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Slide relative al corso di Sociologia dell'Educazione A.A. 2023-2024 tenute da Francesca Rossetti su testo istituzionale di Besozzi 2017
L'articolo è la traduzione italiana della voce enciclopedica Education, Sociology of.
Che cos'è la sociologia dell'educazione La sociologia è la disciplina che studia l'insieme dei fatti sociali: stato e ruolo sociale, comportamenti, relazioni, strutture, funzioni, gruppi formali e informali, istituzioni, organizzazioni, processi. I metodi sono numerosi e diversificati, così come gli orientamenti via via emersi da quando, verso la metà dell'Ottocento, si è cominciato a codificarla, a partire dall'invenzione del suo stesso nome. Gioverà ricordare che il termine "sociologia" è stato coniato nel 1839 da Auguste Comte (1798-1857), il filosofo positivista francese, autore di un monumentale, ma obsoleto, Corso di filosofia positiva in più volumi, che ha esercitato a lungo una notevole influenza sulla cultura europea.
Quaderni di sociologia, 2019
Author reviews, discusses and critiques the contribution of sociology of education to the understanding of Italian teachers’ effects on both the quality of students’ learning and the enhancement of "excellent" students. The analysis has its the roots in two books, one by Argentin (2018), the other by Barabanti (2018). The former stands as a systematic, comprehensive and cross-cultural look at researches in the field of teachers’ and schools’ effectiveness, by incorporating a diverse set of theoretical approaches and by offering a focused insight into the Italian case. The latter relies on a quali-quantitative research conducted in Italy on local and national scale in order to profile and assess the population of excellent students. Author introduces and comments practical and current educational difficulties which may affect the structures and the processes of school enhancements.
I volumi di questa collana sono sottoposti a un sistema di double blind referee LA FORMAZIONE E IL "CARATTERE PRATICO DELLA REALTÀ" Scenari e contesti di una pedagogia in situazione a cura di Enricomaria Corbi, Pascal Perillo Indice Presentazione Mai smettere di farsi domende: muoversi nella realtà Patrizia de Mennato 7 Introduzione Per una pedagogia in situazione: prospettive di indagine Enricomaria Corbi, Pascal Perillo 13 PARTE I L'eredità pedagogica del pragmatismo e il superamento della logica dicotomica in educazione. Il dialogo possibile tra realismo e costruttivismo Enricomaria Corbi Dal "Dewey ipotetico" al "Dewey reale" 23 Pascal Perillo L'approccio educativo transazionale 33 Vincenzo Sarracino Realtà Democrazia Partecipazione. Termini a confronto per la costruzione di un modello deweyano di comunità educativa 47 Giuseppe Spadafora La filosofia come teoria generale dell'educazione per costruire la democrazia 67 Ramón del Castillo L'illusione dell'educazione. Richard Rorty e la crudeltà, di nuovo 85 Stefano Oliverio L'esperienza del reale. L'educazione e il problema della verità 125 PARTE II Le pratiche educative professionali. Prospettive e dispositivi di ricerca e formazione Luigi Pati La mediazione educativa per la composizione pedagogica tra realismo e costruttivismo 155 Loretta Fabbri La formazione situata. Dispositivi per conoscere e coltivare gli apprendimenti informali 169 Bruno Rossi Costruzione e sviluppo della professionalità. Il potere formativo della pratica 185 Domenico Simeone La supervisione nelle professioni educative: uno spazio per apprendere dall'esperienza 203 Claudio Melacarne, Valentina Mucciarelli La progettazione educativa tra significati e materialità 219 Monica Amadini Tra mondo reale e mondi possibili: la progettazione partecipata come dispositivo formativo 239 Pascal Perillo La pratica educativa professionale. Azione e ricerca nella formazione degli educatori 253 85
In questa sezione illustreremo alcuni dei neologismi e dei relativi concetti, perlopiù, ma non esclusivamente, di taglio teorico da noi sviluppati nel corso degli ultimi quindici anni nell'ambito dello studio del rapporto tra la sociolinguistica e la glottodidattica, con particolare riferimento alla didattica dell'italiano a stranieri.
Animazione Sociale, 2010
L’educazione, la pedagogia e l’intervento sociale godono di brutta fama fra i sinti. Ne hanno sperimentato il lato violento, forzatamente assimilazionista. I sinti sono un «popolo resistenza» che è stato capace di fronteggiare i dispositivi rieducativi predisposti nei loro confronti, sebbene con enormi costi personali. Nei mille rivoli dell’intervento sociale, tuttavia, è possibile scorgere anche altre pratiche educative che hanno accompagnato questi gruppi, sostenendone l’emancipazione e l’autodeterminazione. Le iniziative raccontate in questo «inserto» mostrano una modalità tutta diversa di concepire il rapporto fra potere ed educazione. Il primo articolo riassume i principali assunti della «pedagogia zingara» che si è sviluppata negli anni ’60 a partire dalle interpretazioni della «crisi» dei gruppi sinti dovuta all’industrializzazione delle campagne. Nonostante la pervasività delle modalità «ri-educative» esercitate nei confronti dei sinti, l’articolo mostra anche come le pratiche pedagogiche siano andate via via differenziandosi, prendendo distanza da concezioni discriminanti. Pur non essendo superate le forme di intervento di stampo assistenziale e segregante, gli ultimi anni hanno visto fiorire una pluralità di forme di accompagnamento educativo all’insegna del sostegno alle capacità degli individui e dei gruppi. Il secondo articolo racconta un caso emblematico: l’équipe di educatori di una cooperativa di Trento che, riconoscendo le difficoltà e le contraddizioni del proprio intervento con i sinti, ha deciso di intraprendere un percorso di ripensamento delle proprie pratiche. Questa capacità riflessiva ha portato il gruppo ad approfondire la pedagogia freiriana e scoprirne i potenziali fecondi ed euristici. Il terzo articolo approfondisce perciò questioni di metodo e di approccio di Paulo Freire, e segnala i principali insegnamenti che l’esperienza trentina con i sinti consegna al sapere pedagogico. Nel «bazar» di questo numero Mattia Civico riflette sul modo con cui la politica locale si è messa in interazione con i sinti per pensare una legge a loro tutela. L’inserto si conclude con un dialogo su una seconda esperienza: quella del servizio di sviluppo di comunità del Comune di Venezia. Anche in questo caso la dimensione dell’apprendimento è stata centrale per intraprendere percorsi di mediazione con il territorio, di empowerment e di miglioramento delle condizioni abitative. La conflittualità che ha caratterizzato gli anni più recenti ha spinto gli operatori a una maggiore comprensione delle strategie che i sinti adottano per dare senso al contesto in cui vivono.
https://www.casadellacultura.it/937/la-costituzione-come-cassetta-degli-attrezzi, 2019
Per comprendere la vicenda relativa alla Legge che ha istituito un nuovo curricolo nelle scuole di ogni ordine e grado, quello di Educazione Civica, e le ragioni della sua bocciatura da parte del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, è necessario avere presente il contesto in cui l'azione del ministro Bussetti-ma a nostro parere anche dell'attuale Fioramonti-si è inserita. In verità, quando si affronta l'argomento della scuola e della politica di riforme che l'ha ininterrottamente investita negli ultimi decenni, tale accorgimento diventa presupposto metodologico essenziale. Senza questa premessa, risulta difficile comprendere le ragioni sulla base delle quali i deputati, hanno votato un provvedimento che, a un'attenta lettura, mostrava delle contraddizioni interne tali da renderlo addirittura inapplicabile. La nuova disciplina, infatti, che impropriamente, a nostro parere, viene denominata "Educazione civica", presenta un carattere approssimativo, il suo fondamento epistemologico risulta inesistente, non fa riferimento ad alcun bagaglio di studi e a una preparazione specifica che il docente avrebbe dovuto acquisire in un ben specifico indirizzo universitario. Riteniamo però che, per molti dei deputati, tali criticità non apparivano decisive, in quanto l'iniziativa obbediva alla logica, in atto ormai da alcuni anni, in base alla quale un'azione di carattere distruttivo rispetto all'organizzazione della scuola fondata sui contenuti culturali e sui saperi disciplinari risulta più urgente di un'altra di tipo costruttivo; prevale infatti l'esigenza di creare una situazione dalla quale non è più possibile tornare indietro, e dove il nuovo personale in ingresso non possa avere esperienza di un modo d'insegnare fondato su presupposti affatto diversi. L'idea di introdurre un nuovo curricolo potrebbe sembrare paradossale in un clima, quale quello che si respira nelle stanze ministeriali, tutto teso a squalificare il sapere disciplinare e a dissolverlo in nome del "saper fare", di una metodologia di fatto sganciata dai contenuti, il riferimento ai quali diventa strumentale e privo di qualsiasi logica mirata a favorire una completa consapevolezza culturale (1). In realtà, ed è questa la proposta interpretativa che intendiamo offrire, anche questa novità legislativa, al pari di quelle passate, si rileva estremamente coerente con le intenzioni appena richiamate, e concorre a dissolvere ancora di più un'idea di scuola fondata sull'irrinunciabilità della comunicazione di alcuni contenuti di cultura, saldamente ancorati alla storia, ai temi e ai metodi della singole discipline. Conviene allora, per onestà intellettuale, riferirsi direttamente al testo della legge, la n° 92, approvata dalla Camera dei deputati il 20 agosto scorso. Presupposto per leggere gli articoli è quanto è scritto al comma 8 dell'articolo 2, laddove si precisa che dall'introduzione della nuova disciplina "non devono derivare incrementi o modifiche dell'organico del personale scolastico, né ore d'insegnamento eccedenti rispetto all'orario obbligatorio previsto dagli insegnamenti vigenti". Risulta necessario, dunque, occupare ore già esistenti, sino a oggi dedicate ad altre discipline o attività. Il Ministero non poteva permettersi, evidentemente, di sottrarre ore alla disciplina della storia, già pesantemente decurtata in questi ultimi anni; peraltro, il ministero si era trovato recentemente in difficoltà a causa della cancellazione di fatto della traccia storica dai temi assegnati all'Esame di Stato, per le polemiche
Pensiero critico - Scritti internazionali in onore di Michele Borrelli/Internationale Beiträge zu Ehren von Michele Borrelli, Cosenza: Luigi Pellegrini Editore 2011, pp. 367-384
Swiss Journal of Educational Research, 2000
Nell’articolo si affronta dapprima la questione della definizione delle scienze dell’educazione che in Italia si presenta con due accezioni: come indicativa delle varie scienze umane (psicologia, sociologia, psicoanalisi, ecc.) nel momento in cui si occupano esplicitamente del fenomeno educativo la prima e indicativa delle diverse specificazioni della pedagogia generale (storia della pedagogia; didattica; pedagogia speciale; pedagogia sperimentale; pedagogia degli adulti; ecc.) la seconda. Su questa base si discute l’evoluzione delle scienze dell’educazione a partire dalla seconda guerra mondiale, ponendo l’accento sui fattori che ne hanno condizionato le due anime: da un lato le esigenze di carattere sociale con riferimento a problematiche extra-scolastiche, dall’altro lato il diffondersi di un reale interesse per la formazione professionale degli insegnanti. Di particolare interesse è l’evoluzione della didattica che è alla ricerca di una autonomia delle varie specificazioni attra...
British Museum Middle East Newsletter, 2023
Thaumazein Revista Online De Filosofia, 2013
FAIVRE X. (dir.) 2023. Argiles. De la physique du matériau à l'expérimentation, Actes des journées d'étude du Programme Collectif « Argiles » (2018-2020), Archaeopress, Oxford, p. 256-265., 2023
Lecture notes in business information processing, 2018
International Journal of Education and the Arts, 2019
Business History Review , 2024
Nucleation and Atmospheric Aerosols, 2017
Journal of Cerebral Blood Flow & Metabolism, 2000
Ritur Revista Iberoamericana De Turismo, 2015
CIRED - Open Access Proceedings Journal, 2017
IEEE Transactions on Education, 2001
Jurnal Ekonomi dan Pembangunan Indonesia, 2005