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lunedì 25 giugno 2012

Melissa



Erano quasi le dieci di una mattina di fine maggio, senza sole e con le nuvole dietro la collina che minacciavano una pioggia torrenziale. Me ne stavo sotto la pensilina di legno della veranda di casa di Melissa e guardavo il Mississippi scorrere. Lei era in ospedale, dove lavorava come infermiera. La  mattina, quando era uscita, mi aveva baciato sugli occhi che ancora dormivo, sussurrandomi di fare la spesa perché “di lì a poco il frigorifero avrebbe fatto le ragnatele”.