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CADZINE gennaio 2015, numero 1 ANNO II

Nell'editoriale di questo mese la presentazione del restyling di CADZONE+, il sito della nostra Community CAD. Per la rubrica Cinema e Animazione Nunzia Nullo presenta “Il ragazzo invisibile” di G. Salvatores. Continua l’analisi degli elementi filettati in Basi per il disegno e la progettazione. La Designer’s story di questo mese riguarda Mario Botta il famoso architetto svizzero. Daniele Pinna presenta due suoi articoli sugli straordinari SSD e sull'ultima minaccia virale del web: Cryptolocker. Nella rubrica Intervista una gradevole chiacchierata con Sylvie Zennir, la talentuosa modellista 3D della Comm. Nella rubrica Musica, Nicola Amalfitano ricorda Pino Daniele recentemente scomparso. Nutrita la sezione dedicata ai Corsi ed ai Tutorials: le mappe di anteprima BIM saranno l’argomento della nuova puntata del Corso di orientamento alla BIM; il Corso di base di SketchUp ha come tema il comando SPOSTA; si conclude il Corso di modellazione geolocalizzata con i suggerimenti di Antonello Buccella per arricchire la scena; S. Piccioni presenta un tutorial sulla mappatura dei materiali e Gabriele Asero uno sul blend material in VRAY. Conclude l’edizione Fabrizio Pieri con la prima puntata sul Corso di QGIS.

DAL 20 14 Il magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google Plus GENNAIO 2015 Anno II Numero 1 edizione gratuita / 7 Viteria La app ese tazio e u ii ata degli ele e i iletai i te i i di fo a della testa e ipo di i taglio / Cine a e Ani azione L’uli o il di Ga iele “al atoes, Il agazzi i isi ile, u a sto ia di fa tas ie za su di u adoles e te i uieto o u supe pote e... 1 / Mario Bota La Desig e ’s sto del ese p ese ta il fa oso a hiteto azio alista s izze o o la sua isio e dell’ha itat u a o... 2 LA METTO IN CORNICE L'uomo porta con sé il bisogno primario dell'abitare, la voglia di costruirsi uno spazio di protezione, di difesa, una sorta di utero materno; quindi da questo punto di vista l'architettura ha un sicuro avvenire. D'altro canto, se analizzo i processi in atto nella cultura occidentale c'è poco da stare allegri: l'uomo sa adeguarsi a tutto, e non importa in quale spazio, e così finisce per adattarsi anche al peggio. Mario Botta 3 HOME Diario di bordo Nell’EDITORIALE di questo mese la presentazione del restyling di CADZONE+, il sito della nostra Community CAD. Per la rubrica CINEMA E ANIMAZIONE N. Nullo presenta Il ragazzo invisibile di G. Salvatores. Continua l’analisi degli elementi filettati in BASI PER IL DISEGNO E LA PROGETTAZIONE. La DESIGNER’S STORY di questo mese riguarda Mario Botta il famoso architetto svizzero. D. Pinna nella sua rubrica HARDWARE & SICUREZZA presenta due sue articoli sugli straordinari SSD e sull’ultima minaccia virale del web: Cryptolocker. Nella rubrica INTERVISTA una gradevole chiacchierata con Sylvie Zennir, la talentuosa modellista 3D della Comm. Nella rubrica MUSICA, N. Amalfitano ricorda Pino Daniele recentemente scomparso. Le mappe di anteprima BIM saranno l’argomento della nuova puntata del CORSO DI ORIENTAMENTO ALLA BIM. Il CORSO DI BASE PER SKETCHUP ha come tema il comando SPOSTA. Si conclude il CORSO DI MODELLAZIONE GEOSKETCHUP con i suggerimenti di A. Buccella per arricchire la scena con alcuni piccoli e preziosi dettagli; F. Pieri esordisce con la I puntata del suo minicorso su LE BASI DI QGIS con una panoramica introduttiva sulle informazioni geografiche. S. Piccioni, in un TUTORIAL , parla della mappatura dei materiali. G. Asero chiude questo numero con un TUTORIAL sul blending material in VRAY. LOCALIZZATA PER rendering [ˈrendəriNG] sostantivo Nella computer grafica, la conversione mediante apposito software del pr percepibile come tridimensionale, grazie al calcolo accurato della prospettiva e all'aggiunta di color rubriche PAG. 05 NEWS PAG. 06 EDITORIALE di Salvio Giglio Vi presento CADZONE+ PAG. 07 BASI PER IL DISEGNO E LA PROGETTAdi Salvio Giglio Viteria: forma del profilo della testa ed intaglio , IV PUNTATA PAG. 19 INTERVISTA di Salvio Giglio Sylvie Zennir PAG. 24 MUSICA di Nicola Amalfitano Ricordando Pino Daniele ZIONE PAG. 10 CINEMA di Nunzia Nullo Il ragazzo invisibile PAG. 11 DESIGNER’S STORY di Salvio Giglio Mario Botta PAG. 15-18 HARDWARE & SICUREZZA di Daniele Pinna Eliminare il Collo di Bottiglia con gli SSD - Attenti alle MAIL: Cryptlocker è in agguato! Direttore responsabile: Salvio Giglio Segretaria di redazione: Nunzia Nullo Redazione: Nicola Amalfitano, Antonello Buccella, Nunzia Nullo, Gianmarco Rogo Cura editoriale: Nicola Amalfitano, Nunzia Nullo 4 E PAGE Pensandoci bene Cani che si mordono la coda? E’ difficile interpretare quanto è accaduto a Parigi con i tragici fatti del 7 gennaio contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo in cui hanno perso la vita dodici persone e altre 11 undici sono rimaste ferite. Nell’animo di tutti noi, spettatori impotenti nostro malgrado, prendono il sopravvento due sentimenti molto forti: da una parte l’emotività per la barbarie, l’insensatezza e la crudeltà di chi pretende di riportare con la forza l’umanità indietro di 1400 anni e, dall’altra, incredulità rispetto a certe prese di posizione ideologiche, nazionali ed internazionali, che non fanno altro che aumentare ancor di più i toni dello scontro e annichilire qualsiasi tentativo di mediazione e di pace trascinando così l’umanità nell’ennesimo conflitto mondiale rofilo di un'immagine bidimensionale in un'immagine dall'aspetto realistico e ri, luci e ombreggiature. Cos’è CADZINE è una rivista gratuita nata in seno alla Community di AutoCAD, Rhino & SketchUp designer per informare & formare disegnatori tecnici e appassionati sul CAD ed i suoi derivati . La pubblicità Le inserzioni pubblicitarie presenti sono gratuite e sono create e pubblicate a discrezione della redazione. Per contattarci corsi & tutorials PAG. 26 CORSO DI ORIENTAMENTO ALLA BIM di Salvio Giglio Creare una mappa d’anteprima BIM , VI PUNTATA PAG. 33 LE BASI DI QGIS di Fabrizio Pieri L’evoluzione dell’informazione geografica e il GIS Open Source , I puntata PAG. 28 CORSO DI BASE PER SKETCHUP di Salvio Giglio Il comando Sposta e le sue funzionalità , VIII PUNTATA PAG. 38 TUTORIAL: LE BASI DEL RENDERING di Simone Piccioni La mappatura dei materiali PAG. 30 CORSO DI MODELLAZIONE GEOLOCALIZ- PAG. 41 TUTORIAL: RENDERIZZARE CON VRAY ZATA PER SKETCHUP di Antonello Buccella di Gabriele Asero VRAY Blend Material Piccoli dettagli finali... , VI ed ultima PUNTATA eventuali & varie PAG. 44 Umorismo Vuoi segnalarci un argomento? Vuoi suggerirci delle modifiche? Vuoi segnalarci degli errori? Vuoi pubblicare un tuo articolo? Scrivi una mail a: [email protected] Vuoi saperne di più su questo progetto? CADZINE è solo uno dei progetti crossmediali in corso legati alla nostra Community… Visita il nostro sito cadzine.jimdo.com e, se ti garba, collabora con noi mettendo a disposizione di tutti e gratuitamente le tue conoscenze. Sarai il benvenuto! PAG. 45 GIOCHI Impaginazione, pubblicità e progetto grafico: Salvio Giglio E’ consentita la riproduzione di testi, foto e grafici citando la fonte e inviandoci la copia. La pubblicazione è CopyLeft & Open Access ;-) Editore: Calamèo (Hachette) 5 6 NEW“ gli ultimi post prima di andare in stampa BIM summit 2015 Arriva WIN 10! Lo scorso 21 gennaio Microsoft ha annunciato che Windows 10, il prossimo sistema operativo di casa Redmond, sarà possibile installarlo gratis per il primo anno sui Computer che montano Windows 7 e 8.1 e gli smartphone con Windows Phone 8.1 e i Tablet con Windows 8.1 RT. Facciamo prima di tutto una chiarezza. Quel gratis per il primo anno significa che chi è in possesso di una licenza valida delle su citate versioni di Windows, avrà tempo un anno, dall'uscita di Windows 10, per richiedere gratuitamente la licenza aggiornamento. La durata della licenza non sarà limitata nel tempo. Chi lo farà dopo tale data, dovrà acquistare la licenza aggiornamento, ma Microsoft non ha ancora comunicato nessuna cifra. Se dovesse essere in linea con le licenze Aggiornamento di Windows 7 prima e 8/8.1 poi, i prezzi sono di circa 130 € per la versione Home e di 260 € per la versione Professional. E' chiaro che una possibilità di questo tipo non conviene farse sfuggire. Chi ha provato Windows 10 (io purtroppo non ho avuto ancora il tempo), ha detto che nonostante sia una versione preliminare (quindi potenzialmente con ancora molti problemi) è molto stabile. Non è stato chiarito cosa succeda in caso di reinstallazione, ma presumo che verrà rilasciato un Codice (Product Key) che una ISO da scaricare per poter effettuare successive reinstallazioni, più o meno come è successo con il passaggio gratuito da Windows 8 a Windows 8.1, l'importante è conservare con cura quei codici. Una cosa interessante di questa versione è il passo indietro di Microsoft riguardo il Menu a mattonelle (fatto più unico che rato, basti vedere i Menu ribbon di Office 2007/2010/2013), un obbrobrio, specie per un utilizzo Desktop, a prescindere che si abbia o meno uno schermo Touché. Viene infatti introdotto il menu classico, a cui vengono affiancate alcune Tile (mattonelle). Nel frattempo, se avete Windows 8 o 8.1, usate Classic Shell (www.classicshell.net); è un software gratuito e Open source, per niente invasivo (praticamente non fa modifiche al sistema se non il menu) che ripristina il Menu Classico a scelta fra quello di Windows 7, XP o per chi si vuole male, persino Windows 98 :-) D.P. Non aprite quei papiri! Sarà finalmente possibile leggere i papiri di Ercolano in maniera virtuale senza srotolarli grazie ad un fisico del CNR di Napoli. «Non aprite quei papiri, tanto li leggiamo ugualmente». In calce a questa affermazione, eccezionale, la firma di un fisico del CNR di Napoli, Vito Mocella, a capo di un gruppo di studio italo-francese che per la prima volta ha consentito un’analisi non invasiva dei reperti antichi con luce di sincrotrone utile alla lettura dei rotoli carbonizzati e sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’unica biblioteca integrale giunta dall’antichità. Grazie al sincrotrone sarà quindi possibile leggere i papiri senza srotolarli, svelarne i segreti imprigionati nella massa solida determinata dagli effetti della combustione e del tempo intercorso fino ai nostri giorni. Ma non solo, perché la nuova tecnica consentirà di analizzare reperti greci e romani che potrebbero contenere testi filosofici e anche letterari che non sono mai stati portati a conoscenza dell’umanità in quanto messi da parte, conservati, senza che il loro contenuto potesse essere rivelato. La nuova tecnologia è stata messa a punto dal CNR di Napoli ed è in grado di permettere, per la prima volta, l’osservazione della scrittura all’interno dei rotoli carbonizzati e non ancora aperti provenienti dalla Villa dei Papiri di Ercolano. In questo modo, e grazie ai superraggi X del sincrotrone (che è un acceleratore di particelle in cui il campo magnetico e il campo elettrico variabile sono sincronizzati con il fascio delle particelle stesse; copre un’area grande quanto cinque campi di calcio e genera raggi di luce che possono sondare la materia su scala atomica e molecolare), si potranno leggere i papiri (e Mocella ne ha dato dimostrazione proiettando immagini che hanno illustrato la validità dello studio) e anche le pergamene, senza doverli srotolare, e sconfiggendo i nefasti esiti della combinazione determinata dalla combustione sull’ atramentum librarium , l’inchiostro a base di carbone utilizzato, specialmente in epoca romana, con il risultato di fare luce in maniera definitiva su uno degli aspetti più importanti nello studio dei manoscritti antichi. A. B. (da "Positano News" articolo del 21 gennaio 2015) Guttuso: Painter of Modern Life Londra. Il 14 gennaio si inaugura a Londra una mostra dedicata a Renato Guttuso intitolata Guttuso: Painter of Modern Life . La rassegna, organizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna negli spazi espositivi della Estorick Collection (specializzata in arte italiana), enfatizza il ruolo di Guttuso quale interprete dei cam- biamenti della vita socio-politica italiana con la forza espressiva del suo stile ribelle e realista. Nell’esposizione londinese il visitatore troverà opere fortemente rappresentative dei diversi periodi che caratterizzarono la carriera del maestro siciliano: il fascismo, il dopoguerra, gli anni Settanta. S.G 7 Spagna, Barcellona 12 e 13 febbraio 2015. L'Associazione dei Periti, Architetti e Ingegneri di Barcellona (CAATEEB), un’istituzione che rappresenta e ordina l'esercizio della professione, promuovendo professionisti ed eccellenze tecniche, insieme con l'Accademia BIM, ha organizzato una due giorni sulla BIM. La conferenza comprenderà conferenze, praticantati, visite, nuove imprese tutte impegnate nella BIM, oltre a tre oratori di chiara fama internazionale. Ogni sessione comprenderà, casi di studio standard e workshop sulle applicazioni (progettisti, committenti, appaltatori, software, ecc.). Le presentazioni sono disponibili in inglese e spagnolo con la funzione di traduzione istantanea. Il fine di questo seminario è quello di far confrontare i partecipanti di ogni paese europeo impegnati in tutti i settori legati al ciclo di vita dell'edificio, che partendo dal software BIM e dall'industria dei prodotti, attraversano progettisti e produttori, coinvolgendo associazioni, manager, consulenti, professionisti. S.G. (da BIM Outsourcing ) Architetto onorario 2014 Roma. Saranno assegnati il prossimo 27 gennaio i titoli di Architetto Onorario 2014 attribuiti annualmente dal C.N.A.P.P.C. a quei cittadini che si sono distinti a favore della promozione della cultura e della qualità dell'architettura. La cerimonia della premiazione avrà inizio alle 16,30 presso la sede del Consiglio Nazionale degli Architetti, in via di S. Maria dell’Anima, 10 a Roma. L’evento si concluderà col Convegno La cultura del progetto quale strumento di trasformazione e di valorizzazione del Paese. Esperienze, prassi, prospettive" che inizierà alle 18,15. S.G. 8 EDITORIALE Vi presento CADZONE+ d i S a l v i o Gi gl i o M amma mia che inizio d’anno pesante! Tra la scomparsa dell’amatissimo Pino Daniele e i fatti di Parigi non si è capito niente! Ovviamente parlo a titolo personale, anche se girovagando su G+ ho avuto modo di leggere le mie sensazioni su tantissimi post. Chiudiamo qui queste considerazioni tristi e passiamo a qualcosa di utile e leggero. E cosa c’è di più leggero del mondo virtuale? Appena pubblicato il numero di dicembre 2014 ho messo mano al vecchio sito della Comm. CADdisticaMente per trasformarlo completamente e creare un collegamento tra esso la Community e questo magazine. Questa nuova versione del sito, che ho chiamato CADZONE+, anzitutto spiega ad eventuali visitatori esterni a G+ cosà è il progetto AutoCAD, Rhino & SketchUp designers cosa è la nostra Community e qual è la sua Mission opportunamente distribuita tra Community, sito e magazine. Per quel che riguarda le Sezioni del sito, attualmente quasi vuote, ho avuto l’idea di riempirle proprio con i contenuti del maga- zine, tematicamente suddivisi, in modo da costituire un vero e proprio dispensario in formato PDF da cui chiunque e gratuitamente può attingere informazioni. La pagina Redazione e le sue sotto pagine sono nate da una doppia esigenza: presentare al pubblico e ringraziare coloro che scrivono, più o meno puntualmente, su CADZINE. Mi riferisco specialmente a Nicola Amalfitano e ad Antonello Buccella che, da quando hanno aderito e condiviso questa idea, non hanno mai fatto mancare il loro apporto in termini umani e professionali. Il mio pensiero e gratitudine vanno anche a Marco Garavaglia, attualmente impegnato con un suo progetto imprenditoriale, e a Gianmarco Rogo che nonostante i gravosi e innumerevoli impegni di studio e di lavoro hanno contribuito ad arricchire con i loro articoli questo particolare contenitore di notizie. Di Nunzia Nullo non parlerò perché sarei di parte e non mi basterebbe l’intero numero di gennaio per tesserne le lodi! A questi vecchi e cari amici se ne sono aggiunti altri quattro nuovi che pur essendo delle vecchie conoscenze della Community e di G+ rappresentano delle nuove risorse per questo magazine: Gabriele Asero, Simone Piccioni, Fabrizio Pieri e Daniele Pinna che presenteranno 9 delle nuove rubriche a partire proprio da questo numero. La pagina Scrivi con noi? Chiarisce il regolamento per chi desidera collaborare gratuitamente a questo progetto e le modalità di inoltro degli articoli, le dimensioni delle foto, ecc. Per rispetto agli altri redattori non farò deroghe a nessuno circa i punti del regolamento. Dalla pagina Edicola si accede all’archivio di CADZINE con tutti i link utili per leggerselo sul web e per scaricarlo anche in formato light. Ad ogni numero è associata anche una cronaca di redazione con tutte quelle che sono state le emozioni, le difficoltà, i piccoli successi legati ad ogni numero della rivista. Completa il sito la sezione dedicata alle Risorse per i disegnatori tecnici e i frequentatori della Community che trovano il direct link nella bacheca dei collegamenti esterni della Comm. Questo mese alcune rubriche che seguo io non saranno pubblicate sia per motivi di tempo, che è volato via col sito, che per lasciare spazio ai nuovi amici del magazine! :) Che altro aggiungere quindi se non gli auspici migliori per i restanti undici mesi di questo 2015 che sicuramente non sarà avaro di belle sorprese nonostante lo scivolone iniziale! :) BA“I PER IL DI“EGNO E Viteria: forma del profilo della testa ed intaglio IV puntata d i S a l v i o Gi gl i o L a vite è uno di quegli oggetti che si può definire perfetto, dal momento che la sua forma e funzione sono sempre le stesse sin dalle sue prime realizzazioni. Nella produzione industriale attuale le diversificazioni consistono, essenzialmente, nella forma del profilo della testa, nel tipo di intaglio e nel profilo del filetto. Nella puntate precedenti ci siamo occupati di svariati aspetti riguardanti gli elementi filettati in termini di dimensioni e risposta alle sollecitazioni esterne agenti su di esse. Generalizzazioni sulla forma del profilo della testa delle viti e sul gambo filettato La testa di una vite è uno dei punti più importanti di questa macchina semplice. Infatti, dalla sua forma dipendono sia la resistenza dell’e- lemento di collegamento rispetto associato anche un altro parameal carico poiché, come abbiamo tro costruttivo: la forma del gambo visto nella puntata precedente, è filettato. Questo particolare è suproprio su di essa che agisce que- bordinato dall’impiego della vitesti, sia il tipo di utensile che utiliz- ria con uno o più materiali (nel zeremo per il suo serraggio. Il cri- legno, sul metallo, per la plastica, terio generale è di facile intuizio- ecc) e al tipo di assemblaggio che si vuole effettuare. Dalla combinane:  per piccoli e medi carichi si uti- zione della forma della testa e lizzano attrezzi di serraggio ma- quella del gambo filettato si ottennuali o elettrici sviluppanti cop- gono delle vere e proprie famiglie pie di modesta intensità di viti che sono in grado di soddi(cacciaviti, avvitatori elettrici, In questa puntata ci occuperemo della classificazione della viteria in base alla testa e all’intaglio e ecc);  per carichi ele- concluderemo l’articolo con una serie di tabelle utili vati e molto ele- al disegnatore di esempi costruttivi di viteria reperivati si ricorre a bili sul mercato derivate da questa classificazione. chiavi di serraggio, avvitatori elettrici o pneu- sfare qualunque esigenza di collematici in grado di sviluppare gamento. elevate coppie di serraggio Forme della testa e tipi d’innesto (chiavi fisse e a stella, chiavi Sin dalle loro prime commercializinglesi, avvitatori pneumatici ed zazioni e brevetti i produttori di viteria hanno trovato nell’intaglio, elettrici di grande potenza). Di conseguenza il dimensiona- nella forma della testa e in quello mento e la forma della testa dipen- del profilo del gambo filettato un dono dal lavoro che dobbiamo rea- modo per diversificarsi dalla conlizzare. Alla forma della testa è correnza. La standardizzazione, Fig. , ite a testa ili d i a o i taglio a o e se o do UNI Ta . , p i ipali p oili pe la testa delle ii et i he ed autoileta i 10 E LA PROGETTA)IONE fortunatamente, ha riportato entro gli argini dei buoni criteri commerciali le forme costruttive dei singoli elementi della vite. tracce dell’eredità del passato pre unificatore restano in molte forme dell’intaglio, specialmente negli USA. I produttori nel corso degli anni si sono cimentati in accurate progettazioni che, oltre alla vite, si occupavano anche dell’estremità dell’utensile necessario al suo serraggio. Tra i tanti tipi di innesto tra giravite e testa della vite, i più longevi e comuni sono quello a taglio e quello a stella o Phillips. Nel corso degli anni i costruttori hanno studiato nuovi attacchi, in grado di offrire una presa maggiore riducendo il rischio di danneggiamento dell'innesto o del giravite. Per l’industria impegnata nella produzione di serie sono stati elaborati innesti in grado di soddisfare le esigenze di velocità e precisione richieste dal montaggio automatico. Sono state studiate anche soluzioni ad hoc per particolari esigenze manutentive, come nel caso della componentistica elettri- ca di consumo, come interruttori e prese elettriche, in cui i produttori hanno provvisto la testa delle viti serrafilo di una doppia impronta: taglio e stella. I filoni di ricerca e sviluppo sulla testa delle viti hanno riguardato anche lo scoraggiamento di tentativi di manomissione, realizzando forme particolari per l’intaglio e la testa che richiedono specifici set di utensili per il montaggio e la rimozione. Nella tabelle che seguono ho riportato le principali tipologie di testa e di intaglio per la viteria convenzionale. Ta . , p i ipali ipi di i taglio pe la testa delle ii e lo o i piego 11 BA“I PER IL DI“EGNO E LA PROGETTA)IONE Ta . , ii a testa ili d i a o i a o esago ale DIN Ta . , ii a testa o ata o a a esalo ata DIN EN I“O 12 13 14 CINEMA E ANIMA)IONE Il ragazzo invisibile di N u nz i a N ul l o B en ritrovati! Questo mese vi parlerò di un film uscito nelle sale il 18 dicembre ma che ha avuto grandi apprezzamenti da critica e pubblico. Il film in questione è "Il ragazzo invisibile" e porta la firma di un grande regista italiano, Gabriele Salvatores. Michele è un adolescente e vive a Trieste con la mamma Giovanna, poliziotta single da quando il marito, anche lui poliziotto, è venuto a mancare. A scuola i bulletti della classe, Ivan e Brando, lo tiranneggiano e la ragazza di cui è innamorato, Stella, sembra non accorgersi di lui. Ma un giorno Michele scopre di avere un potere, anzi, un superpotere: quello di diventare invisibile. Sarà solo la prima di una serie di scoperte strabilianti che cambieranno la vita a lui e a tutti quelli che lo circondano. Nei miei precedenti articoli, i film in questione erano caratterizzati dalla spettacolarità e dal superbo utilizzo della CG ma non in questo caso: gli effetti speciali de "Il ragazzo invisibile" sono artigianali nel senso migliore del termine; niente di fantasmagorico o strabiliante, piuttosto un recupero della meraviglia e dell'incanto infantile, sempre profondamente radicati nella concretezza di una quotidianità riconoscibile. Anche il montaggio si tiene lontano dalla frenesia da action movie hollywoodiano, ancor più se legato all'immaginario fumettistico. Una scelta, la mia, non dettata dal caso ma consapevole anche del taglio sociale che una rivista come CADZINE vuole offrire. Quindi niente "effettoni" ma tanta tanta umanità di quel mondo fantastico quanto narrative, che rispettano la comdifficile che è l'adolescenza. Quel- posizione grafica del fumetto e lo di Michele è un classico viaggio l'iperrealismo (magico) del raccondi formazione che pone al pubbli- to fantastico. "Il ragazzo invisibico, snocciolandole una dopo l'altra le", quindi, lavora soprattutto sulla all'interno di una narrazione fluida costruzione dei personaggi e sulla e coesa, le grandi domande di chi semina dei grandi quesiti esistensi affaccia all'età adulta (e che ziali di cui sopra, sempre enunciacontinuano a riguardare anche il ti a misura di adolescente. La scemondo dei "grandi"). Chi siamo? Di neggiatura, del trio Alessandro chi possiamo fidarci? A chi dob- Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefabiamo dare ascolto? Di chi (o che no Sardo, attinge a molti capisaldi cosa) siamo figli? La nostra fami- del cinema di genere senza divenglia di elezione coincide con quel- tare imitativa, e le innumerevoli la biologica? Quali sono i nostri citazioni, spesso d'autore - da veri talenti e come possiamo usar- "Gremlins" a "Ferro 3", da li in modo consapevole? "Lasciami entrare" ad "Hanna", da La scelta del potere dell'invisibilità "Salt" a "Il sesto senso", da "Spider è ricca di valenze “al ato es odii a il suo ipo ideale di supe e oe metaforiche, soprattutto per il cinema i a a dolo ei pa i di u adoles e te e da do al che è per definizio- il u sapo e tuto italia o, lo ta o dal e ha ne racconto del visi- disi g della Ma el e pie o di di e te te e st ao dibile, e visto che l'a- a ia u a ità… dolescenza è in genere il periodo di minima autosti- Man" a "X-Men", da "L'alieno" a ma e massimo narcisismo, essere "Grosso guaio a Chinatown". "Il invisibili diventa contemporanea- ragazzo invisibile" racconta un mente un'aspirazione e uno spau- corpo adolescente in cambiamenracchio. Salvatores sceglie di fil- to come cartina di tornasole e momare l'assenza nel momento stes- tore dell'evoluzione di un'intera so in cui rivendica il suo (anti)eroe comunità, creando un sottile dicome presenza innanzitutto fisica, stinguo fra talento e potere, appoge non sottrae il suo protagonista giandosi ad un'architettura narraall'ambiguità di questo rapporto di tiva solida e ad un'estetica precisa, attrazione e repulsione verso il apparentemente semplice e invece proprio "non e s s e r e " . assai sofisticata nella cura dei detCon "Il ragazzo invisibile", Salvato- tagli, nel posizionamento delle res si cimenta in un film di genere luci, nella costruzione delle inquae nel la sce l ta nel genere: una storia di supereroi dra ture all'interno di un film per ragazzi, "fumettistica" dei punti di ripresa. filone supremamente (e inspiega- Una scommessa vinta per una sfibilmente) trascurato in Italia. Lo da coraggiosa e infinitamente più stesso Salvatores intende ricorda- complessa di quanto la sua superre che il suo film deve rimanere ficie children friendly lasci intuire. accessibile in primis ai giovanissimi, e dunque non disdegna spiegazioni didascaliche e sottolineature esplicite pur restando fortemente autoriale nelle scelte estetiche e 15 DE“IGNER Mario Botta d i S a l v i o Gi gl i o L a prima vota che vidi delle opere di Mario Botta fu per il corso di Teoria e Tecnica dell’Architettura; mi fecero subito tornare in mente certe belle architetture del Razionalismo italiano del periodo fascista a cui era stato dato il triste compito propagandistico di rappresentare l’eredità classica dell’italianità ri- vestita di panni moderni! Nelle opere di Botta ritrovi la poetica razionalistica finalmente scevrata da qualunque ideologia politica la cui unica missione è quello di predisporre le forme am- bientali affinché le attività, i sentimenti e le emozioni possano trovare una loro adeguata espressione. . La gestione dei volumi e le planimetrie dei suoi progetti esprimono, quindi, una visione umana ed emozionale del costruito, offrendo ai suoi fruitori un’architettura logica in cui gli spazi accolgono il vissuto quotidiano in una sequenza ordinata di icone interne ed esterne, capaci di suggerire univocamente la funzione per cui sono stati create. Il razionalismo diverso di Mario Botta non ha bisogno di tanti materiali preziosi per esprimersi; oggetto prediletto delle sue realizzazioni è l’unità strutturale primitiva rappresentata del mattone che è presentato in purezza: faccia vista, dal momento che si inserisce ancora con estrema perfezione anche negli attuali contesti urbani. Sintesi biografica Nasce nel 1943 in Svizzera a Mendrisio nel cantone ticinese. Sin dalla prima adolescenza manifesta una sviscerata passione verso l’architettura talento che non passerà inosservato. Infatti, poco dopo la licenza media, appena quindicenne diventa apprendista disegnatore a Lugano nello studio degli l’architetti Luigi Camenisch e Tita Carloni. A sedici anni progetta la sua prima costruzione unifamiliare che sarà poi realizzata a Morbio Superiore, in Ticino. E’ allievo del Liceo Artistico di Milano e ha da poco compiuto vent’anni quando vede realizzato il suo progetto: la casa parrocchiale di Genestrerio 1961-63. Nel 1964 si iscrive all’Istituto Universitario d'Architettura di Venezia e in questo periodo ha la grande occasione di collaborare con due grandissimi architetti su due progetti legati al capoluogo veneto: nel 1965 con Le Corbusier al progetto per il nuovo ospedale e, poco dopo, con Louis Kahn, per la mostra dedicata al progetto per il nuovo Palazzo dei Congressi. Si laurea nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. Nel 1970 decide di affrontare subito il mondo del lavoro e avvia a Lugano il proprio studio di architettura. I clienti non tarderanno ad arrivare commissionandogli svariati progetti specialmente per residenze unifamiliari già fortemente caratterizzate da una ricerca stilistica accurata e rivestite da materiali che esprimono pienamente l’identità funzionale del progetto. Botta non è solo un progettista ma anche un docente appassionato; infatti subito dopo la laurea affianca 16 alla professione un'intensa attività d'insegnamento e di ricerca in mezzo mondo con conferenze, seminari e corsi di architettura in varie scuole di architettura. Il Politecnico di Losanna lo nomina docente nel 1976; incarico identico gli viene affidato nel 1987 dalla Yale School of Architecture a New Haven; nel 1982 la Commissione Federale Svizzera delle Belle Arti lo vuole come suo consulente fino al 1987 ; dal 1983, diventa professore titolare nella Scuola Politecnica Federale a Losanna. Ha voluto nella sua Mendrisio, intorno al 2000, una nuova Accademia di Architettura ove attualmente è professore ordinario ed è stato direttore didattico per l'A.A. 2002/03. Nel corso degli anni l'architetto svizzero ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali come: il Premio Europeo per la Cultura ricevuto nel 1995, il Merit Award for Excellence in Design by the R’s “TORY Ma io Bota “a F a is o MOMA “ezio e dell'at io 17 — Collezio e “FMOMA DE“IGNER Teat o e asa pe la ultu a a Cha Cated ale della Resu ezio e a E “i agoga C “FMOMA Museo d’a te este o alista e Ce t o dell’E edità a Tel A i ode a a “a F a is o Cated ale della Resu ezio e a E MART To e K o o a “eoul useo d’a te Edii i a 18 i te o ode a e o te po a ea a Ro e eto i ist ai i Tata C“ a Nuo a Delhi R’s “TORY Alu i iu Ta olo Tesi AIA nel 1996, ottenuto per il progetto del MOMA di San Francisco, e la Legione d'Onore della Repubblica Francese nel 1999. La poetica progettuale di Botta In apertura vi ho descritto le mie sensazioni da studente sull’architettura di Botta e sul suo modo di interpretarne il linguaggio attraverso delle icone. Un esempio di ciò è la reinterpretazione del concetto di torre, un tema ricorrente dell’architettura di Botta, che da particolare di edificio difensivo, civico o ecclesiastico diventa occasione per esplorare, dall’alto, il tessuto urbano circostante e contemporaneamente assumere il ruolo di punto di riferimento del tessuto stesso. Questa iconografia scaturisce da una concezione dell’architettura in armoniosa fusione con la natura, le culture e le storie dei territori, ricordo concreto dei vissuti storici e delle aspirazioni umane. Botta, come si diceva in apertura, ha sempre prediletto il laterizio tuttavia non ha tralasciato l’impiego di elementi decorativi anche di altri materiali, come la pietra grigia di Riveo, il marmo bianco di Peccia, il marmo nero, la pietra rossa di Verona, le lastre di porfido, gli strati vetrati e le strutture metalliche e cementizie, che combinate con la sua logica progettuale sono capaci di creare suggestivi effetti chiaroscurali e cromatici. Nelle realizzazioni di Botta ritroviamo tutto il repertorio geometrico di forme provenienti dal linguaggio classico dell’architettura e rivisitate dal razionalismo libero e giocoso dell’architetto svizzero: volte cilindriche ed ellittiche si appoggiano su piante quadrate e rettangolari, spesso perimetrate da archi che ripropongono in chiave contemporanea il tema del chiostro, del porticato, della corte aperta offrendo così alla città degli edifici belli ed immediatamente riconoscibili. Tra le Polt o a Mo elato 19 Tu i g Chai s tantissime realizzazioni vanno ricordate: il Teatro e casa per la cultura a Chambéry; la Galleria d’arte Watari-um a Tokio; la Med i at e c a a V i l le u rb an n e ; il SFMOMA Museo d’arte moderna a San Francisco; la Cattedrale della resurrezione a Evry; il Museo Jean Tinguely a Basilea; la Sinagoga Cymbalista e Centro dell’eredità a Tel Aviv; la biblioteca municipale a Dortmund; il centro Dürrenmatta Neuchâtel; il MART museo d’arte moderna e contemporanea a Rovereto; la torre Kyobo a Seoul; gli edifici amministrativi Tata CS a Nuova Delhi e Hydrabad; il Museo Fondazione Bodmer a Cologny; il Centro pastorale Giovanni XXIII a Seriate e la Biblioteca-Mediateca Tiraboschi a Bergamo; la Ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, la Chiesa del Santo Volto a Torino e il Centro wellness ad Arosa. 20 HARDWARE & “ICURE))A Eliminare il Collo di Bottiglia con gli SSD d i Da n i e l e P i n n a L a maggior parte dei computer che usiamo, specie quelli dedicati alla Grafica e/o al CAD, sono generalmente molto potenti, hanno spesso CPU con più di due CORE, 4, 8 o più GB di RAM, schede video potentissime, Dischi Rigidi sempre più capienti. Se il computer è progettato bene, tutto è generalmente bilanciato, ma rimane comunque un "collo di bottiglia": la velocità di lettura e scrittura del disco rigido. Gli HDD infatti hanno aumentato considerevolmente solo la capienza, ma non la velocità di lettura e scrittura, che è legata a caratteristiche di tipo dinamico, come la velocità di rotazione dei piatti (che va dai 5400 RPM, rotazioni per minuto per i portatili, ai 7200 RPM, nei normali PC, fino ai 10000 e 15000 RPM su Workstation e Server di Fascia alta) ma anche di tipo fisico, dato che con i settori di memorizzazione sono sempre più piccoli nonostante la maggiore precisione di posizionamento della testina magnetica, si è comunque quasi raggiunto ormai il limite fisico inferiore tollerabile (un sin- golo bit è memorizzato in un area dell'ordine di pochi nanometri quadri); il che significa che basta un piccolo errore di posizionamento della testina e invece di scrivere/leggere in un settore si scrive/ legge su un altro! Nonostante questo, la velocità di comunicazione dell'interfaccia tra HDD e Scheda Madre, è aumentata molto più velocemente, passando dai 100/133 MB/S (Megabyte per Secondo) per gli HDD EIDE (detti anche Parallel ATA o semplicemente PATA), per intenderci quelli con il cavetto largo, salendo ai 150, 300 e 600 MB/S rispettivamente per gli HDD SATA 1 (Serial ATA), SATA 2 e SATA 3. TA 2 e un HDD 500 GB SATA 3, le velocità di lettura e scrittura, testate con il software Samsung Magician, si attestano rispettivamente sui 74 e 59 MB/S. Usando un altro software, HD Tune (solo per testare la velocità di lettura), vedo che parte da 124 MB/S e scende fino ai 67 MB/S, segnando una media di circa 103 MB/S, comunque ben al di sotto dei 300 MB/S teoricamente disponibili con la mia scheda madre. Nota, il software non calcola la media matematica fra la minima e la massima ma fa una media fra tutti i punti; vedi Fig. 2. La differenza fra l'inizio e la fine del test, dipende dalla velocità della testina rispetto alla rotazione del disco (questa è costante), per cui se si trova nella parte più interna è più lento rispetto a quando si trova nella parte più esterna. A meno che non abbiate un vecchio PC dei primi anni 2000, il vostro HDD e/o la vostra scheda madre, dovrebbero avere una interfaccia SATA 2 o STATA 3, per cui potenzialmente potete arrivare a 300 o 600 MB/S, ma a causa dei Poiché con la tecnologia degli HDD limiti della tecnologia usata all'insi è arrivati praticamente alla veterno degli HDD, la velocità reale locità limite, dovuta alla testina, i raramente supera i 100/120 MB/S. laboratori di ricerca hanno puntaIn Fig. 1 potete notare un HDD SA- to su una nuova tecnologia, gli SSD TA, con il cavetto dati SATA ovvero Solid State Drive (Drive a (indicato con il numero 1) e il ca- Stato Solido). vetto di alimentazione SATA Gli SSD sono delle Memorie Flash, (indicato con il numero 2). in sostanza non molto differenti Nel mio PC in ufficio, dove ho una dalle Pennette di Memoria USB, scheda madre con interfaccia SA- solo più capienti, più veloci e con 21 HARDWARE & rentemente "fuori scala" di 736MB/s in lettura e 2066 MB/s in scrittura. Non significa che sta mostrando dati sballati, ma è un effetto dovuto al Rapid Mode, un sistema che sfrutta fino ad 1 GB di RAM di sistema, per velocizzare ulteriormente il disco SSD. Fig. , u HDD “ATA, o il a eto dai “ATA e il a eto di ali entazione “ATA . un software di gestione molto più evoluto (poi spiegherò il perché). Gli SSD, a differenza delle Pennette di Memoria, che hanno una interfaccia USB, si collegano tramite una interfaccia SATA 3 (ma esistono anche dei modelli su Scheda PCI-eXpress), proprio come un normale HDD. Le dimensioni fisiche sono identiche agli HDD da 2,5" usati nei portatili, per cui dovendo installare una unità SSD in un PC fisso, occorre un adattatore da 2,5 a 3,5 come in Fig. 3. Le prestazioni sono eccezionali e posso arrivare fino a 540 MB/S, ovviamente se la scheda madre supporta appieno lo standard SATA 3 e non ci sono altri inconvenienti. Misurando la velocità di lettura con HD Tune, vedi Fig. 4, rilevo una velocità più realistica dell'SSD, che si mostra pressoché costante con un minimo di 204 MB/s e un massimo di 233 MB/s, con una media di circa 218 MB/S, poco più del doppio rispetto al disco tradizionale. Ho fatto un test anche su un altro PC, appena assemblato, con su un SSD Samsung 840 EVO da 250 GB, con il quale ho rilevato dei dati migliori, grazie all'interfaccia SATA 3 (rispetto alla mia SATA 2): con Magician i valori erano di 2687 MB/s in lettura e 1368 MB/s in scrittura, sempre con il Rapid Mode attivo, mentre con HD Tune, da un minimo di 178 MB/s ad un massimo di 419 Mb/s, con una media di circa 379 MB/s. rispetto ad un HDD. Ma ci sono altri vantaggi: non essendoci parti in movimento (niente piatti o testine), gli SSD sono molto più silenziosi, consumano di meno e hanno meno parti che si possono rompere (hanno infatti un tasso di rotture mediamente inferiore ai dischi tradizionali), di conseguenza maggiore resistenza agli urti e minore produzione di calore, che specialmente in un Notebook non è una cosa da trascurare! A questo punto la domanda che ci si pone è: perché continuano ad usare ancora i dischi rigidi tradizionali? Una prima risposta è ovviamente il costo. Oggi sui nuovi PC si montano HDD minimo da 500 GB, con un costo intorno ai 50 € ivati o da 1 TB che costa intorno ai 60 €; un SSD Samsung 840 EVO da 120 GB costa poco meno di 90 € mentre la versione 250 GB viene poco meno di 145 €. In sostanza gli SSD costano da 5 a 12 volte di più a GB rispetto ad un HDD, a seconda di cosa si confronta. E' un problema che si risolverà nel giro di pochi anni, grazie alla sempre magHo parlato essenzialmente dei giore diffusione di unità SSD anvantaggi sulla velocità di un SSD che al livello consumer. Sul mio PC dell'ufficio ho un SAMSUNG 840 EVO da 120 GB, che uso come disco di sistema, per le cartelle del profilo e i programmi principali. Altre cartelle meno importanti (e che non richiedono velocità) sono reindirizzate sul disco tradizionale. Ricordo che ho una scheda madre che supporta il SATA 2 e non il SATA 3. Le prestazioni misurate con il software Magician (che va installato quando si usa un SSD Samsung, altre marche di SSD potrebbero richiedere il loro software specifico), una volta configurate tutte le opzioni, tra cui il Rapid Mode, indicano una velocità appa- Fig. , il g ai o ela o ato dal e h a k HD Tu e e asato sulla 22 edia dei pi hi & “ICURE))A sacrificare il masterizzatore e mettere il disco tradizionale (oppure l'SSD) un apposito adattatore, o se metterlo in un Box USB. Fig. , adatato e pe ““D da Un altro fattore che in molti utenti rallenta o rimanda la decisione al passaggio a questa nuova tecnologia, riguarda la "durata" degli SSD. Infatti le celle di memoria flash hanno una durata limitata di scritture, ovvero dopo aver scritto una stessa cella un certo numero di volte, la cella non funziona più. Questo però è un problema superato, dato che ormai i produttori dichiarano 140 anni di vita con 50 GB di scrittura al giorno su una unità da 250 GB. Nel mio PC in ufficio e nel PC che ho appena assemblato, ho scelto di affiancare all'SDD (dedicato al sistema operativo), un disco tradizionale, proprio in funzione della ridotta dimensione dell'SSD. E' una soluzione piuttosto semplice nei PC fissi, più complessa nei portatili, dove occorre scegliere se Se si sceglie di installare un SSD, occorre prestare attenzione al sistema operativo utilizza, to, in particolare se questo supporta la funzione TRIM, sostanzialmente un comando che il Sistema Operativo invia al Controller SSD, dove comunica i settori che sono stati liberati, in modo che il controller possa tenerne conto per garantire un utilizzo equo dei settori, cioè fare in modo che non ci siano settori più usati di altri, per evitare delle "rotture" premature dell'unità. Anche per via di questa funzionalità che ogni tanto viene segnalato un aggiornamento del firmware degli SSD, operazione da fare con cautela e magari dopo un bella Immagine di Backup. stemi Mac dal 10.6.8. Una volta scelta l'unità da installare occorre decidere se clonare la partizione del sistema operativo già esistente, oppure se fare una installazione da zero. Fino ad ora, mi è capitato sempre di scegliere la seconda soluzione. Dovendo scegliere la prima, occorre certamente partire da una partizione con uno spazio occupato non superiore e nemmeno ai limiti dell'SSD acquistato. Nel caso si spostano i dati e ridimensiona la partizione di partenza. Per la clonazione Samsung mette a disposizione un Tools chiamato "Data Migration". Per procedere con la migrazione va collegato il disco su una porta SATA (se avete un PC fisso) oppure con un apposito adattatore USB/SATA . Una volta terminato si scambia il disco tradizione con l'SSD e il gioco e fatto. Occorre però ancora ottimizzare qualcosa, ma in genere si viene guidati dal Software dell'SSD. Ad esempio in Samsung Magician si trova una procedura che disabilita la scrittura dello SWAP sull'unità SSD (nel caso si mette sul disco tradiFra i Sistemi Operativi che sup- zionale), si attiva il Rapid Mode (meglio portano il Trim abbiamo: per i si- avere più di 4 GB di RAM), e altre imstemi Windows da 7 in poi (quindi postazioni. esclusi XP e Vista), e per i Server Insomma, per ora l'unico reale didal 2008 R2 in poi; per Linux dal fetto che hanno gli SSD è il costo... Kernel 2.6.28 in poi, mentre sui però ne vale sicuramente la pena. si- Fig. , i g ai i ela o ai da HD Tu e sui due ““D “a su g da 23 e GB HARDWARE & “ICURE))A Attenti alle MAIL: Cryptlocker è in agguato! d i Da n i e l e P i n n a C i sono molti tipi di Virus Informatici in circolazione, ma Cryptlocker è uno dei più insidiosi. Questo Virus (in realtà la definizione corretta è cavallo di troia ", ma se lo chiamiamo genericamente virus va bene lo stesso), arriva normalmente per email, spacciandosi per file PDF, DOC (usando la comune icona di questi tipi di documento) o altro, a volte all'interno di file compressi (ZIP o CAB). Basterebbe attivare la visualizzazione delle estensione per vedere il .exe finale e non rimanere fregati dalla semplice icona, ad esempio il file nomefile.pdf.exe, senza la visualizzazione delle estensioni verrebbe mostrato come nomefile.pdf. Normalmente queste email contengono informazioni fuorvianti riguardo a fatture da pagare, multe, ecc., per cui l'utente inesperto, pensando che cavolo vogliono questi apre il file senza pensare che possa essere un Virus. Se il Vostro Antivirus non lo rileva, una volta eseguito si installa ne sistema, scarica da un server una chiave RSA a 2048 bit e la relativa chiave pubblica. Fatto questo inizia a cifrare i documenti presenti nel PC, in particolare i documenti di Microsoft Office, Open Document Format (LibreOffice e OpenOffice), AutoCAD, Immagini etc. A questo punto il Virus informa di aver criptato i file e richiede un riscatto di 300 Dollari, per ottenere la chiave privata che permette la decifratura dei documenti. Normalmente i pagamenti vengono richiesti in Bit Coin, una moneta virtuale non rintracciabile, e devono essere fatti entro poche ore (72 o 100) altrimenti la chiave privata viene definitivamente cancellata. mantenere aggiornato sia il database delle firme (normalmente si aggiornano 2 o più volte al giorno), sia il motore di scansione. Ultima cosa, ma non meno importante, Accendere il Cervello, fare attenzione ai file che si scaricano da internet o che arrivano per email. Se non ci aspettiamo da quella persona una comunicazione o un allegato, non apriamolo, al limite salviamolo in una cartella temporanea e controlliamo l'estensione. Se il nostro Antivirus non lo ha rilevato come infetto, potrebbe non essere ancora presente nel database delle firme (che è il metodo principale con il quale gli Antivirus identificano i virus), ma qualche altro Antivirus si... andiamo quindi su questo sito www.virustotal.com (recentemente acquistato da Google) e facciamogli scansionare il file, il risultato sarà il controllo con una cinquantina di Antivirus differenti. Una volta infettati da questo tipo di Virus, oltre a formattare il PC per una sicura e certa eliminazione di ogni infezione, c'è poco da fare per i dati, se non quella di pagare. Come ci si protegge? La primissima cosa sono ovviamente i Backup, ma se si usa un Backup in Linea, es. HDD Esterno USB sempre collegato, o NAS (Network Attached Storage, per capirci un Disco collegato alla Rete LAN) configurato senza particolari protezioni, potrebbe non bastare, perché il Virus potrebbe tranquillamente accedere a queste unità e criptare anche queste. Usare un buon Antivirus (purtroppo quelli gratuiti non sono da consi- Ehi... quando hai fatto l'ultimo derarsi dei Buoni Antivirus ), Backup? ;-) 24 25 26 INTERVI“TA Sylvie Zennir La Comm. l’ha conosciuta attraverso i suoi modelli realizzati con SketchUp, che rivelano il suo innato talento e la sua espressività artistica. I più assidui hanno imparato a conoscere, attraverso i suoi post in G+, anche le non poche doti del suo carattere che fanno di Sylvie una donna intelligente, forte, dolce e sensibile ma soprattutto una buona amica. Personalmente ammiro di lei la grande forza d’animo e il coraggio, la curiosità, la grande cultura e lo spiccato sense of humor che, nonostante qualche colpo basso della vita, è rimasto perfettamente intatto! :D d i S a l v i o Gi gl i o C hi è Sylvie Zennir? Ho 52 anni e sono originaria della Francia orientale. Dopo la laurea e due anni di studio per una BTS di Management Assistant, sono stata assunta nel servizio pubblico. A quel tempo, negli anni '80, la vita al lavoro era facile... Abbiamo passato più tempo alla macchina per il caffè che in ufficio! Eravamo vergognosamente in sovrannumero e guadagnavamo uno stipendio da miseria. Dopo alcuni anni, fastidiosi per me, ho seguito alcuni corsi di formazione interni per un anno e ho avuto un diploma come Manager nel servizio pubblico. Ho trovato subito una posizione di Manager Administration a Rennes, nella Bretagna francese, ma mi sono subito disillusa. Nessuna responsabilità reale: 6 copie di documenti e il personale che voleva fare il meno possibile, rallentando il loro lavoro così da non chiedere loro di più. Disgustata mi sono dimessa e mi sono stabilita a Parigi, immaginando che lì avrei avuto molte più possibilità di trovare rapidamente un lavoro più appagante e meglio retribuito. Sono stata assunta da una casa editrice di libri scolastici, dove ho lavorato per 15 anni come Vice Direttore delle Risorse Umane. E 'stata una grande esperienza e ho imparato "tutto" lì divertendomi in un clima di grande convivialità vissuto in un'azienda storicamente familiare. Per motivi personali, lasciai il mio 27 lavoro e Parigi e mi stabilì a Varsavia, in Polonia per due anni. Quando tornai a Parigi nel 2006, ho trovato nuovamente lavoro nelle Risorse Umane, ma questa volta per uno stabilimento di pannelli solari. Era il periodo del boom del solare in Francia; pensate che in soli sei mesi, l'azienda crebbe da 30 a 100 dipendenti! Ma, a differenza della casa editrice dove avevo la mia indipendenza e il personale era rispettato e motivato, questa volta dovevo lavorare a stretto contatto con il capo, che non spiccava per intelligenza e dal vocabolario limitato ai termini "business", "denaro" "margine di guadagno", "vendite" e "redditività". Non conosceva il suo staff, tranne i venditori che andavano di porta in porta per vendere i suoi pannelli solari! Questo squalo dai denti affilati, INTER 28 RVI“TA certi aspetti negativi della vita parigina (traffico, inquinamento, cemento), e forse anche l'arrivo del mio 50 ° compleanno mi hanno convinta a lasciare Parigi. Decisi così di trasferirmi nella Bretagna francese, in un piccolo villaggio di 200 abitanti, a Saint-Eloy, lontano dalla città, lontano dal rumore che non potevo più sopportare con un paesaggio verde, tranquillo, con l'intenzione di lavorare nel volontariato e vicino a casa mia. Una scelta di cui non mi pento assolutamente dal momento che un paio di mesi dopo il mio arrivo, ho incontrato l'uomo della mia "seconda" vita, purtroppo scomparso di cancro lo scorso ottobre ... Quando hai iniziato a disegnare? Sono stata sempre attratta dai lavori manuali di qualsiasi tipo. Per quanto riguarda la "grafica", il mio primo disegno "reale" risale al Natale 1976. Avevo 14 anni. Ho preso un foglio di carta per disegnare il salotto dove avevamo messo l'albero di Natale e provai ad applicare le regole della prospettiva. Questa cosa mi incantò letteralmente. Ho continuato a disegnare a mano libera facendo ritratti a matita ricavati dalle foto di riviste e copertine di dischi dei miei cantanti preferiti. Mi interessava anche la china e riproducevo alcune scene presenti su libri di cinema fantascientifico. Il disegno mi ha affascinata fino all'età di 20 anni: quando cominciai a lavorare e a vivere con il mio ragazzo, non avevo più il tempo per disegnare. Quando ho lasciato Parigi e sono arrivata qui nuovamente in Bretagna ho finalmente ritrovato il mio vecchio hobby. Ho imparato da sola l’acquerello e il kirigami, una difficilissima tecnica orientale di intaglio e piegatura della carta per ottenere forme tridimensionali a partire da un unico foglio, senza asportare pezzi e in cui non sono consentiti errori. Ho praticato que- sto per un paio di mesi, tre anni fa, prima di scoprire Sketchup 3D da cui ora sono completamente dipendente!!! :D Nella vita hai fatto dei lavori completamente diversi… hai mai pensato di fare l’illustratrice, la designer d’interni o qualcosa di simile? No, perché io non sono creativa. Ho poca fantasia e purtroppo penso di essere più brava a copiare che a creare... Che si tratti di cucito, maglia, ricamo, scrapbooking, smalti, pittura su seta, artigianato, pittura su vetro, origami, kirigami, disegno, acquerello, 3D, Io so solo copiare o trarre ispirazione da modelli esistenti. Mi sembra che solo con Sketchup ho creato un modello originale !!! Io sono una dilettante e queste attività sono solo hobby. Dobbiamo essere modesti quando conosciamo i nostri limiti! Che cosa significa disegnare per te? Per me disegnare e modellare sono un grande piacere... Anzitutto il disegno mi occupa la mente e mi libera dalle preoccupazioni quotidiane. Sono così assorta in quello che faccio, che non riesco a vedere nulla intorno a me, io non sento nulla intorno a me anche se il televisore o la radio sono accesi. Anche se non sono una creativa in questo modo consolo me stessa, trovando grande soddisfazione in queste riproduzioni. Sono molto paziente e cerco sempre la perfezione... anche se so che la perfezione non esiste! Quindi mi prendo tutto il tempo necessario e, se non mi piace il risultato finale, sono anche capace ricominciare completamente da capo, cercando di mantenere sempre la mia realizzazione quanto più fedele possibile all'originale. Come hai conosciuto SketchUp? Devo premettere che sono da sempre un’ appassionata di lingue e 29 geografia, che erano le mie materie preferite a scuola: quando avevo dieci anni il mio passatempo preferito era quello di imparare a disegnare le mappe della Francia riportando le principali città, fiumi, montagne, ecc... La scoperta di SketchUp risale al 2011 anche se conoscevo Google Earth sin dal 2000. Mio marito e io restammo affascinati da Google Earth e abbiamo trascorso intere giornate ad esplorare il mondo. Fu mio marito che scoprì l'esistenza di Sketchup e visitandone il sito mi resi conto che gli edifici 3D che ammiriamo in Google Earth sono stati "fabbricati" tutti con esso. Soprattutto capii che chiunque poteva realizzare un modello 3D ed integrarlo in Google Earth! Da qui poi è partita la mia passione per la modellazione di oggetti, personaggi ed edifici! Hai fatto molti modelli per Google Earth, è stato difficile? All’inizio, naturalmente, era difficile. Molto dipende da come ci avviciniamo a Sketchup. Abbiamo letto sul web che tutti possono utilizzare SketchUp, è facile da capire e molto intuitivo. Sono assolutamente d'accordo, ma... è necessario anche seguire alcuni tutorial, soprattutto per chi non ha alcuna formazione tecnica o scientifica come me. Mi piace imparare, mi piace scoprire nuove passioni ma sono spesso troppo entusiasta e troppo frettolosa e vorrei ottenere subito un buon risultato senza alcuno sforzo di apprendimento! Hahahaha! Il giorno del mio compleanno, quando ho compiuto 50 anni, mi gettai letteralmente su Sketchup e suppongo, come molti principianti, mi cimentai a riprodurre casa mia. Esplorando la zona in cui vivo con Google Earth, notai subito un gran numero di modelli che erano stati realizzati da una donna, Cathy Tritschler. Notai anche che lei aveva pubbli- INTER 30 RVI“TA cato un numero impressionante di fari sulla costa della Bretagna francese. Le lasciai un messaggio in cui le spiegavo che ero una principiante e avevo bisogno di consigli. Speravo che mi avrebbe risposto ma non ci credevo molto ... Invece, non solo lei mi rispose ma cominciò ad allenarmi e a seguire strettamente la mia formazione per diversi mesi. Le devo molto, soprattutto perché lei mi ha dato tutte le spiegazioni via mail, non di persona. Immaginate quanta pedagogia e buona scrittura sono necessari per spiegare qualcosa in un messaggio mail... ancora la ringrazio per l'aiuto e la pazienza. Così, per la realizzazione del mio primo modello, la mia casa ... ci sono volute ben 3 settimane! Dopo un paio di settimane la costruzione geometrica in SketchUp già pone meno problemi. Dopo sei mesi avevo costruito un piccolo automezzo del villaggio e avevo sviluppato un video (di cattiva qualità). La maggiore difficoltà che ho incontrato è stata quella di texturizzare i modelli realisticamente con le immagini. L'applicazione di texture con Sketchup, soprattutto quando viene proiettata la griglia prospettica, è la difficoltà maggiore, e spesso rappresenta la metà del lavoro soprattutto quando i modelli sono curvi e hanno gruppi e componenti. Ho cominciato a padroneggiare la proiezione di texture per i modelli complessi solo dopo più di un anno di apprendimento! Come utente esperta di SketchUp cosa ti piace e cosa non ti piace questo software? Quello che mi piace, ora in base alla mia esperienza, è che trovo SketchUp un software 3D molto semplice da usare e che può essere utilizzato da persone come me, senza alcuna formazione specifica. Quello che non mi piace Sketchup? Mah, direi niente, anche perché quando sembra che ci siano funzioni mancanti, c'è sempre un plug-in da scaricare per risolvere il problema... L'unico plugin che ho comprato è Artisan. Questo è quello che mi permette di fare forme organiche, grazie alla sua funzione "Suddividere e stendere." http://artisan4sketchup.com/ il suo lavoro. Guardate una delle sue timelapses e sarete completamente spazzato via! Quando vedo i suoi lavori resto letteralmente senza parole. Mi piacerebbe disegnare come lui, ma questo rimarrà Una domanda diversa ... Il nostro continente sembra essere turbato da profonde crisi economiche e sociali, secondo te è un qualcosa di passeggero o si può arrivare a conseguenze più gravi? Ti senti una cittadina europea? Mi sento anzitutto francese, poi europea… geograficamente! Mi dispiace che l'Europa imponga i suoi diktat. La globalizzazione è molto inquietante. Come possiamo competere con Paesi come la Cina, o, in Europa, la Polonia? Sono pessimista e ho molta paura per il futuro dei nostri figli. Penso che la vera crisi è solo all'inizio e il futuro sembra essere molto tetro. Che cosa consiglieresti a chi comincia ad utilizzare oggi SketchUp? Se la persona è un neofita nel 3D, io gli consiglierei subito di guardare un tutorial come https:// www.youtube.com/user/ techteacher3 e seguire passo passo tutte le esercitazioni a partire dall'inizio e non come ho fatto io, che pretendo di imparare tutto intuitivamente! Consiglierei anche di utilizzare le scorciatoie da tastiera suggerite, o crearne di nuove se necessario, e di utilizzare i "componenti" che alleggeriscono il peso e facilitano la gestione del Come sei venuta a conoscenza delmodello. la nostra Community e, onestaTra i molti disegnatori CAD 2D e mente, cosa ne pensi? Cambieresti 3D presenti sul Google Plus che ti qualcosa? Non ricordo come ho incontrato la piace di più? Pppffff !! Tanti !! Ma si sa, nel grup- vostra Community... Probabilmenpo dei 70 super-geo-modellisti, te digitando "3D" su G+! Io non sodopo lo stop di geo-modellazione no così coinvolta nella vostra per Google Earth nel mese di otto- Comm. per suggerire delle modifibre del 2013, pochi hanno conti- che! I membri sono quasi tutti itanuato a modellare ... Uno di loro, liani e, anche se ho studiato italiaperò, Tom Harvey, è salito a Blen- no per 7 anni, per capire devo fare der. Sono letteralmente affascina- molto di più sforzo che inglese. ta dal suo lavoro. Alejandro Soria- Quello che noto è che è realmente no ha anche la mia ammirazione. presente l’ideale di condivisione Lui è un grande modellatore e de- all’interno di essa, che sta cresigner. Un campione della proie- scendo e che c’è un legame reale zione di texture! Un altro campio- all'interno della Comm. basato anne "fuori categoria" Sebastian So- zitutto sul buon umore! snowski. Ci sono probabilmente decine di modellisti che ammiro molto e non posso parlare di tutti loro qui… Tra gli artisti 2D che ammiro, Marcello Barenghi è di gran lunga i migliori talenti che conosco. Riproduce iper oggetti quotidiani realistici, durante le riprese 31 32 MU“ICA Ricordando Pino Daniele d i N ico la A ma lf i tan o C osì lo ricorda Renzo Arbore: "Con Pino se ne va il vero innovatore della canzone napoletana d'autore. Un musicista rivoluzionario nelle tessiture armoniche delle sue composizioni, il poeta di una Napoli che lui voleva rinnovare. Un erede forse inconsapevole dei grandi poeti e compositori napoletani" (cfr. www.repubblica.it, 5 gennaio 2015) Giuseppe (Pino) Daniele nasce a Napoli il 19 marzo del 1955; finite le scuole superiori, si diploma ragioniere, inizia la sua carriera artistica con il gruppo Batracomiomachia. Nel 1976 suona come bassista con il gruppo jazz-rock dei Napoli Centrale; registra per la EMI Italiana il suo primo 45 giri con le canzoni Che calore e Furtunato. Pino Daniele s'impone prepotente- mente nel 1977 con l'album Terra con il rock, il blues, il funky e il mia, contenente le famosissime jazz, riassunta nella denominazioNa tazzulella 'e cafè e Napule è, ne "Neapolitan Power". diventata un vero manifesto per Nel corso dei primi anni '90, al malui e per l'intera città. Già in questo nifestarsi dei problemi cardiaci suo primo album, realizzato con che poi lo affliggeranno per il resto altri musicisti tra cui James Sene- dei suoi giorni, Pino Daniele abse, Enzo Avitabile, Tullio De Pisco- bandona le scene; dal 1994 si ripo e Tony Esposito, Pino Daniele, mette in lizza con rinnovata enermette in risalto le sue doti di auto- gia, proponendo nei suoi concerti re, interprete e usi ista he ha saputo a tachitarrista, pro- U g a de ponendosi con e Napoli o alleg a e ali o i a i o ia. uno stile persoLa fo za e o ai a delle sue a zo i, il suo nalissimo e inodo di fa e usi a, i suo i, le pa ole econfondibile; nel 1980 con "Nero a ste a o pe se p e ella ost a e ometà", album di ia. straordinaria bellezza e originalità, è ormai una anche nuovi brani frutto di esplostar del nostro panorama musica- razione di altri territori musicali. le. Nel 1981, in Piazza del Plebisci- Il 29 ottobre 2014 gli viene asseto a Napoli, un indimenticabile gnato il premio "Mediterraneo arte concerto con una formazione tutta e creatività 2014" con la seguente partenopea, registra la presenza di motivazione: «... coniugando conoltre duecentomila spettatori; con taminazioni culturali e musicali, il quarto album intitolato "Vai mò" ha saputo identificare nella cultuè ben delineata quella contamina- ra mediterranea quel mix di sound zione della tradizione napoletana e di passione che costituiscono la 33 MU“ Lo spa ito dell’i di e i a ile Napule è, fo se u a delle a zo i più o os iute di Pi o Da iele 34 “ICA base fondamentale della sua arte. Partendo da Napoli, Pino Daniele ha rielaborato la musica ed il canto attraverso le emozioni della coscienza, trasferendo alla particolarità della sua voce quelle vibrazioni dell’anima che lo rendono protagonista unico del "Canto che viene dal Mare"». Appena qualche giorno prima della sua improvvisa scomparsa, 4 gennaio 2015, Pino Daniele partecipa con altri artisti italiani alla tredicesima edizione de L’Anno Che Verrà, trasmessa in diretta dal Palaghiaccio di Courmayeur sulla prima rete RAI. Molte sono le sue canzoni destinate a restare nella storia della musica italiana; fra tutte, io preferisco A me me piace 'o blues e Je sò pazzo. Sul WEB è presente parecchio materiale al riguardo, iniziando dal sito ufficiale http://www.pinodaniele.com/; all'indirizzo http://www.rai.tv/dl/RaiTV/ programmi/media/ContentItem6211a275-ea2e-43e7-9399- A si ist a Pi o Da iele e la sua Ba d Napoli Centrale; a dest a u a atu a i agi e da u ele e il ato degli a i ’ i ui Da iele a ta i o pag ia del suo g a de a i o Massi o T oisi 35 f2364a0ffb7a.html#p= è possibile rivedere la sesta puntata di uno speciale della RAI dedicato alla grande musica italiana, trasmesso il 30 dicembre 2014 sulla rete Uno con il titolo "Pino Daniele in Nero a metà". Il video, della durata di un'ora, ripercorre con l'autore la nascita dell'album, riproponendo tra le altre: Quanno chiove, A me me piace 'o blues, I Say I' Sto Ccà, Nun me scuccià, canzoni che all’epoca segnarono un nuovo stile musicale e che ancora oggi appaiono di straordinaria freschezza. 36 37 Ti interessa uno di questi tutorial? Stai seguendo CADZINE e ti sei appassionato ad uno o più corsi che stiamo pubblicando o ti è piaciuto in particolare un articolo? Se non vuoi fare il download di tutta la rivista, ti ricordiamo che puoi anche solo stampare, o salvare su file, le sole pagine del corso che ti interes, attraverso il link delsa direttamente da la versione completa, o di quella LIGHT. Basta che ti porti sulla pagina iniziale e dal monitor di stampa di Drive selezioni l’intervallo di pagine che vuoi salvare/ stampare (da pagina X a pagina Y). Dal nostro sito, inoltre, puoi sempre recuperare i numeri che non hai ancora scaricato! Buona lettura  38 COR“O di ORIENTAMENTO alla BIM Creare una mappa d’anteprima BIM Fase del progeto Nome processo I put Respo sa ile Fig. , otazio e i fo Mappa detagliata ato g ai o di u p o esso i u a VI puntata d i S a l v i o Gi gl i o I n questa puntata parleremo di come creare un mappa d’anteprima BIM per poi inserirvi una serie d’informazioni vitali per lo svolgimento del progetto. Inserire i potenziali impieghi progettuali in una mappa d’anteprima Dopo che il team ha identificato le categorie di impiego BIM per il progetto può avviare il processo di mappatura aggiungendo ciascuna delle categorie di impiego BIM come un sub-processo interno della mappa stessa. E’ bene ricordare che una categoria di impiego BIM può essere aggiunta alla mappa panoramica in più punti sparatutto se essa è effettuata in diversi momenti del ciclo di vita del progetto. Disporre nella mappa di Anteprima le categorie di impiego BIM Uno degli scopi della Mappa di anteprima è quello di individuare la sequenza per ogni categoria di impiego BIM (ad esempio, pianifi- Output appa pa o a i a dei p o essi BIM cazione, progettazione, costruzione o gestione) e di fornire al team la giusta sequenza di esecuzione, vale a dire nell’ordine di sequenza in cui essi andranno eseguiti durante il processo di fabbricazione dello stabile. A tal scopo, per semplicità, le categorie BIM da assegnare devono essere disposte in linea con il resto della pianificazione BIM. Identificare i coordinatori per ogni processo Ogni processo richiede la nomina di uno o più coordinatori. Questo aspetto può essere considerato un compito abbastanza facile per alcuni processi mentre per altri, invece, non lo è affatto. In ogni caso è importante individuare quale membro del team è più adatto per completare con successo una determinata operazione, ricordando che alcuni processi possono richiedere anche più responsabili. Il coordinatore avrà la facoltà di definire chiaramente le informazioni necessarie per attuare il processo così come di accedere alle informazioni prodotte dal processo stesso. La notazione e le informazioni in formato grafico per i processi all'interno della mappa 39 di anteprima BIM sono incluse nella Fig. 1. Ogni processo deve includere:  il nome;  La fase di sviluppo del progetto;  il responsabile;  una mappa dettagliata numerata che può essere condivisa da diversi processi. Così operando si semplificano determinate procedure; infatti, ad esempio, una società di gestione di costruzione può effettuare la stima dei costi dalle informazioni dell’edificio fornite dal progettista. L’amministratore contabile della costruzione può eseguire questa stima durante il progetto schematico, lo sviluppo della progettazione e i documenti sullo stato di avanzamento della costruzione, ma può anche utilizzare lo stesso work flow dettagliato per eseguire questa operazione, che può essere rappresentato in una singola mappa dettagliata. Pertanto, il processo per eseguire le tre stime sarebbe aggiunto in tre posizioni della mappa di primo livello anche se la squadra per ottenere ulteriori informazioni potrebbe fare riferimento a una singola mappa dettagliata. COR“O di ORIENTAMENTO alla BIM Determinare gli scambi di informazioni necessari per realizzare ogni impiego BIM La mappa BIM d’anteprima deve comprendere gli scambi di informazioni critiche interne ad un particolare processo, o condivise tra diversi processi e soggetti responsabili. Più in generale, è importante capire come si svolge il traffico tra tutti gli scambi di informazioni in transito tra i vari partecipanti al progetto. Nelle applicazioni correnti questi scambi sono tipicamente implementati mediante il trasferimento di un file di dati anche se è possibile includere come sorgente di informazioni quelle provenienti da un database comune. Tutti gli scambi di informazioni individuati nella mappa d’anteprima BIM devono essere sempre ben dettagliati; ad esempio, gli scambi che hanno origine da un box di processo sono da ritenersi interni al processo stesso mentre quelli che hanno origine, o confluiscono, sulla linea di successione temporale sono da considerarsi come scambi esterni essendo essi condivisi tra i processi di alto livello. L’esempio riportato in Fig. 2 mostra proprio uno scambio di informazioni provenienti dal box di processo Esegui coordinamento 3D : gli scambi, sebbene siano interni al processo, possono essere individuati nella Mappa d’anteprima BIM da più utenti permettendo di risalire sino all'autore delle informazioni scambiate. Tutto ciò assicura agli scambi un livello di dettaglio e accuratezza necessari ad un corretto networking delle informazioni. Per illustrare efficientemente i risultati di un lavoro di mappatura panoramica, la mappa definisce gli impieghi generali BIM che il team ha utilizzato per il progetto; essi solitamente sono:  Progettazione Authoring;  Analisi energetica;  Modellazione 4D;  Progettazione e Coordinamento 3D;  Record Modeling (cfr. Fig. 3). Per quanto riguarda l’Analisi Energetica giova ricordare che essa verrà eseguita durante la fase di progettazione schematica, in termini di modellazione 4D e progettazione di coordinamento 3D, dove essa sarà effettuata durante lo sviluppo del progetto e le varie fasi di stesura della documentazione di costruzione. Continua Fig. , ese pio di Mappa d’A tep i a BIM detagliata Fig. , u a Mappa d’A tep i a BIM pa o a i a 40 41 COR“O di BA“E Il comando SPOSTA e le sue funzionalità VIII puntata d i S a l v i o Gi gl i o I n questa puntata parleremo del comando SPOSTA che, come abbiamo già visto un paio di numeri fa, ci consente tra le altre cose di clonare oggetti o porzioni di esso. SPOSTA non serve solo a spostare gli oggetti ma anche a ruotarli e deformarli come vedremo tra poco. SPOSTA per lo spostamento Ovviamente la prima funzione di Sposta è, neanche a dirlo, lo spo- Fig. , i o a del o a do Sposta stamento! Si può usare questo comando sia per spostare una singola entità (linee, archi, ecc.) che interi complessi o aggregati. Per spostare una singola entità basta agganciarla da uno dei suoi punti notevoli e spostarsi o lungo i tre assi che verso una posizione precisa. La cosa più importante da ricordare è sicuramente quella di verificare sempre se l’entità da spostare è in qualche modo collegata ad altre; in tal caso, essendo le geometrie di SketchUp persistenti (cioè strettamente collegate fra di loro) con lo spostamento di un singolo elemento si determina la deformazione dell’intero oggetto. Se ciò accade involontariamente potrete sempre ricorrere alla combinazione tasti CTRL + Z (annulla) dalla tastiera o dal relativo comando UNDO (ANNULLA) sulla barra dei menù. Per interi gruppi è conveniente selezionarli e poi scegliere il punto notevole più conveniente di essi per lo spostamento Fig. 2 SPOSTA per ruotare Sposta può essere utilizzato anche per ruotare assialmente aggregati di entità come i gruppi ed i componenti; infatti, se proviamo a spostare il puntatore del comando su uno dei lati di queste entità complesse appariranno quattro collimatori rossi a forma di X che fungono da manigliette per la rotazione come vedete in Fig. 3. Nella Fig. Fig. , og i g uppo, o po e te e/o si gola e ità p ese ta u e osi pu i ote oli he so o oi i agga i pe lo sposta e to. Il e so dello sposta e to app ese tato da u a pu i ata. 4, invece, è stato immortalato il goniometro e il relativo asse per la rotazione dell’oggetto. Di default il goniometro scatta ogni 15° ma dalla tastiera, e tramite il VCB, si possono immettere altri valori a seconda delle esigenze. SPOSTA per deformare Come vi accennavo prima, le geometrie di un modello di SketchUp possono facilmente essere manipolate ottenendo deformazioni, distorsioni o piegature. Basta selezionare un bordo o una faccia di un oggetto e poi muoverlo con lo strumento Sposta e vedrete che tutte le entità connesse al bordo o alla faccia si sposteranno insieme ad esso. Ecco tre esempi di applicazione di Sposta sulle geometria persistente in SketchUp: Nelle Fig. 5 e 6 vediamo come trascinando verso l'alto, seguendo quindi l’asse blu, la linea che divide la faccia superiore del nostro modello trascina con se le facce ad essa collegate, creando in questo caso la forma di un di tetto a falde. In Fig. 6 vediamo invece l’azione di SPOSTA, ripartendo dalla situazione di Fig. 5: sulla faccia sinistra che ora è mossa verso il basso, facendola sempre scorrere lungo la direzione dell’asse blu, determiniamo Fig. , le a igliete pe la otazio e appaio o solo su g uppi e o po e i he il sot a e ede o e u u i o oggeto u ito di G adi di Li e tà da ui t e otazio i assiali. 42 E pe “ketchUp così un’inclinazione su di un lato dell’adiacente faccia superiore destra. Aggiungiamo adesso dei segmenti ai due lati della sporgenza come si vede in Fig. 7 e proviamo ad agire con SPOSTA sul bordo esterno come vedete in Fig. 8 otterremo una forma trapezoidale deformando solo quella porzione di modello. SPOSTA per clonare Altra magica funzionalità di SPOSTA è la clonazione rapida di tutte le entità presenti sul documento. Ad esempio, come vedete in Fig. 9, una serie di pilastri in un porticato può essere realizzata in pochi secondi semplicemente selezionando il gruppo (o il componente) Pi- lastro, individuando il punto notevole più idoneo per la clonazione e poi un bel CTRL+CLICK col tasto sinistro del mouse ed ecco comparire immediatamente il clone del pilastro… Ripetete l’operazione per il numero di copie di cui necessitate. Continua Fig. , il pu tato e di “posta sulle a igliete di u G uppo o Fig. , selezio ia o l’e ità linea, he dive ta su di u Co po e te isualizza u go io et o e u asse di s eglia o i he di ezio e sposta la ife i e to pe la otazio e lu, e poi Fig. , sposta do i lu go la di ezio e dell’asse BLU , e so l’alto i uesto aso, ote ia o la fo a di u teto Fig. 7, e o osa a ade age do su di u ’a ea o il o a do “posta Fig. , eia o u a so ta di e ie a diseg a do u a li ea all’altezza della spo ge za... Fig. , agga ia o o “posta il o do supe io e dell’oggeto e p o ia o a i a lo e so l’este o... 43 COR“O di Modellazione Ge Piccoli dettagli finali... Fig. VI ed ultima puntata di A nto ne l lo B uc c e l la E così, puntata dopo puntata, siamo giunti al completamento del modello dopo aver realizzato volumetrie, applicato tessiture e curato anche i più piccoli dettagli. Se voi stessi avete provato a riprodurre il modello che vi ho proposto in questo ciclo di appuntamenti, osservandolo attentamente noterete che magari ci sarà ancora bisogno di qualche piccola aggiunta alla struttura e/o di qualche ritocco alla calibratura delle textures. Ciò che sicuramente manca ancora è un tocco di "vita", una piccola "magia" che riesca ulteriormente a caratterizzare e personalizzare il nostro modello 3D e in questa puntata conclusiva ho deciso di aiutarvi proprio in questo senso. Ricordo che all’epoca, quando completai la modellazione per Google Earth di questa minuscola e deliziosa chiesetta rurale, per vivificare la scena scelsi di provare a catturare un attimo ben preciso: l'arrivo del curato dal paese, appena smontato dalla sua vecchia bici che ha lasciato appoggiata al muro, recatosi lì per recitare col massimo raccoglimento le sue Lodi Mattutine, un attimo prima dell'apertura della porta così come ci racconta la Fig. 1. Per realizzare la scena cominciai a navigare su web alla ricerca di una foto che ritraesse un sacerdote di spalle con un breviario fra le mani; ne trovai diverse e non tutte mi convincevano... alla fine mi misi all’opera con Photoshop e montai la figura del mio curato con tanto di cappello Saturno . Per quel che concerne la modellazione della bici di Fig. 2, credetemi quando vi dico che se volessi spiegarvela sarebbe necessario un altro ciclo di tutorials! Sembra semplice ma la sua ricostruzione (dettagli compresi) mi è costata 44 davvero svariate ore, sia per la resa volumetrica che per l'applicazione delle tessiture. Se non volete provare a realizzarla autonomamente vi conviene scaricarvene una dalla Galleria Immagini di Trimble e modificarla con dei colori o delle texture che si avvicinano a quelle del mio modello. Per l'inserimento della figura del sacerdote, invece, dovrete anche voi partire dalla ricerca di una foto sul web che si avvicini il più possibile al personaggio che avete in mente. Scelta la figura, disegniate un piano di 1 metro di larghezza per 2 di altezza, come in Fig. 3, e trasformatelo subito in componente indicando l’orientamento della terna d’assi come si vede in Fig. 4. Importiamo e applichiamo la foto scelta calibrandone la dimensione come mostra la Fig. 5. A questo punto vi suggerisco un piccolissimo trucco che consentirà al vostro componente "parroco" di ruotare automaticamente, anche quando è utilizzato il comando di visualiz- eolocalizzata pe “ketchUp Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. zazione dinamica del modello ORBITA, presentando così sempre la stessa faccia all'osservatore. Quando create il componente basterà spuntare nella relativa finestra Crea componente la casella di controllo Sempre rivolto alla telecamera come si vede in Fig. 6. Se il componente è stato già creato potrete sempre effettuare questa operazione in un secondo momento dalla finestra Componenti; in essa per visualizzare i componenti presenti nel nostro elaborato dovete cliccare sul pulsante Nel modello come si vede in Fig. 7, dopo aver selezionato l’ele- Fig. 7 mento cliccate sul Tab Modifica e qui attivate il controllo Sempre rivolto alla telecamera , Fig. 8. Per ottenere poi l'ombra del personaggio definita e ben delineata, 45 dovrete armarvi di pazienza e modificare il componente ritagliando l’immagine con lo strumento LINEA o anche con quello MANO LIBERA verificando attentamente di in- COR“O di Modellazione Geolocalizzata pe “ketchUp scrivere la porzione di foto che vi interessa entro un perimetro chiuso per poi cancellare i bordi originari dell’immagine, Fig. 9. Il modello ora è davvero terminato, possiamo solo aggiungere qualche piccolo tocco al paesaggio (alberi, staccionate etc.) oppure qualche piccolo dettaglio come per esempio dei sassolini sul terreno Fig. 10. Questo non è un addio ma solo un arrivederci al prossimo Corso. Il mio auspicio per questo ciclo appena concluso è anzitutto quello di essere riuscito a trasmettervi la voglia di provare a cercare di ottenere sempre dal nostro modellatore 3D quanto desideravamo realizzare e di aver contribuito, in qualche modo, ad accrescere la vostra curiosità e passione per la modellazione 3D. Alla prossima! Fig. Fig. Fig. 46 47 48 Le BA“I di QGI“ L’evoluzione dell’informazione geografica e il GIS Open Source I puntata d i F a b ri zi o P i e ri L a Geografia è antica quanto l’uomo e secondo la sua etimologia si occupa di descrivere la Terra e lo fa attraverso vari linguaggi. Fin dalle epoche più remote l’uomo ha cercato di rappresentare visivamente il territorio creando le prime mappe in rapporto alle sue necessità di cacciatore, agricoltore, costruttore, guerriero, viaggiatore ed ancora oggi è qui il senso e l’utilità di una disciplina che fa riferimento a una quantità enorme di informazioni. La maggior parte dei dati direttamente o indirettamente sono riferibili ad un contesto spaziale, geografico, ad una posizione sulla superficie terrestre. Per millenni l’uomo ha disegnato carte geografiche, prima in modo approssimativo, poi con il progredire delle conoscenze sulla Geometria (anche qui l’etimologia è significativa) ha rappresentato il suo mondo, mano a mano che lo scopriva, in modo sempre più preciso. La conoscenza geografica ha sempre avvantaggiato chi la possedeva, per le attività commerciali, militari, amministrative ed è stato uno strumento di potere, a volte anche tenuto segreto. In Italia l’Istituto Geografico Militare (IGM) è stato a lungo il principale detentore istituzionale dell’informazione geografica nazionale (c’è da riconoscere che l’ha fatto piuttosto bene) e sulle carte in corrispondenza delle basi militari c’erano delle omissioni, dei vuoti di informazione. Prima dell’impiego delle foto aeree (possibilità relativamente recente) il rilievo geografico è stato eseguito con gli strumenti della geometria e della topografia. Negli ultimi decenni c’è stata una rivoluzione tecnologica che ha messo in campo nuovi strumenti che cambiano profondamente il lavoro di chi ha a che fare con il territorio, con delle possibilità fino a poco tempo fa impensabili. Le tecnologie che hanno rivoluzionato l’acquisizione e la gestione 49 delle informazioni geografiche sono sostanzialmente tre:  il GPS (Global Positioning Systems), un sistema di comunicazioni tra stazioni a terra e una rete di satelliti che consente la localizzazione di un punto sulla superficie terrestre con un livello di precisione crescente in funzione della strumentazione in uso. Le applicazioni sono innumerevoli e la tecnologia ormai è di uso comune. Le stazioni GPS più sofisticate consentono ormai una precisione topografica superiore a quella degli strumenti otticoelettronici, unita ad una migliore facilità d’uso;  il Telerilevamento (o Remote Sensing), un insieme di tecniche per acquisire immagini o altri tipi di dati attraverso rilevazioni fatte a distanza da aerei e satelliti, con lo sviluppo di elaborazione ed analisi dei dati. Chi studia la natura nelle sue varie forme oggi ha una massa di informazioni (in archivio e in tempo reale) ed una quantità di dati interpretabili anche in mo- Le BA“I Fi e ze, l’Isituto Geog ai o Milita e Foto di A d ea Lo gi oi da Google Foto do dinamico;  il GIS (Geographic Information Systems), una tecnologia informatica che consente di gestire i dati rilevati dalle altre due e molte altre informazioni in modo sistematico, consentendo visualizzazioni, elaborazioni ed analisi che aggiungono ulteriore conoscenza e che facilitano le decisioni in termini progettuali e gestionali. Da ora in poi parlerò di questa ultima tecnologia di informazione spaziale, il GIS, perché è quella che dà maggiori possibilità in termini applicativi, risultando utilissima, in qualche caso indispensabile, a molte categorie professionali, a tutti coloro cioè che hanno a che fare con il territorio, per conoscerlo, conservarlo, amministrarlo, pianificarlo, gestirlo, progettarlo. Tra chi legge queste righe sono pochi quelli che possono chiamarsi fuori ed indipendentemente dal lavoro che uno svolge l’argomento è comunque di grande fascino. (CAD: Computer Aided Design). I Se poi aggiungiamo il fatto che CAD non usano sistemi di rifeesistono in campo GIS ottimi softrimento geografici ma un sisteware liberi, open source e gratuiti, ma di riferimento locale e hancome QGIS e tutto ciò che ci gira no una limitata capacità di geintorno, sarebbe sciocco per qualstione di dati non grafici. L’esiasi operatore non cogliere questa sempio più famoso è AutoCAD. opportunità. Prima di parlare di QGIS però cer-  Sistemi di elaborazione di mappe raster (image processing). chiamo di capire meglio cos’è il Possono essere distinti in due GIS e come è nato. gruppi: quelli che sono semplici I primi software GIS nascono nella strumenti di manipolazione di seconda metà degli anni 80 immagini come Photoshop, dall’integrazione di altri programGimp, Photopaint, … e quelli che mi informatici appartenenti a lo fanno assegnando alle immaquattro categorie: gini un sistema di riferimento  Sistemi di gestione di banche geografico, elaborando così deldati (DBMS: Database Managele vere e proprie mappe raster, ment Systems). Generalmente come Erdas Imagine, Envi, Erun database non contiene inforMapper, … mazione spaziale esplicita (in termini di localizzazione con  Sistemi di analisi statistica di dati alfanumerici (statistical posizionamento e descrizione software). Contengono la stessa di caratteristiche geometriche) tipologia di dati dei DBMS ma ma si limita a gestire dati alfasono più orientati al calcolo e numerici. Esempi: MS Access, all’analisi previsionale. Esempi: Oracle, MySQL, … SPSS, StatSoft, MATLAB, ...  Sistemi di trattamento di informazioni grafiche vettoriali La potenza del GIS sta proprio nel 50 di QGI“ mettere insieme le caratteristiche di questi programmi e nel gestire in modo sempre più integrato varie tipologie di dati, come nessun altro software riesce a fare. L’evoluzione di questo tipo di software è avvenuta così per integrazione di moduli successivi e di estensioni. La piattaforma GIS commerciale più nota è ArcGIS (ex ArcView) della ESRI, ancora software house leader in questo settore, ma è anche molto diffuso AutoCAD Map di Autodesk ed altri che non sto ad elencare. QGIS Il software libero ed open source in ambito GIS negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione incredibile e sono cresciuti una serie di programmi specifici e l’interoperabilità tra di loro. QGIS è un software straordinario perché oltre alle qualità dovute al proprio sviluppo ha saputo mettersi al centro di questo articolato ecosistema, diventandone l’interfaccia naturale. QGIS è nato nel 2002 come semplice visualizzatore ed in poco più di un decennio è diventato la piattaforma di base del GIS open source, con funzionalità che non hanno più quasi niente da invidiare ad ArcGIS. Ciò è avvenuto grazie al lavoro di una community internazionale di sviluppatori, sostenitori e utenti in cui la comunità italiana ha avuto un ruolo non marginale. Con il rilascio di QGIS 2.0 (a cui sono seguiti in breve tempo 2.2, 2.4, 2.6) il progetto ha raggiunto la sua piena maturità. Non rimane che provarlo. Con la dovuta umiltà il mio scopo sarà quello di facilitare questo percorso. Seguitemi. Dopo aver definito cosa sono i Sistemi di Riferimento in ambito GIS vediamo quali sono quelli più usati in Italia. Ancora prima della tecnologia digitale la cartografia prodotta da vari enti si riferiva principalmente a due Sistemi di Riferimento:  il Sistema Roma40 GaussBoaga;  il Sistema ED50 UTM. Il sistema Roma40 Gauss-Boaga si basa sul datum Roma1940 con riferimento all’ellissoide Internazionale di Hayford (1924) orientato a Monte Mario. E’ rappresentato attraverso la proiezione inversa di Mercatore (o conforme di Gauss). Il territorio italiano risulta suddiviso in due fusi, ad ovest ed est del meridiano di Monte Mario (12°) e con i meridiani centrali situati a 9° e 15°. I fusi hanno una ampiezza di 6° e 30’ per cui è presente una zona di sovrapposizione. Le coordinate sono espresse in metri. Per la latitudine (dimensione Y, northing) il riferimento è l’equatore. Per la longitudine (dimensione X, easting) il riferimento è il meridiano centrale di ogni fuso ma per evitare di avere coordinate con valori numerici negativi e, si è adottata la soluzione di assegnare una falsa X di 1.500.000 m per il meridiano Ovest e di 2.520.000 m per il meridiano Est. Per il nome Gauss è riferito alla proiezione e Boaga è il cognome del geodeta dell’IGM che formalizzò il sistema. Utilizzato nella produzione cartografica IGM fino alla fine degli anni ’80, è ancora in uso in molta Cartografia Tecnica Regionale. Il sistema ED50 UTM si basa su European Datum 1950 con riferimento all’ellissoide Internazionale di Hayford (1924) orientato a Potsdam in Germania. Il sistema di proiezione utilizzato è l’UTM (Universal Transverse Mercator) che si basa, come il Due ese pi di i piego dei tagli a tog ai i dell’IGM pe Google Ea th Google Ea th 51 Le BA“I Gauss-Boaga, sulla proiezione inversa di Mercatore. Nell’UTM la superficie terrestre viene suddivisa in 60 fusi di 6° di ampiezza longitudinale. Ciascun fuso viene proiettato indipendentemente e ha un meridiano centrale. Ogni fuso è suddiviso a sua volta in 20 fasce di 8° di latitudine. Le intersezioni tra fusi e fasce individuano le zone. Il territorio italiano è all’interno dei fusi 32 e 33 e per una piccola parte nel fuso 34(area più orientale della Puglia). Nel sistema UTM, che a differenza del Gauss-Boaga è concepito per un uso internazionale, al meridiano centrale di ogni fuso viene assegnata una falsa coordinata easting con valore 500.000, mentre la coordinata northing è definita dalla distanza rispetto all’equatore. Perciò è sempre necessario comunicare oltre alle coordinate il numero del fuso a cui si fa riferimento, senza il quale risulta impossibile la localizzazione. Questo sistema è stato introdotto al fine di uniformare la cartografia europea ed è utilizzato sia nella più recente produzione cartografica dell’IGM, sia per la cartografia regionale. Con l’introduzione del sistema di rilevamento GPS si è reso necessario l’utilizzo di un datum non più locale ma globale ed è stato definito il datum WGS84 (World Geodetic System 1984). Il sistema WGS84 UTM si basa su questo datum a configurazione geocentrica associando a questo il sistema di proiezione UTM. Si ha quindi la stessa suddivisione in fusi con l’adozione delle medesime convenzioni riguardo all’assegnazione delle coordinate. Questo sistema è stato progressivamente inserito anche nella più recente produzione cartografica di alcune Regioni ed anche l’IGM lo ha implementato attraverso la configurazione europea ETRS89 che è praticamente analoga al WGS84. Il sistema WGS84 UTM non va confuso con quello WGS84 geografico, che non è un sistema proiettato ma che si Il “iste a U.T.M. 52 basa su valori di latitudine e di longitudine in gradi angolari. Più recentemente, con il Decreto del 10 novembre 2011 Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale, è stato introdotto il nuovo sistema ETRF 2000. L’introduzione di questo nuovo sistema di riferimento, motivato dall’aggiornamento degli scostamenti dovuti allo spostamento delle placche tettoniche, non comporta grandi differenze con altri sistemi alle scale di lavoro tipiche dei GIS. I massimi scostamenti rilevati tra ETRF 2000, ETRS89 e WGS84 risultano infatti non superiori a 40 centimetri. ETRF 2000 è già presente nel registro EPSG come RDN2008 (RDN sta per Rete Dinamica Nazionale). Nella tabella 1 vengono riportati tutti i codici EPSG dei sistemi fino a qui citati. La riproiezione da un sistema di riferimento a un altro viene definita conversione quando avviene nell’ambito dello stesso datum, oppure trasformazione quando di QGI“ “ iluppo pia o dell’U.T.M. avviene tra datum diversi. La conversione avviene automaticamente senza errori mentre la trasformazione è in genere un’operazione più approssimativa. QGIS effettua la cosiddetta riproiezione al volo , cioè riproietta automaticamente (a condizione che questo sia correttamente georeferenziato) uno shapefile (o altre entità) al sistema di riferimento del progetto, ma è un’operazione di semplice visualizzazione, che non converte o trasforma l’oggetto che viene inserito in mappa. Per convertire o trasformare un’entità da un sistema di riferimento a un altro esistono appositi software (ad esempio CartLab, Verto, Traspunto) oppure è una funzionalità che molte piattaforme GIS hanno (compreso QGIS) ma non sempre si ottengono buoni risultati. Per ottenere una maggiore precisione è necessario l’uso dei grigliati prodotti dall’IGM, disponibili in vari formati, ma che non sono gratuiti. Il Geoportale Nazionale, in recepimento del- igliate: Al re leture con Source, Grass AA.VV., GIS Open SpatiaLite. ElGis, Quantum Gis e libero applicaementi di software to al territorio urce per geoV. Noti, GIS open so alisi e gestiologia e ambiente. An ali e ambientane dei dati territori li con QGIS 53 la Direttiva INSPIRE, mette a disposizione un servizio gratuito di trasformazione delle coordinate (CTS, Coordinate Trasformation Service) che permette di trasformare entità vettoriali e raster tra diversi sistemi di riferimento. Questo servizio utilizza i grigliati IGM ed attualmente è lo strumento che mi sento di consigliare. Continua 54 TUTORIAL: come realizzare un buon render La mappatura dei materiali Fig. , il si pai o d i S im o n e P ic c i o ni B envenuti alla nostra prima chiacchierata sulle basi della renderizzazione. In questa puntata vi presenterò quattro tecniche di rendering fondamentali per dare risalto e realismo ai vostri lavori! Bene, cominciamo subito! Per la realizzazione di buon un render, è fondamentale prestare odello del t e i o di CAD)INE ealizzato da “i o e Pi io i particolare attenzione alla mappatura dei materiali che rivestono gli oggetti presenti nella scena. Ogni materiale ha delle proprietà ben precise, di riflettenza, opacità, porosità... Per ricreare un materiale il più fedele possibile a queste caratteristiche possiamo avvalerci di alcune tecniche che vengono supportate dalla maggior parte dei motori di rendering. Su un oggetto può essere applicata un’immagine che lo riveste, per esempio la foto di un pavimento. Questa tecnica è chiamata Texture Mapping. Per la scena di Fig. 2 l’immagine che ho utilizzato per rivestire il pavimento è una texture seamless (cioè senza cuciture) di gress a listoni. Le texture seamless sono immagini che vengono utilizzate quando la superficie da ricoprire è maggiore come dimensioni della texture stessa senza che siano visibili gli stacchi altrimenti presenti tra una ripetizione e l’altra. Per rendere il pavimento della nostra scena ancora più realistico utilizzeremo un’altra tecnica chiamata Specular Mapping, attraverso cui possiamo rendere alcune parti della texture Fig. , la te tu e se za u itu e del listo e i piegata ella te i a del Te ture Mapping pe ote e e la pa i e tazio e del odello. 55 TUTORIAL: come realiz Fig. , la te i a del Specular Mapping e de aggio ealis o al pa uet Fig. , o il Bu p Mapping ote ia o l’efeto delle e atu e dei listo i he o a isulta o più issui e ealisi i Fig. , i se e do la se pli e te tu e del p ato oia o he o ha al u a t idi e sio alità e se Fig. , o la te i a del Displace ent Mapping il p ato, 56 agi a e te, p e de ita a piato... zzare un buon render più o meno lucide. Sovrapponendo una texture, generalmente in scala di grigi, dove le parti chiare sono più lucide mentre quelle più scure sono opache Fig. 3. Nonostante abbiamo aggiunto una specular map il pavimento risulta ancora piatto. Per dargli quindi un po’ di profondità utilizziamo il Bump Mapping, che è una tecnica che ci permette di realizzare superfici ruvide molto realistiche e che presentano delle asperità come quelle reali senza aumentare il numero di poligoni nel nostro modello. Queste superfici sono create dalla sovrapposizione di una texture in bianco e nero, come in Fig. 4, dove:  il bianco provoca uno spostamento in positivo;  il nero provoca uno spostamen- to in negativo. Quindi il pavimento dell’ immagine finale è il risultato della somma di tre texture sovrapposte:  quella principale e cioè la foto del pavimento come in Fig. 2;  la specular map di Fig. 3;  la bump map di Fig. 4. E se volessimo posizionare il nostro trenino su di un bel prato verde senza modellare un filo d’erba? Si può fare grazie ad un’ altra tecnica chiamata Displacement Mapping che viene usata generalmente per creare spostamenti e rilievi sostanziali e non semplici asperità. È molto simile, come funzionamento, al Bump Mapping ma con la differenza che va a modificare la geometria della texture, anche se questo richiede un au- mento delle risorse macchina e i tempi di calcolo. Il prato della Fig. 5 risulta ovviamente piatto se lasciato così. Sovrapponendo, invece, la displacement map che è, in questo caso, una texture a puntini bianchi e neri, come in Fig. 6, e regolata la giusta altezza dello spostamento sul nostro motore di rendering, potremo creare un prato abbastanza credibile. Questa tecnica è spesso usata per ricreare le tegole dei tetti e/o per dare maggiore profondità a muri rivestiti in pietra, solo per fare qualche esempio, sempre senza dover modellare nulla. Fig. 7, e o o e fu zio a il Displace ent Mapping 57 58 TUTORIAL: Renderizzare con VRay VRAY BLEND MATERIAL d i Ga b r i e l e As e r o I n questo breve tutorial, cercherò di esporre al meglio uno degli strumenti più potenti di Vray, i "Blend material". Per diverse esigenze di lavoro, devo necessariamente "mescolare" (appunto, la traduzione letterale di blend, è "miscela") due diversi materiali. Ci sarà sicuramente capitato di vedere per strada, dei muri ricoperti da pian- te, ecco, noi, faremo in modo di fa crescere (in base a una quantità da noi stabilita) degli elementi di verde su un cilindro di cemento . Avremmo come modello, tre cilindri, uno completamente ricoperto di erba, un altro totalmente di cemento, e in fine il cilindro al quale applicheremo il Blend material! Bene, iniziamo subito. Ovviamente, diamo per supposto di conoscere abbastanza bene i diversi parametri di render propri di Vray, diversamente, per qualunque dubbio in merito, battete un colpo! Ultima premessa, e poi ini- Fig. , pa a et i del ili d o Fig. , eazio e del Vra Plane e della Vra Light Plane (i pa a et i di uest'uli a, li sete e o t a po o . te i nostri tre cilindri, mi raccomando di non flaggare, l'opzione "istance" , è necessario che gli elementi , abbiano caratteristiche diverse. Nello shot, sono anche riportati i parametri topologici dei nostri pezzi, (segmentazione e tassellazione, lunghezza e raggio). Il passo successivo che vi suggerisco, è quello di impostare una Vray camera, questo, per renderci conto dello spazio di render della scena. Vi consiglio, almeno per il momento di lavorare in qualità draft", accorceremo di gran lunga i tempi di elaborazione. Io utilizzo Solid Rocks per gestire i parametri di Vray, ma è soltanto una scelta soggettiva, l'importante, è che la scena ziamo davvero. Vray, è "soltanto" un motore di render, che si appoggia a diversi modellatori, noi utilizzeremo 3DS, diamo pertanto per supposto, di conoscere almeno gli elementi base di questo potente strumento di progettazione 3D. Per prima cosa, inizializziamo la scena per il nostro piccolo esperimento, quindi daremo un’illuminazione Vray Light di base, ci muoveremo operando su un Vray Plane, evitando così di costruire le camere di render, risparmiando tanto tempo sulla modellazione! Andiamo a creare immediatamen- risulti essere sufficientemente nitida per capire al meglio la differenza tra il materiale "basico" e il blend. Ecco la scena con la quale svilupperemo la nostra prova . Una corretta illuminazione, e un corretto setting dei parametri della Vray camera, sono indispensabili! Andiamo adesso applicare i materiali ai tre cilindri. Per quanto riguarda la creazione dei materiali, io mi affido il 90% delle volte al portale: http://www.vray-materials.de/ contiene un infinita gamma di prodotti, fruibili gratuitamente previa una piccola registrazione. Ovviamente, è necessario conoscere a "menadito" i parametri dei Vray material e la metodologia di com- 59 posizione degli stessi in 3DS! Diffidate sempre delle cose belle e fatte ! :D Bene, nel nostro caso andremo a reperire un semplice materiale per il cemento, e uno per l'erba! A proposito di quest'ultima, dovremmo fare un discorso molto più ampio, solitamente, io gestisco l'erba con il Vray Fur, utilizzato anche per le parti "hairy" in modellazione organica e per altri svariati scopi, comunque al momento non divaghiamo, concentriamoci sui blend senza mettere troppa carne al fuoco! Bene, vediamo nell'immagine sopra, l'applicazione dei due materiali che andremo a miscelare, cemento al cilindro "A", erba al cilindro "B". Il blend material applichia- TUTORIAL: Rende Fig. , i se i e to della V a Ca e a Fig. , is elazio e di due Fig. , setaggi illu i azio e Fig. , il "V a Ble dMtl" pe il setaggio dei ate iali: e e to o e a Fig. 7, i egist i di setaggio dei Fig. , setaggi UVW della ate iali Fig. , i pa a et i della G adie t Map ate iali appa Fig. 60 , aso del g adie te o p e ale za di olo e e o erizzare con VRay molo al cilindro "A", vediamo come! Esaminiamo adesso le caratteristiche fondamentali del Vray Blend: A. Base Material: Lo dice la parola stessa, è il materiale base, nel nostro caso il cemento; B. Coat Material: E' il materiale che andiamo a miscelare al materiale base, nel nostro caso l'erba; C. Blend Ammount: Indica il metodo di miscelazione dei materiali. E' il parametro chiave del blend material, si agisce su di esso mediante le mappe, pertanto per utilizzare questo strumento, è pessario conoscere al meglio il concetto di "mappa". Ripeto, che questo tutorial prevede già una conoscenza abbastanza buona dei vari parametri di render, tuttavia Vi rimando a questo link proprio per chiarire al meglio la funzione dei vari strumenti di mappatura!  http:// www.gamemakingtutorial.com/ 3d-studio-max/3ds-max-editormateriali-texture.php  http://www.grafica3dblog.it/ index.php/2011/10/18/vraymappe-di-riflessione.htm  http://www.treddi.com/forum/ topic/104374-creare-materiale- vray-con-mappe-gradient/ Quest’ultimo link parla proprio delle Mappa Gradient, argomento che affronteremo tra pochissimo. Da qui, possiamo regolare tutti i parametri della Gradient Map. Vediamo un po’ come funziona... Tempo fa, discutendo proprio in Comm., lessi una frase che ho stampato a caldo nella mia mente… "In modellazione e in Render, è necessario conoscere Photoshop almeno tanto quanto i modellatori e i motori di renderizzazione che abbiamo sotto mano", mai nulla di più vero! Si suppone pertanto, che il concetto di "maschera" sia ben chiaro. Noi lavoreremo con un gradiente solido, quindi, privo di gradi di sfumatura, per intenderci, solo nero e bianco. Il nero copre, il bianco rivela. Nel nostro caso specifico significa che il Coat material, sarà visibile in base alla quantità di bianco del nostro gradiente. S’intuisce quindi, che un gradiente in cui abbiamo una prevalenza di colore bianco, renderà molto visibile il Coat Material, che nel nostro caso è l'erba. Lo vediamo nella figura sotto. Ovviamente, i settaggi UVW della mappa, è chiaro che variano secondo la forma dell'oggetto che andiamo a renderizzare, così come il tiling della texture! Fig. , ila ia e to i ale 61 Vediamo adesso il caso inverso, in altre parole un gradiente con prevalenza di colore nero, noteremo ovviamente una scarsissima presenza di Coat Material! Spero che adesso, l'argomento sia un attimino più chiaro. Tuttavia, per fugare ogni dubbio, e per comprendere la caratteristica peculiare di questo strumento, facciamo un altro testo, impostando il nostro gradiente al 50% di bianco, e al 50% di nero. In questo modo, il Coat Material il Blend Material , saranno entrambi visibili appunto al 50 % del totale!!! Ecco fatto! E' ovvio, che abbiamo infinite possibilità di miscelare i nostri materiali, sempre basandoci su una scala che va dall’1% al 100%, sottolineo comunque , di non scendere ,mai sotto il valore minimo di 1 e non andare oltre il 100, diversamente, il "secchiello" di colore, verrà automaticamente rimosso, un po’ come Photoshop del resto. Spero di esse stato il più chiaro possibile, tuttavia per qualunque dubbio, chiarimento non esitate a battere un colpo! La Comm. è con Voi, basta solo un pizzico di pazienza! Grazie mille, sempre. :D UMORI“MO 62 GIOCHI 63 Ciao Pino  Appocundria me scoppia ogne minuto 'mpietto  Pecchè passanno forte haje sconcecato 'o lietto  Appocundria 'e chi è sazio e dice ca è diuno  Appocundria 'e nisciuno Appocundria 'e nisciuno. 64