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Presentazione dell'ultimo volume di Gian Giacomo Ortu
1996
Sviluppo edilizio e ferroviario in citt\ue0 e provincia. Irrigazione e bonifiche. Assistenza e previdenza. Emigrazione. Miseria e ignoranza nelle campagne. Minori e accattoni. Industria urbana e rurale. Urbanizzazione della Valdonega
PDE PROMOZIONE SRL via Zago 2/2-40128 Bologna ISBN 978-884676717-2 Questo volume è stato stampato con un contributo dell'Università di Pisa I volumi della nuova serie sono sottoposti a revisori anonimi esterni al Comitato scientifico
2019
Queste note nascono a margine della conferenza che ho avuto il piacere di tenere presso l'Unione Filatelica Subalpina, il passato 12 ottobre, dal titolo "La Posta di campagna sarda nella Guerra delle Alpi".
Realizzazione editoriale a cura di Arun Maltese ([email protected]) È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell 'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.1941 Più recentemente Patrizia Serra, recependo e portando a compiuta maturazione gli stimoli offerti dal Delogu, afferma che i Condaghes, collocantisi fra oralità e scrittura, mantengono «le modalità narrative proprie di una cultura prevalentemente orale, filtrate e rielaborate tuttavia attraverso moduli stilistici desunti dal patrimonio culturale di scriptores monastici non certo illetterati, che sono appunto in grado di riplasmare la lingua dell'oralità, il volgare sardo, sul modello retorico e stilistico costituito dalla Bibbia in latino. Questo conduce, nelle prime scritture in volgare sardo, a quella commistione tra piano pragmatico-documentario e modalità letterario-narrative, che è stata letta come segno di arcaicità culturale e come prova della totale assenza di modelli colti, e che ci consegna invece una lingua scritta che ha già raggiunto un notevole grado di formalizzazione e la cui "narratività", certamente non ancora del tutto disgiunta dalle strutture del discorso orale, risulta tuttavia mediata e condizionata da ben radicate tradizioni scrittorie di matrice ecclesiastica, che attestano, ancora una volta, la complessità e la ricchezza di apporti culturali che hanno caratterizzato il processo di elaborazione e affermazione della lingua sarda». 3 Certamente, nei Condaghes, l'aspetto narrativo non è immesso in tutte le registrazioni, esso anzi può forse dirsi se non un'eccezione, quanto meno un fatto di uso tutto sommato limitato. Ma qualora vi sia, ci si deve allora chiedere perché fosse sentito necessario riferire l'andamento di tutto il processo, magari pure in termini succinti, piuttosto che registrare gli estremi di esso e la sentenza che ne scaturisce. Perché insomma lo scriptor vada oltre una «ripetizione di anonime formule giuridiche»; perché «la prosa che i condaghes ci hanno consegnato» sia, e sia voluta essere «l'esatto contrario» di questa anonima secchezza 4 . Certo le condizioni semiotico-testuali erano diverse da quelle attuali, e dovevano far ricorso ad una memoria sedimentata di una comunità basicamente analfabeta nella quale il ricordo e la registrazione era affidata al deposito memoriale umano, vivo e orale, più che non alla registrazione scritta. Pertanto ciò che veniva registrato per iscritto nei Condaghes doveva interagire su questa memoria orale e ravvivarla. Per questa ragione tali dati memoriali dovevano assumere la forma narrativa quale via più semplice per poter essere più efficacemente mantenuti e depositati. E ciò poteva valere tanto per gli analfabeti totali, quanto per gli alfabetizzati che comunque compartecipavano insieme a tutti gli altri a modalità di registrazione orale, sia pure in forme mediate e maggiormente elaborate.
2013
Vallonem foruncla, Flumen Draguntio e Monte sancti panitaleoni, strutture militari come il Castro Sancti Auditoris ed il castello Nucerie, ed eventuali altri inconsueti punti di riferimento come proprietà private, come ad esempio subtus porcili dominici e de heredes iohanni pelluli, chiese, come nei casi delle Ecclesia sancti ed Ecclesie Sancti Martini et Sancte Marie. Un numero di luoghi quindi molto elevato, in particolar modo per le due macroaree di Mitiliano e di Nocera, e che si distribuisce lungo quattro secoli. Si contano infatti nel secolo IX 1 luogo per l'Apud Montem 34 , 2 per Mitiliano 35 , 7 per Nocera 36 , 12 per Rota 37 , e 5 per Sarno 38 Il secolo X invece conta 7 luoghi per l'Apud Montem 39 , 23 per Mitiliano 40 , 59 per Nocera 41 , 10 per Rota 42 e solo 3 per Sarno 43. Nel secolo XI si riscontrano 19 luoghi per l'Apud Montem 44 , 53 per Mitiliano 45 , 13 per Nocera 46 , 23 per la macroarea di Rota 47 e 3 per Sarno 48 .
Ancora scarse sono le nostre conoscenze sull'impostazione dei cantieri pittorici altomedievali, nonostante sempre più approfonditi studi su numerosi cicli murali in Europa e nuove scoperte documentino la vastità delle superfici dipinte, fino a comprendere la policromia stessa dell'architettura e della scultura romanica.
Le fila del complesso lavoro di ricostruzione della storia delle obbedienze della SS. Trinità di Cava, avviato più di trenta anni fa da Giovanni Vitolo, viene qui ripreso e allargato a buona parte del Mezzogiorno medievale. Il percorso che questa indagine traccia ha come punto di partenza le numerose 'periferie' che l'abbazia attira nella propria rete, all'interno della quale la loro capacità di comunicare, di interagire e le interferenze delle diverse componenti divengono spunti fondamentali di ricerca. Sullo sfondo si leggono i rapporti che la Trinità di Cava intrattiene con la società meridionale, sia essa rappresentata da principi, papi, conti, re o da semplici contadini; il ruolo che la grande abbazia ricopre nel corso dei secoli centrali del Medioevo e l'estrema varietà delle componenti socio-culturali e politico-territoriali che caratterizzano le fondazioni cavensi. In questa lunga e complessa parabola di vita l'insieme delle realtà indagate lasciano emergere due momenti principali: la crescita rapida che il monastero conosce all'indomani della fondazione, tra i secoli XI e XII, e il graduale declino che segna la congregazione a partire dalla seconda metà del XIII secolo. Barbara Visentin è dottore di ricerca in Storia dell'Europa Mediterranea dall'Antichità all'età Contemporanea, si è interessata di strutture produttive e tipologie insediative del Meridione in età longobarda; di identità etnica e coscienza civica nel Mezzogiorno altomedievale; di trasformazioni urbane nelle città meridionali tra età tardo antica e Medioevo, pubblicando un volume su La nuova Capua longobarda. Identità etnica e coscienza civica nel Mezzogiorno altomedievale, Manduria-Bari-Roma 2012. Ha studiato il ruolo degli insediamenti monastici nell'età di transizione tra longobardi e normanni, le dinamiche insediative rurali e urbane dell'Italia meridionale longobarda e normanna e le espressioni materiali della cultura politica longobarda, pubblicando diversi articoli su riviste specializzate. Attualmente è docente a contratto di Storia della città e del territo-© 2012 by LAVEGLIACARLONE s.a.s. Via Guicciardini 31-84091 Battipaglia (SA) tel/fax 0828.342527 e-mail:lavegliaeditore@yahoo www.lavegliacarlone.it Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all'Estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l'autorizzazione scritta dell'Editore stampato nel mese di ottobre 2012 da Universal Book
Annali Storici di Principato Citra, 2017
Estratto da "Annali Storici di Principato Citra", XV/2 (2017), pp. 294-320. Il saggio ricostruisce la cronotassi feudale relativa alla città di Campagna tra XIII e XVI secolo. A partire dalla prima età angioina si analizzano le vicende dei primi feudatari, il cavaliere piccardo Giovanni d’Apia (Jean d’Eppes) ed i suoi eredi, che tennero il feudo fino alla metà del Trecento. Intrecciata alle turbolenti vicende del Regno di Napoli di quel periodo, viene poi delineata la contrastata successione nel feudo, conteso a più riprese tra i Del Balzo e i Sanseverino prima, e poi tra i Della Ratta, i Gesualdo e gli Orsini, che manterranno il feudo fino alla prima metà del Cinquecento. Di particolare importanza è l’apporto di documenti in gran parte finora inediti, tratti soprattutto dalle varie porzioni del prezioso archivio Orsini.
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Principles of Decoration in the Roman World, 2021
International Journal of Hydrogen Energy, 2014
Psychological Reports, 1994
Journal of Applied Probability, 2005
Universitas Médica
Archives of Osteoporosis, 2013
Султанівські читання, 2022
Journal of Strength and Conditioning Research, 2014
Revista Produção Online, 2015
IEEE Transactions on Computer-Aided Design of Integrated Circuits and Systems, 1999