Papers by Gianni Cimador
28 ANNO XXXIII N. 7-12 ROMA 2013 F I U M E RIVISTA DI STUDI ADRIATICI (Nuova Serie) 28 SOMMARIO I... more 28 ANNO XXXIII N. 7-12 ROMA 2013 F I U M E RIVISTA DI STUDI ADRIATICI (Nuova Serie) 28 SOMMARIO I novant'anni anni della Società di Studi Fiumani 3 ZEEV MILO "Bravi Italiani": la resistenza italiana contro l'Olocausto in Croazia. Storia ed esperienze personali (II) 13 LUISA MORETTIN Il caso Maria Pasquinelli tra mito e realtà 55 PAOLO VARRIALE I piloti di d'Annunzio durante la Grande Guerra 73 GIANNI CIMADOR Attraversare le appartenenze: Fulvio Tomizza e il Sogno dalmata 89 FRANCO LAICINI La nascita del Rifugio Città di Fiume Note storiche dal fondo CAI -Sezione di Fiume (I) 115 NOTE E DISCUSSIONI Sull'uso della memoria di Marino Micich 129 RECENSIONI Federico Falk, Le comunità israelitiche di Fiume e Abbazia tra le due guerre mondiali (P. Hansen) 131 Vincenzo M. De Luca, Foibe. Una tragedia annunciata (M. Micich) 135 PUBBLICAZIONI SEGNALATE 137 NOTIZIARIO 141 GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO 151 QUADRO SOCI 153 Attraversare le appartenenze: Fulvio Tomizza e il Sogno dalmata
GIANNI CIMADOR, “Un weekend postmoderno” ovvero l’archivio nell’età dello spettacolo, in Memoria della modernità. Archivi ideali e archivi reali, a cura di C. Borrelli, E. Candela, A. R. Pupino, Pisa, ETS, 2013, volume II, pp. 261-285.
GIANNI CIMADOR, Gli italiani di Biagio Marin. Ambiguità, contrasti, contraddizioni nelle pagine autobiografiche, in La letteratura degli italiani 3. Gli italiani della letteratura, a cura di C. Allasia, M. Masoero, L. Novara, Edizioni Dall’Orso, 2012, Cd (sessioni parallele).
GIANNI CIMADOR, La città della rondine: Calvino e l’architettura zodiacale, in MARIO BARENGHI, GIUSEPPE LANGELLA, GIANNI TURCHETTA (a cura di), La città e l’esperienza del moderno, tomo III, Pisa, ETS, 2012, pp. 509-529.
GIANNI CIMADOR, Calvino e il romanzo del pubblico, in ILARIA CROTTI, ENZA DEL TEDESCO, RICCIARDA RICORDA, ALBERTO ZAVA (a cura di), Autori, lettori e mercato nella modernità letteraria, tomo II, Pisa, ETS, 2011, pp. 349-361.
Books by Gianni Cimador
GIANNI CIMADOR, ANNA REMELLI, EUGENIO SANTANGELO, ANDRZEJ SZEWCZYK, Comico, Viaggio, Identità, Limite. Nuovi studi per Tondelli, a cura di Viller Masoni, Rimini, Guaraldi, 2013 (in particolare GIANNI CIMADOR, Pier Vittorio Tondelli e l’esperienza del limite, pp. 234-300).
Thesis Chapters by Gianni Cimador
Nella mia Tesi di Dottorato ho voluto analizzare i rapporti tra la narrativa di Italo Calvino e l... more Nella mia Tesi di Dottorato ho voluto analizzare i rapporti tra la narrativa di Italo Calvino e la letteratura di massa, tenendo presente la logica della formalizzazione, che, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, caratterizza le opere dell’autore e nella quale rientra anche il primato strutturale assegnato alla fiaba. Mi sono concentrato in particolare sul rapporto con i generi letterari: in Calvino, il loro recupero si verifica in modo singolare, insieme alla loro trasmutazione, in un processo di trasferimento e dinamismo intertestuale che coinvolge dialogicamente forme di comunicazione diverse. Sin da Il sentiero dei nidi di ragno emerge una tendenza alla pluridiscorsività: se il modello della fiaba è presente come archetipo del racconto di avventura e di prova nei modi di una narrativa picaresca, su questo paradigma ideale si innestano soluzioni del romanzo realistico, di quello intimista, procedimenti euristico-retrospettivi propri dell’ intreccio “giallo”, esplicite citazioni fumettistiche e cinematografiche, formule espressive riprese dalla paraletteratura di consumo, come i canti popolari, gli album di avventure colorati o i “Supergialli”, entrate ormai a far parte dell’immaginario collettivo e, quindi, immediatamente accessibili e ‘leggibili’. Il riutilizzo dei generi si verifica nei termini di una “riscrittura”: essi sono sottoposti a una continua parodizzazione e a interpolazioni. Si crea un vivace dialogismo di allusioni intertestuali che agiscono come tropi, distogliendo l’attenzione da un testo e indirizzandola verso un altro, una “retorica dell’imitazione” che effettivamente allarga i confini testuali, anche oltre la tradizione letteraria stessa, fino a comprendere le forme di comunicazione di massa. Nei racconti cosmicomici, Calvino realizza l’intreccio di livelli “alti” e “bassi”, utilizzando le modalità della letteratura di massa, capace di dare ai propri lettori “in modi realistici o fantasiosi, diretti o metaforici […] una visione epica di sé e del mondo in cui vive”, presentando “eroi con i quali identificarsi” (Giuseppe Petronio a Letteratura di massa, letteratura di consumo). Calvino sembra consapevole del fatto che la riscrittura dei generi si esponga inevitabilmente al rischio del convenzionale e della banalizzazione, anche se è proprio su questo fronte che lo scrittore ligure de-ideologizza la letteratura di consumo e la sua “fame di ridondanza”, intrinsecamente più ideologiche della controparte elitaria nella misura in cui contribuiscono alla produzione di una “falsa coscienza” o a ciò che gli autori di “Calibano” chiamano “coscienza inconsapevole”, oltre ad arrivare alle stesse conclusioni di Ullrich Schulz-Buschhaus, per il quale “l’autentico è in fondo tanto irraggiungibile quanto il convenzionale è inevitabile (altrimenti non vi sarebbe comunicazione)” (cfr. il fondamentale articolo Critica e recupero dei generi. Considerazioni sul “moderno” e sul “postmoderno”, apparso in “Problemi”, XXIX, 101, gennaio-aprile 1995, pp. 4-15): chiunque operi nell’orizzonte della letteratura di massa deve ormai convivere con questo presupposto, sviluppandone le potenzialità costruttive e i connotati ludici. L’instabilità dei generi, oscillante tra riflessività meta testuale e parodia, ne porta al limite le strutture, le dissipa: da questa “produzione per dissipazione” deriva un nuovo supergenere di ricerca, risultato del riconoscimento dell’esistenza di altri generi, appartenenti alla letteratura di consumo. L’accento posto da Calvino sull’automazione del principio costruttivo è un punto di collegamento ancora poco approfondito tra la letteratura di massa e l’esperienza oulipiana: il progetto de L’incendio della casa abominevole è in piena consonanza con Todorov, che vede nel romanzo poliziesco il prodotto più rappresentativo delle narrazioni di massa, caratterizzate dalla conformità integrale alle norme del genere. La detection story, schema assai frequentato e rielaborato da Calvino, conserva il senso di un gioco di enigmistica, di una combinazione di incastri che produce effetti inattesi: in quanto meccanismo puro, individua la struttura paradigmatica di ogni narrazione. L’attenzione ai generi di una narrativa di intrattenimento è inscindibilmente legata alla riabilitazione del “romanzesco”, teorizzata in saggi come Il romanzo come spettacolo, dove Calvino insiste sulla necessità di chiudere i conti con il programma di dissoluzione delle forme letterarie delle avanguardie, ispirato a Flaubert, recuperando invece le modalità con cui Dickens presentava i suoi romanzi, in performances recitate, integrate da illustrazioni e dalle reazioni del pubblico. Per Calvino il recupero del “romanzesco” nelle forme della letteratura di massa non inflaziona ma innova realmente i modi della letteratura sperimentale, nel senso di una concezione epistemologica della finzione, di una interattività tra autore e lettore, che prefigura già il modello reticolare ipertestuale, nel quale si traduce l’idea calviniana di una enciclopedia aperta e in continua trasformazione: da questo punto di vista il libro più compiuto di Calvino sono Le città invisibili, dal momento che, come dice l’autore stesso, “ho potuto concentrare su un unico simbolo tutte le mie riflessioni, le mie esperienze, le mie congetture […] ho costruito una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino agli altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate”(cfr. Italo Calvino, Esattezza, in Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Garzanti, Milano 1988, p. 40). Oltre a Le città invisibili, nella mia ricerca ho dedicato una particolare attenzione a Se una notte d’inverno un viaggiatore, opera nella quale i dieci inizi di romanzo rappresentano altrettante tipologie di “romanzesco” moderno, da quello della neoavanguardia a quello realistico-politico, da quello geometrico-metafisico a quello erotico-orientale e latinoamericano, da quello esistenziale tipico del neorealismo a quello fantastico-surreale: si tratta di dieci “stili di storie”, di un repertorio delle diverse possibilità del narrabile, che conducono a una vera e propria enciclopedia delle forme narrative fra le quali tanto il lettore specialista, più esigente, quanto quello letterariamente più ingenuo possono trovare degli aspetti vicendevolmente avvincenti. Il vero tema del romanzo è infatti la testualità, nei suoi vari aspetti, compresi quelli delle dinamiche della destinazione e della “codificazione eteronoma”, ovvero delle esigenze esterne del mercato culturale e massmediologico che sembra trasferire la stratificazione della produzione letteraria, dei diversi target, all’interno dell’opera stessa, per poter raggiungere contemporaneamente più categorie possibili di lettori, un obiettivo che si pone anche la letteratura di massa. Non solo in Se una notte il frantumarsi dell’oggettività realistica, che segna la “dissoluzione novecentesca del romanzo”, determina l’oggettivarsi della tecnica dell’intreccio che viene considerata in sé, come un ghirigoro geometrico portando alla parodia, al gioco del romanzo costruito “romanzescamente”, una strategia che però diventa momento di consapevolezza. La soluzione calviniana per ovviare alla situazione di impasse creta dal “canone dell’interdetto” e dall’estremo nominalismo dell’arte moderna, è il romanzo di recupero, nel quale avviene il ritorno ai generi e alle tecniche narrative di un passato rifiutato dalle avanguardie novecentesche (gotico, storico, avventura, favola, fiaba) attraverso i generi e le tecniche narrative di un presente, o passato prossimo, emarginato (rosa, giallo, Thriller, spionistico, fantascienza, fantasy, western, porno). La mia Tesi parte dal rapporto bifronte di Calvino con la neoavanguardia, che ha innescato inevitabilmente la riflessione dello scrittore ligure, rappresentando anche un momento di consapevolezza teorica, sebbene egli abbia manifestato, nel corso dei vari periodi, ripensamenti e sebbene le sue opere non siano sempre coerenti con le dichiarazioni di principio.
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