Finale della Coppa dei Campioni 1982-1983: differenze tra le versioni
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L'{{Calcio Amburgo|N}} di [[Ernst Happel]], partito in sordina nel tabellone ma via via emerso come solida realtà,<ref name="UEFA" >{{cita web|url=http://it.uefa.com/uefachampionsleague/season=1982/overview/index.html#198283+magath+fulmina+juve+stellare|titolo=1982/83: Magath fulmina una Juve stellare}}</ref> debuttò ai sedicesimi contro i tedeschi orientali della {{Calcio Dinamo Berlino|N}}, battendoli con un risultato complessivo di 3-1. Agli ottavi di finale incontrò i greci dell'{{Calcio Olympiakos|N}}, facilmente superati con un 5-0 totale. Ai quarti, i sovietici della {{Calcio Dinamo Kiev|N}} furono battuti 3-0 in trasferta, vantaggio che di fatto rese ininfluente la successiva sconfitta interna per 1-2 subìta al [[Volksparkstadion]]. In semifinale fu il turno dei campioni di Spagna della {{Calcio Real Sociedad|N}}, sconfitti per 3-2 tra andata e ritorno con un gol a 3' dal termine. |
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[[File:Coppa dei Campioni 1982-83 - Juventus vs Aston Villa - Paolo Rossi e Nigel Spink.jpg|thumb|left|Paolo Rossi, centravanti della Juventus finalista nonché miglior marcatore dell'edizione, esulta nel vittorioso ''retour match'' dei quarti contro i campioni uscenti dell'Aston Villa.]] |
[[File:Coppa dei Campioni 1982-83 - Juventus vs Aston Villa - Paolo Rossi e Nigel Spink.jpg|thumb|left|Paolo Rossi, centravanti della Juventus finalista nonché miglior marcatore dell'edizione, esulta nel vittorioso ''retour match'' dei quarti contro i campioni uscenti dell'Aston Villa.]] |
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La {{Calcio Juventus|N}} di [[Giovanni Trapattoni]], campione d'Italia, iniziò il cammino europeo contro i danesi dello {{Calcio Hvidovre|N}} battendoli con una goleada totale di 7-4. Agli ottavi di finale incontrò i belgi dello {{Calcio Standard Liegi|N}} che furono sconfitti con un risultato aggregato di 3-1. Ai quarti di finale i ''Bianconeri'' legittimarono le loro ambizioni eliminando i [[Coppa dei Campioni 1981-1982|detentori del trofeo]], gli inglesi dell'{{Calcio Aston Villa|N}}, con un 5-2 complessivo frutto di due vittorie<ref>{{cita web|autore=Claudio Colombo|url=http://www.tuttosport.com/calcio/amarcordjuve/2009/08/02-35733/Juve-Aston+Villa,+quel+doppio+confronto+del+marzo+1983|titolo=Juve-Aston Villa, quel doppio confronto del marzo 1983 |
La {{Calcio Juventus|N}} di [[Giovanni Trapattoni]], campione d'Italia, iniziò il cammino europeo contro i danesi dello {{Calcio Hvidovre|N}} battendoli con una goleada totale di 7-4. Agli ottavi di finale incontrò i belgi dello {{Calcio Standard Liegi|N}} che furono sconfitti con un risultato aggregato di 3-1. Ai quarti di finale i ''Bianconeri'' legittimarono le loro ambizioni eliminando i [[Coppa dei Campioni 1981-1982|detentori del trofeo]], gli inglesi dell'{{Calcio Aston Villa|N}}, con un 5-2 complessivo frutto di due vittorie;<ref>{{cita web|autore=Claudio Colombo|url=http://www.tuttosport.com/calcio/amarcordjuve/2009/08/02-35733/Juve-Aston+Villa,+quel+doppio+confronto+del+marzo+1983|titolo=Juve-Aston Villa, quel doppio confronto del marzo 1983|data=2 agosto 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160630184601/http://www.tuttosport.com/calcio/amarcordjuve/2009/08/02-35733/Juve-Aston+Villa,+quel+doppio+confronto+del+marzo+1983}}</ref> in particolare, il 2-1 nel match di andata al [[Villa Park]] rappresentò primo successo juventino<ref>{{cita|Vladimiro Caminiti|pp. 26-30|Guerin Sportivo|titolo=Il gran colpo d'Oltremanica}}.</ref> e, più in generale, di una squadra italiana oltre Manica in una [[Competizioni UEFA per club|competizione confederale]].<ref>{{cita web|url=https://www.juventus.com/it/news/news/2020/juve-in-the-world--birmingham.php|titolo=Juve in the World: Birmingham|data=3 maggio 2020}}</ref> Infine, in semifinale i polacchi del {{Calcio Widzew Lodz|N}} — rivelazione dell'edizione, peraltro giustizieri del {{Calcio Liverpool|N}} all'epoca ai vertici in Europa<ref name="UEFA" /> — si arresero ai piemontesi perdendo 2-0 al [[Stadio Olimpico Grande Torino|Comunale]] e pareggiando 2-2 allo [[Stadion Miejski (Łódź)|Stadion Miejski]]. |
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== La partita == |
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Il match di [[Atene]], come prevedibile, si sviluppa molto sul piano tattico, visto che entrambi i tecnici, l'austriaco Happel e l'italiano Trapattoni, saranno ritenuti dalla stampa specializzata tra gli strateghi più affermati nella storia del calcio. Nonostante la squadra bianconera parta con tutti i favori del pronostico |
Il match di [[Atene]], come prevedibile, si sviluppa molto sul piano tattico, visto che entrambi i tecnici, l'austriaco Happel e l'italiano Trapattoni, saranno ritenuti dalla stampa specializzata tra gli strateghi più affermati nella storia del calcio. Nonostante la squadra bianconera parta con tutti i favori del pronostico — grazie a un'[[Juventus Football Club e Nazionale di calcio dell'Italia#Anni 1970 e 1980: il Blocco-Juve|intelaiatura italiana]] reduce dalla vittoria al {{WC|1982}}, cui si sono aggiunti in questa stagione due campioni stranieri quali [[Michel Platini]] e [[Zbigniew Boniek]],<ref name="UEFA" /><ref name="Calzaretta" >{{cita|Nicola Calzaretta|p. 12|Guerin Sportivo|titolo=Riparte la leggenda}}.</ref> nonché un percorso da imbattuta verso la finale<ref name="Calzaretta" /> e il capocannoniere dell'edizione, [[Paolo Rossi (calciatore 1956)|Paolo Rossi]], nelle proprie file —, la gara volge subito dalla parte degli ''Hanseaten'', che passano in vantaggio al 9' con un tiro insidioso di [[Felix Magath]] insaccatosi alle spalle di [[Dino Zoff]], questi all'ultima partita con la Juventus.<ref name="Calzaretta" /> |
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[[File:Trainer Ernst Happel met (links) Manfred Kaltz, Bestanddeelnr 931-7104.jpg|thumb|Il difensore Manfred Kaltz e il tecnico Ernst Happel, tra i protagonisti nel trionfo degli anseatici.]] |
[[File:Trainer Ernst Happel met (links) Manfred Kaltz, Bestanddeelnr 931-7104.jpg|thumb|Il difensore Manfred Kaltz e il tecnico Ernst Happel, tra i protagonisti nel trionfo degli anseatici.]] |
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La Juventus accusa il colpo, trovandosi a dover imporre le proprie trame e a non poter contare sul gioco di rimessa. Con [[Roberto Bettega|Bettega]], [[Antonio Cabrini|Cabrini]] e Platini la squadra bianconera riesce comunque a creare tre nitide palle-gol per il pareggio, tuttavia sciupate, e il portiere avversario [[Uli Stein]] assurge a migliore in campo per via delle sue numerose parate. Nel secondo tempo, inoltre, i torinesi recriminano nei confronti dell'arbitro rumeno [[Nicolae Rainea]] per un intervento subìto in area di rigore da Platini a opera di Stein, riconosciuto come falloso anche dai tedeschi dopo l'incontro.<ref name="Caroli" >{{cita news|autore=Angelo Caroli|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,1392_02_1983_0139_0054_19683357/|titolo=Bianconeri, tante colpe|pubblicazione=La Stampa|pagina=18|data=26 maggio 1983|accesso=10 giugno 2016}}</ref> |
La Juventus accusa il colpo, trovandosi a dover imporre le proprie trame e a non poter contare sul gioco di rimessa. Con [[Roberto Bettega|Bettega]], [[Antonio Cabrini|Cabrini]] e Platini la squadra bianconera riesce comunque a creare tre nitide palle-gol per il pareggio, tuttavia sciupate, e il portiere avversario [[Uli Stein]] assurge a migliore in campo per via delle sue numerose parate. Nel secondo tempo, inoltre, i torinesi recriminano nei confronti dell'arbitro rumeno [[Nicolae Rainea]] per un intervento subìto in area di rigore da Platini a opera di Stein, riconosciuto come falloso anche dai tedeschi dopo l'incontro.<ref name="Caroli" >{{cita news|autore=Angelo Caroli|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,1392_02_1983_0139_0054_19683357/|titolo=Bianconeri, tante colpe|pubblicazione=La Stampa|pagina=18|data=26 maggio 1983|accesso=10 giugno 2016}}</ref> |
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Determinante per la vittoria dell'Amburgo è la marcatura a uomo messa in atto da [[Wolfgang Rolff]] ai danni del regista juventino Platini, escludendolo di fatto dal gioco, mentre il resto della formazione tedesca può contenere la maggior parte delle manovre offensive torinesi grazie un atteggiamento difensivo che fa ampio ricorso alla trappola del [[Fuorigioco (calcio)|fuorigioco]]: una variante tattica presa a prestito da Happel dal [[calcio totale]] olandese, e a quel tempo ancora sottoutilizzata nel panorama italiano.<ref name="Caroli" /> Il risultato non cambia fino al fischio finale, quando l'Amburgo alza la prima, e finora unica, Coppa dei Campioni della sua storia;<ref>{{cita web|url=http://www.mondopallone.it/2013/12/04/cera-europa-lamburgo-che-fece-piangere-platini/|titolo=C’era in Europa: l’Amburgo che fece piangere la Juventus di Platini |
Determinante per la vittoria dell'Amburgo è la marcatura a uomo messa in atto da [[Wolfgang Rolff]] ai danni del regista juventino Platini, escludendolo di fatto dal gioco, mentre il resto della formazione tedesca può contenere la maggior parte delle manovre offensive torinesi grazie un atteggiamento difensivo che fa ampio ricorso alla trappola del [[Fuorigioco (calcio)|fuorigioco]]: una variante tattica presa a prestito da Happel dal [[calcio totale]] olandese, e a quel tempo ancora sottoutilizzata nel panorama italiano.<ref name="Caroli" /> Il risultato non cambia fino al fischio finale, quando l'Amburgo alza la prima, e finora unica, Coppa dei Campioni della sua storia;<ref>{{cita web|url=http://www.mondopallone.it/2013/12/04/cera-europa-lamburgo-che-fece-piangere-platini/|titolo=C’era in Europa: l’Amburgo che fece piangere la Juventus di Platini|data=4 dicembre 2013}}</ref> i teutonici, confermatisi anche campioni della Germania Occidentale, interrompono così un dominio inglese nella manifestazione continentale che (per merito di Liverpool, {{Calcio Nottingham Forest|N}} e Aston Villa) perdurava da sei anni.<ref name="UEFA" /> |
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== Tabellino == |
== Tabellino == |
Versione delle 16:41, 4 mag 2020
Finale della Coppa dei Campioni 1982-1983 | |||||
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I giocatori dell'Amburgo in festa col trofeo | |||||
Informazioni generali | |||||
Sport | Calcio | ||||
Competizione | Coppa dei Campioni 1982-1983 | ||||
Data | 25 maggio 1983 | ||||
Città | Atene | ||||
Impianto | Stadio Olimpico | ||||
Spettatori | 73 500 | ||||
Dettagli dell'incontro | |||||
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Arbitro | Nicolae Rainea | ||||
Successione | |||||
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La finale della 28ª edizione di Coppa dei Campioni si disputò il 25 maggio 1983 presso lo Stadio Olimpico di Atene tra i tedeschi occidentali dell'Amburgo e gli italiani della Juventus. All'incontro assistettero circa 73 500 spettatori. Il match, arbitrato dal rumeno Nicolae Rainea, vide la vittoria per 1-0 della squadra anseatica.
Il cammino verso la finale
L'Amburgo di Ernst Happel, partito in sordina nel tabellone ma via via emerso come solida realtà,[1] debuttò ai sedicesimi contro i tedeschi orientali della BFC Dynamo, battendoli con un risultato complessivo di 3-1. Agli ottavi di finale incontrò i greci dell'Olympiacos, facilmente superati con un 5-0 totale. Ai quarti, i sovietici della Dinamo Kiev furono battuti 3-0 in trasferta, vantaggio che di fatto rese ininfluente la successiva sconfitta interna per 1-2 subìta al Volksparkstadion. In semifinale fu il turno dei campioni di Spagna della Real Sociedad, sconfitti per 3-2 tra andata e ritorno con un gol a 3' dal termine.
La Juventus di Giovanni Trapattoni, campione d'Italia, iniziò il cammino europeo contro i danesi dello Hvidovre battendoli con una goleada totale di 7-4. Agli ottavi di finale incontrò i belgi dello Standard Liegi che furono sconfitti con un risultato aggregato di 3-1. Ai quarti di finale i Bianconeri legittimarono le loro ambizioni eliminando i detentori del trofeo, gli inglesi dell'Aston Villa, con un 5-2 complessivo frutto di due vittorie;[2] in particolare, il 2-1 nel match di andata al Villa Park rappresentò primo successo juventino[3] e, più in generale, di una squadra italiana oltre Manica in una competizione confederale.[4] Infine, in semifinale i polacchi del Widzew Łódź — rivelazione dell'edizione, peraltro giustizieri del Liverpool all'epoca ai vertici in Europa[1] — si arresero ai piemontesi perdendo 2-0 al Comunale e pareggiando 2-2 allo Stadion Miejski.
La partita
Il match di Atene, come prevedibile, si sviluppa molto sul piano tattico, visto che entrambi i tecnici, l'austriaco Happel e l'italiano Trapattoni, saranno ritenuti dalla stampa specializzata tra gli strateghi più affermati nella storia del calcio. Nonostante la squadra bianconera parta con tutti i favori del pronostico — grazie a un'intelaiatura italiana reduce dalla vittoria al campionato del mondo 1982, cui si sono aggiunti in questa stagione due campioni stranieri quali Michel Platini e Zbigniew Boniek,[1][5] nonché un percorso da imbattuta verso la finale[5] e il capocannoniere dell'edizione, Paolo Rossi, nelle proprie file —, la gara volge subito dalla parte degli Hanseaten, che passano in vantaggio al 9' con un tiro insidioso di Felix Magath insaccatosi alle spalle di Dino Zoff, questi all'ultima partita con la Juventus.[5]
La Juventus accusa il colpo, trovandosi a dover imporre le proprie trame e a non poter contare sul gioco di rimessa. Con Bettega, Cabrini e Platini la squadra bianconera riesce comunque a creare tre nitide palle-gol per il pareggio, tuttavia sciupate, e il portiere avversario Uli Stein assurge a migliore in campo per via delle sue numerose parate. Nel secondo tempo, inoltre, i torinesi recriminano nei confronti dell'arbitro rumeno Nicolae Rainea per un intervento subìto in area di rigore da Platini a opera di Stein, riconosciuto come falloso anche dai tedeschi dopo l'incontro.[6]
Determinante per la vittoria dell'Amburgo è la marcatura a uomo messa in atto da Wolfgang Rolff ai danni del regista juventino Platini, escludendolo di fatto dal gioco, mentre il resto della formazione tedesca può contenere la maggior parte delle manovre offensive torinesi grazie un atteggiamento difensivo che fa ampio ricorso alla trappola del fuorigioco: una variante tattica presa a prestito da Happel dal calcio totale olandese, e a quel tempo ancora sottoutilizzata nel panorama italiano.[6] Il risultato non cambia fino al fischio finale, quando l'Amburgo alza la prima, e finora unica, Coppa dei Campioni della sua storia;[7] i teutonici, confermatisi anche campioni della Germania Occidentale, interrompono così un dominio inglese nella manifestazione continentale che (per merito di Liverpool, Nottingham Forest e Aston Villa) perdurava da sei anni.[1]
Tabellino
Atene 25 maggio 1983, ore 20:15 | 1 – 0 referto | Stadio Olimpico (73 500 spett.)
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Formazioni
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Note
- ^ a b c d 1982/83: Magath fulmina una Juve stellare, su it.uefa.com.
- ^ Claudio Colombo, Juve-Aston Villa, quel doppio confronto del marzo 1983, su tuttosport.com, 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2016).
- ^ Vladimiro Caminiti, Il gran colpo d'Oltremanica, pp. 26-30.
- ^ Juve in the World: Birmingham, su juventus.com, 3 maggio 2020.
- ^ a b c Nicola Calzaretta, Riparte la leggenda, p. 12.
- ^ a b Angelo Caroli, Bianconeri, tante colpe, in La Stampa, 26 maggio 1983, p. 18. URL consultato il 10 giugno 2016.
- ^ C’era in Europa: l’Amburgo che fece piangere la Juventus di Platini, su mondopallone.it, 4 dicembre 2013.
Bibliografia
- GS Storie: Signora di coppe, n. 4, Bologna, Guerin Sportivo, 2012, ISBN non esistente.