Tigor: rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica, 2024
Nel presente saggio il “classico”, inteso nel suo significato originario come ciò che permane di ... more Nel presente saggio il “classico”, inteso nel suo significato originario come ciò che permane di valido attraverso il tempo, viene identificato con una tradizione di pensiero sviluppatasi nell’antichità greca, romana e medievale. Trattasi precisamente della tradizione filosofica, tramandata dai tempi di Socrate, che giunge, attraverso Platone e Aristotele, fino agli Stoici e a Cicerone, per prolungarsi poi nella speculazione scolastica, specialmente nella riflessione teologica di Tommaso d’Aquino. In particolare, la fecondità e l’attualità di tale tradizione viene evidenziata, per quanto attiene al suo manifestarsi in ambito giuridico, attraverso un’indagine sulle definizioni ulpianee di ius e iustitia, più specificamente sul significato che si può attribuire oggi all’espressione “ius suum”.
For Thomas Aquinas, the right of each is determined according to justice in the judgement of the ... more For Thomas Aquinas, the right of each is determined according to justice in the judgement of the judge, always in relation not only to a common measure, the law, but also to what is due to others. From some indications in his writings, we can infer that the method by which this result is made possible is dialectics, specifically disputative dialectics, which operates through the same argumentative, comparative, and selective procedures employed to resolve a scholastic dispute. This kind of dialectics has a logical structure that still proves its relevance today, despite the changing times and customs. It therefore proves to be particularly well suited to determining one's right even in complex and pluralistic societies such as ours.
WHAT ANTHROPOLOGY FOR AI? RESEARCH PERSPECTIVES
This essay intends to outline a philosophical-ju... more WHAT ANTHROPOLOGY FOR AI? RESEARCH PERSPECTIVES
This essay intends to outline a philosophical-juridical research perspective on the anthropological foundation of the design of Artificial Intelligence (hereinafter AI). In particular, it aims to indicate which anthropological conception should guide the solution of the legal problems connected to the instrumental relationships that are established between AI and human subjects. Pursuing this objective, after having examined the main anthropological conceptions of our time, consequentialism, deontologism and natural law theory, it is argued that a personalist anthropology, supported by a philosophical-dialectical justification, is the one that allows us to look at the human being always also as an end and never simply as a means of intelligent systems. In the conclusions, with the aim of promoting the protection of human dignity, it is proposed to reactivate a philosophical anthropology, and more specifically to rediscover the importance of the philosophy of law, especially with reference to the theory of fundamental rights and the conditions of their protection.
Etsi Deus non daretur… Scritti in onore di Serenella Armellini, 2023
Nella teoresi tommasiana la ricerca della verità è opera collettiva, condivisa, dialetticamente c... more Nella teoresi tommasiana la ricerca della verità è opera collettiva, condivisa, dialetticamente condotta. Se questa concezione viene riscontrata metodologicamente all’opera in tutti i campi della conoscenza probabile, la possiamo ritrovare in modo particolarmente evidente nel mondo del diritto, in particolare sulla scena giudiziaria. Tommaso ce ne fornisce un significativo esempio in alcuni passi della Summa Theologica, da cui emerge chiaramente che nel processo la ricerca della verità richiede imprescindibilmente il confronto dialettico tra il giudice e le parti.
Su iniziativa di Elvio Ancona, dell’Università degli Studi di Udine, e Alberto Scerbo, dell’Unive... more Su iniziativa di Elvio Ancona, dell’Università degli Studi di Udine, e Alberto Scerbo, dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, si intende promuovere un programma di ricerca diretto a sviluppare incontri, progetti, discussioni e pubblicazioni sulla base del riconoscimento comune dell’importanza del pensiero classico quale fondamento e punto di partenza per ogni serio e vantaggioso avanzamento della conoscenza nell’ambito filosofico-giuridico, filosofico-politico, e filosofico in generale.
che la tecnica normalmente praticata per la risoluzione del conflitto tra diritti di pari rango è... more che la tecnica normalmente praticata per la risoluzione del conflitto tra diritti di pari rango è il cosiddetto bilanciamento. Meno noto è che questa tecnica non è che una particolare realizzazione di un modello di ragionamento che è tipico della giurisprudenza classica e comunemente, anche se non sempre consapevolmente, praticato dai giuristi di ogni epoca. La manifestazione più compiuta di questo modello è probabilmente rivenibile nelle quaestiones disputatae dei giuristi medievali.
Il potere e la grazia. Attualità di sant'Agostino, 1998
Il saggio intende evidenziare la differenza tra l'agostinismo politico medievale e la concezione ... more Il saggio intende evidenziare la differenza tra l'agostinismo politico medievale e la concezione politica di s. Agostino
In questo studio si commenta l’articolo "Utrum iudici liceat iudicare contra veritatem quam novit... more In questo studio si commenta l’articolo "Utrum iudici liceat iudicare contra veritatem quam novit, propter ea quae in contrarium proponuntur" (Summa Theol., II-II, q. 67, a. 2). Se ne trae l’insegnamento per cui la conoscenza diligentemente ottenuta nel processo con il contributo delle parti, ed espressa nel giudizio, rappresenta in ogni caso, in rapporto alle prove pubblicamente acquisite, la massima approssimazione possibile alla verità, per lo meno dal punto di vista epistemologico.
Tigor: Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica”, 2022
Il rapporto tra diritto e guerra può essere considerato sia come opposizione tra due concetti rad... more Il rapporto tra diritto e guerra può essere considerato sia come opposizione tra due concetti radicalmente antitetici, assolutamente incompatibili, per cui dove c'è guerra non c'è, o non c'è più, diritto e dove c'è diritto non ci può essere guerra, sia come complementarietà, rapporto dialettico, per cui, così come il diritto può non essere totalmente giusto o totalmente ingiusto, allo stesso modo potremmo dire che in genere si verificano conflitti che non sono né totalmente giusti né totalmente ingiusti, né per quanto riguarda una parte, né per quanto riguarda l'altra. In questa seconda prospettiva è possibile pensare anche ad un ordinamento del conflitto che ne consenta il superamento non nei termini dell'annientamento del nemico, ma in quelli di una riconciliazione, della ricostruzione di un rapporto tra parti che si riconoscono reciprocamente per la comune umanità.
This short introduction aims to provide the theoretical background and highlight the key issues t... more This short introduction aims to provide the theoretical background and highlight the key issues that are necessary to understand the research questions addressed by the papers collected in the focus section «Legitimacy of Law and Legitimation of Power at the Time of the Twilight of Sovereignty». We first deal with the roots of the problem of legality and legitimacy in the context of the so-called «crisis of sovereignty», suggesting that it depends on the recent transformations in the political, economic and legal systems, in which the relations and balances between legitimacy and legality, law and justice, authority and power, are being redefined. We then close with an outline of the section’s structure and contents.
Ordines. Per un sapere interdisciplinare sulle istituzioni europee, 2022
Il presente saggio intende ricostruire la concezione giusfilosofica di Michel Villey al fine di p... more Il presente saggio intende ricostruire la concezione giusfilosofica di Michel Villey al fine di poter valutare il suo contributo alla tradizione giusnaturalista. A questo scopo, risulta determinante la sua riscoperta del diritto naturale classico, aristotelico-tomista, in quanto opposto al giusnaturalismo moderno e ai suoi riduzionismi (§2). Dopo averne tracciato il quadro storico (§3), la rielaborazione villeyana del diritto naturale classico viene esposta illustrandone i temi fondamentali: l’osservazione della natura quale fonte del diritto naturale (§4.1), la relazione del diritto naturale con la legge naturale (§4.2), con il diritto positivo (§4.3) e con il diritto soggettivo (§4.4), la metodologia del diritto naturale (§5). Si considerano infine il dibattito sviluppatosi intorno all’opera del filosofo francese, evidenziando alcuni profili per cui, nonostante la fondatezza di alcune critiche, il suo pensiero manifesta perdurante validità (§6).
This essay intends to show how the methodology of judicial reasoning, especially its articulation... more This essay intends to show how the methodology of judicial reasoning, especially its articulation in a context of discovery and a context of justification, can be structured in a very similar way to the disputative dialectics of medieval scholastics, above all if the latter is rethought in the light of Thomistic partition of Aristotelian logic in via inventionis and via iudicii. It is thus possible to highlight a significant structural affinity between judicial controversy and scholastic disputation. In both cases, in fact, it is crucial, on the one hand, the identification of the solution on the basis of the principles common to the parties involved (context of discovery/via inventionis), on the other, the evaluation and refutation of the opposite arguments (context of justification/via iudicii).
Il presente saggio considera il profilarsi di quello che si potrebbe denominare un "tomismo diale... more Il presente saggio considera il profilarsi di quello che si potrebbe denominare un "tomismo dialettico", un approccio metodologico alla concezione tommasiana del diritto che intende sottolineare l'importanza della dialettica nella teoria e nella prassi dell'Aquinate, e si pone perciò, quasi naturalmente, come alternativo, o quantomeno integrativo, rispetto al tomismo analitico oggi in voga, risultando peraltro sicuramente più consono di esso tanto allo spirito del maestro domenicano, quanto alla teoria del diritto, alla dottrina e alla giurisprudenza del nostro tempo.
L’Ircocervo. Rivista elettronica italiana di metodologia giuridica, teoria generale del diritto e dottrina dello Stato, 2009
La concezione corrispondentista della verità: problemi aperti-Anche in base alle risultanze del d... more La concezione corrispondentista della verità: problemi aperti-Anche in base alle risultanze del dibattito suscitato in Italia dalla riforma del processo penale la concezione corrispondentista della verità è risultata il più soddisfacente paradigma conoscitivo in quell'ambito della realtà costituito dalla controversia giudiziaria1. Al fine di evitare facili fraintendimenti o confusioni, occorre subito precisare al riguardo che almeno in tale ambito la corrispondenza con la realtà deve essere intesa non come riferita direttamente ad enunciati, al modo tarskiano, e quindi come fenomeno immediatamente osservabile, quanto piuttosto come criterio di verificazione degli enunciati stessi, che devono essere provati2. Ci resta però ancora da comprendere come tale criterio effettivamente operi e come possiamo epistemicamente conoscerlo, perché possa costituire il paradigma, fornire il principio esplicativo, delle nostre conoscenze scientifiche, e quindi anche processuali. Proviamo dunque ad esaminare con attenzione quella che può forse essere considerata la teoria corrispondentista per antonomasia, la concezione tomistica della verità come adaequatio rei et intellectus3. Essa infatti è forse anche quella, fra le varie teorie corrispondentiste, che permette di rendere meglio ragione dello svolgersi del nostro processo conoscitivo. Ciò è dovuto alla peculiare dottrina tomistica dell'intelligibilità dell'ente che vi è sottesa, in quanto l'adequatio dell'intelletto alla realtà è possibile secondo Tommaso solo perché la realtà è in se stessa intelligibile. 2. La concezione tomistica della verità: la dottrina dell'intelligibilità dell'ente-Consideriamo pertanto innanzitutto la concezione tomistica dell'intelligibilità dell'ens4. Tale concezione ha indubbiamente il suo tratto caratterizzante, la sua "cifra", nella tesi che l'ens, ogni realtà che partecipa dell'esse5, sia integralmente intelligibile in quanto concepita e posta "in essere" dall'intelletto divino6. La dipendenza dall'intellezione divina, tuttavia, per quanto geneticamente fondamentale, non è necessaria per riconoscere l'essenziale intelligibilità dell'ens. Lo dimostra in modo emblematico il primo articolo delle Quaestiones disputatae de veritate, che contiene quella che è stata considerata "la trattazione più esplicita e particolareggiata" sull'argomento7, e in cui, a proposito della convenientia entis ad intellectum, si parla unicamente dell'intelletto umano, vis cognitiva dell'anima8. Ivi, non solo si afferma che ogni ente, in quanto ente, è conoscibile dal nostro intelletto9, ma si suggerisce che viene anzi virtualmente già conosciuto da esso fin dal suo primissimo atto, la conceptio entis10. E si direbbe che sia anche per questo, in quanto l'intelletto umano conosce immediatamente sebbene confusamente l'ens, che l'anima viene aristotelicamente ritenuta quodam modo omnia. 11 L'ens, quindi, nella sua totalità, ogni ente e tutto l'ente, è ad un tempo confusamente conosciuto e distintamente conoscibile dal nostro intelletto. E il nostro pensiero (ratiocinatio), quale attività discorsiva dell'intelletto che trasforma il conoscibile in conosciuto12, non è che il manifestarsi dell'ens, è-per così dire-l'ens stesso in quanto ci diviene progressivamente noto13. La celebre formula intellectus in actu est intellectum in actu, che l'Aquinate riprende da Aristotele14 e pone a caposaldo della propria gnoseologia15, esprime compiutamente il realismo di questa concezione. Che cos'è allora il vero in questa prospettiva? Vero è innanzitutto l'intelletto allorché attualmente conosce l'ens così com'è16. Verum est declarativum et manifestativum esse, asserisce Tommaso citando Ilario di Poitiers17 nell'articolo summenzionato, e questo è sicuramente il primo modo in cui dobbiamo intendere l'essere "vero"18. Ma "vero" può essere detto per analogia anche l'ens, in quanto conoscibile dal nostro intelletto per quello che è19. Vero è anzi-appare sostenere l'Aquinate-lo stesso esse in quanto semplicemente intelligibile20. La dottrina tomistica della verità delle cose significa allora che, oltre ad essere attualmente conosciute dall'intelletto divino, esse sono conoscibili da parte dell'intelletto umano, ciò che costituisce una fondamentale condizione di possibilità perché vi sia anche una verità del nostro intelletto come attuale conoscenza dell'ens. L'affermazione dell'esistenza di una verità delle cose, tuttavia, in quanto significa altresì che la loro conoscibilità è una conoscibilità totale21, deve misurarsi al tempo stesso con il problema della propria dimostrabilità: è realmente sicuro-ci si potrebbe infatti chiedere-che la verità così intesa sia una caratteristica di ogni ente e di tutto l'ente, dell'ens nella sua totalità? È realmente sicuro cioè che la conoscibilità dell'ens, di ogni ente, sia una conoscibilità totale? Più precisamente, è proprio sicuro che ogni ente sia integralmente conoscibile dal nostro intelletto? Da un intelletto come il nostro la cui capacità conoscitiva è limitata e rimane sempre, anche quando comincia ad essere attuata, in potenza nei suoi confronti? Lo sarebbe ugualmente anche se per assurdo non ci fosse l'intelletto divino che lo conosce attualmente? La risposta di Tommaso, che è, come abbiamo visto22, senza dubbio affermativa, può essere efficacemente provata riflettendo su un suo ragionamento. Si tratta della curiosa dimostrazione per impossibile sviluppata dal maestro domenicano nel secondo articolo delle sue Quaestiones a sostegno dell'asserzione secondo cui la verità, in quanto implica relazione all'intelletto divino, inerisce alle cose per prius rispetto alla verità concepita in relazione all'intelletto umano. «Se anche non ci fosse l'intelletto umano,-egli scrive-le cose si direbbero ugualmente vere in ordine all'intelletto divino; ma se, per assurdo [per impossibile], non ci fossero entrambi gli intelletti e restassero solo le cose, la nozione di verità non rimarrebbe in nessun modo»23. Ciò che, espresso in termini positivi, significa che la nozione di verità rimarrebbe, anche se per impossibile non ci fosse l'intelletto umano, per il solo fatto che esiste l'intelletto divino. Ma,-potremmo a nostra volta chiederci continuando a ragionare per impossibile-rimarrebbe ugualmente se esistesse solo l'intelletto umano? Riconosciuto che secondo la filosofia tomistica si tratterebbe comunque di impossibile eventualità, appare difficile escluderlo se, come Tommaso stesso aveva poco innanzi sostenuto proprio in riferimento alla nostra facoltà conoscitiva, «nella misura in cui c'è dell'entità in qualcosa, quest'entità è di natura tale da conformarsi all'intelletto, e in base a ciò ivi consegue la nozione di vero»24. Possiamo allora concludere che l'ens, considerato nella sua totalità, non sarebbe vero, non potrebbe essere conosciuto, solo se non esistesse alcun intelletto che potesse conoscerlo, eventualità anch'essa appunto impossibile, se non altro perché manifestamente contraria all'esperienza del nostro attuale intendere25. Cosicché, alla domanda se potrebbe l'ens non essere totalmente vero, intelligibile, sembra che si possa rispondere, perlomeno sulla base di questi testi, non appena che potrebbe essere siffatto "solo se non ci fosse alcun intelletto che, come l'intelletto divino, lo conosca totalmente"; potremmo infatti più semplicemente anche affermare che l'ens potrebbe non essere vero, intelligibile, "solo se non ci fosse nessun intelletto, neppure un intelletto in potenza come il nostro". Ciò vuol dire che la potenzialità del nostro conoscere non costituisce un'obiezione alla verità, all'intelligibilità dell'ens. L'ens è nella sua totalità vero, intelligibile, non perché lo conosciamo o lo conosceremo attualmente come tale, bensì già solo per il fatto che possiamo conoscerlo. Non tutti i problemi sono perciò ancora risolti. Infatti,-potremmo ulteriormente chiedere una volta provata questa nostra capacità conoscitiva-come possiamo essere certi che si tratti di una capacità reale26? Come facciamo cioè a sapere che questa capacità noi possiamo effettivamente attuarla? È proprio sicuro che l'ens, che conosciamo solo virtualmente, possiamo anche attualmente conoscerlo? È sicuro che l'ens non siamo in grado di conoscerlo che fino a un certo punto? O, più radicalmente ancora, è sicuro che ciò che conosciamo non sia altro che una nostra rappresentazione dell'ens, e non l'ens in se stesso? La risposta a tutte queste domande, in verità, noi l'abbiamo già incontrata ed è racchiusa nel fatto che, come abbiamo visto27, la potenzialità del nostro intendere non è potenzialità pura, ma potenzialità immanente nella conoscenza attuale, per quanto confusa e indistinta, dell'ens. È in questa originaria apprensione dell'ens l'autentica forza del realismo tomista. In essa alberga la più radicale soluzione del problema critico28. Per essa infatti si spiega, in quanto la totalità dell'ens ci è già immediatamente benché confusamente nota, perché non potremmo essere vittime di un genio ingannatore o-come nella più aggiornata immagine putmaniana-cervelli in una vasca29. E per essa altresì si dimostra che possiamo conoscere "veramente", pur non conoscendola attualmente in maniera chiara e distinta, tutta la realtà. Cosicché nell'intellectus entis tutto l'esse si manifesta immediatamente come vero, sebbene non ancora distintamente conosciuto. Perché venga anche distintamente conosciuto, occorrerà tutto lo sviluppo discorsivo e progressivo del nostro conoscere razionale. E che il vero sia l'esse stesso in quanto diviene manifesto al nostro intelletto, e non ciò che il nostro intelletto si rappresenta, lo dimostrano anzi proprio la discorsività e la progressività di tale conoscere. 3. La concezione tomistica della verità: la dottrina del giudizio-La discorsività e progressività del nostro conoscere, peraltro, rivelano anche la specifica posizione dell'intelletto umano nella gerarchia ascendente delle intelligenze. Per Tommaso, infatti, erede in questo della tradizione...
Marsilio da Padova, a cura di E. Ancona e F. Todescan, Cedam, Padova., 2007
Lo studio sulla letteratura critica che nell'ultimo cinquantennio si è occupata del pensiero di M... more Lo studio sulla letteratura critica che nell'ultimo cinquantennio si è occupata del pensiero di Marsilio da Padova conduce a interrogarsi, a partire dalle più recenti interpretazioni del Defensor pacis, su alcuni problemi giusfilosofici fondamentali che in quell'opera furono sollevati e sulle soluzioni che vi furono prospettate.
Indice: Premessa; 1. Marsilio e i problemi della sua opera; 2. Marsilio e le sue fonti; 3. Marsilio e la nascita della comunità politica; 4. Marsilio e la costituzione della comunità politica; 5. Marsilio e la legislazione della comunità politica; 6. Marsilio e la disputa sui due poteri; 7. La tesi dell’ideologia marsiliana; 8. Conclusioni; Bibliografia; Indice dei nomi.
Tigor: Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica, 2021
Nel presente lavoro si propone un percorso di Law and Literature volto ad esaminare due modi di s... more Nel presente lavoro si propone un percorso di Law and Literature volto ad esaminare due modi di stare di fronte all'ingiustizia, e quindi due diverse concezioni della giustizia, corrispondenti, dal punto di vista giuridico, a due concezioni dell'autonomia soggettiva e, dal punto di vista letterario, a due interpretazioni dell'Antigone di Sofocle. Nella prima parte del saggio queste due concezioni troveranno riscontro nei due principali romanzi di Lewis Carroll, "Alice's Adventures in Wonderland", e il suo seguito, "Through the Looking-Glass".
The present essay proposes an itinerary of Law and literature that intends to consider two ways of facing injustice, therefore two different concepts of justice: they correspond, from a jurical point of view, to two concepts of subjective autonomy and, from a literary point of view, to two interpretations of Sophocles’ Antigone. In the first part of this essay these two concepts will be found in the two Carroll’s major novels, "Alice's Adventures in Wonderland", and its sequel, "Through the Looking-Glass".
Il tomismo giuridico del XX secolo. Antologia di autori e testi, 2015
Notaio e filosofo del diritto spagnolo, Juan Vallet de Goytisolo occupa indubbiamente un posto di... more Notaio e filosofo del diritto spagnolo, Juan Vallet de Goytisolo occupa indubbiamente un posto di grande rilievo nella filosofia del diritto ispanica del secolo scorso, essendosi distinto per essere continuatore e rinnovatore del giusnaturalismo classico, in particolare del giusnaturalismo tomistico.
Tigor: rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica, 2024
Nel presente saggio il “classico”, inteso nel suo significato originario come ciò che permane di ... more Nel presente saggio il “classico”, inteso nel suo significato originario come ciò che permane di valido attraverso il tempo, viene identificato con una tradizione di pensiero sviluppatasi nell’antichità greca, romana e medievale. Trattasi precisamente della tradizione filosofica, tramandata dai tempi di Socrate, che giunge, attraverso Platone e Aristotele, fino agli Stoici e a Cicerone, per prolungarsi poi nella speculazione scolastica, specialmente nella riflessione teologica di Tommaso d’Aquino. In particolare, la fecondità e l’attualità di tale tradizione viene evidenziata, per quanto attiene al suo manifestarsi in ambito giuridico, attraverso un’indagine sulle definizioni ulpianee di ius e iustitia, più specificamente sul significato che si può attribuire oggi all’espressione “ius suum”.
For Thomas Aquinas, the right of each is determined according to justice in the judgement of the ... more For Thomas Aquinas, the right of each is determined according to justice in the judgement of the judge, always in relation not only to a common measure, the law, but also to what is due to others. From some indications in his writings, we can infer that the method by which this result is made possible is dialectics, specifically disputative dialectics, which operates through the same argumentative, comparative, and selective procedures employed to resolve a scholastic dispute. This kind of dialectics has a logical structure that still proves its relevance today, despite the changing times and customs. It therefore proves to be particularly well suited to determining one's right even in complex and pluralistic societies such as ours.
WHAT ANTHROPOLOGY FOR AI? RESEARCH PERSPECTIVES
This essay intends to outline a philosophical-ju... more WHAT ANTHROPOLOGY FOR AI? RESEARCH PERSPECTIVES
This essay intends to outline a philosophical-juridical research perspective on the anthropological foundation of the design of Artificial Intelligence (hereinafter AI). In particular, it aims to indicate which anthropological conception should guide the solution of the legal problems connected to the instrumental relationships that are established between AI and human subjects. Pursuing this objective, after having examined the main anthropological conceptions of our time, consequentialism, deontologism and natural law theory, it is argued that a personalist anthropology, supported by a philosophical-dialectical justification, is the one that allows us to look at the human being always also as an end and never simply as a means of intelligent systems. In the conclusions, with the aim of promoting the protection of human dignity, it is proposed to reactivate a philosophical anthropology, and more specifically to rediscover the importance of the philosophy of law, especially with reference to the theory of fundamental rights and the conditions of their protection.
Etsi Deus non daretur… Scritti in onore di Serenella Armellini, 2023
Nella teoresi tommasiana la ricerca della verità è opera collettiva, condivisa, dialetticamente c... more Nella teoresi tommasiana la ricerca della verità è opera collettiva, condivisa, dialetticamente condotta. Se questa concezione viene riscontrata metodologicamente all’opera in tutti i campi della conoscenza probabile, la possiamo ritrovare in modo particolarmente evidente nel mondo del diritto, in particolare sulla scena giudiziaria. Tommaso ce ne fornisce un significativo esempio in alcuni passi della Summa Theologica, da cui emerge chiaramente che nel processo la ricerca della verità richiede imprescindibilmente il confronto dialettico tra il giudice e le parti.
Su iniziativa di Elvio Ancona, dell’Università degli Studi di Udine, e Alberto Scerbo, dell’Unive... more Su iniziativa di Elvio Ancona, dell’Università degli Studi di Udine, e Alberto Scerbo, dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, si intende promuovere un programma di ricerca diretto a sviluppare incontri, progetti, discussioni e pubblicazioni sulla base del riconoscimento comune dell’importanza del pensiero classico quale fondamento e punto di partenza per ogni serio e vantaggioso avanzamento della conoscenza nell’ambito filosofico-giuridico, filosofico-politico, e filosofico in generale.
che la tecnica normalmente praticata per la risoluzione del conflitto tra diritti di pari rango è... more che la tecnica normalmente praticata per la risoluzione del conflitto tra diritti di pari rango è il cosiddetto bilanciamento. Meno noto è che questa tecnica non è che una particolare realizzazione di un modello di ragionamento che è tipico della giurisprudenza classica e comunemente, anche se non sempre consapevolmente, praticato dai giuristi di ogni epoca. La manifestazione più compiuta di questo modello è probabilmente rivenibile nelle quaestiones disputatae dei giuristi medievali.
Il potere e la grazia. Attualità di sant'Agostino, 1998
Il saggio intende evidenziare la differenza tra l'agostinismo politico medievale e la concezione ... more Il saggio intende evidenziare la differenza tra l'agostinismo politico medievale e la concezione politica di s. Agostino
In questo studio si commenta l’articolo "Utrum iudici liceat iudicare contra veritatem quam novit... more In questo studio si commenta l’articolo "Utrum iudici liceat iudicare contra veritatem quam novit, propter ea quae in contrarium proponuntur" (Summa Theol., II-II, q. 67, a. 2). Se ne trae l’insegnamento per cui la conoscenza diligentemente ottenuta nel processo con il contributo delle parti, ed espressa nel giudizio, rappresenta in ogni caso, in rapporto alle prove pubblicamente acquisite, la massima approssimazione possibile alla verità, per lo meno dal punto di vista epistemologico.
Tigor: Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica”, 2022
Il rapporto tra diritto e guerra può essere considerato sia come opposizione tra due concetti rad... more Il rapporto tra diritto e guerra può essere considerato sia come opposizione tra due concetti radicalmente antitetici, assolutamente incompatibili, per cui dove c'è guerra non c'è, o non c'è più, diritto e dove c'è diritto non ci può essere guerra, sia come complementarietà, rapporto dialettico, per cui, così come il diritto può non essere totalmente giusto o totalmente ingiusto, allo stesso modo potremmo dire che in genere si verificano conflitti che non sono né totalmente giusti né totalmente ingiusti, né per quanto riguarda una parte, né per quanto riguarda l'altra. In questa seconda prospettiva è possibile pensare anche ad un ordinamento del conflitto che ne consenta il superamento non nei termini dell'annientamento del nemico, ma in quelli di una riconciliazione, della ricostruzione di un rapporto tra parti che si riconoscono reciprocamente per la comune umanità.
This short introduction aims to provide the theoretical background and highlight the key issues t... more This short introduction aims to provide the theoretical background and highlight the key issues that are necessary to understand the research questions addressed by the papers collected in the focus section «Legitimacy of Law and Legitimation of Power at the Time of the Twilight of Sovereignty». We first deal with the roots of the problem of legality and legitimacy in the context of the so-called «crisis of sovereignty», suggesting that it depends on the recent transformations in the political, economic and legal systems, in which the relations and balances between legitimacy and legality, law and justice, authority and power, are being redefined. We then close with an outline of the section’s structure and contents.
Ordines. Per un sapere interdisciplinare sulle istituzioni europee, 2022
Il presente saggio intende ricostruire la concezione giusfilosofica di Michel Villey al fine di p... more Il presente saggio intende ricostruire la concezione giusfilosofica di Michel Villey al fine di poter valutare il suo contributo alla tradizione giusnaturalista. A questo scopo, risulta determinante la sua riscoperta del diritto naturale classico, aristotelico-tomista, in quanto opposto al giusnaturalismo moderno e ai suoi riduzionismi (§2). Dopo averne tracciato il quadro storico (§3), la rielaborazione villeyana del diritto naturale classico viene esposta illustrandone i temi fondamentali: l’osservazione della natura quale fonte del diritto naturale (§4.1), la relazione del diritto naturale con la legge naturale (§4.2), con il diritto positivo (§4.3) e con il diritto soggettivo (§4.4), la metodologia del diritto naturale (§5). Si considerano infine il dibattito sviluppatosi intorno all’opera del filosofo francese, evidenziando alcuni profili per cui, nonostante la fondatezza di alcune critiche, il suo pensiero manifesta perdurante validità (§6).
This essay intends to show how the methodology of judicial reasoning, especially its articulation... more This essay intends to show how the methodology of judicial reasoning, especially its articulation in a context of discovery and a context of justification, can be structured in a very similar way to the disputative dialectics of medieval scholastics, above all if the latter is rethought in the light of Thomistic partition of Aristotelian logic in via inventionis and via iudicii. It is thus possible to highlight a significant structural affinity between judicial controversy and scholastic disputation. In both cases, in fact, it is crucial, on the one hand, the identification of the solution on the basis of the principles common to the parties involved (context of discovery/via inventionis), on the other, the evaluation and refutation of the opposite arguments (context of justification/via iudicii).
Il presente saggio considera il profilarsi di quello che si potrebbe denominare un "tomismo diale... more Il presente saggio considera il profilarsi di quello che si potrebbe denominare un "tomismo dialettico", un approccio metodologico alla concezione tommasiana del diritto che intende sottolineare l'importanza della dialettica nella teoria e nella prassi dell'Aquinate, e si pone perciò, quasi naturalmente, come alternativo, o quantomeno integrativo, rispetto al tomismo analitico oggi in voga, risultando peraltro sicuramente più consono di esso tanto allo spirito del maestro domenicano, quanto alla teoria del diritto, alla dottrina e alla giurisprudenza del nostro tempo.
L’Ircocervo. Rivista elettronica italiana di metodologia giuridica, teoria generale del diritto e dottrina dello Stato, 2009
La concezione corrispondentista della verità: problemi aperti-Anche in base alle risultanze del d... more La concezione corrispondentista della verità: problemi aperti-Anche in base alle risultanze del dibattito suscitato in Italia dalla riforma del processo penale la concezione corrispondentista della verità è risultata il più soddisfacente paradigma conoscitivo in quell'ambito della realtà costituito dalla controversia giudiziaria1. Al fine di evitare facili fraintendimenti o confusioni, occorre subito precisare al riguardo che almeno in tale ambito la corrispondenza con la realtà deve essere intesa non come riferita direttamente ad enunciati, al modo tarskiano, e quindi come fenomeno immediatamente osservabile, quanto piuttosto come criterio di verificazione degli enunciati stessi, che devono essere provati2. Ci resta però ancora da comprendere come tale criterio effettivamente operi e come possiamo epistemicamente conoscerlo, perché possa costituire il paradigma, fornire il principio esplicativo, delle nostre conoscenze scientifiche, e quindi anche processuali. Proviamo dunque ad esaminare con attenzione quella che può forse essere considerata la teoria corrispondentista per antonomasia, la concezione tomistica della verità come adaequatio rei et intellectus3. Essa infatti è forse anche quella, fra le varie teorie corrispondentiste, che permette di rendere meglio ragione dello svolgersi del nostro processo conoscitivo. Ciò è dovuto alla peculiare dottrina tomistica dell'intelligibilità dell'ente che vi è sottesa, in quanto l'adequatio dell'intelletto alla realtà è possibile secondo Tommaso solo perché la realtà è in se stessa intelligibile. 2. La concezione tomistica della verità: la dottrina dell'intelligibilità dell'ente-Consideriamo pertanto innanzitutto la concezione tomistica dell'intelligibilità dell'ens4. Tale concezione ha indubbiamente il suo tratto caratterizzante, la sua "cifra", nella tesi che l'ens, ogni realtà che partecipa dell'esse5, sia integralmente intelligibile in quanto concepita e posta "in essere" dall'intelletto divino6. La dipendenza dall'intellezione divina, tuttavia, per quanto geneticamente fondamentale, non è necessaria per riconoscere l'essenziale intelligibilità dell'ens. Lo dimostra in modo emblematico il primo articolo delle Quaestiones disputatae de veritate, che contiene quella che è stata considerata "la trattazione più esplicita e particolareggiata" sull'argomento7, e in cui, a proposito della convenientia entis ad intellectum, si parla unicamente dell'intelletto umano, vis cognitiva dell'anima8. Ivi, non solo si afferma che ogni ente, in quanto ente, è conoscibile dal nostro intelletto9, ma si suggerisce che viene anzi virtualmente già conosciuto da esso fin dal suo primissimo atto, la conceptio entis10. E si direbbe che sia anche per questo, in quanto l'intelletto umano conosce immediatamente sebbene confusamente l'ens, che l'anima viene aristotelicamente ritenuta quodam modo omnia. 11 L'ens, quindi, nella sua totalità, ogni ente e tutto l'ente, è ad un tempo confusamente conosciuto e distintamente conoscibile dal nostro intelletto. E il nostro pensiero (ratiocinatio), quale attività discorsiva dell'intelletto che trasforma il conoscibile in conosciuto12, non è che il manifestarsi dell'ens, è-per così dire-l'ens stesso in quanto ci diviene progressivamente noto13. La celebre formula intellectus in actu est intellectum in actu, che l'Aquinate riprende da Aristotele14 e pone a caposaldo della propria gnoseologia15, esprime compiutamente il realismo di questa concezione. Che cos'è allora il vero in questa prospettiva? Vero è innanzitutto l'intelletto allorché attualmente conosce l'ens così com'è16. Verum est declarativum et manifestativum esse, asserisce Tommaso citando Ilario di Poitiers17 nell'articolo summenzionato, e questo è sicuramente il primo modo in cui dobbiamo intendere l'essere "vero"18. Ma "vero" può essere detto per analogia anche l'ens, in quanto conoscibile dal nostro intelletto per quello che è19. Vero è anzi-appare sostenere l'Aquinate-lo stesso esse in quanto semplicemente intelligibile20. La dottrina tomistica della verità delle cose significa allora che, oltre ad essere attualmente conosciute dall'intelletto divino, esse sono conoscibili da parte dell'intelletto umano, ciò che costituisce una fondamentale condizione di possibilità perché vi sia anche una verità del nostro intelletto come attuale conoscenza dell'ens. L'affermazione dell'esistenza di una verità delle cose, tuttavia, in quanto significa altresì che la loro conoscibilità è una conoscibilità totale21, deve misurarsi al tempo stesso con il problema della propria dimostrabilità: è realmente sicuro-ci si potrebbe infatti chiedere-che la verità così intesa sia una caratteristica di ogni ente e di tutto l'ente, dell'ens nella sua totalità? È realmente sicuro cioè che la conoscibilità dell'ens, di ogni ente, sia una conoscibilità totale? Più precisamente, è proprio sicuro che ogni ente sia integralmente conoscibile dal nostro intelletto? Da un intelletto come il nostro la cui capacità conoscitiva è limitata e rimane sempre, anche quando comincia ad essere attuata, in potenza nei suoi confronti? Lo sarebbe ugualmente anche se per assurdo non ci fosse l'intelletto divino che lo conosce attualmente? La risposta di Tommaso, che è, come abbiamo visto22, senza dubbio affermativa, può essere efficacemente provata riflettendo su un suo ragionamento. Si tratta della curiosa dimostrazione per impossibile sviluppata dal maestro domenicano nel secondo articolo delle sue Quaestiones a sostegno dell'asserzione secondo cui la verità, in quanto implica relazione all'intelletto divino, inerisce alle cose per prius rispetto alla verità concepita in relazione all'intelletto umano. «Se anche non ci fosse l'intelletto umano,-egli scrive-le cose si direbbero ugualmente vere in ordine all'intelletto divino; ma se, per assurdo [per impossibile], non ci fossero entrambi gli intelletti e restassero solo le cose, la nozione di verità non rimarrebbe in nessun modo»23. Ciò che, espresso in termini positivi, significa che la nozione di verità rimarrebbe, anche se per impossibile non ci fosse l'intelletto umano, per il solo fatto che esiste l'intelletto divino. Ma,-potremmo a nostra volta chiederci continuando a ragionare per impossibile-rimarrebbe ugualmente se esistesse solo l'intelletto umano? Riconosciuto che secondo la filosofia tomistica si tratterebbe comunque di impossibile eventualità, appare difficile escluderlo se, come Tommaso stesso aveva poco innanzi sostenuto proprio in riferimento alla nostra facoltà conoscitiva, «nella misura in cui c'è dell'entità in qualcosa, quest'entità è di natura tale da conformarsi all'intelletto, e in base a ciò ivi consegue la nozione di vero»24. Possiamo allora concludere che l'ens, considerato nella sua totalità, non sarebbe vero, non potrebbe essere conosciuto, solo se non esistesse alcun intelletto che potesse conoscerlo, eventualità anch'essa appunto impossibile, se non altro perché manifestamente contraria all'esperienza del nostro attuale intendere25. Cosicché, alla domanda se potrebbe l'ens non essere totalmente vero, intelligibile, sembra che si possa rispondere, perlomeno sulla base di questi testi, non appena che potrebbe essere siffatto "solo se non ci fosse alcun intelletto che, come l'intelletto divino, lo conosca totalmente"; potremmo infatti più semplicemente anche affermare che l'ens potrebbe non essere vero, intelligibile, "solo se non ci fosse nessun intelletto, neppure un intelletto in potenza come il nostro". Ciò vuol dire che la potenzialità del nostro conoscere non costituisce un'obiezione alla verità, all'intelligibilità dell'ens. L'ens è nella sua totalità vero, intelligibile, non perché lo conosciamo o lo conosceremo attualmente come tale, bensì già solo per il fatto che possiamo conoscerlo. Non tutti i problemi sono perciò ancora risolti. Infatti,-potremmo ulteriormente chiedere una volta provata questa nostra capacità conoscitiva-come possiamo essere certi che si tratti di una capacità reale26? Come facciamo cioè a sapere che questa capacità noi possiamo effettivamente attuarla? È proprio sicuro che l'ens, che conosciamo solo virtualmente, possiamo anche attualmente conoscerlo? È sicuro che l'ens non siamo in grado di conoscerlo che fino a un certo punto? O, più radicalmente ancora, è sicuro che ciò che conosciamo non sia altro che una nostra rappresentazione dell'ens, e non l'ens in se stesso? La risposta a tutte queste domande, in verità, noi l'abbiamo già incontrata ed è racchiusa nel fatto che, come abbiamo visto27, la potenzialità del nostro intendere non è potenzialità pura, ma potenzialità immanente nella conoscenza attuale, per quanto confusa e indistinta, dell'ens. È in questa originaria apprensione dell'ens l'autentica forza del realismo tomista. In essa alberga la più radicale soluzione del problema critico28. Per essa infatti si spiega, in quanto la totalità dell'ens ci è già immediatamente benché confusamente nota, perché non potremmo essere vittime di un genio ingannatore o-come nella più aggiornata immagine putmaniana-cervelli in una vasca29. E per essa altresì si dimostra che possiamo conoscere "veramente", pur non conoscendola attualmente in maniera chiara e distinta, tutta la realtà. Cosicché nell'intellectus entis tutto l'esse si manifesta immediatamente come vero, sebbene non ancora distintamente conosciuto. Perché venga anche distintamente conosciuto, occorrerà tutto lo sviluppo discorsivo e progressivo del nostro conoscere razionale. E che il vero sia l'esse stesso in quanto diviene manifesto al nostro intelletto, e non ciò che il nostro intelletto si rappresenta, lo dimostrano anzi proprio la discorsività e la progressività di tale conoscere. 3. La concezione tomistica della verità: la dottrina del giudizio-La discorsività e progressività del nostro conoscere, peraltro, rivelano anche la specifica posizione dell'intelletto umano nella gerarchia ascendente delle intelligenze. Per Tommaso, infatti, erede in questo della tradizione...
Marsilio da Padova, a cura di E. Ancona e F. Todescan, Cedam, Padova., 2007
Lo studio sulla letteratura critica che nell'ultimo cinquantennio si è occupata del pensiero di M... more Lo studio sulla letteratura critica che nell'ultimo cinquantennio si è occupata del pensiero di Marsilio da Padova conduce a interrogarsi, a partire dalle più recenti interpretazioni del Defensor pacis, su alcuni problemi giusfilosofici fondamentali che in quell'opera furono sollevati e sulle soluzioni che vi furono prospettate.
Indice: Premessa; 1. Marsilio e i problemi della sua opera; 2. Marsilio e le sue fonti; 3. Marsilio e la nascita della comunità politica; 4. Marsilio e la costituzione della comunità politica; 5. Marsilio e la legislazione della comunità politica; 6. Marsilio e la disputa sui due poteri; 7. La tesi dell’ideologia marsiliana; 8. Conclusioni; Bibliografia; Indice dei nomi.
Tigor: Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica, 2021
Nel presente lavoro si propone un percorso di Law and Literature volto ad esaminare due modi di s... more Nel presente lavoro si propone un percorso di Law and Literature volto ad esaminare due modi di stare di fronte all'ingiustizia, e quindi due diverse concezioni della giustizia, corrispondenti, dal punto di vista giuridico, a due concezioni dell'autonomia soggettiva e, dal punto di vista letterario, a due interpretazioni dell'Antigone di Sofocle. Nella prima parte del saggio queste due concezioni troveranno riscontro nei due principali romanzi di Lewis Carroll, "Alice's Adventures in Wonderland", e il suo seguito, "Through the Looking-Glass".
The present essay proposes an itinerary of Law and literature that intends to consider two ways of facing injustice, therefore two different concepts of justice: they correspond, from a jurical point of view, to two concepts of subjective autonomy and, from a literary point of view, to two interpretations of Sophocles’ Antigone. In the first part of this essay these two concepts will be found in the two Carroll’s major novels, "Alice's Adventures in Wonderland", and its sequel, "Through the Looking-Glass".
Il tomismo giuridico del XX secolo. Antologia di autori e testi, 2015
Notaio e filosofo del diritto spagnolo, Juan Vallet de Goytisolo occupa indubbiamente un posto di... more Notaio e filosofo del diritto spagnolo, Juan Vallet de Goytisolo occupa indubbiamente un posto di grande rilievo nella filosofia del diritto ispanica del secolo scorso, essendosi distinto per essere continuatore e rinnovatore del giusnaturalismo classico, in particolare del giusnaturalismo tomistico.
Vae mihi si non thomistizavero. Il giusnaturalismo di ispirazione tomista nel secolo XX, 2024
«Vae mihi, si non thomistizavero!». Il celebre monito che Jacques Maritain rivolgeva a se stesso ... more «Vae mihi, si non thomistizavero!». Il celebre monito che Jacques Maritain rivolgeva a se stesso e ai suoi amici più fidati ben rappresenta l’intento degli autori esaminati, oltre a lui, in questo studio, tutti impegnati, come il filosofo francese, a tracciare nuove strade per riscoprire la sapienza giuridica di Tommaso d'Aquino: Francesco Olgiati, Heinrich Rommen, Michel Villey, John M. Finnis. L’esclamazione esprime anche efficacemente il senso complessivo del volume, non perché si debba o si voglia “tomistizzare” a tutti i costi, in modo ideologico, la realtà giuridica, ma in quanto sembra davvero importante evidenziare l’attualità della filosofia tomista del diritto naturale, così come si è manifestata, da diverse angolature, nel secolo XX.
Il volume monografico “Veritas est adaequatio rei et intellectus. L’epistemologia tommasiana di f... more Il volume monografico “Veritas est adaequatio rei et intellectus. L’epistemologia tommasiana di fronte alle problematiche del processo penale” intende considerare il contributo della riflessione di Tommaso d’Aquino alla soluzione delle problematiche inerenti alla ricerca della verità nel processo. Come suggerisce il titolo, infatti, la dottrina tommasiana dell’adaequatio si mostra in grado di apportare un significativo contributo all’epistemologia giudiziaria, in quanto, in combinazione con la riflessione dell’Aquinate sulla certitudo probabilis delle testimonianze, permette di coniugare la consapevolezza che nell’amministrazione della giustizia, come in ogni materia variabile e contingente, non possiamo raggiungere certezze assolute, con la convinzione di poter nondimeno conoscere ciò che con più probabilità si è effettivamente verificato. Il volume si rivolge a studenti e studiosi di filosofia e giurisprudenza e si sviluppa tramite un fecondo confronto tra il pensiero tommasiano e le recenti vicende dell’ordinamento processualpenalistico italiano.
ENGLISH ABSTRACT
Veritas est adaequatio rei et intellectus. Thomistic Epistemology Facing Criminal Trial’s Problems.
Does it still make sense to seek the truth in trials? Does it make sense in our criminal trial, based on the adversarial principle and characterized by exclusionary rules that sometimes seem to preclude an authentic fact-finding? But, most of all, if truth keeps playing a role in criminal proceedings, what truth are we talking about? And what concept of truth do we need?
The Thomistic doctrine of truth as adaequatio rei et intellectus helps us to answer these questions. This doctrine, in fact, proves to be able to offer an important contribution to forensic epistemology, because, in conjunction with Thomistic reflections on the certitudo probabilis of witnesses, it allows us to combine the claim that in legal matters (like in all variable and contingent subjects) we can never reach absolute certainty, with the conviction that one can nonetheless know what, with more probability, really happened.
Moreover, the disputative dialectics. practised by Aquinas as a method for searching the truth (as adaequatio) gives us a conclusive support to select and check the various decision hypothesis that are formulated throughout the trial. In this way it allows to identify the hypothesis that, among the possible alternatives, “corresponds” with more probability to the facts of the case, and even, as it must be in criminal trials, to ascertain if the prosecution’s case corresponds to them “beyond any reasonable doubt”.
Nel corso del ‘900 l’opera di Tommaso d’Aquino ha destato un vivace interesse, ispirando pensator... more Nel corso del ‘900 l’opera di Tommaso d’Aquino ha destato un vivace interesse, ispirando pensatori e studiosi nei più svariati campi del sapere. Non fa eccezione l’ambito della scienza giuridica: la concezione tommasiana della legge e del diritto è facilmente rinvenibile alla base delle riflessioni di molti influenti giuristi e filosofi.
Questo volume si propone di testimoniare la vitalità del tomismo giuridico, presentando il pensiero e i testi di alcuni autori che, pur con diverse sensibilità e orientamenti speculativi, attraverso la loro opera ne hanno mostrato l’incisiva presenza nel secolo scorso. Gli autori considerati sono Heinrich Rommen, Giuseppe Graneris, Giovanni Battista Biavaschi, Francesco Olgiati, Jacques Maritain, Michel Villey, Georges Kalinowski, Juan Vallet de Goytisolo, Guido Soaje Ramos, Arthur Kaufmann, John Finnis, Martin Rhonheimer, Russell Hittinger. Selezionati senza alcuna pretesa di esclusività, essi si sono indubbiamente distinti per aver ripensato la concezione tommasiana facendone emergere la fecondità e l’attualità in rapporto ai problemi giuridici del loro tempo. I rispettivi testi sono introdotti da altrettante presentazioni allo scopo di evidenziarne tanto l’originalità e la rilevanza, quanto gli aspetti critici e problematici.
Via iudicii intends to reconstruct the Thomistic conception of judicial reasoning and its relevan... more Via iudicii intends to reconstruct the Thomistic conception of judicial reasoning and its relevance for contemporary methodological debate. A close reading of Aquinas’ passages about judicial issues, in fact, shows the importance of disputative dialectics in structuring the reasoning which leads to the judicial decision, and especially its central role in three crucial phases of the decision making process: the detection of principles that are shared by the parties, the comparison and the evaluation of their respective theses and the knowledge of the facts of the case. In this study one can see how the Thomistic perspective allows understanding the dialectical nature of judicial reasoning and, in so far as judgment can be considered a paradigmatic moment of juridical experience, the dialectical nature of juridical reasoning as such.
Il volume, inserito nella collana diretta da Franco Todescan “Lex naturalis. Testi scelti di filo... more Il volume, inserito nella collana diretta da Franco Todescan “Lex naturalis. Testi scelti di filosofia del diritto medievale”, presenta una sezione antologica di testi marsiliani introdotta da uno studio di Elvio Ancona sulla letteratura critica che nell’ultimo cinquantennio si è occupata del pensiero del Patavino. Lo studio bibliografico, in particolare, nella rivisitazione delle più recenti interpretazioni del Defensor pacis, trova occasione per interrogarsi su alcuni problemi giusfilosofici fondamentali che in quell’opera furono sollevati e sulle soluzioni che vi furono prospettate.
In questa prospettiva, dunque, viene esaminata innanzitutto la discussione relativa all’ispirazione di fondo della riflessione di Marsilio, riassumibile nella domanda se egli si debba ritenere “magis aristotelicus” o “magis christianus”, e a quale tipo di aristotelismo o di cristianesimo eventualmente si riferisca. Vengono successivamente considerate le principali teorie fiorite intorno alle grandi tematiche “istituzionali” del Defensor pacis, concernenti l’origine, l’organizzazione e la legislazione della civitas sive regnum, tematiche che sono state affrontate dagli studiosi ricorrendo a concezioni che andavano di volta in volta dal naturalismo al convenzionalismo, dal repubblicanesimo all’assolutismo, dalla teonomia al giuspositivismo. Ci si sofferma quindi sulla diuturna controversia che, con riguardo alla politica religiosa del legislator marsiliano, ha fatto parlare, con linguaggio spesso consapevolmente anacronistico, di “secolarismo” o addirittura “laicismo” e, alternativamente, di “cesaropapismo”. Si conclude infine con la disputa storiografica sulla collocazione del Mainardini tra medioevo e modernità, e con la valutazione delle indicazioni che, in termini di “ideologia marsiliana”, la complessa vicenda ermeneutica esaminata offre per una comprensione unitaria del significato della sua opera.
All’origine della sovranità is a critical reflection on the complex and articolated sequence of e... more All’origine della sovranità is a critical reflection on the complex and articolated sequence of events which, in the first half of the fourteenth century, brought to the crisis of Dyonisian hierarchical system and to the modern conception of sovereignty. In fact, the principle superiorem non recognoscere appears for the first time in juridical experience during the dispute about the two powers, when opponents of papal claims perceived the need to create new models of order, by which to replace the hierocratic representation of the hierarchical system.
After having considered the different conceptions of Dyonisian order in the late Middle Ages, the Author dwells on the two main contrasting paradigms: Marsilio’s organicism and Dante’s humanism. The first was coupled with clearly conventionalist theses, and led to the supremacy of the sovereignty principle and to a total submission of citizens to the public will; on the contrary, the second heightened persons’ capacity for self-regulation in accordance with a law that is given them with their being, and that directs them both to the beatitudo huius vite and, above all, to the beatitudo vite ecterne.
Because of this contrast, through the philosophical arguments of the disputants, the problem of the relation between the two powers emerges in all its dramatic complexity. It wasn’t only a question to recognize preeminences or supremacies, autonomies or subjections, but to pronounce upon the conception itself of political community, of its ordering principle, and of its juridical shape. For this reason the alternative between Dante and Marsilio will mark out the whole subsequent juridical and political experience, up to our days.
Relazione presentata nell'ambito del Convegno internazionale “Il diritto naturale tra positivismo... more Relazione presentata nell'ambito del Convegno internazionale “Il diritto naturale tra positivismo e anti-positivismo nel pensiero giuridico e politico otto-novecentesco” (Arezzo, Casa del Petrarca, 5-6 giugno 2024).
Seminario del PSD DISG ricerca 2022-25, WP8-Soggettività umana e innovazione tecnologica. Problem... more Seminario del PSD DISG ricerca 2022-25, WP8-Soggettività umana e innovazione tecnologica. Problematiche e prospettive neuroscientifiche e filosofiche in tema di diritti.
Udine, 13 giugno 2023, h. 14.30-17 – Università degli Studi, Polo economico-giuridico, Via Tomadini, 30/A, Sala Tomadini.
La Summer school sull’AI Act, che avrà luogo a Udine dal 3 al 6 settembre presso la nostra sede, ... more La Summer school sull’AI Act, che avrà luogo a Udine dal 3 al 6 settembre presso la nostra sede, nasce come scuola interdisciplinare e interdipartimentale nell’ambito del Progetto interdipartimentale sull’IA (PSA 2022-25). La Scuola è rivolta a dottorandi, dottori di ricerca e studiosi che desiderano approfondire il regolamento europeo sull'intelligenza artificiale attraverso un approccio pluriprospettico. Il vasto e articolato programma consente di considerare questo documento sotto una molteplicità di aspetti: informatici, etici, politici, economici, e giuridici in senso stretto. Attraverso interventi approfonditi da parte di esperti riconosciuti a livello internazionale, panel di discussione e un doctoral consortium, i partecipanti potranno acquisire una visione completa su come l'intelligenza artificiale possa essere regolamentata e implementata responsabilmente e quali sfide ciò comporta. La scuola è rivolta a dottorandi e dottori di ricerca. È previsto un numero massimo di 40 partecipanti selezionati secondo il criterio di ordine di iscrizione. L’iscrizione è gratuita. Per iscriversi, collegarsi al sito web: https://ai-act-school.uniud.it/, dove si troveranno ulteriori informazioni.
Summer School 14-16 SETTEMBRE, 2023
Padova - Dipartimento FISPPA - Sala delle Edicole (Piazza Ca... more Summer School 14-16 SETTEMBRE, 2023 Padova - Dipartimento FISPPA - Sala delle Edicole (Piazza Capitaniato, 3)
Un recente sondaggio ha rilevato che lo 81,9 % dei cittadini italiani ha sentito parlare di intelligenza artificiale, ma che solo il 19,3 % di loro saprebbe dire cos’è. Eppure, il nome e il programma di ricerca che essa costituisce sono presenti dalla metà del secolo scorso, ma è negli ultimi decenni che l’acronimo AI è divenuto sinonimo di trasformazioni profonde in ogni aspetto della nostra forma di vita. Che con Intelligenza Artificiale si intenda simulare capacità umane o aprire una nuova era, nella quale una forma una nuova forma di conoscenza soppianterà la nostra, il riferimento all’uomo risulta essenziale in tutti gli approcci di analisi finora tentati. Il riferimento alla categoria di Umanesimo richiama questo rapporto in direzione di un approfondimento dell’antropologia che ha sorretto il discorso epistemico di discipline quali l’Etica, il Diritto e la Politica – discipline che in queste giornate saranno chiamate a rispondere alla sfida che la AI rappresenta per ciascuna di esse. La scelta del formato della Scuola Estiva si deve alla considerazione che il tema – a dispetto della sua presenza nel dibattito pubblico – necessiti ancora di momenti di formazione approfondita e di un attivo dibattito multidisciplinare. In tale prospettiva, il programma vedrà impegnati studiosi esperti di intelligenza artificiale provenienti dalle aree scientifiche di interesse, ma anche filosofi e giuristi, nonché studenti interessati ad affrontare le questioni in momenti di serrata interazione dialogica. Oltre all’Università di Padova – sede ospitante – hanno avuto ruolo decisivo nell’organizzazione scientifica le Università di Udine, di Genova, e l’Università per Stranieri di Perugia, nonché l’Associazione Filosofia Classica e Prassi, a testimonianza del rilevante carattere nazionale e internazionale che si intende conferire all’iniziativa.
Udine, 14 giugno 2023
Sala Tomadini, Via Tomadini 30/A, ore 9:30 -13:30
Seminario del PSD DISG r... more Udine, 14 giugno 2023 Sala Tomadini, Via Tomadini 30/A, ore 9:30 -13:30
Seminario del PSD DISG ricerca 2022-25, WP2-Soggettività umana e innovazione tecnologica. Problematiche e prospettive neuroscientifiche e filosofiche in tema di diritti.
Programma della settimana didattica estiva del dottorato di ricerca interateneo "Storia delle so... more Programma della settimana didattica estiva del dottorato di ricerca interateneo "Storia delle società, delle istituzioni e del pensiero. Dal medioevo all’età moderna" (Trieste, 20-23 giugno 2022)
Programma della settimana didattica invernale del dottorato di ricerca interateneo "Storia delle... more Programma della settimana didattica invernale del dottorato di ricerca interateneo "Storia delle società, delle istituzioni e del pensiero. Dal medioevo all’età moderna" (Udine, 17-20 gennaio 2022)
Programmato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine per i giorni 6 e 7 di... more Programmato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine per i giorni 6 e 7 dicembre, il Convegno internazionale "Diligite iustitiam qui iudicatis terram (Pd. XVIII, 91-93). Diritto e giustizia nell'opera di Dante" si prefigge di investigare le sfaccettature del ‘giuridico’ presenti nella letteratura dantesca, adottando una prospettiva tendente ad approfondirne la conoscenza e a esplicare la validità della concezione che vi si delinea anche per il tempo presente. Nello specifico, l’assise scientifica intende esaminare il proprio oggetto di studio da due peculiari angolature, che si è optato di privilegiare per la loro cogente rilevanza, ponendole alla base delle due sessioni del convegno: anzitutto si è scelto di dare spazio a una linea di ricerca storica, atteso che la visione dantesca risulta fortemente interconnessa con l’assetto politico istituzionale e con il sistema giuridico dell’epoca; parimenti, e con motivazioni altrettanto fondate, si è stabilito di sviluppare un’analisi di tipo filosofico, che si definisce come una chiave di lettura imprescindibile per poter comprendere nei suoi fondamenti e nelle sue finalità l’opera del Fiorentino.
IV edizione - 5 giugno, 18 giugno e 2 luglio 2021.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Fi... more IV edizione - 5 giugno, 18 giugno e 2 luglio 2021. L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Filosofia classica e prassi”, dal Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Udine (insegnamenti di Filosofia politica e Filosofia del diritto) e dal Gruppo di ricerca dipartimentale sulla Normatività.
Presentazione del volume (Giappichelli, Torino 2020).
Martedì 1 dicembre 2020, ore 11.00-13.30.
... more Presentazione del volume (Giappichelli, Torino 2020).
Martedì 1 dicembre 2020, ore 11.00-13.30.
Piattaforma teams dell’Università di Udine.
Summer School internazionale dell'associazione "Filosofia classica e prassi" sul tema “Verità e p... more Summer School internazionale dell'associazione "Filosofia classica e prassi" sul tema “Verità e prassi tra immanenza e trascendenza. Prospettive di etica, politica e diritto / Truth and praxis between Immanence and Transcendence. Perspectives in Ethics, Politics and Law” (Udine, 31 maggio-2 giugno 2019).
Summer school di filosofia classica e questioni contemporanee
(Genova, 1-3 giugno 2017. Residenz... more Summer school di filosofia classica e questioni contemporanee
(Genova, 1-3 giugno 2017. Residenza Capodifaro - Fondazione RUI, via Eugenia Ravasco 12)
Questo scritto intende contribuire a rispondere a un bisogno reale. È infatti facilmente constata... more Questo scritto intende contribuire a rispondere a un bisogno reale. È infatti facilmente constatabile la difficoltà che gli studenti incontrano nel momento in cui si trovano costretti, spesso dopo molti anni, a riprendere la penna in mano per realizzare la propria tesi di laurea o un qualsiasi elaborato di una certa complessità. Si tratta di una difficoltà che non deriva soltanto dalla mancanza di "pratica". Per lo più essa nasce dall'incapacità o dall'impreparazione a sviluppare organicamente i propri pensieri, ad argomentare rigorosamente e consequenzialmente le proprie convinzioni, a condurre scientemente un discorso che abbia un principio, uno sviluppo e una fine. Nel fornire alcune indicazioni sull'organizzazione di un lavoro scientifico e sulla preparazione di una tesi o tesina, non ci sembra tuttavia opportuno cercare di ovviare a queste lacune suggerendo degli accorgimenti tecnici che facilitino la scelta dell'argomento, la ricerca del materiale, la definizione di un piano di lavoro, la stesura e le successive redazioni. Per questi scopi esistono fin troppi opuscoli e manuali, a partire dal note libretto di Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea. Quello che qui interessa è presentare un metodo che insegni a costruire il proprio lavoro con sistematicità e coerenza, che consenta di problematizzare le proprie conoscenze e di giustificare le proprie conclusioni, che, favorendo l'ordinamento della propria ricerca, permetta al tempo stesso di conferirvi la massima criticità ed esaustività. Il metodo che proponiamo di utilizzare è quello scolastico della quaestio servendoci come modello di un "articolo" della Summa theologica di Tommaso d'Aquino. La scelta non è casuale, né conseguenza di nostalgie mal dissimulate. La dialettica medievale è strutturata proprio in modo da congiungere armoniosamente in sé sistematicità e criticità. L'"articolo", che ne costituisce una delle espressioni più caratteristiche, ci presenta un esempio efficace di come possa essere posto, affrontato e risolto un problema teorico quale dovrebbe essere quello oggetto di una tesi o tesina universitaria.
Relazione presentata nel Convegno "L'eredità filosofica di Enrico Berti"
(Mercoledì 22 febbraio 2... more Relazione presentata nel Convegno "L'eredità filosofica di Enrico Berti" (Mercoledì 22 febbraio 2023 - Sala delle Edicole, Palazzo del Capitanio, Piazza Capitaniato, Padova)
Rivista internazionale di filosofia del diritto, 1998
Recensione del volume Modernità della classicità. La filosofia etico-politica in Marino Gentile, ... more Recensione del volume Modernità della classicità. La filosofia etico-politica in Marino Gentile, a cura di Danilo Castellano e Giancarlo Giurovich, Forum, Udine 1996, pp. 287
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Papers by Elvio Ancona
This essay intends to outline a philosophical-juridical research perspective on the anthropological foundation of the design of Artificial Intelligence (hereinafter AI). In particular, it aims to indicate which anthropological conception should guide the solution of the legal problems connected to the instrumental relationships that are established between AI and human subjects. Pursuing this objective, after having examined the main anthropological conceptions of our time, consequentialism, deontologism and natural law theory, it is argued that a personalist anthropology, supported by a philosophical-dialectical justification, is the one that allows us to look at the human being always also as an end and never simply as a means of intelligent systems. In the conclusions, with the aim of promoting the protection of human dignity, it is proposed to reactivate a philosophical anthropology, and more specifically to rediscover the importance of the philosophy of law, especially with reference to the theory of fundamental rights and the conditions of their protection.
Dopo averne tracciato il quadro storico (§3), la rielaborazione villeyana del diritto naturale classico viene esposta illustrandone i temi fondamentali: l’osservazione della natura quale fonte del diritto naturale (§4.1), la relazione del diritto naturale con la legge naturale (§4.2), con il diritto positivo (§4.3) e con il diritto soggettivo (§4.4), la metodologia del diritto naturale (§5).
Si considerano infine il dibattito sviluppatosi intorno all’opera del filosofo francese, evidenziando alcuni profili per cui, nonostante la fondatezza di alcune critiche, il suo pensiero manifesta perdurante validità (§6).
It is thus possible to highlight a significant structural affinity between judicial controversy and scholastic disputation. In both cases, in fact, it is crucial, on the one hand, the identification of the solution on the basis of the principles common to the parties involved (context of discovery/via inventionis), on the other, the evaluation and refutation of the opposite arguments (context of justification/via iudicii).
Indice: Premessa; 1. Marsilio e i problemi della sua opera; 2. Marsilio e le sue fonti; 3. Marsilio e la nascita della comunità politica; 4. Marsilio e la costituzione della comunità politica; 5. Marsilio e la legislazione della comunità politica; 6. Marsilio e la disputa sui due poteri; 7. La tesi dell’ideologia marsiliana; 8. Conclusioni; Bibliografia; Indice dei nomi.
The present essay proposes an itinerary of Law and literature that intends to consider two ways of facing injustice, therefore two different concepts of justice: they correspond, from a jurical point of view, to two concepts of subjective autonomy and, from a literary point of view, to two interpretations of Sophocles’ Antigone. In the first part of this essay these two concepts will be found in the two Carroll’s major novels, "Alice's Adventures in Wonderland", and its sequel, "Through the Looking-Glass".
This essay intends to outline a philosophical-juridical research perspective on the anthropological foundation of the design of Artificial Intelligence (hereinafter AI). In particular, it aims to indicate which anthropological conception should guide the solution of the legal problems connected to the instrumental relationships that are established between AI and human subjects. Pursuing this objective, after having examined the main anthropological conceptions of our time, consequentialism, deontologism and natural law theory, it is argued that a personalist anthropology, supported by a philosophical-dialectical justification, is the one that allows us to look at the human being always also as an end and never simply as a means of intelligent systems. In the conclusions, with the aim of promoting the protection of human dignity, it is proposed to reactivate a philosophical anthropology, and more specifically to rediscover the importance of the philosophy of law, especially with reference to the theory of fundamental rights and the conditions of their protection.
Dopo averne tracciato il quadro storico (§3), la rielaborazione villeyana del diritto naturale classico viene esposta illustrandone i temi fondamentali: l’osservazione della natura quale fonte del diritto naturale (§4.1), la relazione del diritto naturale con la legge naturale (§4.2), con il diritto positivo (§4.3) e con il diritto soggettivo (§4.4), la metodologia del diritto naturale (§5).
Si considerano infine il dibattito sviluppatosi intorno all’opera del filosofo francese, evidenziando alcuni profili per cui, nonostante la fondatezza di alcune critiche, il suo pensiero manifesta perdurante validità (§6).
It is thus possible to highlight a significant structural affinity between judicial controversy and scholastic disputation. In both cases, in fact, it is crucial, on the one hand, the identification of the solution on the basis of the principles common to the parties involved (context of discovery/via inventionis), on the other, the evaluation and refutation of the opposite arguments (context of justification/via iudicii).
Indice: Premessa; 1. Marsilio e i problemi della sua opera; 2. Marsilio e le sue fonti; 3. Marsilio e la nascita della comunità politica; 4. Marsilio e la costituzione della comunità politica; 5. Marsilio e la legislazione della comunità politica; 6. Marsilio e la disputa sui due poteri; 7. La tesi dell’ideologia marsiliana; 8. Conclusioni; Bibliografia; Indice dei nomi.
The present essay proposes an itinerary of Law and literature that intends to consider two ways of facing injustice, therefore two different concepts of justice: they correspond, from a jurical point of view, to two concepts of subjective autonomy and, from a literary point of view, to two interpretations of Sophocles’ Antigone. In the first part of this essay these two concepts will be found in the two Carroll’s major novels, "Alice's Adventures in Wonderland", and its sequel, "Through the Looking-Glass".
ENGLISH ABSTRACT
Veritas est adaequatio rei et intellectus. Thomistic Epistemology Facing Criminal Trial’s Problems.
Does it still make sense to seek the truth in trials? Does it make sense in our criminal trial, based on the adversarial principle and characterized by exclusionary rules that sometimes seem to preclude an authentic fact-finding? But, most of all, if truth keeps playing a role in criminal proceedings, what truth are we talking about? And what concept of truth do we need?
The Thomistic doctrine of truth as adaequatio rei et intellectus helps us to answer these questions. This doctrine, in fact, proves to be able to offer an important contribution to forensic epistemology, because, in conjunction with Thomistic reflections on the certitudo probabilis of witnesses, it allows us to combine the claim that in legal matters (like in all variable and contingent subjects) we can never reach absolute certainty, with the conviction that one can nonetheless know what, with more probability, really happened.
Moreover, the disputative dialectics. practised by Aquinas as a method for searching the truth (as adaequatio) gives us a conclusive support to select and check the various decision hypothesis that are formulated throughout the trial. In this way it allows to identify the hypothesis that, among the possible alternatives, “corresponds” with more probability to the facts of the case, and even, as it must be in criminal trials, to ascertain if the prosecution’s case corresponds to them “beyond any reasonable doubt”.
Questo volume si propone di testimoniare la vitalità del tomismo giuridico, presentando il pensiero e i testi di alcuni autori che, pur con diverse sensibilità e orientamenti speculativi, attraverso la loro opera ne hanno mostrato l’incisiva presenza nel secolo scorso. Gli autori considerati sono Heinrich Rommen, Giuseppe Graneris, Giovanni Battista Biavaschi, Francesco Olgiati, Jacques Maritain, Michel Villey, Georges Kalinowski, Juan Vallet de Goytisolo, Guido Soaje Ramos, Arthur Kaufmann, John Finnis, Martin Rhonheimer, Russell Hittinger. Selezionati senza alcuna pretesa di esclusività, essi si sono indubbiamente distinti per aver ripensato la concezione tommasiana facendone emergere la fecondità e l’attualità in rapporto ai problemi giuridici del loro tempo. I rispettivi testi sono introdotti da altrettante presentazioni allo scopo di evidenziarne tanto l’originalità e la rilevanza, quanto gli aspetti critici e problematici.
In questa prospettiva, dunque, viene esaminata innanzitutto la discussione relativa all’ispirazione di fondo della riflessione di Marsilio, riassumibile nella domanda se egli si debba ritenere “magis aristotelicus” o “magis christianus”, e a quale tipo di aristotelismo o di cristianesimo eventualmente si riferisca. Vengono successivamente considerate le principali teorie fiorite intorno alle grandi tematiche “istituzionali” del Defensor pacis, concernenti l’origine, l’organizzazione e la legislazione della civitas sive regnum, tematiche che sono state affrontate dagli studiosi ricorrendo a concezioni che andavano di volta in volta dal naturalismo al convenzionalismo, dal repubblicanesimo all’assolutismo, dalla teonomia al giuspositivismo. Ci si sofferma quindi sulla diuturna controversia che, con riguardo alla politica religiosa del legislator marsiliano, ha fatto parlare, con linguaggio spesso consapevolmente anacronistico, di “secolarismo” o addirittura “laicismo” e, alternativamente, di “cesaropapismo”. Si conclude infine con la disputa storiografica sulla collocazione del Mainardini tra medioevo e modernità, e con la valutazione delle indicazioni che, in termini di “ideologia marsiliana”, la complessa vicenda ermeneutica esaminata offre per una comprensione unitaria del significato della sua opera.
After having considered the different conceptions of Dyonisian order in the late Middle Ages, the Author dwells on the two main contrasting paradigms: Marsilio’s organicism and Dante’s humanism. The first was coupled with clearly conventionalist theses, and led to the supremacy of the sovereignty principle and to a total submission of citizens to the public will; on the contrary, the second heightened persons’ capacity for self-regulation in accordance with a law that is given them with their being, and that directs them both to the beatitudo huius vite and, above all, to the beatitudo vite ecterne.
Because of this contrast, through the philosophical arguments of the disputants, the problem of the relation between the two powers emerges in all its dramatic complexity. It wasn’t only a question to recognize preeminences or supremacies, autonomies or subjections, but to pronounce upon the conception itself of political community, of its ordering principle, and of its juridical shape. For this reason the alternative between Dante and Marsilio will mark out the whole subsequent juridical and political experience, up to our days.
Udine, 13 giugno 2023, h. 14.30-17 – Università degli Studi, Polo economico-giuridico, Via Tomadini, 30/A, Sala Tomadini.
Il vasto e articolato programma consente di considerare questo documento sotto una molteplicità di aspetti: informatici, etici, politici, economici, e giuridici in senso stretto.
Attraverso interventi approfonditi da parte di esperti riconosciuti a livello internazionale, panel di discussione e un doctoral consortium, i partecipanti potranno acquisire una visione completa su come l'intelligenza artificiale possa essere regolamentata e implementata responsabilmente e quali sfide ciò comporta.
La scuola è rivolta a dottorandi e dottori di ricerca. È previsto un numero massimo di 40 partecipanti selezionati secondo il criterio di ordine di iscrizione. L’iscrizione è gratuita.
Per iscriversi, collegarsi al sito web: https://ai-act-school.uniud.it/, dove si troveranno ulteriori informazioni.
Padova - Dipartimento FISPPA - Sala delle Edicole (Piazza Capitaniato, 3)
Un recente sondaggio ha rilevato che lo 81,9 % dei cittadini italiani ha sentito parlare di intelligenza artificiale, ma che solo il 19,3 % di loro saprebbe dire cos’è. Eppure, il nome e il programma di ricerca che essa costituisce sono presenti dalla metà del secolo scorso, ma è negli ultimi decenni che l’acronimo AI è divenuto sinonimo di trasformazioni profonde in ogni aspetto della nostra forma di vita.
Che con Intelligenza Artificiale si intenda simulare capacità umane o aprire una nuova era, nella quale una forma una nuova forma di conoscenza soppianterà la nostra, il riferimento all’uomo risulta essenziale in tutti gli approcci di analisi finora tentati. Il riferimento alla categoria di Umanesimo richiama questo rapporto in direzione di un approfondimento dell’antropologia che ha sorretto il discorso epistemico di discipline quali l’Etica, il Diritto e la Politica – discipline che in queste giornate saranno chiamate a rispondere alla sfida che la AI rappresenta per ciascuna di esse.
La scelta del formato della Scuola Estiva si deve alla considerazione che il tema – a dispetto della sua presenza nel dibattito pubblico – necessiti ancora di momenti di formazione approfondita e di un attivo dibattito multidisciplinare. In tale prospettiva, il programma vedrà impegnati studiosi esperti di intelligenza artificiale provenienti dalle aree scientifiche di interesse, ma anche filosofi e giuristi, nonché studenti interessati ad affrontare le questioni in momenti di serrata interazione dialogica.
Oltre all’Università di Padova – sede ospitante – hanno avuto ruolo decisivo nell’organizzazione scientifica le Università di Udine, di Genova, e l’Università per Stranieri di Perugia, nonché
l’Associazione Filosofia Classica e Prassi, a testimonianza del rilevante carattere nazionale e internazionale che si intende conferire all’iniziativa.
Sala Tomadini, Via Tomadini 30/A, ore 9:30 -13:30
Seminario del PSD DISG ricerca 2022-25, WP2-Soggettività umana e innovazione tecnologica. Problematiche e prospettive neuroscientifiche e filosofiche in tema di diritti.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Filosofia classica e prassi”, dal Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Udine (insegnamenti di Filosofia politica e Filosofia del diritto) e dal Gruppo di ricerca dipartimentale sulla Normatività.
Martedì 1 dicembre 2020, ore 11.00-13.30.
Piattaforma teams dell’Università di Udine.
(Genova, 1-3 giugno 2017. Residenza Capodifaro - Fondazione RUI, via Eugenia Ravasco 12)
(Mercoledì 22 febbraio 2023 - Sala delle Edicole, Palazzo del Capitanio, Piazza Capitaniato, Padova)