Warszawskie Studia Teologicme
XIU2/I999,11-30
Alessandro BAUSI
Istituto Universitario Orientale
Napoli
APPUNTI SUL GADIA UBANOS*
Dei testi editi da Carlo Conti Rossini nei Ricordi di un soggiorno in Eritrea l , i più famosi sono certamente il Gadla Libiinos (= GL), <<Combattimento spirituale di Libànos», ed il
Gadla Siidqiin, «Combattimento spirituale dei Giusti», testi agiografici tra le fonti più importanti per la storia <<tradizionale» della cristianizzazione dell'Etiopia storica. Come è noto,
tra i «santi evangelizzatori» provenienti da «Rom», Libànos o Matà' può dirsi l' «apostolo
dell'Eritrea»2, e come per i «Giusti» del Gadla Siidqiin3 , la tradizione indigena ne fa il pro-
• Desidero qui ringraziare Ezio Tonini, per avermi permesso la consultazione dei rnss. della «Biblioteca
del Centro di Studi Etiopici», presso il «Pavoni Social Centre, Asmara», e fomito la riproduzione di un nuovo rns. del Gadla Libiinos.
I Vd. CONTI RosslNJ (1903): il volume, stampato in soli Cinquanta esemplari per circolazione privata, e
concepito come Fascicolo Prinw di una serie non proseguita, oltre a Gadla Sadqiìn (II testo) e a Gadla Libiinos (1lI), contiene la lista reale di Enda Yolumnes (1), L'ambasciatafrancese a Negusé (IV), Leggi tigrai
(V), Tradizioni Beni Amer, Alghedén e Sabderàt (VO.
2 Per Libanos
3 Sul
<<apostolo dell'Eritrea» vd. CoNTI RosslNJ (1928) 157.
Gadla Siidqiìn vd BHO 812 (erroneo il riferimento ai <<Novem Sancti conditores ecclesiae Habessini-
cae sacc. IVN»); CONTI RosslNI (1928) 156-157; VAN DEN OUDENRUN (1939) 23-25; DEB 140-141, a c. di
SFRGEW HABIE SElASSIE; KRZ 87 (n° 128); HUNTINGRJRD (1979) 261 e 334; BRAKMANN (1994) 126-127;
BSO voI. n, 918, a c. di OsVAlDO RAINERI. Del testo sono noti almeno cinque rnss.: I) il rns. della chiesa di
Biu:aknaha, da cui è tratto il testo pubblicato in CONTI ROSSINI (1903) 7-22 (= R); trad. di RAINERI (1978), il
quale ha utilizzato nelle proprie note (senza esplicitarlo con sufficiente chiarezza) anche un secondo testimone, e
cioè il rns. 2) (= W) Accademia Nazionale dei Lincei, Fondo Conti Rossini 78, xx sec., ff. 12'-31 r , vd. ANLS
203-204 (n° 78): nonostante quanto ivi affennato, p. 204 <<C'est done la copie du manuscrit de réglise de Baraknaha, celle-là meme qui a servi pour l'édition de Conti Rossini», trattasi di rns. che contiene recensione diversa
da R; la attribuzione del rns. alla chiesa di Biu:aknaha è invece probabile, fondandosi su un passo, vd ANLS
203: エ。ヲNセDョ@
ュ。Lセャスヲ@
gadlomu la$iidqiin zabiirekniihii, che nel rns. X, f. 20"', della stessa recensione (vd.
oltre), suona invece: tafa.v,vanta ma,v/yJfa gadlomu セゥ、ア↓ョ@
zarom; 3) (= Y) un rns. perduto della chiesa di
Baraknaha, di cui è però conservata una copia nella chiesa di Mapw: un estratto ne fu pubblicato da SCHNElDER
(1963), conispondente a R ]315_17 10; trad. delle varianti proprie del rns. e del Ma/ke' che vi è compreso (da
fotografie della copia ancora esistente) in RAINERI (1980); si tratta di recensione in più punti differente da R e da
W; 4) (= X) Cambridge University Library, Bible House Library (British and Foreign Bible Society), Mss. 191
(Ethiopic), XIX sec., ff. )"'-20"', vd. CULC 108-109; sulla attuale collocazione della BFBS vd. BEYLOTRODINSON (1995) 46-47 (nQ 64): da un esame diretto, risulta che il rns. appartiene alla stessa recensione di W, di
cui condivide il finale, variante rispetto ad R 225-31, pubblicato in fac-simile in RAINERI (1978) 160-162; 5) (= Z)
un rns. fotografato dal P. Emilio Ceccarini, vd. RAINERI (l996a) 372 (n° 64). Rilevo infine che del Gadla
Siidqiin manca ancora una vera edizione critica aggiornata allo stato attuale della documentazione disponibile;
l'autore che più si è occupato di questo testo ne ha recentemente ripubblicata la sola traduzione, non scevra da
errori, vd. RAINERI (l996b) 78-99 (<<Gadla Siidqiìn» o «Vita dei Giusti», Missionari dell'Etiopia nel VI secolo)
=(1978) 145-163.
12
ALESSANDRO BAUSI
tagonista di un movimento parallelo ed indipendente dal ciclo dei cosiddetti «Nove Santi»,
la cui azione si sviluppa nel Tegrày4. Da Libànos ripete il nome il monastero di Dabra Libànos, nel cui Evangelo d'oro si conserva una delle più importanti raccolte di atti feudali del
medioevo etiopico5; e presso il vicino villaggio di Ham, o ' Aham, in ' Akkala Guzày, a sua
volta uno dei siti di più antica cristianizzazione, se non anche in assoluto di più antico insediamento, della regione6 , si trova una iscrizione tardo-aksumita, l'unica etiopica collocata in
una chiesa, di grande interesse e di controversa interpretazione7•
I quasi cento anni trascorsi dalla pubblicazione del volumetto dei Ricordi hanno visto
succedersi contributi diversi. Questi appunti si limitano a toccare alcuni aspetti del GL, con
l'ausilio dei dati filologici, senza la pretesa di dare una sistemazione al problema delle relazioni tra i manoscritti o alle questioni storico-culturali generali, e preludono in particolare
alla prossima pubblicazione delle recensioni inedite del GL.
Le recensioni del Gadla Libanos
Del GL sono note almeno quattro diverse recensioni (qui indicate GLI, GL2 ecc.). Tutte
condividono la attribuzione del Gadl, sotto forma di dersiin, «omelia», ad un 'Elyàs vescovo
4 Sui <<Nove Santi» vrl. in breve l'ipotesi classica presso COl'mRossINI (1928) 158-161; bibliografia e revisione critica in MARIWiSINI (1990); sintesi anche presso BRAKMANN (1994) 125 e 127-131; oltre al GL e al
Gadla (jiidqiin, il teI:ZO testo che ci attesta un ciclo indipendente è quello dei Santi di Kadih, vd. GEfATCHEW
(1988); già segnalato, come altri ancora non esattamente documentati, da KRZ 87; per il ciclo dei <<Solitari di
Rom detti nenum (Iett. "donniamo!")>>, certo strettamente connesso a quello dei <<Giusti» e attestato nelle stesse
località dell" Akkala Guzay di Bàraknàhii, Matata ecc., vd. BERHANA MASQAL (1996) 199-2JJ7.
5 Vd. CONTI ROSSINI (1901); TuRAEv (1903); SCHNEIDER (1989); notizie su alcuni russ. ivi conservati,
compreso un supplemento di descrizione del celebre Evangelo d'oro, in B. (1996-98) III parte, 13-32; vd.
anche B. (1996-98) I parte, 16-19; (2000a), per alcune riflessioni sui problemi posti dalla documentazione
degli atti feudali e la loro esegesi, in particolare nell' opera di Conti Rossini.
6 Sul monastero, sul villaggio di Ham, sulla localita di 'Endli 'abbli Matit' nel Sarli'e, tradizionale sede primitiva di Liblinos, sulle località limitrofe e le loro antichità, vd. AOl 234 e 294-295; lo studio del
una Dabra Libanos, nel ms. Bibliothèque Nationale d'Abbadie 108, ff. 1'-14, di TuRAEV (1906), richiamato da GUIDI (1932) 24, nota l, attiene in realtà al Dabra Liblinos di Scioa; MORDINI (l94la) 56,
nota I; CONTI ROSSINI (1942a) 196, nota 2; RIccI (1954) 17-18 (Figure incise su pietra a Ham); ANfRAY
(1965) 7-8, e tavv. IV C-D e V-VII. L'informazione più recente, con ulteriore bibliografia, si trova in
B. - LUSINI (1994) 26-31, e tavv. 4-8; ulteriori rinvii in B. (1994-96) III parte, 13, nota 1; una parte della
documentazione fotografica da me raccolta nel corso di due missioni di ricerca nel 1993 e 1994 è ancora
in attesa di pubblicazione. Vd. inoltre BERHANA MASQAL (1996) 32·34, stando al quale il monastero
presso Ham è noto come <<l)abra Warq»; vd. anche VOIGT (1999) 192.
7 Vd. CONTI ROSSINI (1939b); MONNERET DE VlU.ARD (1940); ZUURMOND (1989) I parte, 37-38; RIÉ
323-324 (n° 324); RICCI (1993) 200 ne ha colto il carattere di più antica ed unica iscrizione cristiana etiopica
di chiesa; per la sua attuale ricollocazione nella nuova chiesa di 'Enda Mliryàm, vd. B. - LuslNI (1994) 29 e
figg. 9-10; alcune nuove proposte di lettura ed interpretazione sono state avanzate da FlACCAOORI (1996) 325327 (§. l. Sull'iscrizione dì Ifam), e soprattutto da KRopp (1999), che ha proposto con forza !'ipotesi di una
datazione al 23 Dicembre 873 d.C.; il toponimo è certamente Ham, come risulta tanto dalle fonti quanto da tutti
coloro che l'hanno udito dalla viva voce degli abitanti, e non I;Iam; per le particolarità linguistiche (la iscrizione
conterrebbe una fonna del gerundio di tipo tigrino), vd. KAPEuUK (1997) 494-495; altre riproduzioni
dell'iscrizione sono segnalate in B. (1994-96) ID parte, 13, nota l; per ulteriore bibliografia vd. KRopp (1999).
o
ApPUNTI SUL GADLA L1BÀNOS
13
di 'Aksum, del quale non v'è altra notizia se non questa menzione. L'ordine qui seguito
nella elencazione delle diverse recensioni non si intende coincidente con quello di redazione,
e segue semplicemente l'ordine delle sigle, sotto esplicitate, dei rnss. distribuiti per recensione. In questa fase del lavoro è stato possibile tener conto in dettaglio dei rnss. A, B, C, D ed
ovviamente della stampa R; il rns. E è stato esaminato ad Asmara per il solo tempo sufficiente a dame una descrizione sommaria, ed i dati relativi attendono quindi una più precisa
verifica; F e G sono stati utilizzati nella edizione esistente più oltre citata; non è stato possibile esaminare H. Numerosi altri rnss. del GL certamente esistono, per i quali non si possiede altra notizia se non quella della loro esistenza8 • Ad un esame diretto, anche se preliminare, i diversi testimoni del GL sembrano chiaramente distribuibili in quattro diverse recensioni
(si tenga sempre presente che GLA è nota in una forma incompleta), intendendo tale termine
nel suo significato più ampio. Pare infatti indubbio che le quattro recensioni, qualunque sia il
loro rapporto reciproco, sono il risultato di interventi letterari consapevoli, e pertanto non è
dato ricostruime un «archetipo» in senso filologico propri09• Per dare un'idea dell'insieme
del GL nelle sue recensioni, si è pensato utile darne un «Sommario» in appendice a questa
«Nota».
I recensione (longior)
=GLI
A Accademia Nazionale dei Lincei, Fondo Conti Rossini 26, 1934 d.C., vd. ANLS
90-100 (n° 26).
li Gadl ai ff. y3_22ra ; 53 Miracoli lO non numerati, ai ff. 22ra_64fll ; Malke' ai ff.
64ra_66 va •
D Biblioteca del Centro di Studi Etiopici, Pavoni Sodal Centre, Asmara, xx sec.,
non catalogato.
Il Gadl ai ff. Ifll_26vb ; 53 Miracoli non numerati ai ff. 26vb_81 v3 ; Malke' ai ff. 81 vb84vb •
8 Stando a liste stilate da monaci, la cui attendibilità è da verificare, ross. del Gadla libiillos si trovano
presso i monasteri eritrei di 'Enda )Abbonà (un ros.), vd. B. - LuslNl- TADDIA (1993) 457, Dabra Libanos
(due ross.) e Dabra Bizan (un ros.); su queste liste vd. B. LUSINI (1994) lO, nota Il; cinque ross. presso
istituzioni religiose di Etiopia ed Eritrea sono segnalati da KRZ 80; un ros. fotografato dal P. Emilio Ceccarini è segnalato da RAINERI (I 996a) 371 (n° 41).
9 Da rimandare ad un secondo momento la questione dei Miracoli, ìJ cui totale ammonta a 68: la situazione è la seguente: l Miracolo comune a ABCDR (A39-B 14-CI5-D40-RI4); 9 Miracoli comuni a ABCD
(AO-BI-ClO-DI; AI-B2-C7-D2; A2-B3-CIl-D3; A4-B4-CI2-D5; A5-B6-C6-D6; A6-B7-CI-D7; A7B9-C13-D8; A8-BI O-C l 4-D9; A42-BI8-C3-D43); 3 Miracoli comuni a ABDR (A9-BI l-DIO-Rl l;
A43/44-B20-D44-R excerptum; A47-B34-D47-R29); 7 Miracoli comuni a ABD (AlO-BJ2-Dll; AIIBI3-DI2; A4O-B15-D41; A41-B17-D42; A45-B21-D45; A46-B24-D46; A48-B30-D48); l Miracolo comune a BCR (B5-C8-R5); 33 Miracoli comuni a AD (A3-D4; da A12-D13 a A38-D39; da A49-D49 a
A53-D53); 4 Miracoli comuni a BC (B8-C9; B 16-C2; B22-C4; B23-C5); 1 Miracolo comune a BR (B25R25); 8 Miracoli nel soloB (B19; B26; B27; B28; B29; B31; B32; B33); l Miracolo nel solo R (R30).
lO In A e in D, come anche in C, i Miracoli non sono numerati; ANLS 91-99 scandisce i Miracoli di A
in 53 numeri, ma il Miracolo l di D (AO-B l-Cl O-DI) non ha numero, ed è qui indicato AO, mentre il Miracolo 44 di D è sdoppiato in A nei due Miracoli 43 e 44 (A43/44-B20-D44-R excerptum); la somma dei
miracoli risulta quindi di 53 sia in A che in D; citando i Miracoli di A, per esigenze di chiarezza, ci si atterrà
alla scansione indicata in ANLS, integrandola con la notazione AO.
14
ALEsSANDRO BAUSI
La recensione GLI è inedita; il rns. A è stato utilizzato nel proprio studio da
(1990), ed ivi indicato come «R». GLI condivide l'ordine della materia e la
sostanza fattuale del racconto con la recensione GL2. Rispetto ad essa, presenta in più
punti diversi ampliamenti maggiori, di tono lirico (in prosa rimata), omiletico o parenetico
(<<Sommario» §§ 2, 7, Il, 14,27), e parecchie variazioni minori nella forma del racconto,
che normalmente torna poi in breve a coincidere con quella della recensione GL2. Sembra
perciò probabile che GLI sia stata redatta sulla base di GL2. Da notare che il Malke) che
si trova in B (C ne è privo) è lo stesso di GLI. GLI ignora sistematicamente il nome di
Majà (, e conosce solo quello di Libanos Il.
GETATCHEW
II recensione (longior) = GL2
B
Accademia Nazionale dei Lincei, Fondo Conti Rossini 88, 1940 d.C., vd. ANLS
225-235 (nO 88).
n Gadl ai ff. 2ra-2<r; 34 Miracoli numerati, ai ff. 2<r-52vara ; colofone al f. 52
vb
vb
V3
;
ra
Malke' ai ff. 52 _55 ; Gadla Samra Krestos ai ff. 56 _61 ed i suoi 21 miracoli
ai ff. 61 va_70m, ai ff. 7<r_72va una genealogia monastica sui discepoli di Libànos.
C
Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Cerulli Etiopico 198, XVIII sec., non catalogato J2 •
n Gadl ai ff. 50ra-61 vc; 15 Miracoli non numerati, ai ff. 62ra_70 vc •
E
Biblioteca del Centro di Studi Etiopici, Pavoni Sodal Centre, Asmara, 1674 d.C.,
non catalogato.
7m_32m; 35 Miracoli numerati, ai ff. 32m sS.; colofone al f. 72 va ;
Gadla Samra Krestos ai ff. 76ra-83 V3 ed i suoi 21 Miracoli ai ff. 83 V3_94vb ; Malke'
di Libanos ai ff. 95 ra-99ra ; ai ff. 99rb_102 vb , di mano più recente, si trova una genealogia monastica sui discepoli di Libanos.
n Gadl ai ff.
La recensione GL2 è inedita13 • Se anche da appurare con un esame filologico più det-
tagliato, è probabile che B sia copia diretta di E o di un ms. comunque discendente da E:
lo dimostrano l'identità di contenuto dei due mss. (il diverso numero dei Miracoli può
essere dovuto ad omissione o diversa numerazione), la divisione del testo del Gadl in letture mensili (diversamente da C), ed il fatto che B ha aggiornato e regolarizzato
l'indicazione della data nel colofone, che in E è pasticciata «<nel 7000 anno del mondo,
167 anno della misericordia»), ma assicurata comunque da un riferimento incrociato «<nel
11 Come già notato da GETATCHEW (1990) 45, nota 25, all'interno di una osservazione per altri versi da
rivedere ed anche sconcertante, consideralo che il GL è argomento dell'articolo a proposito del personaggio Méto Masqal: ᆱm・セッ@
is apparently conupted from M!ìtii', which never appears lhere (i.e. il rns. qui
indicato con A) as the name of the saint; and MiisqaI is probably related to the name of the church which the
IWO monks built, Beta Miisq!ìl»: in realtà Méto Masqal è personaggio centrale del Gadi, che cambia il proprio nome orignario di Bàrtekoz in quello di Mero Masqal al termine di una vicenda articolata e piena di
colpi di scena (<<Sommario» § 9), cui accenna in sunto anche CONTI RosslNI, vd. R 29; su «Mettò MascaI»
vd. anche CONTI RosslNI (1928) 158.
12
Vd.
RAINERI
(1986a) 176; (1986b)477 (n° 198).
13 Nonostante citi ANLS, inspiegabilmente GETATCHEW (1990) non ha rilevato che nella stessa collezione di A si trova anche B.
APPUNTI SUL GADLA LIBÀNOS
15
settimo anno di Yo]:lannes» scii. I, cioè nel 1674 d.C.); la differenza di datazione ed il
fatto che in E la genealogia è di mano più recente rispetto agli altri testi contenuti nel ms.,
indicano ovviamente che tra i due mss. l'antigrafo è E; inoltre il colofone è collocato in
entrambi i mss. alla fine dei Miracoli di Libanos, mentre la dislocazione del Malke' di
Libànos in E dopo i Miracoli di Samra Krestos è stata corretta in B, dove il Malke' di Libànos fa seguito ai suoi Miracoli (ed al colofone). Infine, tanto in B che in E si trova la
stessa genealogia monastica14 • Ecco il testo dei due colofoni:
E
(f.7S Ya ) 11'}1:: ooR"tht;::: ョBGrエィセZ@
tlootp{)l\.IJ-: /t'}1-P''': oot;::.,.&,.:
"'"111.1\11th.C: V'th'}"": tlZ,oo.,.: oo,}'"1P'1:: mfl1\R"thG!th..: 1\11: ,..,l1th:'-':
/t1\11: oortJb :tt'"1: mp'c1\:'-', tlG"f'oo"" '/tr: lif;SmZ,oo.,.:
r:ttt.:'-': ""l1th:'-', fl"'"1I1.1\l1th.C: ョQ|セrodGB@
rBエィNセZ@
'lF;f\., /t1\,....,,:
l\.1l'i"": /t'floo: 'flr: N''/.'}: m1\OI},.'}:u:tl
«Questo libro è stato scritto all'epoca del nostro re Yo]:lannes [scii. I: 1667-82
d.C.], amante del Signore, nel settimo anno del suo regno [== 1674 d.C.], e chi
l'ha commissionato è 'abba Seb]:lat La'ab, maestro della legge e della regola, nel
7000 anno del mondo, 167 anno della misericordia [l: per «7167 anno del mondo» == 1674nS d.C.]. Gloria al Signore, che ci ha fatto terminare la scrittura del
Cadl di nostro padre Libànos. Nei secoli dei secoli. Amen e Amen».
.
B (f. 52va) 11'1-1:: ooR"tht;::: n"'R":ttct: tlootp{)l\.IJ-: /t,}1-P"I1 oot;::.,.&,.: "'"111.1\'
Oth.C: 1\1IIJ.,.hJ\: mc"" "r1\oo: "'"1w : ottfl.:
Og,oo.,., oo,}'"1
P'1:u ュョQ|セエィgAケNZ@
p..fC= 11..fll:: oGスエーセZ@
OG"fmgfcJjml1::
'/tr,:
oIfmjjfcJjOJl,oo",: r:ttt.:'-':: ュセエィ[ZサNijM|@
ooA1\h: ,..,l1th:'-': lJ:ttUf..e: .,.,..,
4...e:
mth""(&''1:: fJ':ttUfp': tì'i.,.'}::
11..**".r:
'00""
00"'1\,:
«Questo libro è stato scritto nei giorni del nostro re, amante del Signore, Emanuele Terzo, nel quarto anno di regno da che ha regnato su tutta l'Etiopia, e chi
l'ha commissionato è il Dottor Ellero, a sue spese, nell'anno de] mondo 7432
[= 1939/40 d.C.], nel 1932 anno della misericordia. Il copista è Mal'aka Seb]:lat
Kà]:lsày Tasray, (di) Maqale e del I:Iamàsen, il giorno 27 TàJ:lsas [== 6 Gennaio del
1940JI5».
Come già indicato, CL2 non si discosta molto da CLI, di cui potrebbe aver costituito la
base. Si sono riuniti B e C in una stessa recensione perché il loro accordo è costante in tutti i
passi che B condivide con C; C presenta però dei passi in meno rispetto a B (<<Sommario»
§§ O, 15, 16), che B condivide con CLI, pur con le dovute differenze recensionali, e talvolta
anche con CL4; tra questi manca in C, come in R, un breve preambolo in prosa rimata
(<<SommariO)} § O), segno forse di anteriorità rispetto a B; inoltre C traspone un passo omiletico del Cadi (<<Sommario» § 23) all'interno del Miracolo AO-BI-CIO-Dl. C è privo del
14 Diversa è invece p.e.la genealogia di 'Éwostì!téwos in cui compare Ubànos Matì!'. nel rns. della Missione Cattolica di Cheren, vd. CONTI ROSSINI (1904) testo 239, trad. 240.
=
15 1127 Tal)SaS dell'anno del mondo 7432 1932 dell'anno della misericoroiaè evidentemente il6 Gennaio
del 1940, e non del 1939, come indicato in ANLS 225 e 231, vd. CHAfNE (1925) 95, ciò che concoroa meglio
con la data d'inizio del <<regno» di Vittorio Emanuele ID sull 'Etiopia (il 1936, e non il 1935).
16
AlEsSANDRO BAUSI
Malke', mentre B f. 55rlrva, fa seguire a questo un Saliim l6 , interessante perché assevera la
tradizione, circolante almeno da una certa data, che considera Libànos uno dei «Nove SantÌ», e fa di un altro dei «Nove», Yem'ata, «il suo diletto»17. I 15 Miracoli di C sono tutti presenti in B.
ID recensione (brevior) = GL3
F
EMML 1763,1336/37 o 1339/40 d.C., vd. EMML voI. V, 218-231 18•
TI testo del Gadl ai ff. 11Or_113 v, edito da GETATCHEW (1990) 36-46.
G EMML 7602, 1382-1413 d.C., non catalogato 19•
TI testo del Gadl ai ff. 126f1l_12S f1l , edito da GETATCHEW (1990) 36-46.
H EMML 8509, XIV sec., non catalogat020•
Il testo del Gadl ai ff.43 r-45 v•
La recensione GL3 è edita da GETATCHEW (1990), ed i mss. sono ivi indicati rispettivamente F come «A)) e G come «B». Si tratta di una recensione di assai minor estensione rispetto alle altre, e con la più antica attestazione manoscritta (ante 1339/40 d.C.). Le conclusioni dell'editore sulla natura del proprio testo, pp. 30-32, meritano di essere attentamente
16 Il Malke' è identificato come CHAiNE (1913) 350 (n° 377); ivi risultano anche il n° 359 e il n° 390:
quest'ultimo è però da attribuire a Liqanos. vd. indice s.v.; il Saliim si trova p.e. anche nel rns. Bibliothèque
Nationale Éthiopien 381 Griaule 77. f. 48 va, vd. BNGS 13.
=
La identificazione di Libànos o Mafà' con Yem'atii dei <<Nove Santi», ormai non più accolta, è
stata avanzata al più tardi da Dll.I.MANN (1880) 24, nota 2, e ripresa da CONTI ROSSINI (1897) 140,
nell'introduzione all'edizione dell'Omelia in onore di Garimii di Yol).annes, vescovo di 'Aksum, mentre
il testo, p. 153, l. 12 annovera distintamente Mafà' e Yem'atii tra i <<Nove Santi»; lo studioso, che ha
presto distinto le due figure sulla base del GL, vd. CONTI ROSSINI (190Ia) 177, nota l, ha poi attribuito
l7
!'inclusione di Libanos tra i <<Nove SantÌ». in sostituzione di Za-Mikii'el 'Aragawi, alla redazione
dell'Omelia presso comunità ostili a Dabra Diimmo. che avrebbero riscritto le più antiche tradizioni di
cristianizzazione espungendo il nome di Za-Mikà'èl 'Aragiiwi, fondatore del potente monastero rivale,
con !'intenzione di sminuime il prestigio, vd. nel dettaglio CONTI RosSlN1 (1940) 54-55; e già (l939a)
154-155; (1928) 160; vd. anche GETATCHEW (1990) 33-34.
IS Nonostante le ripetute richieste alla «Hill Monastic Manuscript Library». <<due to wars and other misfortunes» (!), non è stato possibile ottenere un microfilm completo del rns. EMML 1763. Per l'importanza
del codice, sicuro testimone di testi tradotti in epoca aksumita ed in generale della fase più arcaica della storia
letteraria d'Etiopia, vd. gli studi dello stesso GETATCHEW (1979); (1980); (1981a); (l981b); (1985); LUSINI
(1993) 130-175; PROVERBIO (1998) 39. Per ragioni di riservatezza indipendenti dalla mia volontà, in questa
sede mi limito a comunicare che l'importanza di questo ms., che segna certo un momento di passaggio tra la
pura conservazione di testi della remota eredità aksumita e la costituzione di un corpus più recente, è confermata dalla recente scoperta di un rns. assai notevole, tra i cui testi, tutti certamente tradotti dal greco, se ne
trovano due che sono citati in EMML 1763: a) del primo ci sono citazioni negli Atti di Pietro di Alessandria,
vd. i passi in GETATCHEW (1980) 882- 19 e 89 3•7 ,Atti che si ritrovano forse anche nel rns. EMML 8509, ff. 21'r
22 , vd. SERGEW (1988) 16 (n° 9); h) del secondo c'è una citazione nella Omelia sui Sabati di Retu(a Haymiinot, vd. il passo in LuslNI (1993) 158 12-13.
19
Vd. GETATCHEW (1990) 34; HEWMAN - MUNRo-HAY - GRIERSON (1993) 179-180 (n° 70);
F1AcCAOORl (1993) 150 (§ IV. EMML 7602: il «libro dei Santi» di Tullu Guddo).
20
Vd. SERGEW (1988) 16 (n° 19); F1ACCAOORl (1993) 150 (§.
Tullu Guddo).
IV.
EMML 7602: il «libro dei Santi» di
ApPUNTI SUL GADLA LlBÀNOS
17
considerate: l'autore di GL3 ha tratto il materiale per la propria opera dall'Omelia originale
del vescovo 'Èlyas; GL3 preserva citazioni tratte direttamente dall'Omelia; nel DeggWii si
trovano forse citazioni dall'Omelia, anche contrastanti con il testo di GL3; la menzione di
'Amoni, il compagno (<<the associate») di Ma!ii', nel Sinassario il3 di 'ferr, rende chiaro che
tra i materiali ivi utilizzati c'è anche l'Omelia; GL3 è un sermone preparato per l'occasione
della lettura dell' Omelia, come ordinata dal vescovo (<<What we have here is a sermon prepared for the occasion of the reading of the homily as ordered by the Bishop»), e sicuramente comprende parti dell'Omelia stessa; le altre recensioni del GL sono state allargate ne)
corso del tempo sulla base di GL3; GLI (= A) è un ampliamento di GL3; l'età dei ross. di
GL3 (XIV-XV sec.) dimostra che GL3 è più vicina all'originale. Per sgombrare il campo da
equivoci, bisogna dire subito che la tesi fondamentale merita attenzione: intendere che GL3,
attestata in epoca così remota ed in mss. cosÌ rilevanti, non solo per l'età, sia la semplice
riduzione di una delle versioni più sviluppate, o anche la riformulazione indipendente di un
nucleo leggendario che in ogni caso già aveva ricevuto una sua sistemazione letteraria, non è
cosa semplice, per quanto non impossibile. Alcuni punti, considerati probanti, devono invece essere rivisti: così i riferimenti nel testo tanto alI' «omelia» quanto ad 'Amoni «<Sommario» § 8) sembrano essere più generici di quanto è stato supposto. )Amoni poi non è «the
associate» di Libànos né tanto meno può essere identificato con' Adgani 21 ; si tratta probabilmente di una personalità monastica egiziana22, forse quella nota dal Sinassario per aver
vissuto quaranta anni nel deserto, e di cui in GL3 viene citato un «detto» che sottolinea
l'estraneità del monaco alla vita del mondo; del resto la menzione di >Amoni occorre in un
contesto in cui le citazioni si susseguono: Mosè, )Amon e tre citazioni dai profeti. Anche per
quanto riguarda l'età dei ross., la datazione delle recensioni da essa non può evidentemente
prescindere, visto che si tratta di un termine ante quem; non per questo se ne possono ricavare conclusioni meccaniche.
Il passo di GL3 in GETATCHEW (1991), testo 408-10, trad. 41 9•11 <<Listen to what God has done for
Amon. Amon said thus: "l lìved for forty years in the middle of the city and not a single thorn did pierce
me"»; il passo, simile nella sostanza, in A f. 9"", B f. STa, C f. 52ra•h, D f. 7rb; la identificazione di •Amon con
'Ad!J.àni in GETATCHEW {I 990) 31 e 41, nota 13.
21
22 • Amoni con le varianti •Arnon, , Amone è personaggio dell' ambiente monastico frequente nelle narrazioni egiziane; per una prima rassegna vd. BS voI. I, 101 I e 1014-1015, s.v. <<Ammone (Ammonas), abate di
Tabennesi», a c. di AUGUSTO MORESCHlNl, e <<Ammonio (Ammon, Ammun, Amun), anacoreta di Nitria», a c.
di MARIO SALSANO; BSO voI. I, 138-139 e 141-142, s. v. <<Ammonas CA).t).tovaç, Ammunas)>> e «Ammonio HGaAャiNQサセカエoL@
Amani) di Tùnah», a c. di WADI ABUUFF; per il Sinassario vd.l'indice in BUDGE (1928)
voI. IV, 1292; vd. ancora ARRAS (1963) testo 113, 114, 166-168,227-228, trad. 83, 84,121-123, 167;
ARRAS (1986) testo 117-118 e 144--145, trad. 78 e 97-98; sui «quaranta anni» del nostro passo il Sìnassario menziona in particolare al 20 di Genbot 'abbà •Arnoni «who was an ascelic for forty years, and an
adorer ofMary, who appeared unto hirn», vd. BUDGE (1928) vol. III, 916, menzione assente dalla edizione COL/N (1986-97) (Mois de Genbot); la Vita del santo •Amoni di Dabra Tonà è attestata nel ms.
EMML 1844, ff. 2IOva_220vb, e sunteggiata nel Sinassario, vd. BUDGE (1928) voI. III, 914-916 «<Ammonius»), e COL/N (1986-97) (Mois de Genbot) 110-Il3; il santo compare anche nella Vita di 'abba 'Abbelo, mss. EMML 1840, ff. 36"'-46'; 1844, ff. 38v_42rb; forse anche EMML 141, ff. 94fll _102 vb ; per la
attestazione nella tradizione letteraria araba cristiana vd. GCAL voI. I, 531 s. v. Ammon (Amàni), dove si
fa menzione della <Nersuchung des Anba Amun durch einen als Weib verkleideten Dii.mon», episodio
centrale della Vita e deI racconto sinassariale etiopici.
18
AlEsSANDRO BAUSI
IV recensione (longior) = GL4
R
CONTI ROSSINI
(1903) 25-41 23 •
n Gadl alle pp. 25-34 (in excerpta); Miracoli numerati, alle pp. 34-41: di 32, sono editi quelli numerati 5, Il, 14, excerptum (n.num.), 20, 25,29,30.
La recensione GL4 è rappresentata soltanto da una stampa; R è stato utilizzato nel proprio studio da GETATCHEW (1990), ed ivi indicato come «G». GL4 è stata a lungo, fino alla
pubblicazione di GL3, l'unica recensione edita, e le notizie reperibili su Libànos nei repertori
e nelle opere di sintesi discendono tutte da questa, e più ancora dal riassunto che di questa
recensione del Gadl Conti Rossini ha fatto nella sua Storia d'Etiopia 24 • Datata a non oltre il
principio del xv sec., sulla base di riferimenti autobiografici dell'autore, GL4 è servita a
detenninare la antichità relativa di toponimi ed etnonimi25 , come anche le prime attestazioni
di parole della lingua tigrina26 • Gli elementi positivi che portano ad una datazione di GL4
all'epoca del re Yesl}.àq (1414-29 d.C.) si riferiscono tutti ai MiracoU27 , e valgono anche per
la recensione GL2; la recensione GLI riporta un elemento a favore di una redazione più tarda, ancora un Miracolo, A 17-Dl 8, dell'epoca di Zar'a Yà'qob (1434-68 d.C.), al momento
del rientro dall'Egitto del nebura 'ed di 'Aksum Sinodà con il metropolita 'abbà Mikà'eL
23 La stampa riprende il testo di un ms. del monastero di Dabra Libanos, vd. CONTI ROSSINI (1903) v.
Come sopra indicato, secondo la lista in possesso dei monaci, presso Dabra Libanos si troverebbero ancora
due mss. del Gadla Libiinos; un ms. vi segnala anche KRZ 80.
24 Per notizie in repertori e letterature, vd. BHO 564; GUIDI (1932) 24, nota l, e 3940; CERUUl (1968)
76; DEB \03-104, a c. di A.K. IRVINE; KRZ 80 (n° 91); HUNTINGFORD (1979) 333; GETATCHEW (1991)
1045, che tiene conto anche di GL3; BRAKMANN (1994) 131-132; BSO voI. Il, 329, a c. di OSVAIDO
RAINERI. Inutile dire che la esposizione nella Storia d'Etiopia è ancor oggi la migliore introduzione al Gadla
libtinos, vd. CONTI ROSSINI (1928) 157-158; buona presentazione critica, frutto di una lettura di prima mano
delle fonti, anche in VAN DEN OUOENRUN (1939) 22-23. La storia di 'abbà Libànos si trova ovviamente
commemorata nel Sinassario al 3 di rea, e Libanos è menzionato anche il 2 di Ijedar, vd. BUDGE (1928)
445 e 205; COUN (1986-97) (Mois de Terr) 26-27; (Mois de lfediir) 242-243. Presso BERHANA MASQAL
(1996) 4-25 e 26-42, spec. 15 e 40-42, è riassunta e, per pochi passi, riportata per esteso, una recensione
diversa, forse simile a GL4, come si dedurrebbe dalla forte presenza di tradizioni locali.
25 CONTI ROSSIN! (1923-25) I parte, 484489 (§. 29. Le rovine di Dahane), spec. 484485, sul toponimo Faqadà, considerato <<centro assai antico», cf. R 31:J.4 e 32 18; CONTI RosslNI (1928) 226; CoNTI RosslNl (1939a)
156, su Yel)a, cf. R 3026 ; CONTI ROSSINI (1942) 139, sulla antica attestazione dei Tedrèr, il gruppo Balaw che
vanta le genealogie con il maggior numero di gradi ascendenti, cf. R 2932,3014 e 3222 ; MORDINI (l941b) 106,
nota l, per la storia della chiesa di Gunaguna, cf. R 281525,316,3221, e cf. anche i Miracoli di GLI (A-27 = D28). CONTI RosslNI (1916) 396 riconosce che il GL può essere stato origine di pretese di dubbia legittimità da
parte del monastero di Dabra Libànos sui feudi del Sarà'e e di gw・セL@
pretese fondate su un tradizionale soggiorno di Libànos in quei territori, cf. per il Sarà'e R 26 12 e 3222 , e per GWelJl;eyà R 26 12 e 3cf5: mi pare però che
il ragionamento potrebbe allora essere esteso, e che gli stessi soggiorni tradizionali di Libànos potrebbero essere
intesi come strumentali a particolari rivendicazioni; su questo vd. oltre.
26 Per l'importaza del GL sotto l'aspetto linguistico, quale antico testimone di parole ligrine, vd. già
CONTI ROSSINI (1903-06) I parte, 23, noia 2.
27 Nei passi in questione il narratore, e si suppone anche l'autore, parla in prima persona: l) Miracolo
A39-BlI-CI5-D40-RI4 (R 36 1•211 ); riporta una testimonianza da lui raccolta dal nebura 'ed di 'Aksum
I;Iara za-Krestos, a proposito del re Sayfa 'Ar'ad (1344-72 d.C.); 2) Miracolo A44-B20-D44-R excerptum
28 29
(R 36 • ); cita un fatto accadutogli nel 29° anno di regno di Dawil (1382-1411 d.C.), dunque nel 1411 d.C.;
5
3) B25-R25 (R 3i ): cita un fatto accadutogli all'epoca del re Yesl)aq (1411-29 d.C); 4) Miracolo A473
1
B34-D47-R29 (R 38 e 39 .2): cita ancora un fatto accadutogli all'epoca del re Yesl]aq, di cui si dice essere il
figlio del fratello di Wedem Safar (1372-82 d.C.).
ApPUNTI SUL GADLA LIBÀNOS
19
Considerando il Gadl (<<Sommario» § 17), riportano GLA al tardo XIV sec. la menzione di
Madl;tanina 'Egzi' (XIV sec. d.C.) ed il riferimento all'Annenia, che presuppone forse la tradizione del viaggio e della morte in quella terra di 'Èwostatéwos (1273-1352 d.C.)28; d'altra
parte la menzione di Dabra Libanos (<<Sommario» § 20) a seguire quelle dell" Am1;larà e
dello Sawà, lo riporterebbe a non prima dell'età di Zar'a Yà'qob (1434-68 d.C.i 9 ; si tratta
però di un aggiornamento facile da supporre nel corso della tradizione manoscritta. Il carattere proprio della recensione GLA, che non a caso ha interessato più delle altre il suo editore30 , sta nel gran numero di toponimi ed etnonimi, di riferimenti puntuali a stabilimenti monastici e chiese, luoghi di culto e tradizioni in genere, del tutto assenti nelle altre recensionel; vero è che in diversi punti l'autore del Gadl non lascia occasione di rimarcare la antica
concessione da parte del re di privilegi e diritti alla comunità (vd. «Sommario» §§ 7 e 22), e
che la precisa citazione dei toponimi e la accanita raccolta di tradizioni locali, può ben essere
dovuta a più tarde esigenze di legittimazione; una valutazione filologica del posto della recensione GLA nella tradizione del testo del GL potrà farsi solo dopo un opportuno scorporo
di quelle tradizioni per le quali risulta fondamento e collocazione cronologica sicura da altre
fonti, prima di tutto dagli atti feudali dell' Evangelo d'oro di Dabra Libanos.
Parole tigrine nel GL
Segue una prima rassegna di occorrenze di parole tigrine, sulla base delle diverse recensioni del Gadi (se ne indicano solo le varianti pertinenti). Parole che nella coscienza
dell'autore sono estranee alla lingua letteraria solo in alcuni casi vengono indicate come
proprie della «lingua di ' Aksum», ma non risulta provato che in mancanza di tale indicazione siano glossate parole non tigrine; in ogni caso, non tutti i termini hanno riscontro
nei lessici disponibili.
l) GadI (A f. 2CY"-v" B f. 18m, C f. 60ra , D f. 24'"): «Chi ha avuto fede in questo, senza
dubbio nel suo paese non faranno ingresso fame o rCl$rii$ (rCl$rii C; rCl$rCl$ D), oppositori
costanti, o pestilenze (bedbed) terrificanti», (A f. 20,n, B f. 18>1>, Cf. 60>1>, D f. 25 m) «ed
inoltre perché si tenessero lontano pestilenze e ra$rii$ (mss. ra$rti$iit) costanti, cioè a dire,
quelle cose simili alle pestilenze»: di rO$rii$ il contesto ci dà il significato, ma non sono
riuscito a trovarne traccia nei lessici; secondo una infonnazione di Yaqob Beyene, si
tratta della «scossa (di terremoto)>>.
I due passi in R 2S3() e 29 11 ; per Madl:mnina 'Egzi' vd. KRZ 81-82 (n° 96); BSO vol. II, 397, a c. di O.
per 'Ewosjàtewos vd. LUSINI (1993) 35-67 e passim, sull' Armenia (' Annanya) pp. 64-67; ancora
su 'Ewosjàtèwos vd. KRZ 70 (n° 49); BSO voI. I, 812-817, a c. dì G. F1ACCADORI.
29 Vd. R 302'l-3(); come noto, il monastero dello Scioa di Dabra 'Asbo, fondato da Takla Hayrniinot, fu ribattezzato in Dabra Libanos all'epoca di Zar'a Yà'qob, vd. TADDESSE (1972) 236.
30 Si deve dar ragione a GrrrATCHEW (1990) 31 , sul fatto che lo scrupolosissimo Conti Rossini non si sia
accinto ad una edizione del GL sulla base dei mss. in suo possesso (A e B), perché non riteneva vi si trovasse
niente di utile alla storia dell'Etiopia antica, rispetto al testo già da lui pubblìcato (R).
31 Per un caso di infiltrazione, o di sopravvivenza, di questo tipo di tradizioni anche in altre recensioni,
vd. i «567 anni» di vita di Libanos, in R 256, ed il soggiorno tradizionale di «70 anni in gw・セケ。ᄏL@
in R
26 12, che si ritrovano anche in A, f. 16'" (<<Sommario» §§ 2, 6 e 12); i «70 anni" in <<Guehcià>, risultano anche
nelle tradizioni raccolte da CONTI ROSSINI (l 942b) 214.
2&
RAINERI;
20
ALESSANDRO BAUSI
2) Miracolo B5-e8-R5 (B f. 24vb, e f. 64m, R 3425-26): «giunse un corvo (qWii'; qo' C)
nero, cioè a dire un kWiikwii (kWek C) nella lingua di ' Aksull1»: kWiikwii è attestato anche in
etiopico, vd. DIL 859 «Perperam Lud. significationem corvus coniecit»; LeD 280; ma cf.
il tigrino kWiils, vd. FDB 630; gセm@
495; MQT 650.
W
3) Miracolo A9-Bll-DIO-Rl1 (A f. 32m-b, B f. 30m, D f. 40m-b, R 359-12): «Allora io セ。ᆳ
nii'ku (hanii'ku R): セ。ョゥGォオ@
(hanii'ku R) significa "ho tossito (sa'alku per sa (alku)", e dal
mio petto è uscito questo oggetto che vedete, grande all'incirca come il palmo di una mano,
che chiamano mastar nella lingua di 'Aksum, e che le donne si legano in testa»: per mastar
vd. FDB 92 «spillone d'argento o di osso che infilano fra i capelli e con cui li spicciano»;
GSM 87-88; non risulta invece attestato nei lessici alcun verbo *l]Ihana 'l'a «tossire».
entrò per la
4) Miracolo B8-e9 (B f. 26m, e f. 64m.va): «Inoltre fu detto: "Un セ。ャウエ・ケッ@
finestra della chiesa e prese (<<con le sue mani» add. C) dell'olio usato per
che nella lingua di
l'illuminazione, volle mangiame e morì all'istante (<<lo セ。HャIウエケッL@
'Aksum vuoI dire "piccola scimmia" (wa 'ageg)>> add. e)>>: wa 'ageg, forse erroneamente
scritto, è certo il tigrino we'iig, vd. FDB 654 «scimmia piccola e assai graziosa colla coda
molto lunga e il pelame liscio e di colore cenericcio; bertuccia; plur. wa 'iigiit (Cercopiti502;
cus sabeus, vel griscoviridis)>>; il sing. è wa'iig (foneticamente equivalente) in gセm@
MQT 666; anche il significato originario di セ。ャウエ・ケッ@
è controverso, oscillando tra «onagro», certamente attestato da passi biblici, e «piccola scimmia», come risulta da altri testi,
tra cui il nostro, vd. DIL 67; KWK 446; LCD 230.
5) Miracolo A43-B20-D44 (A f. 5ya, B f. 36v3 , D f. 69 va- b): «Molti monaci si riunirono
presso di lui, meravigl-iandosi di come viveva da solo in quel luogo desolato, alla fame e
alla sete, al freddo e alla nudità, al caldo e alla fatica, in compagnia degli animali selvatici,
con leoni e leopardi, iene e gazzelle, iraci (geMyiit), bufali (toriit), biibuliit, elefanti (nageyiit), cinghiali ('aQrew), kaniizir (om. A; kaniiziz B): babulii (biibul B) nella lingua di
)Aksum vuoI dire "antilope" ('agtizen), nageyiit vuoI dire "elefanti" (l}armiiz), e bartiwyii
<ba" B) e kaniizir (kaniizer AD) sono il "cinghiale" (maflas; waflas D) e il "porco" Hセ。ᆳ
samii; I;asiimii B)>>: 'agiizen, I;armiiz, maflas e セ。ウュゥ@
sono chiaramente parole tigrine.
Non meno interesse hanno alcuni termini etiopici glossati: a) Kaniizir/zer è l'ar. binzfr, pl.
Qaniizir; b) ba/biibulii, qui glossato 'agiizen «antilope», è attestato in miniature dei più
antichi Vangeli etiopici, vd. i riferimenti in B. (1996-98) III parte, 17-18, nota 1;
all'ipotesi ivi riferita di LEROY (1962) 200, di una derivazione di biibulii dal greco Bouセ。NッL@
attraverso l'intermediario del siriaco bablo (o bONii), è da aggiungere che il termine greco è in ogni caso entrato in etiopico per via diretta, assumendovi la forma bibiilos, vd. GETATCHEW (1981a) 132, nota 35.
Mata( «traduttore»
Il GL è stato spesso invocato a prova dell'esistenza di «influenze siriache» nell'Etiopia
cristiana del V-VI sec. d.C. È noto che la questione ha subito una svolta a partire dagli
anni sessanta, quando l'ipotesi «recepta» delle influenze siriache nella «seconda cristianizzazione» dell'Etiopia è stata incrinata da un fondamentale studio di HJ. Polotsky; è
ApPUNTr SUL GADLA LIBÀNOS
21
vero anche che di queste influenze in seguito non si è negata la possibilità, quanto la validità di parecchi degli elementi probanti addotti 32• Nell'ipotesi tradizionale, Libiinos o
Mata<33 sarebbe il siriaco Mt/..ty, «Matteo», e di Matteo avrebbe tradotto il Vangelo, come
è affermato nel GL: è da notare però che la attribuzione a Mata' della traduzione, e la
supposta allusione al nome siriaco34 , dipendono da un passo che si trova nella sola recensione GIA (R 269- 10): «rimase in BaqIa sette anni nel ventre di una roccia e scrisse (wa,lalJafa) lì il Vangelo del beato Matteo». Ora, anche a prescindere dal dettaglio, non trascurabile, che «scrivere» non è «tradurre» (targWama o 'a'lawa), come comunemente è stato
reso il passo, nelle altre recensioni del GL non vi è alcuna traccia di questa notizia35 •
Quanto finora affermato non milita in principio né a favore né contro la attendibilità delle
tradizioni raccolte in GIA; anche sulla traduzione del Vangelo di Matteo non si può
esprimere un giudizio fondato senza un serio esame delle componenti locali, storiche ecc.
che nel loro insieme connotano così fortemente la recensione GIA rispetto alle altre.
32 Per gli argomenti della tradizione «fecepta» vd. WrrAKOWSKI (1991); lo studio capitale che ha ripercorso e riaperto tutta la questione è POlDTSKY (1964); in una prospettiva storico-culturale più ampia vd,
MARRASSINI (1990); (1999); per il Nuovo Testamento, lo studio approfondito di ZUURMOND (1989) I parte,
114-118 nega il ruolo di apporti siriaci significativi; per il Vecchio Testamento, ad analoghe conclusioni è
pervenuto KNmB (1999) 1-54; l'ipotesi tradizionale è difesa, con alcuni argomenti nuovi, tra cui riferimenti a
Libanos ed al sito di Ham, da RICCI (1993) 196 e 200-20 l; d'altro canto, per un caso ulteriore, quanto sorprendente, a riprova della vastità e profondità dei legami culturali con l'Egitto ciò che peraltro nessuno ha
mai potuto negare: vd. per tutti CONTI ROSSINI (1928) 161-162, ma che è bene ricordare a chi tende ad accentuare l'importanza dei supposti apporti siriaci - vd. B. (2000b).
33 La tradizione etiopica conosce per il santo almeno tre nomi: oltre a Libanos e Matli'. anche quello di
Yesrin, che peraltro non ha fondamento nel CL: KWK 557 s. v. Libanos, come primo significato dà le catene
montuose a Nord di Canaan, e significati da questo derivati; e come secondo «nome proprio, santo siriaco
antiocheno giunto prima dei Nove Santi, che con il suo nome ha ribattezzato Dabra 'Asbo in Dabra Libanos;
il suo secondo nome è Matà', ed il terzo Yesrin»; D1W 704 distingue tre diverse voci; la prima è il toponimo
<<Libano»; la terza un tipo di arbusto; la seconda è «il monaco giusto Hセゥ、・アI@
di nome Libanos, nato in Libano, che giunto nel trecentesimo anno di misericordia nel nostro paese, prima dei Nove Santi, dopo aver a
lungo vissuto predicando il Vangelo, guidò Dabra Libanos prima di 'abbà Taklè (= Takla Haymànot). Il suo
secondo nome è Matli" il suo terzo nome è Yesrin. Detto comunemente 'abba Libànos»; per l'esegesi semidotta di Libanos =«bianco>}, vd. CONTI RosslNI (1942b) 214. Per un quarto nome di Libanos, o meglio per la
particolare identificazione del santo con un re d'Egitto Yasay in un racconto inserito nei Miracoli di Maria,
vd. EMML voI. IX, 238 (<<Yassay, a King in Egypt [Gebl'l who abandoned his throne and became a hennit,
f. 75b. Kasatè Berhan Tasanunà, in his Amharic dictionary, identifies Matli' with this Yassay»); di un altro
Yasay, sempre re d'Egitto, è nota una agiografia mutila, nel rns. Tanàsee 177 = Dagà 'Estitànos 66, XIV-XV
sec., ff. 97rb_l12rb, vd. ora TS 11-12 e 235-236; lo stesso testo si trova integro nel ms. EMML 7602, ff.74"'82rb ; vd. inoltre B. (2000c).
34 La stessa associazione del nome Mara' con il siriaco Mtf!y <<Mattco» non appare oggi a tutti così ovvia
come a CONTI RosslNI (1928) 161 e 223; (l939a) 151; (1942b) 214, nota 3; vd. ZUURMOND (1989) 70;
MARRASSINl (1990) 37; scettico sulla attendibilità della tradizione GEfATCHEW (1990) 34; cO/lira RIccI (1993)
201; considerazioni analoghe a quelle qui esposte, con la discussione del passo del CIA, in KNrnB (1999) 23-24.
35 Con l'ipotesi tradizionale concorda invece perfettamente il passo del CL (forse da una recensione non
lontana da CIA) stampato in BERHANA MASQAL (1996) 4142; sulla fedeltà filologica della citazione e sulla
natura esatta della fonte è impossibile pronunciarsi: «Rimase in solitudine in 'Esgèda e in Baqlà, predicando
la fede, per sette anni. Quindi scrisse e tradusse (,W1J;aja walargWama) il Vangelo di MaUeo, e per questo fu
chiamato Matli ,, cioè a dire in lingua ebraica (belesana [!] 'ebriiyesf) "Matteo"».
22
ALEsSANDRO BAUSI
Sommario del GL36
§ O. CABD] Breve preambolo in prosa rimata. § 1. [ABCDFGR] Titolo dell'omelia di
'Elyas, vescovo di 'Aksum, sul santo Libanos. § 2. [AD] Lungo secondo preambolo in prosa
rimata. § 3. [ABCDFGR] Come MaJ:à' visse la sua vita terrena «067 anni» arid. R; cf. A §
12); nasce il santo, figlio dei ricchi' Abreham e NegeSt (<<re del paese di Rom» AD), eletto
del Signore già prima di venire al mondo; il santo riceve una istruzione completa e manifesta
precocemente i segni della propria santità. § 4. [ABCDFG] I genitori gli promettono una
nobile sposa (<<figlia del re di qw・ウセョAケ¢ᄏ@
R); il santo chiede ripetutamente al padre ed
ottiene di predicare con lui; nella notte un angelo (<<Gabriele» FG) lo chiama e lo invita a
farsi monaco, abbandonando la casa patema; il santo vorrebbe avvertire i genitori, ma
l'angelo lo dissuade; lasciati i panni nuziali, fugge nella notte con indosso degli stracci;
l'angelo lo invita a salire al monastero del Monte degli Ulivi e a ricevere lo scapolare e la
croce. § 5. [ABCDFGR] Guidato dallo Spirito Santo, perviene al Monte degli Ulivi e riceve
lo scapolare da fàkwemis, che lo invita a recarsi nella terra d'Etiopia. § 6. a) [BCFG] TI santo
giunge in terra d'Etiopia, dove sosta a lungo; b) [ADlil santo giunge in terra d'Etiopia, dove
sosta a lungo, predicando e compiendo molti miracoli; c) [R] Libànos ascolta le vicende
della terra d'Etiopia (accenni alle tradizioni raccolte nel Kebra Nagaft) e si reca ivi al Monte
degli Ulivi; rimane sette anni in Baqla e scrive il Vangelo del beato Matteo; soggiorna nel
Sarawè, e in gw・セケ¢@
70 anni (cf. A § 12) nel ventre di una caverna, dove è sepolto un suo
discepolo di nome I:Iayas. § 7. a) i. [ABCDFG] Venuto a sapere di lui, 'Elyas lo fa venire ad
'Aksum; il santo accusa il vescovo di simonia; il re Zagabaza 'Aksum si adira con loro
(<<con lui» FGR) e li caccia; mentre vivono in eremitaggio, 'Adbàni ottiene la conciliazione
e per questo viene chiamato Be'esè salàm (<<Uomo della pace»); resta presso il santo e quindi muore; il santo chiede ed ottiene dal Signore la concessione di una ricompensa per chi
onorerà le sue reliquie quando egli sarà morto; a) ii. [BCFG] chiunque ha creduto in lui si
salverà; )Ad\)àni, che ha operato la pace tra gli uomini, è additato ad esempio. [AD] analoga
concessione del «patto» (kidiin), con maggiore sviluppo della casistica; «per questo fu chiamato Be'ese Salàm)) (forse si tratta di errore: la affermazione doveva riferirsi ad 'Ad\)ani; cf.
R § 17). b) [R] Diffusa la fama del santo in Etiopia, 'Elyàs lo chiama ad 'Aksum; compie di
nascosto miracoli e prodigi; il santo condanna la simonia del clero (<<tre dei qomos, due dei
presbiteri ed uno dei diaconh); cacciato dal re Zagabaza 'Aksum, si reca in Daraqà, e rimane in una grotta: non piovendo da tre anni a motivo della sua cacciata, 'Adbàni è incaricato
di ottenere la riconciliazione; il santo chiede che il re conceda un gWelt al metropolita per far
cessare la simonia; 'Ad\)àni rimane menando santa vita; per invocazione del santo, sessanta
chiese sono costruite. § 8. [ABCDFG] Passi omiletici: citazioni di Mosè, 'Amoni e dei profeti (<<dell'omelia)) add. FG). § 9. [ABCD] TI santo invoca la protezione del Signore sul suo
popolo; inizia il lungo episodio di Bartekoz: Bàrtekoz, figlio di Békoz, va a trovare il santo,
36 Il <<Sommario» dà conto degli aspetti fattuali, ma non della maggiore o minore estensione dei passaggi
di carattere omiletico o parenetico; le parti di R che CONTI ROSSlNI (1903) ha pubblicato in riassunto sono
rifuse e annonizzate, quando possibile, con la narrazione degli altri testimoni, o altrimenti riportate fedelmente con aggiustamenti solo fonnali. La ripetizione di alcuni episodi, che nel «Sommario» compaiono due
volle (p.e. l'episodio di Bàrtekoz ai §§ 9 e 18), è dovuta all'esigenza di preservare l'ordine delle vicende
secondo l'andamento proprio di ciascun rns.
...
ApPUNTI SUL GADLA LIBÀNOS
23
che è raccolto in preghiera, e gli espone la sua condizione miserevole: il padre, morto da
trentacinque anni, ha vissuto da ricco e l'ha lasciato in miseria; il santo, grazie alla rivelazione ricevuta in preghiera, gli confenna quanto tre vicini hanno riferito a Bartekoz circa un
tesoro nascosto lasciatogli dal padre e lo istruisce su come trovarlo, a patto che una parte la
doni alla chiesa, una parte ai poveri e ai miseri, ed una parte la prenda per sé; rifiuta quindi
di benedirlo; trovato l'oro, Bartekoz non ne dà ad altri, e lo sotterra accanto al recinto della
propria casa, sotto un albero di ulivo, contrassegnando il luogo; ritornato dal santo, Bartekoz
affenna di aver dato seguito alla promessa; il santo conosce la sua menzogna, ed irato, trafigge una roccia colpendola con un bastone; Bartekoz stramazza morto per lo sgomento; la
folla, sbigottita, chiede misericordia per Bartekoz, che per intercessione del santo torna in
vita; il santo spiega che l'oro del padre è frutto di iniquità, Bartekoz si contrista, e tornando a
casa ode dalla moglie che l'unico loro figlio è morto, morso da un venne uscito dalla fossa
in cui aveva sepolto l'oro, all'ora in cui il santo si era adirato contro di lui; Bartekoz pensa
comunque di fare due parti dell'oro: una per sé e l'altra secondo la promessa; aperta la cassetta, è morso da un serpente orribile; corre dal santo, che lo rampogna aspramente per la sua
ricaduta, ma che poi lo risana e lo invita a liberarsi dell'oro; munito di una croce datagli dal
santo, Bartekoz la accosta al luogo dove si trova l'oro, e l'ombra della croce riduce il serpente in fumo e l'oro in acqua, che svanisce nel terreno; Bartekoz decide allora di darsi alla
vita eremitica e lascia la moglie; Satana lo aspetta e gli pone dei problemi di coscienza, ma
Bartekoz lo mette in fuga con la croce; ricevuta dal santo la penitenza, Bartekoz è accolto tra
i discepoli del santo, con il nome di Meto Masqal (<<La croce l'ha allontanato»). § lO.
[ABCDFG] Esaltazione della virtù del santo e degli effetti benefici della sua preghiera sul
creato; compiacimento del Signore; esaltazione del santo e di )Adbàni Be'ese salàm; dopo la
morte di )Adbani, concede lo scapolare alla madre di lui; il Signore annuncia al santo che è
venuto il momento della sua dipartita dal mondo terreno; il popolo sgomento crede che il
santo lì abbandoni. § Il. [AD] Lamento della terra d'Etiopia. § 12. [ABCDFG] TI santo li
conforta e tra i discepoli esorta Meto Masqal e ijaylena 'Ab, di cui non si sa altro se non che
era stato curato da una grave malattia; con i due entra nella grotta; il santo invoca la luce del
volto del Signore sul luogo in cui avranno sepolto le sue ossa; il Signore invita il santo a fare
un segno di croce: in quel punto sgorga un' acqua miracolosa; rivolta un 'ultima parola a
MelO Masqal, il santo spira, senza che il discepolo se ne sia accorto; data la notizia della
morte, si apre una gara tra i tre paesi che si contendono le sue spoglie, risolta tirando a sorte;
in quel giorno 'Elyas viene a sapere che il santo Mata' ha trovato il riposo (<<che era rimasto
in questo mondo 567 anni, ed era rimasto in gw・ィセI。@
77 anni» add. A; cf. R § 2 e 6), ed una
voce dal cielo lo esorta a scriveme le gesta. § 13. [FG] Esortazione a celebrare la commemorazione del santo ed a leggere l'omelia; potere salvifico e protettivo della preghiera del santo
e della sua commemorazione. § 14. [AD] Espansione omiletica, dove il santo è paragonato
tra l'altro, a Samuele, Teodoro e Claudio, Marqos del monte Tormaq, Giovanni dal Vangelo
d'oro, Abramo, Isacco e Giacobbe, Giobbe, Mosè, Elia, Giorgio, Fàsiladas, Gabra Krestos.
§ 15. [ABD] Vibrante passo omiletico sulla cacciata del santo, con invocazione al vescovo
'Elyas di 'Aksum; citazione delle parole del vescovo e di un passo contro la simonia dalla
Lettera di Pietro nel Serwdos, vd. B. (1995), testo 284-285, trad. 109 (§§ 3-6); la cecità di
cuore ha impedito agli uomini di godere della presenza del santo e del suo benefico effetto;
il santo in sedia la propria dimora ad oriente di Gabaza )Aksum; elencazione dei benefici di
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ALEsSANDRO BAUSI
cui ha goduto il luogo del suo esilio. § 16. [ABDR] n santo, cacciato in esilio, stabilisce la
propria dimora su una rupe scoscesa, scavando una roccia in foggia di una chiesa; rimane lì
per tre anni; preso un bastone sormontato da una croce e colpita una roccia, ne fa sgorgare
un'acqua miracolosa che ha operato innumerevoli prodigi. § 17. [R] n santo costruisce una
chiesa sopra quella rupe, divenuta poi un grande monastero: lì fu scritto il suo Gadl; di lì se
va nel Bur, a Gunaguna, dove fa scaturire dodici fonti rupestri; il santo esorta Gabra Masqal
a costruire chiese; il santo e 'abba MactVani con il re Gabra Masqal costruiscono la Chiesa di
Beta Masqal, e fatto venire il metropolita la consacrano, concedendole un gWelt: da 'Ag'à
fino a Dag'a e fino a Kesada, da 'EbM fino ad ' Am Dalkom; ,Adbani diviene capo del monastero; il monastero è stato eminente fino a Takla Hàymanot e a Madbanina Egzi'; il santo
si reca a Tarka, a Maya Kebro; quindi muore Be'ese Salam; il santo compie miracoli in tutta
l'Etiopia fino alI" Armanyà; (<per questo fu chiamato Be'ese Salam» (si tratta forse di errore:
la affermazione doveva riferirsi ad ' Adttani, ma il brano in R contiene degli omissis; cf. AD
§ 7). § 18. [R] Storia di Bàrtekoz. § 19. [R] Miracolo del santo, che protegge il paese dal
saccheggio del governatore in Tarkà; il santo si dedica alla predicazione e alle conversioni in
Tadirar, 'Akoren, in ' Aragan, I:Iawanta, in I:Iez, Magno, in Nii'le; costruzione di una chiesa,
per la quale fa venire da ' Aksum il presbitero ' Aron con la sua gente ed un battesimale
(ma{maqé) per fanciulli, posto nella chiesa; il santo opera nella terra di ' Am1)arà, chiamata
Yomàn, mentre giungono truppe devastatrici; con un osso di mandibola essicato taglia la
gola dei demoni e li getta in mare; libera un monaco invasato. § 20. [R] Località dove fa
sgorgare le acque: da Baqla fino a gw・セケ。L@
fino allo Sire, fino a Daraqa, ad 'Ambii Sanet,
ad 'Awgar, a Yel).à: da lì se ne andava con un carro a Gerusalemme; sgorga ancora l'acqua a
'Egala, ad GaャINセ・。L@
nel Samen e nella terra di 'Am1)arà, nello Sawa, nel Darà e a Dabra Libànos; nel Lasta, nel Tanben, nel Gar'alta e nel Hagaray, nello )AIanta, nel I:Iet;len, nel
'Agame, nel' Amus, nel Laqay della terra di May 1)a'iidà, che si chiama Mày $aba, nelluogo detto Mày za'Amlàk, a Magab, Terter, a Ganàl).t, Qarqarra May I:Iarasat, 'Awle'à, Mato',
,Anbasat, Faqàda, Dul).ane, 'Addi Taqana, Bura'e, a Qalt, May I:Iaqlo, Mày Qam, deserto di
La'ot, Dabra Màryam, Samaz; nel Bur, a Majfà' ,Egala, detto Halula, Kesàd Me'enàm, a
Gunagunà, nella terra di Geba, Medhiin Heli, a Baràqit; a 'En!atlo, a Hàmas, a $edà'; il
santo viene tentato nella località di Ham da donne imbellettate adorne di vesti e gemme preziose; il santo fugge le vergini di Ham e maledice il luogo: le vergini ancor oggi non si accoppiano, ma si trasformano in animali alla nascita; il santo cambia paese. § 21. [R] Compiuti altri prodigi, tra cui uno riguardante Gabra Krestos ba(iila Na'lè, il santo annuncia la
propria morte ai due suoi discepoli ijaylena 'Ab e Meto Masqal; entrato nella grotta, manda
a cercare chi lo seppellisca; avuto da Dio il kidiin, muore, e la sua anima è assunta in cielo;
visione del monaco )Aragawi. § 22. [R] n santo è avvolto nelle vesti funebri; giungono
quattro re ortodossi per udire la storia della sua virtù; sorge una discussione tra i discepoli, e
tra i tre paesi che si contendono le spoglie si decide a sorte; durante il trasporto, le acque
sgorgano nei luoghi di sosta; lo seppelliscono nel monte dove si trova una colonna di luce;
in quel giorno 'Elyàs sa che il santo è morto, e una voce dal cielo lo invita a scriverne le virtù; il re Gabra Masqal viene al monastero e vi costruisce una chiesa in tre anni; fatto venire il
metropolita, la chiesa è consacrata il 3 di I:IarnIè e chiamata Gabaza Masqal; la moglie costruisce Faqàda ed il figlio il santuario della croce di Feteryà e sei chiese in Marl).a SafÙ!
Qallay: una a Mastafu; una a Saset; una a Masqal di Gunagunà; sorgono sette monasteri e
ApPUNTI SUL GADLA LtBÀNOS
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sette comunità; il re concede loro in gWelt il Tadrar, $eda', Sar'e; nel Sarawe sette viIIaggi:
Kesad Da'ro sul fiume Bura<Jj, 'Addi Taqana, Dabra rab§as, Ma'talo Leggat, Manadqo,
Nekmes; Medta' Walta, Megba' Mandalt: in questi luoghi non ha diritto di ingresso il
seyum di Gelo Makada; in Hagaray 'Ellantà I:Ieçlèn, e nel Bur sette paesi fino a Dabra Warq;
tra le chiese: una a Na'le, una a Uilel)., una a $a'ada Ba'att, una a Maya Kebro, una a Ram,
Beta Màryam; diciannove chiese a Beta Ma!à'; il numero dei monasteri era di ottanta,
dall'Etiopia fino alla 'Armanya; ad Aksum si trova la storia di come è stata annunciata la
legge proveniente da $eyon e la parola del Signore da Gerusalemme; quando il re Gabra
Masqal ha tìnito, fa uscire il sangue dal suo petto e lo depone sul sepolcro del santo. § 23.
(ABCO (in C il passo è trasposto all'interno del Miracolo AI-BI-CIO-Dl)] Passo omiletico
sulla sincera vocazione del santo e sulle tribolazioni che ha subito; il santo, tentato da donne
imbellettate e adorne, fuggiva di grotta in grotta; invettiva contro l'Etiopia ingrata. § 24.
[AB CO] Quanto segue è testimonianza del monaco o presbitero 'Aron: chiamato dal re e
tenuto in catene per una settimana, raccontò la grandezza del santo; proveniva dalle parti del
suo sepolcro; espose il suo racconto, ma non disse tutto: segue comunque una parte del suo
discorso, concessione di cui l'autore è grato. § 25. [ABCOR] MèlO Masqal si consiglia con
Ijaylena 'Ab sulla commemorazione del santo; i due si distribuiscono le incombenze e consacrano la loro esistenza alla sua memoria; segue il racconto di un miracolo: un giorno,
quando Meto Masqal se ne è andato in campagna per spaccare la legna per la chiesa,
ijaylena 'Ab prende una misura di frumento da macinare per l'offerta; lavatoIo lo depone su
un graticcio di palma, su una pietra larga, e lo lascia asciugare al sole; un gran vento solleva
il frumento e lo trasporta su un alto mònte; l'invocazione della preghiera e della commemorazione del santo fanno ritornare il frumento dov'era, senza che neanche un chicco vada
perso; dopo aver vissuto in digiuni e preghiere muoiono, Meto Masqal dopo ventotto anni e
cinque mesi, il 24 di Genbot; ijaylena 'Ab dopo trentadue anni, il 15 di Miyàzya. § 26.
[ABCO] Passo omiletico e di invito alla commemorazione del santo. § 27. [BC] Lo Spirito
Santo invita il vescovo a scrivere, perché possano leggere nel giorno della sua commemorazione. [AO] Lo Spirito Santo invita il vescovo a scrivere, perché il libro sia salvezza per gli
uomini; potere miracoloso dell'acqua santa del libro. § 28. [ABCO] Le parole del santo sul
potere di intercessione, protettivo e terapeutico dell'invocazione del suo nome; un monaco,
trovandosi nella cella del santo scavata nella roccia, manda a dire ai discepoli del beato di
mostrarglì il seggio fondato sulla luce e la corona luminosa; il santo 'Aragawi Za'adonay
testimonia di averla vista mentre il santo era in vita, e racconta ancora una visione: gli sono
apparse molte porte, diverse l'una dall'altra, e simili al sole, alla fiamma del fuoco, alle braci, alla perla ardente, alla neve, alla verzura, allo stillar della pioggia; un angelo gli ha rivelato che il trono e la corona è la ricompensa per la sofferenza del santo; le porte rappresentano gli angeli, ciascuno di una diversa specie di luce, e la grazia stessa dell'interecessione che
è stata concessa al santo; vi è ricompensa eterna per chi onora il santo e condanna per chi
non lo fa; anche 'Aragawi Za'adonay si unirà alla commemorazione del santo. § 29.
[ABCO] Chiusa.
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