PETRARCA

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PETRARCA: VITA, OPERE

La figura del Petrarca è molto complessa: in lui ritroviamo già delle


anticipazioni dell’umanesimo, che si svilupperà nel XV secolo.
In Petrarca convivevano il dualismo fra il desiderio di una vita mondana, e
la vita da chierico che aveva abbracciato.
Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304 da una famiglia guelfa fiorentina
esiliata e muore ad Arcuà “Petrarca” nel 1374.
Quando la famiglia si trasferisce ad Avignone, alla corte papale, anche il
giovane Francesco segue la famiglia e cresce così in un ambiente
cosmopolita e culturalmente stimolante.
Il padre, lo avvia insieme al fratello Gherardo verso gli studi giuridici, ma
lui preferisce la letteratura e per mantenersi intraprende la carriera
ecclesiastica, diventando chierico.
In questa veste riesce a compiere numerosi viaggi che lo portano a contatto
con molti letterati europei che contribuiscono ad aumentare la sua cultura.
Ha anche occasione di scoprire testi classici latini considerati perduti.
Come per Dante, la vita di Petrarca fu segnata dall’incontro con una
donna, Laura de Noves, (spostata con l’aristocratico Ugo de Sade), e il
poeta si trovò ad affrontare il conflitto interiore che questo sentimento
provocava in lui.
Con i primi guadagni, comperò una casa a Valchiusa, in Provenza, in cui si
rifugiava appena poteva. Petrarca era convinto di raggiungere la fama con
la sua opera in latino Africa, e infatti nel 1341, ottenne la laurea poetica
proprio per la composizione di questo poema epico. In seguito, si dedica
alla composizione del Secretum, un’altra opera in latino in cui immagina
un dialogo con Sant’Agostino alla presenza della Verità, in cui affronta
questioni personali ed intime e analizza le sue debolezze umane, è una
specie di esame di coscienza.
I suoi viaggi continuano così come la ricerca di manoscritti considerati
perduti. Trova così oltre alle epistole di Cicerone (Attico) anche alcune
Decadi di Tito Livio (aveva scritto Ab urbe condita – oltre 100 libri divisi
in gruppi di dieci).
È di Petrarca il primo manoscritto della letteratura italiana, il de rerum
vulgaria fragmenta conservato nella biblioteca vaticana.
Durante l’epidemia di peste che sconvolse l’Europa nel 1348, muore anche
Laura. La morte di lei attenua in parte il conflitto interiore di Petrarca e il
ricordo della donna amata diventerà consolatorio. Dopo la morte di Laura
Petrarca si spostò in Italia muovendosi tra varie città ed entrando in
contatto anche con Boccaccio con cui strinse amicizia.
Si trasferisce per alcuni anni a Milano presso la corte dei Visconti per
trasferirsi poi in Veneto prima a Padova e poi ad Arcuà dove trascorre gli
ultimi anni della sua vita dedicandosi alla revisione del Canzoniere.
OPERE in latino

Africa: poema sulla seconda guerra punica.


Secretum:
Epistole: raccolta di lettere in latino indirizzate a familiari e amici e grandi
uomini del presente e del passato. Latino era lingua migliore per scrvere in
prosa
Le opere in volgare:
I Trionfi, un’opera di carattere allegorico sull’amore, la pudicizia, la
morte, la fama, il tempo e l’eternità (Dio)
l’opera più importante – rerum vulgarium fragmenta ossia “frammenti di
cose in volgare”, Comprende circa trecentosessanta liriche che vengonono
divisa in vita ed in morte di Laura.
Nelle poesie che appartengono alla prima parte, è evidente la tensione
interiore del poeta, mentre nella parte successiva, la figura di Laura svolge
una funzione rasserenatrice.
Le poesie del Canzoniere sono per lo più di argomento amoroso, in cui
Laura viene descritta secondo i canoni del dolce stil novo, bionda, bella,
con gli occhi luminosi; altri temi ricorrenti all’interno del Canzoniere sono
quelli del trascorrere del tempo e dell’approssimarsi della morte.

Il Canzoniere si apre con un sonetto in cui Petrarca si pente del suo


“giovanile errore”, ossia l’amore per Laura.
Invece, nella lettera “indirizzata ai posteri”, ringrazia Dio di avergliela
tolta perché in questo modo, il poeta può riprendere a camminare sulla
retta via e arrivare a Dio.

La lingua utilizzata da Petrarca (Petrarca sottopone la sua poesia ad una


costante opera di selezione levigatura per evitare termini troppo ricercati o
troppo ricercati o troppo coplessi  usa un lignauggio “soave e chiaro”)
venne presa da Pietro Bembo come modello della lingua da usare per la
poesia insieme a quella di Dante, mentre il modello per la prosa venne
fissato nella lingua usata da Boccaccio nella cornice del Decamerone.

La Filologia, come disciplina, nasce sull’esempio di Petrarca che aprì la


strada verso lo sviluppo di questa nuova branca avvenuto poi durante
l’umanesimo e rinascimento con le cui ricerche, iniziò. Il compito della
filologia è ricercare di restituire le opere letterarie così come dovevano
essere state scritte; si cerca cioè di ricostruire un “archetipo”.
Il primo grande filologo fu Lorenzo Valla, che ha fondato le edizioni Valla,
ma il massimo impulso alla filologia si ebbe alla metà dell’ottocento
quando venne perfezionato da Lachmann un metodo che si basava su
collatio (bisognava ricercare tutti i manoscritti possibili di una certa opera,
suddividerli cercando di capire quali appartenevano alle stesse famiglie, se
in un altro), recensio , eliminatio, e mendatio ed editio.
Petrarca  alpinismo

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