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1. LA VITA
Francesco Petrarca nasce ad Arezzo il 20 luglio 1304, figlio di Pietro, un notaio esiliato da
Firenze, e di Ele9a Canigiani. Dopo il trasferimento della famiglia a Incisa in Valdarno (Firenze),
Pisa e poi ad Avignone, Petrarca studia diri9o a Montpellier e Bologna.
Dopo la morte dei genitori, torna ad Avignone e vive una vita mondana, dove incontra
Laura il 6 aprile 1327 nella chiesa di Santa Chiara, sebbene non si sappia se fosse reale o solo
un ideale.
Nel 1330, con la famiglia in difficoltà economiche, entra negli Ordini minori e lavora
come cappellano del cardinale Giovanni Colonna. Viaggia a Parigi, in Germania e a Roma,
sviluppando un amore per il mondo classico e una cri;ca verso Avignone. Si ri;ra a Valchiusa
(vicino ad Avignone) dove studia e scrive, e da una donna sconosciuta ha un figlio, Giovanni.
Inizia a scrivere l’”Africa” e il “De viris illustribus (Vita degli uomini illustri)”.
Nel 1340, riceve invi; per una corona poe;ca da Parigi e Roma e sceglie Roma, dove viene
incoronato “le@erato” l’8 aprile 1341. Questo periodo segna l’inizio di una crisi interiore,
anche a causa della scelta del fratello Gherardo di diventare monaco e della morte di amici.
Nasce anche un’altra figlia, Francesca, e Petrarca inizia a scrivere il “Secretum”.
Negli anni successivi, si sposta frequentemente tra Avignone e varie ci9à italiane, come
Parma, Napoli e Verona e viene colpito dalla peste nera nel 1348. Scopre della morte di Laura
e di altri amici. Nel 1350, si reca a Roma per il giubileo, fa amicizia con fioren;ni, tra cui
Nel 1353, si stabilisce a Milano, dove riceve protezione e libertà dallo stesso arcivescovo
Giovanni Viscon;. Nel 1361, a causa della peste, si trasferisce a Padova e poi a Venezia. Tra il
1362 e il 1368, con;nua a viaggiare, ma si stabilisce defini;vamente ad Arquà sui Colli Euganei
nel 1370, con la figlia Francesca e la sua famiglia. Passa gli ul;mi anni a rivedere il “Canzoniere”
e a dedicarsi agli studi.
La sua salute peggiora e per un a@acco di febbre muore ad Arquà la no@e tra il 18 e il 19
luglio 1374. È sepolto lì, dove riposa ancora oggi.
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Nell’immagine, Palazzo Molina (Venezia), dove Petrarca alloggiò con la sua biblioteca.
PETRARCA, PARTE 1 – LIBRO: PP. 490-499 2
3. L’EPISTOLARIO
L’epistolario di Petrarca comprende oltre cinquecento le@ere in laKno, suddivise in cinque
raccolte, alcune delle quali divise in numerosi libri. Questo vasto corpus documenta circa
cinquant’anni della vita del poeta, fornendo de9agli sulla sua biografia, le9ure, riflessioni e
rappor;. Le le9ere risalgono agli anni Ven; e arrivano fino agli ul;mi mesi di vita.
Petrarca scrive le sue le9ere con grande cura, tra9andole come opere le9erarie e rivedendole
anche dopo l’invio. Le le9ere offrono un’immagine idealizzata di sé, me9endo in risalto la sua
cultura e moralità, mentre temi come l’amore per Laura sono spesso omessi.
L’epistolario di Petrarca non solo fornisce uno spaccato sulla sua vita e le sue relazioni, ma
rifle9e anche una società in cambiamento e una mentalità orientata verso i classici e
l’Umanesimo.
1. Familiari: la più importante, composta da 350 le9ere divise in 24 libri, che coprono il
periodo dal 1325 al 1361. Con;ene anche la famosa le9era sull’ascensione al Monte
Ventoso.
2. Sine nomine: con;ene le9ere escluse dalla raccolta principale, riguardan; cri;che
poli;che e senza nomi di des;natari per evitare ritorsioni.
3. Seniles: raccolta incompleta di 125 le9ere, pensata per contenere un’autobiografia
ideale, che però si ferma al 1351.
4. Variae: composta dopo la morte del poeta, include circa 75 le9ere scartate.
5. Epistolae metricae: 66 le9ere in versi, suddivise in tre libri, che tra9ano in modo
par;colare il tema dell’amore per Laura.
- La vita;
- La formazione culturale, la biblioteca, il bilinguismo;
- L’epistolario;
- Le9ura e analisi de “L’ascensione al Monte Ventoso”;
1. IL SECRETUM
Il Secretum è una delle opere più importanB in prosa di Petrarca, insieme all’Epistolario, e
rappresenta una fonte preziosa per comprendere il mondo interiore del poeta. A differenza
dell’epistolario, nel Secretum non c’è l’intento di costruire un’immagine pubblica esemplare.
Questo rende l’opera parBcolarmente autenBca e originale.
Scri9o probabilmente nel 1347, il Secretum non era desBnato alla pubblicazione ma aveva una
funzione di confessione personale. È stru9urato come un dialogo tra Francesco (il poeta) e
Sant’AgosBno, alla presenza della Verità, che resta muta ma garanBsce la sincerità delle
affermazioni. Il dialogo si svolge in tre giorni e si divide in tre libri, richiamando il simbolo della
Trinità.
• Nel primo libro, si discute dell’ansia di Francesco, causata dal suo a9accamento ai beni
terreni, che sono deperibili e inadeguaB a soddisfare il cuore umano. AgosBno lo invita
a rifle9ere sulla morte e a riconoscere che la sua infelicità dipende da lui stesso,
incapace di abbandonarsi ai valori superiori.
• Nel secondo libro, AgosBno analizza i peccaB capitali che affliggono Francesco. Pur
riconoscendo di non essere invidioso, Francesco si scopre colpevole di superbia,
lussuria e, sopra9u9o, accidia, cioè l’indolenza (pigrizia) nel compiere il bene. Questa
accidia lo rende incapace di intraprendere con decisione il cammino verso il bene.
• Nel terzo libro, AgosBno me9e in evidenza due ostacoli principali per la salvezza di
Francesco: l’amore per Laura e il desiderio di gloria. Francesco cerca di giusBficare
entrambi in chiave spirituale, sostenendo che Laura rappresenB la bellezza divina e che
la gloria lo spinga a superare i limiB terreni. Tu9avia, AgosBno so9olinea che l’amore
per Laura lo allontana da Dio e che la ricerca di gloria alimenta vanità e superbia.
Il dialogo si conclude senza una soluzione definiBva. Questa mancanza di chiusura rifle9e la
modernità del Secretum, che mostra un confli9o interiore che non può essere risolto in modo
semplice. La voce di AgosBno non è quella di un confessore esterno, ma rappresenta una parte
della complessa psicologia di Petrarca.
Revisione - Il secretum
2. I TRIONFI
I Trionfi sono l’unica altra opera in volgare di Petrarca, oltre al Canzoniere. Petrarca iniziò a
lavorarci dal 1351, o forse già nel decennio precedente, e l’opera rimase incompiuta. L’ulBmo
“trionfo” è datato 12 febbraio 1374, poco prima della morte dell’autore. I Trionfi sono un
poema suddiviso in sei par<, scri9o in terzine dantesche. L’opera è ispirata alla Divina
Commedia di Dante e all’ Amorosa visione (à racconta il sogno del poeta, in cui egli si trova
in un deserto e viene raggiunto da una donna gen=le e bella che gli offre di guidarlo - la donna
rappresenta la personificazione dell’Amore, che conduce il poeta aCraverso un viaggio
simbolico delle virtù e dei vizi) di Boccaccio, presentando una serie di visioni allegoriche.
Nel poema, il poeta sogna una serie di sei visioni che rappresentano il trionfo di conce`
opposB:
1. Trionfo dell’Amore: Petrarca celebra l’amore come forza che trionfa sulla ragione e
sulla morte;
2. Trionfo della Pudicizia: il poeta descrive la virtù della casBtà come vi9oria sulla lussuria
e sulla passione.
3. Trionfo della Morte: Petrarca si confronta con la morte, riconoscendone la potenza e
l’inevitabilità;
4. Trionfo della Fama: il poeta esalta la fama come mezzo per superare la morte e
raggiungere l’eternità;
5. Trionfo del Tempo: Petrarca rifle9e sulla fugacità delle cose e dei giorni che passano,
riconoscendo la superiorità dell’eternità;
6. Trionfo dell’Eternità: il poeta trova sostegno in Dio, che trionfa su tu9o e su tu`,
annientando anche il Tempo e la Morte.
1. la costruzione del Canzoniere come un’opera organica, in cui i tes@ sono ordina@ in
modo narra@vo, anziché essere raccol@ casualmente come in precedenza;
2. rispe:o al pluris@lismo di Dante, Petrarca restringe il vocabolario e le scelte s@lis@che,
promuovendo l’idea di una lirica più pura e coerente;
3. la centralità dell’io è un’altra grande novità del Canzoniere. Il sogge:o poe@co non è
più astra:o, ma acquista concretezza psicologica, coincidente con la persona
dell’autore. Questo io lirico è al centro dell’opera e si esprime a:raverso l’autoanalisi e
l’esplorazione delle proprie inquietudini e dubbi. La poesia di Petrarca diventa un
modello di riflessione interiore che rimane a:uale ancora oggi;
4. infine, Petrarca definisce una nuova figura di ar:sta-intelle<uale, separato dalla
poli@ca, concentrato sull’interiorità e sulla valorizzazione della poesia come un valore
superiore e autonomo, libero dai condizionamen@ sociali e poli@ci.
Il Canzoniere raccoglie tes: scri? in un arco di tempo molto lungo, dalla giovinezza alla
vecchiaia di Petrarca. La scelta di includere tes@ compos@ in periodi tanto diversi in un unico
libro dimostra l’importanza che Petrarca a:ribuiva alla stru:ura complessiva dell’opera.
La versione defini@va del Canzoniere si trova nel manoscri:o Va#cano la#no 3195, in parte
scri:o da Petrarca stesso e in parte realizzato so:o la sua direzione.
1. Laura non è solo una donna, ma un senhal (un nome fiTzio), ovvero un simbolo che
esprime vari temi culturali e ideologici;
2. Il racconto che emerge dai tes@ non rappresenta fedelmente faT reali, ma è piu:osto
un riflesso del mondo interiore del poeta;
3. Oltre all’amore per Laura, il Canzoniere tra<a anche altri temi, seppur meno centrali.
Le poesie si possono dividere in quelle che riguardano Laura e quelle su altri temi, come
l’amicizia, il ruolo dell’intelle:uale e, sopra:u:o, la poli@ca. Quest’ul@mo tema è tra:ato
a:raverso soneT che cri@cano la corruzione della curia avignonese e canzoni poli@che, come
“Italia mia”. Nella seconda parte dell’opera, dedicata alle rime in morte di Laura, i temi poli@ci
scompaiono.
Il libro è sia un diario che un’autobiografia. È un diario perché fa riferimento a even@ specifici
con indicazioni di tempo precise, come l’incontro con Laura e la sua morte, e perché i tes@
sono scriT in prima persona e parlano delle esperienze, sen@men@ e idee dell’autore. È
un’autobiografia perché i tes@, nel loro insieme, creano un racconto della vita dell’autore.
A livello dei singoli tes@ (microstru8ura), prevale il diario. A livello dell’opera nel suo
complesso (macrostru8ura), prevale l’autobiografia.
Narrazione e stru<ura
Il Canzoniere ha un tema centrale: l’amore del protagonista per Laura, e alcuni temi secondari
meno importan@. La narrazione segue le varie fasi di questo amore infelice, in cui il poeta non
riesce a dichiararsi e Laura non ricambia. A volte sembra possibile un incontro, ma alla fine
prevale il rifiuto. Laura muore, e il poeta inizialmente è disperato, ma poi rivaluta la sua figura,
paragonandola a Beatrice di Dante, e il suo amore matura. Alla fine, il poeta si pente della sua
passione terrena e si avvicina a valori religiosi.
Come abbiamo de:o sopra, il racconto è diviso in due par:: prima e dopo la morte di Laura.
Questa divisione è riflessa anche nella stru:ura del Canzoniere: “rime in vita di Laura” e “rime
in morte di Laura”.
Metrica e s:le
Mentre Dante è un poeta sperimentale che esplora un’ampia varietà di forme espressive,
Petrarca si muove nella direzione opposta, riducendo e semplificando. La sua ricerca mira a
o<enere profondità e intensità a<raverso un numero limitato di temi e strumen: s:lis:ci.
La scelta di collocare questo sone:o all’inizio dell’opera ha lo scopo di orientare il le:ore verso
una le:ura cri7ca dei tes7 successivi, poiché, nonostante in ques7 il poeta appaia assorbito
nell’“errore” della passione, il sone:o iniziale rivela che tale stato è provvisorio. L’opera nel
suo complesso tes7monia quindi il superamento di quella condizione di errore.
Il sone:o riassume la vicenda esistenziale del poeta, presentando il confli:o tra il desiderio
terreno e la ricerca di redenzione. Petrarca contrappone il suo passato, segnato dall’”errore”
giovanile di aver posto l’amore per una donna al di sopra di quello per Dio, al suo presente,
dove la disillusione e il pen7mento dominano. Questo errore, come evidenziato dalla rima tra
errore e amore, rappresenta l’illusione di poter trovare la felicità nell’amore umano, un
conce:o che rifle:e la concezione cris7ana medievale, secondo cui solo l’amore divino è
degno e duraturo.
L’espressione rime sparse, che appare nel primo verso, richiama il 7tolo la7no dell’opera,
Rerum vulgarium fragmenta (“frammen6 di cose scri8e in volgare”), so:olineando sia
l’indipendenza dei singoli tes7 sia la loro unità complessiva.
Lo s7le del Canzoniere è definito vario, non per una mescolanza di s7li, ma per l’elaborazione
raffinata e la ricchezza delle soluzioni all’interno di un registro s7lis7co omogeneo.
Diversamente dalla Commedia di Dante, che u7lizza un plurilinguismo, lo s?le di Petrarca
rimane unitario, elegante e sele2vo, evitando parole troppo basse o popolari.
Il sone:o proemiale evidenzia la cura formale che Petrarca ado:a: la metrica è quella del
sone%o, predominante nella raccolta, e la musicalità è sostenuta da ripe7zioni foniche.
Nella prima quar7na si ripetono i suoni /ri/ (rime, sospiri, nudriva, primo), nella
seconda quar7na i suoni /va/ (vario, van, prova, trovar). Le terzine proseguono con
Le ripe?zioni (vane / van, mi vergogno / vergogna) e figure retoriche come il chiasmo 1(vv. 5-
6: piango / dolore, ragiono / speranze) esprimono l’ansia del poeta, che chiede pietà per il
dolore e perdono per le illusioni passate. L’eleganza formale culmina nel contrasto tra pietà
(v. 11) e vergogna (v. 12), e tra perdono e pen?mento (v. 13), che chiude il sone:o con il tema
del pen7mento cris7ano.
La stru%ura sinta2ca del sone:o rifle:e questa introspezione: la proposizione principale (io
spero) viene svelata solo al verso o:avo, dopo una lunga introduzione dipendente dal Voi
iniziale. Questo io, apparentemente fragile, confessa errori e vergogna, ma risulta centrale,
poiché richiede costante ascolto e comprensione da parte del le:ore.
L’ul7ma terzina esprime come la vergogna e il pen?mento siano le uniche eredità delle
illusioni d’amore (vaneggiar), insieme alla consapevolezza che ogni desiderio terreno è
des?nato a svanire rapidamente.
1
Il chiasmo nei versi 5-6 (“piango / dolore, ragiono / speranze”) crea un incrocio tra i termini e serve a me=ere
in relazione due coppie di conce* oppos-: il pianto e il dolore, da un lato, e il ragionamento e le speranze,
dall’altro. Questo schema retorico enfa-zza il contrasto tra la sofferenza emo-va (pianto e dolore) e l’a*vità
razionale che cerca di opporsi o di affrontarla (ragionare e sperare). In questo senso, il chiasmo so=olinea come
il protagonista viva un dualismo interiore: da una parte, il dolore lo opprime, dall’altra, a=raverso la riflessione e
le speranze, cerca di elaborare o superare quella sofferenza. Il contrasto tra il senGre e il pensare è al centro della
tensione rappresentata dal chiasmo.