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Forest of Insomnia (intervista)

Ciao e benvenuti! Presentatevi ai nostri lettori! il Progetto "Forest of Insomnia" nasce nel dicembre del 2022. Unico componente in pianta stabile sono io "M." che si occupa della composizione musicale, delle chitarre e programmazione della batteria; per il basso, le chitarre classiche nonchè le parti vocali mi sono servito di artisti che ho conosciuto durante gli anni e che hanno partecipato ad altri miei progetti musicali anche molto diversi da questo.

1) Ciao e benvenuti! Presentatevi ai nostri lettori! il Progetto “Forest of Insomnia” nasce nel dicembre del 2022. Unico componente in pianta stabile sono io “M.” che si occupa della composizione musicale, delle chitarre e programmazione della batteria; per il basso, le chitarre classiche nonchè le parti vocali mi sono servito di artisti che ho conosciuto durante gli anni e che hanno partecipato ad altri miei progetti musicali anche molto diversi da questo. 2) Forest of Insomnia è un bel monicker suggestivo: da una parte abbiano la foresta, cioè qualcosa di vivo, da cui dipende la vita; ma associata all'insonnia, si trasfigura come qualcosa di spaventoso, da incubo: l'insonnia è la mancanza di sonno e non mi ha stupito veder 1 menzionato Cioran (il mio filosofo preferito!) visto che i suoi primi, bellissimi e tragici libri, li scrisse proprio perché tormentato dall'insonnia... In realtà, secondo la mia visione della filosofia di Cioran, questa foresta è un essere sempiterno, una costante. La fissità e la quasi immobilità del tempo rappresentano l'angoscia del sedicente nonintellettuale durante le lunghissime notti in cui era preda dell'insonnia, in cui lui si trasformava quasi in un non-morto. 3) Oltre alla citazione di Cioran, mi ha fatto piacere vedere che tra le vostre fonti di ispirazione per l'album "Black Gaia" menzionate sia James Joyce sia Delacroix... Come mai avete scelto proprio questi artisti? E il titolo "Black Gaia"? Il processo creativo in sé è generazione, cos’altro può essere il Black Metal attuale, se non la creazione di una sorta di “razza divina”, tanto musicale quanto in generale, culturale. Joyce e il suo modernismo catturano quella malinconica rinascita che è seguita agli anni oscuri del nostro immediato passato: il “Notturno” e l’evocativo mistero che nasconde la vastità celeste, svelata da una smarrita e incerta notte d’estate, “Sogni intrisi di rugiada” e il passaggio dalla notte all’alba tremante, lirico e post-romantico risveglio dei sensi, infine, “Una preghiera” a simboleggiare la sottomissione al proprio destino, alle pulsioni della vita e della morte. L’epitome di tanti poemi, ritorna a distanza di secoli. Delacroix, invece, rappresenta un ponte vero e proprio tra gli occhi e l’anima, da ricollegare al “Paradiso perduto” di Milton e alla sconfitta di Satana, che riprende lo stendardo della rivolta e dà coraggio alle sue legioni infernali, preparandole a nuovi turbinosi combattimenti. 4) Proponete un Black Metal molto malinconico, autunnale e decadente (in tal senso la copertina è un ottimo biglietto da visita) quasi Gothic Doom (tanto per fare un nome mi sono venuti in mente i My Dying Bride e anche gli Anathema in "From Dewy Dreams" e "A Prayer"...) 2 Volete parlarci del processo di song writing dell'album? Seguirà un vero e proprio full lenght? Il processo compositivo è del tutto personale: idee, trascrizioni e arrangiamenti arrivano nel tempo come un flusso discontinuo di concetti, che poi si concretizzano in un lavoro organico, anche grazie all’aiuto degli altri membri del progetto, che possono mutare ogni volta che un lavoro prende forma. Conoscere la musica, la letteratura e tanti bravi musicisti aiuta molto a concretizzare le mie visioni. Adoro il fascino dell'EP.... 5) Avete inserito ben tre intermezzi strumentali di pochi secondi... Penso all'uso che ne fecero i Dissection, di brevi strumentali... anche a voi interessa questo lato più cantautoriale che è possibile sviluppare nel Black Metal? Il lato Folk del metal è, in generale, un aspetto molto coinvolgente che mi ha sempre affascinato. La riflessività della chitarra classica, fatta vibrare in un certo modo, porta l’animo umano in un luogo sacro, fatto di dopamina, rilasciata direttamente dal nucleo accumbens del cervello, ovvero dal luogo del piacere. L’elaborazione degli stimoli musicali è sorprendente e per Black Gaia, gli intermezzi costituiscono un vero e proprio pit stop neurale, che snellisce la pesantezza delle parti elettriche e dà un meritato sollievo all’ascoltatore, il quale, con le pile mentali ricaricate, può ricominciare ad ascoltare materiale più pesante da digerire. 6) Bene, concludete con tutto ciò che può essere utile da sapere sul vostro progetto! Ringrazio Fabio Bonazzi Bonaca ex batterista Firbholg per il prezioso aiuto fornitomi alla stesura di questa intevista. Forest of Insomnia tornerà presto a tenervi compagnia nelle vostre notti insonni... 3