La sorellanza, naturale ed elettiva, è uno dei temi che più ricorrono nella produzione femminile ... more La sorellanza, naturale ed elettiva, è uno dei temi che più ricorrono nella produzione femminile inglese tra le due guerre. In un importante momento di transizione nella definizione dell’idea di femminilità, la relazione sororale diviene il dispositivo testuale che attiva la dialettica tra tradizione e cambiamento, valori familiari e ricerca di una nuova etica, adesione a modelli convenzionali e desiderio di autodeterminazione. In particolare, attraverso i romanzi di May Sinclair, Elizabeth Bowen, Rosamond Lehmann si metterà in evidenza la duplice direttrice su cui si svolge questo confronto: sul piano del discorso, nelle strategie di riuso, emancipazione e resistenza verso gli schemi narrativi del Bildungsroman e del romance, e sul piano simbolico, per mezzo della ricerca da parte delle protagoniste di una genealogia femminile di appartenenza. Al centro di questi romanzi si collocano personaggi di soglia, in-between tra i poli delle dialettiche delineate: sono eroine inizialmente condannate all’atopia e all’impossibilità di trovare una posizione al di fuori dell’ordine simbolico vigente, e alle quali l’alleanza sororale consentirà l’affrancamento dalle gabbie degli schemi e dei luoghi predeterminati.
Lo spazio gioca un ruolo cardine nella narrativa di Ian McEwan: case, alberghi, ospedali, giardin... more Lo spazio gioca un ruolo cardine nella narrativa di Ian McEwan: case, alberghi, ospedali, giardini rappresentano una costante e vi intervengono quale dispositivo attivo capace di orientare i comportamenti dei personaggi e determinare gli esiti degli intrecci. Questo volume esamina i romanzi di McEwan a partire dalla triplice funzione giocata dagli spazi — attanziale, metonimica e metatestuale — e suggerisce accostamenti inediti tra le sue opere sulla base della riflessione teoretica sulle eterotopie elaborata da Foucault. L’indagine si concentra sull’interrelazione tra i microcosmi del privato e la costante tematica della famiglia, portando alla luce le sfumature di senso acquisite dalla dialettica intergenerazionale e dalle dinamiche intrafamiliari.
This book examines a rich group of novels, each of which was published as an “answer” to Great Ex... more This book examines a rich group of novels, each of which was published as an “answer” to Great Expectations by Charles Dickens. After an introductory section offering an overview on the reception and the adaptations of this classic – from the first theatrical transpositions to the most recent fanfictions and crossovers – the research deals with the key issues regarding the debate around intertextuality. Then, before going on to analyze each novel, it focuses on the definition of rewriting and the methodological approach to its study. The book asserts that the large number of rewrites and adaptations testifies some of the responses produced by the readers of this Dickensian classic. But the rewritten versions of Great Expectations achieve a different thematic effect than that of the Dickensian original: authors such as Alanna Knight, Michael Noonan, and Sue Roe focus on secondary characters, H. G. Wells unmasks the hypocrisy and false values of the English bourgeoisie, hidden behind Pip’s illusory social climbing, Peter Carey and Lloyd Jones question the canonical tradition from the perspective of Great Britain’s former colonies. The constant theoretical reflection on the act of rewriting also allows readers to examine the processes through which these works in the second degree shed new light on the semantic potential of the Dickensian text and capture unexpressed voices, confirming the novel’s vitality and its ability to speak to a contemporary audience.
Recensione di Borsari, Andrea, Cassani Simonetti, Matteo, Iacoli, Giulio (a cura di), Archilettur... more Recensione di Borsari, Andrea, Cassani Simonetti, Matteo, Iacoli, Giulio (a cura di), Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura. Mimesis, 2019
* Questa introduzione è frutto del lavoro collaborativo tra i curatori del volume. Tuttavia i par... more * Questa introduzione è frutto del lavoro collaborativo tra i curatori del volume. Tuttavia i paragrafi 1, 2 e 5 sono stati scritti da Alessandro Cinquegrani, il 3 e il 4 (p. 9) da Veronica Tabaglio, il 6 e il 7 da Claudia Cao, il 4 (pp. 10-11) e l'8 da Elena Sbrojavacca.
International Journal of Comparative Literature and Translation Studies, 2017
This paper proposes a comparative analysis of the South Park episode “Pip” dedicated to Great Exp... more This paper proposes a comparative analysis of the South Park episode “Pip” dedicated to Great Expectations (1861) by Charles Dickens. Starting from the assumption that every transposition is a form of active reworking that opens up and multiplies the source text on a semantic level, my essay shows how this animated series highlights a main theme of Great Expectations and refunctionalizes it in a science-fictional revisitation of the story: the theme of doubles and the alienation of the two youngest characters, Pip and Estella.My methodological approach is based on the premise that, as a syncretic text, the transposition uses multiple languages to convey its communicative intention. In particular, the South Park episode emphasizes the focal point chosen throughout four closely interdependent means: the presence of a storyteller, the use of cuts and condensations, the dialectic between parody and fidelity to the original text and, finally, in the third part of the episode, the change ...
Il presente contributo propone un'analisi di The Child in Time (1987) e Saturday (2005) di Ia... more Il presente contributo propone un'analisi di The Child in Time (1987) e Saturday (2005) di Ian McEwan a partire dal motivo dell'utopia. Presente in chiave allegorica nel primo, menzionata esplicitamente nel secondo per essere negata, il saggio illustra in che modo la pulsione utopica (Jameson 2005) operi nei due testi in termini di ritorno del rimosso. In entrambi i casi il desiderio utopico è la forza pulsionale che spinge in avanti il testo, tramite sogni a occhi aperti che svolgono una duplice funzione: regressiva, verso un'età dell'oro perduta e, seguendo il pensiero di Bloch, anticipatoria, verso l'incontro con sé e l'affermazione del desiderio utopico. A fare da sfondo è la dialettica tra le "due culture". Seppur a partire dai punti di vista di due protagonisti antitetici – portavoce della prospettiva umanistica il primo, di quella scientifica il secondo – i romanzi di McEwan convergono sulla medesima concezione utopica: tensione verso il futu...
Review of the book Bande a part. Graphic novel, fumetto e letteratura edited by Sara Colaone and ... more Review of the book Bande a part. Graphic novel, fumetto e letteratura edited by Sara Colaone and Lucia Quaquarelli
This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to th... more This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to the novel Great Expectations by Charles Dickens. After an introductory section offering a panoramic view of the great fortune of this Dickensian classic, my research deals with the main key issues regarding the debate around intertextuality. Afterwards it focuses on the definition of rewriting, necessary for the choice of a homogeneous group of texts. The novels that this thesis analyses were published between 1905 and 2006 and the choice of a comparative approach has brought to light the particular interpretation of the Dickensian novel given by these rewritings.
International Journal of Comparative Literature and Translation Studies, 2017
This essay examines the rhetorical experimentation of Don Quixote by Kathy Acker, starting from a... more This essay examines the rhetorical experimentation of Don Quixote by Kathy Acker, starting from a theoretical concept central in the author’s thought: her search for a “language of the body”. A brief introduction to Kathy Acker’s plagiaristic poetics frames her narrative strategies between postmodern rewriting and pastiche. It shows the way in which her Don Quixote transposes the representative scheme of the chivalric quest into the contemporary value system with the aim of questioning Cervantes’ text as one of the canonical works of the Western literary tradition. The following section deepens three focal concepts of Acker’s theoretical works – body, madness, and norm – illuminating the connections between her rhetorical experimentation and the works by Luce Irigaray and Judith Butler. Finally, the paper will demonstrate how these concepts in Acker's rewriting of Don Quixote are strictly related to paradox, which she uses in order to actualize a “language of the body”: in the p...
Questo contributo si focalizza sul rapporto che alcune figure femminili instaurano con gli spazi ... more Questo contributo si focalizza sul rapporto che alcune figure femminili instaurano con gli spazi domestici all'interno di tre saghe familiari: The Forsyte Saga di John Galsworthy (1906-1921), la trilogia degli Aubrey di Rebecca West (1956-1985) e la serie tv Downton Abbey (2010-2015). Le opere selezionate sono ambientate tra la fine dell'Ottocento e gli anni tra le due guerre e sono testimonianza della graduale messa in discussione dell'istituto familiare tradizionale e dei limiti che esso comporta. L'obiettivo è esaminare il processo di ridefinizione dei ruoli femminili all'interno degli spazi domestici e di affrancamento dagli stessi attraverso l'accesso alla sfera pubblica. A tal fine sono stati individuati tre cronotopi – rispettivamente la villa nei sobborghi di Robin Hill, la stanza della musica, l'automobile – quali spazi simbolo del superamento di barriere fisiche, metaforiche e sociali al termine del quale la sfera domestica e familiare uscirà ri...
This article analyzes a serial of Great Expectations in two parts directed by Julian Jarrold for ... more This article analyzes a serial of Great Expectations in two parts directed by Julian Jarrold for the BBC in 1999. Through the semiotic approach proposed by Nicola Dusi in his essay Il cinema come traduzione. Da un medium all’altro (2003), this paper wants to highlight the translation strategies employed in the target text in comparison with the hypotext. The aim of this article is to show how the dominant isotopies – Pip’s repression and manipulation – are figurativized in the representation of the main places of power in the adaptation: Satis House, Little Britain and Newgate.
Introduzione Sono passati quasi venticinque anni da quando Remo Ceserani nel suo Raccontare la le... more Introduzione Sono passati quasi venticinque anni da quando Remo Ceserani nel suo Raccontare la letteratura (1990) esprimeva le difficoltà nell'utilizzare un termine così «carico di condizionamenti e delimitazioni storiche» (ibid.: 109) come quello di letteratura, e oggi più che mai le sue parole riecheggiano con forza di fronte all'esigenza di confrontarci con nuove forme testuali, elettroniche e digitali. Se tuttavia la riflessione di Ceserani si poneva sulla scia di un ampio dibattito sulla crisi della letteratura e sull'esigenza di una nuova teoria della storia letteraria, le problematiche poste dalla più recente produzione ribadiscono la necessità di sostituire un termine così impegnativo con quello di immaginario: più comprensivo di quello di letteratura, esso infatti «consente più facilmente di trovare operativamente una soluzione all'eterno problema del rapporto tra storicità e universalità dei testi letterari, loro appartenenza funzionale a un preciso sistema...
Great Expectations is probably the most adapted and rewritten work of the Dickensian literary pro... more Great Expectations is probably the most adapted and rewritten work of the Dickensian literary production. Since the author’s adaptation for his public readings, it was clear that the narration was not focused on the love story between Pip and Estella, but on the relationship between the orphan and the convict, his second father. In the last decades numerous transpositions have confirmed that Magwitch, despite his diegetic marginality, is the classic’s most magnetic character: The Boy and the Convict by Aylott (1909), Great Expectations: The Untold Story by Burstall (1987), Magwitch by Noonan (1982), Jack Maggs by Carey (1997), the recent spin-off by Supple, Magwitch (2012), and a self-published trilogy by Lester (2010-2011) feature Magwitch as a main character, to redeem him and to give him a better destiny than Dickens did. After an overview of the reasons for his reception, and a section on the transposing strategies used by rewritings and adaptations, this paper aims at showing t...
Review of the book Senza fine. Sequel, prequel altre continuazioni: il testo espanso by Donata... more Review of the book Senza fine. Sequel, prequel altre continuazioni: il testo espanso by Donata Meneghelli
La sorellanza, naturale ed elettiva, è uno dei temi che più ricorrono nella produzione femminile ... more La sorellanza, naturale ed elettiva, è uno dei temi che più ricorrono nella produzione femminile inglese tra le due guerre. In un importante momento di transizione nella definizione dell’idea di femminilità, la relazione sororale diviene il dispositivo testuale che attiva la dialettica tra tradizione e cambiamento, valori familiari e ricerca di una nuova etica, adesione a modelli convenzionali e desiderio di autodeterminazione. In particolare, attraverso i romanzi di May Sinclair, Elizabeth Bowen, Rosamond Lehmann si metterà in evidenza la duplice direttrice su cui si svolge questo confronto: sul piano del discorso, nelle strategie di riuso, emancipazione e resistenza verso gli schemi narrativi del Bildungsroman e del romance, e sul piano simbolico, per mezzo della ricerca da parte delle protagoniste di una genealogia femminile di appartenenza. Al centro di questi romanzi si collocano personaggi di soglia, in-between tra i poli delle dialettiche delineate: sono eroine inizialmente condannate all’atopia e all’impossibilità di trovare una posizione al di fuori dell’ordine simbolico vigente, e alle quali l’alleanza sororale consentirà l’affrancamento dalle gabbie degli schemi e dei luoghi predeterminati.
Lo spazio gioca un ruolo cardine nella narrativa di Ian McEwan: case, alberghi, ospedali, giardin... more Lo spazio gioca un ruolo cardine nella narrativa di Ian McEwan: case, alberghi, ospedali, giardini rappresentano una costante e vi intervengono quale dispositivo attivo capace di orientare i comportamenti dei personaggi e determinare gli esiti degli intrecci. Questo volume esamina i romanzi di McEwan a partire dalla triplice funzione giocata dagli spazi — attanziale, metonimica e metatestuale — e suggerisce accostamenti inediti tra le sue opere sulla base della riflessione teoretica sulle eterotopie elaborata da Foucault. L’indagine si concentra sull’interrelazione tra i microcosmi del privato e la costante tematica della famiglia, portando alla luce le sfumature di senso acquisite dalla dialettica intergenerazionale e dalle dinamiche intrafamiliari.
This book examines a rich group of novels, each of which was published as an “answer” to Great Ex... more This book examines a rich group of novels, each of which was published as an “answer” to Great Expectations by Charles Dickens. After an introductory section offering an overview on the reception and the adaptations of this classic – from the first theatrical transpositions to the most recent fanfictions and crossovers – the research deals with the key issues regarding the debate around intertextuality. Then, before going on to analyze each novel, it focuses on the definition of rewriting and the methodological approach to its study. The book asserts that the large number of rewrites and adaptations testifies some of the responses produced by the readers of this Dickensian classic. But the rewritten versions of Great Expectations achieve a different thematic effect than that of the Dickensian original: authors such as Alanna Knight, Michael Noonan, and Sue Roe focus on secondary characters, H. G. Wells unmasks the hypocrisy and false values of the English bourgeoisie, hidden behind Pip’s illusory social climbing, Peter Carey and Lloyd Jones question the canonical tradition from the perspective of Great Britain’s former colonies. The constant theoretical reflection on the act of rewriting also allows readers to examine the processes through which these works in the second degree shed new light on the semantic potential of the Dickensian text and capture unexpressed voices, confirming the novel’s vitality and its ability to speak to a contemporary audience.
Recensione di Borsari, Andrea, Cassani Simonetti, Matteo, Iacoli, Giulio (a cura di), Archilettur... more Recensione di Borsari, Andrea, Cassani Simonetti, Matteo, Iacoli, Giulio (a cura di), Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura. Mimesis, 2019
* Questa introduzione è frutto del lavoro collaborativo tra i curatori del volume. Tuttavia i par... more * Questa introduzione è frutto del lavoro collaborativo tra i curatori del volume. Tuttavia i paragrafi 1, 2 e 5 sono stati scritti da Alessandro Cinquegrani, il 3 e il 4 (p. 9) da Veronica Tabaglio, il 6 e il 7 da Claudia Cao, il 4 (pp. 10-11) e l'8 da Elena Sbrojavacca.
International Journal of Comparative Literature and Translation Studies, 2017
This paper proposes a comparative analysis of the South Park episode “Pip” dedicated to Great Exp... more This paper proposes a comparative analysis of the South Park episode “Pip” dedicated to Great Expectations (1861) by Charles Dickens. Starting from the assumption that every transposition is a form of active reworking that opens up and multiplies the source text on a semantic level, my essay shows how this animated series highlights a main theme of Great Expectations and refunctionalizes it in a science-fictional revisitation of the story: the theme of doubles and the alienation of the two youngest characters, Pip and Estella.My methodological approach is based on the premise that, as a syncretic text, the transposition uses multiple languages to convey its communicative intention. In particular, the South Park episode emphasizes the focal point chosen throughout four closely interdependent means: the presence of a storyteller, the use of cuts and condensations, the dialectic between parody and fidelity to the original text and, finally, in the third part of the episode, the change ...
Il presente contributo propone un'analisi di The Child in Time (1987) e Saturday (2005) di Ia... more Il presente contributo propone un'analisi di The Child in Time (1987) e Saturday (2005) di Ian McEwan a partire dal motivo dell'utopia. Presente in chiave allegorica nel primo, menzionata esplicitamente nel secondo per essere negata, il saggio illustra in che modo la pulsione utopica (Jameson 2005) operi nei due testi in termini di ritorno del rimosso. In entrambi i casi il desiderio utopico è la forza pulsionale che spinge in avanti il testo, tramite sogni a occhi aperti che svolgono una duplice funzione: regressiva, verso un'età dell'oro perduta e, seguendo il pensiero di Bloch, anticipatoria, verso l'incontro con sé e l'affermazione del desiderio utopico. A fare da sfondo è la dialettica tra le "due culture". Seppur a partire dai punti di vista di due protagonisti antitetici – portavoce della prospettiva umanistica il primo, di quella scientifica il secondo – i romanzi di McEwan convergono sulla medesima concezione utopica: tensione verso il futu...
Review of the book Bande a part. Graphic novel, fumetto e letteratura edited by Sara Colaone and ... more Review of the book Bande a part. Graphic novel, fumetto e letteratura edited by Sara Colaone and Lucia Quaquarelli
This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to th... more This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to the novel Great Expectations by Charles Dickens. After an introductory section offering a panoramic view of the great fortune of this Dickensian classic, my research deals with the main key issues regarding the debate around intertextuality. Afterwards it focuses on the definition of rewriting, necessary for the choice of a homogeneous group of texts. The novels that this thesis analyses were published between 1905 and 2006 and the choice of a comparative approach has brought to light the particular interpretation of the Dickensian novel given by these rewritings.
International Journal of Comparative Literature and Translation Studies, 2017
This essay examines the rhetorical experimentation of Don Quixote by Kathy Acker, starting from a... more This essay examines the rhetorical experimentation of Don Quixote by Kathy Acker, starting from a theoretical concept central in the author’s thought: her search for a “language of the body”. A brief introduction to Kathy Acker’s plagiaristic poetics frames her narrative strategies between postmodern rewriting and pastiche. It shows the way in which her Don Quixote transposes the representative scheme of the chivalric quest into the contemporary value system with the aim of questioning Cervantes’ text as one of the canonical works of the Western literary tradition. The following section deepens three focal concepts of Acker’s theoretical works – body, madness, and norm – illuminating the connections between her rhetorical experimentation and the works by Luce Irigaray and Judith Butler. Finally, the paper will demonstrate how these concepts in Acker's rewriting of Don Quixote are strictly related to paradox, which she uses in order to actualize a “language of the body”: in the p...
Questo contributo si focalizza sul rapporto che alcune figure femminili instaurano con gli spazi ... more Questo contributo si focalizza sul rapporto che alcune figure femminili instaurano con gli spazi domestici all'interno di tre saghe familiari: The Forsyte Saga di John Galsworthy (1906-1921), la trilogia degli Aubrey di Rebecca West (1956-1985) e la serie tv Downton Abbey (2010-2015). Le opere selezionate sono ambientate tra la fine dell'Ottocento e gli anni tra le due guerre e sono testimonianza della graduale messa in discussione dell'istituto familiare tradizionale e dei limiti che esso comporta. L'obiettivo è esaminare il processo di ridefinizione dei ruoli femminili all'interno degli spazi domestici e di affrancamento dagli stessi attraverso l'accesso alla sfera pubblica. A tal fine sono stati individuati tre cronotopi – rispettivamente la villa nei sobborghi di Robin Hill, la stanza della musica, l'automobile – quali spazi simbolo del superamento di barriere fisiche, metaforiche e sociali al termine del quale la sfera domestica e familiare uscirà ri...
This article analyzes a serial of Great Expectations in two parts directed by Julian Jarrold for ... more This article analyzes a serial of Great Expectations in two parts directed by Julian Jarrold for the BBC in 1999. Through the semiotic approach proposed by Nicola Dusi in his essay Il cinema come traduzione. Da un medium all’altro (2003), this paper wants to highlight the translation strategies employed in the target text in comparison with the hypotext. The aim of this article is to show how the dominant isotopies – Pip’s repression and manipulation – are figurativized in the representation of the main places of power in the adaptation: Satis House, Little Britain and Newgate.
Introduzione Sono passati quasi venticinque anni da quando Remo Ceserani nel suo Raccontare la le... more Introduzione Sono passati quasi venticinque anni da quando Remo Ceserani nel suo Raccontare la letteratura (1990) esprimeva le difficoltà nell'utilizzare un termine così «carico di condizionamenti e delimitazioni storiche» (ibid.: 109) come quello di letteratura, e oggi più che mai le sue parole riecheggiano con forza di fronte all'esigenza di confrontarci con nuove forme testuali, elettroniche e digitali. Se tuttavia la riflessione di Ceserani si poneva sulla scia di un ampio dibattito sulla crisi della letteratura e sull'esigenza di una nuova teoria della storia letteraria, le problematiche poste dalla più recente produzione ribadiscono la necessità di sostituire un termine così impegnativo con quello di immaginario: più comprensivo di quello di letteratura, esso infatti «consente più facilmente di trovare operativamente una soluzione all'eterno problema del rapporto tra storicità e universalità dei testi letterari, loro appartenenza funzionale a un preciso sistema...
Great Expectations is probably the most adapted and rewritten work of the Dickensian literary pro... more Great Expectations is probably the most adapted and rewritten work of the Dickensian literary production. Since the author’s adaptation for his public readings, it was clear that the narration was not focused on the love story between Pip and Estella, but on the relationship between the orphan and the convict, his second father. In the last decades numerous transpositions have confirmed that Magwitch, despite his diegetic marginality, is the classic’s most magnetic character: The Boy and the Convict by Aylott (1909), Great Expectations: The Untold Story by Burstall (1987), Magwitch by Noonan (1982), Jack Maggs by Carey (1997), the recent spin-off by Supple, Magwitch (2012), and a self-published trilogy by Lester (2010-2011) feature Magwitch as a main character, to redeem him and to give him a better destiny than Dickens did. After an overview of the reasons for his reception, and a section on the transposing strategies used by rewritings and adaptations, this paper aims at showing t...
Review of the book Senza fine. Sequel, prequel altre continuazioni: il testo espanso by Donata... more Review of the book Senza fine. Sequel, prequel altre continuazioni: il testo espanso by Donata Meneghelli
Dopo aver definito la posizione della microletteratura tra le forme testuali digitali e averne br... more Dopo aver definito la posizione della microletteratura tra le forme testuali digitali e averne brevemente delineato la genesi, il presente articolo offre una panoramica sulle tre principali tipologie narrative che si sono affermate su Twitter con particolare attenzione per il fenomeno delle riscritture. Intento del lavoro e esaminare alla luce del concetto di convergenza elaborato da Jenkins (2006) le due piu diffuse tipologie di riscrittura seriale ‒ quella autoriale e quella collettiva ‒ per concludere con l’esperimento editoriale della Penguin, Twitterature (2009), in cui sessanta classici di tutti i tempi sono stati riscritti in forma di tweet , testimonianza della reciprocita e circolarita del processo di osmosi tra letteratura e nuovi media .
Although the neo-historical Italian novel belongs to a climate of disengagement and the collapse ... more Although the neo-historical Italian novel belongs to a climate of disengagement and the collapse of ideologies, the declared attribution of a civil role to writing is still present in the meta-fictional reflection of most of these works. This essay explores the theme of the gap and the repression, – a particularly fruitful issue in the discourse on the relationship between history and writing and widely present in the theoretical debate on historiography – to illustrate how these novels, albeit in an often indirect manner, are aimed at a critical education of the reader, themselves serving to break the silences of history.
Antigone, sorella di (Sofocle ed oltre), Sotera Fornaro (Università di Sassari) L'area semantica ... more Antigone, sorella di (Sofocle ed oltre), Sotera Fornaro (Università di Sassari) L'area semantica delle 'sorelle' dantesche, tra "serocchie" e "suore", Giuliana Ortu (Università di Sassari) "Ah, guarda, sorella". Rimatrici e lettrici nel Cinquecento italiano, Monica Farnetti (Università di Sassari) Presiede Gabriella Baptist (Università di Cagliari) For Sista Only? Smarginare l'eredità delle sorelle Morante e Ramondino, ovvero i limiti e la forza del post-femminismo di Elena Ferrante, Stefania Lucamante (Catholic University Washington) Sorelle… nel tempo, Nora Racugno (Cagliari) Figure androgine deleddiane, Duilio Caocci (Università di Cagliari) ore 15.30 Presiede Giovanna Caltagirone (Università di Cagliari) Eliduc: mogli-sorelle, Maurizio Virdis (Università di Cagliari) Sorellanza in Utopia: mondi di donne alla fine dell'Ottocento, Eleonora Federici (Università di Napoli) Presentazione della Banca Dati "Sorelle e sorellanza nella letteratura e nelle arti" La psiche siamese: sulla gemellarità e la sorellanza, Anna Maria Sassone (Presidente AIPA) Mediating sisterhood: scrittura femminile e trasformazione mediatica nell'età romantica inglese, Diego Saglia (Università di Parma) Dalla camera alla cella. I luoghi della sorellanza, Marina Guglielmi (Università di Cagliari) disegno di Marita Marinucci Progetto realizzato con il contributo della Regione Sardegna LR 7/
Bande à part Graphic novel, fumetto e letteratura Milano, Morellini, 2016, 215 pp. Se il graphic ... more Bande à part Graphic novel, fumetto e letteratura Milano, Morellini, 2016, 215 pp. Se il graphic novel sia una mera etichetta merceologica, la fase "adulta" del fumetto o un genere a sé, è una delle questioni più dibattute intorno a questa produzione per tanti aspetti ancora à part nel panorama degli studi critici, in particolar modo italiano.
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca, I.4, Dec 2011
È con una citazione di Douglas Hofstadter che Franco Nasi ha scelto di aprire questo suo nuovo co... more È con una citazione di Douglas Hofstadter che Franco Nasi ha scelto di aprire questo suo nuovo contributo intorno agli studi sulla traduzione. Una citazione che sortisce l'effetto non solo di introdurre ed esplicitare lo stile adottato tra le argomentazioni del suo saggio, ma anche quello di anticipare una serie di problematiche poste dall'approccio stesso alla traduttologia. «Una gigantesca insalatiera di metafore e analogie» (Douglas Hofstadter, I am a Strange Loop, 2008, p.10: qui cit. a p. 11) è l'immagine cui Nasi ricorre per illustrare come sia lo stesso discorso sulla traduzione letteraria a impedire di chiudere le sue riflessioni tra le rigide categorie del discorso scientifico, e come proprio quest'insieme di metafore e analogie possa arrivare a spiegare più a fondo la complessità e le implicazioni filosofiche, retoriche, letterarie che l'atto del tradurre porta con sé. Ciononostante, sin dal prologo, è possibile avvertire come il reale punto di forza di questo saggio non sia semplicemente la sua capacità di servirsi di metafore e analogiepur sempre di grande efficaciama al contrario un forte senso di concretezza scaturente dalla sua profonda attenzione ai testi. Attraverso il contributo di numerosi teorici e autori, e per mezzo del costante raffronto tra approcci differenti a testi di ampia notorietà, lo studioso guida i suoi lettori attraverso le più delicate problematiche imposte a questo ambito disciplinare. In accordo con le sue premesse, a partire da un'ulteriore metafora Franco Nasi introduce alcune delle questioni cardine riguardo ai compiti del traduttore. Questa nuova immagine è tratta dalla nota di Grennan alla sua traduzione delle liriche leopardiane, in cui il poeta inglese fa riferimento a una delle esperienze che tutti i lettori hanno probabilmente condiviso: quella della scelta di una pietra luccicante dentro il ruscello che, portata a casa e conservata per ammirarne lo splendore, perde tutta la brillantezza per la quale ci aveva affascinato. Così per le opere letterarie: «il traduttore potrà colorarla un poco, ma l'effetto non sarà mai lo stesso» (p. 16). Se Nasi si serve di quest'analogia, non è tuttavia per ribadire il forte senso di umiltà che deve stare alla base delle scelte di ogni traduttore o il suo profondo senso di inadeguatezza. L'immagine è al contrario indispensabile per rimarcare come siano state proprio le traduzioni nei secoli a «mutare la corrente» come «i grandi sassi» (p.17), e come l'atto del tradurre spesso corrisponda all'«azione di raccogliere quel sasso per poi rimetterlo in un nuovo fiume» (p.16). Andando oltre la metafora adoperata, la pratica della traduzione non solo si lega a un rinnovamento nel sistema letterario d'arrivo, ma gioca spesso un ruolo indispensabile anche a livello individuale, nella ricerca di un proprio stile, di una propria voce nei primi passi degli autori, come illustra l'esperienza leopardiana. L'esempio di Leopardi, infatti, si fa qui emblematico, non solo come punto di partenza tra i più complessi per mostrare le scelte adottate all'interno di alcune traduzioni sia interlinguistiche sia endolinguistiche di particolare interesse, ma soprattutto per considerarne i suoi lavori e le sue riflessioni da traduttore, cui Nasi dedica un intero capitolo. Nuovi spunti sono anche quelli che emergono dal capitolo «Specchi metafisici e altri specchi», in cui ancora una volta l'analogia tra l'atto del riflettere e quello del tradurre si mostra sotto molteplici aspetti: il rimando all'idea a lungo predominante di dover riflettere fedelmente l'originale soprattutto se considerato un classico; il riferimento all'interpretazione, e alla possibilità di leggere nell'opera di partenza sempre un qualcosa di diverso da ciò che altri potrebbero vedereesattamente come accade con la propria immagine riflessa nello specchio. Quest'ultimo in
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca,, Oct 2011
AA.VV. La rete intertestuale. Percorsi tra testi, discorsi e immagini Andrea Bernardelli (a cura ... more AA.VV. La rete intertestuale. Percorsi tra testi, discorsi e immagini Andrea Bernardelli (a cura di) Perugia Morlacchi 2010 ISBN 978-88-6074-345-9 Andrea Bernardelli, Il concetto di intertestualità. Eduardo Grillo, Culto e successo: il ruolo dell'intertestualità. Eleonora Federici, The Flavour of Italy, o come assaporare la cultura italiana. Francesca Pierotti, Intertestualità e interdiscorsività nel mondo pubblicitario. Agostino Marotti, Intertestualità televisiva. Pietro Bevilacqua, Intertestualità musicali.
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca,, Oct 2011
tradizioni in Pinocchio, le tradizioni da Pinocchio. Domenico Silvestri, Pinocchio uno e plurimo.... more tradizioni in Pinocchio, le tradizioni da Pinocchio. Domenico Silvestri, Pinocchio uno e plurimo. Agnizioni e travisamenti di alcune esperienze traduttive. Roberto D'Ajello, Pinocchio in napoletano. Clara Montella, Pinocchio globalizzato: tra "memetica" e "transduzione letteraria". Elio Palombi, Le disavventure di Pinocchio con la giustizia. Eduardo Vittoria, Il legno amico dell'uomo. Rita Felerico, Pinocchio delle meraviglie: giochi di poesia. Rossana Dedola, Pinocchio a tutto tondo. Aldo Trione, Surrealtà immaginaria di Aldo Capasso e una metafora neobarocca del "poema" di Collodi. Riccardo Dalisi, Le mille vite di Pinocchio. Giuseppe Antonello Leone, Argilla-soffio-pietra uovo-legno Mitra-Pulcinella-Pinocchio. Gerardo Pedicini, Pinocchio: da unità segnica a grammatica della fantasia. Aldo Capasso, Da collezionista a "regista" di assemblaggi grafici, fotografici e oggettistici di gadget e immagini di Pinocchio. Riflessioni e illustrazioni delle opere.
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca, I.2-3, Oct 2011
AA.VV. Variazioni Pinocchio. 7 letture sulla riscrittura del mito Fabrizio Scrivano (a cura di) P... more AA.VV. Variazioni Pinocchio. 7 letture sulla riscrittura del mito Fabrizio Scrivano (a cura di) Perugia Morlacchi 2010 ISBN 978-88-6074-535-4 Fabrizio Scrivano, Il giro di Pinocchio in ottanta mondi. Fabrizio Scrivano, Pinocchio criticato, Pinocchio commentato (L'interpretazione come riscrittura). Roberto Deidier, «Una storia così strana da non potersi quasi credere»: Giannettino, Pinocchio, Giovannino. Michael Aichmayr, «Pinocchio» di Carlo Collodi. Una chiave d'oro per la letteratura? Claudio Brancaleoni, «La vita nova di Pinocchio» di Luigi Compagnone o dell'integrazione nel sistema di produzione capitalistico. Davide Messina, La leggenda degli stivali: rileggendo il Pinocchio di Luigi Malerba. Esin Gören, Da Pinocchio a Pinocchia: comparando burattino e cyborg/robot. William Anselmi e Lise Hogan, Pinocchio: tracciato fra modernità, migrazione e tecnologia.
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca, I.1, Apr 2011
In un momento in cui un fenomeno come quello dell'emigrazione di massa si fa sempre più vistoso, ... more In un momento in cui un fenomeno come quello dell'emigrazione di massa si fa sempre più vistoso, Francesco De Nicola sembra aver voluto riportare a galla uno degli aspetti più trascurati della nostra storia nazionale, seguendo in parte le orme di Gian Antonio Stella e del suo L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi del 2002, citato in apertura a questo saggio. L'intento di riattivare la memoria su questa fetta della storia italiana troppo spesso obliata costituisce solo uno dei propositi dell'autore, capace sin dalle prime pagine di istituire un dialogo tra l'esperienza dell'emigrazione italiana e quella di tutte le epoche di cui proprio la letteratura ci ha consegnato le testimonianze più suggestive. A fare da sfondo alle vicende che De Nicola prende in esame vi sono echi omerici, danteschi, virgiliani che l'autore mette in luce in un gioco di voci e di prospettive. Scanditi in sei tappe, emergono in parallelo i momenti storici salienti di questo fenomeno e quelli più rappresentativi della produzione letteraria: gli anni a ridosso dell'Unità con De Amicis, il primo Novecento con Pascoli, Pirandello e Ungaretti, il Ventennio fascista con Soldati e Pavese, cui segue una panoramica dal dopoguerra agli anni ottanta fino a uno sguardo ai nostri giorni. Sin da una prima scorsa emerge con chiarezza come le due categorie, quella storica e letteraria, risultino quasi inversamente proporzionali, suscitando così il primo interrogativo intorno alla sordità della nostra letteratura di fronte a questo fenomeno nei decenni di più acuta diffusione e a una sua ampia trattazione solo nei tempi più recenti. Se la causa sia stata la scarsa ricettività degli scrittori italiani verso le problematiche collettive o la paura di riaprire ferite ancora brucianti fino al decennio scorso o se anche gli autori contemporanei abbiano cercato un dialogo con gli emigrati di oggi, restano ipotesi soltanto accennate da De Nicola, che preferisce lasciar parlare le pagine degli autori e far emergere da sé il modo in cui anche il tema stesso dell'emigrazione si sia evoluto mutando le stesse forme letterarie di riferimento. Basti pensare a quello per lungo tempo è stato il solo romanzo che si sia dedicato a queste tematiche nel secondo Ottocento, Sull'Oceano di De Amicis, un'opera che lo stesso De Nicola definisce «al di fuori di ogni rigido schema e segnato da un evidente e proficuo gusto della contaminazione» (De Nicola, Gli scrittori italiani cit., p. 44). A metà strada tra autobiografismo, libro di viaggio e commedia umana, con la sua ampia galleria di personaggi, Sull'Oceano diventa più che la descrizione di un viaggio verso l'Argentina, la narrazione di un nuovo microcosmo, una nuova comunità con le sue storie di vita quotidiana, i suoi turbamenti, le sue speranze e desideri spesso esasperati. Una commistione di generi che in un certo senso preannuncia lo sperimentalismo formale dei romanzi più recenti, in cui spiccano le forme adottate da Rodolfo Di Biasio con l'epopea collettiva de I quattro camminanti, che «affronta l'emigrazione secondo una visione diacronica e cioè affidata al racconto non di un solo emigrante» (De Nicola, Gli scrittori italiani cit., p. 119), per arrivare a Vita di Melania Mazzucco, capace di creare, con la sua alternanza di generi, tempi e piani narrativi, quella che Ranieri Polese ha definito «un'autobiografia di una nazione» (Ranieri Polese, Il sogno italiano al tempo degli emigrati, in "Corriere della Sera", 5 luglio 2003 in De Nicola, Gli scrittori italiani cit., p. 138). È a partire da Sull'Oceano, inoltre, che è possibile trarre il filo conduttore rinvenibile soprattutto tra le prime opere che abbiano affrontato questo tema: lo sperimentalismo linguistico. De Nicola non manca di metterne in luce il differente utilizzo tra gli autori: con De Amicis, infatti, che si ferma alla sola narrazione del viaggio transoceanico, la commistione di dialetti assurge al ruolo di duplice metafora sia dei municipalismi che ancora impedivano una coesione del popolo italiano, sia di quell'isolamento dei diversi passeggeri, in quanto ulteriore ostacolo alla comunicazione tra coloro che stavano condividendo l'esperienza dell'espatrio. Negli autori successivi, invece, lo sperimentalismo si spingerà alla commistione con altre lingue, facendosi portatore di una valenza anche ideologica di quella distanza irriducibile tra i due mondi: si pensi a Italy di Pascoli o In memoria di Ungaretti, dove la questione linguistica si trova nell'onomastica, nella scelta di Marcel
Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca, I.1 , Apr 2011
Certi confini" è il gioco di parole che richiama due delle questioni cardine dibattute tra le pag... more Certi confini" è il gioco di parole che richiama due delle questioni cardine dibattute tra le pagine di questo volume: rimanda alla natura di alcune frontiere che in seguito all'abbattimento di numerosi confini di natura geopolitica, si stanno ora sposando verso l'interno creando nuove forme di discriminazione entro la medesima comunità. Ma rimanda anche ad alcune demarcazioni troppo spesso considerate certe quando si delineano concetti come quelli di identità, genere, verità, cultura divenuti convenzionali nella nostra società ma che la produzione letteraria degli immigrati, qui esaminata, sta iniziando a mettere in discussione. Si tratta di una produzione che ha una data di nascita ben precisa, che da un episodio storico emblematico come l'uccisione dell'immigrato Jerry Essan Masslo nel 1989 è esplosa quasi a dimostrazione di come certe voci fossero divenute ormai incontenibili e di come quell'esigenza di legittimazione della propria voce potesse essere soddisfatta solo per mezzo della scrittura. La riflessione stessa sulla funzione della scrittura è uno degli elementi di natura metanarrativa che più spicca tra le opere di questo filone, che spesso di servono di forme di mise en abyme della figura autoriale per mostrare come la narrazione si faccia al contempo mezzo di presa di coscienza, di condivisione, di «r-esistenza» (Contarini, Certi confini cit., p. 129), laboratorio performativo privilegiato per la realizzazione di quell'identità "rizomica" teorizzata da Glissant. Tuttavia non sono solo confini di natura culturale o antropologica quelli che questo saggio tenta di esaminare e di portare alla luce: conferire il giusto spessore estetico a queste opere significa cessare di considerarle come puri documenti da analizzare sotto la sola prospettiva sociologica e storica. Significa osservare come si relazionino alle tassonomie letterarie finora elaborate dalla critica, osservare quali nuove forme si rivelino necessarie alla rappresentazione della complessità di certi fenomeni, vuol dire rilevare come si rapportino e modifichino dall'interno i generi e il canone nazionale con cui dialogano. A questo fine il volume si propone di esporre differenti ipotesi di classificazione di questa produzione letteraria, con uno sguardo costantemente rivolto ai precedenti interventi di Armando Gnisci, Franca Sinopoli, Lidia Curti che per primi si sono interrogati su alcune questioni di natura terminologica: si rivela importante, perciò, in relazione agli studi che già da tempo sono stati avviati nel resto d'Europa, definire cosa si intenda per letteratura dell'immigrazione, quali generazioni di immigrati rientrino realmente in questa categoria. A questo proposito, diversi luoghi di questo studio mettono in luce come in Italia si possa avvertire una certa evoluzione nella produzione dalla prima alla seconda generazione, a dimostrazione di un'accresciuta consapevolezza e volontà da parte di questi autori del loro considerarsi scrittori tout court e non più semplici testimonianze. Su queste strategie di affrancamento si sofferma, infatti, Ugo Fracassa che offre un'accurata panoramica sui generi e le forme con i quali molti di questi autori si stanno affacciando sulla scena nazionale con risultati apprezzabili per un pubblico di tutte le età. Non mancano tuttavia gli intenti tassonomici anche intorno a un nuovo polo di particolare interesse, ben espresso da un altro gioco di parole posto a intitolare uno degli interventi di questo volume: Narrazioni, migrazioni e genere. Fulcro di quest'analisi si rivela sia la copiosa produzione femminile sia i generi di cui maggiormente queste autrici si servono, con speciale riguardo per le forme assunte dall'autobiografismo e dal romanzo storico: significativa la diffusione della composizione frammentata e l'utilizzo di una molteplicità di voci e prospettive atte a sfaccettare le vicende narrate, renderle più complesse, mostrarne le contraddizioni. Non manca, inoltre, una certa attenzione per alcune tematiche troppo spesso trascurate quando si parla della produzione nazionale: interessanti risultano, infatti, le proposte di Daniele Comberini nell'analizzare quella porzione di letteratura italiana postcoloniale sulla quale ancora oggi sono
This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to th... more This thesis originated from the discovery of a rich group of texts published as an “answer” to the novel Great Expectations by Charles Dickens. After an introductory section offering a panoramic view of the great fortune of this Dickensian classic, my research deals with the main key issues regarding the debate around intertextuality. Afterwards it focuses on the definition of rewriting, necessary for the choice of a homogeneous group of texts. The novels that this thesis analyses were published between 1905 and 2006 and the choice of a comparative approach has brought to light the particular interpretation of the Dickensian novel given by these rewritings.
Blog di interviste a esperti di didattica: Andrea Benassi, Andrea Berto, Angelo Bardini, Antonio ... more Blog di interviste a esperti di didattica: Andrea Benassi, Andrea Berto, Angelo Bardini, Antonio Fini, Bruno Melis, Caterina Policaro, Claudia Mandracchia, Claudia Muscu, Daniele Barca, Elisabetta Nanni, Francesca Palmas, Gabriele Benassi, Giampiero Finocchiaro, Laura Biancato, Lorenzo Braina, Luigi Parisi, Marco Pitzalis, Marco Pontis, Maria Giaele, Infantino, Maria GraziaFiore, Mariangela Galatea Vaglio, Mario Natalino Agati, Massimo Serra, Paola Raspadori, Paolo Fasce, Pasquale Nuzzolese, Patrizia Vayola, Roberto Bondi, Rosa Panzarino, Rossella Fabbri, Simona Putzu, Simonetta Sandra Maestri,Valentino Pasquale Pusceddu.
The Last September (1929) is a novel particularly significant in Bowen’s reflection on the defini... more The Last September (1929) is a novel particularly significant in Bowen’s reflection on the definition of the female identity and on the role of the relationship with other women in determining a woman’s possibilities for self-determination. Starting from Marianne Hirsch’s analysis of mother-daughter plots, this contribution aims to illustrate the reasons for which the initial destabilizing role of the protagonist Lois against the conservatism of the family transforms, in the end, into passivity and subordination. This passage, following both Hirsch and Irigaray’s thought, is due to two factors: the removal of the protagonist’s origins, especially those relating to her mother, and the impossibility of a female genealogy for her surrogate mother and other women belonging to a patriarchal value system.
Atonement by Ian McEwan (2001) is a novel structured around some key episodes that gradually shif... more Atonement by Ian McEwan (2001) is a novel structured around some key episodes that gradually shift the reader’s attention to the more self-reflective elements of the text. The centrality of the gaze, the voyeuristic attitude of the characters, and the multiple perspectives force the reader to return to scenes already “seen”, recalling, in the end, the reader’s own gaze from outside the text. The last pages, in particular, because of their manipulation of the events, make the reader the final witness. Starting from Lacan’s theory on the gaze, this article analyses how the traumatic scene observed by the younger sister, unbeknownst to the elder, serves as a mythopoetic device and it is at the origin of the mise en abîme on which the Chinese box structure of the novel stands. The repetitions of the trauma – first with the furtive reading of an obscene letter addressed to the older sister and then with the love scene in the library – mark the gradual prevailing of the imaginary on the real, until the final discovery of the fictionality of the whole story.
Of Charles Dickens’ novels, Great Expectations (1861) is undoubtedly a case of special interest f... more Of Charles Dickens’ novels, Great Expectations (1861) is undoubtedly a case of special interest for the number of rewritings that this classic has given rise to since its publication 150 years ago. Among the various types of rewritings, this article focuses on three sequels published in the 1980s and 1990s: Magwitch by Michael Noonan, Estella by Alanna Knight and Jack Maggs by Peter Carey. The aim of the article is to highlight what rewriting strategies these novels have in common and their different effects, while showing the distinct ways they respond to the enigmatic Dickensian ending.
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Books by Claudia Cao
attraverso i romanzi di May Sinclair, Elizabeth Bowen, Rosamond Lehmann
si metterà in evidenza la duplice direttrice su cui si svolge questo confronto: sul piano del discorso, nelle strategie di riuso, emancipazione e resistenza verso gli schemi narrativi del Bildungsroman e del romance, e sul piano simbolico, per mezzo della ricerca da parte delle protagoniste di una genealogia femminile di appartenenza. Al centro di questi romanzi si collocano personaggi di soglia, in-between tra i poli delle dialettiche delineate: sono eroine inizialmente condannate all’atopia e all’impossibilità di trovare una posizione al di fuori dell’ordine simbolico vigente, e alle quali l’alleanza sororale consentirà l’affrancamento dalle gabbie degli schemi e dei luoghi predeterminati.
The book asserts that the large number of rewrites and adaptations testifies some of the responses produced by the readers of this Dickensian classic. But the rewritten versions of Great Expectations achieve a different thematic effect than that of the Dickensian original: authors such as Alanna Knight, Michael Noonan, and Sue Roe focus on secondary characters, H. G. Wells unmasks the hypocrisy and false values of the English bourgeoisie, hidden behind Pip’s illusory social climbing, Peter Carey and Lloyd Jones question the canonical tradition from the perspective of Great Britain’s former colonies.
The constant theoretical reflection on the act of rewriting also allows readers to examine the processes through which these works in the second degree shed new light on the semantic potential of the Dickensian text and capture unexpressed voices, confirming the novel’s vitality and its ability to speak to a contemporary audience.
Papers by Claudia Cao
attraverso i romanzi di May Sinclair, Elizabeth Bowen, Rosamond Lehmann
si metterà in evidenza la duplice direttrice su cui si svolge questo confronto: sul piano del discorso, nelle strategie di riuso, emancipazione e resistenza verso gli schemi narrativi del Bildungsroman e del romance, e sul piano simbolico, per mezzo della ricerca da parte delle protagoniste di una genealogia femminile di appartenenza. Al centro di questi romanzi si collocano personaggi di soglia, in-between tra i poli delle dialettiche delineate: sono eroine inizialmente condannate all’atopia e all’impossibilità di trovare una posizione al di fuori dell’ordine simbolico vigente, e alle quali l’alleanza sororale consentirà l’affrancamento dalle gabbie degli schemi e dei luoghi predeterminati.
The book asserts that the large number of rewrites and adaptations testifies some of the responses produced by the readers of this Dickensian classic. But the rewritten versions of Great Expectations achieve a different thematic effect than that of the Dickensian original: authors such as Alanna Knight, Michael Noonan, and Sue Roe focus on secondary characters, H. G. Wells unmasks the hypocrisy and false values of the English bourgeoisie, hidden behind Pip’s illusory social climbing, Peter Carey and Lloyd Jones question the canonical tradition from the perspective of Great Britain’s former colonies.
The constant theoretical reflection on the act of rewriting also allows readers to examine the processes through which these works in the second degree shed new light on the semantic potential of the Dickensian text and capture unexpressed voices, confirming the novel’s vitality and its ability to speak to a contemporary audience.
Starting from Lacan’s theory on the gaze, this article analyses how the traumatic scene observed by the younger sister, unbeknownst to the elder, serves as a mythopoetic device and it is at the origin of the mise en abîme on which the Chinese box structure of the novel stands. The repetitions of the trauma – first with the furtive reading of an obscene letter addressed to the older sister and then with the love scene in the library – mark the gradual prevailing of the imaginary on the real, until the final discovery of the fictionality of the whole story.