore di mercato del bene.
L’operazione ha tipicamente struttura trilaterale.
In base alla tipologia dei beni locati: leasing immobiliare e leasing mobiliare;
lease back (sale & lease back).
- Il credito al consumo
Il credito al consumo è un contratto con cui un finanziatore (banca o intermediario
specializzato) concede o si impegna a concedere a un consumatore un credito
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sotto forma di dilazione di pagamento, di prestito o di altra facilitazione
finanziaria.
I prodotti finanziari nell’ambito del credito al consumo sono numerosi. Una prima
possibile distinzione è quella tra finanziamenti finalizzati e prestiti personali (o
non finalizzati).
Per quanto riguarda le forme tecniche, distinguiamo:
• il credito rateale, ossia un finanziamento di importo determinato che prevede un
piano di rimborso definito e con rate quantificate sin dall’origine (se il tasso di
interesse pattuito è fisso). L’importo del finanziamento può essere versato
direttamente al cliente, nel caso dei prestiti personali, oppure al venditore del bene
o servizio, nel caso dei prestiti finalizzati;
• l’apertura di credito rotativo, in cui il soggetto finanziatore mette a disposizione
del consumatore una somma di denaro predeterminata che lo stesso può utilizzare
a sua discrezione. L’utilizzo di tale forma di finanziamento può essere collegato
all’uso di una carta di credito “revolving”;
• la cessione del quinto dello stipendio, ovvero un prestito personale garantito il
cui elemento caratterizzante è dato dalla garanzia sottostante l’operazione; il
soggetto finanziato ha infatti il diritto a percepire periodicamente un emolumento
che viene ceduto, nella misura massima del quinto, al soggetto finanziatore a
rimborso del prestito.
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