8c Barbarico Storia Dell Arte

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ARTE BARBARICA

prof.ssa Emanuela Pulvirenti www.didatticarte.it

8-c. ARTE BARBARICA

CORSO DI DISEGNO E STORIA DELL’ARTE classe II


ARTE BARBARICA prof.ssa Emanuela Pulvirenti www.didatticarte.it

L’ARTE LONGOBARDA

Nel 568 i Longobardi, un popolo provenien-


te dalla Pannonia, penetrano nella penisola
italiana stabilendosi al nord dove fondano
un regno con capitale Pavia. Due ducati in-
dipendenti si formarono poi a Spoleto e a
Benevento.
La loro arte unisce elementi della tradi-
zione barbarica (dal greco bàrbaros, cioè
“straniero”) come le forme astratte e la
decorazione geometrica, con elementi oc-
cidentali.
Da questa lenta integrazione culturale ed
artistica con la tradizione romana e cristia-
na nascerà presto una nuova civiltà, quella
medievale.

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Le prime testimonianze longobarde sono


scarse e riguardano oggetti in oro o altri
metalli: si tratta di fibule, corone, armi,
gioielli e croci con motivi geometrici e sti-
lizzati.
Si tratta, quindi, di oggetti di piccolo for-
mato perché le civiltà barbariche, essendo
nomadi, non si esprimono artisticamente in
opere monumentali come le altre civiltà.

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Inizialmente ariani, i Longobardi si con-


vertono presto alla religione cristiana uf-
ficiale e cominciano a costruire chiese
a pianta centrale utilizzando maestranze
locali che lavorano secondo la tradizione
architettonica antica greca e romana. Tut-
tavia i loro edifici non sono monumentali
come quelli antichi e spesso sono piccoli
oratori.

SANTA MARIA IN VALLE (Cividale del Friuli (750): tem-


pietto a pianta quadrata con presbiterio rettangolare con
volte a botte e crociera centrale. I rilievi delle sante prean-
nunciano il ritorno al classicismo dell’arte carolingia.

approfondimento sui luoghi longobardi patrimonio UNESCO

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Più “barbarici” sono i


rilievi di un’altra ope-
ra di Cividale: l’altare
del duca Ratchis con
le quattro facce laterali
scolpite a bassorilievo.
In questi pannelli le fi-
gure umane, derivate
dalla tradizione antica,
sono piatte, stilizzate,
geometrizzate e defor-
mate, mentre lo spazio
restante è riempito di
elementi decorativi
(horror vacui). Le pro-
porzioni dei personag-
gi indicano il livello di
importanza e non cor-
rispondono tra loro.

approfondimento altare di Ratchis

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L’ARTE CAROLINGIA

Nell’800 Carlo Magno fonda il Sacro Roma-


no Impero, con il quale l’Europa rinasce
culturalmente e artisticamente. L’imperato-
re promuove il recupero dei modelli classi-
ci e così, tra il IX e il X secolo vengono rea-
lizzate numerose opere d’arte ispirate alle
tradizioni classica, bizantina e cristiana.

TORHALLE, LOR-
SCH: è l’ingresso
dell’Abbazia di-
strutta nel XVII
sec. che mescola
elementi romani
e influenze nordi-
che come l’opus
craticium.

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Il recupero dei modelli antichi sarà denomi-


nato renovatio, ossia “rinascita”. Il simbolo
di questa rinascita è la Cappella Palatina di
Aquisgrana (in Germania) dove viene ripre-
so, con linee più severe, l’impianto centra-
le dell’architettura classica e bizantina, sul
modello di S. Vitale a Ravenna.
La pianta è ottagonale con due ordini di
gallerie (deambulatorio e matroneo) intor-
no al vano centrale coronato da una cupola
mosaicata.
L’ottagono richiama il numero otto, simbo-
lo della Resurrezione come somma del nu-
mero sette, (i giorni della creazione biblica,
quindi il tempo), più il numero uno, simbolo
di Dio.
Elementi desunti da modelli bizantini e CAPPELLA PALATINA (Aachen 786-805): l’interno misu-
tardoantichi vengono riletti in chiave ver- ra 31 m di altezza e 16 m di diametro e contiene colonne
ticalizzante e ciò avrà vasta eco nell’arte e marmi di spoglio provenienti da Roma e Ravenna. Fa-
romanica. ceva parte del complesso di edifici del palazzo reale.

visita virtuale alla Cattedrale di Aachen (ex Cappella Palatina di Aquisgrana)

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Ad Aquisgrana Carlo Magno fonda la Schola


Palatina dove si studia il greco e il latino, si pro-
ducono libri e si copiano quelli antichi classici
e religiosi. I testi usciti dalla scuola si diffondo-
no attraverso numerosi centri di cultura (corti e
monasteri) dislocati in tutto il territorio dell’Im-
pero.
Negli scriptoria dei conventi nasce l’arte del-
la miniatura (dal termine “minio”, inchiostro
rosso utilizzato per queste rappresentazioni):
le pagine vengono splendidamente illustrate
con immagini realistiche e classiche, inserite
in paesaggi e architetture in prospettiva. Dopo
decenni di figurazioni astratte e stilizzate torna
anche la figura umana.

BIBBIA DI CARLO IL CALVO (845): pagina miniata con la vita


di S. Girolamo.

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L’ALTARE DI SANT’AMBROGIO (824-859) - Milano - oro e argento, pietre dure

Destinato a contenere il corpo di Sant’Ambrogio, l’altare è una tra le più belle opere d’oreficeria
prodotte in Italia.
Commissionato dal vescovo Angilberto II riprende alcuni caratteri dell’arte bizantina, special-
mente nella figura di Cristo, rappresentato in trono, in una posizione rigidamente frontale.
Complessivamente tutta l’opera presenta una grande equilibrio compositivo, tipico dell’arte clas-
sica e per la prima volta, dopo secoli, un artista, Vuolvinio, firma una sua opera, rappresentan-
dosi all’interno di essa.

approfondimento sull’Altare di Sant’Ambrogio

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L’equilibrio compositivo Al centro, Cristo in trono, Cristo è contornato dai Le quattro formelle intorno
delle figure nei pannelli è rigido e frontale, mostra simboli degli evangelisti a alla croce rappresentano
tipicamente classico. influenze bizantine. formare una croce. ognuna tre dei dodici apo-
stoli.

L’altare è una cassa in


legno rivestita da lamine
d’oro e d’argento dorato,
Sui pannelli laterali vi sono lavorate a sbalzo e a cesel-
dodici episodi della vita di lo, con cornici in smalto e
Cristo. pietre preziose.
Tutti i lati sono figurati con
scene del Vangelo e della
vita di S. Ambrogio.

Aprendo gli sportelli, sul


retro, si può vedere il corpo
del santo. Gli sportelli sono
ornati con 4 medaglioni
circolari: in quelli superiori Nelle dodici formelle poste
gli arcangeli Michele e Ga- ai due lati degli sportelli,
briele, sotto S. Ambrogio sono raffigurati episodi del-
intronizza il vescovo An- la vita di S. Ambrogio incor-
gilberto (il committente) e niciati con smalti, cammei e
l’orafo Vuolvinio. gemme colorate.

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