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1997, Passato e Presente
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Intervista a Letture.org https://www.letture.org/l-italiano-delle-traduzioni-stefano-ondelli
Cahiers d’études italiennes
Sebbene la lettura del «divino» Hölderlin 1 abbia accompagnato per tutta la vita Cristina Campo, e quasi sicuramente abbia condizionato l'invenzione del titolo del saggio Gli imperdonabili 2 , restano appena quattro suoi frammenti di traduzione dal poeta svevo. Per la Campo leggere Hölderlin fu naturale e necessario insieme: tra gli intellettuali del circolo fiorentino frequentato anche da lei si assistette ad una vera e propria Hölderlin Naissance e ad un fervente lavoro di traduzione delle liriche del poeta svevo 3. Anche in sottile polemica con l'impresa di Vincenzo Errante, che aveva dato una traduzione completa della lirica di Hölderlin dai toni dannunziani, con un ricco apparato bibliografico e un commento 4 , era apparsa nel 1941 la scelta antologica di Gianfranco Contini 5 , e si dedicarono all'impresa a partire dalla metà degli anni Trenta, Giorgio Vigolo e soprattutto Leone Traverso, principale mediatore della conoscenza di Hölderlin per Campo 6 , le cui traduzioni pare circolassero in versione dattiloscritta già a partire dal 1936 (il volume da lui curato di Inni e frammenti apparve però solo alla fine del 1955). 2 Potremmo dire di più sulla lettura di Hölderlin da parte della Campo se possedessimo tutto l'epistolario con Leone Traverso: com'è noto, leggiamo invece solo le lettere dal 1953 al 1967, da quando cioè Traverso aveva quasi terminato il suo lavoro. La poesia di Hölderlin, inoltre, giocò un ruolo di rilievo tra i poeti di quella generazione, in particolare gli esponenti dell'ermetismo fiorentino 7 come Carlo Bo, Piero Bigongiari, Mario Luzi, ed anche per questo il poeta tedesco va annoverato tra gli autori di letteratura 'metafisica' 8 , ossia che trascende il tempo presente, a cui la Campo dedicò tutta la sua attenzione. Fra coloro che in quegli anni accolsero la poesia del poeta svevo come fonte di ispirazione letteraria e come modello di vita poetica, si deve annoverare Remo Fasani (1922-2011), poeta e dantista, meno noto alla critica hölderliniana, il quale Le traduzioni da Hölderlin Cahiers d'études italiennes, 36 | 2023 Le traduzioni da Hölderlin Cahiers d'études italiennes, 36 | 2023
Italica Wratislaviensia, 2024
Building on my PhD project, this paper explores fidelity challenges in the transfer of verb-nominal collocations (VNC) in the Italian translations of seven of Michel Houellebecq’s novels. I examine various kinds of infidelity, such as omissions, errors, incongruence in constituent transmission, incoherence in recurrent VNC transmission, and infidelity at the level of phraseological coverage. The accurate transfer of collocations is crucial for preserving the style and the vibrancy of the source text. Errors, omissions, and unjustified transformations in the target language speak to the complexity of the translation process. My analysis explains the multifaceted nature of collocations and contributes to a nuanced understanding of their role in literary translation.
Atti del Sodalizio Glottologico Milanese, vol. VIII, n.s. 2013 [2016], 2016
This article discusses some practical problems of translation and translating on the basis of various Western and Eastern languages and literatures. Many issues and facets will be considered: the case of philosophical or speculative texts; technical literature; poetry and its puzzles; puns; and various others.
Trento e Trieste. Percorsi degli italiani d'Austria dal '48 all'annessione, 2014
La minoranza italiana/italofona nell'Impero austro-ungarico, alla vigilia della Grande guerra, ha in Scipio Slataper una delle sue voci più incisive e complesse e uno degli esempi più eclatanti delle ambivalenze culturali che ancor oggi marcano le regioni di confine del nord-est. I sentimenti di inclusione e/o estraneità, di appartenenza e/o emarginazione di cui è portatrice la generazione dell'ante Prima guerra e che, in molti casi, sembrano non aver trovato neanche oggi un equilibrio pacificato, vengono vissuti e illustrati da Slataper in tutta la loro complessità e inconciliabilità. La sua intera attività scrittoria, nelle molteplici forme in cui si esplicò, è il compendio di un dissidio, forse costitutivo e mai pienamente ricomponibile, delle genti di confine.
Frankfurt Allgemeine Zeitung - https://www.archeologiafilosofica.it/heidegger-rivoltato-a-sinistra/, 2020
«Chi vuol diventare ciò che dovrebbe essere, deve lasciare ciò che è ora» REINER SCHÜRMANN Di seguito pubblichiamo l'articolo Heidegger rivoltato a sinistra a firma di Tobias Keiling-in originale e in traduzione di Francesco Guercio-uscito sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung del 24 Giugno 2020 sull'edizione in più volumi delle Opere di Reiner Schürmann in corso di pubblicazione presso Diaphanes Verlag. * * * È impossibile prevedere come sarà letta una filosofia. Di questa legge della storia-degli-effetti è prova la casa editrice svizzera Diaphanes, presso la quale è da poco iniziata un'edizione delle opere di Reiner Schürmann. L'autore qui all'opera è certo Martin Heidegger, visto che Schürmann può essere chiamato un "heideggeriano di sinistra". Nonostante tutte le implicazioni politiche ed ideologiche, Heidegger è, per Schürmann, un illuminista che decostruisce i dogmi della tradizione filosofica e che non pone la domanda dell'essere per darne risposta, quanto piuttosto per mostrare come ogni risposta si smantelli da sé. Se lo si intende così, quel che Heidegger abbozza è allora una forma di pensiero anarchico. Certo, quella fornita da Schürmann è un'immagine della filosofia heideggeriana quantomeno insolita. Un'immagine che si alimenta alla storia di vita di Schürmann, nella quale si rispecchiano le contraddizioni dell'ultimo secolo: nato nel 1941 egli era, come recita una frase chiave della sua autobiografia (cfr. la Frankfurter Allgemeine Zeitung del 6 gennaio 2009), "Nato troppo tardi per conoscere la guerra, troppo presto per dimenticarla" [Le origini, Efesto Edizioni, 2020, p. 5]. Cresciuto in ambiente cattolico, dopo aver studiato a Monaco e poi a Friburgo con Heidegger, Schürmann decise di recarsi in Israele, cercando espiazione in un kibbutz, solo per abbandonarlo poco tempo dopo. Seguirono anni di noviziato e sacerdozio nell'ordine domenicano, nei quali Schürmann iniziò la sua carriera scientifica. Sennonché, nel 1976 lasciò di nuovo l'ordine e, per intercessione di Hannah Arendt e Hans Jonas, assunse un incarico come docente alla New School for Social Research a New York. Proprio a New York Schürmann muore nel 1993 a seguito di una malattia legata all'Aids ed è lì che si trova il suo lascito, dei cui manoscritti-in particolar modo le Note per i Seminari e i Corsi scritte in inglese-Diaphanes ha in programma un'edizione in 28 volumi. Un'edizione che si presenta poliglotta tanto quanto il suo autore e dovrebbe comprendere testi in tedesco, inglese, francese, e i più importanti dei quali addirittura in più lingue. Già pubblicate presso Diaphanes: l'autobiografia di Schürmann ma anche la sua storia della filosofia uscita postuma, le Egemonie infrante. Così come l'autobiografia, il gran
Intralinea, 2013
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L’autrice discute le questioni poste dalla rilevanza del termine «traduzione» nell’ambito degli studi postcoloniali. Al centro dell’attenzione sono le persistenti gerarchie tra lingue e culture, la traducibilità dei concetti e dei significati, le modalità entro le quali vengono posti i problemi di equivalenza, le politiche contemporanee della traduzione e la attuale rivendicazione della permanenza di zone di «intraducibilità», che risponde al rischio che la traduzione diventi il luogo in cui si esercita una «violenza semica» prodotta entro una prassi traduttiva che, nel definire e articolare l’alterità la «normalizza», inseguendo un’ideale «invisibilità» del traduttore, producendo testi scorrevoli e facilmente leggibili nella lingua di arrivo e l’illusione di potersi riconoscere senza sforzo e senza estraniazione nell’alterità culturale, di fatto elidendola e/o marginalizzandola. La rappresentazione della traduzione ha effetti socio-politici e funziona come un dispositivo attraverso cui l’individuo immagina la sua relazione con la comunità nazionale o etnica, di questi dispositivi il contributo cerca di rendere conto, confrontandosi in modo particolare con le proposte che vengono dagli studi non soltanto euro-americani sulla traduzione.
Paola Maria Filippi, 2020
Le relazioni e gli interventi tenuti a Rovereto nel novembre 2020 in occasione del conferimento del primo Premio Claudio Groff. Tradurre letteratura, tradurre mondi. Per una traduzione letteraria dal tedesco
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Revista de Filosofía, 2000
Jurnal Ilmu Sosial dan Ilmu Politik, 2024
Twenty-First-Century Symbolism, 2022
EIKON. International Magazine for Photography and Media Art, 2020
International Journal of Current Microbiology and Applied Sciences
PsycEXTRA Dataset
Advances in Mechanical Engineering, 2017
Journal of Neurology, 2012
Human Factors and Ergonomics in Manufacturing & Service Industries, 2021
Jurnal Vokasi Kesehatan, 2017
Journal of Diagnostic Pathology, 2013
Journal of the American Chemical Society, 1998
Revista de la Universidad Industrial de Santander. Salud, 2023