Non starò qui a tediarvi con immagini
da cartolina e recensioni dettagliate che – peraltro – ho già pubblicato su
Tripadvisor.
Per chi non lo sapesse, sono appena
tornata da una vacanza in uno di quei luoghi che ti dicono “almeno una volta
nella vita ci devi andare” e tu pensi “sai invece tu in quale luogo ti
manderei, tutti i giorni?”, ma non lo dici perché sei educata.
Vi dirò solo che almeno uno volta
nella vita ci dovreste andare.
E che io mi sono meritata questo
regalo, e soprattutto che devo smettere di giustificarmi con me stessa e con
gli altri, ma questo è un problema mio e ci sto lavorando da un ventennale,
senza successo.
Di questo viaggio mi restano, oltre
che una vergognosa abbronzatura, alcune riflessioni.
- Gli Asiatici in vacanza sono
fantastici.
Intanto,
sono ricchissimi. Per intenderci, nelle overwater da 8.000 Euro ci stavano solo
loro, e popolavano l’80% del resort
Si
muovono a coppie (anche giovanissimi: io a 20 anni è già tanto se andavo in
campeggio al Cavallino, per dire) o in branco, con nonni, figli, nipoti, amici.
Bevono
alcolici tutto il giorno che manco i Russi, e impazziscono per i balli di
gruppo.
Fotografano
SEMPRE e TUTTO.
Ma
quando dico SEMPRE, intendo dire SEMPRE. E se non fanno foto, fanno video. Con
una mano reggono la macchina e con l’altra seguono la coreografia del capovillaggio.
Fotografano
qualsiasi cosa, e per ogni scatto possono lavorare anche un’ora.
Il
selfie di coppia con lui che regge la digitale e lei dietro che salta, l’ho
visto provare per una giornata intera.
Non
stanno in spiaggia, se non vestiti da palombari e con l’ombrello, e fanno il
bagno solo in riva e con il salvagente.
Stanno
sempre al bar, o in piscina.
Quindi
la spiaggia era deserta.
Da
questo, se ne evince che Dio esiste, e io ne ho prove.
- I paguri esistono veramente, e sono
migliaia.
Sono
di una bellezza commovente, e quando si trovano tra di loro, zac che scatta l’ammucchiata.
Giuro
che ho fotografato un trenino dell’amore (o una gang bang, non saprei dire),
peccato che è venuta sfocata.
Anche
le conchiglie esistono veramente.
Non
ho resistito e ne ho portate a casa qualcuna.
Con
un po’ di sabbia color farina.
Ho
messo tutto dentro il sacchettino bianco di plastica che c’era nel bagno per
gli assorbenti da signora. Sembrava un enorme ovulo di cocaina.
Sono
partita per tornare a casa con l’assoluta certezza che la dogana mi avrebbe rinchiusa
nelle carceri locali, tipo Bridget Jones, che poi dovevo barattare il reggiseno
Intimissimi e le poche sigarette rimaste.
Mi
è andata liscia.
Da questo,
se ne evince che Dio esiste, e io ne ho prove.
- Mi si è fottuta la macchina
fotografica il secondo giorno.
Cioè,
tu fai l’unico viaggio della vita, e ti si rompe la macchina fotografica.
Ma
per fortuna da qualche mese ho comprato un fonfon (lo smartphone).
Da
questo, se ne evince che Dio esiste, e io ne ho prove.
- Sono partita con una valigia delle
dimensioni di un Boeing 737 carica di farmaci.
Non
devo spiegarvi perché.
Ho
mangiato pesce crudo, qualsiasi tipo di alimento Cinese, cipolla e cibi
pesantemente contaminati dai peperoni.
Ho
bevuto sempre bevande ghiacciate e pasteggiato a Negroni.
Sono
passata dai 5 gradi di temperatura di un fottuto volo intercontinentale ai 40
percepiti e ritorno.
Ho
sempre fatto il bagno appena mangiato.
Dormito
con il climatizzatore sparato in faccia.
Eppure,
non ho preso NEANCHE una pastiglia. Neanche una leccatina alla bustina di
Aulin. Niente di niente.
Mi
è venuta la diarrea appena ho rimesso piede in ufficio, ma questa è un’altra
storia.
Ah,
per la prima volta in 45 anni, non mi è venuto il ciclo appena atterrata a
destinazione, ma appena rientrata a casa.
Da
questo, se ne evince che Dio esiste, e io ne ho prove.
- Al limite massimo dalla stagione
monsonica, abbiamo avuto solo 2 ore di pioggia in tutta la settimana.
Io,
che le mie ultime vacanze al mare ho dovuto comprarmi una tuta in pile perché ci
stata una media di 17 gradi. Ed era Agosto.
Da questo,
se ne evince che Dio esiste, e io ne ho prove.