Cap21 Annibale Carracci

Scarica in formato pptx, pdf o txt
Scarica in formato pptx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 12

ANNIBALE CARRACCI

(1560-1609)

Agostino, Ludovico ed Annibale Carracci


e l’Accademia degli Incamminati
Classicismo e realismo

Annibale Carracci è l’ultimo grande testimone della pittura


classicista e primo punto di riferimento di quella barocca.

Nato a Bologna nel 1560, fonda con il fratello Agostino e il cugino Ludovico
un’accademia di pittura; ottiene presto una notevole fama e dal 1595, chiamato
dal cardinale Odoardo Farnese, si trasferisce a Roma, dove muore nel 1609.

La sua pittura si caratterizza per:


• la tecnica colta e raffinata, maturata sullo studio dei maestri del Cinquecento
• i temi della «pittura di genere», che egli stesso contribuisce a fondare
• il classicismo
• lo studio «al naturale», cioè dal vero, dei propri soggetti

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


L’Accademia degli Incamminati
Intorno al 1582 i pittori Annibale, Agostino e Ludovico Carracci si riuniscono per
fondare la prima scuola privata di pittura dell’età moderna, in cui si dà spazio
non solo al disegno e alla copia dal vero, ma anche allo studio delle lettere, della
filosofia, della matematica, della geometria e dell’anatomia.

La scuola assume nel tempo tre successive denominazioni:


• Accademia del Naturale, perché la finalità è di promuovere la riproduzione dal
vero, secondo la teoria vasariana e in opposizione agli eccessi tardo-manieristi
• Accademia dei Desiderosi, «per lo desiderio ch’era in tutti d’imparare»
• Accademia degli Incamminati, per sottolineare il percorso di maturazione
artistica a cui gli allievi erano chiamati

Si parla di classicismo carraccesco per alludere alla volontà di questi artisti di


superare gli eccessi del tardo-manierismo e ricollegarsi direttamente al gusto
classicheggiante dei maestri del ‘500 e al naturalismo coloristico dei Veneti.
Il disegno
La forte personalità e le grandi capacità pittoriche collocano Annibale Carracci al
vertice dell’Accademia, alla quale egli si dedica più con l’esempio che con la teoria.

Negli affreschi di Palazzo Magnani a Bologna, del


1588-1592, la conoscenza di Raffaello nella resa della
figura umana è unita allo studio su modelli reali.

Disegnatore eccellente e
instancabile, Annibale si
riallaccia alla tradizione
rinascimentale
fiorentina.

In uno dei cartoni del 1596 circa per gli affreschi di Palazzo
Farnese a Roma, la ricerca del «bello ideale» si coniuga
con effetti di realismo e plasticità.
Grande Macelleria
Tra le opere giovanili vi è la tela della cosiddetta Grande Macelleria, una delle prime
scene di genere della pittura italiana, i cui soggetti sono attinti dalla vita quotidiana.
Joachim Beuckelaer, La bottega del
Macellaio (1568), Museo Nazionale di
Capodimonte
Qui l'accento è posto sulla gamma di
prodotti a base di carne in primo piano,
permettendo all'osservatore di
apprezzare la cura per i dettagli,
compresi quelli un po’ triviali

La novità di Annibale è nella sobria raffigurazione del lavoro di bottega.


Contrariamente ai fiamminghi di soggetto analogo, Annibale non ha
dipinto i personaggi con fattezze grottesche e in pose triviali, egli ha
preferito raffigurare la dignità dei lavoratori di questa macelleria,
mostrando tra l'altro un particolare interesse per il dato naturale
Il mangiafagioli
Tra le opere giovanili vi è la piccola tela con Il mangiafagioli, una delle prime scene
di genere della pittura italiana, i cui soggetti sono attinti dalla vita quotidiana.

Nella spoglia semplicità della stanza, il


popolano è colto con crudo realismo
nell’atto di divorare una scodella di fagioli.

Per rendere l’effetto Annibale impiega un


disegno incisivo e colori spenti e terrosi.

La linea d’orizzonte
alta, con il punto di
fuga spostato a
destra, indica una Il taglio compositivo genera l’impressione di
visione decentrata. trovarsi al fianco dell’uomo, come se fossimo
seduti a un altro tavolo dell’osteria.
Il Matrimonio Mistico di Santa Caterina
La Vergine col Bambino appare
miracolosamente davanti a Caterina,
che china la testa mentre il piccolo
Gesù le mette un anello al dito. E’ una
metafora della sua promessa di vita
cristiana all'insegna della castità.
La ruota chiodata nell'angolo in basso
a sinistra e l'angelo che regge una
palma alle spalle di Caterina
prefigurano il suo martirio.

Annibale dipinse questa pala d'altare


per il Duca Ranuccio I Farnese
di Parma nel 1585. Dieci anni dopo
Ranuccio permise ad Annibale di
portare questo dipinto con sé a Roma
come dono di presentazione per il
fratello, cardinale Odoardo
Ercole al bivio
La tela Ercole al
Bivio, oggi al Museo
di Capodimonte, fu
realizzata nel 1596
per il Palazzo
Farnese a Roma.
Fu concepita come
fulcro delle decorazioni
della volta del
Camerino di Odoardo
con le Storie di Ercole.

Evidente l’influenza di
Michelangelo su Annibale
una volta a Roma

Al centro, Ercole, a riposo sembra prestare ascolto alla scultorea Virtù a sx che gli indica un cammino
assai tortuoso per raggiungere l’estrema purezza (il Pegaso bianco), mentre a dx Il Vizio, sensuale e
ammiccante, gli mostra ogni genere di distrazione: dalle carte da gioco, agli strumenti musicali
Volta della Galleria Farnese
A Roma, su incarico del cardinale Odoardo Farnese, Annibale decora alcuni
ambienti di Palazzo Farnese, tra cui, tra il 1598 e il 1600, la volta della Galleria.

È il ciclo pittorico più impegnativo della carriera del pittore bolognese, di soggetto
mitologico – gli Amori degli dèi – e ispirato forse dallo stesso colto cardinale.
La volta
Sulla volta a botte una finta Come in una pinacoteca, vi L’architettura è sorretta da
struttura architettonica si sono illusivamente appesi telamoni in pose sempre
apre sul cielo azzurro. nove quadri incorniciati. diverse, dipinti a forte rilievo.

Le possenti figure mostrano Vivaci putti circondano i Alternati ai telamoni vi sono


la conoscenza dell’opera di medaglioni e figure di ignudi finti medaglioni bronzei con
Michelangelo alla Sistina. siedono sul cornicione. scene mitologiche di soggetto
amoroso.
Trionfo di Bacco e Arianna
Il grandioso Trionfo di Bacco e Arianna è il fulcro di tutta la volta , qui Annibale
mostra tutta la propria erudizione mitologica.

In tutta la volta, così come nella grande tela centrale, l’equilibrio classico convive
con il gusto barocco per le immagini fantastiche e ricche di suggestioni ottiche.
Trionfo di Bacco e Arianna
Nell’affresco il rigido equilibrio compositivo di gusto classicistico è mitigato dalla
libertà e dalla sensualità di gesti e atteggiamenti propri di figure colte dal vero.

Tutt’intorno svolazzano I due gruppi di destra e Attorno ai protagonisti


putti e amorini, uno dei sinistra si equivalgono satiri e menadi danzano
quali reca ad Arianna per numero di figure e al ritmo di tamburelli,
una corona di stelle. per composizione. piatti e corni.

Il prezioso carro dorato Il carro argenteo di In testa alla carovana un


su cui siede il dio Bacco Arianna, vestita di vecchio ed ebbro Sileno
è trainato da una coppia azzurro, è trainato da viene portato sul dorso
di tigri. due arieti. di un asino.

Potrebbero piacerti anche