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Qui presentato non è lo scritto originale, ma solo una breve introduzione alla mia tesi di laurea triennale in storia (a.a. 2015-2016). Il fine del lavoro è raccontare la storia d'Aragona non limitandosi al solo regno omonimo, ma estendendo l'ambito di ricerca ad ogni singola presenza umana sul territorio che ha dato i natali al Regno d'Aragona. Si badi bene che ho detto «presenza umana» e non semplicemente «dominazione», questo perché lo scritto, avendo anche l'obbiettivo di raccontare la società, ha un'estensione temporale ben più ampia di quella che il solo titolo farebbe pensare, la linea del tempo, infatti, comincia con i primi stanziamenti ominidi nella penisola, cosa che parrebbe assurda ad una prima lettura, ma che ritengo utile per capire come, in che modi e quando si è evoluta la società aragonese e catalano-aragonese. A tal ragione si troveranno, dopo una brevissima parte dedicata alla preistoria e alle successive civiltà più complesse, nella prima componente dello scritto una sintetica storia delle varie dominazioni, da quella romana a quella visigota, dagli arabi ai Franchi, ecc… A tutto ciò segue la seconda e più consistente parte dell'opera: dal regno di Ramiro I (1035-1062) a quello di Giovanni II (1458-1479), ovvero da quando l'Aragona passò ad essere da contea a regno all'unificazione tra Aragona e Castiglia con la salita al trono di Ferdinando il Cattolico (1479-1516), che ho volutamente escluso perché lo ritengo appartenente, dal 1479, ad un'altra realtà storica, il Regno di Spagna. Questa seconda componente dello scritto, volendo mettere in risalto le vite e le gesta (politiche, culturali, economiche, ecc…) dei singoli re, si divide per tanti capitoli quanti furono i sovrani. Lo scritto, lo ammetto io stesso, è ancora incompleto, poiché molti aspetti devono e dovranno essere continuamente aggiornati e rivisti mano a mano che la ricerca andrà arricchendosi, cosa a cui sto provvedendo ancora oggi. La raccolta di tutte queste informazioni a primo impatto può destare critiche perché possibile causa di confusione, ma lo scopo dell'opera è quello di creare un manuale per futuri lavori specifici sull'argomento, che andranno poi ad accrescerlo e svilupparlo. Qui di seguito si troverà l'indice completo e la bibliografia utilizzata.
«Pastura les meves ovelles» (Jn 21,16). Miscel.lanía d'homenatge al Cardinal Lluís Martínez Sistac, Ateneu Universitari Santa Pacía, Barcelona 2015, 2015
In Sicily the domination of Carlo I of Angiò ended with the Sicilian Vespers of 1282, and the one of Pietro III of Aragona was established. Catania was the adoptive country of Aragoneses who had followed the new king and, actually, it became the capital of the Kingdom. The leadership of Aragoneses who were naturalized in Sicily, was taken up by Blasco Alagona and by his own descendants. Even if at the beginning the Aragoneses respected the autonomy of the Sicily Kingdom, when Artale Alagona, who was the guardian of the young Queen Maria, planned to give her in marriage to Gian Galeazzo Visconti, duke of Milan, the king Pietro IV of Aragona decided to intervene for inhibiting the accomplishment. The Alagonas and all other supporters of the Sicily Kingdom autonomy were overwhelmed and it began the process that brought to full integration of the Sicily Kingdom into the Aragona Kingdom.
Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 215 (2020)
PER UNO STUDIO TIPOLOGICO DELL'ARATRO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA REGIONE TOSCANA (Estratto da "Archeologia medievale", IV-1977, Firenze, CLUSF, 1978 La forma dei campi è ovunque derivata da complesse ragioni di adattamento all'ambiente geografico e climatico, a queste si sovrappongono ragioni economiche sociali e anche etniche o di tradizione culturale, che non è il caso di esaminare in questa sede: basterà dire che esiste sempre una chiara relazione fra la forma dei campi e la maneggevolezza dell'aratro in ogni particolare regione e sub-regione1. Dal punto di vista tecnico l'aratro si evolve adattandosi alla forma dei carngi mutevole con l'evolversi dell'economia, dal punto di vista « stilistico » tale forma è legata alla tradizione della società o comunità rurale specifica, ed anche quando la popolazione dovesse emigrare in terre geograficamente diverse e lontane essa porterà con sé il « blueprint » dell'aratro del luogo d'origine. Tale blueprint, come ogni altro elemento culturale, definisce una cultura, così come ugualmente la identificano il linguaggio, la religione, il costume in senso lato, con la sola differenza che molti elementi della cultura materiale sembrano essere considerevolmente più stabili e radicati di quelli della cultura non materiale o intellettuale. A riprova di quanto abbiamo asserito esiste ancora oggi l'aratro antico egeo-levantino distribuito in quasi tutta l'area di espansione coloniale ellenica e punica o fenicia: dal sud della Spagna al nord Africa all'Italia meridionale2; l'aratro spagnolo e quello portoghese che si trovano, immutati, in America latina dove si insediarono i coloni iberici; gli aratri inglesi e germanici variamente distribuiti, a seconda degli insediamenti etnici, nel Nord America del secolo scorso3. Abbiamo visto, in altra sede, come ben poche relazioni intercorrono fra distribuzione linguistica e distribuzione di arnesi ed attrezzi nell'area tosco-emiliana4. Non sempre i terreni del Mediterraneo occidentale sono identici a quelli dell'area orientale dove verso il nono secolo a.C. si sviluppò la forma attuale dell'aratro greco. Totalmente diversi dai terreni iberici sono anche certi terreni dell'America centrale e del Sud America dove si trovano gli aratri spagnoli e portoghesi. In Toscana vi sono oggi tre tipi di aratro in legno tecnicamente non molto diversi fra loro se non per le dimensioni: più grossi nei terreni pesanti, più piccoli nei terreni leggeri. I primi sono in genere a due « manìcchie », i secondi sono a « stégola ». Fino ai primi del secolo era ancora possibile trovare nella Toscana orientale, e regioni limitrofe, un tipo di coltro in legno, il « perticaio », di chiara provenienza carpato-balcanica5. Anche se di tale provenienza non conosciamo le vicissitudini, [281] si nota una certa relazione geografica, sia pure tenue e discutibile, fra le distribuzioni di questo tipo di coltro ed un tipo fisico « adriatico ». Del resto anche il « piovo » della Romagna e delle Marche6, non solo per il suo nome (piovo-plov), suggerisce una origine celtica che può risalire sia all'antichità sia al Medioevo.
Un contributo allo studio della geografia politica del Principato di Taranto in età orsinana.
2024
A distanza di più di trent’anni dall’ultimo Congresso svoltosi in Sardegna (il XIV, del 1990), gli Atenei di Cagliari (Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali) e Sassari (Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione) e il CNR Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea organizzano, dal 4 all'8 ottobre 2024, il XXI Congresso di Storia della Corona d'Aragona dal titolo «Monarchia e Regni. Processi di integrazione nella Corona d’Aragona (secoli XIII-XVIII)» che propone una riflessione storiografica sull’intensità, la complessità e gli esiti politici, sociali e culturali dell’integrazione tra Monarchia e Regni. La proposta delle istituzioni sarde intende, inoltre, ricordare e valorizzare il VII centenario dall’istituzione del Regno catalano-aragonese di Sardegna.
per conquistare il regno di Napoli dovette combattere ventuno anni Ricordiamoci di Plinio il Giovane, là dove dice che se noi non possiamo far cose degne d'esser scritte, dobbiamo almeno scrivere cose degne d'essere lette." Michele Amari " pronte. -" Questo primo comandamento è di Tucidide che lo scrisse più di duemila anni fa, ed è sempre valido ed attuale. -Il secondo è simile al primo: lo storico non deve adottare assolutamente le opinioni che gli vengono sciorinate davanti, anzi, deve rifuggire da esse. -Un classico ancora attuale è il racconto di mille uomini che sbarcano a Calatafimi e sbaragliano un esercito di quarantadue mila soldati. -Hanno attraversato tutto il Tirreno senza che la flotta borbonica li abbia intercettati. -Hanno attraversato lo stretto senza problemi e sbaragliato un esercito comandato da fior di generali. -Hanno conquistato un regno. -Non è incredibile?? Appunto, è incredibile. -Io non ci credo. Nelle biblioteche ci sono centinaia di libri che concordano su quanto accaduto, ma io vado lo stesso a cercare tra le scartoffie il punto dove il racconto si scontra con la verità. -Ecco il compito del critico storico; diffidare dell'evidenza dei fatti, dubitare di tutti, cercare e cercare la verità, a costo di riscrivere la storia. -Carmelo Santillo -Nov. 2013 Ecco i personaggi di questa storia : Stemma della dinastia Angiò -Durazzo Giovanna ll d'Angiò-Durazzo -1373/1435-regina di Napoli, succede al fratello Ladislao nel trono di Napoli a 41 anni e vedova del primo marito duca Guglielmo d'Austria, che muore dopo appena cinque anni di matrimonio.-Sposa il secondo marito Giacomo ll° di Borbone conte di La Marche, francese, che dopo alterne vicende (non liete) si ritira in Francia in convento con l'abito francescano.-Quindi è la volta Sergianni Caracciolo.-La tradizione vuole che nella sua camera da letto ci sia stato un via vai di "favoriti" oltre i mariti. -La storia ci lascia alcuni nomi come Pandolfello Piscopo detto Alopo per la sua calvizie, e il Caracciolo appunto. -Figlia di Carlo lll° di Napoli e di Margherita di Durazzo, muore a 62 anni e lascia per testamento che il regno vada al fratello di Luigi, (che incontreremo lungo questa storia), Renato d'Angiò. -Con la sua morte si estingue la dinastia degli Angiò e finisce il loro dominio sul regno di Napoli. -Alfonso d'Aragona -detto il Magnifico (1394 / 1458) -Ma anche
La Mediterrania De La Corona D Arago Segles Xiii Xvi Vii Centenari De La Sentencia Arbitral De Torrellas 1304 2004 Xviii Congres D Historia De La Corona D Arago Valencia 2004 9 14 Setembre Vol 1 2005 Isbn 84 370 6304 3 Pags 99 144, 2005
Stati regionali e apparati burocratici nella Corona d'Aragona (secc. XIV e XV) *
Pagina principale di riferimento: Archivio Gaetani d'Aragona Abbreviazioni f. folio SOMMARIO Gesta di Casa Gaetani d'Aragona nel Regno di Napoli dal XV al XVII secolo Riferimenti bibliografici
RPS Metode Penelitian, 2020
López Quiroga, J., Martínez Tejea, A. and Morín de Pablos, J. (eds): Monasteria et territoria. Elites, edilicia y territorio en el Mediterraneo medieval (siglos V-XI). Madrid., 2007
D. Bernal - D. Cottica (eds.) Scambi e commerci in area vesuviana. I dati delle anfore dai saggi stratigrafici I.E. (Impianto Elettrico) 1980-81 nel Foro di Pompei. Roman and Late Antique Mediterranean Pottery 14, Archaeopress, Oxford, 2019
International Journal for Multidisciplinary Research (IJFMR), 2024
Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis Studia Geographica
Theosophia Islamica, 2021
Археология восточноевропейской лесостепи, 2009
النشرة المعلوماتیة فی الحاسبات والمعلومات, 2022
Health Psychology Report, 2021
Türk dünyası dil ve edebiyat dergisi, 2003
Neurosurgical Review, 2012
E-Learning and Digital Media, 2014