Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2008, L’Impero bizantino (641-1204)
…
9 pages
1 file
Cura (con emendamenti e aggiornamenti bibliografici) della versione italiana di J.-C. CHEYNET (sous la direction de), Le monde byzantin, II. L’Empire byzantin (641-1204), Paris, Presses Universitaires de France, 2006. Co-editorial oversight, incl. bibliographical revisions and updates, of the Italian version of J.-C. CHEYNET (sous la direction de), Le monde byzantin, II. L’Empire byzantin (641-1204), Paris, Presses Universitaires de France, 2006.
Byzantinische Zeitschrift, 2008
La letteratura palmomantica, fondata sullosservazione dei moti involontari del corpo umano a carattere convulsivo e spasmodico (paklo¸, tqºloi, spa-slo¸), 1 ha conosciuto una notevole fortuna, suffragata dalla continuità di attestazioni: la paradosis si fonda, infatti, sulla duplice tradizione papiracea tardoantica 2 e manoscritta medievale. 3 Nellambito della manualistica de palpitationibus si rivelano davvero singolari due testi di epoca differente (risp. XIII e XV sec.), nei quali lesposizione si limita allincipit dei trattati, secondo la regola della successione delle membra palpitanti a capite ad calcem. Entrambi sono addebitabili ad unoperazione di rielaborazione e riscrittura, condotta da un rimaneggiatore bizantino, il quale dimostra la sua attenzione per questo metodo divinatorio e 1
In un periodo lungo quanto il medioevo per definire un arco temporale, nemmeno perfettamente sovrapponibile ad esso se consideriamo le datazioni canoniche, la storia bizantina, è ripercorsa in questa breve trattazione che dal periodo iniziale, proto-bizantino, più in generale tardo antico o post-antico, si è avviata sul suolo di quella che era la porzione orientale dell'Impero Romano, con capitale Bisanzio prima, poi, dall'11 maggio del 330 d.C, Costantinopoli. Da Costantino I nel lontano IV secolo, a Costantino XI che perì assieme alla stessa Costantinopoli durante l'ultimo fatale attacco dei Turchi Ottomani il 29 maggio del 1453, sono riaffrontate le tappe di un impero che da continuatore, antagonista, rinnovatore dell'antico Impero Romano, portò avanti un'eredità dello stesso fino alle soglie dell'età moderna; in un mondo nuovo, in modo nuovo e in un nuovo spazio.
Una città è sempre un’espressione materiale della società che la costruisce, la organizza, la eredita e la trasforma nel tempo. L’impero bizantino non ha creato un modello inedito di città; ma si può parlare di città bizantina grazie al cristianesimo, che ha permesso la trasformazione della polis antica in civitas medievale: la diffusione degli edifici di culto - basiliche, parrocchie, monasteri urbani - e caritativo-assistenziali - ospedali, orfanotrofi, ricoveri per anziani e poveri - modificò le strutture urbane tradizionali, basate sul foro monumentale di eredità romana, in strutture frazionate in quartieri decentrati; molte fondazioni religiose e filantropiche si dovettero all’iniziativa privata dei cittadini, tutelata grazie alla relativa autonomia acquisita dai vescovi nei confronti dell’amministrazione imperiale; le aree cimiteriali, spesso vicine agli edifici religiosi, il nascente culto delle reliquie, e il restringimento abitativo dovuto alla crisi dei «secoli bui», fecero mescolare la popolazione dei vivi a quella dei morti. Gli edifici tipici della città classica, con le loro funzioni sociali e il loro significato simbolico, scomparvero: a Costantinopoli, dall’alto Medioevo in poi, le terme, il teatro e l’ippodromo non furono più frequentati; in un ambiente urbano ormai medievale, l’élite imperiale si circondò all’interno del Grande Palazzo dei simulacri di questi monumenti, come di citazioni da un passato glorioso. Dopo i «secoli bui», fu soprattutto alle architetture religiose – chiese, e soprattutto monasteri, di fondazione privata - che Costantinopoli affidò il ruolo di monumenti rappresentativi dell’identità bizantina. Le loro caratteristiche rispecchiano esigenze demografiche e concezioni simboliche: come le città nel loro insieme, le chiese medio-bizantine si restrinsero e si accentrarono, lasciando la pianta a croce latina, tipica dell’età tardoantica, per quella a croce greca, e adottarono la cupola - emisferica in età tardoantica, soprattutto dal periodo giustinianeo, poi anche poligonale in età medievale - quasi come un riflesso materiale della concezione politica e teologica bizantina. Le città bizantine furono perciò frutto della trasformazione sociale dovuta alla diffusione del cristianesimo, promotore di una maggiore attenzione alla persona umana nonostante il peso del potere politico accentratore; il passaggio dalla struttura urbana gravitante intorno al foro con i monumenti simbolo del potere, ai quartieri decentrati contraddistinti dalle chiese e dagli istituti caritativi, ne è quasi lo specchio materiale. La città bizantina, dunque, come struttura nata grazie a una nuova mentalità; ma dopo il saccheggio da parte dei crociati nel 1204, proprio la sua destrutturazione fece sì che i suoi monumenti favorissero a loro volta lo sviluppo di una nuova dimensione della mentalità: ai «latini», meravigliati dalle molte opere d’arte classica e bizantina poi trasferite nelle città europee e soprattutto a Venezia, l’impero di Bisanzio apparve allo stesso tempo regno cristiano e continuazione dell’antichità classica; in questo senso, il significato riconosciuto dai crociati ai monumenti di Costantinopoli e il loro trasferimento nell’Europa occidentale costituirono – per citare un titolo di Wittkower – un’allegoria e una migrazione dei simboli.
Ecclesia Orans, 1996
Dal 1932 il lezionario bizantino del Nuovo Testamento è stato fatto oggetto di un progetto di ricerca dell' Università di Chicago sotto la guida di E.C. Colwell, il cui metodo program matico di indagine venne reso noto nel 19335. L'approccio di Colwell e della sua equipe era principalmente di tipo testuale e può essere riassunto in quattro punti: 1. Tutti i lezionari coincidono testualmente in un grado così alto da provare resistenza di un testo lezionario definitivo almeno dallVUI al XVI see.6. 3 Usiamo tra virgolette o in corsivo i termini « synaxarion » e « menologhion» per indicare la serie dei giorni liturgici nei lezionari, rispet tivamente del ciclo mobile e di quello fisso. I termini sinassario e menologio rimandano invece ai rispettivi libri agiografici. Sull'impiego di que sta terminologia si veda H.
Fortunatae, 25, 2014
Проблемы истории, филологии, культуры №4 (82) / Гл. ред М.Г. Абрамзон. – Москва – Магнитогорск – Новосибирск: Издательство Магнитогорского государственного технического университета им. Г.И. Носова, 2023. – С. 87 – 101.
Zeitschrift für Ethik und Moralphilosophie, 2024
Materials and Manufacturing Processes, 2010
FOREX Publication, 2024
Ensaios E Ciencia Ciencias Biologicas Agrarias E Da Saude, 2000
Australasian Marketing Journal, 2013
Physical Review D, 2005
Journal of Zhejiang University-science B, 2006
Journal of Hypertension, 2019
Journal of Physical Education and Sport, 2025
Journal of Craniofacial Surgery, 2012