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La settimana scorsa H.P.B. ha detto cose particolarmente interessanti sull'argomento della Dottrina Segreta. Farei meglio a tentare di scriverle e a metterle al sicuro sulla carta, mentre le ho ancora ben chiare in mente. Come lei stessa disse, questo potrà essere utile fra trenta o quarant'anni. Per prima cosa, dunque, la Dottrina Segreta non è che un piccolissimo frammento della Dottrina Esoterica conosciuta dai membri più elevati della Fratellanza Occulta. Racchiude, essa dice, solo quel tanto che il Mondo ne potrà ricevere nel prossimo secolo. Questo fece sorgere un quesito, che essa spiegò nel modo seguente : "Il Mondo" significa 1'Uomo che vive nella Natura Personale. Questo "Mondo" troverà nei due volumi della Dottrina Segreta tutto ciò che la sua massima comprensione può afferrare, ma niente di più. Questo non vuol dire che il Discepolo che non vive nel "Mondo" non possa trovare in questo libro più di quello che il "Mondo" ci trova. Ogni forma, per imperfetta che sia, nasconde in se l'immagine del suo creatore. Nello stesso modo, 1'opera di un autore, per oscura che sia, contiene l'immagine nascosta del sapere di questo autore. Da questo, deduco che la Dottrina Segreta deve contenere tutto quello che sa la stessa H.P.B. e molto di più ancora, poiché gran parte di questa opera proviene da uomini il cui sapere è infinitamente più esteso del suo. Inoltre, senza alcun dubbio, essa ha voluto dire che qualcun altro può effettivamente trovare nella Dottrina Segreta una conoscenza che lei stessa non possiede. E' un'idea stimolante pensare che io posso, da me stesso, trovare nelle parole di H.P.B. una conoscenza della quale lei stessa è inconsapevole. Si è soffermata molto su questa idea. X disse in seguito: "H.P.B. sta perdendo la sua forza" , volendo dire con ciò, penso, la sua fiducia nel proprio sapere. Ma credo che X e Z, e anche io, capiamo meglio ciò che ha voluto dire. Ella volle dirci, senza alcun dubbio, di non ancorarci a lei, né ad alcun altro, come autorità finale, ma di dipendere interamente dallo svilupparsi delle nostre percezioni. (Annotazione successiva: Avevo ragione. Le ho posto la domanda esplicitamente: ha risposto di sì con la testa, sorridendo. E' pregevole ottenere un suo sorriso di approvazione!). Leggere la Dottrina Segreta pagina per pagina , come si legge un qualsiasi altro libro (ha detto), non apporterà che confusione. La prima cosa da fare, anche se questo richiedesse anni, è di afferrare qualcosa delle "Tre Proposizioni Fondamentali" date nella Prefazione. Fate seguire questo studio dalla Ricapitolazione-i punti numerati del Riassunto del VoI. I, (Ia parte). Poi passate alle Note preliminari (VoI. II) e alla Conclusione (VoI. III). H.P.B sembra avere delle idee ben precise sull'importanza dell'insegnamento (nella Conclusione) concernente i periodi del sopraggiungere delle Razze e loro Sotto-Razze. Afferma, più chiaramente del solito, che in realtà non esiste niente di simile al "venire" delle razze nei tempi futuri. "Non c'è nè VENUTA nè SCOMPARSA, ma l'eterno DIVENIRE", dice. La Quarta Razza-Radice è ancora vivente. E così la Terza, la Seconda e la Prima. Cioè, le loro manifestazioni sono presenti sul nostro attuale piano di esistenza. Credo di capire quello che vuole dire, ma è al di là delle mie capacità esprimerlo in parole. Nello stesso modo sono presenti la Sesta-Sottorazza (dell'attuale Quinta-Razza Ariana) nonché la Sesta Razza-Radice e la Settima, ed anche degli esseri delle RONDE ancora da venire. Dopo tutto, questo è comprensibile, poiché la Razza è uno stadio dell'evoluzione, i Discepoli, i Fratelli Maggiori e gli Adepti non possono essere persone appartenenti (come evoluzione di coscienza) alla nostra Quinta-Razza della Razza-Madre Ariana. Ma ella non lascia alcun dubbio sul fatto che, per quanto concerne l'umanità nel suo insieme, centinaia di anni (nel tempo e nello spazio) ci separano ancora dalla nostra
Le Scuole di Sapienza in passato s'identificavano completamente con le Scuole Misteriche. Anticamente Scienza, Filosofia, Etica, formavano un corpo unico di insegnamento che era impartito a poche persone in genere negli antichi Templi. Esteriormente era una scuola, un collegio, dove venivano insegnate scienze, arti, etica, leggi, filantropia, internamente si fornivano le prove pratiche che permettevano di catturare i segreti dei fenomeni cosmici. Tutto ciò era noto sotto il nome di Misteri.
Sant'Agostino (354-430) è stato definito il «doctor gratiae», per il grande spazio che egli dedica nelle sue opere dottrinali ed omiletiche al tema della grazia. Sant'Agostino entrò nelle discussioni relative alla grazia dopo che per 30 anni aveva speso energie umane ed intellettuali a risolvere la controversia donatista.
Premessa sui QUADERNI Questi miei QUADERNI non sono articoli o relazioni da conferenza, né stralci di tipo tesistico; insomma non sono configurati come tali (citazioni di altri autori, fonti, bibliografia), dunque il lettore potrebbe avvertire la mancanza di un timone. Di solito questo introduce all'argomento in questione (introduzione, premessa) e prevede uno svolgimento coerente che arrivi poi a un compimento più o meno esaustivo (conclusioni). Le mie sono invece considerazioni emergenti da studi e da esperienze personali passate e in atto, espresse senza capo né coda, a volte saltando di palo in frasca, libere da vincoli accademici lessicali e di forma. Costituiscono un mio modo di divulgare la scienza del colore soprattutto ai progettisti, giacché nessuna scuola di progetto, anche di livello universitario o post universitario considera, almeno per il momento, questo aspetto formativo (colore e percezione cognitiva e applicazioni nel progetto) che si basa molto sulle neuroscienze. Ribadisco che ho iniziato a studiare il colore nel 1983, approfondendo poi nel campo delle neuroscienze, fino a insegnare in alcune scuole del design e al Politecnico di Milano, ma sempre da progettista quale sono, dunque con l'arricchimento di molte esperienze di ricerca applicata, ma anche con i limiti culturali di chi non si è formato in quelle specifiche accademie, detentrici di saperi molto complessi e in continuo aggiornamento. Affacciarmi su ambiti formativi, su materie "lontane" dall'architettura e dal design per utilizzarle e porgerle al mondo del progetto come attenzioni imprescindibili, è stato ed è un impegno che mi ha arricchito e che spero possa aver aperto nuove sensibilità e un nuovo approccio al color design, ma anche del progetto in generale. Il relatore, il progettista possono quindi attingere i concetti di interesse che possano guidarli a un progetto più consapevole e, nel caso in cui lo ritenessero opportuno, stralciare e riportare in virgolettato citando l'Autore, così che i loro lettori sappiano con chi confutare. ******* WAYFINDING DESIGN 1 A proposito di segnaletica orientativa Dalle ricerche del Dipartimento di Psicologia evolutiva e sociale di Padova (P. Sessa: Short-term consolidation of visual patterns interferes with visuo-spatial attention: Converging evidence from human electrophysiology), sembra di poter trarre la seguente indicazione. L'analisi e la memorizzazione a breve termine di uno stimolo visuo-spaziale sembra interferire con l'attenzione e la memorizzazione a breve termine di un successivo stimolo. (Nota bene:) Nelle sperimentazioni psicofisiche gli stimoli sottoposti sono della stessa natura. Ma nella realtà di una scena e affrontando il tema dell'orientamento all'interno di strutture architettoniche complesse e articolate su più livelli, il soggetto si trova di fronte a molti stimoli di natura artificiale e di categorie diverse. Molti di questi stimoli derivano dalla struttura stessa, dal contenitore architettonico, che si sviluppa attraverso corridoi, atri e camere più o meno grandi da alcune delle quali si può accedere ad altri locali. Il modo in cui questi spazi si sviluppano, le porte di diverse dimensioni, le porte tagliafuoco (REI), le eventuali finestrature che guardano all'esterno, già forniscono un'indicazione orientativa di base, suggerendo, in primis, un itinerario da poter percorrere liberamente alla ricerca del target; ma questo non è sufficiente. L'orientamento si basa sulla creazione di una mappa mentale tramite l'acquisizione in memoria delle diverse configurazioni delle scene nel loro susseguirsi (paesaggio). Una cosa è essere posti all'interno di una struttura complessa e invitati semplicemente a uscirne. Uscire da un ospedale può non essere immediato, ma il compito è abbastanza semplice, anche perché i cartelli indicanti l'uscita abbondano. Altra cosa è trovare un determinato reparto, all'interno del quale individuare poi una camera, una saletta medica, un ambulatorio. Le camere di degenza sono solitamente segnalate da un numero, ma sono presenti anche altre porte del tutto simili e di uguale colore e materiali (anche se diverse in larghezza) delle quali spesso non si specifica la destinazione del locale. All'interno di un reparto di degenza non esiste un elenco ricoverati-numero camera da consultare, per cui bisogna chiedere a qualche addetto di reparto o affacciarsi dentro ogni stanza. Resta però il problema di trovare il reparto in
6 Parte I: Strumenti 1. Lo Strumento dell'autentica: nozioni generali 8 5. Il caso Michelangelo: 49 5.1 E se non fosse neanche Dio? 5.1.1 L'ascesa 5.1.2 Il Declino 5.1.3 Conclusioni 3 5.2 Il secondo crocifisso 5.2.1 La vicenda 5.2.2 L'attribuzione 5.2.3 Conclusione Parte III: Riflessioni 6. Riflessioni e proposte 61 7. Una rivista per le Autentiche 62 8. Un Nuovo Iter per il Mibac
STUDIO SULLA NATURA DEL PROTONE E DEL NEUTRONE, 2019
In questo saggio ci proponiamo di indagare sulla natura delle due particelle non elementari, il protone ed il neutrone, che sono le uniche, stabili, racchiuse in un campo gluonico. Prima di iniziare è necessario ricordare che, come già detto, il protone è una specie di "bolla" al cui interno è presente la materia proveniente dal continuo, denominato C2, dal quale ha tratto origine il Big Bang, per cui il protone va trattato in maniera particolare. I punti ragionevolmente certi dai quali procedere sono: 1. Quarks e gluoni sono particelle di C2; 2. Le cariche elettriche si comportano in maniera opposta alle nostre: quelle di ugual segno si attraggono e quelle opposte si respingono; 3. All'elettrone soltanto, essendo il solo quark dotato di carica intera, è consentito di passare da C2 a C1. 4. Questi comportamenti si invertono al passaggio dell'interfaccia tra interno del protone e il nostro continuo. Partendo da questi punti, che non sono dati certi ma solo ipotesi, anche se ragionevolmente attendibili, esaminiamo un protone isolato. IL PROTONE In base alla teoria precedentemente esposta (vedi il saggio UN NUOVO MODELLO DI BIG BANG etc), il quark +lq raccoglie materia fino a raggiungere la massa nota del protone; questa massa è quella necessaria perché il protone sia protetto dal degrado. Il processo di accrescimento viene interrotto dal fatto che il protone, collassando progressivamente per l'aumento di massa, raggiunge il punto in cui una parte della massa accumulata fuoriesce per la pressione interna, formando una pellicola sulla superficie del protone stesso; (va notato come questa potrebbe essere composta da particelle accumulate nel processo di accrescimento: ma, in tal caso, sarebbero disposte in modo casuale , esercitando un effetto irregolare); la formazione della pellicola provoca non solo l'arresto del processo, ma implica anche il fatto che questa sia dotata di carica negativa, necessità vincolante perché il continuo "accetti" la sua presenza, essendo consentito solo alle particelle dotate di carica negativa di esistere stabilmente. Subito dopo il quark +lq si decompone nei tre quarks presenti all'interno della particella, due u e un d. Da cosa è composta questa pellicola? Probabilmente da gluoni fuori usciti dal campo gluonico del protone e divenuti qualcosa d'altro. Anche stavolta, per non inventarsi nuove particelle, dato che la soluzione più semplice è sempre la migliore, il candidato più probabile è il neutrino. Ne consegue che sulla superficie interna del protone ci deve essere uno strato equivalente caricato positivamente dello stesso valore di quello esterno per annullare gli effetti complessivi della carica totale a ridosso dell'interfaccia tra protone e continuo. Questo strato è sicuramente composto da gluoni, il che implica che anch'essi abbiano una carica elettrica sia positiva che negativa, presumibilmente dello stesso valore di quella del neutrino anche perché, in base al quarto punto, nel passaggio attraverso l'interfaccia il gluone da positivo diviene un neutrino negativo mantenendo così la logica del
La Lex Aquilia e il Damnum iniuria datum, 2018
La giurisprudenza romana fu, costantemente, impegnata nell'ampliamento della tutela aquiliana a condotte diverse da quelle originariamente previste dalla legge. Come si è visto, l'estensione dell'ambito di applicazione della lex Aquilia avvenne, in primis, tramite un'interpretazione letterale, volta ad estendere la portata semantica dei verbi previsti dalla legge; in secundis, tramite l'interpretazione evolutiva del termine iniuria. Ciò nonostante, nell'applicare la tutela aquiliana in via diretta, i giuristi romani si sentirono vincolati tendenzialmente da due principi: il danno doveva essere realizzato con l'attività fisica del danneggiante e, quindi, con il corpo (damnum suo corpore datum); l'attività lesiva doveva essere diretta al corpus della res (damnum corpore corpori datum). Il danneggiamento doveva, perciò, essere cagionato con il corpo e al corpo. 1 Qualora non fosse possibile esperire l'azione diretta, il danneggiato poteva, però, ottenere una tutela pretoria. Col passare del tempo, infatti, i giuristi suggerirono di adattare l'azione diretta, modellata sul testo normativo, a situazioni più o meno distanti da quelle da essa tutelate, al fine di garantire una tutela completa del danno, colmando le eventuali lacune. Dalla disamina delle fonti giunteci, emerge che le azioni pretorie sono state variamente denominate come actiones utiles, actiones in factum, actiones in factum accomodatae legis Aquiliae, actiones ad exemplum legis Aquiliae. In particolare, Gaio 2 qualificava come utiles tutte le azioni concesse in caso di damnum alio modo dato. Paolo 3 , invece, affermava che per i danni, rispetto ai quali non si era tenuti in forza della lex Aquilia, veniva concessa un'azione in factum. Ancora Nerazio, per l'ipotesi di animali costretti a stare in luoghi angusti, si esprimeva in termini di actio in factum ad exemplum.
Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica, 2014
Attraverso lo spoglio di fonti edite ed inedite, si è cercato di fare luce sulla raccolta grafica appartenuta all'antiquario ed editore di origine vicentina Pietro Stefanoni (1557ca.-1642 ca.), di cui l’unica testimonianza nota erano le parole di Cassiano dal Pozzo che ricordava un «libro de’ disegni» dall’antico costituito da fogli «d’esquisita bellezza». Conferme sono emerse da materiale archivistico e da testimonianze contemporanee che hanno permesso di risalire, da un lato, all’acquisto dello «studio» del canonico cremonese Pietro Antonio Tolentino e, dall’altro, di mettere a fuoco i successivi passaggi ereditari e le dinamiche di dispersione del prezioso materiale. Ma sono state le lettere e le postille del famoso conoscitore padre Sebastiano Resta a essersi rivelate – ancora una volta - strumenti fondamentali per l’identificazione di alcuni disegni appartenuti a Stefanoni nelle più importanti collezioni di grafica del mondo. The paper investigates the graphic collection belonged to Pietro Stefanoni (1557ca. – 1642ca. ). If Cassiano dal Pozzo remembered a "book of drawing” from the Antique consisting of sheets "of exquisite beauty ", other evidences emerged from archival material and contemporary statements that allowed to track down the purchase of the "studio" of Pietro Antonio Tolentino, a clergyman of Cremona, and to focus on the inheritance and the way this precious material was dispersed. In the end, the letters and the annotations of the famous connoisseur Sebastiano Resta allowed to identify some drawings belonged to Stefanoni in the most important graphic collections in the world .
Youth language represents nowadays an active topic of debate, and we dispose already of a wealth of material on nearly all Italian regions. This notwithstanding, previous research on Sardinian has failed to highlight the peculiar patterns of the situation, namely the existing split performances in Italian and in Sardinian; the structural differences within Sardinian in the southern and in the central-northern areas; the discrete geolinguistic, social, and pragmatic conditions which foster quite different performance typologies. Our project also aims to fill in these gaps by collecting spoken spontaneous interactions, and by giving an accurate account of the specific diachronic evolutions of the structures that were borrowed from the Italian language.
Revue française de science politique
Revista A21, 2024
Historia, memoria e violencia de Estado (Traduzido por RAMOS & BIANCHI).p, 2018
Recherches en Communication, 1997
Siberian Historical Research-Sibirskie Istoricheskie Issledovaniya, 2021
Hitit İlahiyat Dergisi, 2024
Public Finance for the Future We Want, 2019
III Seminário Governança das Redes: Políticas, Internet e Sociedade, 2018
Il FRIGNANO N.11, 2019
2018
Indian Journal of Natural Products and Resources, 2017
Steinpeißer. Zeitschrift des Historischen Vereins Hartberg, 2022
CAHAYAtech, 2019
International Journal of Modern Manufacturing Technologies, 2021
Revista de Dialectología y Tradiciones Populares, 2004
Revista Acadêmica: Ciência Animal, 2004