Contratto
Contratto
Contratto
Ogni giorno, più o meno consapevolmente, ciascuno di noi conclude un gran numero di contratti.
Ma che cos’è il contratto? Come si stipula e quali requisiti deve contenere per poter essere valido
ed efficace?
La nozione di contratto è contenuta all’art.2321 del c.c., che lo definisce l’accordo di due o più
parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
Da ciò si ricava che il contratto:
è un accordo necessariamente bi o plurilaterale (presuppone cioè la presenza di almeno
due parti);
ha sempre natura patrimoniale (non incide quindi su rapporti di carattere personale, come
ad esempio quelli in materia di famiglia);
ha la funzione di costituire, regolare o estinguere rapporti giuridici (ne crea di nuovi o
interviene su rapporti preesistenti, regolandone il contenuto o estinguendoli).
Gli elementi del contratto
Il contratto si inserisce entro la più ampia figura del negozio giuridico, di cui presenta gli elementi
tipici, essenziali ed accessori.
Gli elementi essenziali sono quelli che non possono mancare all’interno del contratto, che
altrimenti risulta invalido e inefficace (o comunque destinato ad essere dichiarato tale).
A norma dell’art.1325cc sono:
l’accordo;
la causa;
l’oggetto;
Gli elementi accessori (su cui torneremo più diffusamente al paragrafo 6 e segg.) sono
invece meramente eventuali, quindi le parti sono libere di inserirli o meno, in forza dell’autonomia
contrattuale loro riconosciuta, senza che ciò pregiudichi la validità del contratto.
I più comuni sono:
la condizione;
il termine;
il modo (o onere).
L’accordo
Tra gli elementi essenziali del contratto il primo ad essere menzionato è l’accordo, definito
l’incontro delle manifestazioni di volontà dei contraenti:
quella di chi propone il contratto (proposta);
quella di chi accetta (accettazione).
Come vedremo meglio oltre, proposta e accettazione rappresentano le fasi tipiche attraverso le
quali si giunge alla conclusione del contratto, spesso all’esito di trattative più o meno lunghe.
3.2. La causa
Altro elemento essenziale è la causa, comunemente definita la funzione economico – sociale del
contratto, ossia una sintesi degli effetti essenziali che questo è in grado di produrre (ad esempio
nella compravendita è lo scambio tra bene e prezzo, nella locazione è il godimento del bene
contro un corrispettivo).
La causa va tenuta ben distinta dai motivi (ossia le ragioni soggettive che spingono le parti a
contrarre) che di regola sono irrilevanti.
L’oggetto
Si tratta della cosa o del comportamento oggetto dello scambio, della promessa o del
conferimento dell’una all’altra parte.
A norma dell’art.1346cc l’oggetto del contratto dev’essere:
possibile: se si tratta di una cosa dev’essere esistente o comunque deve poter esistere,
mentre se è un comportamento umano dev’essere compatibile con le caratteristiche di chi
è chiamato ad attuarlo. La possibilità, oltre che naturale dev’essere anche giuridica, cioè
legittimamente realizzabile secondo i canoni dell’ordinamento;
lecito: l’oggetto non dev’essere contrario a norme imperative, ordine pubblico e buon
costume;
determinato o determinabile: dev’essere certo, individuato o
quantomeno individuabile nel momento di esecuzione del contratto.
La forma
E’ il mezzo con cui si manifesta la volontà negoziale ed è elemento essenziale del contratto (e del
negozio giuridico in generale) in quanto una volontà meramente interna, quindi non manifestata,
è giuridicamente irrilevante.
La volontà può manifestarsi in modo:
espresso, mediante parole, scritti o qualsiasi altro mezzo che renda palese agli altri il
proprio pensiero;
tacito cioè tramite un comportamento che secondo il comune sentire sarebbe
incompatibile con una volontà diversa.
Nel nostro ordinamento vige il principio di libertà formale, diretta espressione dell’autonomia
contrattuale, secondo cui il dichiarante può manifestare la volontà nella forma che preferisce.
In alcuni casi, tuttavia, l’ordinamento subordina la validità del contratto all’utilizzo della forma
scritta (atto pubblico o scrittura privata autenticata).
La conclusione del contratto
L’art.2326cc prevede che il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha
conoscenza dell’accettazione dell’altra parte, dunque tramite l’incontro delle rispettive
manifestazioni di volontà (c.d. principio consensualistico).
Se il contratto è concluso tra persone presenti nello stesso luogo, la conclusione è istantanea.
Se invece le parti si trovano in luoghi diversi, il contratto si intende concluso non appena il
proponente ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte.
Gli elementi accessori del contratto
Si è detto che le parti, in forza dell’autonomia contrattuale loro riconosciuta, possono inserire nel
contratto elementi ulteriori rispetto a quelli essenziali, in modo da adattarne il contenuto ai propri
interessi.
Si tratta dei cosiddetti elementi accessori o accidentali, che quindi possono essere presenti o
meno, senza che ciò pregiudichi validità ed efficacia del contratto.
Dal momento però in cui le parti decidono di includerli, tali elementi diventano parte integrante
del contratto e quindi obbligatori e vincolanti per i contraenti.
I principali elementi accessori del contratto sono:
la condizione;
il termine;
il modo.
La condizione è un evento:
futuro;
incerto
cui le parti subordinano l’inizio (condizione sospensiva) o la cessazione (condizione risolutiva)
degli effetti del contratto.
Es. ti pagherò 100,00 euro SE la nave tornerà dall’Asia (non ho certezza che la nave faccia ritorno).
Il termine
Il termine è un evento:
futuro;
certo
cui le parti subordinano l’inizio (termine iniziale) o la cessazione (termine finale) di efficacia del
contratto.
Es. ti pagherò 100,00 euro QUANDO la nave tornerà dall’Asia (so per certo che la nave farà
ritorno, ma non so con esattezza quando).
Trattandosi di un avvenimento certo, il termine, a differenza della condizione, non mette in dubbio
gli effetti del contratto ma li differisce o li fa cessare in un momento successivo.
Il modo (o onere)
E’ definito modo o onere proprio perché si tratta di un peso imposto al destinatario dell’atto
gratuito, allo scopo di limitarne gli effetti.
Es. ti dono/ do in comodato la casa con l’obbligo di ospitarvi i miei parenti ogni estate.
Le patologie del contratto: nullità, annullabilità,( rescissione, risoluzione no)
Il contratto, sia esso tipico o atipico, produce effetti solo se rispetta determinati requisiti previsti
dall’ordinamento.
Se uno di questi manca o è viziato, il contratto è invalido e quindi inefficace, o destinato ad esser
dichiarato tale.
A seconda del vizio, la patologia contrattuale può essere più o meno grave; l’ordinamento ha
quindi previsto una serie di istituti (nullità, annullabilità, rescissione e risoluzione) che
rappresentano altrettante condizioni giuridiche del contratto viziato, ciascuna con proprie
peculiarità.
La nullità è la più grave forma di invalidità contrattuale, prevista a tutela dell’interesse generale.
Se manca o è illecito uno degli elementi essenziali, il contratto non esiste.
L’annullabilità è la condizione giuridica patologica del contratto, affetto da un vizio non così grave
da comportarne la nullità.
’incapacità legale o naturale della parte (fa tuttavia eccezione il caso del minore che ha
contrattato occultando dolosamente l’età);
i vizi del consenso (errore, violenza, dolo).