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Gregor Samsa ne La metamorfosi di Kafka. Dalla parte di un lettore.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI Corso di Laurea Magistrale in Letteratura, Filologia e Linguistica Italiana Relazione di Linguistica Testuale Prof. Aldo Severino Nemesio Anno accademico 2016/2017 GREGOR SAMSA NE LA METAMORFOSI DI KAFKA Dalla parte di un lettore. Eleonora Corrente 1 Gregor Samsa ne La metamorfosi di Kafka: dalla parte di un lettore Nonostante a noi lettori sembri che un medesimo testo letterario venga universalmente compreso nella stessa maniera, molte ricerche dimostrano il contrario. L’esito della lettura consiste nella costruzione di un insieme di informazioni organizzate in modo coerente, grazie all’intervento di competenze specifiche del singolo lettore che, a partire da ciò che ha letto, costruisce una rappresentazione mentale complessa, nella quale inserisce anche informazioni che non sono presenti nella superficie del testo letto.1 In questo consiste il meccanismo di concretizzazione, che può parimenti essere definito come l’esito dell’incontro tra il testo e la nostra competenza,2 all’interno del quale il lettore, inconsapevolmente, colma i gaps di indeterminatezza che incontra nell’opera, formulando delle illazioni. Ciò naturalmente avviene anche per quanto riguarda il processo di caratterizzazione, ossia la modalità di definizione e rappresentazione delle caratteristiche di un personaggio. Il lettore, infatti, assume automaticamente che incontrerà nel testo personaggi assimilabili agli uomini nel mondo reale e, valutandoli come tali, tenterà di giungere a una costruzione verosimile.3 Tale operazione sarà significativa a tal punto da rendere impossibile in seguito distinguere tra ciò che il lettore ha effettivamente letto nel testo e ciò che ha invece aggiunto. Il presente lavoro tenterà, dunque, di avanzare una proposta di costruzione, all’interno dell’ottica poco sopra illustrata, pur non a partire da un’analisi empirica, ma da lettura individuale di chi scrive, del personaggio di Gregor Samsa, protagonista del racconto di Franz Kafka La metamorfosi. Prendendo le mosse dalla descrizione che il narratore, nel caso specifico in terza persona, ma a focalizzazione interna, costruisce di Gregor Samsa all’inizio del 1 A. NEMESIO, Il lettore vagante, Nuova Trauben, Torino, 2015, p. 49. Per competenza del lettore si intende l’unione di memoria episodica, che immagazzina gli avvenimenti della vita privata del singolo lettore; memoria semantica, le conoscenze generali sul mondo comuni ai parlanti di una stessa lingua, e competenza enciclopedica, l’insieme delle conoscenze di un determinato individuo (A. NEMESIO, Il lettore vagante, op. cit., p. 53). 3 M. BORTOLUSSI – P. DIXON, Psychonarratology. Foundation for the empirical study of literaly response, Cambridge University Press, Cambridge, 2003, p. 152. In particolare i due autori definiscono tale struttura framework, ossia una sorta di vera a propria impalcatura necessaria al lettore per costruire i personaggi nella propria mente. 2 2 racconto, il lettore tende comunemente a immaginare il personaggio come uno “scarafaggio”: Se ne stava disteso sulla schiena, dura come una corazza, e per poco che alzasse la testa poteva vedersi il ventre abbrunito e convesso, solcato da nervature arcuate sul quale si reggeva a stento la coperta, ormai prossima a scivolare completamente a terra. Sotto i suoi occhi annaspavano impotenti le sue molte zampette, di una sottigliezza desolante se raffrontate alla sua corporatura abituale.4 Tuttavia il protagonista, nel corso dell’intero testo, non viene mai apertamente presentato come uno “scarafaggio”, bensì viene definito un ungeheuren Ungeziefer, vale a dire un enorme insetto.5 La rappresentazione di Gregor come uno “scarafaggio” rientra nel meccanismo di concretizzazione del lettore, che tenta di ricondurre la descrizione del personaggio a categorie presenti nella sua conoscenza del mondo. Eppure, una volta che la lettura del testo è conclusa o si trova a uno stadio ormai avanzato, il lettore non è più in grado di distinguere tra ciò che l’opera gli ha effettivamente suggerito (ossia la descrizione dell’insetto) e il suo sforzo di colmare i vuoti fisiologici del testo (vale a dire l’immaginarsi l’insetto come uno scarafaggio). Il presupposto di condivisione di tale percezione sembra ulteriormente confermato dal testo introduttivo posto in apertura de La metamorfosi sia nell’edizione BUR del 1998 (e successive ristampe), sia nell’edizione del Corriere della Sera del 2002 a firma dell’illustre germanista Giuliano Baioni, il quale utilizza proprio il termine in questione: Poiché, se non è difficile constatare che Kafka sopprime il segno della similitudine e invece di dire: «io sono come uno scarafaggio» dice: «io sono uno scarafaggio», molto meno facile è spiegare perché, e con quale intenzione narrativa, egli riduca la sua metafora alla concretezza fisica di un corpo che violenta letteralmente il lettore con la sua terrificante immediatezza. 6 E ancora: Ma questo perché?, che ha la sua origine per così dire prima della pagina, in quella zona volutamente vuota rappresentata dai «sogni inquieti» dai quali il commesso viaggiatore si 4 F. KAFKA, La metamorfosi, edizione speciale per «Il Sole 24 Ore», 2011, p. 7, tratto da F. KAFKA, I racconti, a cura di G. SCHIAVONI, BUR, Milano, 2008. 5 «Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen Träumen erwachte, fand er sich in seinem Bett zu einem ungeheuren Ungeziefer verwandelt», tratto dall’edizione tedesca: F. KAFKA, Die Verwandlung, Reclam, Stuttgart, 2001, p. 5. Solo la donna a ore che, in seguito, prenderà servizio presso l’abitazione della famiglia Samsa chiamerà apertamente Gregor “scarafaggio” e “blatta”, ma il protagonista non darà alcun cenno di conferma o smentita di tali appellativi (F. KAFKA, La metamorfosi, op. cit., p. 62). 6 G. BAIONI, Introduzione in F. KAFKA, La metamorfosi, pref. di C. SEGRE, trad. di G. SCHIAVONI, Corriere della Sera, Milano, 2002, p. 27. 3 risveglia nella forma di uno scarafaggio, è probabilmente il tranello più abile predisposto dallo scrittore.7 Ciò che si nota, persino dando un’occhiata superficiale alla suddetta Introduzione, è che anche nell’immaginario di un noto studioso di cultura e letteratura germanica Gregor Samsa, dopo la metamorfosi, è uno scarafaggio: il termine stesso, come indicano le sottolineature, viene infatti utilizzato più volte dallo stesso Baioni. A rafforzare l’idea di condivisione della presente caratterizzazione sono proprio le illustrazioni delle copertine di numerose edizioni del racconto, ad esempio le edizioni BUR del 1998 e del 2013, l’edizione Feltrinelli del 2012 e l’edizione della Newton Compton del 2011, che raffigurano senza ombra di dubbio uno scarafaggio.8 L’incipit del racconto rivela tuttavia qualcosa in più: la metamorfosi del protagonista si verifica al di fuori dei confini della storia. Infatti, quando ci si accinge alla lettura della prima pagina del testo, il lettore, disgustato, deve constatare che la trasformazione è ormai già avvenuta ed egli non può far altro che prenderne atto, accettare un mondo narrativo del quale è protagonista un enorme insetto e proseguire la lettura. Come accennava già Baioni nella seconda delle precedenti citazioni, il momento effettivo della metamorfosi, che non si verifica sotto gli occhi del lettore, si lascia probabilmente presagire nell’ambigua e vaga espressione «sogni inquieti». 9 Un aspetto ulteriore che, proprio a partire dal protagonista-insetto, ci induce a riflettere riguarda la tipologia di personaggi presentati all’interno del racconto. Gli esseri umani ne La metamorfosi giocano un ruolo del tutto marginale: essi sono di fatto delle vere a proprie comparse in una narrazione che ruota intorno a una bestia che, nel nostro comune immaginario, suscita del disgusto, ancor più accentuato dall’insieme di dettagli estremamente concreti, anche quelli più ripugnanti, con cui la fisicità dell’insetto è descritta. Il lettore, man mano che procede con la lettura, accumula prove10 che lo portano a formulare nella sua mente un’immagine complessiva del personaggio. Tuttavia il 7 G. BAIONI, Introduzione, op. cit., p. 28. Allo stesso modo, l’edizione in formato Kindle di LeggereGiovane presenta anch’essa in copertina uno scarafaggio. Diversamente, secondo una particolare interpretazione, l’edizione di Dalai Editore del 2010 presenta in copertina l’immagine di un repellente per scarafaggi. 9 G. BAIONI, Introduzione, op. cit., pp. 28-30. 10 Tali prove sono raccolte nel testo dal lettore a partire dalle azioni che il personaggio compie nel mondo della narrazione e dai giudizi degli altri personaggi, nonché del narratore stesso, su di lui, che permettono al lettore di identificare alcuni tratti distintivi del suddetto personaggio (M. BORTOLUSSI – P. DIXON, Psychonarratology, op. cit., p. 158). 8 4 lettore potrebbe a un certo punto identificare una discontinuità, ovvero un evento o un’azione che modifica potenzialmente il tratto caratteristico del personaggio che si sta tentando di concretizzare: assimilare una discontinuità significa sostituire la vecchia informazione sul tratto del personaggio con una nuova che nasce alla luce della discontinuità stessa. Dopo di essa nessuna delle precedenti azioni e valutazioni già formulate sul personaggio avranno più alcun valore: il lettore sarà costretto a ripartire da zero.11 Anche nel racconto di Kafka il lettore si trova a dover assimilare una discontinuità riguardo una delle caratteristiche del personaggio, ossia le sue dimensioni. La grandezza effettiva dell’insetto non è mai definita fornendo al lettore dei metri di misurazione univoci, cosicché l’autore gioca in qualche modo a disorientarlo. Si legge infatti in un passo de La metamorfosi: Una volta (era già trascorso un mese dalla metamorfosi di Gregor, e ormai non c’era più motivo particolare per la sorella di stupirsi dell’aspetto di lui) ella entrò un po’ prima del solito e trovò Gregor che, immobile e ritto in un modo tale da incutere terrore guardava alla finestra. […] lei però non solo non entrò, ma indietreggiò persino e chiuse la porta; […]. Gregor naturalmente si rifugiò subito sotto il divano, ma dovette aspettare fino a mezzogiorno prima che la sorella […] si rifacesse viva.12 Il fatto che Gregor-insetto sia in grado di infilarsi sotto il divano per non terrorizzare la sorella permette al lettore di proseguire nella sua immaginazione, coerente con la sua conoscenza del mondo, di uno scarafaggio che, pur essendo stato definito all’inizio della narrazione “enorme”, conserva, tuttavia, ancora qualche attributo proprio della comune immagine dello scarafaggio. L’unica delle caratteristiche dell’aspetto dell’insetto che sembra piuttosto evidente è la larghezza del suo corpo, il quale, quando Gregor si infila sotto il divano, sembra sporgere leggermente verso l’esterno. Infatti in seguito, per non costringere la sorella alla sua vista, Gregor utilizzerà un lenzuolo per coprire anche quella parte di sé che ancora era possibile scorgere da sotto il sofà. Quando poi Grete si ostinerà a voler liberare la stanza di Gregor dall’inutile mobilia per rendere così più agevoli i movimenti del fratello sulle pareti e sul soffitto, turbando però in questo modo l’universo di Gregor, nonché, con questo gesto, dichiarando indirettamente l’assoluta assenza di speranza di una qualche reversibilità della metamorfosi; Gregor si apposterà sul vetro di un quadro appeso al muro per non farlo 11 12 Ibidem. F. KAFKA, La metamorfosi, op. cit., p. 43. 5 rimuovere dalla sorella. Eppure ciò non ci aiuta in alcun modo a comprendere la reale stazza dell’insetto, dal momento che un quadro può effettivamente avere un range di possibili dimensioni piuttosto vario, costringendo così ancora una volta il lettore a rimanere in un’atmosfera di incertezza e confusione. Ma a un tratto, poche pagine dopo, un episodio che coinvolge il padre, figura ingombrante e controversa in numerosissime opere kafkiane, costringe il lettore a rivedere la sua caratterizzazione e ad affrontare una discontinuità. […] in quell’istante qualcosa lo rasentò al volo, gettato senza violenza, cadde e rotolò. Era una mela; immediatamente seguita da una seconda; Gregor si fermò atterrito; era inutile proseguire la corsa, poiché il padre aveva deciso di bombardarlo. Si era riempito le tasche alla fruttiera sopra la credenza e adesso, senza mirare con precisione, gettava una mela dopo l’altra. […] Una di esse, lanciata con poca energia, sfiorò la schiena di Gregor, ma scivolò via senza fargli male. Un’altra, gettata subito dopo, gli penetrò letteralmente nella schiena.13 Il padre, non riuscendo a raggiungere il figlio in quello che pare un inseguimento, inizia a scagliargli addosso alcune mele e una di esse si incastra letteralmente nella schiena di Gregor. In questo episodio consiste il momento di discontinuità che il lettore deve affrontare: se nell’immaginario collettivo Gregor Samsa è qualcosa di molto simile a uno scarafaggio (seppur ungeheuer), o comunque un insetto in grado di infilarsi all’occorrenza sotto il sottile spiraglio di un divano, tale passo ci costringe a riconsiderare completamente le fattezze del protagonista, che sarà a questo punto un essere molto più grande di quello che nella nostra competenza enciclopedica è un grosso scarafaggio. Un ultimo interessante aspetto che riguarda la caratterizzazione del personaggio di Gregor Samsa ha proprio a che fare con il momento iniziale del racconto, ovvero quello della presa di coscienza, sia da parte del lettore, sia da parte del protagonista stesso, della Verwandlung. L’incipit del racconto, infatti, racconta, come abbiamo già avuto modo di vedere, uno stato dei fatti a metamorfosi avvenuta, cui segue una descrizione delle fattezze bestiali assunte da Gregor. Il lettore, dunque, si immedesima nella situazione in cui il protagonista si trova al suo risveglio e fatica a comprendere il motivo per cui Gregor Samsa, invece di preoccuparsi seriamente di essersi trasformato nell’arco di una notte soltanto in un orribile insetto, impegna la sua mente in pensieri che il lettore metterebbe probabilmente in secondo piano: la stanchezza che gli procura 13 Ivi, pp. 54-55. 6 il suo mestiere (è un commesso viaggiatore), il ritardo che rischia di accumulare prima di poter iniziare la sua giornata lavorativa, o i movimenti da fare per abituarsi alla sua nuova fisionomia. Ciò che il lettore non si spiega è la velocità con cui il protagonistanarratore porta a compimento il processo di autoriconoscimento e accettazione di sé: egli si abitua al suo nuovo, e, come potremo vedere, irreversibile, stato (Gregor infatti morirà di inedia nelle fattezze di insetto), molto prima e in maniera molto più pacifica di quanto il lettore non riesca a fare. Questi sembra infatti rimanere incredulo e sgomento davanti alla futilità dei crucci di Gregor ormai faccia a faccia con una trasformazione fisica che lo ha portato a diventare un ungeheuren Ungeziefer. 7 Bibliografia G. BAIONI, Introduzione in F. KAFKA, La metamorfosi, Corriere della Sera, Milano, 2002, pp. 27-54. M. BORTOLUSSI – P. DIXON, Psychonarratology. Foundation for the empirical study of literaly response, Cambridge University Press, Cambridge, 2003. F. KAFKA, Die Verwandlung, Reclam, Stuttgart, 2001. F. KAFKA, Erzählungen, Reclam, Stuttgart, 2010. F. KAFKA, La metamorfosi, pref. di C. SEGRE, trad. di G. SCHIAVONI, Corriere della Sera, Milano, 2002. F. KAFKA, La metamorfosi, edizione speciale per «Il Sole 24 Ore», 2011, tratto da F. KAFKA, I racconti, a cura di G. SCHIAVONI, BUR, Milano, 2008. F. KAFKA, Tutti i racconti, Biblioteca Economica Newton, Roma, 2005. A. NEMESIO, Il lettore vagante, Nuova Trauben, Torino, 2015. 8