UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ANCONA
DIPARTIMENTO DI ECONOMIA
Un modello CGE per l’analisi del
federalismo fiscale all’italiana
Fabio Fiorillo
Giulio Palomba
QUADERNI DI RICERCA n. 153
Giugno 2001
Sintesi
Lo scopo di questo lavoro è duplice: da un lato si vuole suggerire una metodologia di implementazione di un modello computazionale per analizzare
la nuova situazione istituzionale, mettendo in luce i problemi tecnici da affrontare, dall’altro si vogliono dare le prime indicazioni sulla direzione degli
effetti delle manovre fiscali, soprattutto alla luce delle riforme che hanno
cambiato i connotati del sistema fiscale italiano assegnando competenze di
spesa e importanti leve di gettito alle Regioni.
Il modello proposto è un modello di equilibrio economico generale biregionale alla Hecksher-Ohlin. Dalle simulazioni si può concludere che il legislatore
ha preferito non aggravare la forte sperequazione tra regioni ricche e regioni
povere e pertanto ha disegnato il meccanismo di perequazione che annulla
quasi completamente l’incentivo a fare politiche di concorrenza fiscale verso
il basso: se le regioni che decidessero di abbassare l’aliquota perderebbero
gettito anche nel caso in cui riuscissero ad attirare base imponibile dalle altre regioni. Rimane un incentivo se la politica fiscale è motivata da ragioni di
gettito, tuttavia, specie in caso di mobilità del capitale, tale politica risulta
essere molto costosa in termini di benessere per i cittadini e quindi pone dei
dubbi sul suo effettivo utilizzo.
Indice
1 Introduzione
1
2 Il decreto legislativo 56/00 e la compartecipazione all’IVA
3
3 Costruzione della SAM
3.1 I settori istituzionali . . . . . . . . . . . . .
3.1.1 La produzione . . . . . . . . . . . . .
3.1.2 Il commercio interregionale . . . . . .
3.1.3 Il vincolo di bilancio dei consumatori
3.2 I mercati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.2.1 Il mercato dei beni . . . . . . . . . .
3.2.2 Il mercato dei fattori produttivi . . .
3.2.3 L’imposizione fiscale . . . . . . . . .
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5
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9
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10
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11
4 Il modello
4.1 Il blocco della produzione . . . . . . .
4.2 Il blocco del commercio . . . . . . . . .
4.3 La funzione di utilità dei consumatori .
4.4 Formazione del reddito . . . . . . . . .
4.5 Domanda pubblica . . . . . . . . . . .
4.6 Le variabili ausiliarie . . . . . . . . . .
4.6.1 Determinazione delle quote IVA
4.6.2 Mobilità del capitale . . . . . .
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24
5 Le simulazioni
5.1 Regioni con la stessa dimensione .
5.2 Regioni con differente dimensione
5.2.1 Aumento aliquota . . . . .
5.2.2 Diminuzione aliquota . . .
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6 Conclusioni
28
Appendice: Implementazione in GAMS - MPSGE
30
Appendice: Risultato della simulazione
36
2
Un modello CGE per l’analisi del federalismo fiscale all’italiana∗
Fabio Fiorillo
Giulio Palomba
1
Introduzione
Come è noto con la riforma Visco (in particolare con l’introduzione dell’IRAP), con la legge 133/99 e con il decreto collegato 56/00 sul “cosidetto
federalismo fiscale , la fiscalità italiana a livello regionale ha perso i suoi connotati di fiscalità derivata: dal lato delle entrate le regioni sono ora titolari
di un tributo proprio (IRAP) e compartecipano alle grandi imposte nazionali
(IVA per il 25.7%, IRPEF con una addizionale del 1.4% e con 250£ di accise sulla benzina), dal lato delle spese le regioni sono titolari di una serie di
competenze. Occorre quindi elaborare una serie di strumenti che permettano
di valutare le scelte di politica economica che possono adottare i vari attori
pubblici soprattutto lo Stato e le Regioni.
In particolare occorre valutare come l’utilizzo di un’imposta propria da parte delle Regioni (l’IRAP) agisce sulle decisioni produttive, sui consumi, sul
bilancio di Stato e Regioni, sul commercio interregionale, sulla localizzazione
delle imprese o più semplicemente dei fattori produttivi. Infine bisogna vedere come la manovra sulla tassa regionale determina effetti nei mecca-nismi
perequativi.
Lo scopo di questo lavoro è duplice: da un lato si vuole suggerire una metodologia di implementazione di un modello computazionale per analizzare
la nuova situazione istituzionale, mettendo in luce i problemi tecnici da affrontare, dall’altro si vogliono dare le prime indicazioni sulla direzione degli
effetti delle manovre fiscali.
Questo articolo metterà in luce gli elementi utili per ana-lizzare gli effetti della concorrenza fiscale e dei meccanismi di perequazione (Bordignon, Emiliani,
Questo paper deve molto alle discussioni con i membri del centro interfacoltà CICSESE
e in particolare con Amedeo Fossati, Barbara Cavalletti e Marco Missaglia. Ringraziamo
altresı̀ Lorenzo Robotti, Riccardo “Jack” Lucchetti e Alberto Zazzaro per i loro suggerimenti
in corso d’ opera. La responsabilità di quanto scritto è ovviamente nostra.
∗
1
1999[1]; Giarda 2000[4]). In particolare il prossimo capitolo sarà dedicato ad
un esame del decreto legislativo, dei suoi presupposti e dei relativi risvolti
in termini di gettito delle regioni. I capitoli successivi invece entreranno nel
dettaglio del modello CGE utilizzato e suggeriranno alcune indicazioni quantitative.
In particolare nel terzo capitolo, si proporrà una SAM per descrivere l’economia “artificiale utilizzata nel modello. Tale economia presenta due regioni,
due fattori produttivi e tre prodotti di cui due (X ed Y ) entrano nei consumi
privati ed uno (G) in quelli pubblici. L’utilizzo di un’economia cosı̀ aggregata ha valore metodologico poiché si è cercato di dare una descrizione il più
possibile semplificata, ma che nello stesso tempo permettesse di evidenziare
in modo esplicito i flussi di trasferimenti tra i vari livelli di governo (Stato
centrale e Regioni) ed i flussi di beni e servizi tra le Regioni.
Per tale ragione, nella matrice di contabilità sociale cosı̀ definita viene esclusa
la considerazione dei flussi finanziari. Tale esclusione è comunque comune alla letteratura citata che utilizza la SAM come base di dati per la costruzione
di modelli computazionali di equilibrio economico generale.
Il quarto capitolo descrive più compiutamente il modello: si tratta di un
modello statico1 di equilibrio economico generale multiregionale; le ipotesi
di base sono quelle classiche del modello di Hecksher-Ohlin, ovvero perfetta
sostituibilità tra beni prodotti nelle regioni. All’interno dei modelli computazionali che si occupano di commercio internazionale, quello qui proposto
può essere definito come un modello multicountry (Piggot, Whalley 1985 [8],
Harrison, Rutherford, Wooton 1989[5]; Hertel 1997[6]), modificato in modo da analizzare esplicitamente la pubblica amministrazione definendo tanti
governi di livello locale quante sono le regioni considerate e un governo sovraregionale o statale2 . L’implementazione in MPSGE suggerita in appendice
permette l’utilizzo di tale modello per un numero elevato di regioni, dato lo
scopo metodologico si studierà solo il caso biregionale. Allo stesso modo è
possibile considerare m prodotti e k fattori produttivi; tuttavia, l’applicazione qui proposta studia un caso con due fattori produttivi primari, capitale e
lavoro, e tre prodotti, due che entrano nei consumi privati, il terzo che entra
1
Coerentemente con la costruzione della SAM, non ci si pone il problema dell’accumulazione di capitale; questo viene considerato come un fattore primario di cui è costante la
dotazione nell’intera economia, ma di cui si ammette una certa mobilità tra regioni. Si
può pensare al capitale come a degli strumenti o macchinari già presenti nell’economia al
momento in cui si inizia tale studio, il cui ammortamento è pressocchè nullo e che possano
essere trasportati da una regione all’altro con un certo costo.
2
Il modello proposto corrisponde alla realtà italiana, per una modellizzazione multiregionale che tenga conto della realtà statunitense si veda Morgan, Mutti e Partridge
1989[7].
2
nei consumi pubblici (si potrebbe pensare ad agricoltura, industria e servizi
non destinabili alla vendita). Tale modello, benché semplificato, consente
di dar conto degli effetti delle riforme che hanno coinvolto il sistema fiscale
italiano.
Nel quinto capitolo si suggeriranno alcuni esercizi di simulazione per verificare gli effetti del cambiamento dell’aliquota IRAP, quando l’IVA viene
distribuita in relazione alle quote storiche oppure secondo il meccanismo perequativo previsto dalla legge 133/99 e dal decreto collegato.
In appendice viene riportato il listato GAMS-MPSGE che descrive l’implementazione del modello, del modello.
2
Il decreto legislativo 56/00 e la compartecipazione all’IVA
Il decreto legislativo n 56/00 “Disposizioni in materia di federalismo fiscale, a norma dell’articolo 10 della legge 13 maggio 1999, n. 133 ha lo scopo
di definire il finanziamento delle regioni a statuto ordinario e i meccanismi
perequativi tra le regioni. Come già previsto dalla legge 133/99, l’IVA diventa un’imposta compartecipata, vengono introdotte una compartecipazione
all’IRPEF e alle accise sulla benzina ed inoltre viene istituito un fondo di perequazione. L’insieme di tali misure è volto da un lato a garantire maggiore
autonomia finanziaria alle regioni, dall’altro a mantenere intatta la coesione
regionale e ad evitare forti sperequazioni tra regioni ricche e regioni povere.
La presenza del fondo di perequazione ha quindi lo scopo di ridurre le differenze tra le regioni italiane a livello di gettito procapite. Prima di entrare
nei dettagli del modello è utile esaminare come sono stabilite le quote di
compartecipazione all’IVA e come funziona il meccanismo di perequazione3 .
L’articolo 2 del decreto 56 stabilisce, sulla base dei criteri previsti dall’articolo
7 della stessa legge:
1. La quota di compartecipazione regionale all’IVA che è attribuita alle
Regioni, utilizzando come indicatore di base imponibile la quota dei
consumi finali delle famiglie della regione sul totale nazionale;
2. La quota di concorso alla solidarietà interregionale;
3. La quota da assegnare a titolo di fondo perequativo nazionale;
3
La perequazione è perfetta se ciascuna Regione riceve lo stesso ammontare procapite
di risorse, indifferentemente dal fatto che la loro provenienza effettiva sia interna o esterna
ad essa.
3
4. Le somme da erogare a ciascuna Regione da parte del Ministero del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica.
L’articolo 7 istituisce nello stato di previsione del Ministero del Tesoro, del
Bilancio e della Programmazione Economica il “Fondo perequativo nazionale
al fine di consentire che una parte del gettito della compartecipazione all’IVA
venga destinata alla realizzazione degli obiettivi di solidarietà interregionale.
In questo modo le regioni ricche versano al fondo come quota di solidarietà
(punto 2) parte dell’IVA di cui sono titolari in base ai consumi regionali,
le regioni povere prelevano da detto fondo una quota (punto 3). Siccome il
fondo perequativo è alimentato solo dal gettito IVA, occorre determinare la
quota effettiva di ripartizione dell’IVA tra le regioni. Tale quota a regime4
sarà calcolata in funzione di parametri riferiti alla popolazione residente, alla
capacità fiscale, le cui distanze rispetto alla media dovranno essere ridotte del
90%, ai fabbisogni sanitari e alla dimensione geografica di ciascuna regione.
Per il 2001 è stabilita in base alla differenza tra l’ammontare dei trasferimenti soppressi e il gettito derivante dall’aumento dell’addizionale regionale
all’IRPEF e dell’accisa sulle benzine. Il peso di tale quota, basata sulla spesa
storica, si ridurrà gradualmente fino ad azzerarsi nel 2013, lasciando il posto
ai criteri di perequazione.
A regime, il calcolo delle quote di compartecipazione all’IVA di ciascuna
regione dipende perciò da quattro addendi:
1. Popolazione residente: rapporto tra la numerosità della popolazione
residente e quella totale.
2. Perequazione della capacità fiscale: rapporto tra la capacità fiscale della singola regione e l’ammontare totale delle compartecipazioni. La
capacità fiscale è data dal prodotto della numerosità della popolazione residente nella regione stessa per l’ammontare dei gettiti potenziali dei principali tributi propri e di quelli standardizzati delle
compartecipazioni ai tributi erariali.
3. Fabbisogno sanitario: rapporto tra il fabbisogno sanitario procapite regionale5 moltiplicato per la popolazione residente e l’ammontare totale
delle compartecipazioni.
4. Dimensione geografica: determinato dal rapporto tra la spesa procapi4
Con il termine “a regime si intende la piena operatività del meccanismo perequativo.
Ciò avverrà a partire dall’anno 2013.
5
Questo dipenderà dalla struttura anagrafica della regione.
4
te regionale6 moltiplicata per la popolazione residente e l’ammontare
totale delle compartecipazioni.
Nel modello non si considerano le correzioni per i fabbisogni sanitari e per
la dimensione geografica. La quota di ripartizione (ovvero la quota effettiva)
dell’IVA risulterà perciò dalla seguente formula:
i
φi =
n
+ ni β
Σi n i
Σj τj x̄j − xij
R
(1)
dove τj sono le aliquote standard7 del tributo proprio o della compartecipazione j che definiscono la capacità fiscale: IRAP, addizionale IRPEF, compartecipazione all’accisa sulla benzina e tassa automobilistica. La quantità
xij è la base imponibile procapite di tale imposta nell’i-esima regione e x̄j
rappresenta la base imponibile media nazionale.
Questa formulazione comporta due risultati in termini di gettito IVA assegnato effettivamente a ciascuna regione:
• L’IVA viene completamente perequata, infatti, ove le basi imponibili
procapite delle altre imposte fossero uguali, l’IVA viene effettivamente
assegnata in base alla quota di popolazione residente (primo addendo
dell’equazione 1) e non in base alla quota di consumi della regione sul
totale regionale.
• L’IVA viene ripartita in modo da perequare anche i gettiti provenienti
dalle altre tasse. Questo significa che se una regione riesce ad allargare
la sua base imponibile procapite oltre la media nazionale (xij > xj ),
una quota di tale differenza, pari al parametro di perequazione β viene
tolta dall’IVA assegnata alla regione.
Diventa quindi necessario indagare se le regioni, modificando l’aliquota di
una imposta propria in modo da attirare base imponibile, possono mantenere
o aumentare il gettito complessivo.
3
Costruzione della SAM
Un modello computazionale di equilibrio economico generale deve essere calcolato su un set coerente di dati8 . Poiché lo scopo di questo lavoro è quello
6
La spesa procapite regionale è calcolata come spesa per il funzionamento dell’apparato
regionale ed è inversamente proporzionale all’ammontare della popolazione residente nella
regione.
7
Per l’IRAP ad esempio tale aliquota è pari al 4.25%.
8
Fossati, 1991.
5
di dare delle indicazioni per la costruzione di un modello multiregionale che
permetta l’analisi degli effetti della concorrenza fiscale tra regioni, è stata
disaggregata una SAM nazionale su più regioni. Ciascuna colonna relativa
ai vari settori istituzionali (famiglie, imprese e livelli di governo) deve essere considerata tante volte quante sono le regioni presenti nel modello. Allo
stesso modo i mercati dei vari beni devono essere definiti per ogni regione,
cosı̀ come devono essere definiti i flussi interregionali. La SAM qui proposta segue la stessa logica suggerita da Fossati9 (’91[3]). Per semplicità la
disaggregazione avviene solo tra due regioni (Nord e Sud).
Per quanto riguarda il conto che si riferisce alla pubblica amministrazione
si suggerisce di considerare insieme ai livelli di governo locale anche quello di
governo centrale. Questa formulazione descrive i flussi tra i differenti livelli di
governo e di assegnare in maniera corretta la titolarità delle varie poste fiscali
e delle varie spese. Si noti infatti che, concordemente a quanto stabiliscono
le leggi che assegnano nuove competenze alle regioni, non solo le poste fiscali,
ma anche la spesa pubblica, devono essere ripartite tra i vari livelli di governo.
La matrice di contabilità sociale utilizzata nel modello assume la seguente
forma:
9
Le entrate monetarie hanno segno positivo, le uscite hanno segno negativo; come è
noto i totali riga e i totali colonna sono tutti pari a zero.
6
7
X.N
X.S
Y.N
Y.S
G.N
G.S
G.A
Y D.N
Y D.S
L.N
L.S
K.N
K.S
IRP EF
IV A
IRAP.N
IRAP.S
X.N
186
X.S
Y.N
62
62
−120
−10
−40
−30
−40
−10
−30
−6
−10
−2
−10
−6
Tabella 1: SAM biregionale del modello
G.N G.S mX.S mY.N mG.A YD.N YD.S EC.N
−66
−50
−70
−42
50
−70
−42
50
−70
186
−66
−50
−70
108
−90
108
−90
180
200
−200
200
130
−30
70
−120
−60
−60
−30
Y.S
−2
EC.S
GOV.N GOV.S GOV.A
−18
−18
−180
−200
70
130
10
8
10
8
120
60
dove
• X, Y, G sono i settori produttivi che producono 2 beni che entrano nel
consumo privato X, Y e un bene che entra tra i consumi pubblici G, tale
bene nella contabilità nazionale corrisponde alla produzione dei servizi
non destinati alla vendita. Si ricorre quindi all’ipotesi semplificatrice
che a tale bene G si rivolga esclusivamente l’intera domanda pubblica
(sia dello Stato centrale che delle Regioni). Nella trattazione si indicherà indifferentemente tale bene come bene pubblico o come consumo
pubblico intendendo che è l’unico bene che entra nella domanda della
pubblica amministrazione, indipendentemente dall’offerta, pubblica o
privata che sia10 .
• m è un prefisso impiegato per indicare le importazioni. Ad esempio
con mX.S si intende l’importazione del bene X nel paese S.
• Le regioni sono indicate come N, S, A, dove N e S sono rispettivamente
le due regioni considerate A è l’aggregato delle regioni e viene utilizzata
per indicare il livello statale.
• Y D è un indice di ricchezza (reddito disponibile dei consumatori).
• EC indica i consumatori privati presenti in ciascuna regione.
• GOV indica i governi regionali e quello centrale.
• I fattori produttivi sono lavoro (L) e capitale (K) che sono impiegati
all’interno del processo produttivo dei beni X ed Y .
• Il bene G utilizzato come unico consumo pubblico è prodotto utilizzando solo X e Y come beni intermedi e non utilizzando input
primari
• IRP EF , IV A ed IRAP rappresentano le tre forme di tassazione considerate nel modello11 .
Come in tutti i modelli Hecksher-Ohlin, la regione che ha la dotazione relativa
di lavoro più elevata (N ) si specializza nella produzione del bene labourintensive X, l’altra regione si specializza nel bene capital-intensive.
Leggendo la SAM per colonne e per righe è possibile comprendere la
struttura del modello.
10
In ogni caso, gran parte dell’offerta dei servizi non destinati alla vendita può intendersi
come offerta pubblica
11
Per semplicità non vengono considerate altre tasse.
8
3.1
I settori istituzionali
In prima approssimazione le colonne della SAM possono essere divise in 3
gruppi: quello composto dalle prime 6 colonne riguarda i settori produttivi(X,
Y e G); il secondo gruppo (colonne 7, 8, 9) il commercio interregionale;
le rimanenti colonne riguardano i consumatori. I seguenti sottoparagrafi
esaminano la SAM disaggregando ulteriormente le sue colonne.
3.1.1
La produzione
Nelle prime sei colonne della SAM sono rappresentati i conti della produzione
(condizione di profitto nullo) dei beni X, Y e G nelle due regioni N ed S:
i ricavi di vendita eguagliano perciò i costi, comprensivi delle tasse (IVA ed
IRAP), sostenuti all’interno del processo produttivo. Si noti che per ragioni
di maggior semplicità si suppone che gli input primari siano utilizzati solo
nella produzione dei beni “privati, mentre il bene pubblico è prodotto dalle
due regioni utilizzando i beni X ed Y come beni intermedi, inoltre sulla
produzione del bene pubblico non gravano tasse.
3.1.2
Il commercio interregionale
Tutte le colonne che presentano il prefisso m riguardano il commercio tra le
regioni: con il segno positivo vengono indicate le importazioni e col segno
negativo le esportazioni. Ciascuna regione vende all’altra il bene in cui è
specializzata.
È interessante notare come viene trattato il bene pubblico: come detto in
precedenza questo viene prodotto nelle due regioni, ma viene importato anche
dalla “regione aggregata, per essere poi consumato dal governo centrale. Tale
modo di trattare la “regione aggregata come una regione che non produce
beni ma che partecipa al commercio internazionale è legato al modo con cui
è stato implementato il programma in MPSGE12 .
3.1.3
Il vincolo di bilancio dei consumatori
I consumatori privati vengono considerati sotto due aspetti: da un lato essi
sono possessori delle dotazioni iniziali e di conseguenza le colonne EC descrivono il conto della distribuzione primaria del reddito. Dall’altro nelle colonne
Y D vengono esaminate le decisioni di spesa e di risparmio del loro reddito
disponibile, una volta pagate le tasse (IRPEF). Per semplicità si suppone
12
Infatti non vi sarebbe perdita di informazioni se le colonne mG.A e GOV.A fossero
consolidate, tuttavia ciò comporta alcuni problemi di implementazione in MPSGE.
9
che ciascun consumatore spenda tutto il suo reddito disponibile interamente
nell’acquisto dei beni X ed Y 13 .
Le entrate per i governi regionali provengono dal gettiao dell’imposta propria (IRAP) e dalla compartecipazione al gettito IVA. Per quanto riguarda il
governo centrale, le sug entrate derivano dai gettiti IVA ed IRPEF. Non vengono considerate altre imposte. Le uscite di bilancio dei tre enti considerati
corrispondo ad ycquisti del bene pubblico G.
3.2
I mercati
Leggendo la SAM per righe si ottengono le condizioni di equilibrio rispettivamente del mercato dei bsni (prime 7 righe), del mercato dei fattori (righe
10-01-12-13), dei “mercati fiscali relativi alle tasse, ai trasferimenti e alle
compartecipazioni.
3.2.1
Il mercato dei beni
Nelle prime quattro righe della SAM vengono riportati gli equilibri domandaofferta sul mercato dei beni X ed Y relativamente a ciascuna regione: la somma delle quantità di beni prodotte e importate (segni positivi) viene venduta
al settore che produce il bene G, viene ehportata oppure viene consumata dai
consumatori finali (Y D). Il bene G non entra nei consumi privati, ma viene
consumato in parte dai governi locali e soprattutto dal governo centrale che
lo “importa dalle due regioni che lo producono.
Il commercio interregionale merita un analisi più approfondita: la regione
con maggiore dotazione relativa di lavoro si specializza ed esporta il bene
labour-intensive ed importa quello capital-intensive14 .
Ciascuna regione produce un bene pubblico in quantità 108 che viene consumato solo in parte dai governi locali. La maggior parte della produzione è
infatti destinata al gojerno cehtrale che a sua volta produce un bene pubblico
utilizzando come input le esportazioni delle regioni.
3.2.2
Il mercato dei fattori produttivi
L’equilibrio sul mercato dei fattori lavoro (L) e capitale (K) è dato dalle
righe 80, 11, 12, 13 della SAM: ai fattori domandati all’interno del processo
13
Anche in questo caso i due conti potevano essere consolidati, ciò non è fatto per ragioni
legate all’implementazione in GAMS-MPSGE.
14
Per l’altra regione, specializzata nella produzione capital-intensive, vale il kiscorso
opposto.
10
produttivo corrispondono le dotazioni dei fattori stessi che dal punto di vista
dei consumatori, costituiscono l’unica fonte di reddito.
3.2.3
L’imposizione fiscale
Le ultime quattro righe della SAM si occupano della parte fiscale del modello,
infatti sono riportate le imposte sul reddito (IRPEF), l’imposta sul valore
aggiunto (IVA) e le imposte regionali (IRAP).
Per quanto riguarda l’IRPEF si ha un’imposizione che grava sul reddito dei
consumatori a fronte di un gettito che è destinato interamente alle casse del
governo centrale. L’aliquota IRPEF è calcolata come imposta sul reddito
lordo, cioè:
IRP EF
(2)
tf =
PL · L + PK · K
dove PL e PK rappresentano i prezzi rispettivamente del lavoro e del capitale.
L’IVA invece è pagata sul valore aggiunto, l’aliquota sul prezzo netto è pari
al 20%. Come evidenziato da Cavalletti[2]15 , l’IVA dovrebbe essere trattata
come un’imposta ad valorem sui consumi finali; questo richiede il calcolo
dell’aliquota teoricamente gravante sui singoli prodotti e l’imputazione ai
settori produttivi. Nel modello tale aliquota è stata calcolata ad hoc come
rapporto tra l’ammontare dell’IVA pagata da ciascun settore e la produzione
finale al netto dei beni intermedi. La formula adottata all’interno del modello
è quindi la seguente:
IV As,r
(3)
tIV A,s,r =
Qs,r
dove Qs,r rappresenta l’ammontare totale della produzione relativamente al
settore s e alla regione r. Tale aliquota viene applicata al prezzo lordo della
produzione.
Come già specificato, a seguito della legge 133/99, l’IVA è diventata una imposta compartecipata. Secondo tale legge ed il successivo Decreto Le-gislativo
56/00, a partire dall’anno 2001 la quota assegnata a ciascuna regione dipende
nominalmente dalla media dei consumi finali rilevata dall’ISTAT16 , per un
totale pari al 25.7% del gettito IVA complessivo ottenuto nel penultimo anno
precedente a quello in considerazione. La quota effettivamente spettante a
ciascuna regione è determinata direttamente attraverso l’applicazione di una
formula nella quale i parametri sono definiti dalla stessa legge.
All’interno del modello la formula proposta dal Decreto Legislativo 56/00 è
15
Si veda Fossati, 1991.
Tale media, calcolata negli ultimi tre anni disponibili, costituisce la base imponibile
per il calcolo delle quote di compartecipazione.
16
11
stata semplificata17 soprattutto in prospettiva del lavoro di simulazione: in
particolare sono stati considerati solamente i primi due addendi, trascurando
cosı̀ quelli relativi al fabbisogno sanitario e alla dimensione geografica. Inoltre, per semplicità numerica, una quota pari al 75% dell’IVA viene destinata
al governo centrale, mentre il rimanente 25% viene destinato ai governi locali.
In ultimo resta da analizzare l’IRAP: tale tassa viene imposta dalla singola
regione che ne incassa il gettito. Soggetti all’IRAP sono i fattori produttivi e
l’aliquota sul prezzo netto è stata posta pari al 4% per semplicità di calcolo18 .
4
Il modello
Il modello si presenta come un sistema di equazioni relative alle funzioni di
produzione, alle funzioni di utilità, ai vincoli di bilancio ed utilizza alcune
variabili ausiliarie per descrivere il meccanismo di perequazione e la mobilità
del capitale. La presentazione delle diverse funzioni fornita in questo capitolo
segue l’impostazione del programma di simulazione19 che divide il sistema in
diversi blocchi. I blocchi presenti nel modello sono quello della produzione,
quello del commercio interregionale, la domanda dei consumatori privati,
la domanda effettuata dai governi locali e dal governo centrale ed infine la
definizione delle variabili ausiliarie.
4.1
Il blocco della produzione
I beni X, Y e G sono prodotti secondo una funzione di produzione di tipo CES
nested a 2 stadi nella quale sono presenti come inputs sia i beni intermedi sia
i fattori primari lavoro e capitale. In particolare l’elasticità di sostituzione
(σ) risulta pari a zero tra fattori primari e beni intermedi (primo stadio),
pari ad uno tra i fattori primari L e K e nulla tra i beni intermedi (secondo
stadio). In pratica si è scelto di utilizzare funzione di produzione di tipo
Leontief con all’interno una Cobb-Douglas per i fattori primari.
Per quanto riguarda l’aliquota IVA, essa è applicata al prezzo lordo dell’output ed è destinata per il 75% alle casse del governo centrale e per il
restante 25% alle casse dei governi locali20 . L’IRAP invece ha un’aliquota
fissa ed è applicata sul prezzo netto dei fattori produttivi.
17
Si veda in proposito l’equazione 1.
Come anticipato nella nota 4, tale aliquota è pari al 4.25%.
19
Si veda in proposito il prossimo capitolo.
20
L’ulteriore ripartizione delle quote di compartecipazione dell’IVA tra le regioni è
trattata nel paragrafo 4.6 relativo alle variabili ausiliarie del modello.
18
12
4.2
Il blocco del commercio
Per ragioni legate all’implementazione del modello., e comunque coerenti
con l’impostazione Hecksher-Ohlin dello stesso, il commercio interregionale
è trattato all’interno del modello alla stregua di un settore produttivo vero e proprio: in sostanza si ha come output il bene importazione prodotto
attraverso l’utilizzo del bene esportazione come input.
Per le ipotesi del modello Hecksher-Ohlin le equazioni rilevanti relative
al commercio dei beni privati sono due poiché il commercio può essere solo
inter-industry cioè la regione N esporta il bene X ed importa il bene Y ,
mentre la per la regione S avviene il contrario. Per quanto riguarda il bene
pubblico si suppone che il governo centrale si comporti come una regione
importatrice. Nel modello esso importa dalle regioni il bene G in quote fisse
di spesa.
4.3
La funzione di utilità dei consumatori
La funzione di utilità dei consumatori si identifica all’interno del modello
come un settore produttivo che produce il bene ricchezza utilizzando come
inputs i consumi privati ricavabili direttamente dalla SAM. Tale blocco è composto di due funzioni relative a ciascuna regione e l’elasticità di sostituzione
tra i due tipi di consumi privati è unitaria.
I consumi pubblici G, possono generare esternalità21 sull’utilità dei consumatori privati. Si può pensare che il governo centrale utilizzi il bene G per
produrre servizi che vengono ceduti ai consumatori privati a prezzo zero.
All’interno del modello, per calcolare gli effetti sul welfare dei consumatori,
è utilizzata la seguente espressione:
Y Dr
P OPr d
Gdr +
G
Ur =
P Wr
P OP T A
α
(4)
dove P Wr è l’indice generale dei prezzi nella regione r, P OPr e P OP T rappresentano la popolazione della regione considerata e la popolazione totale,
mentre Gdr e GdA sono le quantità domandate di bene G rispettivamente dal
governo locale e da quello centrale.
Poiché l’effetto il “bene pubblico entra nella determinazione dell’utilità come
un effetto esogeno, non viene determinata la sua quantità ottima. L’equazione 4 è perciò utilizzata per la chiusura del modello.
È importante notare che, se il parametro α è nullo22 , i servizi forniti dal
21
Nell’ottica del modello il consumo del bene G da parte del governo centrale è
un’esternalità positiva che entra nella funzione del welfare dei consumatori.
22
Nel modello è stato posto α = 0.5.
13
settore pubblico non hanno alcun rilievo all’interno della funzione di utilità
dei consumatori.
4.4
Formazione del reddito
Nel sistema è ipotizzato un solo consumatore rappresentativo per ciascuna regione23 . Ciascun consumatore domanda il bene composito ricchezza
avendo come dotazioni i fattori primari lavoro e capitale. Si noti che la dotazione di capitale per ciascuna regione dipende dalle ipotesi sulla mobilità24 .
In quest’ambito si inserisce la tassazione IRPEF che grava sul reddito dei
consumatori il cui gettito è destinato interamente al governo centrale. L’aliquota IRPEF ha come prezzo di riferimento il prezzo del bene ricchezza al
netto dell’imposta. Per ragioni legate all’utilizzo del programma di simulazione la trattazione di tale imposta avviene all’interno del blocco relativo alla
“produzione di utilità dei consumatori descritta nel precedente paragrafo.
4.5
Domanda pubblica
Anche i governi locali e quello centrale domandano ricchezza che entra nelle
loro casse attraverso la raccolta dei gettiti provenienti dalle diverse imposte
presenti all’interno del modello. In tutto si hanno quindi tre equazioni. A
differenza dei consumatori privati i governi non hanno dotazioni di fattori
produttivi.
4.6
Le variabili ausiliarie
Una volta passate in rassegna le equazioni del modello occorre puntare l’attenzione sulle variabili ausiliarie introdotte per rispettare le norme dettate
dalla legge 133/99 in materia di compartecipazioni dell’IVA e per rendere
conto della mobilità del capitale.
4.6.1
Determinazione delle quote IVA
Come anticipato nel precedente capitolo, all’interno del modello si è scelto di
determinare la quota di compartecipazione dell’IVA escludendo dal calcolo
i due addendi relativi al fabbisogno sanitario e alla dimensione geografica.
Da ciò ne consegue che la singola quota (φr ) spettante a ciascuna regione
23
È comunque possibile disaggregare i consumatori in più categorie all’interno del
modello in qualsiasi momento.
24
Si rimanda al paragrafo 4.6 la trattazione della mobilità dei fattori.
14
nell’anno di riferimento è determinata dalla seguente equazione25 :
φr =
P OPr · t(BI − BIr )
P OPr
+β
(1 − Ω)
P OP T
COM P
(5)
dove t, BI e BIr sono rispettivamente l’aliquota standard, la base imponibile
potenziale procapite e la base imponibile potenziale media IRAP. Il coefficiente β che moltiplica l’addendo relativo alla perequazione della capacità
fiscale è il “coefficiente di solidarietà posto per legge pari a 0.9.
Per semplicità il primo addendo rappresenta anche la quota dell’IVA assegnata in base alla spesa storica. Secondo il Decreto Legislativo 56/00 il
meccanismo di perequazione dell’IVA entrerà pienamente a regime nell’anno
2013, mentre per l’anno 2001 l’assegnazione delle compartecipazioni regionali avviene in base alla spesa storica. Per cogliere questo meccanismo nel
modello è stato utilizzzato il parametro Ω: quando esso ha valore unitario
l’IVA è assegnata a ciascuna regione in base alla spesa storica, quando invece
tale parametro diminuisce, il peso del meccanismo della perequazione aumenta. L’IVA è assegnata attraverso il meccaniso della perequazione quando
Ω = 0. L’utilizzo della formula relativa alla ripartizione delle quote di compartecipazione, rende necessaria la costruzione di ulteriori variabili ausiliarie
nel modello in modo da poter definire anche le quantità BI e BIr . Il primo
vincolo corrisponde alla seguente equazione:
BI =
BIN · P OPN + BIS · P OPS
P OP T
(6)
Il secondo vincolo è costituito dalla base imponibile IRAP.
4.6.2
Mobilità del capitale
La formulazione analitica utilizzata per tener conto della mobilità del capitale
è la seguente:
X
kρ = kρ∗ +
µρ,r (PK,ρ − PK,r )
(7)
r
dove kρ è dato dal rapporto tra la dotazione di capitale della regione ρ (Kρ )
e l’ammontare totale del capitale presente nell’economia nazionale, kρ∗ è il
valore, ricavabile dalla SAM, assunto da tale rapporto quando la mobilità è
nulla. PK,ρ − PK,r è la differenza tra il prezzo d’uso del capitale della regione
r e lo stesso nella regione ρ, con r, ρ = S, N . Il parametro di mobilità µρ,r
è legato all’inverso dei costi di mobilità26 dalla regione r alla regione ρ che
dipendono da costi di transazione, specificità del capitale, vincoli di legge.
25
26
Tale espressione è identica all’equazione 1 a meno dal termine (1 − Ω).
Per tale parametro vale µρ,r = µr,ρ .
15
5
Le simulazioni
Nelle simulazioni sono stati effettuati due esercizi a seconda che le regioni
abbiano o meno la stessa dimensione.
Le simulazioni sono presentate in termini di variazioni percentuali rispetto al benchmark costituito dall’economia descritta dalla SAM. Come è d’uso
in tutti i modelli computazionali si assume che i dati del banchmark corrispondano alle quantità, di conseguenza i prezzi nel benchmark sono tutti
pari ad 1.
La risoluzione dell’equilibrio economico generale in ogni esercizio di simulazione è lasciata agli algoritmi numerici del programma che calcolano i vettori
dei prezzi e delle quantità di equilibrio per ogni simulazione. Tali vettori
sono poi confrontati con valori di benchmark.
Dato che si sta calcolando un equilibrio economico generale alla Walras si
impongono le condizioni di market clearing (nel benchmark rispettate dal
fatto che la somma per righe della SAM è nulla) di profitti nulli e i vincoli di
bilancio (somme per colonne nulle). Inoltre si tiene conto del comportamento
degli agenti (funzioni di produzione e di domanda) secondo quanto descritto
nel paragrafo precedente.
5.1
Regioni con la stessa dimensione
Dopo aver replicato il benchmark è stata ridotta l’aliquota al Nord27 di un
punto percentuale e sono stati simulati i seguenti 3 scenari introducendo via
via le seguenti modifiche al modello di partenza:
- introduzione delle quote di compartecipazione dell’IVA secondo quanto
stabilito dal decreto legislativo 56/00
- introduzione della mobilità del capitale.
- riduzione del coefficiente di perequazione (β) dal valore 0.9 al valore
0.5
I più importanti risultati delle simulazioni28 in termini percentuali sono contenuti all’interno della tabella 2:
27
Si ipotizza che tale regione è quella con la minor dotazione relativa di capitale.
In realtà è stato simulato anche lo scenario con assegnazione IVA in base alla quota
storica e nessuna mobilità del capitale, tale scenario tuttavia non differisce di molto dal
primo qui analizzato, quindi viene omesso per semplicità. I risultati completi dei vari
scenari sono riportati in appendice
28
16
β
0.9
no
mob.
K
17
0.9
con
mob.
K
0.5
con
mob.
K
Tabella 2: Risultati delle simulazioni quando le due regioni hanno la stessa dimensione
Var.
Var. base
Var.
Quota
Var.
capitale
imponibile
gettito IRAP
IVA
gettito tot.
∂KN
=0
KN
∂BIN
= 0.010
BIN
∂KS
=0
KS
∂BIS
=0
BIS
∂KN
= 0.278
KN
∂BIN
= 0.108
BIN
∂KS
= −0.149
KS
∂BIS
= −0.097
BIS
∂KN
= 0.278
KN
∂BIN
= 0.108
BIN
∂KS
= −0.149
KS
∂BIS
= −0.097
BIS
N = −0.243
S=0
N = −0.169
S = −0.097
N = −0.169
S = −0.097
φN = 0.4985
(−0.3%)
φS = 0.5015
(+0.3%)
N = −0.110
φN = 0.463
(−7.4%)
φS = 0.537
(+7.4%)
N = −0.116
φN = 0.480
(−4.1%)
φS = 0.520
(+4.1%)
N = −0.098
S = 0.002
S = −0.002
S = −0.020
Var.
welfare
Var.
consumi
∂WN
= 0.002
WN
∂CN
= 0.010
CN
∂WS
= 0.002
WS
∂CS
=0
CS
∂WN
= 0.099
WN
∂CN
= 0.108
CN
∂WS
= −0.096
WS
∂CS
= −0.097
CS
∂WN
= 0.100
WS
∂CN
= 0.108
CN
∂WS
= −0.097
WS
∂CS
= −0.097
CS
In tutte le simulazioni la riduzione dell’imposta regionale sulle attività
produttive al Nord ha i seguenti effetti:
1. Aumentano i salari ed i rendimenti del capitale per i possessori dei
fattori al Nord, di conseguenza aumentano i redditi al Nord e la base
imponibile IRAP.
2. Aumentano il welfare ed i consumi al nord. Di conseguenza aumenta
il gettito IRPEF proveniente dal Nord e quindi l’IRPEF complessiva.
Ciò aumenta il consumo di G da parte del governo centrale.
3. Si riducono il gettito IRAP, ed il gettito complessivo, al Nord. Di
conseguenza nella stessa regione si riduce anche il consumo del bene
pubblico.
4. La produzione del bene pubblico in N si riduce poichè l’aumento delle
vendite al governo centrale è più che compensato dal minor consumo
interno. In S invece la produzione di bene pubblico aumenta.
Quando la riduzione dell’IRAP in una regione avviene in un contesto in
cui il capitale è mobile, ai meccanismi appena descritti si aggiungono gli
effetti della perequazione dell’IVA29 . Introducendo la mobilità del capitale, la
maggior remunerazione che esso ottiene in N , comporta l’aumento della quota
di capitale (KN ) in tale regione, quindi un aumento della base imponibile
IRAP procapite e un maggiore gettito IRAP. Poiché la base imponibile IRAP
aumenta, il meccanismo perequativo fa sı̀ che la quota IVA assegnata al Nord
si riduca a vantaggio della quota IVA destinata al Sud. Di conseguenza
il gettito complessivo che va al Nord risulta minore. La presenza di alti
coefficienti di solidarietà (β) infatti elimina i vantaggi che ciascuna regione
ha nell’allargare la base imponibile IRAP.
Nello stesso tempo il gettito IRAP al Sud si riduce a seguito della “fuga
della base imponibile. Anche in questo caso, tuttavia, la riduzione della della
base imponibile viene bilanciata dall’aumento dell’IVA destinata alla regione
S. Solo quando il coefficiente di perequazione è fortemente ridotto, l’effetto
dell’aumento della base imponibile IRAP al Nord non viene cancellato dalla riduzione della compartecipazione all’IVA. Rispetto agli scenari delineati
precedentemente, in questo caso la riduzione del gettito è meno pronunciata.
Nella tabella 3 si evidenziano i contributi delle variazioni dei gettiti IRAP
29
In caso di fattori produttivi immobili, i meccanismi di perequazione agiscono nella
stessa direzione ma con impatto molto ridotto.
18
ed IVA sul gettito totale30 . In assenza di mobilità del capitale quasi tutTabella 3: Contributi delle variazioni gettito imposte sul
Contributo Var.
Contributo Var.
β
gettito IRAP
gettito IVA
0.9
N = −0.108
N = −0.002
no mobilità
S=0
S = 0.002
0.9
N = −0.075
N = −0.041
con mobilità
S = −0.043
S = 0.041
0.5
N = −0.075
N = −0.023
con mobilità
S = −0.043
S = 0.023
gettito totale
Var. gettito
totale
N = −0.110
S = 0.002
N = −0.116
S = −0.002
N = −0.098
S = −0.020
ta la perdita di gettito al Nord deriva dalla decisione di ridurre l’aliquota
IRAP, mentre il Sud vede incrementare la quota IVA, quindi il suo gettito
totale. Introducendo la mobilità, il meccanismo di perequazione diventa più
influente ed il gettito totale diminuisce in entrambe le regioni. L’effetto della
redistribuzione dell’IVA è maggiore quando β = 0.9 rispetto al caso in cui
tale coefficiente di solidarietà viene ridotto. È importante notare che in ogni
scenario il contributo della variazione del gettito IVA nelle due regioni ha
stessa entità e segno opposto.
5.2
Regioni con differente dimensione
Il secondo esercizio cerca di verificare cosa accade quando le due regioni si
differenziano per dimensione31 e per le dotazioni relative dei fattori. Data
questa premessa si può considerare tale scenario alla stregua di un modello
che considera al suo interno una singola regione (R) ed il resto d’Italia (I).
In quest’ambito saranno esaminati sia il caso i cui la regione R aumenta la
propria aliquota IRAP, sia il caso in cui la diminuisce.
5.2.1
Aumento aliquota
L’obiettivo della regione piccola è quello di aumentare il gettito facendo leva
sull’aliquota IRAP. Tale obiettivo risponde alle nuove esigenze di gettito delle
30
La variazione percentuale del gettito totale (GT ) è data dalla seguente somma di
contributi:
∂GT
IRAP ∂IRAP
IV A ∂IV A
=
·
+
·
GT
GT
IRAP
GT
IV A
dove IRAP ed IV A sono i gettiti delle imposte considerate.
31
Nel caso specifico si assume che la dimensione della regione R è pari ad 1/3 della
regione I.
19
regioni italiane.
Da una parte, a fronte di un aumento di IRAP, una quota della base imponibile esce dalla regione che alza l’imposta, dall’altra la perequazione compensa
la perdita di gettito; diventa perciò interessante capire gli effetti e sapere se
questi dipendono in qualche modo dalla dotazione dei fattori.
La tabella 4 riassume i risultati nel caso in cui la regione R (piccola) aumenta l’aliquota di un punto percentuale32 sia nel caso in cui essa è ad bassa
intensità di capitale, sia nel caso in cui abbia un’alta densità di capitale.
32
Dato che nel modello l’aliquota IRAP è pari al 4%, in termini relativi tale aumento
ammonta al 25% dell’aliquota totale.
20
Tabella 4: Risultati delle simulazioni quando la regione piccola aumenta l’aliquota IRAP
Regione
Var.
Var. base
Var.
Quota
Var.
piccola (R)
capitale
imponibile
gettito IRAP
IVA
gettito tot.
Bassa
intensità
di capitale
21
Alta
intensità
di capitale
∂KR
= −0.536
KR
∂BIR
= −0.195
BIR
∂KI
= 0.114
KI
∂BII
= 0.062
BII
∂KR
= −0.293
KR
∂BIR
= −0.198
BIR
∂KI
= 0.114
KI
∂BII
= 0.064
BII
R = 0.006
I = 0.062
R = 0.002
I = 0.064
φR = 0.285
(+14%)
φI = 0.715
(−4.6%)
R = 0.080
φR = 0.285
(+14%)
φI = 0.715
(−4.6%)
R = 0.080
I = 0.002
I = 0.002
Var.
welfare
Var.
consumi
∂WR
= −0.190
WR
∂CR
= −0.195
CR
∂WI
= 0.062
WI
∂CI
= 0.062
CI
∂WR
= −0.193
WR
∂CR
= −0.198
CR
∂WI
= 0.063
WI
∂CI
= 0.063
CI
Dalla tabella si traggono le seguenti conclusioni:
- La regione che alza l’aliquota perde capitale a vantaggio dell’altra regione. Ciò determina una diminuzione della base imponibile della regione
ed un aumento di quella del resto d’Italia.
- L’uscita in termini assoluti è circa la stessa ed ammonta a:
∆K = µ(PK,R − PK,I )
dove µ rappresenta il coefficiente di mobilità del capitale.
In termini percentuali invece tale deflusso è più pronunciato dove la
dotazione di relativa di capitale è più bassa.
- Il gettito IRAP aumenta in entrambe le regioni. Nel caso della regione
che effettua la manovra il gettito aumenta perché l’aliquota IRAP è
cresciuta. Nel resto d’Italia, dove l’aliquota resta invariata, il gettito è
maggiore perché è cresciuta la base imponibile.
- La perdita di base imponibile nella regione R determina un aumento
della quota di trasferimento dell’IVA (φR ) ad essa spettante. Nel resto
d’Italia, dove si registra un afflusso di capitale, accade il contrario.
- Il gettito totale nella regione che attua la manovra aumenta: tale aumento è maggiore nel primo caso dove R è relativamente poco dotata
di capitale.
- Il gettito totale aumenta anche nel resto d’Italia: la causa di questa
variazione è l’aumento della base imponibile per la regione che non
modifica l’aliquota ed il conseguente incremento del gettito IRAP. A
questo effetto va sottratto quello (di segno opposto) provocato dalla
perequazione dell’IVA, ma il risultato resta comunque positivo.
- Nella regione che varia l’aliquota il welfare ed i consumi diminuiscono,
poichè l’aliquota IRAP è cresciuta di un punto percentuale.
Nel resto d’Italia invece welfare e consumi aumentano.
- Nei due casi la tabella relativa alle variazioni dei gettiti IRAP ed IVA
sulla variazione di quello totale è la seguente:
I due casi sono pressoché identici quindi si può concludere che la dotazione relativa di capitale non influisce quando la regione R (piccola) decide di
aumentare l’aliquota IRAP. Il contributo della variazione del gettito IVA diviene rilevante quando all’interno del modello si introduce la mobilità del
22
Tabella 5: Contributo delle variazioni gettito imposte sul
Aumento aliquota IRAP nel paese
a bassa intensità di capitale
Contributo Var.
Contributo Var.
β
gettito IRAP
gettito IVA
0.9
R = 0.106
R = 0.003
no mobilità
I=0
I=0
0.9
R = 0.003
R = 0.077
con mobilità
I = 0.028
I = −0.026
0.5
R = 0.003
R = 0.043
con mobilità
I = 0.028
I = −0.014
Aumento aliquota IRAP nel paese
ad alta intensità di capitale
Contributo Var.
Contributo Var.
β
gettito IRAP
gettito IVA
0.9
R = 0.106
R = 0.003
no mobilità
I=0
I=0
0.9
R = 0.001
R = 0.079
con mobilità
I = 0.028
I = −0.026
0.5
R = 0.001
R = 0.044
con mobilità
I = 0.028
I = −0.014
23
gettito totale
Var. gettito
totale
R = 0.109
I=0
R = 0.080
I = 0.002
R = 0.046
I = 0.014
Var. gettito
totale
R = 0.109
I=0
R = 0.080
I = 0.002
R = 0.045
I = 0.014
capitale. In assenza di tale mobilità nel resto d’Italia non si registrano variazioni del gettito totale, mentre la variazione che si ha nella regione che
R è dovuta esclusivamente al contributo del mutamento del gettito IRAP.
Con la mobilità del capitale le cose non cambiano poichè l’aumento del gettito IRAP viene bilanciato dalla perdita del gettito IVA. Solo abbassando il
coefficiente β l’effetto della perequazione dell’IVA si riduce: nella regione che
aumenta l’aliquota la perdita di base imponibile viene controbilanciata da
un trasferimento IVA minore rispetto al caso in cui β = 0.9.
5.2.2
Diminuzione aliquota
In questo paragrafo vengono riproposte le stesse ipotesi di quello precedente
con la sola differenza che la regione R (piccola) abbassa di un punto percentuale la propria aliquota IRAP.
Le conclusioni che possono essere tratte sono speculari a quelle dell’esercizio
precedente, infatti:
24
Tabella 6: Risultati delle simulazioni quando la regione piccola diminuisce l’aliquota IRAP
Regione
Var.
Var. base
Var.
Quota
Var.
piccola (R)
capitale
imponibile
gettito IRAP
IVA
gettito tot.
Bassa
intensità
di capitale
25
Alta
intensità
di capitale
∂KR
= 0.547
KR
∂BIR
= 0.203
BIR
∂KI
= −0.116
KI
∂BII
= −0.064
BII
∂KR
= 0.299
KR
∂BIR
= 0.205
BIR
∂KI
= −0.144
KI
∂BII
= −0.065
BII
R = −0.098
I = −0.064
R = −0.096
I = −0.065
φR = 0.214
(−14.5%)
φI = 0.786
(+4.8%)
R = −0.123
φR = 0.214
(−14.5%)
φI = 0.786
(+4.8%)
R = −0.124
I = −0.002
I = −0.002
Var.
welfare
Var.
consumi
∂WR
= 0.192
WR
∂CR
= 0.203
CR
∂WI
= −0.063
WI
∂CI
= −0.064
CI
∂WR
= 0.194
WR
∂CR
= 0.206
CR
∂WI
= −0.064
WI
∂CI
= −0.065
CI
- La regione che diminuisce l’aliquota attira capitale, quindi aumenta la
propria base imponibile a scapito dell’altra regione.
- Il gettito IRAP diminuisce in entrambe le regioni: nella regione R ciò
è dovuta al fatto che diminuisce l’aliquota, mentre nella regione I, a
parità di aliquota, diminuisce la base imponibile.
- L’aumento della base imponibile nella regione R determina un sensibile
calo della quota IVA ad essa spettante. Nel resto d’Italia si innesca il
meccanismo opposto, poiché vi è una fuga di capitale.
- In entrambe le regioni si registra una perdita di gettito totale. Anche
in questo caso essere dotati o meno di capitale sembra non rilevare ai
fini di tale perdita.
- Nella regione che attua la manovra la perdita di gettito totale deriva
sia dalla perdita di gettito IRAP sia di gettito IVA.
- Nel resto d’Italia la perdita di gettito IRAP è parzialmente compensata
dal meccanismo perequativo: ciò significa che la perdita di gettito totale
è minima.
- Nella regione R aumenta il welfare poiché l’aliquota IRAP è diminuita.
Nel resto dell’Italia (I) si registra invece una perdita di welfare.
Analogamente al precedente paragrafo, la seguente tabella 7 riassume il contributo delle variazioni dei gettiti IRAP ed IVA sulle variazioni del gettito
totale: Anche a seguito della riduzione dell’aliquota, dal modello emergono
due scenari pressoché identici, quindi anche in questo caso la dotazione relativa di capitale non rileva.
26
Tabella 7: Contributo delle variazioni gettito imposte sul
Diminuzione aliquota IRAP nel paese
a bassa intensità di capitale
Contributo Var.
Contributo Var.
β
gettito IRAP
gettito IVA
0.9
R = −0.108
R = −0.003
no mobilità
I=0
I=0
0.9
R = −0.043
R = −0.080
con mobilità
I = −0.029
I = 0.027
0.5
R = −0.043
R = −0.045
con mobilità
I = −0.029
I = 0.015
Diminuzione aliquota IRAP nel paese
ad alta intensità di capitale
Contributo Var.
Contributo Var.
β
gettito IRAP
gettito IVA
0.9
R = −0.108
R = −0.003
no mobilità
I=0
I=0
0.9
R = −0.043
R = −0.081
con mobilità
I = −0.029
I = 0.027
0.5
R = −0.043
R = −0.045
con mobilità
I = −0.029
I = 0.015
27
gettito totale
Var. gettito
totale
R = −0.111
I=0
R = −0.123
I = −0.002
R = −0.088
I = −0.014
Var. gettito
totale
R = −0.111
I=0
R = −0.124
I = −0.002
R = −0.088
I = −0.014
6
Conclusioni
Come si è visto la riforma fiscale italiana introduce forti elementi di federalismo fiscale. In particolare le Regioni diventano le titolari di una serie
di funzioni. Dal lato delle entrate vengono assegnate loro le risorse per far
fronte alle spese che tali funzioni comportano. In particolare sono assegnate risorse in termini di imposte proprie (IRAP) o di compartecipazioni alle
grandi imposte nazionali (IVA, IRPEF e accise sugli oli minerali).
Nel contempo, tuttavia, il legislatore ha voluto che tali assegnazioni non andassero ad aggravare la forte sperequazione tra regioni ricche e regioni povere
e pertanto ha disegnato il meccanismo di perequazioni imponendo un alto
coefficiente di perequazione.
Dalle simulazioni qui proposte si può concludere che l’alto coefficiente di perequazione annulla quasi completamente l’incentivo a fare politiche di concorrenza fiscale verso il basso, infatti le regioni che volessero abbassare l’aliquota
perderebbero comunque gettito anche nel caso in cui riuscissero ad attirare
base imponibile dalle altre regioni. Dalle simulazioni sembra inoltre che manovre per aumentare il gettito alzando l’aliquota potrebbero avrebbero un
effetto positivo in termini di gettito (+10% circa), ma i costi in termini di
perdita di benessere per i cittadini sono elevati (-20% circa). L’efficacia di
tali manovre si riduce poi quando c’è mobilità del capitale: in tal caso la
regione che non muove l’aliquota incrementa il suo gettito e a livello complessivo il gettito delle due regioni si riduce.
Di conseguenza sembra che il meccanismo di perequazione su cui si basa la
costruzione del federalismo fiscale italiano azzeri gli incentivi a una qualsiasi
politica fiscale regionale che non sia motivata esclusivamente da ragioni di
gettito. Inoltre, specie in caso di mobilità del capitale, tale politica risulta
essere molto costosa in termini di benessere per i cittadini e quindi pone dei
dubbi sul suo effettivo utilizzo.
Sembra cioè che il legislatore da un lato abbia costruito un sistema che
assegna importanti leve di gettito alle regioni e da questo punto di vista
vada in direzione fortemente federale, dall’altro si preoccupi di sterilizzarne
tutti di concorrenza fiscale e di autonomia nel fissare le aliquote in modo da
garantire la perequazione.
28
Riferimenti bibliografici
[1] Massimo Bordignon and Nicoletta Emiliani. Federalismo e perequazione in italia, a proposito dell’articolo 10 della legge 133/1999: disposizioni in materia di perequazione, razionalizzazione e federalismo fiscale. Rapporto, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, settembre
1999.
[2] Barbara Cavalletti. L’inserimento delle imposte, chapter 9, pages 149–
160. In Fossati [3], 1991.
[3] Amedeo Fossati, editor. Equilibrio Generale e Simulazioni. FrancoAngeli,
1991.
[4] Piero Giarda. Il federalismo fiscale in attuazione della legge n. 133/99:
aspetti tecnici, ragioni e problemi aperti. Economia Pubblica, 5:5–45,
2000.
[5] Glenn W. Harrison, Thomas F. Rutherford, and Ian Wooton. The economic impact of the european community. American Economic Review,
79 (2):288–94, 1989.
[6] Thomas W. Hertel, editor. Global trade analysis:
applications. Cambridge University Press, 1997.
Modeling and
[7] William Morgan, John Mutti, and Mark Patridge. A regional equilibrium
model of the united states: Tax effects on factor movements and regional
production. Review of Economics and Statistics, 71 (4):626–35, 1989.
[8] John Piggott and John Whalley, editors. New Developments in Applied
General Equilibrium Analysis. Cambridge University Press, 1985.
29
Appendice: Implementazione in GAMS - MPSGE
Per poter effettuare un’implementazione attraverso il programma di simulazione GAMS-MPSGE occorre procedere nel seguente modo:
Definizione degli indici (sets)
set
set
set
set
set
set
set
set
s
q(s)
t
r(t)
f
m
c
cc
settori produttivi
/X X, Y Y, G bene pubblico/;
settori produttivi privati/X, Y/;
regioni + totale
/N nord, S sud, A tutte/;
regioni senza totale
/N nord, S sud/;
fattori produttivi
/L, K/;
settori import
/mX, mY, mG/;
consumatori-dotazioni
/EC/;
consumatori-reddito disp. /YD/;
alias(tt,t), (rr,r), (ss,s), (qq,q);
* Sets congiunti: servono per escludere le diagonali
set dt; dt(t,tt)=YES; dt(t,t)=NO;
set ds; ds(s,ss)=YES;ds(s,s)=NO;
* Set che crea la corrispondenza settore importatoprodotto internamente
set a(s,m)
/X.mX, Y.mY, G.mG/;
* Corrispondenza consumatori: possessori di dotazioni (c)
e consumatori di YD (cc)
set cons(c,cc)
/EC.YD/;
* Combinazione settore-regione di destinazione (importazioni)
set des; des(s,t) = YES$mm(s,t);
* Prezzi rilevanti per la domanda pubblica
set dpp;
dpp(s,r) = YES$out(s,r);
dpp(s,t) = dpp(s,t)+YES$mm(s,t);
Dichiarazione e definizione dei parametri (matrici, vettori e scalari)
Parameter
out(s,r)
output,
30
inter(s, ss,rr)
fac(f,s,r)
trade(s,t,tt)
mm(s,t)
exp(s,r,t)
end(f,r)
q_end(f,r)
dem_priv(s,r,cc)
dem_gov(s,t)
PIL(cc,r)
ydis(cc,r)
t_end(f)
beni intermedi,
fattori produttivi,
commercio,
importazioni,
esportazioni,
dotazioni,
dotazione percentuale,
consumi privati,
consumi governo,
consumo aggregato (welfare),
reddito disponibile,
dotazione aggregata;
out(s,r) = SAM(s,r,s,r);
inter(s,ss,rr) =-SAM(s,rr,ss,rr)$ds(s,ss);
fac(f,s,r) =-SAM(f,r,s,r);
trade(s,t,tt) =sum(m$a(s,m), SAM(s,t,m,tt));
* commercio bene s da t a tt: A e’ una regione fittizia che importa
mm(s,t)= trade(s,t,t); exp(s,r,t) = -trade(s,r,t)$dt(r,t);
end(f,r) = SAM(f,r,"EC",r);
q_end(f,r) =end(f,r)/sum(rr,end(f,rr));
dem_priv(s,r,cc) = -SAM(s,r,cc,r);
dem_gov(s,t) = -SAM(s,t,"GV",t);
ydis(cc,r) = SAM(cc,r,cc,r);
PIL(cc,r)= -SAM(cc,r,"EC",r);
t_end(f) = sum(r,end(f,r));
Parameter
IRPEF(cc,r) aliquota IRPEF riscossa dal consumatore c
della regione r,
IVA(s)
aliquota IVA,
IRAP(t)
aliquota regionale IRAP,
pop(r)
popolazione /N 100, S 100/,
popt
popolazione totale,
PF_(f,r)
prezzo riferimento IRAP,
P_(s,r)
prezzo riferimento IVA,
PW_(cc,r)
prezzo riferimento IRPEF,
test
;
IRPEF(cc,r) = -SAM("PEF","A",cc,r)/ydis(cc,r);
IVA(s)=-sum(r,SAM("I","A",s,r))/sum(r,out(s,r));
31
IRAP(t)=.04;
popt=sum(r,pop(r));
PF_(f,r)=1+IRAP(r);
P_(s,r) = 1-IVA(s);
PW_(cc,r) = 1-IRPEF(cc,r);
test=0.25*sum(s, (sum(r,(out(s,r)))*IVA(s)));
table mob(f,r,rr) parametro di mobilita’
N
S
L.N
0
0
L.S
0
0
K.N
0
0
K.S
0
0;
mob(f,r,rr)=0;
scalar omega peso quota storica
/1/,
beta parametro perequazione /0.9/,
alpha parametro esternalita’ /0.5/;
Passaggio al modulo risolutore MPSGE nel quale occorre preventivamente
dichiarare il nome del modello (in questo caso “GENOVA), tutte le variabili
endogene, cioè i livelli di attività dei settori produttivi($SECTORS:), i prezzi ($COMMODITIES:), i redditi dei consumatori ($CONSUMERS:), le variabili
ausiliarie ($AUXILIARY:) ed infine le variabili di report ($REPORT:) .
$ONTEXT
$MODEL:GENOVA
$SECTORS:
QTA(s,r)
IMPORT(s,t)$des(s,t)
WEL(cc,r)
$COMMODITIES:
P(s,t)$dpp(s,t)
PF(f,r)
PW(cc,r)
$CONSUMERS:
CON(cc,r)
GOV(t)
32
$AUXILIARY:
BI_IRAP(r)
TOTIRAP
COMP
PHI(r)
QFAC(f,r)
CONTROL
$REPORT:
V:QF(f,s,r)
V:QP(s,r)
V:QM(ss,s,r)
V:QW(cc,r)
V:DG(s,t)
V:QX(s,r,tt)
I:PF(f,r)
O:P(s,r)
I:P(ss,r)
O:PW(cc,r)
D:P(s,t)
I:P(s,r)
PROD:QTA(s,r)
PROD:QTA(s,r)
PROD:QTA(s,r)
PROD:WEL(cc,r)
DEMAND:GOV(t)
PROD:IMPORT(s,tt)
La struttura del programma prevede la dichiarazione di diversi blocchi il
primo dei quali è quello della produzione.
Nella prima riga vanno elencati:
1. Il nome della variabile oggetto della produzione
2. L’elasticità di sostituzione tra tutti gli input
3. L’elasticità di sostituzione per blocchi di input
Nelle righe successive sono definiti gli output (O:), gli input (I:), i percettori delle tasse (A:) e le aliquote (T: M: N:). Con Q: e P: si indicano
rispettivamente le quantità ed i prezzi nel benchmark.
A titolo di esempio si commenta il primo blocco relativo alla produzione: il
settore produttivo $PROD:QTA(s,r) s nella regione r produce come output un
bene che ha per prezzo l’incognita P(s,r) e che nella situazione di benchmark
è prodotto per la quantità Q:out(s,r), al prezzo P:P_(s,r).
Nella produzione entrano come input beni che hanno per prezzo l’incognita I:P(s,r) e che nella situazione di benchmark sono utilizzati in quantità
Q:inter(ss,s,r) come beni intermedi prodotti dal settore ss e impiegati
nel settore s della regione r, l’elasticità di sostituzione tra beni intermedi è
pari a va_i che è dichiarata essere pari a zero va_i:0. Inoltre entrano come
input i fattori produttivi primari che hanno prezzo incognito PF(f,r). Nel
benchmark essi sono utilizzati in quantità pari a Q:fac(f,s,r), al prezzo di
P:PF_(f,r) e l’elasticità di sostituzione tra fattori primari è pari a va:1.
33
Il gettito IVA va al governo centrale (A:GOV(A)) per una quota pari al 75%
(T:(0.75*IVA(s))), mentre alle regioni spetta il restante 25% (M:(0.25*IVA(s))).
La ripartizione del gettito IVA viene trattata descrivendo le quote che vanno
a ciascuna regione (N:PHI(N) e N:PHI(S)) come variabili ausiliarie (endogenous tax). L’IRAP è un’imposta sull’input (T:IRAP(r)) che va a ciascuna
regione.
$PROD:QTA(s,r)
s:0
va_i:0
O:P(s,r) Q:out(s,r) P:P_(s,r)
va:1
A:GOV("A") T:(0.75*IVA(s))
A:GOV("N") N:PHI("N")
M:(0.25*IVA(s))
A:GOV("S") N:PHI("S")
M:(0.25*IVA(s))
I:P(ss,r) Q:inter(ss,s,r) va_i:
I:PF(f,r) Q:fac(f,s,r)
P:PF_(f,r) va:
A:GOV(r) T:IRAP(r)
$PROD:IMPORT(s,tt)$des(s,tt)
O:P(s,tt) Q:mm(s,tt)
I:P(s,r) Q:exp(s,r,tt)
$PROD:WEL(cc,r)
s:1
O:PW(cc,r) Q:ydis(cc,r) P:PW_(cc,r) A:GOV("A") T:IRPEF(cc,r)
I:P(s,r)
Q:dem_priv(s,r,cc)
I blocchi della domanda si riferiscono a quella dei consumatori privati
($DEMAND:CON(cc,r)) e a quella dei vari livelli di governo ($DEMAND:GOV(t)).
La struttura dei blocchi è piuttosto semplice infatti con E: si intendono le
dotazioni dei consumatori e con D: i beni domandati. In entrambi i casi
vanno inseriti i prezzi dei beni in questione. Analogamente al blocco della
produzione, Q: rappresenta la quantità. Con R: si indica la quantity constraint ovvero la quota effetivamente disponibile della dotazione nozionale di
fattori.
$DEMAND:CON(cc,r)
E:PF(f,r)
Q:t_end(f)
D:PW(cc,r)
Q:PIL(cc,r)
$DEMAND:GOV(t)
D:P(s,t)
R:QFAC(f,r)
Q:dem_gov(s,t)
Quando si utilizza $CONSTRAINT significa che si stanno introducendo le
variabili ausiliarie al modello. In questo caso sono state scritte 5 equazioni
34
relative rispettivamente alla base imponibile procapite regionale IRAP, alla
base imponibile procapite nazionale IRAP, al fondo di compartecipazione,
alle quote IVA spettanti a ciascuna regione e alla quantity constraint.
$CONSTRAINT:BI_IRAP(r)
BI_IRAP(r) =e= sum((f,s), (QF(f,s,r)*PF(f,r)))/pop(r);
$CONSTRAINT:TOTIRAP
TOTIRAP =e= sum(r, BI_IRAP(r)*pop(r))/popt;
$CONSTRAINT:COMP
COMP =e= 0.25*sum(s, (sum(r, (P(s,r)*QP(s,r)))*IVA(s)));
$CONSTRAINT:PHI(r)
PHI(r) =e= (pop(r)/popt)+(beta*pop(r)*IRAP("A")*
(TOTIRAP-BI_IRAP(r))/COMP)*(1-omega);
$CONSTRAINT:QFAC(f,r)
QFAC(f,r) =e= q_end(f,r)+sum(rr,mob(f,r,rr)*(PF(f,r)-PF(f,rr)));
Tutta la scrittura che segue comprende la sintassi di chiusura del programma (obbligatoria), la dichiarazione e la specificazione degli scenari ipotizzati
nella simulazione.
$OFFTEXT
$SYSINCLUDE mpsgeset GENOVA
p.l(s,r)=1;
comp.l=20;
*Numerario:
p.fx("G","A")=1;
set sc /BEN
rid_IRAP
IVA_REG
MOB_K
PER
benchmark,
riduzione IRAP al nord,
idem con IVA a regime riduzione IRAP al nord ,
idem con IVA a regime riduzione IRAP al nord e
mobilita’ capitale,
diversa perequazione/;
35
parameters
IRAP_(sc)
var_omega(sc)
var_mob(sc)
perequa(sc)
/BEN
rid_IRAP
IVA_reg
MOB_K
PER
/BEN
rid_IRAP
IVA_reg
MOB_K
PER
/BEN
rid_IRAP
IVA_reg
MOB_K
PER
/BEN
rid_IRAP
IVA_reg
MOB_K
PER
0.04,
0.03,
0.03,
0.03,
0.03/,
1,
1,
0,
0,
0/,
0,
0,
0,
10,
10/,
0.9,
0.9,
0.9,
0.9,
0.5/;
parameter report(*,t,sc);
GENOVA.ITERLIM = 100;
loop(sc,
IRAP("N")=IRAP_(sc);
omega = var_omega(sc);
mob("k",r,rr)=var_mob(sc);
mob("k",r,r)=0;
beta=perequa(sc);
$INCLUDE GENOVA.GEN
SOLVE GENOVA USING MCP;
Appendice: Risultato della simulazione
I risultati qui riportati si riferiscono al modello che comprende le regioni
aventi la stessa dimensione. Nella colonna BEN è replicato il benchmark,
36
mentre nelle colonne successive vengono espresse le variazioni dal benchmark
che si registrano nei diversi scenari:
• RID_IRAP, solo riduzione IRAP al nord.
• IVA_REG, IVA assegnata secondo il meccanismo di perequazione
• MOB_K, mobilità del capitale
• PER, coefficiente di perequazione pari a β = 0.5.
X
.N
X
.S
Y
.N
Y
.S
L
.N
L
.S
K
.N
K
.S
PW
.N
PW
.S
PK
.N
PK
.S
PL
.N
PL
.S
QK_X
.N
QK_X
.S
QK_Y
.N
QK_Y
.S
QL_X
.N
QL_X
.S
QL_Y
.N
QL_Y
.S
EXP_X DA_N.S
EXP_Y DA_S.N
INT_K_X
.N
INT_K_X
.S
INT_K_Y
.N
INT_K_Y
.S
INT_L_X
.N
INT_L_X
.S
BEN
186.000
62.000
62.000
186.000
130.000
70.000
70.000
130.000
1.000
1.000
1.000
1.000
1.000
1.000
30.000
10.000
40.000
120.000
120.000
40.000
10.000
30.000
50.000
50.000
0.161
0.161
0.645
0.645
0.645
0.645
RID_IRAP
-0.0004
-0.001
0.001
0.0004
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
0.010
0.0006
0.009
-0.0006
-0.001
-0.002
0.001
0.0002
-0.0002
-0.001
0.002
0.001
0.005
-0.002
-0.0009
-0.0009
-0.0002
-0.0002
0.0002
0.0002
37
IVA_REG
-0.0004
-0.001
0.001
0.0004
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
0.010
0.0006
0.009
-0.0006
-0.001
-0.002
0.001
0.0002
-0.0002
-0.001
0.002
0.001
0.005
-0.002
-0.001
-0.001
-0.0002
-0.0002
0.0002
0.0002
MOB_K
-0.044
0.128
0.520
-0.172
0.000
0.000
0.278
-0.149
0.000
0.000
0.010
0.0006
0.009
-0.0006
-0.045
0.127
0.519
-0.173
-0.043
0.129
0.521
-0.171
-0.292
-0.508
-0.001
-0.001
-0.0002
-0.0002
0.0002
0.0002
PER
-0.044
0.129
0.519
-0.172
0.000
0.000
0.278
-0.149
0.000
0.000
0.010
0.0004
0.009
-0.0004
-0.044
0.128
0.519
-0.173
-0.043
0.129
0.520
-0.172
-0.295
-0.505
-0.0007
-0.0007
-0.0002
-0.0002
0.0002
0.0002
INT_L_Y
INT_L_Y
GETTITO
GETTITO
GETTITO
IVA_STATO
FONDOCOMP
TRASF_IVA
TRASF_IVA
QUOT_IVA
QUOT_IVA
IRAP
IRAP
BI
BI
BASI_IRAP
BASI_IRAP
Y_DISP
Y_DISP
CONSUMI
CONSUMI
BENE PUBB
BENE PUBB
DEM PUBB
DEM PUBB
DEM PUBB
EXP
EXP
WELFARE
WELFARE
.N
.S
.N
.S
.A
.A
.A
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.N
.S
.A
.N
.S
.N
.S
0.161
0.161
18.000
18.000
180.000
60.000
20.000
10.000
10.000
0.500
0.500
8.000
8.000
2.000
2.000
2.000
2.000
1.000
1.000
140.000
140.000
108.000
108.000
18.000
18.000
180.000
90.000
90.000
1.000
1.000
0.0009
0.0009
-0.108
0.000
0.003
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
0.000
-0.243
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
-0.015
0.003
-0.108
0.000
0.003
0.003
0.003
0.002
0.002
38
0.001
0.001
-0.110
0.002
0.003
0.000
0.000
-0.003
0.003
-0.003
0.003
-0.243
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
0.010
0.0002
-0.016
0.003
-0.110
0.002
0.003
0.003
0.003
0.002
0.002
0.001
0.001
-0.116
-0.002
0.004
0.000
0.000
-0.074
0.074
-0.074
0.074
-0.169
-0.097
0.108
-0.097
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