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Mediolanum da municipium a colonia

Le forme municipali in Italia e nelle province occidentali tra i secoli I a.C. e III d.C. - Atti della “XXI Rencontre franco-italienne sur l’épigraphie du monde romain” (Campobasso 24 - 26 settembre 2015), Bari 2017, pp. 133-142

The aim of this paper is to collect the inscriptions commissioned by the quattuorviri and duoviri of Mediolanum in order to identify which monumental supports they preferred and which strategies they carried out to display their privileged status. The analysis of these inscriptions will also lead to a study of the municipium Mediolaniensium and its transformation into a colony, probably under Commodus’ reign.

Insulae Diomedeae Collana di ricerche storiche e archeologiche 28 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C. Atti della “XXI Rencontre franco-italienne sur l’épigraphie du monde romain” (Campobasso 24 - 26 settembre 2015) a cura di Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci E S T R A T T O Bari 2017 L’autore ha il diritto di stampare o diffondere copie di questo PDF esclusivamente per uso scientifico o didattico. Edipuglia si riserva di mettere in vendita il PDF, oltre alla versione cartacea. L’autore ha diritto di pubblicare in internet il PDF originale allo scadere di 24 mesi. The author has the right to print or distribute copies of this PDF exclusively for scientific or educational purposes. Edipuglia reserves the right to sell the PDF, in addition to the paper version. The author has the right to publish the original PDF on the internet at the end of 24 months. MediolanuM dA MunicipiuM A colonia di Serena Zoia * * [email protected] Abstract The aim of this paper is to collect the inscriptions commissioned by the quattuorviri and duoviri of Mediolanum in order to identify which monumental supports they preferred and which strategies they carried out to display their privileged status. The analysis of these inscriptions will also lead to a study of the municipium Mediolaniensis and its transformation into a colony, probably under Commodus’ reign. Key-words: Mediolanum - municipium - colony - self-representation - career. Si propone qui un quadro generale, a partire dalle testimonianze epigrafiche, della storia istituzionale del centro cisalpino di Mediolanum, soggetta specialmente al problema del passaggio da municipium a colonia. In secondo luogo – senza toccare questioni prosopografiche, ormai ben definite 1 – si considerano le manifestazioni epigrafiche dei magistrati superiori della città, per determinarne sia la maggiore o minore rappresentatività epigrafica, sia l’eventuale volontà di promozione e l’adozione o meno di strategie di autorappresentazione 2. Municipium Mediolaniensium Il passaggio di Mediolanum da colonia latina a municipio romano avviene nel 49 a.C., a seguito della concessione della cittadinanza romana agli abitanti della Cisalpina ad opera di Cesare 3. Sei sono le iscrizioni, tutte entro i primi due secoli dell’età imperiale, che registrano questo statuto della città; due sono perdute (2, 3), mentre due provengono da laus pompeia (5) e dall’ager della confinante novaria (6). 1. CIL, V 5738 (Caponago): ara votiva posta da caius atilius Tertullinus, pontifex cittadino e curator della cassa del collegium fabrorum et centonariorum del municipium di Mediolanum 4. 2. CIL, V 5854 (Milano): iscrizione funeraria alla memoria di un ignoto personaggio dal collegium fabrum et centonariorum del municipium Mediolaniensium 5. 3. CIL, V 5858 (Milano): iscrizione funeraria per epitynchanus, servus dei municipes di Mediolanum e vi1 Scuderi 2015. Per il concetto di autorappresentazione si veda Zoia 2014a, 451460, con ampia bibliografia precedente. 3 Luraschi 1979, 394-399. 2 licus arkarius, cioè coinvolto nella gestione della cassa pubblica. 4. AE 1974, 346 (Milano): erma in onore di caius publicius eutyches, libertus dei municipes di Mediolanum (fig. 1). 5. CIL, V 6349 (Lodi): colonnetta votiva per Hercules posta da Marcus Mascarpius Symphorio(n), che si presenta come sexvir senior et augustalis creatus decreto decurionum e ricorda di aver ricevuto le insegne decurionali da parte dello splendidissimus ordo del municipium Mediolaniensium. 6. CIL, V 6630 (Briga Novarese): ara votiva per iuppiter optimus Maximus dedicata da caius poblicius alexsander, municipum Mediolaniens(i)u<m> l(ibertus). In tre occasioni il municipio di Mediolanum viene menzionato in riferimento a un servus o libertus pubblico, in due compare in collegamento al locale collegium fabrum et centonariorum, secondo una modalità che proseguirà anche quando Mediolanum assumerà lo status di colonia. Solo una volta si fa menzione del municipium in relazione a incarichi pubblichi, su un’epigrafe esposta a Lodi, ma in linea, per una certa ridondanza, con altre iscrizioni affini presenti a Mediolanum 6. Nella maggior parte dei casi il municipium Mediolaniensium si trova abbreviato alle sole iniziali – nella forma dunque M M – talora sopralineate (1, 4). In una sola occasione è invece scritta per esteso, al genitivo, l’espressione municipes Mediolanienses, ma si tratta di 4 Boscolo 2002-2003, 380-384. Boscolo 2002-2003, 401-403. 6 In particolare CIL, V 5859 e AE 1974, 345, discusse in Zoia 2014a, 454-455. 5 133 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Serena Zoia dedicata da caius albinius Mascellio 8, che fu iiiivir aedilicia potestate, praefectus iure dicundo e iudex ex quinque decuris. 2. CIL, V 5503 (Brebbia): iscrizione funeraria per lucius coelius Baro 9, seviro, pontifex, iiiivir aedilicia potestate, curator del saltus Firronianus, latifondo a pascolo collocato nella zona, e del tempio di Minerva in città. 3. CIL, V 5775 (Milano): probabile ara votiva per iuppiter dedicata da publius cassius Metilianus 10, che fu Vivir, iiiivir aedilicia potestate e praefectus iure dicundo. 4. CIL, V 5841 (Milano): epigrafe onoraria per caius ancharius augustalis 11, Vivir iunior, decurione e iiiivir aedilicia potestate. 1. - Erma del liberto municipale Caius Publicius Eutyches (AE 1974, 346). un’epigrafe posta fuori dal territorio di Mediolanum, nell’ager di novaria, e dunque la scelta di non abbreviare potrebbe spiegarsi con la ricerca della massima chiarezza possibile da parte di committente e lapicida. Quattuorviri ed epigrafia Per Mediolanum l’epigrafia conserva traccia di quattordici quattuorviri 7, dei quali quattro iure dicundo (8, 9, 12, 14), sei aedilicia potestate (1-6), e tre senza ulteriori specifiche (7, 10, 11). Tutte le epigrafi presentate, a eccezione di una proveniente dall’ager comensis (14), sono state ritrovate a Mediolanum o nel relativo ager. 1. CIL, V 5478 (Angera): iscrizione per Mercurius, 7 Per il quattuorvirato si vedano Zaccaria 1991, 65-67, Laffi 2007, 53-58 e Melchor Gil 2013, 134-147. 8 Scuderi 2015, 158, nr. 39. 9 Scuderi 2015, 160-161, nr. 45. 10 Scuderi 2015, 160, nr. 43. 11 Scuderi 2015, 161, nr. 47. 12 Anche nr. 2-3 al pgf. 4. 5. CIL, V 5847 (Milano): iscrizione onoraria per il duoviro Marcus atusius Glycerus 12 posta da Tertius Rufellius Verus 13, iiiivir aedilicia potestate. 6. CIL, V 5849 (Milano): stele funeraria preparata da Bolana Secunda per sé, per il figlio e per il fratello Marcus Bolanus Marcellus 14, che, pur iscritto alla tribus aniensis, sarebbe stato iiiivir aedilicia potestate a Mediolanum. 7. CIL, V 5890 (Milano): iscrizione funeraria preparata da Trebia philumena per sé e per il marito lucius Tucius Merula 15, che fu Vivir, iiivir 16 e iiiivir. 8. CIL, V 5908 (Milano): iscrizione onoraria per un ignoto personaggio 17 che fu Vivir iunior, iiiivir iure dicundo, flamen del divus Traianus – il che permette una datazione successiva al 117 d.C. – e probabile patronus cittadino. 13 Scuderi 2015, 158, nr. 38. Scuderi 2015, 162, nr. 50. 15 Scuderi 2015, 162-163, nr. 52. 16 Si tratta di un’indicazione problematica, in quanto magistratura non nota a Mediolanum, da riferire forse a un errore nella trascrizione o trasmissione del testo. 17 Scuderi 2015, 161, nr. 46. 14 134 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Mediolanum da municipium a colonia 9. AE 1897, 25 (Milano): base votiva offerta a Mercurius da Sextus Veracilius, priscus 18, iiiivir iure dicundo. 10. AE 1935, 133 (Milano): erma onoraria per un ignoto personaggio 19 di rango equestre, che fu iiiivir, praefectus iure dicundo, praefectus fabrum e iudex ex quinque decuris, carica che permette una datazione successiva al principato di Caligola. 2. - Quattuorviro inedito dalle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano (nr. inv. A 0.9.33273). 11. AE 2009, 426 (Arsago Seprio): cippo appartenente al recinto sepolcrale di un personaggio di cui restano il patronimico, l’indicazione della tribus oufentina, il cognomen Verus e la specifica iiiivir M[ed(iolani)]. 12. Inedita (Civiche Raccolte Archeologiche, nr. inv. A 0.9.33273) 20: probabile iscrizione onoraria, dedicata dall’ordo decurionum a un ignoto iiiivir iure dicundo (fig. 2). 13. Inedita (basilica di S. Ambrogio, Milano) 21: probabile epigrafe funeraria che una donna, il cui nome non si è conservato, pone per sé e per il marito, della cui onomastica resta solo il nomen catius, ma del quale si ricordano le cariche di quaestor e di iiiivir, è incerto se aedilicia potestate o iure dicundo (fig. 3). 14. AE 1947, 46 (Olginate): iscrizione funeraria di un ignoto personaggio 22 che fu iiiivir iure dicundo tanto a Mediolanum, dove venne anche adlectus tra i quinquennales, sia a comum; si ricordano anche l’incarico di iudex ex selectis e numerose cariche religiose, tra cui il flaminato di Tito e di Nerva, dopo la cui morte si data dunque il pezzo, il pontificato e l’augurato. Per quanto riguarda la tipologia delle epigrafi relative ai quattuorviri mediolaniensi, in almeno in sei casi si tratta di iscrizioni funerarie. In tre occasioni il quattuorviro è codestinatario del monumento funebre, preparato da una donna, la moglie (7, 13) o la sorella (6), e l’onore della carica da lui ricoperta ricade sull’intera famiglia. In un 18 Scuderi 2015, 156-157, nr. 36. Scuderi 2015, 160, nr. 42. 20 Frammento di lastra in marmo bianco (39+ x 34+ x 10,5 cm), verosimilmente trovato a Milano in reimpiego nelle fondazioni delle Terme Erculee. Entro uno specchio ribassato e corniciato a listello e 19 3. - Epigrafe di quattuorviro dalla basilica di S. Ambrogio a Milano. caso è destinatario, insieme alla moglie, di un’epigrafe preparata dai figli (2). In due occasioni, infine, stante un’onomastica al nominativo, il quattuorviro dovette essere il promotore e titolare del proprio monumento (14) o gola rovescia sono i resti di un’iscrizione con lettere di buona altezza (5,5 cm) e ampio interlinea: - - - - - - / [- - - (quattuor)v]ir(o) i(ure) d(icundo) / [dec(reto)?] dec(urionum). 21 In corso di pubblicazione in Zoia 2016. 22 Scuderi 2015, 155-156, nr. 33. 135 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Serena Zoia recinto funerario (11); è interessante notare, a proposito del cippo di Arsago Seprio, come alla consueta sintesi dei cippi funerari si sostituisca qua l’esposizione multipla e ripetuta dell’onore del quattuorvirato, che certamente già figurava sul monumento centrale. All’interno della tendenzialmente povera epigrafia onoraria di Mediolanum, inoltre, quattro sono le epigrafi poste in onore di un quattuorviro – tra cui un’erma (10) e una lastra da applicare a una base di statua (12) – mentre in un quinto caso è un quattuorviro a dedicare una possibile statua a un duoviro, che ben meritò nei confronti suoi e dei genitori (5). Qualora i quattuorviri siano destinatari di un onore, a commissionare l’epigrafe possono essere sia l’ordo decurionum (8, 12), sia privati cittadini, ad esempio liberti e clientes (4, 10). Tre sono, infine, le epigrafi votive, che ricordano una particolare devozione a iuppiter optimus Maximus (3) e a Mercurius (1, 9). Per quanto riguarda iuppiter, all’epigrafe di publius cassius Metilianus va aggiunta un’ara ritrovata a Brebbia e dedicata dal medesimo lucius coelius Baro 23 qui ricordato per la sua epigrafe funeraria (2), che tralascia tuttavia, nel rapportarsi con la divinità, l’indicazione delle cariche ricoperte 24. Si tratta di monumenti di ottima qualità esecutiva, prevalentemente in marmi locali 25, talora arricchiti, come per la base dedicata a Mercurius (9), da bassorilievi; i testi sono ben impaginati e le lettere, dal ductus regolare, sono tracciate con cura. Ciò riflette da un lato le disponibilità economiche dei quattuorviri mediolaniensi e delle loro famiglie, dall’altro la volontà di trasmettere attraverso la qualità del prodotto epigrafico uno status privilegiato. Eppure, una precisazione è d’obbligo, in particolare per l’epigrafia funeraria: non ai sommi magistrati di Mediolanum, ma a ben altre categorie, seviri e “imprenditori” innanzi tutto, appartengono i monumenti più appariscenti, per esempio le grandi stele della 23 CIL, V 5499. Si veda a proposito Sartori 1992. 25 Fatta eccezione per il cippo di recinto funerario da Arsago Seprio, per cui si impiega il serizzo, a ragione della sua funzione accessoria e posizione secondaria. 26 Si pensi ad esempio a CIL, V 5919, 5943, 6036 e 6123. 27 Zoia 2014a, 468-470. 28 Si tratta di personaggi la cui carriera, iniziata in ambito locale, è stata coronata dal munus iudicandi, che tuttavia non sempre comportava l’ingresso nell’ordo equester (demougin 1975, 190-202); sicuramente cavaliere fu solo il personaggio ricordato dall’erma onoraria murata sulla facciata della basilica di San Simpliciano (10), 24 prima metà del I secolo d.C. 26, a testimoniare da parte dei quattuorviri mediolaniensi un uso del mezzo epigrafico tutto sommato dimesso e, per così dire, passivo, se si considera che essi compaiono più spesso come destinatari che come titolari o dedicatari di un’epigrafe 27. Un’ultima considerazione riguarda le carriere di tali personaggi. due sono i quattuorviri aedilicia potestate che hanno in seguito ricoperto la carica di praefectus iure dicundo per poi entrare, a Roma, in una delle decurie dell’album iudicum (1, 10); nelle stesse decurie fu inserito anche il titolare dell’epigrafe di Olginate (14) 28. In cinque casi invece il primo gradino per l’accesso alla carica di quattuorviro è rappresentato dal sevirato (2, 3, 4, 7, 8). Frequente è anche l’assunzione di cariche religiose da parte dei quattuorviri mediolaniensi: in due occasioni si trova menzionato il pontificato 29 (2, 14), in due il flaminato (8, 14), in uno l’augurato (14). Un caso degno di nota è l’epigrafe murata nella basilica di Sant’Ambrogio, il cui dedicatario, prima di ricoprire la carica di quattuorviro, sarebbe stato quaestor (13): si tratterebbe infatti dell’unica attestazione di un questore nella Mediolanum di età municipale 30. Colonia Mediolaniensium La trasformazione di Mediolanum in colonia è un problema ancora aperto e difficilmente risolvibile in modo definitivo. Attualmente l’esistenza della colonia è documentata da dieci iscrizioni ritrovate a Milano e nel relativo ager; in due casi si ha un’attestazione extralocale (7, 10). 1. CIL, V 5465 (Angera): base votiva per cautopates il cui dedicante si definisce leg(atus) dend(rophororum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium). 2. CIL, V 5515 (Leggiuno): ara funeraria di lucius come indicato dalla praefectura fabrum. Leggermente diverso è il caso dell’anonimo di Olginate (14), per il quale l’essere stato iudex ex selectis avrebbe portato l’accesso a onori municipali più elevati – l’equiparazione cioè ai quinquennales di Mediolanum – e forse, ma non è certo, il conseguimento del rango equestre. 29 Bassignano, Boscolo 2008. 30 Petraccia 1988, 278 propone una distinzione tra la carica di curator aerarii, propria del municipium di Mediolanum, e quella di quaestor, attestata invece nel caso della colonia; di diversa opinione è invece Zaccaria 1991, 67, nota 98, il quale ritiene che Mediolanum non abbia avuto quaestores neppure in età coloniale. L’epigrafe di S. Ambrogio, in corso di pubblicazione in Zoia 2016, sembrerebbe invece ricordare un questore di età municipale. 136 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Mediolanum da municipium a colonia Virius Frontinus, pontifex c(oloniae) a(- - -) a(ugustae) Mediol(aniensium). 3. CIL, V 5612 (Castelseprio): epigrafe perduta in onore dei curatores arkae Titianae del coll(egium) fabr(um) et centon(ariorum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium) 31. 4. CIL, V 5847 (Milano): epigrafe perduta in onore di Marcus atusius Glycerus, cavaliere, che ricoprì diverse cariche locali e che fu collegato al coll(egium) aerar(iorum) col(oniae) M(ediolaniensium) 32. 5. CIL, V 5869 (Milano): erma onoraria per Magius Germanus Stator Marsianus, cavaliere romano ed esponente di spicco del coll(egium) fabr(um) et centon(ariorum) col(oniae) G(allieniana) a(ugusta) F(elix) Med(iolaniensium) 33 (fig. 4). 6. CIL, V 5892 (Milano): erma onoraria, perduta, per publius Tutilius callifons, Vivir sen(ior) e patr(onus) della dodicesima centuria del coll(egium) aerar(iorum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium) 34. 7. CIL, XI 1230 (Piacenza): epigrafe perduta in onore di Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus, membro dell’ordine equestre, accens(us) vel(atus) e flam(en) di Caracalla, iivir i(ure) d(icundo) m(- - -) p(- - -), cur(ator) della res publica parmensium e repunctor, nonché patronus, degli splendida collegia fab(rum) et cent(onariorum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) F(elicis) M(edionaliensium) 35. 8. AE 1932, 73 (Milano): erma onoraria dedicata a Marcus celsius artemas, seviro senior e membro di un coll(egium) nautar(um) col(oniae) Ạ+[- - -] <vel> Ṃ[- - -] 36. 9. AE 1974, 344 (Milano): lastra onoraria per un anonimo personaggio dalla carriera senatoria che fu patr(onus) splend(idissimae) col(oniae) Mediolan(iensium). 4. - Erma per Magius Germanus Stator Marsianus (CIL, V 5869). 10. AE 1997, 534 (Alessandria): ossuario di un personaggio che si presenta come due volte curator arces (!) Titianae del collegium fab(um) et centonariorum c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium); il collegium è menzionato anche sul fianco destro del monumento: in questa occasione l’indicazione della colonia si trova nella forma c(olonia) a(- - -) a(ugusta?) Mediol(aniensium). Come si nota facilmente, la colonia mediolaniense si trova menzionata in diverse forme: (a) colonia a(- - -) a(ugusta?) Mediolaniensium, variamente abbreviata (1, 2, 3, 6, 10); 31 34 32 35 Boscolo 2002-2003, 370-377. Boscolo 2002-2003, 409-414. 33 Boscolo 2002-2003, 384-389. Boscolo 2002-2003, 414-417. Boscolo 2002-2003, 403-407. 36 Zoia 2014b, 279-280. 137 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Serena Zoia (b) colonia a(- - -) a(ugusta?) Felix Mediolaniensium (7); (c) colonia Gallieniana augusta Felix Mediolaniensium (5); (d) colonia Mediolaniensium (4), in un caso preceduta dall’aggettivo splendidissima (9). Quella apparentemente più antica è la (d), presente su un’epigrafe assai prossima, per la compresenza di quattuorvirato e duovirato, alla trasformazione in colonia della città (4), oltre che su una datata tra la metà del II secolo d.C. e la metà del III secolo d.C., certamente entro l’epoca di Gallieno (9). Potrebbe trattarsi di una variante della più diffusa colonia a(- - -) a(ugusta?) Mediolaniensium, forse influenzata, in un’epoca di passaggio, dalle più snelle modalità di menzione del precedente municipium; oppure sarebbe questa la denominazione effettivamente attribuita a Mediolanum nel momento stesso della sua elevazione a colonia. In questo secondo caso, dunque, la titolatura (a), con il doppio appellativo a(- - -) a(ugusta?), sarebbe ampliamento posteriore, da legare non tanto al fondatore della colonia, quanto a un imperatore che avrebbe particolarmente beneficato la città 37. La titolatura (b) – attestata su un’epigrafe che ha come terminus post quem il 217 d.C. in base alla menzione del flaminato divi Magni antonini (7) – è attribuita dal Grelle all’età di Commodo per la presenza dell’aggettivo Felix, che proprio con Commodo entra nell’onomastica imperiale ad indicare “quella Felicitas della quale per sua opera partecipavano tutte le comunità dell’impero” 38; tale titolatura sarebbe dunque una forma “estesa” della titolatura (a). Non è invece possibile pensare a un’aggiunta da parte di Commodo del solo appellativo Felix dal momento che esso risulta assente dall’iscrizione (3), datata a un arco di tempo compreso tra il 246 e il 254 d.C. La titolatura (c) sarebbe stata assunta sotto Gallieno, più precisamente dopo il 260 d.C., quando questi rimase unico imperatore. Assai stretto fu il suo rapporto con Mediolanum, in particolar modo dopo la sconfitta degli Alemanni nei pressi della città, avvenuta probabilmente nello stesso 260 d.C.: è forse a questa occasione e al contestuale intervento di Gallieno nella ristrutturazione edilizia e amministrativa di Mediolanum, con il rafforzamento delle mura e l’apertura della zecca 39, che va legato il cambio di nome della città. L’appellativo Gallieniana si ritrova anche per la colonia augusta Verona nova Gallieniana 40 e per la colonia concordia Gallieniana Karthago 41, mentre Colonia avrebbe assunto la denominazione di colonia claudia ara agripinensium Valeriana Galliena 42: in tutti questi casi, come per Mediolanum, si tratterebbe di colonie “aux quelles Gallien, sans transformer leur statut, permit d’ajouter à leur nomenclature un élément de la dénomination impériale” 43. Può tuttavia suscitare qualche perplessità la forma estremamente abbreviata con cui l’appellativo Gallieniana compare nella sua unica attestazione mediolaniense. Si deve a tal proposito distinguere tra iscrizioni ufficiali, come di fatto sono quelle di Verona e di Colonia, o comunque di interesse pubblico, quale quella di Cartagine, e iscrizioni a carattere privato, come l’erma mediolaniense, destinata a essere esposta nella casa dell’onorato o tutt’al più nella sede del collegium fabrum et centonariorum: il tono “minore” dell’epigrafe, dunque, e la sua esposizione ad un pubblico ristretto potrebbero aver giustificato la scelta dell’abbreviazione alla sola iniziale di un appellativo tutto sommato di recente concessione. Un secondo elemento di interesse riguarda la data di creazione della colonia, cui si è cercato di risalire sciogliendo in vario modo il primo appellativo a(- - -) delle titolature (a) e (b), mentre per il secondo è stata generalmente accettata la lettura augusta. Il Calderini 44, sulla scorta del Mommsen 45, ha proposto tre possibilità, poi riprese dal Mirabella Roberti 46: aelia augusta, se fondazione di Adriano; aurelia augusta, se di Marco Aurelio; antoniniana augusta, se di Caracalla. Il Kornemann 47 inserisce Mediolanum tra le co- 37 Così propone Boscolo 2002-2003, 376. Grelle 1972, 217. 39 Calderini 1965, 39; Mirabella Roberti 1984, 17; Cracco Ruggini 1990, 18 e 47. 40 CIL, V 3329. 41 ILAfr 401 e AE 1999, 1830. 42 CIL, XIII 8261. 38 43 Christol 1979, 220, nota 3. Calderini, Passerini 1953, 228-229, 232-233, 240, 256; Calderini 1965, 38. 45 CIL, V p. 634. 46 Mirabella Roberti 1984, 17. 47 Kornemann 1900, 538. 44 138 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Mediolanum da municipium a colonia lonie di Antonino Pio e Marco Aurelio, ma non trascura di riportare tutte le possibili letture, cui affianca, sulla scorta di altre colonie di Caracalla 48, aurelia antoniniana; di diversa opinione è invece il Philipp 49 che si pronuncia per l’età adrianea. Il Grelle 50 è il primo a proporre Commodo come fondatore della colonia mediolaniense, il quale non manca di ricordare la volontà di rinnovamento di Commodo, che arrivò a rifondare la stessa Roma come colonia commodiana 51. Resta però il fatto che, a differenza di altre fondazioni di Commodo 52, nel nome di una possibile colonia aurelia augusta Mediolaniensium non ci sarebbe traccia del cognomen dell’imperatore. Questo porta il Grelle 53 a suggerire una datazione tra il 185 e il 190 d.C., data dopo la quale l’appellativo commodiana risulterebbe troppo diffuso per essere omesso; il Pflaum 54 invece, sciogliendo la doppia sigla a(- - -) a(- - -) come aelia aurelia, propone una datazione a partire dal 191 d.C., quando Commodo avrebbe recuperato il doppio gentilizio già presente nella sua titolatura durante gli anni di regno con il padre 55. Per dirimere la questione occorre ripercorrere la strada tracciata dal Boscolo 56 a partire da quelle, tra le epigrafi menzionanti la colonia di Mediolanum, che fanno riferimento agli anni del locale collegium fabrum et centonariorum, la cui fondazione è attribuita da Jinyu Liu a un periodo compreso tra il principato di Traiano e quello di Adriano 57. L’epigrafe votiva di caius atilius Tertullinus, già citata a proposito del municipium Mediolaniensium 58, attesta che Mediolanum non aveva an48 Prenderebbe gli appellativi di aurelia antoniniana anche la colonia di Karthago (CIL, VIII 1220, 12548, 25376, 25808 b); si veda Pflaum 1975, 261. 49 Philipp 1931, 93. 50 Grelle 1972, 217-218. 51 Come ricordato in Script. Hist. Aug. 8, 6, nel 190 d.C. Roma è rinominata colonia commodiana; la medesima notizia è in d.C. 72, 15, il quale aggiunge che Commodo τὴν δὲ Ῥώμην ἀθάνατον εὐτυχῆ – e dunque Felix – κολωνίαν οἰκουμένην τῆς γῆς (καὶ γὰρ ἄποικον αὐτὴν ἑαυτοῦ δοκεῖν ἐβούλετο) ἐπωνόμασεν. 5 La colonia iulia aurelia commoda Thuburbo Maius (CIL, VIII 848) e la colonia aurelia commoda pia Felix augusta pupput (CIL, VIII 24093) portano il nome commoda, mentre in CIL, VIII 823 è attestato un municipium aurelium commodianum. 53 Grelle 1972, 218. 54 Pflaum 1975, 261. 55 Il Pflaum cita a sostegno della sua proposta CIL, VIII 11801 e AE 1949, 47, di età severiana, nelle quali compare la colonia aelia aurelia Mactaris; in CIL, VIII, 11804, datata al 306-308 d.C., la medesimta città è colonia aelia aurelia augusta Mactaris. di diversa opinione è Beschaouch 1990-1992. cora raggiunto lo status coloniale a settant’anni dalla fondazione del collegium, dunque tra il 168 e il 187 d.C.: ciò permetterebbe di escludere definitivamente una possibile colonia aelia augusta legata a una concessione di Adriano. Sembra inoltre difficile che potesse trattarsi di una fondazione di Marco Aurelio nell’ultimo anno del suo principato: quindi anche l’ipotesi di una colonia aurelia augusta promossa da questo imperatore sarebbe da abbandonare. Restano dunque da prendere in considerazione Commodo – e dunque una colonia aurelia augusta, come proposto dal Grelle, oppure aelia aurelia, come suggerisce il Pflaum – e Caracalla, con la possibilità di una colonia antoniniana augusta o di una colonia aurelia antoniniana 59. Sebbene l’epigrafia di Mediolanum testimoni un certo legame con il successore di Settimio Severo conservando ben due epigrafi in suo onore 60, è forse ancora più stretto il rapporto che la città ebbe con Commodo, dal momento che un’epigrafe onoraria 61 attesta l’intervento in città di un curator rei publicae nominato da tale imperatore che avrebbe sovrinteso, tra l’altro, al rifacimento delle terme cittadine. A questo proposito poi, proprio dalla fine del II secolo d.C., la città conosce una ripresa generale a livello sia economico sia edilizio 62 che prosegue per tutto il III secolo d.C. e che può forse essere messa in relazione con il recente cambiamento istituzionale 63. In conclusione, dunque, si può affermare con buona verosimiglianza che Mediolanum ricevette da Commodo il titolo di colonia aurelia augusta Felix Mediolanien- 56 Boscolo 2002-2003, 376-377, 382-384. Liu 2009, 44. 58 Nr. 1 al pgf. 1. 59 Una colonia antoniniana augusta non sembrerebbe altrimenti attestata, mentre dovette esistere una colonia aurelia augusta antoniniana Felix neapolis (AE 1890, 106), che però unirebbe nel proprio nome una prima fondazione ad opera di Marco Aurelio e una successiva deduzione sotto Caracalla (Mele 1994, 24). In CIL, VIII 12548 Cartagine è colonia iulia aurelia antoniniana Karthago ad opera di Caracalla (Christol 1979, 219, nota 5). 60 L’una, datata al 198-211 d.C., è lastra in marmo da applicare a una base e faceva probabilmente parte di una galleria di statue in onore dei Severi (CIL, V 5806); l’altra, dedicata più probabilmente a Caracalla che a Commodo, daterebbe al 213 d.C. e sarebbe stata posta dal locale collegium fabrum et centonariorum (AE 1974, 343), particolarmente beneficato dalla politica fiscale dei Severi (Cavagnola 1974-1975, 74). 61 AE 1992, 768, per cui si veda anche Sartori 1994, 45, nr. P15. 62 Sacchi 2012, 92-93. 63 Sacchi 2012, 17. 57 139 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Serena Zoia sium; l’intensa attività di rifondazione coloniale di Commodo e l’individuazione del 179 d.C. come terminus post quem per la creazione della colonia, inoltre, suggeriscono di attribuire a questo imperatore anche l’effettiva concessione alla città dello status coloniale. In tal senso, quindi, le titolature (a), (b) e (d) risulterebbero contemporanee. Duoviri ed epigrafia Con la trasformazione in colonia Mediolanum vede il passaggio da un sistema quattuorvirale a uno duovirale. Attualmente sono note cinque epigrafi che menzionano i duoviri di Mediolanum, alle quali è stata talora accostata una sesta, ritrovata nell’ager comensis, che presenta tuttavia problemi tali da escludere quasi certamente la sua pertinenza alla colonia mediolaniense 64. 1. CIL, V 5509 (Besozzo, ager Mediolaniensis): ara votiva per liber pater posta da caius albinius optatus 65, iivir iure dicundo m(- - -) p(- - -) (fig. 5). 2. CIL, V 5847 (Milano): epigrafe onoraria, oggi perduta, per Marcus atusius Glycerus 66, iivir iure dicundo m(- - -) p(- - -). 3. CIL, V 5848 (Milano): epigrafe funeraria, irreperibile, il cui dedicante è il medesimo Marcus atusius Glycerus del punto precedente, che qui figurerebbe semplicemente come iivir iure dicundo. 4. CIL, XI 1230 (Piacenza): epigrafe perduta per Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus, anch’egli iivir iure dicundo m(- - -) p(- - -) 67. 5. AE 1947, 47 (Besozzo, ager Mediolaniensis): ara votiva per liber pater posta dallo stesso caius albinius optatus di cui all’epigrafe (1), qui iivir man(- - -) pot(- - -) (fig. 6). Le epigrafi dei duoviri mediolaniensi hanno destinazione votiva (1, 5) od onoraria (2, 4), in un solo caso fu- neraria (3). Le epigrafi votive sono due are in serizzo poste a corredo di un’aedes fatta innalzare a liber pater da caius albinius optatus nei suoi possedimenti fondiari nell’ager Mediolaniensis nordoccidentale. In entrambi i casi i monumenti mostrano una buona qualità esecutiva, che suggerisce l’intervento di maestranze professioniste, forse itineranti: in ogni caso tutto concorre a mettere in rilievo le disponibilità economiche di caius albinius optatus e il suo desiderio di autorappresentarsi nel miglior modo possibile. L’epigrafe onoraria dedicata a Marcus atusius Glycerus dal quattuorviro aedilicia potestate Tertius Rufellius Verus (2) sembrerebbe essere una base di statua; nulla si può però dire relativamente all’esecuzione di tale monumento, oggi irreperibile. Irreperibile è pure una seconda epigrafe onoraria, anch’essa forse da riferire a una base, posta per Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus (4), cavaliere di probabile origine mediolaniense. Infine, per l’unica epigrafe funeraria menzionante un duoviro – che vi figura come dedicante – si può ipotizzare, in base alla disposizione del testo sulle linee di scrittura come riportata nel disegno del Muratori 68, un supporto dallo sviluppo orizzontale, per esempio un ossuario o un sarcofago. In generale le attestazioni dei duoviri mediolaniensi si caratterizzano per la loro scarsità – già il Mommsen parlava di “mira raritas” 69 – alla quale dovette del resto contribuire anche la flessione numerica che a partire dal III secolo d.C. interessò l’esperienza epigrafica romana 70; a ciò si può poi aggiungere quella “reticenza” nell’esporsi epigraficamente che il Sartori ha riconosciuto come caratteristica dell’orizzonte mediolaniense 71. Tuttavia, a differenza delle iscrizioni dei quattuorviri, quelle dei duoviri sembrerebbero mostrare un maggior equilibrio tra un ruolo attivo, ad esempio in ambito votivo e funerario, e uno passivo, tipico dell’epigrafia onoraria, di questi magistrati. Per quanto riguarda, infine, la loro carriera, occorre innanzi tutto osservare come l’indicazione del duovirato sia in tre casi seguita dall’oscura abbreviazione m(- - -) p(- - -), che in un quarto compare nella forma più estesa, 64 68 65 69 CIL, V 5239, per cui si veda Reali 1989, 217-219, nr. 18. Scuderi 2015, 158-159, nr. 40. 66 Nr. 4 al par. 3. Su questo personaggio Scuderi 2015, 157, nr. 37. 67 Nr. 7 al par. 3. Sul personaggio Scuderi 2015, 159, nr. 41. Muratori 1740, 1640, nr. 3. CIL, V p. 634. 70 Ne scrive per primo McMullen 1982. 71 Sartori 2008. 140 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it 6. - Seconda ara votiva di Caius Albinius Optatus (AE 1947, 47). 5. - Prima ara votiva di Caius Albinius Optatus (CIL, V 5509). quaestor aerarii e quella di pontifex, che sembrerebbero aver preceduto il duovirato. di albinius, invece, oltre a una curatela rei publicae, si menzionano il titolo di accensus velatus – non definibile con sicurezza nelle relative competenze – e il flaminato di Caracalla. ma non per questo più perspicua, man(- - -) pot(- - -) 72; l’unica eccezione sembrerebbe essere costituita dall’epigrafe funeraria dedicata da Marcus atusius Glycerus, che si presenta solo come duovir iure dicundo (3). Sia Marcus atusius Glycerus sia Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus sono membri dell’ordo equester e mostrano una stretta connessione con le associazioni professionali di Mediolanum, essendo patroni e repunctores l’uno di un collegium aerariorum dall’identità dibattuta 73, l’altro dei collegia dei fabrii e dei centonarii. di atusius si ricordano inoltre la carica di Bassignano M. S., Boscolo F. 2008, Riflessioni sul pontificato municipale nella cisalpina, in P. Basso (ed.), est enim ille flos italiae… Vita economica e sociale nella cisalpina romana, Atti delle Giornate di Studi in onore di Ezio Buchi (Verona 30 novembre - 1 dicembre 2006), Verona, 49-65. Beschaouch A. 1990-1992, Mactaris cité de droit latin, BCTH, 23, 203-204. Boscolo F. 2002-2003, collegium fabrum et centonariorum Mediolaniensium, AIV, 161, 369-424. 72 Su tale sigla si veda lo status questionis presentato da Zaccaria 1991, 65-67, che appoggia una lettura man(data) pot(estate), a indicare quei magistrati giurisdicenti, assimilabili ai praefecti iure dicundo, che avevano ottenuto il potere per delega del magistrato ordinario, assente o impedito, oppure, in caso di sua vacanza, dal locale ordo decurionum. di diversa opinione è invece la Spadoni, secondo cui l’accostamento con i praefecti iure dicundo comporterebbe accettare l’assenza del tutto anomala di duoviri ordinari dal dossier epigrafico milanese (Spadoni 2004, 233). In alternativa viene proposto lo scioglimento man(umittendi) pot(estate) – già in Passerini 1944-1945, 101-103 – a indicare la concessione ai magistrati mediolaniensi, in occasione del passaggio allo status coloniario, di una specifica competenza, ad esempio quella di convalidare gli atti di manomissione mediante legis actio (Fanizza 1999, 109, nota 82). 73 Boscolo 2002-2003, 412-413. Abbreviazioni bibliografiche 141 LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it Serena Zoia Calderini A., Passerini A. 1953, Storia di Milano, 1, Roma. Calderini A. 1965, Milano romana, Milano. Cavagnola B. 1974-1975, epigrafi inedite di Milano, Atti Centro St. docum. Italia Rom., 6, 73-90. Christol M. 1979, Gallien, Thugga et Thibursicum Bure, AntAfr, 14, 217-223. Cracco Ruggini L. 1990, Milano da “metropoli” degli insubri a capitale d’impero: una vicenda di mille anni, in G. Sena Chiesa, E. 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E III D.C.- ISBN 978-88-7228-818-4 - © 2017 · Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it indice deL VOLUMe Introduzione di Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci Un addendum comense: due urne funerarie di magistrati di Mauro Reali Ricordo di Silvio Panciera di Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci Le prefetture nell’organizzazione istituzionale dell’Italia di I secolo a.C. di Annarosa Gallo PRIMA SEZIONE MAGISTRATURE INDIGENE E MUNICIPALI IN ITALIA E NELLE PROVINCE ITALIA Magistrature indigene e municipali in area italica: trentasei anni dopo di Cesare Letta Tra continuità e trasformazione: appunti su alcune magistrature “tradizionali” delle comunità laziali tra Repubblica e Impero di David Nonnis Quella “sporca trentina”. 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Nuovi documenti da Sulky (Sardegna) e Thugga (Tunisia) di Michele Guirguis e Antonio Ibba Organizzazione istituzionale delle città del promunturium Mercurii (Africa proconsularis) di Mounir Fantar e Raimondo Zucca La praefectura iure dicundo des colonies contribuées de la Confédération cirtéenne di Anne-Florence Baroni Le dinamiche istituzionali di Atina (regio III): dal periodo post-annibalico alla municipalizzazione di Alfredo Sansone Città e magistrature nel Sannio pentro tra tarda repubblica e prima età imperiale di Gianluca Soricelli Problemi istituzionali e amministrativi nella regio IV. Il caso di Amiternum di Simonetta Segenni Cambiamenti costituzionali e magistrature nelle città romane delle regiones V e VI adriatica di Gianfranco Paci Dal quattuorvirato al duovirato: gli esiti del bellum Perusinum e i cambiamenti costituzionali in area umbra di Enrico Zuddas SECONDA SEZIONE VARIA Un nouvel affranchi de la colonie de Lyon par François Bérard Fabia Numantina par François Chausson Honore usus, honore usi: l’exemple d’une formule polysémique di Anne Daguet-Gagey Latifondi imperiali nella riviera ligure orientale: il cippo confinario del monte Ramaceto di Giovanni Mennella Mediolanum da municipium a colonia di Serena Zoia Conclusioni di Francesco Grelle L’esposizione epigrafica dei magistrati a Comum e nel suo ager di Antonio Sartori Indice delle fonti letterarie, delle fonti epigrafiche e numismatiche, dei luoghi, dei nomi di persona a cura di Silvia Evangelisti, Francesco Lorusso, Cecilia Ricci Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b - 70127 Bari-S. 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