Insulae Diomedeae
Collana di ricerche storiche e archeologiche
28
LE FORME MUNICIPALI IN ITALIA
E NELLE PROVINCE OCCIDENTALI
TRA I SECOLI I A.C. E III D.C.
Atti della “XXI Rencontre franco-italienne sur l’épigraphie du monde romain”
(Campobasso 24 - 26 settembre 2015)
a cura di
Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci
E S T R A T T O
Bari 2017
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MediolanuM dA MunicipiuM A colonia
di Serena Zoia *
*
[email protected]
Abstract
The aim of this paper is to collect the inscriptions commissioned by the quattuorviri and duoviri of Mediolanum in order to identify which
monumental supports they preferred and which strategies they carried out to display their privileged status. The analysis of these inscriptions will also lead to a study of the municipium Mediolaniensis and its transformation into a colony, probably under Commodus’
reign.
Key-words: Mediolanum - municipium - colony - self-representation - career.
Si propone qui un quadro generale, a partire dalle testimonianze epigrafiche, della storia istituzionale del
centro cisalpino di Mediolanum, soggetta specialmente
al problema del passaggio da municipium a colonia. In
secondo luogo – senza toccare questioni prosopografiche, ormai ben definite 1 – si considerano le manifestazioni epigrafiche dei magistrati superiori della città, per
determinarne sia la maggiore o minore rappresentatività
epigrafica, sia l’eventuale volontà di promozione e
l’adozione o meno di strategie di autorappresentazione 2.
Municipium Mediolaniensium
Il passaggio di Mediolanum da colonia latina a municipio romano avviene nel 49 a.C., a seguito della concessione della cittadinanza romana agli abitanti della
Cisalpina ad opera di Cesare 3. Sei sono le iscrizioni, tutte
entro i primi due secoli dell’età imperiale, che registrano
questo statuto della città; due sono perdute (2, 3), mentre due provengono da laus pompeia (5) e dall’ager
della confinante novaria (6).
1. CIL, V 5738 (Caponago): ara votiva posta da
caius atilius Tertullinus, pontifex cittadino e curator
della cassa del collegium fabrorum et centonariorum del
municipium di Mediolanum 4.
2. CIL, V 5854 (Milano): iscrizione funeraria alla memoria di un ignoto personaggio dal collegium fabrum et
centonariorum del municipium Mediolaniensium 5.
3. CIL, V 5858 (Milano): iscrizione funeraria per
epitynchanus, servus dei municipes di Mediolanum e vi1
Scuderi 2015.
Per il concetto di autorappresentazione si veda Zoia 2014a, 451460, con ampia bibliografia precedente.
3
Luraschi 1979, 394-399.
2
licus arkarius, cioè coinvolto nella gestione della cassa
pubblica.
4. AE 1974, 346 (Milano): erma in onore di caius
publicius eutyches, libertus dei municipes di Mediolanum (fig. 1).
5. CIL, V 6349 (Lodi): colonnetta votiva per Hercules posta da Marcus Mascarpius Symphorio(n), che si
presenta come sexvir senior et augustalis creatus decreto decurionum e ricorda di aver ricevuto le insegne
decurionali da parte dello splendidissimus ordo del municipium Mediolaniensium.
6. CIL, V 6630 (Briga Novarese): ara votiva per iuppiter optimus Maximus dedicata da caius poblicius alexsander, municipum Mediolaniens(i)u<m> l(ibertus).
In tre occasioni il municipio di Mediolanum viene menzionato in riferimento a un servus o libertus pubblico, in
due compare in collegamento al locale collegium fabrum
et centonariorum, secondo una modalità che proseguirà
anche quando Mediolanum assumerà lo status di colonia.
Solo una volta si fa menzione del municipium in relazione
a incarichi pubblichi, su un’epigrafe esposta a Lodi, ma
in linea, per una certa ridondanza, con altre iscrizioni affini presenti a Mediolanum 6.
Nella maggior parte dei casi il municipium Mediolaniensium si trova abbreviato alle sole iniziali – nella
forma dunque M M – talora sopralineate (1, 4). In una
sola occasione è invece scritta per esteso, al genitivo,
l’espressione municipes Mediolanienses, ma si tratta di
4
Boscolo 2002-2003, 380-384.
Boscolo 2002-2003, 401-403.
6
In particolare CIL, V 5859 e AE 1974, 345, discusse in Zoia
2014a, 454-455.
5
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Serena Zoia
dedicata da caius albinius Mascellio 8, che fu iiiivir aedilicia potestate, praefectus iure dicundo e iudex ex
quinque decuris.
2. CIL, V 5503 (Brebbia): iscrizione funeraria per
lucius coelius Baro 9, seviro, pontifex, iiiivir aedilicia
potestate, curator del saltus Firronianus, latifondo a pascolo collocato nella zona, e del tempio di Minerva in città.
3. CIL, V 5775 (Milano): probabile ara votiva per
iuppiter dedicata da publius cassius Metilianus 10, che fu
Vivir, iiiivir aedilicia potestate e praefectus iure dicundo.
4. CIL, V 5841 (Milano): epigrafe onoraria per caius
ancharius augustalis 11, Vivir iunior, decurione e iiiivir
aedilicia potestate.
1. - Erma del liberto municipale Caius Publicius Eutyches (AE
1974, 346).
un’epigrafe posta fuori dal territorio di Mediolanum, nell’ager di novaria, e dunque la scelta di non abbreviare
potrebbe spiegarsi con la ricerca della massima chiarezza
possibile da parte di committente e lapicida.
Quattuorviri ed epigrafia
Per Mediolanum l’epigrafia conserva traccia di quattordici quattuorviri 7, dei quali quattro iure dicundo (8,
9, 12, 14), sei aedilicia potestate (1-6), e tre senza ulteriori specifiche (7, 10, 11). Tutte le epigrafi presentate, a
eccezione di una proveniente dall’ager comensis (14),
sono state ritrovate a Mediolanum o nel relativo ager.
1. CIL, V 5478 (Angera): iscrizione per Mercurius,
7
Per il quattuorvirato si vedano Zaccaria 1991, 65-67, Laffi 2007,
53-58 e Melchor Gil 2013, 134-147.
8
Scuderi 2015, 158, nr. 39.
9
Scuderi 2015, 160-161, nr. 45.
10
Scuderi 2015, 160, nr. 43.
11
Scuderi 2015, 161, nr. 47.
12
Anche nr. 2-3 al pgf. 4.
5. CIL, V 5847 (Milano): iscrizione onoraria per il
duoviro Marcus atusius Glycerus 12 posta da Tertius Rufellius Verus 13, iiiivir aedilicia potestate.
6. CIL, V 5849 (Milano): stele funeraria preparata da
Bolana Secunda per sé, per il figlio e per il fratello Marcus Bolanus Marcellus 14, che, pur iscritto alla tribus
aniensis, sarebbe stato iiiivir aedilicia potestate a Mediolanum.
7. CIL, V 5890 (Milano): iscrizione funeraria preparata da Trebia philumena per sé e per il marito lucius
Tucius Merula 15, che fu Vivir, iiivir 16 e iiiivir.
8. CIL, V 5908 (Milano): iscrizione onoraria per un
ignoto personaggio 17 che fu Vivir iunior, iiiivir iure dicundo, flamen del divus Traianus – il che permette una
datazione successiva al 117 d.C. – e probabile patronus
cittadino.
13
Scuderi 2015, 158, nr. 38.
Scuderi 2015, 162, nr. 50.
15
Scuderi 2015, 162-163, nr. 52.
16
Si tratta di un’indicazione problematica, in quanto magistratura
non nota a Mediolanum, da riferire forse a un errore nella trascrizione
o trasmissione del testo.
17
Scuderi 2015, 161, nr. 46.
14
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Mediolanum da municipium a colonia
9. AE 1897, 25 (Milano): base votiva offerta a Mercurius da Sextus Veracilius, priscus 18, iiiivir iure dicundo.
10. AE 1935, 133 (Milano): erma onoraria per un
ignoto personaggio 19 di rango equestre, che fu iiiivir,
praefectus iure dicundo, praefectus fabrum e iudex ex
quinque decuris, carica che permette una datazione successiva al principato di Caligola.
2. - Quattuorviro inedito dalle Civiche Raccolte Archeologiche di
Milano (nr. inv. A 0.9.33273).
11. AE 2009, 426 (Arsago Seprio): cippo appartenente
al recinto sepolcrale di un personaggio di cui restano il
patronimico, l’indicazione della tribus oufentina, il cognomen Verus e la specifica iiiivir M[ed(iolani)].
12. Inedita (Civiche Raccolte Archeologiche, nr. inv.
A 0.9.33273) 20: probabile iscrizione onoraria, dedicata
dall’ordo decurionum a un ignoto iiiivir iure dicundo
(fig. 2).
13. Inedita (basilica di S. Ambrogio, Milano) 21: probabile epigrafe funeraria che una donna, il cui nome non
si è conservato, pone per sé e per il marito, della cui onomastica resta solo il nomen catius, ma del quale si ricordano le cariche di quaestor e di iiiivir, è incerto se
aedilicia potestate o iure dicundo (fig. 3).
14. AE 1947, 46 (Olginate): iscrizione funeraria di
un ignoto personaggio 22 che fu iiiivir iure dicundo tanto
a Mediolanum, dove venne anche adlectus tra i quinquennales, sia a comum; si ricordano anche l’incarico
di iudex ex selectis e numerose cariche religiose, tra cui
il flaminato di Tito e di Nerva, dopo la cui morte si data
dunque il pezzo, il pontificato e l’augurato.
Per quanto riguarda la tipologia delle epigrafi relative
ai quattuorviri mediolaniensi, in almeno in sei casi si tratta
di iscrizioni funerarie. In tre occasioni il quattuorviro è
codestinatario del monumento funebre, preparato da una
donna, la moglie (7, 13) o la sorella (6), e l’onore della
carica da lui ricoperta ricade sull’intera famiglia. In un
18
Scuderi 2015, 156-157, nr. 36.
Scuderi 2015, 160, nr. 42.
20
Frammento di lastra in marmo bianco (39+ x 34+ x 10,5 cm),
verosimilmente trovato a Milano in reimpiego nelle fondazioni delle
Terme Erculee. Entro uno specchio ribassato e corniciato a listello e
19
3. - Epigrafe di quattuorviro dalla basilica di S. Ambrogio a Milano.
caso è destinatario, insieme alla moglie, di un’epigrafe
preparata dai figli (2). In due occasioni, infine, stante
un’onomastica al nominativo, il quattuorviro dovette essere il promotore e titolare del proprio monumento (14) o
gola rovescia sono i resti di un’iscrizione con lettere di buona altezza
(5,5 cm) e ampio interlinea: - - - - - - / [- - - (quattuor)v]ir(o) i(ure)
d(icundo) / [dec(reto)?] dec(urionum).
21
In corso di pubblicazione in Zoia 2016.
22
Scuderi 2015, 155-156, nr. 33.
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Serena Zoia
recinto funerario (11); è interessante notare, a proposito
del cippo di Arsago Seprio, come alla consueta sintesi dei
cippi funerari si sostituisca qua l’esposizione multipla e
ripetuta dell’onore del quattuorvirato, che certamente già
figurava sul monumento centrale. All’interno della tendenzialmente povera epigrafia onoraria di Mediolanum,
inoltre, quattro sono le epigrafi poste in onore di un quattuorviro – tra cui un’erma (10) e una lastra da applicare a
una base di statua (12) – mentre in un quinto caso è un
quattuorviro a dedicare una possibile statua a un duoviro,
che ben meritò nei confronti suoi e dei genitori (5). Qualora i quattuorviri siano destinatari di un onore, a commissionare l’epigrafe possono essere sia l’ordo
decurionum (8, 12), sia privati cittadini, ad esempio liberti
e clientes (4, 10). Tre sono, infine, le epigrafi votive, che
ricordano una particolare devozione a iuppiter optimus
Maximus (3) e a Mercurius (1, 9). Per quanto riguarda
iuppiter, all’epigrafe di publius cassius Metilianus va aggiunta un’ara ritrovata a Brebbia e dedicata dal medesimo
lucius coelius Baro 23 qui ricordato per la sua epigrafe funeraria (2), che tralascia tuttavia, nel rapportarsi con la divinità, l’indicazione delle cariche ricoperte 24.
Si tratta di monumenti di ottima qualità esecutiva,
prevalentemente in marmi locali 25, talora arricchiti,
come per la base dedicata a Mercurius (9), da bassorilievi; i testi sono ben impaginati e le lettere, dal ductus
regolare, sono tracciate con cura. Ciò riflette da un lato
le disponibilità economiche dei quattuorviri mediolaniensi e delle loro famiglie, dall’altro la volontà di trasmettere attraverso la qualità del prodotto epigrafico uno
status privilegiato. Eppure, una precisazione è d’obbligo,
in particolare per l’epigrafia funeraria: non ai sommi magistrati di Mediolanum, ma a ben altre categorie, seviri
e “imprenditori” innanzi tutto, appartengono i monumenti più appariscenti, per esempio le grandi stele della
23
CIL, V 5499.
Si veda a proposito Sartori 1992.
25
Fatta eccezione per il cippo di recinto funerario da Arsago Seprio, per cui si impiega il serizzo, a ragione della sua funzione accessoria e posizione secondaria.
26
Si pensi ad esempio a CIL, V 5919, 5943, 6036 e 6123.
27
Zoia 2014a, 468-470.
28
Si tratta di personaggi la cui carriera, iniziata in ambito locale,
è stata coronata dal munus iudicandi, che tuttavia non sempre comportava l’ingresso nell’ordo equester (demougin 1975, 190-202); sicuramente cavaliere fu solo il personaggio ricordato dall’erma
onoraria murata sulla facciata della basilica di San Simpliciano (10),
24
prima metà del I secolo d.C. 26, a testimoniare da parte
dei quattuorviri mediolaniensi un uso del mezzo epigrafico tutto sommato dimesso e, per così dire, passivo, se
si considera che essi compaiono più spesso come destinatari che come titolari o dedicatari di un’epigrafe 27.
Un’ultima considerazione riguarda le carriere di tali
personaggi. due sono i quattuorviri aedilicia potestate
che hanno in seguito ricoperto la carica di praefectus iure
dicundo per poi entrare, a Roma, in una delle decurie
dell’album iudicum (1, 10); nelle stesse decurie fu inserito anche il titolare dell’epigrafe di Olginate (14) 28. In
cinque casi invece il primo gradino per l’accesso alla carica di quattuorviro è rappresentato dal sevirato (2, 3, 4,
7, 8). Frequente è anche l’assunzione di cariche religiose
da parte dei quattuorviri mediolaniensi: in due occasioni
si trova menzionato il pontificato 29 (2, 14), in due il flaminato (8, 14), in uno l’augurato (14). Un caso degno di
nota è l’epigrafe murata nella basilica di Sant’Ambrogio, il cui dedicatario, prima di ricoprire la carica di quattuorviro, sarebbe stato quaestor (13): si tratterebbe infatti
dell’unica attestazione di un questore nella Mediolanum
di età municipale 30.
Colonia Mediolaniensium
La trasformazione di Mediolanum in colonia è un problema ancora aperto e difficilmente risolvibile in modo definitivo. Attualmente l’esistenza della colonia è documentata
da dieci iscrizioni ritrovate a Milano e nel relativo ager;
in due casi si ha un’attestazione extralocale (7, 10).
1. CIL, V 5465 (Angera): base votiva per cautopates
il cui dedicante si definisce leg(atus) dend(rophororum)
c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium).
2. CIL, V 5515 (Leggiuno): ara funeraria di lucius
come indicato dalla praefectura fabrum. Leggermente diverso è il
caso dell’anonimo di Olginate (14), per il quale l’essere stato iudex
ex selectis avrebbe portato l’accesso a onori municipali più elevati –
l’equiparazione cioè ai quinquennales di Mediolanum – e forse, ma
non è certo, il conseguimento del rango equestre.
29
Bassignano, Boscolo 2008.
30
Petraccia 1988, 278 propone una distinzione tra la carica di curator aerarii, propria del municipium di Mediolanum, e quella di
quaestor, attestata invece nel caso della colonia; di diversa opinione
è invece Zaccaria 1991, 67, nota 98, il quale ritiene che Mediolanum
non abbia avuto quaestores neppure in età coloniale. L’epigrafe di S.
Ambrogio, in corso di pubblicazione in Zoia 2016, sembrerebbe invece ricordare un questore di età municipale.
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Mediolanum da municipium a colonia
Virius Frontinus, pontifex c(oloniae) a(- - -) a(ugustae)
Mediol(aniensium).
3. CIL, V 5612 (Castelseprio): epigrafe perduta in
onore dei curatores arkae Titianae del coll(egium)
fabr(um) et centon(ariorum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium) 31.
4. CIL, V 5847 (Milano): epigrafe perduta in onore di
Marcus atusius Glycerus, cavaliere, che ricoprì diverse
cariche locali e che fu collegato al coll(egium)
aerar(iorum) col(oniae) M(ediolaniensium) 32.
5. CIL, V 5869 (Milano): erma onoraria per Magius
Germanus Stator Marsianus, cavaliere romano ed esponente di spicco del coll(egium) fabr(um) et centon(ariorum) col(oniae) G(allieniana) a(ugusta) F(elix)
Med(iolaniensium) 33 (fig. 4).
6. CIL, V 5892 (Milano): erma onoraria, perduta, per
publius Tutilius callifons, Vivir sen(ior) e patr(onus)
della dodicesima centuria del coll(egium) aerar(iorum)
c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium) 34.
7. CIL, XI 1230 (Piacenza): epigrafe perduta in onore
di Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus, membro dell’ordine equestre, accens(us)
vel(atus) e flam(en) di Caracalla, iivir i(ure) d(icundo)
m(- - -) p(- - -), cur(ator) della res publica parmensium
e repunctor, nonché patronus, degli splendida collegia
fab(rum) et cent(onariorum) c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) F(elicis) M(edionaliensium) 35.
8. AE 1932, 73 (Milano): erma onoraria dedicata a
Marcus celsius artemas, seviro senior e membro di un
coll(egium) nautar(um) col(oniae) Ạ+[- - -] <vel>
Ṃ[- - -] 36.
9. AE 1974, 344 (Milano): lastra onoraria per un
anonimo personaggio dalla carriera senatoria che fu
patr(onus) splend(idissimae) col(oniae) Mediolan(iensium).
4. - Erma per Magius Germanus Stator Marsianus (CIL, V 5869).
10. AE 1997, 534 (Alessandria): ossuario di un personaggio che si presenta come due volte curator arces
(!) Titianae del collegium fab(um) et centonariorum
c(oloniae) a(- - -) a(ugustae?) M(ediolaniensium); il
collegium è menzionato anche sul fianco destro del monumento: in questa occasione l’indicazione della colonia si trova nella forma c(olonia) a(- - -) a(ugusta?)
Mediol(aniensium).
Come si nota facilmente, la colonia mediolaniense si
trova menzionata in diverse forme:
(a) colonia a(- - -) a(ugusta?) Mediolaniensium, variamente abbreviata (1, 2, 3, 6, 10);
31
34
32
35
Boscolo 2002-2003, 370-377.
Boscolo 2002-2003, 409-414.
33
Boscolo 2002-2003, 384-389.
Boscolo 2002-2003, 414-417.
Boscolo 2002-2003, 403-407.
36
Zoia 2014b, 279-280.
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Serena Zoia
(b) colonia a(- - -) a(ugusta?) Felix Mediolaniensium (7);
(c) colonia Gallieniana augusta Felix Mediolaniensium (5);
(d) colonia Mediolaniensium (4), in un caso preceduta dall’aggettivo splendidissima (9).
Quella apparentemente più antica è la (d), presente
su un’epigrafe assai prossima, per la compresenza di
quattuorvirato e duovirato, alla trasformazione in colonia della città (4), oltre che su una datata tra la metà del
II secolo d.C. e la metà del III secolo d.C., certamente
entro l’epoca di Gallieno (9). Potrebbe trattarsi di una
variante della più diffusa colonia a(- - -) a(ugusta?) Mediolaniensium, forse influenzata, in un’epoca di passaggio, dalle più snelle modalità di menzione del precedente
municipium; oppure sarebbe questa la denominazione
effettivamente attribuita a Mediolanum nel momento
stesso della sua elevazione a colonia. In questo secondo
caso, dunque, la titolatura (a), con il doppio appellativo
a(- - -) a(ugusta?), sarebbe ampliamento posteriore, da
legare non tanto al fondatore della colonia, quanto a un
imperatore che avrebbe particolarmente beneficato la
città 37.
La titolatura (b) – attestata su un’epigrafe che ha
come terminus post quem il 217 d.C. in base alla menzione del flaminato divi Magni antonini (7) – è attribuita
dal Grelle all’età di Commodo per la presenza dell’aggettivo Felix, che proprio con Commodo entra nell’onomastica imperiale ad indicare “quella Felicitas della
quale per sua opera partecipavano tutte le comunità dell’impero” 38; tale titolatura sarebbe dunque una forma
“estesa” della titolatura (a). Non è invece possibile pensare a un’aggiunta da parte di Commodo del solo appellativo Felix dal momento che esso risulta assente
dall’iscrizione (3), datata a un arco di tempo compreso
tra il 246 e il 254 d.C.
La titolatura (c) sarebbe stata assunta sotto Gallieno,
più precisamente dopo il 260 d.C., quando questi rimase
unico imperatore. Assai stretto fu il suo rapporto con Mediolanum, in particolar modo dopo la sconfitta degli Alemanni nei pressi della città, avvenuta probabilmente
nello stesso 260 d.C.: è forse a questa occasione e al contestuale intervento di Gallieno nella ristrutturazione edilizia e amministrativa di Mediolanum, con il
rafforzamento delle mura e l’apertura della zecca 39, che
va legato il cambio di nome della città. L’appellativo
Gallieniana si ritrova anche per la colonia augusta Verona nova Gallieniana 40 e per la colonia concordia Gallieniana Karthago 41, mentre Colonia avrebbe assunto la
denominazione di colonia claudia ara agripinensium
Valeriana Galliena 42: in tutti questi casi, come per Mediolanum, si tratterebbe di colonie “aux quelles Gallien,
sans transformer leur statut, permit d’ajouter à leur nomenclature un élément de la dénomination impériale” 43.
Può tuttavia suscitare qualche perplessità la forma estremamente abbreviata con cui l’appellativo Gallieniana
compare nella sua unica attestazione mediolaniense. Si
deve a tal proposito distinguere tra iscrizioni ufficiali,
come di fatto sono quelle di Verona e di Colonia, o comunque di interesse pubblico, quale quella di Cartagine,
e iscrizioni a carattere privato, come l’erma mediolaniense, destinata a essere esposta nella casa dell’onorato
o tutt’al più nella sede del collegium fabrum et centonariorum: il tono “minore” dell’epigrafe, dunque, e la sua
esposizione ad un pubblico ristretto potrebbero aver giustificato la scelta dell’abbreviazione alla sola iniziale di
un appellativo tutto sommato di recente concessione.
Un secondo elemento di interesse riguarda la data di
creazione della colonia, cui si è cercato di risalire sciogliendo in vario modo il primo appellativo a(- - -) delle
titolature (a) e (b), mentre per il secondo è stata generalmente accettata la lettura augusta.
Il Calderini 44, sulla scorta del Mommsen 45, ha proposto tre possibilità, poi riprese dal Mirabella Roberti 46:
aelia augusta, se fondazione di Adriano; aurelia augusta, se di Marco Aurelio; antoniniana augusta, se di Caracalla. Il Kornemann 47 inserisce Mediolanum tra le co-
37
Così propone Boscolo 2002-2003, 376.
Grelle 1972, 217.
39
Calderini 1965, 39; Mirabella Roberti 1984, 17; Cracco Ruggini
1990, 18 e 47.
40
CIL, V 3329.
41
ILAfr 401 e AE 1999, 1830.
42
CIL, XIII 8261.
38
43
Christol 1979, 220, nota 3.
Calderini, Passerini 1953, 228-229, 232-233, 240, 256;
Calderini 1965, 38.
45
CIL, V p. 634.
46
Mirabella Roberti 1984, 17.
47
Kornemann 1900, 538.
44
138
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Mediolanum da municipium a colonia
lonie di Antonino Pio e Marco Aurelio, ma non trascura
di riportare tutte le possibili letture, cui affianca, sulla
scorta di altre colonie di Caracalla 48, aurelia antoniniana; di diversa opinione è invece il Philipp 49 che si pronuncia per l’età adrianea. Il Grelle 50 è il primo a proporre
Commodo come fondatore della colonia mediolaniense,
il quale non manca di ricordare la volontà di rinnovamento di Commodo, che arrivò a rifondare la stessa
Roma come colonia commodiana 51. Resta però il fatto
che, a differenza di altre fondazioni di Commodo 52, nel
nome di una possibile colonia aurelia augusta Mediolaniensium non ci sarebbe traccia del cognomen dell’imperatore. Questo porta il Grelle 53 a suggerire una datazione tra il 185 e il 190 d.C., data dopo la quale
l’appellativo commodiana risulterebbe troppo diffuso
per essere omesso; il Pflaum 54 invece, sciogliendo la doppia sigla a(- - -) a(- - -) come aelia aurelia, propone una
datazione a partire dal 191 d.C., quando Commodo
avrebbe recuperato il doppio gentilizio già presente nella
sua titolatura durante gli anni di regno con il padre 55.
Per dirimere la questione occorre ripercorrere la
strada tracciata dal Boscolo 56 a partire da quelle, tra le
epigrafi menzionanti la colonia di Mediolanum, che
fanno riferimento agli anni del locale collegium fabrum
et centonariorum, la cui fondazione è attribuita da Jinyu
Liu a un periodo compreso tra il principato di Traiano e
quello di Adriano 57. L’epigrafe votiva di caius atilius
Tertullinus, già citata a proposito del municipium Mediolaniensium 58, attesta che Mediolanum non aveva an48
Prenderebbe gli appellativi di aurelia antoniniana anche la colonia di Karthago (CIL, VIII 1220, 12548, 25376, 25808 b); si veda
Pflaum 1975, 261.
49
Philipp 1931, 93.
50
Grelle 1972, 217-218.
51
Come ricordato in Script. Hist. Aug. 8, 6, nel 190 d.C. Roma è
rinominata colonia commodiana; la medesima notizia è in d.C. 72,
15, il quale aggiunge che Commodo τὴν δὲ Ῥώμην ἀθάνατον εὐτυχῆ
– e dunque Felix – κολωνίαν οἰκουμένην τῆς γῆς (καὶ γὰρ ἄποικον
αὐτὴν ἑαυτοῦ δοκεῖν ἐβούλετο) ἐπωνόμασεν.
5
La colonia iulia aurelia commoda Thuburbo Maius (CIL, VIII
848) e la colonia aurelia commoda pia Felix augusta pupput (CIL,
VIII 24093) portano il nome commoda, mentre in CIL, VIII 823 è attestato un municipium aurelium commodianum.
53
Grelle 1972, 218.
54
Pflaum 1975, 261.
55
Il Pflaum cita a sostegno della sua proposta CIL, VIII 11801 e
AE 1949, 47, di età severiana, nelle quali compare la colonia aelia
aurelia Mactaris; in CIL, VIII, 11804, datata al 306-308 d.C., la medesimta città è colonia aelia aurelia augusta Mactaris. di diversa
opinione è Beschaouch 1990-1992.
cora raggiunto lo status coloniale a settant’anni dalla
fondazione del collegium, dunque tra il 168 e il 187 d.C.:
ciò permetterebbe di escludere definitivamente una possibile colonia aelia augusta legata a una concessione di
Adriano. Sembra inoltre difficile che potesse trattarsi di
una fondazione di Marco Aurelio nell’ultimo anno del
suo principato: quindi anche l’ipotesi di una colonia aurelia augusta promossa da questo imperatore sarebbe da
abbandonare. Restano dunque da prendere in considerazione Commodo – e dunque una colonia aurelia augusta, come proposto dal Grelle, oppure aelia aurelia,
come suggerisce il Pflaum – e Caracalla, con la possibilità di una colonia antoniniana augusta o di una colonia
aurelia antoniniana 59. Sebbene l’epigrafia di Mediolanum testimoni un certo legame con il successore di Settimio Severo conservando ben due epigrafi in suo
onore 60, è forse ancora più stretto il rapporto che la città
ebbe con Commodo, dal momento che un’epigrafe onoraria 61 attesta l’intervento in città di un curator rei publicae nominato da tale imperatore che avrebbe
sovrinteso, tra l’altro, al rifacimento delle terme cittadine. A questo proposito poi, proprio dalla fine del II secolo d.C., la città conosce una ripresa generale a livello
sia economico sia edilizio 62 che prosegue per tutto il III
secolo d.C. e che può forse essere messa in relazione con
il recente cambiamento istituzionale 63.
In conclusione, dunque, si può affermare con buona
verosimiglianza che Mediolanum ricevette da Commodo
il titolo di colonia aurelia augusta Felix Mediolanien-
56
Boscolo 2002-2003, 376-377, 382-384.
Liu 2009, 44.
58
Nr. 1 al pgf. 1.
59
Una colonia antoniniana augusta non sembrerebbe altrimenti
attestata, mentre dovette esistere una colonia aurelia augusta antoniniana Felix neapolis (AE 1890, 106), che però unirebbe nel proprio nome una prima fondazione ad opera di Marco Aurelio e una
successiva deduzione sotto Caracalla (Mele 1994, 24). In CIL, VIII
12548 Cartagine è colonia iulia aurelia antoniniana Karthago ad
opera di Caracalla (Christol 1979, 219, nota 5).
60
L’una, datata al 198-211 d.C., è lastra in marmo da applicare a
una base e faceva probabilmente parte di una galleria di statue in
onore dei Severi (CIL, V 5806); l’altra, dedicata più probabilmente
a Caracalla che a Commodo, daterebbe al 213 d.C. e sarebbe stata
posta dal locale collegium fabrum et centonariorum (AE 1974, 343),
particolarmente beneficato dalla politica fiscale dei Severi (Cavagnola 1974-1975, 74).
61
AE 1992, 768, per cui si veda anche Sartori 1994, 45, nr. P15.
62
Sacchi 2012, 92-93.
63
Sacchi 2012, 17.
57
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Serena Zoia
sium; l’intensa attività di rifondazione coloniale di Commodo e l’individuazione del 179 d.C. come terminus
post quem per la creazione della colonia, inoltre, suggeriscono di attribuire a questo imperatore anche l’effettiva concessione alla città dello status coloniale. In tal
senso, quindi, le titolature (a), (b) e (d) risulterebbero
contemporanee.
Duoviri ed epigrafia
Con la trasformazione in colonia Mediolanum vede il
passaggio da un sistema quattuorvirale a uno duovirale.
Attualmente sono note cinque epigrafi che menzionano
i duoviri di Mediolanum, alle quali è stata talora accostata una sesta, ritrovata nell’ager comensis, che presenta tuttavia problemi tali da escludere quasi certamente
la sua pertinenza alla colonia mediolaniense 64.
1. CIL, V 5509 (Besozzo, ager Mediolaniensis): ara
votiva per liber pater posta da caius albinius optatus 65, iivir iure dicundo m(- - -) p(- - -) (fig. 5).
2. CIL, V 5847 (Milano): epigrafe onoraria, oggi perduta, per Marcus atusius Glycerus 66, iivir iure dicundo
m(- - -) p(- - -).
3. CIL, V 5848 (Milano): epigrafe funeraria, irreperibile, il cui dedicante è il medesimo Marcus atusius
Glycerus del punto precedente, che qui figurerebbe semplicemente come iivir iure dicundo.
4. CIL, XI 1230 (Piacenza): epigrafe perduta per
Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus, anch’egli iivir iure dicundo m(- - -) p(- - -) 67.
5. AE 1947, 47 (Besozzo, ager Mediolaniensis): ara votiva per liber pater posta dallo stesso caius albinius optatus di cui all’epigrafe (1), qui iivir man(- - -) pot(- - -)
(fig. 6).
Le epigrafi dei duoviri mediolaniensi hanno destinazione votiva (1, 5) od onoraria (2, 4), in un solo caso fu-
neraria (3). Le epigrafi votive sono due are in serizzo
poste a corredo di un’aedes fatta innalzare a liber pater
da caius albinius optatus nei suoi possedimenti fondiari nell’ager Mediolaniensis nordoccidentale. In entrambi i casi i monumenti mostrano una buona qualità
esecutiva, che suggerisce l’intervento di maestranze professioniste, forse itineranti: in ogni caso tutto concorre a
mettere in rilievo le disponibilità economiche di caius
albinius optatus e il suo desiderio di autorappresentarsi
nel miglior modo possibile. L’epigrafe onoraria dedicata
a Marcus atusius Glycerus dal quattuorviro aedilicia potestate Tertius Rufellius Verus (2) sembrerebbe essere
una base di statua; nulla si può però dire relativamente
all’esecuzione di tale monumento, oggi irreperibile. Irreperibile è pure una seconda epigrafe onoraria, anch’essa forse da riferire a una base, posta per Quintus
albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus (4), cavaliere di probabile origine mediolaniense. Infine, per
l’unica epigrafe funeraria menzionante un duoviro – che
vi figura come dedicante – si può ipotizzare, in base alla
disposizione del testo sulle linee di scrittura come riportata nel disegno del Muratori 68, un supporto dallo sviluppo orizzontale, per esempio un ossuario o un
sarcofago.
In generale le attestazioni dei duoviri mediolaniensi
si caratterizzano per la loro scarsità – già il Mommsen
parlava di “mira raritas” 69 – alla quale dovette del resto
contribuire anche la flessione numerica che a partire dal
III secolo d.C. interessò l’esperienza epigrafica romana 70; a ciò si può poi aggiungere quella “reticenza”
nell’esporsi epigraficamente che il Sartori ha riconosciuto come caratteristica dell’orizzonte mediolaniense 71. Tuttavia, a differenza delle iscrizioni dei
quattuorviri, quelle dei duoviri sembrerebbero mostrare
un maggior equilibrio tra un ruolo attivo, ad esempio in
ambito votivo e funerario, e uno passivo, tipico dell’epigrafia onoraria, di questi magistrati.
Per quanto riguarda, infine, la loro carriera, occorre
innanzi tutto osservare come l’indicazione del duovirato
sia in tre casi seguita dall’oscura abbreviazione m(- - -)
p(- - -), che in un quarto compare nella forma più estesa,
64
68
65
69
CIL, V 5239, per cui si veda Reali 1989, 217-219, nr. 18.
Scuderi 2015, 158-159, nr. 40.
66
Nr. 4 al par. 3. Su questo personaggio Scuderi 2015, 157, nr. 37.
67
Nr. 7 al par. 3. Sul personaggio Scuderi 2015, 159, nr. 41.
Muratori 1740, 1640, nr. 3.
CIL, V p. 634.
70
Ne scrive per primo McMullen 1982.
71
Sartori 2008.
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6. - Seconda ara votiva di Caius Albinius Optatus (AE 1947, 47).
5. - Prima ara votiva di Caius Albinius Optatus (CIL, V 5509).
quaestor aerarii e quella di pontifex, che sembrerebbero
aver preceduto il duovirato. di albinius, invece, oltre a
una curatela rei publicae, si menzionano il titolo di accensus velatus – non definibile con sicurezza nelle relative competenze – e il flaminato di Caracalla.
ma non per questo più perspicua, man(- - -) pot(- - -) 72;
l’unica eccezione sembrerebbe essere costituita dall’epigrafe funeraria dedicata da Marcus atusius Glycerus, che si presenta solo come duovir iure dicundo (3).
Sia Marcus atusius Glycerus sia Quintus albinius Secundinus Mestrius aebutius Tullianus sono membri dell’ordo equester e mostrano una stretta connessione con
le associazioni professionali di Mediolanum, essendo patroni e repunctores l’uno di un collegium aerariorum
dall’identità dibattuta 73, l’altro dei collegia dei fabrii e
dei centonarii. di atusius si ricordano inoltre la carica di
Bassignano M. S., Boscolo F. 2008, Riflessioni sul pontificato
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Boscolo F. 2002-2003, collegium fabrum et centonariorum
Mediolaniensium, AIV, 161, 369-424.
72
Su tale sigla si veda lo status questionis presentato da Zaccaria
1991, 65-67, che appoggia una lettura man(data) pot(estate), a indicare quei magistrati giurisdicenti, assimilabili ai praefecti iure dicundo, che avevano ottenuto il potere per delega del magistrato
ordinario, assente o impedito, oppure, in caso di sua vacanza, dal locale ordo decurionum. di diversa opinione è invece la Spadoni, secondo cui l’accostamento con i praefecti iure dicundo comporterebbe
accettare l’assenza del tutto anomala di duoviri ordinari dal dossier
epigrafico milanese (Spadoni 2004, 233). In alternativa viene proposto lo scioglimento man(umittendi) pot(estate) – già in Passerini
1944-1945, 101-103 – a indicare la concessione ai magistrati mediolaniensi, in occasione del passaggio allo status coloniario, di una
specifica competenza, ad esempio quella di convalidare gli atti di manomissione mediante legis actio (Fanizza 1999, 109, nota 82).
73
Boscolo 2002-2003, 412-413.
Abbreviazioni bibliografiche
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indice deL VOLUMe
Introduzione
di Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci
Un addendum comense: due urne funerarie di magistrati
di Mauro Reali
Ricordo di Silvio Panciera
di Silvia Evangelisti e Cecilia Ricci
Le prefetture nell’organizzazione istituzionale dell’Italia di
I secolo a.C.
di Annarosa Gallo
PRIMA SEZIONE
MAGISTRATURE INDIGENE E MUNICIPALI IN ITALIA
E NELLE PROVINCE
ITALIA
Magistrature indigene e municipali in area italica:
trentasei anni dopo
di Cesare Letta
Tra continuità e trasformazione: appunti su alcune
magistrature “tradizionali” delle comunità laziali
tra Repubblica e Impero
di David Nonnis
Quella “sporca trentina”. Vecchie e nuove riflessioni sul
senato locale di Castrimoenium
di Egidio Incelli
Le magistrature cittadine in Campania fra la tarda
repubblica e l’età severiana
di Giuseppe Camodeca
I praefecti di Venusia e la lex Petronia
di Francesco Grelle e Marina Silvestrini
PROVINCIAE
Les cités de Narbonnaise et leurs systèmes
institutionnels: mises au point, travaux récents,
révisions et nouveaux documents
di Michel Christol
La titulature des magistrats et le statut de la cité de Tanger
d’après l’épigraphie monétaire
di Gwladys Bernard et Laurent Callegarin
Riflessioni sul sufetato tra Tiro, Cartagine e Roma. Nuovi
documenti da Sulky (Sardegna) e Thugga (Tunisia)
di Michele Guirguis e Antonio Ibba
Organizzazione istituzionale delle città del promunturium
Mercurii (Africa proconsularis)
di Mounir Fantar e Raimondo Zucca
La praefectura iure dicundo des colonies contribuées de la
Confédération cirtéenne
di Anne-Florence Baroni
Le dinamiche istituzionali di Atina (regio III): dal periodo
post-annibalico alla municipalizzazione
di Alfredo Sansone
Città e magistrature nel Sannio pentro tra tarda
repubblica e prima età imperiale
di Gianluca Soricelli
Problemi istituzionali e amministrativi nella regio IV. Il
caso di Amiternum
di Simonetta Segenni
Cambiamenti costituzionali e magistrature nelle città
romane delle regiones V e VI adriatica
di Gianfranco Paci
Dal quattuorvirato al duovirato: gli esiti del bellum
Perusinum e i cambiamenti costituzionali in area umbra
di Enrico Zuddas
SECONDA SEZIONE
VARIA
Un nouvel affranchi de la colonie de Lyon
par François Bérard
Fabia Numantina
par François Chausson
Honore usus, honore usi: l’exemple d’une formule
polysémique
di Anne Daguet-Gagey
Latifondi imperiali nella riviera ligure orientale: il cippo
confinario del monte Ramaceto
di Giovanni Mennella
Mediolanum da municipium a colonia
di Serena Zoia
Conclusioni
di Francesco Grelle
L’esposizione epigrafica dei magistrati a Comum e nel suo
ager
di Antonio Sartori
Indice delle fonti letterarie, delle fonti epigrafiche e
numismatiche, dei luoghi, dei nomi di persona
a cura di Silvia Evangelisti, Francesco Lorusso, Cecilia Ricci
Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b - 70127 Bari-S. Spirito
tel. 0805333056-5333057 (fax) - http://www.edipuglia.it - e-mail:
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