Ci sono quasi sempre week-end difficili.
Di bambini annoiati e malinconici e silenziosi.
Perché divertirsi con la mamma è facile, pure se la mamma fosse una po' pallosa, pure se fosse talmente divertente da sembrare triste.
Perché la mamma frequenta gli amici di sempre, gli zii e i cugini di sempre, i nonni di sempre, i campi sportivi di sempre, le feste di scuola di sempre.
Perché la casa del papà è la casa di "spesso", non la casa di sempre, e non c’è la Wii né l’X Box.
Perché la nonna fa le lasagne super, e il pranzo della domenica è sempre affollato e caotico e infinito.
E nella casa di papà invece – al massimo – si è in 4, ma quasi sempre in 3, e spesso solo in due.
E io mi sento in colpa.
Non è colpa mia, ma mi sento in colpa.
Non è colpa mia, ma mi sento in colpa.
L’infelicità altrui è contagiosa, e io purtroppo assorbo come una spugna e la faccio mia.
Quasi che non ne avessi abbastanza.
Poi ci sono i giorni buoni.
Quando mi vede in garage e istinitivamente mi viene incontro sorridendo.
Quando mi vede in garage e istinitivamente mi viene incontro sorridendo.
Quelle domeniche piovose, quando ci sediamo tutti e 4 intorno al tavolo e giochiamo a carte, e ridiamo come pazzi perché il Nano imbroglia, oppure non capisce il gioco, ma poi alla fine vince sempre lui.
Quando andiamo a fare la spesa, e per fare passare il tempo curiosiamo tra gli scaffali commentando, e riesco perfino ad abbracciarlo, il Nano, e lui non se ne accorge, o fa finta di non accorgersene.
Quando ceniamo in salotto con tutte le sedie diverse, e l’Adolescente mi fa l’occhiolino, complice, mentre prendo in giro suo padre.
E il Nano non vuole mangiare la verdura, e io gliela mangio di nascosto, che suo papà non veda.
Quando perdo due ore per fargli la torta al cioccolato con il riso soffiato, ed è venuta immangiabile, e allora l’ho rifatta, e fa schifo uguale, ma se la divorano lo stesso, e dicono pure "ma guarda che il giorno dopo era ancora più buona, me la rifaresti ?".
Quando perdo due ore per fargli la torta al cioccolato con il riso soffiato, ed è venuta immangiabile, e allora l’ho rifatta, e fa schifo uguale, ma se la divorano lo stesso, e dicono pure "ma guarda che il giorno dopo era ancora più buona, me la rifaresti ?".