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ILIADE – LIBRO III

Questo volume è dedicato al terzo libro dell'Iliade, e riunisce insieme tre elementi: il testo dell’Iliade, una traduzione interlineare rigorosamente letterale ed un commentario. Non sono a conoscenza di un altro testo in cui tutti questi tre elementi siano riuniti insieme, e siano presentati in lingua italiana. Non intendo rivendicare l’aver colmato alcuna lacuna: ho semplicemente voluto realizzare lo strumento a mio parere più pratico, per un lettore appassionato di Omero, al fine di consentirgli allo stesso tempo e con un unico volume tra le mani di leggere il testo greco del poema, confrontare una proposta di traduzione ed approfondire vari aspetti del testo con un esteso commentario a piè di pagina. La traduzione ed il commento sono preceduti da un'introduzione al libro, e seguite da alcune schede lessicali e di approfondimento. La traduzione, le schede lessicali e l’impostazione complessiva del presente lavoro sono originali, mentre per il commento e le note mi sono mi sono appoggiato in larga misura ai due fondamentali commentari di W. Leaf e G. S. Kirk, che ho parzialmente tradotto e variamente integrato tra di loro e con altre fonti. Le note sono principalmente focalizzate sul lessico e sulla grammatica. Per un'analisi grammaticale dettagliata che si integra al testo greco e ad una traduzione letterale interlineare, si veda il lavoro di J. J. Jackson.

ILIADE – LIBRO III Questo volume è dedicato al terzo libro dell'Iliade, e riunisce insieme tre elementi: il testo dell’Iliade, u a traduzione interlineare rigorosamente letterale ed un commentario. Non sono a conoscenza di un altro testo in cui tutti questi tre elementi siano riuniti insieme, e siano presentati in lingua italiana. Non i te do rive dicare l’aver col ato alcu a lacu a: ho semplicemente voluto realizzare lo strumento a mio parere più pratico, per un lettore appassionato di Omero, al fine di consentirgli allo stesso tempo e con un unico volume tra le mani di leggere il testo greco del poema, confrontare una proposta di traduzione ed approfondire vari aspetti del testo con un esteso commentario a piè di pagina. La traduzione ed il commento sono preceduti da un'introduzione al libro, e seguite da alcune schede lessicali e di approfondimento. La traduzione, le schede lessicali e l’i postazio e co plessiva del presente lavoro sono originali, mentre per il commento e le note mi sono mi sono appoggiato in larga misura ai due fondamentali commentari di W. Leaf e G. S. Kirk, che ho parzialmente tradotto e variamente integrato tra di loro e con altre fonti. Le note sono principalmente focalizzate sul lessico e sulla grammatica. Per un'analisi grammaticale dettagliata che si integra al testo greco e ad una traduzione letterale interlineare, si veda il lavoro di J. J. Jackson. Riccardo Guiffrey NOTE ALLA TRADUZIONE E AI COMMENTI Questo piccolo volume – il terzo di una serie di ventiquattro volumi dedicati ai ventiquattro libri dell’Iliade – riunisce insieme tre elementi: il testo dell’Iliade, una traduzione interlineare rigorosamente letterale ed un commento. Non sono a conoscenza di un altro testo in cui questi tre elementi siano riuniti insieme, e siano tra l’altro presentati in lingua italiana. Non intendo rivendicare l’aver colmato alcuna lacuna: ho semplicemente voluto realizzare lo strumento a mio parere più utile, per un lettore appassionato di Omero, al fine di consentirgli allo stesso tempo, e con un unico volume tra le mani, di leggere il testo greco del poema, confrontare una mia proposta di traduzione ed approfondire vari aspetti del testo con un esteso commento a piè di pagina. La traduzione ed il commento sono preceduti da una introduzione generale al libro, e seguite da alcune schede lessicali e da una scheda dedicata ai dialoghi presenti nel libro. Dal quarto libro in poi sarà presenta anche una scheda relativa alle vittime dei combattimenti. La traduzione, le schede lessicali e l’impostazione complessiva del presente lavoro sono originali, mentre per il commento e le note mi sono mi sono appoggiato in larga misura ai due fondamentali commentari di W. Leaf e G. S. Kirk, che ho parzialmente tradotto e variamente integrato tra di loro e con altre fonti. Ho selezionato quei commenti che ho ritenuto assolutamente necessari al fine di una comprensione di base del testo omerico, focalizzandomi principalmente sul lessico e sulla grammatica, e sulla struttura dell’opera: molti di meno sono i commenti relativi al mito, alla storia e alla geografia, all’archeologia omerica e ad altri elementi, pur interessanti e fondamentali per una comprensione più approfondita del testo. Segnalo, incidentalmente, che i due commentari citati sono entrambe disponibili sul web, liberamente: il commentario all’Iliade di Leaf, risalente ai primi del Novecento, è in due volumi ed include il testo del poema, ma non la sua traduzione; il commentario curato da Kirk è in sei volumi, pubblicati a partire dal 1985, e non include il testo del poema, per consentire maggior spazio ai commenti. La traduzione Innanzitutto si tratta una traduzione interlineare, nella quale ciascun verso è, di regola, immediatamente seguito dalla sua traduzione in lingua italiana. Esistono altre edizioni di questo tipo: personalmente ho utilizzato spesso la versione di John James Jackson1, disponibile anche il formato elettronico su CDROM. Ho fatto ogni sforzo per rispettare questa regola dell’alternanza minima, cercando di far seguire al singolo verso la sua traduzione, anche a costo di perdere qualcosa in termini di leggibilità e godibilità della traduzione stessa: nei rari casi in cui questa regola non poteva essere seguita se non mettendo a rischio la stessa comprensibilità, ho scelto di raggruppare insieme due o più versi, e di far seguire la traduzione all’intero blocco. Questo si è verificato per esempio laddove due o più versi consecutivi presentavano un enjambement in cui il termine trasferito all’inizio del verso successivo era essenziale al perfezionamento logico del verso precedente. Ma si tratta di eccezioni. Si tratta poi di una traduzione letterale. Non ho voluto realizzare un testo di piacevole lettura, piegando la traduzione ad esigenze di fruibilità immediata del testo: esistono molte splendide traduzioni in lingua italiana che permettono di godere pienamente del racconto epico, e che a volte sono realizzate con tale maestria da permettere persino si apprezzare il ritmo e le sfumature del verso omerico. Nei riferimenti bibliografici che seguono cito alcune delle versioni che ho letto e consultato. Ho voluto invece realizzare una traduzione che rimanesse quanto più possibile fedele al testo greco, aderente ad esso, in modo da 1 The Iliad of Homer. A Parsed Interlinear Text, compiled and parsed by John James Jackson. Il lavoro si basa sul testo greco di D. B. Monro e T. W. Allen (Oxford, 1920) e sulla traduzione inglese di A. T. Murray (London, 1924). obbligare il lettore ad avvicinarsi il più possibile al testo omerico, alla lingua e allo stile del suo autore. Il solo modo per apprezzare veramente l’Iliade è leggendola nella lingua originale, e questa traduzione più aiutare il lettore ad acquisire una tale familiarità con la lingua di Omero da poter leggere la sua opera nella forma originale. La presente traduzione deve essere letta insieme al testo greco, passo passo con esso: ed è proprio per questa ragione ho anche optato per una rigorosa interlinearità. Scegliere una traduzione letterale ha significato in primo luogo cercare di seguire il testo greco anche nell’ordine delle parole, adattando il testo italiano alle scelte del poeta ogni volta che questi ha deciso di alterare il naturale ordine delle parole per esempio per ragioni metriche, oppure per dare enfasi ad un particolare termine o ad una particolare formula. O di ricorrere, appunto, all’enjambement per creare pathos e dare ritmo al racconto poetico. Ma oltre al problema dell’ordine delle parole c’è anche il problema delle moltissime particelle che arricchiscono il verso greco, e che sono così tipiche dello stile omerico: queste possono avere un significato specifico in un particolare verso, ma in un altro possono avere una semplice funzione espletiva, e risultare di difficile traduzione. Ogni volta che è stato possibile ho cercaro di dare voce anche a queste ultime, rinunciandovi solo quando questo sarebbe stato inutilmente pesante, o persino errato. Questa traduzione potrebbe poi anche definirsi una traduzione aperta. Tradurre un testo – dal greco, dal latino o da qualsiasi altra lingua - un processo complesso2 che si articola da un punto di vista logico e cronologico in due fasi distinte, l’una presupposto irrinunciabile dell’altra. • • Al principio vi è una fase di interpretazione e comprensione del testo originale, fase nella quale si compie una prima operazione di tipo induttivo-deduttivo: si osservano i fenomeni linguistici lessicali, morfologici, sintattici e stilistici – che impregnano il testo originale, si formulano ipotesi d’interpretazione e si verificano le conseguenze di tali ipotesi sulla base dell’economia semantica complessiva; il risultato di questa verifica qualifica la validità dell’ipotesi interpretativa complessiva. Questa prima operazione procede in modo ciclico fino a quando l’intero testo, non ancora tradotto, non è stato completamente interpretato e compreso. A questa prima fase segue la fase di traduzione vera e propria nella quale il testo originale – ormai interpretato ed adeguatamente compreso - viene riformulato nella lingua di arrivo. Utilizzando le parole di Umberto Eco3, potremmo affermare che si tratta di dire in italiano (quasi) la stessa cosa che dice il testo greco. Purtroppo nel momento stesso in cui si inizia questa seconda fase ci si trova a fare i conti col problema che il lessico del traduttore non corrisponde ‘esattamente’ al lessico dell’autore: per usare ancora una volta le parole di Umberto Eco, “la sinonimia secca non esiste”4. Questo è un fatto generale, ma è vero a fortiori per il lessico dei poemi omerici, un lessico composito e il cui processo di formazione ha richiesto vari secoli. Numerosi sono nella lingua omerica gli hapax legomena, termini che compaiono una sola volta in Omero o persino nell’intero corpus della letteratura greca antica. Molti sono ugualmente i termini che possedevano nella lingua omerica un proprio significato, non più rispecchiato successivamente nel greco classico. Come possiamo conoscere con esattezza il significato che un termine possedeva per Omero o per gli aedi che l’hanno utilizzato? La traduzione deve dunque essere un processo di negoziazione continua tra la lingua d’origine e quella di destinazione, tra la lingua dell’autore e la lingua del traduttore: una vera e propria mediazione culturale che ha lo scopo ultimo di attuare una efficace “ospitalità linguistica” (nel senso di P. Ricoeur) del testo d’origine nella lingua di arrivo5. Data la difficoltà di scegliere, volta per volta, un singolo termine per riflettere e compendiare la ricchezza e la complessità del termine 2 Si veda Angelo Meriani, Pratica didattica della traduzione dal greco antico: osservazioni, riflessioni, proposte. Progetto THEUT, Atti a cura di C.G. La Mura e V. Pepe, il Torcoliere, Università degli Studi di Napoli, "L'Orientale", 2005, pp. 89-147. 3 U. Eco, Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, Milano 2003. 4 U. Eco, Op. cit., pag. 35. 5 A. Meriani, Op. cit. greco - del quale si intuisce spesso il senso senza riuscire ad esprimerlo in modo conveniente e convincente - ho rinunciato sin dall’inizio a ricercare la soluzione perfetta scegliendo invece di proporre, dove questo mi sembrasse necessario, una pluralità di termini e circonlocuzioni che nel loro insieme siano di aiuto al lettore a ‘ricostruire’ il senso del termine omerico in quello specifico contesto. Il termine greco viene così trattato come una glossa: del resto è noto che spesso alcuni termini del testo omerico non erano nemmeno più compresi dagli stessi aedi, ma lasciati sopravvivere perché fossilizzati nelle formule nelle quali comparivano. Si pensi per esempio al fenomeno dell’esegesi aedica: confrontati con espressioni o formule della tradizione che, con il passare del tempo, erano divenute oscure o ambigue nel loro significato, gli stessi aedi sentirono talvolta l’esigenza di darne una spiegazione inserendo porzioni aggiuntive di testo in funzione epesegetica. O si pensi al lavoro sistematico di raccolta e studio delle glosse omeriche che appare già usuale nella seconda metà del V secolo a.C. Infine, la traduzione in lingua italiana è intercalata da un lessico essenziale in linea: si tratta di un sintetico rimando alla voce di dizionario corrispondente, solo per alcuni dei termini più significativi, inserita in modo da agevolare il lettore. Le informazioni inserite sono il presente indicativo dei verbi, il nominativo e talvolta il genitivo e altri casi – se irregolari e rilevanti per la lingua omerica - dei sostantivi e degli aggettivi, taluni avverbi e particelle. Questi riferimenti lessicali vengono talvolta accompagnati da ulteriori informazioni relative all’uso omerico o epico del termine. Quanto può essere espresso in modo sintetico viene proposto direttamente nel corpo della traduzione: se sono necessarie spiegazioni più articolate, il lettore viene rinviato alle note a pie’ di pagina. Questi rimandi lessicali sono stati inseriti essenzialmente allo scopo di aiutare il lettore a ‘seguire’ la traduzione senza necessità di ricorrere immediatamente al dizionario. Il commento Infine, il testo è accompagnato da un corpo di note e commenti che chiariscono vari aspetti del testo. Ho scelto di riportare le note nel corpo stesso della pagina, e non separatamente dal testo tradotto: ho immaginato che questa impostazione potesse risultare più utile al lettore. I commenti provengono per la maggior parte dal commentario di Leaf e dall’esteso commentario edito da Kirk (vedi bibliografia per entrambe). La fonte viene chiaramente indicata, in modo tale da poter essere facilmente reperita (ad loc.) nei due testi ed approfondita. Altre fonti vengono chiaramente indicate laddove utilizzate: alcuni commenti sono per esempio tratti dalle traduzioni di G. Paduano e di G. Cerri, o dagli stessi dizionari (LSJ, G. Autenrieth, L. Rocci) o dai vari testi di grammatica omerica che ho consultato. Il testo omerico è di tale complessità e ricchezza che ogni cosa può essere oggetto di commento: il contesto storico e culturale, i riferimenti archeologici, artistici o relativi all’armamento, i riferimenti mitologici, la lingua e lo stile etc. Ho scelto di focalizzare il commento e le annotazioni sugli aspetti lessicali, linguistici e stilistici, raramente inserendo commenti di carattere mitologico, tecnico, culturale etc. quando questi fossero indispensabili, o anche solo molto utili, alla comprensione del testo. Ogni libro è accompagnato da una sintetica introduzione, e nel corpo della traduzione vi sono brevi sezioni di commento relative alla struttura o ad altri aspetti rilevanti. Al termine di ciascun libro compaiono inoltre tabelle sinottiche di vario genere: nomenclatura e lessico omerico, tabelle di confronto tra scene simili, tabelle di sintesi relative alle vittime degli scontri, ai discorsi diretti etc.