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lunedì 15 marzo 2010

Daphne



Daphne bholua, la più amata da Peter Smithers che l'ha portata direttamente dalle montagne dell'estremo oriente nel suo speciale giardino, sopra Lugano (Svizzera). Con gli anni ha poi colonizzato il sottobosco. Qualcuna di queste piante è arrivata fino a me.
Un piccolo arbusto più o meno sempreverde con portamento strettamente eretto. La fragranza dei suoi fiori, portati in mazzetti terminali, di un rosa così pallido da sembrare bianchi è di “prima classe”. Fiorisce a fine inverno.




Daphne burkwoodii
Con il portamento più aperto, fiori decisamente rosa e riuniti in mazzetti laterali, con un buon profumo, ma meno intenso, si distingue facilmente dalla precedente.

sabato 6 febbraio 2010

In inverno fioriscono…

Case&Country gennaio 2010
Questo periodo della stagione è un po' strano per il giardino. Di solito dedichiamo il nostro tempo a tutta una serie di lavori rinviati durante il resto dell'anno; con la scusa che le piante richiedono meno le nostre cure ci si dedica a riparare una tettoia, modificare l'impianto idrico, aggiustare stradini... In questo modo diventiamo distratti, osserviamo meno la natura, trascuriamo anche le piante pensando che non abbiano nulla da offrirci, pensiamo che stiano dormendo sonni profondi. Chissà se sognano le piante? Io penso di si, e temo che molte sognino di trovare un giardiniere migliore…--------Edgeworthia chrysantha (ibrido)
Spesso ci sfuggono, mi sfuggono, i primi segni di un risveglio alle porte. Quante volte ho scoperto l'Hamamelis completamente fiorito, con i fiori che non hanno paura del freddo e allungano gli scapigliati petali, non mancano nemmeno di un leggero profumo; quasi noto di più i bei colori autunnali delle sue foglie.
Stranamente sono più attento verso le edgeworthia, il loro fiorire è meno improvviso, l'apertura dei suoi ricchi mazzetti reclinati di fiori protetti da una sericea peluria è più prevedibile, più lento, a volte l'apertura dei fiori, già promessa, si ferma per l'arrivo di qualche giornata più fredda.--------------Edgeworthia chrysantha
Viene data come pianta che non sopporta il freddo intenso; la mia, a Torino dove in un inverno normale come l'anno scorso, la temperatura scende facilmente a -10°, senza nessuna protezione se la cava benissimo.
Anche sui consigli per la riproduzione ho qualche riserva, semi non ne ho ancora visti, e le talee non manifestano grandi entusiasmi nel radicare. Per contro produce molti ricacci dalla base, se si tiene il colletto rincalzato faranno radici e si potranno staccare con facilità dalla pianta madre.
Forma un bel cespuglio compatto e arrotondato, rami e foglie assomigliano abbastanza ad una Daphne mezzereum, d'altronde sono della stessa famiglia, le thymelaeaceae.
Perde parzialmente o totalmente le foglie in funzione del freddo.
Come quasi tutte le appartenenti alle thymelaeaceae. non amano i trapianti e i ristagni di acqua. Il compianto Peter Smhiters, grande giardiniere, nel suo giardino in Svizzera, a Vico Morcote, aveva introdotto una bellissima e rara varietà a fiore arancio, che è però risultata molto più debole della specie.--------------------Stachyrus praecox
Lo stachyurus (fam. Stachyuraceae) mi è arrivato per ultimo, 5/6 anni fa. Era una novità allora, resta comunque ancora poco visto nei giardini anche adesso; un piccolo arbusto che appena lo vidi mi colpì. I suoi delicati grappoli penduli, di un colore giallo citrino, si notano perché portati sui rami scuri ancora nudi e risaltano sullo sfondo di un cielo spesso grigio perché l'inverno non ci ha ancora lasciato. Viene definito da qualche testo un'acidofila, in realtà cresce in qualsiasi terreno con un minimo di fertilità, mentre non ama stare a lungo in vaso. Non ho bisogno di ricorrere a faticose talee per riprodurlo, alcuni semi delle piccole bacche sferiche che seguono i fiori, rimanendo sui rami fino all'autunno, mi nascono attorno alla pianta nella primavera successiva.

martedì 31 marzo 2009

Profumi d’inverno – Non solo calicanto

Case& Country gennaio 2009

La natura in inverno pare riposare. Per me è una bella stagione, gli alberi, privati delle foglie, consentono alla vista vedute nuove, orizzonti impensabili in estate, e poi forse mi piace per un altro motivo: non c’è l’urgenza delle cose da fare, non ci sono piante che si devono bagnare a tutti i costi, subito, altrimenti possono morire. I tempi si dilatano, quel che non si ha tempo - o voglia - di fare oggi si può fare domani.
In realtà le piante dormono ben poco, solo tutto si svolge a rilento. Ci sono piante che entrano in fase attiva all’inizio inverno, altre verso fine inverno. Si notano poco in questa stagione, allora alcune ricorrono ad un espediente: i loro fiori emanano profumi speciali “di prima classe” diceva Sir Peter Smithers, grande giardiniere, attento ai profumi dei fiori.


Il più conosciuto e amato è certamente il calicanto (Chimonanthus praecox), un arbusto, a volte alberello, spogliante che in pieno inverno produce fiori reclinati, di un colore giallo più o meno intenso e gola porpora scuro. Il suo profumo si sente a distanza, ed è sempre una sorpresa, perché arriva in una stagione da cui non ci si aspettata nulla. La sorpresa è anche dovuta al fatto che la sua fioritura non è mai scontata e non avviene sempre nello stesso periodo; influenzata dall’andamento stagionale o dai suoi capricci - le piante hanno ampliamente dimostrato di avere le stesse debolezze degli umani - può avvenire dall’inizio alla fine dell’inverno, in un arco di tre mesi.
E’ una pianta robusta, si adatta a tutti i terreni, non la spaventa la siccità estiva, caso mai sono i ristagni dell’acqua che possono provocare qualche problema alle radici.
Ai piedi del mio vecchio calicanto da sempre prospera un tappeto di violette selvatiche (Viola odorata), anche lei fiorisce in inverno, spesso verso la fine della stagione, ma mi capita di trovarla già a dicembre. Sul suo profumo nulla da aggiungere, si può trovare non solo nei boschi ma anche nelle profumerie. La varietà di colore viola, come il nome che porta, è la più profumata, predilige posizioni un po’ ombrose. Nei prati vicini, più luminosi, si trovano larghi cespi dai fiori bianchi o azzurri, più o meno pallido; generalmente queste non sono profumate, e contrariamente a quanto sostenevano i contadini, cioè che bisogna estirparle, altrimenti imbastardiscono e portano via il profumo alla vera violetta, non si disturbano a vicenda.
Altra regina dell’inverno è la Daphne, anzi le Daphne.


Daphne bholua, un piccolo arbusto più o meno sempreverde era proprio la più amata da Peter Smithers, portata direttamente delle montagne dell’estremo oriente nel suo speciale giardino, sopra Lugano (Svizzera), ha poi colonizzato il sottobosco. La fragranza dei suoi fiori di un pallido colore rosa è di “prima classe” e oltretutto fiorisce in inverno.
Daphne mezzereum è spontanea nei nostri boschi e sopporta i terreni calcarei.
Perde le foglie in inverno e i suoi fiori rosa e profumati anticipano la primavera.
Le Daphne sono allergiche ai trapianti e poco longeve, ma quando si trovano a loro agio si riproducono da seme spontaneamente.
Sarcococca confusa- Sarcococca hookeriana -Sarcococca digyna sono piccoli arbusti sempreverdi, quasi rustici che amano posizioni di mezza ombra e appartengono alla famiglia delle buxaceae.
Sono poco conosciute dai giardinieri e di conseguenza si vedono poco nei giardini.
Forse la causa è dovuta al fatto che la loro fioritura non è appariscente. I piccoli fiori bianco/verde sono un po’ celati dalle foglie, ma il loro profumo, nella seconda metà dell’inverno ripaga ampliamente chi l’ha voluta nel suo giardino.

sabato 14 febbraio 2009

Daphne bholua

Edgeworthia papyrifera red dragon