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2024
Una saga, secondo Wikipedia " è una raccolta di storie in prosa che riguardano antichi popoli scandinavi, tribù germaniche, i primi viaggi vichinghi, le migrazioni verso l'Islanda, e le faide di dinastie islandesi. Nell'accezione moderna, la saga è intesa come il racconto romanzato delle vicissitudini di un collettivo sociale con radici comuni come, ad esempio, un gruppo sociale, etnico o una dinastia familiare." Io sono il capostipite della dinastia dei Melli, che, esattamente come un virus, stanno invadendo il patrimonio genetico della Norvegia, partendo da zero. Come ho scritto nel mio libro autobiografico pubblicato in Brasile, dal titolo: Vida de Geòlogo, "la colpa non è mia, perché non sono emigrato, ma sono un tecnico del petrolio, inviato qui dalla ditta Géosérvices, per la quale lavoravo in Libia, per aiutare la Norvegia a trovare il suo petrolio. Sono l'innocente strumento della funzione d'onda Ψ della fisica quantistica per far arricchire i Norvegesi che erano già stati abbondantemente premiati dalla natura.
Società e conflitto, 2007
Tribunale di Avellino n. 257 del 2 settembre 1989
The Christmas nativity scene represents modernity, full of gray, empty and cold buildings, and the tradition, which is "stained" with modern grayness. In the biblical past we built and today we build walls against all things and persons, in self-isolation. Jesus in these gray schematisms creates colorful graffiti with words of kindness. He "breaks" the walls and scheme tying into a single unit in the globe the various traditions and the modern world. The logos of the GMG and the Holy Spirit are united in the sky and at the entrance of the cave we have a small Ambone and on the other side of the cave have a screw, a symbol of the rising and prosperous new life, harbinger of death that gives life.
Thule, 2016
L’articolo affronta il tema della relazione soggetto-oggetto attraverso una descrizione etnografica di un momento ritual mebengokré-xikrin. Questa popolazione, che vive nel Brasile centrale, presenta un complesso sistema rituale che attraversa le quotidianità collettiva e le traiettorie individuali. La tesi è che la proliferazione di partecipanti favorisca l’efficacia di tali momenti, portando alla luce le complesse trame relazionali tra umani e non umani, esseri visibili e invisibili, soggetti e oggetti. Il “punto di vista” privilegiato sarà quello di un partecipante che ricopre un ruolo di primo piano: lo ngô-kon, le maracá, un oggetto-soggetto, che marca il ritmo dei climax rituali e con essi dei processi trasformativi e relazionali che vengono attivati.
Invito a partecipare e a diffondere il programma della 13a Scuola estiva di Sociologia delle migrazioni. Forse mai come quest'anno, un'iniziativa necessaria per formare giovani studiosi che affrontino questi argomenti con competenza.
di Vindice Deplano Quando andavo a scuola l'high-tech erano i giradischi e i proiettori superotto, con cui maestri e professori estendevano la propria capacità di descrivere il mondo. In realtà ne facevano un uso molto limitato, perché stavano in armadi chiusi a chiave e per aprirli ci volevano chissà che permessi. Nonostante questo, i nostri insegnanti erano padroni delle tecnologie: avevano avuto decenni per abituarsi. Poi la velocità dell'innovazione è aumentata. Sono arrivati, a tappe forzate, i computer, internet, il web e i motori di ricerca, gli ipertesti, le lavagne interattive multimediali, l'e-learning e poi il mondo "social". E molti tra i maestri, i professori e i formatori (cioè quelli che hanno il compito sociale di "facilitare l'apprendimento") hanno perso terreno. Soprattutto chi (la maggioranza) era abituato a pensare a sé come produttore del cambiamento altrui, un cambiamento che non aveva ragione di coinvolgere i propri metodi, strumenti e obiettivi. Ora che siamo arrivati al secondo decennio del XXI secolo, se non vogliamo cambiare mestiere, noi "facilitatori dell'apprendimento" dobbiamo assolutamente riprenderci un posto in prima fila nella dinamica dell'evoluzione. Una dinamica i cui compiti sociali si possono distribuire così: • uomini di scienza, ingegneri dell'informazione e industria ampliano ogni giorno lo spazio di ciò che è possibile fare; • i "facilitatori" esplorano e interpretano ogni nuovo spazio chiedendosi sistematicamente: "Come possiamo usarlo per rendere migliore il nostro lavoro?". Così facendo, alcuni di noi hanno prima integrato l'e-learning nei percorsi formativi e poi cercato stimoli positivi nell'apprendimento collaborativo mediato dal mondo "social". Solo che mentre stiamo ancora capendo le potenzialità di quello strano mondo fatto di blog + Facebook + YouTube + Twitter + GoogleApp + Skype + chissàcosaltro, ecco che succede qualcosa di nuovo. Vediamo all'orizzonte (ma quale orizzonte!: sono qui, sotto i nostri piedi e quasi non ce ne siamo accorti) cambiamenti tanto radicali da investire l'idea stessa di realtà e di esperienza. Per orientarci, seguiamo una persona con molta voglia di apprendere. Un turista, per esempio. Non un turista particolare: un normalissimo "turista fai da te", poco importa se viene dal Giappone, da Merate o da Testaccio, che gironzola armato di macchina fotografica in cerca di emozioni, incontri e ricordi. Un giorno, a Roma, un turista fai da te Roma, Aventino. A un certo punto del suo vagare il turista fai da te incappa nella basilica di Santa Sabina: una delle chiese paleocristiane più belle e meglio conservate. Sotto la basilica c'è una ricca domus del IV secolo (oggi sepolta), costruita a sua volta sopra un tempietto di età repubblicana, affiancato da alcune abitazioni che si appoggiavano alle mura più antiche della città, quelle attribuite (a torto) a Servio Tullio, il sesto re di Roma. Insomma: un mondo racchiuso nello spazio di un campo di calcio. Peccato che il turista fai da te veda solo una grande chiesa (peraltro particolarmente affascinante), una navata sorretta da colonne piena di iscrizioni di tutti i generi, un portale in legno dall'aria molto antica. Le uniche informazioni disponibili stanno in un cartello messo lì dal comune: una ventina di righe in due lingue, abbastanza ben scritte. E i 2.500 anni di storia di Santa Sabina? Lontani, inaccessibili, praticamente perduti per il turista fai da te. Che passa oltre, attratto poco più avanti dal panorama del Giardino degli aranci, dal quale può fare un sacco di fotografie perché si vedono il Tevere, la Sinagoga e San Pietro (sempre che sia in grado di riconoscere le cupole).
Un libro che ci invita a viaggiare nei Mari del Sud, in compagnia di quegli esploratori che scoprirono nuove terre e crearono il mito di quei luoghi. un saggio scritto da Francesco Surdich che racchiude in sé la ricerca storica e l'invito all'avventura.
Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l'inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila
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Academia Biology, 2024
New Journal of Systematic Theology and Philosophy of Religion, 2024
Cambridge History of Tecnology, 2024
METIOESSA. Studies in Honor of E. Mantzourani, edited by G. Vavouranakis and I. Voskos, 207-216. Athens: AURA & Kardamitsa, 2022
Die Naturwissenschaften, 2018
Journal of Ecology, 2016
Business and Economics Research Journal, 2018
European Journal of Nutrition & Food Safety
African Studies, 2013
Radiation oncology journal, 2017
Indian journal of medical and paediatric oncology : official journal of Indian Society of Medical & Paediatric Oncology, 2014
European Journal of Applied Mathematics, 2016