Academia.eduAcademia.edu

Spazi bianchi. Un prologo

2024, Quaderni lombardo-piemontesi Epigrafia, glottologia e letteratura, n. 1

Abstract

Il testo è il prologo - presentato nella Giornata di studi Internazionale "Ricordando Enrica" svolta a Bagnasco di Montafia (AT) il 20 aprile 2024 - della lezione recitata "Spazi Bianchi. Enrica Fiandra: intuizioni, creatività e scoperte di una scienziata dell'archeologia", che ha debuttato al Museo Egizio di Torino il 29 settembre 2024.

Quaderni lombardo-piemontesi Epigrafia, glottologia e letteratura diretti da Erika Notti I (2024) Arco di Bagnasco, fraz. di Montafia, (AT) Questo volume è stato pubblicato con un contributo di: Dipartimento di Studi umanistici, Università IULM di Milano - Progetto dipartimentale “Archivi digitali di Radamanto” CIRAAS (Centro Internazionale di Ricerche Archeologiche, Antropologiche e Storiche) Amministrazione Comunale di Montafia Lions club Villanova d’Asti. Comitato scientifico Mario Enrietti Renato Gendre Mario Negri Erika Notti (Direttore) Redazione: [email protected] © Settembre 2024, Tipografia Astese, di Bona Roberto 14100 ASTI - Piazza Medici, 28 Tel. 0141 594028 Fax 0141.594164 Cod. Fisc. BNO RRT 64L28 A479T Partita Iva 01081780056 C.C.I.A.A. 77425 Albo Artig. 23048 R.I. Asti 41870/1996 www.tipografiastese.com - [email protected] Impaginazione: ADV di Antonello Catalano ISBN 979-12-81961-00-5 Valentina Cabiale SPAZI BIANCHI. UN PROLOGO Premessa Questo lavoro costituisce una anticipazione e prologo della lezione recitata “Spazi bianchi. Enrica Fiandra dal IV millennio a.C. all’età moderna”, che debutterà nell’autunno 2024 a conclusione del Quadila Festival. Sabato 20 aprile 2024 il testo, di Valentina Cabiale, è stato letto pubblicamente da Marco Gobetti, dopo l’inaugurazione della targa commemorativa dedicata a Fiandra e apposta sulla sua casa di Bagnasco di Montafia. Spazi bianchi Enrica Fiandra non avrebbe mai scritto una autobiografia, lontanissima come era da ogni forma di autocelebrazione; non tanto per modestia, quanto perché la vita è troppo breve per non occupare tutto il tempo in studio, ricerche, incontri. Per la stessa ragione, forse, non faceva pranzo: una colazione abbondante ed era a posto fino a sera. La parola scritta le appariva insufficiente per includere ciò che davvero conta; un concetto che traspare nelle parole scritte all’amica Paola Pelagatti (archeologa e bibliotecaria della Scuola Archeologica Italiana ad Atene) in una lettera del 1955, parlando di Festòs, il famoso sito archeologico cretese: «Le tombe, il palazzo, ecc. ecc. (…) sono cose indescrivibili; perché tu abbia un’idea di come mi hanno colpita lascerò uno spazio bianco: è la descrizione migliore che possa fare». Spostiamoci due anni in avanti, nel 1957. Fiandra ha 31 anni, è ad Atene, ha già vinto il concorso in Italia per entrare in Soprintendenza ed è diventata la prima donna Ispettrice ai Monumenti, ma ha chiesto un distaccamento ad Atene, alla Scuola Archeologica Italiana. E nel 1957 sta appunto lavorando per la Scuola, a Festòs e in altri siti. Ha iniziato anche a studiare i sistemi di sigillatura di alcuni recipienti di età minoica – sono i primi studi che poi la porteranno alle cretule, ai sistemi di sigillatura antichi, ecc – e ha elaborato una prima teoria, che sottopone al professor Doro Levi. Doro Levi è il direttore della Scuola di Atene, un archeologo di grande fama. Levi rimane molto colpito dalla teoria dell’allieva e si complimenta calorosamente, via 101 lettera. Le regala anche, come premio, un chilo di marron glacé. Fiandra è molto felice della reazione favorevole di Levi e gli risponde. Ci sono due versioni della lettera di risposta. Una brutta e una bella. È una lettera molto lunga dove gli spiega nel dettaglio i suoi ragionamenti e studi, ma a noi interessa l’inizio di questa lettera. Nella prima versione Fiandra inizia così: «Caro Professore, il dolcissimo ringraziamento mi ha lasciata senza fiato e senza parole per una buona mezz’ora (anche perché subito ebbi la bocca piena)» – con quella ironia irriverente che è un tratto di lei. Ma non è questa la lettera che gli manderà. C’è una seconda versione, quella che poi gli spedisce il giorno dopo, dove cambia strategia, e riprende lo “stratagemma” giù usato nel 1955: lascia bianco il terzo superiore del foglio, toglie alcuni particolari (tra cui quello della bocca piena) e scrive: «Caro Professore, // SPAZIO BIANCO // questo spazio è riservato alle parole di ringraziamento che mi sono mancate quando giunse il dolcissimo dono che mi lasciò senza fiato. È uno spettacolo meraviglioso vedere tanti marrons tutti insieme e tutti per me. È la prima volta che mi capita! ...» 1 Lo spazio bianco è una metafora. Può significare tante cose. Rappresenta, in questo caso, la gioia, la felicità: quando si è così felici – di quello che si sta vivendo, che si è, che si vede in quel momento – che non si riesce a parlare, si sospende ogni parola. Nello spazio bianco c’è il diritto al silenzio. A non raccontare. Tutti abbiamo delle cose che non riusciamo a dire, che facciamo fatica. Quasi tutti, però, poi, quando è solo una questione di gioia, le diciamo. Malamente, ma lo facciamo. Lo spazio bianco, lasciare lo spazio bianco, è un’altra cosa. C’è qualcosa di misterioso nello spazio bianco. Tutto quello che uno non riesce a dire è pesante di felicità ma forse è pesante anche di qualcos’altro (irrequietezza?). Lo spazio bianco è anche una scappatoia facile. Perché in questo modo tocca all’altro, agli altri, capire, interpretare. Lì, in quello spazio bianco, si può tentare di raccontare molto; anche, forse, quella possibilità di ricerca (di pensiero) rigorosa, creativa, curiosa e libera, che ha caratterizzato Enrica Fiandra e che tanto oggi ci manca. 1 Il testo della lettera a Paola Pelagatti è pubblicato in G. BANDINI, Lettere dall’Egeo. Archeologhe italiane tra 1900 e 1950, Giunti, Firenze 2003; le due lettere a Doro Levi, inedite, sono conservate presso l’Archivio Enrica Fiandra di Roma, Serie 3. Corrispondenza di lavoro / Sottoserie 3.1 Fascicoli originali e per corrispondenza / n. 217 “Corrispondenza Levi”. 102 Enrica Fiandra, originaria di Montafia (AT), è stata architetta e archeologa di fama internazionale. Laureata in architettura al Politecnico di Torino, è diventata nel 1955 la prima donna Ispettrice ai Monumenti d’Italia. Ha coordinato diversi scavi archeologici in Turchia, Grecia, Creta, Libia. Una studiosa di grande intelligenza e intuito e dagli interessi molteplici: dalle cretule – grumi di argilla apposti come sigilli sulle chiusure di contenitori per gestire le transazioni e i movimenti di beni tra il IV e il I millennio a.C. nel Mediterraneo, studiate dagli archeologi per ricostruire la nascita della burocrazia e dei sistemi di potere nel mondo antico – ai soffitti in gesso decorati a rilievo, utilizzati dal XVIII secolo fino ai primi anni del Novecento nelle cascine del Piemonte meridionale. Nella casa di Montafia aveva un mare scomparso in cantina: la spiaggia pliocenica fossilizzata, la battigia e lo scoglio. Stupiva per la capacità continua di meravigliarsi e interessarsi alle persone; partiva sempre dalle cose piccole (come la cretula) e conservava tutto. Una figura intraprendente, anticonformista e incredibilmente misteriosa, come tutte le persone che appaiono, a coloro che le hanno conosciute, incrollabili e felici. C’è davvero qualcosa, in quegli spazi bianchi, che bisogna cercare e provare a raccontare: per scoprire da dove viene, e dove si trova, la possibilità di un pensiero così indipendente e senza timori, che ci salva. 103 INDICE Presentazione pag. 3 GIORNATA DI STUDI INTERNAZIONALE “RICORDANDO ENRICA” Francesco Rubat Borel Enrica Fiandra, Ispettore del Ministero pag. 7 Marcella Frangipane Enrica Fiandra e il suo “metodo” di studio delle cretulae. La ricostruzione ad Arslantepe di un sistema amministrativo prima della scrittura pag. 9 Erika Notti Sulle orme di Enrica Fiandra. “Archivi di Radamanto” pag. 21 Mario Negri Italiane e Italiani a Creta: Enrica Fiandra e i Maestri pag. 31 Antonia Spanò Enrica Fiandra e le nuove tecnologie per la documentazione del patrimonio pag. 37 Georgia Flouda, Alessandro Greco Exploring the materiality and epigraphy of Knossian Linear B tablets through 3D modelling and RTI: research objectives and results of the Pa-i-to Project pag. 47 Olivia Musso L’architetto Enrica Fiandra e la valorizzazione dei solai di gesso nel Monferrato: arte, tecnologia e tradizione pag. 63 Anna Maria Dolciotti Enrica Fiandra e la Libia pag. 75 258 Emily Anderson Seeing Life Caught in Clay: Fiandra’s Seminal Work Rethinking Aegean Sealing Contexts pag. 79 Thomas G. Palaima “Enrica Fiandra: Removing the ceiling on sealing studies” pag. 87 Davide Astori La mostra di Enrica Fiandra: “un esperimento di didattica scientifica” pag. 97 Valentina Cabiale Spazi bianchi. Un prologo pag. 101 SAGGI E NOTE †Giuliano Bonfante, Renato Gendre La lingua italiana pag. 107 Leonardo Magini L’armonia delle sfere sociali: la costituzione pitagorica di Servio Tullio pag. 125 Mario Negri Di *-sw- “ancien” e di *-sw- “récent”: prime considerazioni (e cruces connesse) pag. 177 Erika Notti, Georgia Flouda, Alessandro Greco Giulia Sarullo Dei «segni aritmetici» e altri elementi peculiari di #122 (PH Hi 01) pag. 185 Due donne da Monteu da Po: Acutia Prepusa e Minicia Iovinca pag. 201 259 VARIA Filippo Avilia Baia/Pozzuoli Prospezioni di archeologia subacquea Università IULM, Milano pag. 215 RECENSIONI E ANNUNCI a cura di Renato Gendre P. Cesaretti, E. Minguzzi Il Dizionarietto di greco. Le parole dei nostri pensieri, ‘Orso blu. 99’, Brescia, ELS La Scuola [= Editrice Morcelliana], 2017, pp. 252. Il Dizionarietto di latino. La rete comune d’Europa, ‘Orso blu. 122’, Brescia, Scholé [= Editrice Morcelliana], 2018, pp. 347 pag. 228 P. Totaro, R. Ruggiero (a c.) Ricordo di Carlo Ferdinando Russo, [Firenze], Leo S. Olschki Editore, 2017, pp. V-XIII + 55 pag. 229 M. Cupitò, M. Vidale, A. Angelini (a c.) M. Vallozza (a c.) Beyond limits. Studi in onore di Giovanni Leonardi, con la collaborazione di V. Donadel ‘Antenor Quaderni. 39’, Padova, Padova University Press, 1917, pp. 789 pag. 230 Isocrate: per una nuova edizione critica, ‘Accademia Toscana di Scienze e Lettere «La Colombaria». Studi 251’, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2017, pp. VXXIX+248 pag. 232 260 L. Coco (a c.) S. Giorcelli Bersani, F. Carlà-Uhink Fozio, La formazione del principe. Massime sull’esercizio del potere. Introduzione, traduzione e note, [Firenze], Leo S. Olschki Editore, 2017, pp. 54 pag. 233 Monsieur le Professeur. Correspondances italiennes 1853-1888. Theodor Mommsen, Carlo, Domenico, Vincenzo Promis. Préface Marco Buonocore. Introduction Gian Franco Gianotti, in “Mémoires de l’Academie des Inscriptions et BellesLettres”, t. 53, Paris, 2018, pp. 332 pag. 234 V. Bellelli, E. Benelli Gli Etruschi. La scrittura, la lingua, la società, ‘Studi superiori / 1133. Archeologia’, Roma, Carocci Editore, 2018, pp. 239 pag. 237 P. U. Dini (a c.) Incontri Baltistici in Pisa. Studi e saggi II, a cura di, Novi Ligure, Edizioni Joker Editori, 2018, pp. 214 pag. 238 G. Casadio (a c.) R. Pettazzoni, Storia delle religioni e mitologia, ‘Axolotl. Studi sulle religioni. 1’, Milano, Udine, Mimesis Edizioni, 2018, pp. 278 pag. 239 S. Sani, C. Della Casa, et alii (a c.) Rāmāyaṇa. Il grande poema epico della mitologia indiana. Introduzione di J. Brockington ‘Axolotl. Studi sulle religioni 1-3’, Milano, Udine, Mimesis Edizioni, 2018, voll. I-III pag. 241 261 L. Pepe Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere, ‘i Robinson / Letture’, Bari, Roma, Edizioni Laterza, 2018, pp. IX-X+244 pag. 245 S. Lomartire (a c.) La Magna Charta. Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento, Vercelli, Gallo Edizioni, 2019, pp. 236 pag. 246 R. Capra Gli dei dell’Etruria e altri studi di linguistica etrusca, Veveri (NO), Italgrafica, 2019, pp. 255 pag. 247 M. Eliade (a c.) Dizionario delle religioni dell’Eurasia, Milano, Jaca Books, 2020, pp. 402 pag. 249 A. Binelli, A. Fambrini (a c.) Mitologi, mitografi e mitomani. Tracce del mito attraverso i secoli. Scritti per i 65 anni di Fulvio Ferrari, ‘Eteropie. 631’, Milano, Udine, Mimesis Edizioni, 1920, pp. 357 pag. 250 R. Bombi (a c.) Finis coronat opus. Giornata con Vincenzo Orioles, ‘Lezioni di linguistica e comunicazioni. 2’, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2020, pp. 89 + 27 figure pag. 252 L. Alidori Battaglia Il libro d’ore in Italia tra confraternite e corti. 1275-1349. Lettori, artisti, immagini, ‘Biblioteca di Bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History. CCIX’, [Firenze], Leo S. Olschki Editore, 2020, pp. XVI-414 pag. 254 262