Filippo Maria Leonardi
LA FONOSEMANTICA SECONDO
CASPAR NEUMANN
20.05.2018
Chi volesse compilare una storia del fonosimbolismo e della
fonosemantica, dovrebbe ovviamente menzionare il Traité de la
formation méchanique des langues et des principes physiques de
l'étymologie1 pubblicato nel 1765 da Charles de Brosses (1709-1777) ma
non potrebbe ignorare che il principio dell'interpretazione meccanica
dei suoni della lingua è stato introdotto nel secolo precedente da
Caspar Neumann (1648-1715) che in riferimento all'alfabeto ebraico
disse chiaramente: «Omnium Literarum Hebraicarum Significationes in
Sensu proprio spectata, Mechanica sunt»2. Allo stesso modo si deve
necessariamente citare la La langue hébraïque restituée3 pubblicata nel
1
Charles de Brosses, Traité de la formation méchanique des langues et des
principes physiques de l'étymologie, Saillant, Vincent & Desaint, Paris, 1765.
2
Caspar Neumann, Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1697, Praefatio.
Antoine Fabre d’Olivet, La langue hébraïque restituée, 1815 ¦ La langue
hébraïque restituée, Ed. L’Age d’Homme, 2009, Lausanne.
3
1815 da Antoine Fabre d'Olivet (1767-1825) ma si deve anche
ricordare che il principio di composizione fonosemantica delle lettere
ebraiche fu anch'esso introdotto da Neumann in questi termini:
«Literarum Significatio transit in voces»4.
Caspar Neumann (1648-1715), ecclesiastico e teologo tedesco,
sebbene ormai quasi dimenticato, in realtà godette fra i contemporanei
di una certa fama e intrattenne rapporti epistolari con le menti più
brillanti della sua epoca. Egli è considerato un pioniere degli studi
demografici. Nel periodo in cui fu vicario della cattedrale di Santa
Maddalena a Breslau registrò numerose osservazioni sul tasso di
mortalità della popolazione locale, che inviò a Leibniz. Questi ne
informò la Royal Society di Londra più o meno verso il 1691. I dati
raccolti da Neumann furono utilizzati dall'astronomo Edmond Halley
per costruire la cosiddetta tavola di mortalità che è il prototipo di quelle
usate ancora oggi dalle compagnie assicurative, pubblicata nel 1693 nel
trattato An Estimate of the Degrees of the Mortality of Mankind. Per
capire l'ambiente culturale in cui si mosse Neumann, ricordiamo che
era stato Halley a pubblicare nel 1687, a spese proprie, i Philosophiae
Naturalis Principia Mathematica di Isaac Newton. Negli anni a seguire
sarebbe poi scoppiata la famosa disputa tra Leibniz e Newton circa la
priorità nella scoperta del calcolo differenziale, nella quale fu tirato in
mezzo anche John Wallis, in quanto segretario della Royal Society. E
4
Caspar Neumann, Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1697, Praefatio.
2
qui la storia della fonosemantica si intreccia con quella della
matematica, poiché alcuni di questi personaggi si occuparono
effettivamente di fonosimbolismo, a partire da John Wallis che nel
1653 aveva già pubblicato la Grammatica linguae anglicanae,5 poi
Neumann dal 1696 ed infine Leibniz, che ne discuteva per lettera con
Gerhard Meier nel 1698.6
Neumann dedicò tre opere allo studio della lingua ebraica.
Nella prima, dal titolo Genesis Linguae Sanctae (1696), esprime l'idea
che le radici trilittere della lingua ebraica in realtà non siano "primitive"
ma scomponibili in elementi più semplici, ovvero le singole lettere. Già
nel frontespizio dell'opera scrive chiaramente: Vulgo sic dictas Radices
non esse vera Hebraeorum Primitiva; sed Voces, ab alio quodam,
Radicibus his priore & Simpliciore Principio, deductas.7 Egli ritiene che il
significato di ogni lettera ebraica possa essere dedotto da quattro
attributi: il nome, la figura, la pronuncia e il numero. Seguono varie
etimologie più o meno fantasiose.
John Wallis, Grammatica linguae anglicanae, Oxford, 1653 ¦ Schultzen,
Hamburg, 1688.
5
6 Gottfried Wilhelm von Leibniz, Excerpta ex aliquot epistolae cum V. Cl.
Gerardo Meiero apud Bremenses Theologo communicatis, 1698-1699 ¦ Esprit de
Gothofredi Guillelmi Leibnitii Opera Omnia, Tomus VI, Apud Fratres de
Tournes, Genevae, 1768, p. 145 e segg.
7
Caspar Neumann, Genesis Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1696.
3
Nella seconda opera, dal titolo Exodus Linguae Sanctae (1697),
comincia ad esporre i significati delle singole lettere e a ragionare sulle
variazioni della forma base: simplicia, geminata, aucta, composita, mixta.8
Si intravede una base fonosemantica nella suddivisione
dell'alfabeto in gruppi fonetici omogenei: Ac litteras quidem aspiratas
[ x v f
a
statuit habere in genere significatum motus vel activitatis,
r d t z c motus situsque rectilinei; g
j k q motus situsque curvilinei; y tensionis vel extensionis; m augmenti;
n propagationis; w copulationis; b capedinis, corpulentiae; p anfractus: ita
vario tamen intensionis gradu;
tamen ut littera vocum initialis active se quasi habeat, finalis passive,
media vero utroque modo; adeoque diversus ordo diversum inferat
significatum.9 Questa classificazione non è precisa: mancano delle
lettere, alcune sono state inserite nella categoria sbagliata, altre sono in
ordine sparso. Tuttavia emerge chiaramente questa caratterizzazione:
- aspirate e sibilanti
azioni in generale
- dentali
moto o forma rettilinei
- gutturali
moto o forma curvilinei
- labiali
contenimento
- semivocali Y/W
tendenza / congiunzione
- nasali M / N
aumento / propagazione
8
Caspar Neumann, Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1697.
9
4
Ibidem, p. 18.
La teoria di Neumann si struttura nella terza opera in cui si
analizzano le singole lettere per ricavarne il significato intrinseco per
mezzo del nome, della figura e del suono.10 Tuttavia, per quanto
riguarda il suono, si limita a descriverne le modalità di produzione,
senza ricollegarlo esplicitamente al significato della lettera. La seconda
metà del trattato è occupata dalla formalizzazione di una teoria
etimologica per definizioni e assiomi. Il primo assioma enuncia la
proprietà delle lettere ebraiche, in quanto geroglifici, di esprimere
direttamente l'essenza delle cose: Literae sive characteres Hieroglyphici
immediatè significant res ipsas, quarum signa sunt.11 Il terzo assioma
esprime il principio combinatorio, tipico della fonosemantica: Literae,
Scriptionis ex hieroglyphicâ vel aenigmaticâ & grammaticali compositae,
significando sequuntur naturam utramque. 12
Tra gli altri assiomi enunciati da Neumann, vale la pena di
ricordare quello per cui il suono della lettera suggerisce il suo
significato: Quaelibet litera Hebraea, praeter soni indicium, quod
legentibus exhibet, peculiarem etiam, sibique propriam quandam habet
significationem aenigmaticam, quam ubique locorum servat13 ma negli
esempi pratici Neumann sembra riferirsi più alla figura della lettera che
10
Caspar Neumann, Clavis Domus Heber, Apud Esaiae Felegiebelii Viduam &
Haeredes, Bratislaviae, 1712.
11
Ibidem, p. 129.
12
Ibidem, p. 130.
13
Ibidem, p. 152.
5
al suo suono. Soltanto in alcuni rari casi lega il significato alle modalità
di articolazione. Per esempio, riguardo alla lettera Daleth: sonum quoque
habet intra dentes labiis apertis protrudendum. Quidquid verò de sono
significando certè Motus cujusdam promoventis, protrudentis vel
antrorsum impellentis, signum est.14
Questa lacuna sarà colmata qualche decennio più tardi da
Gottfried Hensel, che in un trattato di linguistica più generale, riprese
la teoria di Neumann sul valore simbolico delle lettere ebraiche,
aggiungendovi per ognuna di esse una motivazione di tipo articolatorio
abbastanza logica e plausibile.15 Hensel riconosce apertamente che la
sua ipotesi sull'alfabeto ebraico, anche se perfezionata, proviene da
Neumann: Et hoc est, quod nomine Emphatica Significationis, in hac mea
hypothesi, Neumannianam tamen suffulcienti, indigitatur, inoltre riporta
considerazioni di Leibniz sul fonosimbolismo delle lingue in generale.
A differenza di Neumann, Hensel considera anche la vocalizzazione
della lingua ebraica nella notazione masoretica e applica il metodo
anche al greco, ma lo fa in modo meccanico e poco intelligente, cioè
lettera per lettera, senza considerare il carattere accessorio delle
desinenze. Infatti, poiché la fonosemantica opera a livello della radice, è
evidente che nella lingua ebraica, costruita su base consonantica, le
14 Caspar Neumann, Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1697, p. 18.
15
Gottfried Hensel, Synopsis universae philologiae, Apud Heredes
Homannianos, Norimbergae, 1741, pp. 122-173.
6
vocali non siano significative, mentre in una lingua di tipo flessivo
come il greco, quello che conta è la parte radicale, non la desinenza.
Difficile stabilire con precisione da dove nasca la teoria di
Neumann sull'alfabeto ebraico, se dall'ispirazione di altri precursori
meno conosciuti o dall'influsso dell'ambiente cabalistico. Sicuramente
si fonda sul presupposto tradizionale che l'ebraico sia una lingua
speciale, ispirata da Dio e capostipite di tutte le altre lingue umane. Si
basa altresì sulle speculazioni relative alla forma delle lettere che erano
in voga a quell'epoca. E' evidente che Neumann è fortemente
condizionato dall'aspetto grafico delle lettere, tant'è che inserisce la
Theth fra le gutturali soltanto per il fatto che tale lettera è disegnata
come una linea chiusa e quindi rappresenta una forma circolare.
Ricordiamo che una trentina d'anni prima, cioè nel 1667, Franciscus
Mercurius van Helmont (1614-1698) aveva pubblicato un trattato sulla
lingua adamitica definendo la scrittura ebraica come alphabetum naturae
poiché la forma di ogni singola lettera poteva essere interpretata come
una precisa rappresentazione grafica della configurazione dell'organo
fonatorio durante la sua pronuncia.16 Franciscus M. van Helmont era
un alchimista e cabalista, figlio di Jean Baptist van Helmont (15801644) a sua volta alchimista ma fondatore della moderna chimica
pneumatica, cui si deve l'introduzione del termine “gas”. Il figlio di
cotanto padre presenta anch'egli una contraddittoria connivenza di
16
Franciscus Mercurius ab Helmont, Alphabeti verè Naturalis Hebraici
crevissima delineatio, Typis Abrahami Lichtenthaleri, Sulzbach, 1667.
7
alchimia e chimica, di cabbalah e fisiologia moderna. Per ogni lettera
dell'alfabeto ebraico ha inserito una tavola illustrativa in cui è
rappresentato l'apparato fonatorio sezionato sul piano sagittale come
nei moderni trattati di fonologia. Tuttavia la forma della lingua è in
molti casi alterata per somigliare forzatamente alla forma della lettera
considerata. D'altra parte nulla dice riguardo al valore fonosimbolico,
per cui l'analogia si limita al rapporto tra suono e grafia, ovvero tra due
tipi di significante senza alcuna considerazione sul significato. In ogni
caso Van Helmont può aver influito su Neumann, che volendo
estrapolare il significato di ogni lettera a partire dai suoi attributi, cioè
dal nome, dalla figura, dalla pronuncia e dal valore numerico, doveva
necessariamente presupporre una naturale correlazione di tutti questi
attributi fra di loro.
L'influenza di Neumann su altri autori non può essere
ignorata, anche se non sempre chiaramente documentata. La sua
originale teoria linguistica fu ripresa nel 1704 da Paul Martin Alberti,17
nel 1706 da Valentin Ernst Loescher,18 nel 1713 dal gesuita Ludwig
Bourdalove,19 ma presto ebbe più detrattori che seguaci. Nel 1709
Christian Benedikt Michaelis (1680-1764), teologo ed orientalista
17
Paul Martin Alberti, Porta Linguae Sanctae, Friderici Arnstii, Budissae, 1704.
18 Valentin Ernst Loescher, De causis linguae Ebraeae, Typis Christ.
Vogelgesangii, Francofürti & Lipsiae, 1706, Cap. II, pp. 251-275.
19 Ludwig Bourdalove, Unschuldige Nachrichten von alten und neuen
theologischen Sachen, Johann Friedrich Braun, Leipzig, 1713, Cap. XXVIII,
pp. 320-332.
8
prussiano, all'età di 29 anni dedicò un trattato alla confutazione della
teoria
di
Neumann,
precisando
di
farlo
esclusivamente
per
«esercitazione accademica».20 Anche Johann David Michaelis (17171791), figlio di Christian Benedikt, confutò la cosiddetta ipotesi
“geroglifica” sostenendo che ogni lingua è parlata prima di essere
scritta, perciò le unità fondamentali del linguaggio sono le sillabe, non
le lettere o le singole consonanti.21
Sicuramente Leibniz era a conoscenza della teoria di
Neumann, anche perché questi nel 1709 gli dedicò il trattato De gemmis
Urim & Tummim, in cui già dal frontespizio richiamava anche l'ipotesi
de Significatione Literarum Hebraicarum Hieroglyphicâ.22 Non sappiamo
direttamente quale fosse l'opinione di Leibniz sulla teoria di Neumann,
ma sappiamo che nei suoi scritti si occupò di etimologia in modo del
tutto diverso, più attento al valore fonosimbolico delle lettere, piuttosto
che al loro significato geroglifico.
Del trattato Clavis Domus Heber (1712), si sa che Neumann ne
inviò una copia anche ad Isaac Newton, il quale però si disimpegnò dal
20
Christian Benedikt Michaelis, Dissertatio Philologica, qua nova Hypothesis
Etymologica Hebraea de Vocum Seminibus, ac Litterarum Significatione
Hieroglyphica, Typis Christoph. Andreae Zeitleri, Halae Magdeburgicae, 1709.
21 Johann David Michaelis, Beurtheilung der Mittel, welche man anwendet, die
ausgestorbene hebräische Sprache zu verstehen, presso la vedova di Abram Van
den Hoefs, Göttingen, 1757, p. 94.
22
Caspar Neumann, Bigam Difficultatum Physico-Sacrarum: De gemmis Urim &
Tummim dictis, Exod. XXVIII,30. & De cibo Samariae obsessae, Impensis Joh.
Herbordi Klosii, Lipsiae, 1709.
9
darne una valutazione, dicendo di essere poco esperto nella lingua
ebraica.
Charles de Brosses, probabilmente non conobbe direttamente
la teoria di Neumann, se non per tramite di Hensel, ma ne diede un
giudizio estremamente negativo citando un passaggio sulla lettera R: «è
la sola osservazione ragionevole che c'è nel sistema assurdo che questo
autore ha composto sulle proprietà chimeriche che egli attribuisce ad
ogni lettera».23 In realtà l'osservazione non è neanche originale di
Hensel, ma ripresa a sua volta da Leibniz.24
Antoine Fabre d'Olivet basò la sua ricostruzione della lingua
ebraica sugli stessi identici princìpi di Caspar Neumann, ma senza mai
citarlo all'interno della sua opera. Tuttavia le somiglianze sono talmente
forti che in un dizionario teologico del 1841 i due autori sono
raggruppati nella stessa voce come esponenti del cosiddetto
Hieroglyphic or cabalistic system che «consiste nell'attribuire certi poteri
mistici e geroglifici alle diverse lettere dell'alfabeto ebraico, e nel
determinare il significato delle parole in accordo con la posizione
occupata da ogni lettera». Ipotesi liquidata dall'autore del dizionario,
tale reverendo Buck, come «ipotesi ridicolmente assurda».25
23
Charles de Brosses, Op. Cit., p. 266.
24 G. W. Leibniz, Otium hanoverarum; sive Miscellanea, ex ore & schedis illustris
viri... Godofr. Gulielmi Leibnitii..., J. C. Martini, Lipsiae, 1718, p. 429.
25
Rev. Charles Buck, A Theological Dictionary, Thomas Tegg, London, 1841,
p. 337.
10
Al netto dei giudizi negativi attribuiti dai posteri all'opera di
Caspar Neumann, dobbiamo riconoscergli i seguenti meriti dal punto
di vista della fonosemantica:
- fu il primo a dare una interpretazione “meccanica” alle
cosiddette lettere, associandone le proprietà fonetiche alle forme
geometriche (terzo principio della fonosemantica) anche se si espresse
in modo poco esplicito;
- fu il primo, per quanto ne sappiamo, ad introdurre il
principio combinatorio (sesto principio della fonosemantica), anche se
lo applicò in modo troppo impreciso e soltanto alla lingua ebraica.
11
VALORI FONOSEMANTICI DELLE LETTERE EBRAICHE,
SECONDO CASPAR NEUMANN26
Omnium Literarum Hebraicarum Significationes in Sensu proprio
spectata, Mechanica sunt, hoc est, à Rebus Corporeis earumque Motu,
Situ atque Figurâ desumta.
Litera adspirata, quarum Gradus supremus sunt Sibilantes, nudum
quasi Oris Halitum & Omnium minimè adhuc articulatum vel
modificatum, una saltim alterâ fortius, expirant. Et hae Symbolum sunt
Motus vel Activitatis in genere omnis, pro vario tantùm Intensionis
gradu variantis.
a
Adspiratio omnium tenuissima, simplicissimum Activitatis
Signum est, Literas, quibus jungitur, quasi animans, & earum
Significationes in Actum deducens.
[
cum Aleph foré coincidit, nisi quod crassior & fortior hujus esse
soleat quàm illius, uti Pronunciatio, ita & Significatio.
h
alius iterum Adspirationis Modus, rem quasi coram sistit, &
praesentiam ejus emphaticè demonstrat.
x
quasi
He
duplicatum,
unum
cum
alio
sistit,
adeoque
Combinationis vel Associationis Litera est.
s
Spiritum
Beneficio
Linguae
arctius
conclusum
Motu
vehementiore & quasi spumoso per dentale Septum protrudens,
Symbolum
26
fit
Motûs
efficacioris,
nempè
ablativi
Caspar Neumann, Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream Ottonem,
Norimbergae, 1697, Praefatio.
12
&
locomoventis.
v
tandem quod adspirationem efflat omnium summam &
spumosissimam, Sono hoc suo non modò Motus omnium
rapidissimi, sed in genere etiam Vehementiae vel Exsuperantiae
omnis Index est, Gradum quasi superlativum inferens ejus, cui
jungitur.
f
medium quid est inter Samech & Schin, & ab ultimo hoc non
nisi gradu remissiore deffert.
Motum Situmque rectilineum vel saltim ab omni Declinatione
abstrahentem habent Literae sequentes:
r
stridulo erumpens Sono, Egressionis, sive ejus quod egreditur,
Nota est.
d
Figurâ suâ Literae Resch valdè cognatum, antecedenti vel
antrorsum protrudendi & promovendi actum habet.
t
id est Daleth plenum, Sequela vel ejus quod antecedentia
immediatè sequitur, Index est.
z
quoad Sonum, est Daleth Sibilatum, adeoque idem notat quod
Daleth.
c
quoad Sonum, est Tau Sibilatum, adeoque idem notat quod Tau.
Motum Situmque curvilineum habebis in hisce Literis:
g
Litera multùm reflexa Flexûs cujuscunque Symbolum est.
j
Motum in se quasi retractum & arcuatum pro Figurâ Literae
refert.
k
cujus Figurae versatilis, sic posita, firma stare nequit, Versationis
vel rei versatilis cujuscunque Symbolum existit.
13
q
quod esse videtur Caph Fulcro suspensum, Motum quemcunque
circularem vel in orbem redeuntem designat.
Species Motus Situsque varios alios in iis, quae restant. Literis
deprehendet:
y
quod Apicem protensum Figura suâ refert, tensionis vel
Extensionis cujuscunque in longum abeuntis Nota est.
m
Litera valdè augusta & dilatabilis, omnis Augmenti, Quantitatis
tam discretae quàm continuae Symbolum esse deprehenditur.
l
Furcae Stimulus, litera est adversativa, sive Nota ejus quod
contra aliquid advertitur.
n
Litera propagativa est, tendentiam ab uno ad aliud denotans.
w
copulat unum cum aliò.
b
Spatio suo cubico Contenta recipit, vel Corpulentiae capedinem
exprimit.
p
id est Beth plenum & magis anfractuosum, non capit modò. sed
ambit, id est Ambitus atque Anfractuum Signum est.
14
CONFRONTO TRA NEUMANN E FABRE D'OLIVET
NELL'APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO COMBINATORIO
Fra i vari esempi di combinazioni di lettere, Caspar Neumann
riporta il termine
dalla lettera
vae che in ebraico significa fuoco. Esso è composto
a che significa “attività” o “movimento”, unita alla lettera
v che significa “tre volte grande”, da cui il significato di “fuoco” che è
l'elemento massimamente attivo: vae significatione hieroglyphica
depingit a) activitatem vel motum v) ter magnum, sitque fit imago ignis,
qui in quodam summae activitatis motu constitit.27
Per confronto, consideriamo la spiegazione dello stesso
termine data da Fabre d'Olivet: «nello stile geroglifico
rappresentato dalla linea retta e
va
dalla linea curva.
ra
ra
era
concepito
come principio elementare, indicava il movimento diretto, mentre
va
il movimento relativo, curvilineo, giratorio [...] in un senso molto
esteso, è qualsiasi principio attivo, qualsiasi centro da cui si sviluppa
una circonferenza, ogni forza relativa. In un senso più ristretto, è il
fuoco considerato nell'assenza di qualsiasi sostanza».28 Come si può
notare, Fabre d'Olivet attribuisce alla lettera
v
il significato di
“movimento circolare” mentre Neumann, considerando la forma
27
Caspar Neumann, Clavis Domus Heber, Apud Esaiae Felegiebelii Viduam &
Haeredes, Bratislaviae, 1712, p. 130.
28
Antoine Fabre d’Olivet, Op. cit.: Vocabulaire radical, pp. 15-16.
15
tricuspidale della lettera, gli attribuisce il significato di “tre volte
grande”. Neumann ha certamente introdotto per primo il principio
combinatorio, ma Fabre d'Olivet ha perfezionato il sistema,
individuando meglio i significati da attribuire alle lettere. Il Vocabolario
Radicale di Fabre d'Olivet è estremamente preciso rispetto alle vaghe
spiegazioni etimologiche di Neumann. La riprova è data dal fatto che i
significati attribuiti alle lettere funzionano egregiamente in tutte le
combinazioni. Per esempio, unendo la lettera
v
segno del moto
curvilineo, con la lettera r segno del moto rettilineo, si ottiene la radice
rv che effettivamente indica oggetti di tipo spiraliforme. D'altra parte,
questo risultato ottenuto da Fabre d'Olivet per l'ebraico, è confermato
da quello già ottenuto da John Wallis per il fonestema SHR- nella
lingua inglese.29
John Wallis, Grammatica linguae anglicanae, Oxford, 1653 ¦ Schultzen,
Hamburg, 1688, § Soni rerum indices, p. 156.
29
16
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
- Alberti, Paul Martin, 1704 : Porta Linguae Sanctae, Friderici Arnstii,
Budissae.
- Bourdalove, Ludwig, Unschuldige Nachrichten von alten und neuen
theologischen Sachen, Johann Friedrich Braun, Leipzig, 1713.
- de Brosses, Charles. 1765 : Traité de la formation méchanique des
langues et des principes physiques de l'étymologie, Saillant, Vincent &
Desaint, Paris.
- Buck, Charles. 1841 : A Theological Dictionary, Thomas Tegg, London.
- Fabre d’Olivet, Antoine. 1815 : La langue hébraïque restituée ¦ 2009 :
Ed. L’Age d’Homme, Lausanne.
- van Helmont, Franciscus Mercurius. 1667 : Alphabeti verè Naturalis
Hebraici crevissima delineatio, Typis Abrahami Lichtenthaleri, Sulzbach.
- Hensel, Gottfried. 1741 : Synopsis universae philologiae, Apud Heredes
Homannianos, Norimbergae.
- von Leibniz, Gottfried Wilhelm. 1698-1699 : Excerpta ex aliquot epistolae
cum V. Cl. Gerardo Meiero apud Bremenses Theologo communicatis, ¦
17
1768 : Esprit de Gothofredi Guillelmi Leibnitii Opera Omnia, Tomus VI,
Apud Fratres de Tournes, Genevae, p. 145 e segg.
- von Leibniz, Gottfried Wilhelm. 1718 : Otium hanoverarum; sive
Miscellanea, ex ore & schedis illustris viri... Godofr. Gulielmi Leibnitii..., J.
C. Martini, Lipsiae.
- Loescher, Valentin Ernst, 1706 : De causis linguae Ebraeae, Typis Christ.
Vogelgesangii, Francofürti & Lipsiae.
- Michaelis, Christian Benedikt. 1709 : Dissertatio Philologica, qua nova
Hypothesis Etymologica Hebraea de Vocum Seminibus, ac Litterarum
Significatione Hieroglyphica, Typis Christoph. Andreae Zeitleri, Halae
Magdeburgicae.
- Michaelis, Johann David, 1757 : Beurtheilung der Mittel, welche man
anwendet, die ausgestorbene hebräische Sprache zu verstehen, presso la
vedova di Abram Van den Hoefs, Göttingen.
- Neumann, Caspar. 1696 : Genesis Linguae Sanctae, Apud Andream
Ottonem, Norimbergae.
- Neumann, Caspar. 1697 : Exodus Linguae Sanctae, Apud Andream
Ottonem, Norimbergae.
- Neumann, Caspar. 1709 : Bigam Difficultatum Physico-Sacrarum: De
gemmis Urim & Tummim dictis, Exod. XXVIII,30. & De cibo Samariae
obsessae, Impensis Joh. Herbordi Klosii, Lipsiae.
18
- Neumann, Caspar. 1712 : Clavis Domus Heber, Felegiebelii Viduam &
Haeredes, Bratislaviae.
- Wallis, John. 1653 : Grammatica linguae anglicanae, Oxford ¦ 1688 :
Schultzen, Hamburg.
19