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2020, Atti del Convegno "L'errore in epigrafia" (Milano, Biblioteca Ambrosiana, 20-21 settembre 2018), pp. 95-114
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Si prende qui in esame la tradizione di CIL V, 6128, epigrafe milanese che il Mommsen non vide e che risulta attualmente irreperibile, ma che riapparì brevemente all'inizio del XX secolo in uno stabile di via Amedei senza tuttavia lasciare di sé alcuna traccia fotografica. La trasmissione, manoscritta e non, dell'epigrafe in questione, il cui effettivo aspetto resta ad oggi sconosciuto, è costellata di imprecisioni e di errori che nel corso del tempo l’hanno portata ad assumere forme sempre diverse – ara, sarcofago, lastra e stele – arrivando finanche a "sdoppiarla" tra un effettivo ritrovamento a Milano e un’inspiegabile collocazione a Roma. Ripercorrendone la tradizione si vuole dunque cercare di ricostruire quale dovesse essere l'aspetto originario di CIL V, 6128 per collocarla finalmente nel più ampio quadro della produzione epigrafica dell'officina mediolanese. Subject of this paper is the tradition of CIL V, 6128, an inscription from Milan which is nowadays lost, even if it was still visible at the beginning of the XXth century. Unfortunately, at that time nobody took a picture of the inscription, whose appearance remains unknown. During both its manuscript and printed trasmission, many mistakes and inaccuracies led to describe it as an altar, a sarcophagus, a slab and a stele; in some anthologies it was even "doubled" and printed twice as if it had been found in Milan and Rome. Thus, the aim of this paper is to reconstruct the original appearance of CIL V, 6128 in order to relate it to the epigraphic habit of ancient Mediolanum.
Alcune considerazioni sul male in letteratura portando gli esempi della vicenda biblica di Tamar e Amnon e poi parlando di "Il signore delle mosche" di William Golding, "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad e "Il giardino delle vergini suicide" di Jeffrey Eugenides
LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, 2021
L’Autore propone alcune riflessioni in merito alla tradizione di un’iscrizione latina conservata ad Asso (CO), CIL V, 5216: si tratta di un’ara dedicata a un Genius locale da due membri della gens Plinia. Il commento riservato a questa epigrafe consente di evidenziare il diverso approccio al proprio passato “insubre” da parte di alcuni studiosi di epoca rinascimentale o controriformistica (Castiglioni, Alciato, Borsieri) rispetto a quello manifestato in un manoscritto di Mons. Carlo Mazza, parroco di Asso tra Settecento e Ottocento.
Il lAto oscuro delle collezIonI epIgrAfIche: fAlsI, copIe, ImItAzIonI. un cAso dI studIo: lA rAccoltA lAzIse-gAzzolA «ersten (scil. Art) geschehen sie von den Kunsthändlern, welche zum Besten der unwissenden dilettanten falsche steine fabriciren oder auf wirklich alte tabletten und urnen moderne Inschriften setzen ließen... und besonders in den siebziger und achtziger Jahren des vorigen Jahrhunderts, wo diese Industrie besonders blühte, ließen sie ächte Inschriften aus gruter oder muratori auf ihren steinen wiederholen. In großer menge finden sich dergleichen moderne Kopien in allen sicilischen museen». così theodor mommsen soffermandosi, nel suo Plan und Ausführung eines corpus Inscriptionum latinarum, sulla Kritik der Ächtheit, affronta il problema della presenza, talora piuttosto consistente, di iscrizioni false, incise su pietra o su altri materiali, in numerose collezioni (1), e pone in modo sistematico -per la prima volta * un ringraziamento particolare debbo a margherita Bolla, conservatore archeologico dei musei civici di Verona, che con amichevole pazienza ha facilitato in ogni modo la mia ricerca, fornendomi dati d'archivio e fotografie; molto debbo pure alla cortesia di silvia Braito e di Antonella ferraro.
Considerazioni di Storia ed Archeologia, 2021
L(ucius) Calidius Eroticus sibi et Fanniae Voluptati v(ivus) f(ecit). Copo, computemus. Habes vini ((sextarium)) I, pane(m) a(sse) I, pulmentar(ium) a(ssibus) II. Convenit. Puell(am) a(ssibus) VIII. Et hoc convenit. Faenum mulo a(ssibus) II. Iste mulus me ad factum dabit! Lucio Calidio Erotico fece da vivo per sé e per Fannia Volutta. Oste, facciamo il conto. Hai un sestario di vino, un asse per il pane, due assi per le pietanze. D'accordo. La ragazza per otto assi. E anche su questo concordo. Il fieno per il mulo per due assi. Questo mulo mi porterà alla rovina! 1 Tale singolare reperto, conservato dal 1901 al Louvre, dopo numerosi passaggi di proprietà tuttora non ricostruibili con chiarezza, 2 porta da tempo con sé insoluti enigmi. Di pietra calcarea porosa, di mediocre qualità ma di cui v'era grande abbondanza nella regione del Sannio antico, 3 esso reca non solo la bizzarra iscrizione sopra riportata, ma anche, nella parte inferiore dello specchio epigrafico, un grossolano bassorilievo a supporto iconografico della vignetta, in cui si stagliano nettamente un viandante, il suo mulo sellato ed un oste/ostessa. 4 L'esatto luogo di ritrovamento resta parzialmente oscuro; alla fine del secolo scorso, il Viti ipotizzò che il reperto potesse provenire da una diramazione della Via Latina, nel tratto tra Venafro ed Isernia, e, più nel dettaglio, da due taverne attive sino all'Ottocento, edificate, secondo lo studioso, sui siti d'antiche locande d'epoca romana: Taverna della Croce la prima, presso Quadrelle, Taverna della Trinità la seconda, a Macchia d'Isernia. 5 Ad oggi, l'ipotesi più accreditata è che l'iscrizione possa effettivamente provenire da Macchia d'Isernia, 6 località in cui è stato in effetti ritrovato abbondante materiale archeologico, a prescindere da un'opinabile coincidenza tra le osterie ottocentesche menzionate dal Viti e loro antenate romane. D'altronde, la Tabula Peutingeriana stessa conferma il fatto che proprio tra Venafro ed Isernia vi fosse una taberna, forse chiamata Ad Rotas, che avrebbe potuto ospitare viaggiatori e pellegrini. 7 1 CIL IX 2689; EDR 079026 (scheda a c. di A. Carapellucci). 2 Per le complesse circostanze del ritrovamento ed i possibili passaggi di proprietà cui il reperto andò incontro prima d'arrivare nel museo parigino si veda in
2023
Intervento presso il convegno internazionale: Urbs in transitum: innovazione e tradizione tra Roma e Ostia nel III secolo
Statuta de Castelleto. Corollario
Brevi vicende di un manoscritto custodito nell'Archivio Molli di Borgomanero, prima in biblioteca privata, poi pubblica.
Le lettere di Dante
L'epistola V di Dante: un'intertestualità polimorfa Abstracts: Nell'epistola V il denso e variegato percorso intertestuale, con cui Dante sigla la novitas di una scrittura consona alla dies nova che spunta con la venuta di Enrico VII, conduce dagli iniziali echi virgiliani alle citazioni finali dei verba Christi. Sono infatti le parole di Cristo stesso che Dante convoca-a suggello conclusivo della "novità" introdotta dall'epistola rispetto alle pagine del Convivio sull'autorità imperiale-per asserire la diretta derivazione da Dio di entrambi i massimi poteri: con velata polemica (al di là del riferimento d'obbligo all'enciclica Exultet in gloria) nei confronti di Clemente V, ben deciso a confinare l'imperatore nella funzione esclusiva di «advocatus et defensor ecclesie». Travalicando però il terreno meramente politico, l'Ep. V punta a definire la specifica competenza (e quindi responsabilità storica) della Chiesa nell'attenersi alla "verità" del messaggio evangelico.
As it is customary with the Eleatic Lectures, this is but one of the commentaries appended to the Eleatic Lectures, notably to those read by Professor Cerri in 2013 (details in the attachment). What I argue is that the docrrine of being and the advancements in the study of nature (e.g. some objecs in the sky) are not strictly connected as Cerri claims. In my opinion they are, quite the contrary, simply coexisting. The book includes an answer on the part of Professor Cerri.
ZPE 203, 2017
ERRATA CORRIGE Pag. 284, Nr. 13: Ritrovato nei sondaggi condotti nel 1972 dalla Soprintendenza in zona Guastuglia, in prossimità di un tratto di strada romana lastricata, senza nr. di inventario.
L'articolo è inserito come appendice nella mia traduzione commentata al quinto libro dell'Iliade, e descrive il modo in cui il poeta tratta il combattimento, i duelli, le vittime ed i loro uccisori in questo libro.
Journal of Cultural and Creative Industries. Cátedra IARICC, 2023
in A. LA MARCA - S. MANCUSO (a cura di), Catalogo della Mostra Fotografica Scavi archeologici italiani a Kyme d’Eolide (Turchia), Rende 2012, p. 38, 2012
Brüderlichkeit und Bruderzwist: , 2014
The Leibniz Review, 2020
International Journal For Multidisciplinary Research, 2024
Cristianesimo nella storia, 2021
International Social Work (vol. IV) , 2010
Hmong Studies Journal, 2019
Tribology International, 2008
Springer eBooks, 2014
International Journal of Multicultural and Multireligious Understanding, 2018
ecancermedicalscience, 2021
Wound Repair and Regeneration, 2015
Proceedings of the 1st International Conference on Innovation in Education (ICoIE 2018), 2019