Il progetto culturale di Federico Borromeo tra passato e presente, a cura di M. Navoni, M. Ballarini, F. Braschi, F. Buzzi, P.F. Fumagalli, G. Gallo, A. Rocca, Biblioteca Ambrosiana-Itl stl, Milano, 2023, pp. 3-18 («Fonti e Studi», 34) (ISBN 9788868946876), 2023
Considerare oggi il grande progetto federiciano significa innanzitutto interpellarne le istanze f... more Considerare oggi il grande progetto federiciano significa innanzitutto interpellarne le istanze fondative. Una secolare storiografia ha puntualmente risposto alla medesima inchiesta, a partire cioè ogni volta dal proprio orizzonte d’attesa. Il saggio prova dunque a osservare con quali prospettive e come nei diversi secoli l’Ambrosiana è stata inquadrata, per introdurre criticamente all’attuale rinnovamento degli studi. Il recupero di due importanti scritti di Federico Borromeo, pienamente apprezzati solo di recente, è stato significativo per la più esatta conoscenza delle istituzioni milanesi: l’ambizioso De absoluta Collegi Ambrosiani institutione in litteris che, con i suoi sedici libri programmatici, squaderna l’enciclopedia dei saperi e il metodo da adoperarsi da parte dei Dottori del Collegio Ambrosiano; il breve e retorico Salomon sive opus regium, che dimostra un dato ormai condiviso, ossia che il tanto desiderato rinnovamento degli studi avrebbe dovuto contemplare anche le scienze esatte, per la conoscenza della natura.
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Papers by Roberta Ferro
But if we consider epistolary collections as an historical source, we have to call attention to his own great correspondence, a collection of tens of thousand letters, still kept in over 120 folders, stored in Ambrosiana Library. The second part of the paper tries to shed light on the story of this big archive and then to suggest research perspectives for artistic and book collecting. In fact, it’s not be news that letters have always been the main documentation for art historians. In this particular case we have to remember that Borromeo didn’t exchange letters directly with artists, of course, and not even with collectors, but he envolved a large numbers of collaborators, sometimes known agents but often anonymous figures. What we need, in order to improve knowledge about the history of Borromeo’s institutes, is to sift through letters after selecting names and chronological sections. In conclusion some examples (Papirio Bartoli and Girolamo Cardano) try to suggest how useful is to cross epistolary data.
Marco Guardo, Le Vite dei primi Lincei. Un' impresa editoriale mancata
Le Vite:
Eraldo Bellini, La Vita di don Virginio Cesarini linceo
Marco Guardo, La Vita di Filippo Salviati linceo
Marco Guardo, La Vita di Giovanni Battista Porta linceo
Fabio Guidetti, La Vita di Vincenzo Mirabella linceo
Roberta Ferro, La Vita di Marco Welser linceo
Alessandro Ottaviani, La Vita di Antonio Persio linceo
A cura di Guardo Marco
Anno di Edizione: 2017
Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER
Collane:
L'Ellisse (Classe A), 11/2
ISBN: 978-88-913-1609-7
Pagine: 160, 3 ill. B/N
Da un punto di vista metodologico, i loro libri di lettere latine guadagnano attenzione come fonti di notizie di storia letteraria; come testimoni diretti del gusto dell’epoca; infine, in una prospettiva più ampia, per la storia della loro ricezione, come opere che, nelle alterne fortune, hanno raggiunto generazioni di autori italiani notoriamente bilingui.
But if we consider epistolary collections as an historical source, we have to call attention to his own great correspondence, a collection of tens of thousand letters, still kept in over 120 folders, stored in Ambrosiana Library. The second part of the paper tries to shed light on the story of this big archive and then to suggest research perspectives for artistic and book collecting. In fact, it’s not be news that letters have always been the main documentation for art historians. In this particular case we have to remember that Borromeo didn’t exchange letters directly with artists, of course, and not even with collectors, but he envolved a large numbers of collaborators, sometimes known agents but often anonymous figures. What we need, in order to improve knowledge about the history of Borromeo’s institutes, is to sift through letters after selecting names and chronological sections. In conclusion some examples (Papirio Bartoli and Girolamo Cardano) try to suggest how useful is to cross epistolary data.
Marco Guardo, Le Vite dei primi Lincei. Un' impresa editoriale mancata
Le Vite:
Eraldo Bellini, La Vita di don Virginio Cesarini linceo
Marco Guardo, La Vita di Filippo Salviati linceo
Marco Guardo, La Vita di Giovanni Battista Porta linceo
Fabio Guidetti, La Vita di Vincenzo Mirabella linceo
Roberta Ferro, La Vita di Marco Welser linceo
Alessandro Ottaviani, La Vita di Antonio Persio linceo
A cura di Guardo Marco
Anno di Edizione: 2017
Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER
Collane:
L'Ellisse (Classe A), 11/2
ISBN: 978-88-913-1609-7
Pagine: 160, 3 ill. B/N
Da un punto di vista metodologico, i loro libri di lettere latine guadagnano attenzione come fonti di notizie di storia letteraria; come testimoni diretti del gusto dell’epoca; infine, in una prospettiva più ampia, per la storia della loro ricezione, come opere che, nelle alterne fortune, hanno raggiunto generazioni di autori italiani notoriamente bilingui.
La Biblioteca della Sede di Milano dell’Università Cattolica conserva un consistente patrimonio di volumi antichi, tra cui circa tremila pubblicati nel XVII secolo, oggetto di un ampio processo di rischedatura in itinere che prevede accanto a una compiuta descrizione bibliografica anche puntuali indicazioni sulle specificità dell’esemplare. A queste raccolte si aggiunge la Biblioteca di Storia delle scienze “Carlo Viganò” della sede bresciana, forte di oltre diecimila opere fra antiche e moderne. Questa vasta “base dati” ha costituito il campo di esercizio che ha condotto alcuni studiosi dell’Ateneo a proporre riflessioni puntuali sull’editoria e la storia culturale secentesca. L’incontro si è svolto nel contesto della Giornata di studi dedicata a Eraldo Bellini, al cui nome e al cui lavoro sulla letteratura del Seicento questo volume – il primo di una collana dedicata alle collezioni speciali della Biblioteca dell’Università Cattolica – è idealmente dedicato.
In the decades between the Fifteenth and Seventeenth centuries two poets, Giovan Battista Strozzi the Younger and Girolamo Preti, addressed their letters to Federico Borromeo. With the first, Florentine, known above all as a madrigalist, the cardinal made a long epistolary friendship, appreciating his moderate poetic style and linguistic competence. The second, the Bolognese supporter of Marino, destined to become a leading poet of Barberini's Rome, took the first steps as a lyric in Pavia, guest of the Collegio Borromeo, and later maintained that link working for the Biblioteca Ambrosiana. The letters published here, restricted in the three years 1611-1613, capture him, as in a snapshot, while in Rome, secretary of the Humorists. At this point the two biographies meet, because Strozzi was engaged by those academics as a lyrical auditor. The meeting is not marked by correspondence, yet it is not surprising, not only considering the circuit of their respective relationships, but also, in this situation, given the common interlocutor of the two poets. The cultural project of Federico Borromeo, built at the crossroads between humanistic, scientific and artistic culture, has recently been valued: the letters published in this volume, accompanied here with punctual comments and extensive introductions, document his presence in the field of Italian literature. On the other side, in its double feature, the book illustrates new aspects of the life and work of two of the main protagonists of the late Renaissance literary scene.
Si è cercato, in primo luogo, di inserire in un contesto più chiaro l’esordio di Puteano scrittore, avvenuto nel 1598. Sono così emersi alcuni luoghi culturali della Milano tra i due secoli in grado di mostrare una realtà ben più mossa e variegata rispetto al giudizio tradizionale, ormai sensibilmente ritoccato dalla storiografia più recente. Il secondo capitolo apre una parentesi sui mesi trascorsi da Puteano nella casa padovana di Gian Vincenzo Pinelli, uno dei crocevia più fertili della comunità sovranazionale e palestra di studi filologici. L’approfondimento è valso anche ad illustrare le vicende occorse dopo il 1601 alla celebre biblioteca di Pinelli, che ha segnato in profondità la storia della Biblioteca Ambrosiana, dove quelle carte approdarono nel 1609.
Nel 1600 le autorità milanesi richiamarono Puteano dal Veneto per affidargli la cattedra di umanità alle Scuole Palatine, sperando con tale mossa di promuovere gli studi locali. È in questa fase che avvenne l’incontro con Federico Borromeo, che, da lì in poi, costituirà la prima speranza nei disegni italiani dell’allievo di Lipsio. L’arcivescovo, al rientro dalla lunga stagione romana, dove aveva appreso gli ultimi mutamenti del sapere elaborati attorno alla Biblioteca Vaticana e alle corti cardinalizie, andava proprio allora progettando la biblioteca milanese e la serie di istituti a lei congiunti. Complice l’affinità intellettuale basata sulla tradizione umanistica, fra i due si stabilì un dialogo dal ritmo discontinuo, concorde quando si trattò di gettare le basi ideali dell’Ambrosiana, più complicato durante i delicati assestamenti organizzativi. Nella prima fase, Puteano fece da tramite nel decisivo carteggio fra Borromeo e Lipsio, i cui consigli per la erigenda Biblioteca ebbero grande considerazione da parte del cardinale; nel passaggio successivo, mancò al fiammingo l’occasione e, probabilmente, l’accortezza per inserirsi nel gruppo degli stretti collaboratori del prelato. Gli attriti con il Collegio dei Dottori, in aggiunta a documentate schermaglie accademiche, esemplificano le difficoltà di ordinamento e definizione di un centro di ricerca innovativo, al passo con la trasformazione degli scenari epistemologici. In ogni caso, per l’alta progettualità di Borromeo, che mirava a ‘far gran cose’ a Milano, l’Ambrosiana si collocò tra gli istituti culturali di indubbio rilievo nel panorama europeo di inizio Seicento.
L’ultimo capitolo, infine, si sofferma sugli aspetti propriamente letterari del confronto fra i due intellettuali. Puteano fu l’antesignano della scrittura latina barocca nella sua veste ‘laconica’; Borromeo, educato alla scuola del classicismo rinascimentale, discusse la proposta del fiammingo e ne prese le distanze, mostrando, anche in questo lato della personalità, competenza e fermezza di opinioni. Gli argomenti avanzati dalle parti sono poi calati in contesti più ampi. Per il cardinale, essi vengono rintracciati fra le predilezioni nell’ambito della poesia volgare, all’insegna del decoro e della misura. Nel caso di Puteano invece, si è sondato il retroterra dei suoi scritti sul laconismo, usciti a Milano nel 1605, per valutarne l’accoglienza presso gli interlocutori locali.
The symposium thus aims to interrogate the forms, state and meanings of academy archives from multidisciplinary perspectives, in relation to broader issues of cultural heritage relating to early modern Italy. By bringing together a team of leading scholars from the fields of archive, digital humanities and early modern studies, the intention is to challenge historical perspectives on academies and explore new methodologies and possibilities for modelling future research and sustainable digital resources. For full details and to register (by 25 June) please visit: