dpr200367 n223
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223
(pubblicato nella Gazz. Uff. 28 aprile 1967, n. 106).
Approvazione del testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione
delle liste elettorali.
E' approvato l'unito testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione
delle liste elettorali, composto di 62 articoli, vistato dal Ministro per l'interno. Testo unico delle leggi recanti
norme per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali
Artt.
Art. 1
Sono elettori tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e non si trovino in alcuna
delle condizioni previste dagli articoli 2 e 31 .
Art. 2
a) coloro che sono dichiarati falliti finché dura lo stato di fallimento, ma non oltre cinque anni dalla data della
sentenza dichiarativa del fallimento;
b) coloro che sono sottoposti, in forza di provvedimenti definitivi, alle misure di prevenzione di cui all'articolo 3
della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, come da ultimo modificato dall'articolo 4 della legge 3 agosto 1988, n.
327, finché durano gli effetti dei provvedimenti stessi;
c) coloro che sono sottoposti, in forza di provvedimenti definitivi, a misure di sicurezza detentive o alla libertà
vigilata o al divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province, a norma dell'articolo 215 del
codice penale, finché durano gli effetti dei provvedimenti stessi;
d) i condannati a pena che importa la interdizione perpetua dai pubblici uffici;
e) coloro che sono sottoposti all'interdizione temporanea dai pubblici uffici, per tutto il tempo della sua durata.
2. Le sentenze penali producono la perdita del diritto elettorale solo quando sono passate in giudicato. La
sospensione condizionale della pena non ha effetto ai fini della privazione del diritto di elettorato 2.
Il diritto di voto è sospeso per i ricoverati negli istituti psichiatrici a decorrere dalla data del decreto del tribunale
che autorizza in via definitiva la loro ammissione negli istituti suddetti, a termini dell'art. 2 della L. 14 febbraio
1904, n. 36, e fino alla data del decreto col quale il presidente del tribunale autorizzi, ai sensi del successivo art.
3, il loro licenziamento dagli istituti medesimi. La Cancelleria del tribunale dà comunicazione al Comune di
residenza del ricoverato del decreto di autorizzazione all'ammissione in via definitiva nell'istituto psichiatrico,
nonché di quello di autorizzazione al licenziamento dallo stesso. Il Comune, appena ricevuto il decreto di
1
Articolo così sostituito dall'art. 14, L. 8 marzo 1975, n. 39.
2
Così sostituito dall'art. 1, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
ammissione, provvede, con la procedura prevista dall'art. 32, alla relativa cancellazione dalle liste elettorali, e,
ricevuto il decreto di licenziamento, alla reiscrizione nelle liste medesime, con la prima revisione semestrale. I
direttori degli istituti psichiatrici che eventualmente ricevano un certificato elettorale, intestato a persona ivi
ricoverata, per la quale sussistano le condizioni previste dal primo comma, sono tenuti a restituirlo al Comune
che lo ha emesso, apponendo sul certificato una annotazione indicante gli estremi del decreto del tribunale che
autorizza il ricovero in via definitiva] 3.
Art. 4 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 3 e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 3).
Sono iscritti di ufficio nelle liste elettorali i cittadini che, possedendo i requisiti per essere elettori e non essendo
incorsi nella perdita definitiva o temporanea del diritto elettorale attivo, sono compresi nell'anagrafe della
popolazione residente nel comune o nell'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE)4 . Le norme di cui al
primo comma si applicano anche ai cittadini che sono iscritti all'ufficio anagrafe del comune di Roma, a norma
dell'articolo 5 del regolamento per l'esecuzione della L. 27 ottobre 1988, n. 470, sull'anagrafe ed il censimento
degli italiani all'estero, approvato con D.P.R. 6 settembre 1989, n. 323 5(5).
Art. 5 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 4, commi 1° e 2° e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 4, commi 1° e 2°).
Le liste elettorali, distinte per uomini e donne, sono compilate in ordine alfabetico in doppio esemplare, e
indicano per ogni iscritto:
a) il cognome e nome e, per le donne coniugate o vedove, anche il cognome del marito;
b) il luogo e la data di nascita;
c) il numero, la parte e la serie dell'atto di nascita;
d) il titolo di studio;
e) la professione o il mestiere;
f) l'abitazione.
Esse debbono essere autenticate, mediante sottoscrizione, dal presidente della Commissione elettorale comunale
e dal segretario.
Art. 16 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 13, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 13).
Non oltre il 10 aprile ed il 10 ottobre di ciascun anno, la Commissione elettorale comunale procede alla
formazione, in ordine alfabetico, di due elenchi separati per la revisione semestrale delle liste. Gli elenchi, in
duplice copia, devono essere distinti per uomini e donne. Nel primo elenco la Commissione elettorale comunale,
sulla scorta dell'elenco di cui all'articolo 8, propone l'iscrizione di coloro i quali risultino in possesso dei requisiti
per ottenere l'iscrizione nelle liste elettorali ai sensi del precedente art. 4. Nel secondo elenco la Commissione
propone la cancellazione degli iscritti che sono stati eliminati dalle anagrafi di cui all'art. 4 per irreperibilità 6(6).
Accanto a ciascun nominativo va apposta una annotazione indicante il titolo ed i documenti per i quali
l'iscrizione o la cancellazione è proposta.
Di tutte le operazioni compiute dalla Commissione comunale per la revisione delle liste elettorali il segretario
redige, su apposito registro, il verbale che è sottoscritto dai membri della Commissione presenti alla seduta e dal
segretario. Quando le deliberazioni della Commissione non siano concordi, il verbale deve recare l'indicazione
del voto di ciascuno dei componenti e delle ragioni addotte anche dai dissenzienti.
Art. 18 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 15, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 14).
3
Articolo abrogato dall'art. 11, L. 13 maggio 1978, n. 180.
4
) Comma così modificato dall'art. 2, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
5
Comma aggiunto dall'art. 2, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
6
Comma così sostituito dall'art. 7, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
Entro l'11 aprile e l'11 ottobre di ciascun anno il sindaco invita, con manifesto da affiggersi all'albo comunale e
in altri luoghi pubblici, chiunque intenda proporre ricorsi contro le decisioni della Commissione elettorale
comunale adottate ai sensi dell'art. 16, a presentarli rispettivamente non oltre il 20 aprile e il 20 ottobre con le
modalità di cui al successivo art. 20. Durante questo periodo, un esemplare di ciascuno degli elenchi firmato dal
presidente della Commissione comunale e dal segretario deve rimanere depositato nell'ufficio comunale, insieme
con i titoli e documenti relativi a ciascun nominativo e con le liste elettorali del semestre precedente. Ogni
cittadino ha diritto di prenderne visione. Il sindaco notifica al prefetto della Provincia l'avvenuta affissione del
manifesto.
Art. 19 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 16, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 15).
La pubblicazione prescritta dall'articolo precedente tiene luogo di notificazione nei confronti di coloro dei quali
la Commissione comunale ha proposto l'iscrizione nelle liste elettorali. A coloro che non siano stati inclusi nel
primo elenco di cui all'art. 16 per essere incorsi in una delle incapacità previste dai precedenti articoli 2 e 3, il
sindaco notifica per iscritto la decisione della Commissione elettorale comunale, indicandone i motivi, non oltre
quattro giorni dalla pubblicazione dell'elenco. La decisione della Commissione è notificata anche a coloro per i
quali è stata proposta la cancellazione dalle liste. La notificazione è eseguita per mezzo degli agenti comunali,
che devono chiedere il rilascio di apposita ricevuta. In mancanza di ricevuta, l'attestazione degli agenti circa
l'avvenuta notificazione fa fede fino a prova in contrario.
Ogni cittadino, nel termine indicato nell'art. 18, può ricorrere alla Commissione elettorale mandamentale contro
qualsiasi iscrizione, cancellazione, diniego di iscrizione od omissione di cancellazione negli elenchi proposti
dalla Commissione comunale. I ricorsi possono essere anche presentati nello stesso termine al Comune, che ne
rilascia ricevuta e li trasmette alla Commissione elettorale mandamentale. Il ricorrente che impugna un'iscrizione
deve dimostrare di aver fatto eseguire la notificazione del ricorso alla parte interessata, entro i cinque giorni
successivi alla presentazione, per mezzo di ufficiale giudiziario di pretura o di usciere dell'ufficio di
conciliazione. La parte interessata può, entro cinque giorni dalla avvenuta notificazione, presentare un
controricorso, eventualmente corredato da documenti, alla stessa Commissione elettorale mandamentale, che ne
rilascia ricevuta. Per i cittadini residenti all'estero il ricorso dev'essere presentato non oltre il trentesimo giorno
dalla data della notificazione della decisione della Commissione comunale. Se la presentazione del ricorso
avviene per mezzo della autorità consolare, questa ne cura l'immediato inoltro alla Commissione mandamentale
competente.
Art. 28 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, n. 22, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 17).
Decorso il termine di cui all'art. 18, e rispettivamente non più tardi del 23 aprile e del 23 ottobre, il sindaco deve
trasmettere al presidente della Commissione elettorale mandamentale:
1) un esemplare dei due elenchi di cui all'articolo 16 corredati di tutti i documenti relativi;
2) i ricorsi presentati contro detti elenchi, con tutti i documenti che vi si riferiscono;
3) copia conforme dei verbali delle operazioni e delle deliberazioni della Commissione elettorale comunale.
L'altro esemplare degli elenchi suddetti rimane conservato nella segreteria del Comune. Il presidente della
Commissione elettorale mandamentale invia ricevuta degli atti al sindaco, entro tre giorni dalla data della loro
ricezione, della quale viene presa nota in apposito registro firmato in ciascun foglio dal presidente della
Commissione. Qualora il Comune non provveda all'invio degli atti nel termine prescritto, il presidente della
Commissione elettorale mandamentale ne dà immediato avviso al prefetto, agli effetti dell'art. 53.
Art. 29 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 23, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 18).
1) esamina le operazioni compiute dalla Commissione comunale e decide sui ricorsi presentati contro di esse;
2) cancella dagli elenchi formati dalla Commissione comunale i cittadini indebitamente proposti per la iscrizione
o per la cancellazione, anche quando non vi sia reclamo;
3) decide sulle domande d'iscrizione o di cancellazione che possono esserle pervenute direttamente.
La Commissione, prima di iscrivere, su domanda o di ufficio, coloro che da nuovi documenti risultino in
possesso dei requisiti necessari, deve sempre richiedere il certificato del casellario giudiziale. La Commissione si
raduna entro i cinque giorni successivi a quello nel quale ha ricevuto gli atti. I ricorsi presentati, a termini
dell'ultimo comma dell'art. 20, dai cittadini residenti all'estero sono decisi dalla Commissione elettorale
mandamentale nella prima riunione dopo la loro ricezione e le conseguenti eventuali variazioni alle liste
elettorali sono effettuate in occasione delle operazioni previste dall'art. 32.
Art. 30 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 24, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 19).
Entro il 10 giugno e il 10 dicembre, la Commissione elettorale mandamentale deve avere provveduto alla
approvazione degli elenchi ed alle relative variazioni da effettuare sull'esemplare delle liste generali depositate
presso la Commissione stessa. Nei medesimi termini gli elenchi devono essere restituiti al Comune insieme con
tutti i documenti. Il segretario comunale ne invia immediatamente ricevuta al presidente della Commissione. Nei
dieci giorni successivi la Commissione elettorale comunale, con l'assistenza del segretario, apporta, in
conformità degli elenchi approvati, le conseguenti variazioni alle liste generali, aggiungendo i nomi compresi
nell'elenco dei nuovi iscritti ed eliminando i nomi di quelli compresi nell'elenco dei cancellati. Delle
rettificazioni eseguite viene redatto verbale che, firmato dal presidente della Commissione elettorale comunale e
dal segretario, è immediatamente trasmesso al prefetto, al procuratore della Repubblica presso il tribunale
competente per territorio ed al presidente della Commissione elettorale mandamentale. Entro lo stesso termine di
cui al secondo comma, le decisioni della Commissione elettorale mandamentale sono, a cura del sindaco,
notificate, con le modalità di cui all'ultimo comma dell'art. 19, ai cittadini cancellati dalle liste o la cui domanda
o proposta di iscrizione non sia stata accolta. Le liste rettificate, insieme con gli elenchi approvati, debbono
rimanere depositate nella segreteria comunale rispettivamente dal 21 al 30 giugno e dal 21 al 31 dicembre, ed
ogni cittadino ha diritto di prenderne visione. Dell'avvenuto deposito il sindaco dà pubblico avviso. Tale
pubblicazione tiene luogo di notificazione nei confronti dei cittadini iscritti dalla Commissione elettorale
mandamentale nelle liste elettorali.
Art. 31 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 4, ultimo comma, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 4, commi 3°, 4°,
5° e 6°).
Le liste elettorali, salvo il disposto dell'art. 32, non possono essere modificate se non per effetto delle revisioni
semestrali7. Quando, per lo stato di conservazione o per il numero delle variazioni apportate, le liste generali
siano divenute di difficile consultazione, il sindaco, d'intesa con il presidente della Commissione elettorale
mandamentale, deve disporre la ricompilazione delle medesime, previa unificazione, da attuarsi sulla base dello
schedario elettorale. Entrambi gli esemplari delle nuove liste unificate, previa approvazione da parte della
Commissione elettorale comunale, sono inviati alla Commissione elettorale mandamentale per il controllo e
l'autenticazione da parte del presidente e del segretario della Commissione stessa, la quale ne restituisce uno al
Comune. Le vecchie liste sono conservate rispettivamente dall'ufficio comunale e dalla Commissione elettorale
mandamentale finché non si procederà ad una nuova unificazione.
Art. 32 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 25, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, artt. 20 e 32, comma 2°).
Alle liste elettorali, rettificate in conformità dei precedenti articoli, non possono apportarsi, sino alla revisione
del semestre successivo, altre variazioni se non in conseguenza:
1) della morte;
2) della perdita della cittadinanza italiana;
Le circostanze di cui al presente ed al precedente numero debbono risultare da documento autentico;
3) della perdita del diritto elettorale, che risulti da sentenza o da altro provvedimento dell'autorità giudiziaria. A
tale scopo, il questore incaricato della esecuzione dei provvedimenti che applicano le misure di prevenzione di
cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), nonché il cancelliere o il funzionario competenti alla formazione delle
schede e dei fogli complementari per il casellario giudiziale, inviano, ciascuno per la parte di competenza,
certificazione delle sentenze e dei provvedimenti che importano la perdita del diritto elettorale al comune di
residenza dell'interessato ovvero, quando il luogo di residenza non sia conosciuto, a quello di nascita. La
certificazione deve essere trasmessa all'atto delle registrazioni di competenza. Se la persona alla quale si riferisce
la sentenza o il provvedimento non risulti iscritta nelle liste elettorali del comune al quale è stata comunicata la
notizia, il sindaco, previ eventuali accertamenti per mezzo degli organi di pubblica sicurezza, la partecipa al
7
Con sentenza n. 47 del 12-23 marzo 1970 (Gazz. Uff. 25 marzo 1970, n. 76) la Corte costituzionale ha
dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt. 7, secondo comma, 11, quinto comma e 31, primo comma, nella
parte in cui dispongono che l'acquisto del diritto di voto, quando si verifica in casi diversi da quelli di cui al
primo comma dell'art. 7, ed il riacquisto di esso non possono dar luogo a iscrizione se non in sede di revisione
semestrale, con effetto dal primo gennaio o dal primo luglio successivo alla iscrizione.
8
comune nelle cui liste il cittadino è compreso ;
4) del trasferimento della residenza. Gli iscritti che hanno perduto la residenza nel Comune sono cancellati dalle
relative liste, in base al certificato dell'ufficio anagrafico attestante la avvenuta cancellazione dal registro di
popolazione. I già iscritti nelle liste, che hanno acquistato la residenza nel Comune, sono iscritti nelle relative
liste, in base alla dichiarazione del sindaco del Comune di provenienza, attestante la avvenuta cancellazione da
quelle liste. La dichiarazione è richiesta d'ufficio dal Comune di nuova iscrizione anagrafica;
5) dell'acquisto del diritto elettorale per motivi diversi dal compimento del 18° anno di età o del riacquisto del
diritto stesso per la cessazione di cause ostative. Ai fini della iscrizione il sindaco deve acquisire presso l'ufficio
anagrafico e richiedere al casellario giudiziale e all'autorità di pubblica sicurezza le certificazioni necessarie per
accertare se l'interessato è in possesso dei requisiti di legge per l'esercizio del diritto di voto nel comune 9.
Le variazioni alle liste sono apportate, con la assistenza del segretario, dalla Commissione elettorale comunale
che vi allega copia dei suindicati documenti; le stesse variazioni sono apportate alle liste di sezione. Copia del
verbale relativo a tali operazioni è trasmessa al prefetto, al procuratore della Repubblica presso il tribunale
competente per territorio ed al presidente della Commissione elettorale mandamentale. La Commissione
elettorale mandamentale apporta le variazioni risultanti dagli anzidetti verbali nelle liste generali e nelle liste di
sezione depositate presso di essa ed ha la facoltà di richiedere gli atti al Comune. Alle operazioni previste dal
presente articolo la commissione comunale è tenuta a provvedere almeno ogni sei mesi e, in ogni caso, non oltre
la data di pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali per la variazione di cui ai numeri 2),
3) e 4); non oltre il 30° giorno anteriore alla data delle elezioni per le variazioni di cui al n. 5); non oltre il
quindicesimo giorno anteriore alla data delle elezioni, per le variazioni di cui al n. 1) 10. Le deliberazioni della
commissione elettorale comunale relative alle variazioni di cui ai numeri 2), 3) e 4) devono essere notificate agli
interessati entro dieci giorni 11. Le deliberazioni della commissione elettorale comunale relative alle variazioni di
cui al n. 5) unitamente all'elenco degli elettori iscritti ed alla relativa documentazione, sono depositate nella
segreteria del comune durante i primi cinque giorni del mese successivo a quello della adozione delle variazioni
stesse. Del deposito il sindaco dà preventivo, pubblico avviso, con manifesto da affiggere nell'albo comunale ed
in altri luoghi pubblici (11). Avverso le deliberazioni di cui ai precedenti commi è ammesso ricorso alla
commissione elettorale mandamentale nel termine di dieci giorni, rispettivamente dalla data della notificazione o
dalla data del deposito (11). La Commissione mandamentale decide sui ricorsi nel termine di 15 giorni dalla loro
ricezione e dispone le conseguenti eventuali variazioni. Le decisioni sono notificate agli interessati, a cura del
sindaco, con le stesse modalità di cui al comma precedente. Per i cittadini residenti all'estero si osservano le
disposizioni degli articoli 11, 20 e 29.
Art. 32-bis.
- Decorso il termine di cui al quarto comma dell'articolo 32 relativo alle iscrizioni previste al n. 5) dell'articolo
stesso, la commissione elettorale mandamentale dispone la ammissione al voto esclusivamente a domanda
dell'interessato. Le richieste del sindaco intese ad acquisire le certificazioni necessarie presso il casellario
giudiziale e presso l'autorità provinciale di pubblica sicurezza sono fatte per telegrafo e i documenti richiesti
devono pervenire al sindaco entro 48 ore dalla richiesta. Nel caso in cui la domanda debba essere accolta, il
sindaco fa notificare all'elettore una attestazione di ammissione al voto nella quale è indicata la sezione elettorale
presso la quale è assegnato, secondo i criteri di cui all'articolo 36. Dell'ammissione al voto è data notizia al
presidente del seggio, il quale ammette al voto l'elettore previa esibizione dell'attestazione di cui al comma
precedente in sostituzione del certificato elettorale. Le variazioni alle liste elettorali conseguenti alle
determinazioni di cui al presente articolo sono eseguite entro il mese successivo a quello in cui ha avuto luogo la
consultazione12 .
Art. 32-ter.
1. Qualora, successivamente alla data di pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali,
pervenga al comune provvedimento, dal quale risulti la perdita del diritto elettorale per uno dei motivi indicati ai
numeri 2) e 3) del primo comma dell'articolo 32, il sindaco fa notificare all'elettore una comunicazione indicante
8
Numero così sostituito dall'art. 9, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
9
Numero aggiunto dall'art. 2, L. 7 febbraio 1979, n. 40.
10
Comma così sostituito dall'art. 2, L. 7 febbraio 1979, n. 40.
11
Gli attuali commi quinto, sesto e settimo così sostituiscono l'originario comma quinto per effetto dell'art. 2, L.
7 febbraio 1979, n. 40.
12
Articolo aggiunto dall'art. 3, L. 7 febbraio 1979, n. 40.
il motivo per il quale l'elettore stesso non è ammesso al voto, disponendo, nel contempo, il ritiro del certificato
elettorale, se già consegnato.
2. Copia della comunicazione di cui al comma 1 è consegnata al presidente del seggio il quale ne prende nota,
nelle liste della sezione accanto al nome dell'elettore.
3. Le variazioni alle liste elettorali conseguenti alle determinazioni di cui al comma 1 sono eseguite entro il mese
successivo a quello in cui ha avuto luogo la consultazione13 .
Art. 33
Entro dieci giorni dalla data di pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali, la
commissione elettorale comunale compila un elenco in triplice copia dei cittadini che, pur essendo compresi
nelle liste elettorali, non avranno compiuto, nel primo giorno fissato per le elezioni, il diciottesimo anno di età14
(14). Una copia di tale elenco è immediatamente trasmessa dal sindaco alla Commissione elettorale
mandamentale che depenna dalle liste sezionali destinate alla votazione i nominativi dei cittadini compresi
nell'elenco stesso. Delle altre due copie una è pubblicata nell'albo pretorio del Comune, l'altra resta depositata
nella segreteria comunale. Contro l'inclusione o l'esclusione nell'anzidetto elenco è ammesso ricorso da parte di
ogni cittadino alla Commissione elettorale mandamentale.
TITOLO III Della ripartizione dei Comuni in sezioni elettorali e della compilazione delle liste di sezione
Art. 34 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 26 e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 32, comma 3°).
Ogni Comune è diviso in sezioni elettorali. La divisione in sezioni è fatta indistintamente per iscritti di sesso
maschile e femminile ed in guisa che in ogni sezione il numero di iscritti non sia di regola superiore a 800 né
inferiore a 100. Quando particolari condizioni di lontananza o di viabilità rendano difficile l'esercizio del diritto
elettorale, si possono costituire sezioni con un numero minore di 100 iscritti, ma non inferiore a 50.
Art. 39 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 31, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 24, commi 1° e 2°).
Non più tardi dell'11 aprile e dell'11 ottobre il sindaco, con il medesimo manifesto di cui all'art. 8, invita
chiunque intenda proporre ricorsi contro la ripartizione del Comune in sezioni, la circoscrizione delle sezioni, la
determinazione dei luoghi di riunione di ciascuna di esse, l'assegnazione degli iscritti alle singole sezioni, a
presentarli rispettivamente entro il 20 aprile e il 20 ottobre alla Commissione elettorale mandamentale, anche per
il tramite del Comune, che ne rilascia ricevuta. Durante questo periodo, la deliberazione di cui all'art. 35,
corredata dei documenti relativi e di un esemplare delle liste di sezione, rimane depositata nell'ufficio comunale
perché ogni cittadino possa prenderne visione. Dell'avvenuta pubblicazione del manifesto è data immediata
notizia al prefetto, al quale deve essere trasmessa, altresì, una copia della deliberazione. Il sindaco, non oltre il 23
aprile ed il 23 ottobre, trasmette al presidente della Commissione elettorale mandamentale la deliberazione di cui
all'art. 35, con i documenti e gli eventuali ricorsi presentati, insieme con due esemplari delle liste delle nuove
sezioni e l'elenco delle variazioni per nuove iscrizioni o per radiazioni apportate alle liste delle sezioni
preesistenti. Per la ricezione degli atti da parte della Commissione elettorale mandamentale e per gli eventuali
inadempimenti del Comune, si osservano le disposizioni di cui al terzo e quarto comma dell'art. 28.
Art. 40 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 32, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, articoli 24, ultimo comma, e 32,
comma 4°).
Entro il 10 giugno e il 10 dicembre la Commissione mandamentale decide sui reclami, approva le nuove liste di
sezione e le variazioni a quelle delle sezioni preesistenti, tenendo conto delle decisioni adottate ai sensi dell'art.
29, e autentica le liste, attestando in calce a ciascuna di esse il numero degli iscritti che vi sono compresi, dopo
aver riportato sopra i due esemplari delle liste relative alle sezioni preesistenti, depositati presso di essa, le
variazioni già approvate. Il presidente vidima ciascun foglio con la propria firma e il bollo della Commissione. I
due esemplari delle liste di sezione restano depositati nell'ufficio della Commissione elettorale mandamentale.
Le decisioni della Commissione mandamentale sono comunicate, entro lo stesso termine di cui sopra, alla
Commissione comunale, che apporta all'altro esemplare delle liste le conseguenti variazioni. Entro quindici
13
Aggiunto dall'art. 10, L. 16 gennaio 1992, n. 15 (Gazz. Uff. 22 gennaio 1992, n. 17).
14
Comma così sostituito dall'art. 18, L. 8 marzo 1975, n. 39.
giorni dalla comunicazione, il sindaco notifica agli interessati le decisioni della Commissione sui reclami
proposti. La Commissione mandamentale, qualora accerti, d'ufficio o su domanda degli interessati, la esistenza
di errori materiali di scritturazione od omissioni di nomi di cittadini regolarmente iscritti nelle liste generali, può
apportare le occorrenti variazioni alle liste di sezione fino al secondo giorno antecedente a quello delle elezioni,
dandone immediata notizia al sindaco che provvede ad informarne tempestivamente i presidenti delle singole
sezioni.
Il cittadino iscritto nelle liste, che trasferisce la propria abitazione nella circoscrizione di altra sezione del
Comune, deve essere compreso nella lista elettorale di quest'ultima quando il trasferimento stesso sia stato
regolarmente notificato all'anagrafe. La Commissione elettorale comunale apporta d'ufficio le correnti variazioni
con la procedura di cui all'articolo 32 e, in ogni caso, non oltre la data di pubblicazione del manifesto di
convocazione dei comizi elettorali.
Art. 42 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 33, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 32, comma 5°).
Contro le decisioni della Commissione elettorale mandamentale o delle sue Sottocommissioni, qualsiasi cittadino
può proporre impugnativa davanti alla Corte d'appello con semplice ricorso, sul quale il presidente fissa, con
decreto, la udienza di discussione della causa in via d'urgenza. Analoga azione può essere promossa per falsa o
erronea rettificazione delle liste elettorali, fatta a norma dell'art. 30, secondo comma. Il ricorso dev'essere
notificato, col relativo decreto di fissazione d'udienza, al cittadino o ai cittadini interessati ed alla Commissione
elettorale a pena di nullità, entro venti giorni dalla notificazione di cui al quarto comma dell'articolo 30 se è
proposto dallo stesso cittadino che aveva reclamato o aveva presentato direttamente alla Commissione una
domanda d'iscrizione o era stato dalla Commissione medesima cancellato dalle liste; entro trenta giorni
dall'ultimo giorno di pubblicazione della lista rettificata, negli altri casi. I termini anzidetti sono raddoppiati per i
cittadini residenti all'estero di cui all'articolo 11.
Il ricorso coi relativi documenti dev'essere, a pena di decadenza, depositato nella cancelleria della Corte di
appello entro dieci giorni dalla notifica. La causa e decisa, senza che occorra ministero di procuratore o di
avvocato, sulla relazione fatta in udienza pubblica da un consigliere della Corte, sentite le parti o i loro difensori,
se si presentano, ed il pubblico ministero nelle sue conclusioni orali. Per i cittadini residenti all'estero, il ricorso è
depositato entro il termine di sessanta giorni dalla data della notificazione.
Il ricorso può essere proposto anche dal procuratore della Repubblica presso il tribunale competente per territorio
nello stesso termine e con le stesse modalità di cui ai precedenti articoli 42 e 43; nel medesimo termine, il
procuratore della Repubblica, qualora riscontri nel fatto che ha dato origine al ricorso estremi di reato, promuove
l'azione penale.
Le sentenze della Corte d'appello sono comunicate immediatamente dalla cancelleria, oltreché al presidente della
Commissione elettorale mandamentale, al sindaco che ne cura l'esecuzione e la notificazione, senza spesa, agli
interessati. La sentenza della Corte d'appello può essere impugnata dalla parte soccombente col ricorso in
Cassazione, anche senza ministero di avvocato. Può essere impugnata anche dal procuratore generale della
Repubblica presso la Corte d'appello che ha emesso la decisione. Tutti i termini del procedimento sono ridotti
alla metà fatta eccezione per i ricorsi dei cittadini residenti all'estero. Sul semplice ricorso il presidente fissa, in
via di urgenza, l'udienza per la discussione della causa. La decisione è immediatamente pubblicata. Per
l'esecuzione e notificazione delle sentenze della Corte di cassazione si osserveranno le disposizioni di cui al
primo comma.
Tutti gli atti concernenti l'esercizio del diritto elettorale, relativi al procedimento amministrativo o al giudiziario,
sono redatti in carta libera ed esenti dalla tassa di registro, dal deposito in caso di soccombenza per il ricorso in
Cassazione e dalle spese di cancelleria.
Art. 51 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 41, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 26).
Gli atti relativi alla revisione semestrale delle liste elettorali sono sempre ostensibili a chiunque. ...omissis...
Art. 57 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 47, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 32, comma 10°).
Chiunque, con qualsiasi mezzo atto ad ingannare o sorprendere l'altrui buona fede, ottiene indebitamente per sé o
per altri che sia effettuata un'iscrizione o non sia effettuata una cancellazione negli elenchi e nelle liste elettorali
o che sia effettuata la cancellazione d'uno o più cittadini, è punito con la reclusione sino ad un anno e con la
multa da lire 1.000 a lire 10.000. Tali pene sono aumentate di un sesto, se il colpevole sia componente di una
Commissione elettorale comunale o mandamentale.
Chiunque proponga, a termini dell'art. 42, un'impugnativa avverso le decisioni della Commissione elettorale
mandamentale o delle Sottocommissioni, o per falsa od erronea rettificazione delle liste elettorali, è punito, ove il
ricorso sia riconosciuto temerario o manifestamente infondato, con la multa da lire 1.000 a lire 5.000. La
condanna è pronunciata dalla Corte di appello con la medesima sentenza che rigetta la impugnativa.
Art. 59 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 49, e legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 32, ultimo comma).
Chiunque, contrariamente alle disposizioni della presente legge, rifiuta di pubblicare ovvero di far prendere
notizia o copia degli elenchi e delle liste elettorali e dei relativi documenti, è punito con la reclusione sino a sei
mesi e con la multa da lire 1.000 a lire 5.000.
Le condanne per i reati previsti dal presente titolo, ove venga dal giudice applicata la pena della reclusione,
importano sempre l'interdizione dai pubblici uffici per un tempo non minore di due e non superiore a cinque
anni. Il giudice può ordinare, in ogni caso, la pubblicazione della sentenza di condanna. Resta sempre salva
l'applicazione delle maggiori pene stabilite nel Codice penale o in altre leggi per i reati non previsti dalla
presente legge. Ai delitti dolosi previsti dal presente titolo non sono applicabili le disposizioni degli articoli dal
163 al 167 e 175 del Codice penale e dello art. 487 del Codice di procedura penale, relative alla sospensione
condizionale della pena, e alla non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale.