Astra HD8
Astra HD8
Astra HD8
PER LA TRAFORMAZIONE
E GLI ALLESTIMENTI
I
Direttive
per la trasformazione
e gli allestimenti
La Ditta ASTRA VEICOLI INDUSTRIALI si riserva il diritto di apportare, in qual-
siasi momento, eventuali modifiche ai veicoli per motivi di carattere tecnico o
commerciale; pertanto le informazioni, le descrizioni e le illustrazioni contenute
in questa pubblicazione sono aggiornate fino al momento dell’approvazione per
la stampa.
Seguire con attenzione le presenti direttive, allo scopo di salvaguardare la funzio-
nalità ed affidabilità degli organi del veicolo.
SEZIONE
INDICE GENERALE
GENERALITÀ 1
INTERVENTI SULL’AUTOTELAIO 2
REALIZZAZIONI ED APPLICAZIONI DI STRUTTURE 3
PRESE DI FORZA 4
PRESCRIZIONI SPECIFICHE PER I SOTTOSISTEMI
ELETTRONICI 5
Sommario
Premessa
Nota
Accertarsi, prima dell’utilizzo, di essere in possesso dell’ultima edizione del presente manuale,
confrontandola con quella consultabile sul sito aziendale: www.astraspa.com.
Avvertenza
Nelle pagine che seguono sono richiamati questi simboli; seguire con attenzione le indicazioni
a cui si riferiscono.
Attenzione/Precauzioni.
Premessa
Indice generale
1. Generalità
1.1 Norme generali per le realizzazioni 1-5
1.2 Dimensioni e masse 1-8
1.2.1 Generalità 1-8
1.2.2 Determinazione del baricentro del carico utile 1-8
1.2.3 Rispetto delle masse consentite 1-14
1.3 Istruzioni per il buon funzionamento degli organi del veicolo
e la loro accessibilità per la manutenzione 1-16
1.4 Prescrizioni legislative e prevenzioni infortuni 1-17
1.5 Scelta dei materiali da utilizzare : Ecologia - Riciclaggio 1-18
1.6 Gestione del Sistema Qualità 1-18
1.7 Consegna del veicolo 1-19
2. Interventi sull’autotelaio
2.1 Generalità 2-5
2.1.1 Norme generali e benestare della Casa per le modifiche
sull’autotelaio 2-5
2.1.2 Precauzioni particolari 2-6
2.1.3 Protezione dalla ruggine e verniciatura 2-8
2.2 Norme specifiche 2-10
2.2.1 Forature sul telaio 2-10
2.2.2 Viti e chiodi 2-10
2.2.3 Caratteristiche del materiale da impiegare nelle modifiche
del telaio originale 2-11
2.2.4 Saldature sul telaio 2-11
2.3 Modifica del passo 2-14
2.3.1 Generalità 2-14
2.3.2 Modifiche alla trasmissione 2-18
2.4 Modifica dello sbalzo posteriore 2-23
2.4.1 Accorciamento 2-23
2.4.2 Allungamento 2-23
2.5 Applicazione del gancio di traino 2-25
2.5.1 Generalità 2-25
2.5.2 Incremento della massa rimorchiabile 2-26
Indice generale I
2.5.3 Traversa posteriore in posizione ribassata 2-27
2.5.4 Rimorchi ad asse centrale (con timone rigido) 2-29
2.6 Applicazione di un asse supplementare 2-36
2.7 Interventi sulle sospensioni 2-42
2.8 Modifiche agli impianti di aspirazione aria e scarico motore 2-43
2.9 Modifiche all’impianto di raffreddamento motore 2-44
2.10 Installazione di un impianto supplementare di riscaldamento 2-45
2.11 Installazione di un impianto di condizionamento 2-46
2.12 Interventi sulla cabina 2-47
2.12.1 Generalità 2-47
2.12.2 Interventi sul padiglione 2-48
2.12.3 Realizzazione di cabine profonde 2-48
2.13 Cambiamento della misura dei pneumatici 2-51
2.14 Interventi sull’impianto frenante 2-52
2.14.1 Generalità 2-52
2.14.2 Tubazioni freno 2-52
2.14.3 Veicoli con dispositivi ABS 2-60
2.14.4 Prelievo aria dall’impianto sul telaio 2-61
2.14.5 Prelievo aria dall’impianto in cabina 2-61
2.15 Impianto elettrico: interventi e prelievi di corrente 2-63
2.15.1 Generalità 2-63
2.15.2 Apparecchi supplementari 2-71
2.15.3 Prelievi di corrente 2-74
2.15.4 Circuiti aggiuntivi (fusibili e sezione cavi) 2-76
2.15.5 Interventi per la variazione del passo e dello sbalzo 2-77
2.15.6 Prelievo a tensione diversa da quella dell’impianto 2-77
2.15.7 Interruttore generale delle batterie 2-77
2.15.8 Sistemazione luci di posizione laterali (Side Marker Lamps) 2-78
2.16 Spostamenti di organi e fissaggio di gruppi ed apparecchiature
supplementari (serbatoio combustibile ecc.) 2-79
2.17 Modifiche alla barra paraincastro 2-81
2.18 Parafanghi posteriori e passaruote 2-82
219 Paraspruzzi 2-83
2.20 Protezioni laterali 2-84
2.21 Calzatoie 2-85
II Indice generale
3. Realizzazioni ed applicazioni di strutture
3.1 Controtelai e sovrastrutture 3-5
3.1.1 Realizzazione del controtelaio 3-5
3.1.2 Collegamenti 3-12
3.1.2.1 Collegamento con mensole 3-13
3.1.2.2 Collegamenti con cavallotti o bride 3-15
3.1.2.3 Collegamento con piastre a tenuta longitudinale e trasversale 3-17
3.1.2.4 Collegamento misto 3-19
3.2 Applicazioni di cassoni 3-19
3.2.1 Allestimenti intercambiabili 3-22
3.3 Realizzazioni di furgonature 3-23
3.4 Cassoni ribaltabili 3-23
3.4.1 Servizi gravosi 3-25
3.4.2 Servizi leggeri 3-26
3.4.3 Contenitori scarrabili 3-27
3.5 Installazione di betoniere 3-28
3.6 Trattore per semirimorchio 3-30
3.6.1 Avanzamento ralla 3-30
3.6.2 Ralla 3-30
3.6.3 Abbinamento tra trattore e semirimorchio 3-31
3.6.4 Strutture per l’appoggio ralla 3-32
3.6.4.1 Applicazione di una struttura semplice a piastra 3-32
3.6.4.2 Preparazione ed applicazione di una struttura collaborante
con il telaio del veicolo 3-36
3.6.4.3 Trasformazione da autocarro in trattore per semirimorchio 3-38
3.7 Trasporto di materiali indivisibili (bilici) 3-38
3.8 Installazione di cisterne e contenitori per materiali sfusi 3-39
3.9 Installazione di gru 3-42
3.9.1 Gru dietro cabina 3-43
3.9.2 Gru allo sbalzo posteriore 3-47
3.9.3 Gru amovibili 3-50
3.10 Installazione di sponde caricatrici 3-51
3.11 Veicoli per impieghi comunali, antincendio e speciali 3-57
3.12 Installazione anteriore di attrezzature sgombraneve 3-57
3.13 Applicazione di un verricello 3-58
IV Indice generale
5.5 Gestione delle P.T.O. 5-21
5.5.1 Generalità 5-21
5.5.2 Modi P.T.O. 5-22
5.5.2.1 Modo EDC 0 5-22
5.5.2.2 Modi EDC 1, 2, 3 configurabili 5-23
5.5.2.2.1 Modifica curva di coppia, numero massimo di giri e gradiente di feedback
per minimo alto 5-36
5.5.2.2.2 Regolatore del regime di giri intermedio 5-37
5.5.2.2.2-1 N massimo di giri del regolatore di giri intermedio raggiungibile col
tasto SET+, NSET_max 5-37
5.5.2.2.2-2 Priorità regolatore del regime di giri intermedio 5-38
5.5.2.2.2-3 Funzione TIP 5-38
5.5.2.2.2-4 Aumento/diminuzione del numero di giri con SET+ / SET- 5-38
5.5.2.2.2-5 Pedale acceleratore attivato/disattivato 5-38
Indice generale V
VI Indice generale
I. GENERALITÀ
Generalità 1-1
1-2 Generalità
Indice
1. Generalità
1.1 Norme generali per le realizzazioni 1-5
1.2 Dimensioni e masse 1-8
1.2.1 Generalità 1-8
1.2.2 Determinazione del baricentro del carico utile 1-8
1.2.3 Rispetto delle masse consentite 1-14
1.3 Istruzioni per il buon funzionamento degli organi del veicolo
e la loro accessibilità per la manutenzione 1-16
1.4 Prescrizioni legislative e prevenzioni infortuni 1-17
1.5 Scelta dei materiali da utilizzare : Ecologia - Riciclaggio 1-18
1.6 Gestione del Sistema Qualità 1-18
1.7 Consegna del veicolo 1-19
Generalità 1-3
1-4 Generalità
1.1 Norme generali per le realizzazioni
Premessa
In tale eventualità dovrà essere presentata almeno in duplice copia documentazione contenente:
a) Disegno del veicolo con indicazione delle dimensioni della sovrastruttura, oppure dei componenti
modificati o di nuove installazioni.
b) Ripartizione dei carichi, con la posizione del baricentro, quando necessario.
c) Rappresentazione del telaio ausiliario, dimensioni, fissaggi al telaio del veicolo.
d) Distribuzione delle forze e dei momenti indotti sul veicolo dalle attrezzature (gru, betoniere,
sollevatori, pompe per calcestruzzo ecc.).
Sui disegni dovrà essere riportato in evidenza tutto ciò che differisce dalle presenti istruzioni.
Devono inoltre essere brevemente descritte l’utilizzazione e le condizioni di impiego del veicolo.
Autorizzazioni e responsabilità
I nulla osta rilasciati dalla Casa per la trasformazione dei veicoli sono da ritenersi
validi solo per quanto riguarda il tipo di realizzazione; l’osservanza delle prescrizioni,
suggerimenti ed indicazioni contenute nelle presenti norme, intese a garantire la
funzionalità e la sicurezza del veicolo, non esenta l’allestitore dalla responsabilità dei
vari aspetti della realizzazione (progetto, esecuzione, contenuto del prodotto, ecc.)
nonché per eventuali effetti negativi che potrebbero manifestarsi sul veicolo, in
conseguenza dell’intervento effettuato. L’allestitore è altresì responsabile degli
interventi effettuati anche se non risultano oggetto delle presenti direttive o di
autorizzazioni specifiche. Non potranno essere richieste autorizzazioni per le
modifiche sul veicolo o per la realizzazione di sovrastrutture non rispondenti a
quanto prescritto dalle presenti direttive.
Generalità 1-5
Garanzie
La garanzia che i lavori siano eseguiti a regola d’arte dovrà essere assunta dall’allestitore che ha
realizzato la sovrastruttura o le modifiche sull’autotelaio, nel pieno rispetto delle norme qui riportate.
La casa si riserva di fare decadere la propria garanzia sul veicolo, qualora:
- Le presenti norme non siano state rispettate, oppure siano stati eseguiti allestimenti o
trasformazioni non autorizzati.
- Sia stato utilizzato un autotelaio non idoneo per l’allestimento o impiego previsti.
- Non siano rispettate le norme, i capitolati e le istruzioni che per determinate realizzazioni la Casa
mette a disposizione per una corretta esecuzione dei lavori.
- Non siano utilizzati i ricambi originali o i componenti che la Casa mette a disposizione per specifici
interventi.
Per garantire la sicurezza di marcia e di buon funzionamento del veicolo non sono in generale
ammesse modifiche sui seguenti gruppi:
- Assali e ponti.
- Guida.
- Freni.
- Sospensioni (molle, supporti, barre di ancoraggio).
- Telaio.
- Gruppo motopropulsore e parti inerenti (aspirazione, scarico, raffreddamento).
- Organi di aggancio (ganci, ralle).
- Sopporti cabina, dispositivi di bloccaggio e di ribaltamento.
- Apparecchi elettrici/elettronici.
Interventi sui gruppi sopraindicati, nei casi previsti dalle presenti istruzioni, potranno essere
effettuati solo dopo aver ricevuto specifico benestare della Casa.
Marchi e sigle
Marchio di fabbrica, sigle e denominazioni non dovranno essere alterati o spostati rispetto a quanto
previsto in origine; dovrà essere salvaguardata la validità dell’immagine del veicolo.
L’applicazione dei marchi della trasformazione o dell’allestimento dovrà essere autorizzata dalla Casa.
La loro sistemazione non dovrà risultare nelle immediate vicinanze del marchio e delle sigle ASTRA.
1-6 Generalità
Istruzioni per i gruppi aggiunti
L’allestitore dovrà provvedere, per i gruppi aggiunti, a fornire alla consegna del veicolo le necessarie
istruzioni per il servizio la manutenzione, la riparazione e la documentazione delle parti di ricambio.
Scelta dell’autotelaio
La corretta scelta dell’autotelaio, nella versione appropriata, è molto importante per la riuscita
dell’allestimento.
Prima di procedere agli interventi, accertarsi che il veicolo fornito corrisponda a quello richiesto,
tramite i dati riportati sull’ordine e sulla documentazione tecnica che la Casa mette a disposizione.
Di seguito è riportata la denominazione dei veicoli ASTRA, con il significato delle sigle utilizzate.
Gamma Prog. Modello Versione
Configurazione
CIVILI H D 8 6 4 4 0 T
Potenza A
B T
C 38
HD 8 Trazione Motore/CV D 48
E AS
F
(~ x 10) G
SIGLE ESTERNE
SUI VEICOLI H D 8 6 4 . 4 0
Generalità 1-7
1.2 Dimensioni e masse
1.2.1 Generalità
Le dimensioni e le masse ammesse sugli assi sono riportate sui disegni, descrizioni tecniche e, più
in generale, sui documenti ufficiali della Casa. Le tare si riferiscono ai veicoli nel loro allestimento
standard; equipaggiamenti speciali possono comportare variazioni sulle masse e sulla loro ripartizione
sugli assi.
Sui nostri modelli, il posizionamento luci e specchi retrovisori previsto per larghezze di 2550 mm, è
idoneo anche per sovrastrutture speciali di larghezza 2600 mm.
Pesatura dell’autotelaio
Si dovrà tener presente che nella produzione possono verificarsi variazioni sulle masse dell’ordine
del 5%.
Prima di effettuare l’allestimento è bene quindi procedere alla determinazione della massa del veicolo
cabinato e della sua ripartizione sugli assi.
Per la determinazione della posizione del baricentro del carico utile, si potrà procedere secondo
gli esempi qui di seguito riportati.
Sulla documentazione tecnica specifica per ogni modello (schema cabinato), sono riportate le
posizioni consentite con il veicolo nell’allestimento standard. Le masse ed il posizionamento dei singoli
componenti del veicolo, sono riportati sullo schema telaio e ripartizione pesi.
1-8 Generalità
Figura 1.1 Veicoli a 2 assi
W
L1
W1 W2
L1 W1 ô L
W = Carico utile più sovrastruttura W
W1 = Quota del carico utile su asse anteriore
W2 = Quota del carico utile su asse posteriore
L1 = Distanza del baricentro dalla mezzeria rispettivamente L1 L W2 ô L
dell’asse posteriore (o mezzeria tandem) W
L = Passo effettivo.
Figura 1.2 Veicoli a 3 assi, con rapporto costante della ripartizione delle
masse sui due assi posteriori.
L1 W
W1 W2
Generalità 1-9
Figura 1.3 Veicoli a 4 assi aventi carichi uguali su ciascun asse posteriore
L3
L1 W
W1 W2 W3
1-10 Generalità
Agli effetti della ripartizione del carico utile sugli assi, si considera che questo sia uniformemente
distribuito, ad eccezione dei casi in cui la forma stessa del piano di carico comporti una diversa
distribuzione del carico.
Nella realizzazione delle sovrastrutture o dei contenitori si dovranno prevedere sistemi di carico e
scarico della merce trasportata che evitino variazioni eccessive della ripartizione e/o carichi eccessivi
sugli assi, fornendo se necessario indicazioni per gli utilizzatori.
Figura 1.4
Distribuzione uniforme del carico Distribuzione non uniforme del carico (attenzione
ai carichi sugli assi ed al rapporto minimo)
Distribuzione uniforme del carico Distribuzione non uniforme del carico (dovuta alla
forma del cassone)
Generalità 1-11
Altezza del baricentro
Il valore dell’altezza del baricentro del veicolo cabinato è riportato sulla documentazione tecnica
specifica di ogni modello (schema cabinato).
Per il collaudo del veicolo completo di sovrastruttura, si dovrà verificare a cura dell’allestitore che
l’altezza del baricentro dell’attrezzatura compreso il carico utile o dell’intero veicolo a pieno carico,
rispetti i valori massimi consentiti.
Tali limiti sono definiti nel rispetto delle normative nazionali o internazionali (es. Direttiva CE in vigore
sulla frenatura), oppure sono richiesti dalla Casa per assicurare un buon comportamento del veicolo
(es. stabilità trasversale in marcia).
Per il rispetto della Direttiva CE in vigore relativa alla frenatura e successive modificazioni, sulla
documentazione che la Casa mette a disposizione, è riportato il valore massimo dell’altezza del
baricentro del veicolo a pieno carico da non superare, per ogni passo e nello specifico allestimento.
Figura 1.5
Verifica a pieno carico:
Wv . Hv Ws . Hs (Wv Ws) . Ht Wv . HV
Ht Hs
Wv Ws Ws
Per eventuali verifiche con veicolo allestito senza carico utile, procedere analogamente assumendo
per Ws unicamente la tara della sovrastruttura, (considerare per Hv un valore adeguato al carico e
compreso tra l’assetto a vuoto e quello a pieno carico).
1-12 Generalità
Le altezze del baricentro riportato nella tabella 1.1, sono valori da non superare nell’allestimento
indicato. Tali valori sono stati calcolati solo agli effetti della stabilità trasversale del veicolo e riferiti ad
un passo medio. Eventuali altri limiti imposti da normative, quale ad esempio quella sulla frenatura,
ecc., saranno da tenere in considerazione.
I valori riportati in tabella 1.1 si riferiscono inoltre a sovrastrutture con carico utile fisso. Negli
allestimenti dove il carico utile può spostarsi lateralmente (es. carichi appesi, trasporto liquidi, ecc.),
possono generarsi particolarmente in curva forze trasversali dinamiche più elevate e quindi una minor
stabilità per il veicolo. Di ciò se ne dovrà tenere conto per le opportune indicazioni in merito all’utilizzo
del veicolo, oppure per le eventuali riduzioni dell’altezza del baricentro.
L’applicazione di barre stabilizzatrici supplementari o rinforzate, ove disponibili, di rinforzi alle molle
a balestra (nel rispetto del punto 2.7), potrà consentire valori più elevati del baricentro del carico utile,
da definire di volta in volta. L’intervento dovrà essere effettuato dopo una attenta valutazione delle
caratteristiche dell’allestimento, del passo e della suddivisione delle forze trasversali sulle sospensioni
ed interessare in generale sia l’anteriore che il posteriore. È tuttavia opportuno tenere presente che
in molti casi è consigliabile effettuare l’intervento solo sull’asse posteriore; agire sull’asse anteriore
darebbe a chi guida una errata sensazione di maggior stabilità, rendendo in realtà più difficile la
percezione del limite di sicurezza. Interventi sull’asse anteriore potranno essere effettuati in presenza
di carichi concentrati dietro cabina (es. gru) o di sovrastrutture con elevata rigidezza (es. furgonature).
Nel caso di trasporti speciali con elevata altezza del baricentro (es. trasporto di macchinario, carichi
indivisibili, ecc.), dal punto di vista tecnico è possibile superare i valori indicati in tabella, a condizione
che la guida del veicolo sia opportunamente adeguata (es. velocità ridotta, variazioni graduali della
traiettoria di marcia, ecc.).
Generalità 1-13
1.2.3 Rispetto delle masse consentite
Dovranno essere rispettati tutti i limiti riportati sui ns. documenti; particolarmente importante è
la massa sull’asse anteriore, in qualsiasi condizione di carico, al fine di assicurare, in tutte le condizioni
del fondo stradale le necessarie caratteristiche di sterzatura.
Speciale attenzione andrà quindi rivolta ai veicoli con carico concentrato sullo sbalzo posteriore (es.
gru, sponde caricatrici, rimorchi ad asse centrale) e nei veicoli con passo corto e con elevata altezza
del baricentro (es. betoniere).
Nel posizionamento degli organi ausiliari e delle sovrastrutture, dovrà essere assicurata una corretta
ripartizione dei carichi in senso trasversale. Per ogni ruota potrà essere consentita una variazione sul
carico nominale (1/2 del carico assiale) del 4% (esempio: carico ammesso sull’asse 10.000 kg; ammesso
per ogni lato ruota da 4800 a 5200 kg); nel rispetto di quanto consentito dai pneumatici, senza
pregiudicare le caratteristiche di frenatura e la stabilità di marcia del veicolo.
Salvo diverse prescrizioni specifiche per i singoli veicoli, va sempre rispettato il valore minimo a vuoto
ed a carico tra le masse asse/i anteriori ed asse/i posteriori riportate sui documenti ufficiali della casa.
Lo sbalzo posteriore della sovrastruttura dovrà essere realizzato nel rispetto dei carichi ammessi sugli
assi, del carico minimo richiesto sull’assale anteriore, dei limiti in lunghezza, del posizionamento del
gancio di traino e del paraincastro, previsti dalle varie normative.
Speciali deroghe sulle masse massime ammesse potranno essere rilasciate per impieghi particolari,
per i quali saranno tuttavia stabilite precise limitazioni di impiego ed eventuali rinforzi da apportare
agli organi del veicolo.
Tali deroghe, se superano i limiti di legge, dovranno essere autorizzate dall’Autorità amministrativa.
La riduzione della massa ammessa sui veicoli (declassamento), può comportare interventi su alcuni
organi, quali le sospensioni, i freni e può richiedere una nuova taratura per l’intervento del correttore
di frenata; in questi casi potranno essere fornite le necessarie indicazioni.
1-14 Generalità
Tabella 1.1
Altezze max indicative del baricentro del carico utile
riferite alla stabilità trasversale1)
1 2 1 2
Note:
(1) = Valori riferiti alla stabilità trasversale del veicolo.
x = Con barra stabilizzatrice di serie
- = Senza barra stabilizzatrice
SW = Barra stabilizzatrice a richiesta
Generalità 1-15
1.3 Istruzioni per il buon funzionamento degli organi del veicolo e la loro
accessibilità per la manutenzione
Figura 1.6
- Dovranno essere mantenute le possibilità di smontaggio dei vari gruppi per eventuali interventi
assistenziali. Ad esempio: l’intervento sul cambio, frizione, dovrà avvenire senza richiedere lo
smontaggio di elementi importanti della struttura aggiunta.
- Non dovranno essere alterate le condizioni di raffreddamento (calandra, radiatore, passaggi aria,
circuito di raffreddamento ecc.) e di aspirazione aria motore.
- I pannelli antirumore non dovranno essere alterati o spostati per non variare i livelli sonori
omologati per il veicolo. Qualora si dovessero praticare delle aperture (es. per il passaggio dei
profilati longitudinali dell’autotelaio), si dovrà procedere ad un’accurata chiusura, utilizzando
materiali con caratteristiche di infiammabilità ed insonorizzazione equivalenti a quelli utilizzati in
origine.
1-16 Generalità
- Dovrà essere mantenuta un’adeguata ventilazione dei freni ed una sufficiente aerazione della cassa
batterie (in particolare nell’esecuzione di furgonati).
- Nel posizionamento dei parafanghi e passaruote dovrà essere garantito il libero scuotimento delle
ruote posteriori anche nelle condizioni di impiego con catene.
- Ad allestimento ultimato del veicolo dovrà essere controllata, per ragioni di sicurezza, la
registrazione dei proiettori, per correggere eventuali variazioni di assetto. In questi casi potrà essere
necessario intervenire sulla vite di regolazione dei proiettori, controllando a carico il campo di
regolazione del correttore di assetto. Procedere per la regolazione secondo le indicazioni riportate
sul manuale uso e manutenzione, avendo cura di annotare su di esso gli eventuali nuovi valori.
- Per eventuali elementi forniti sciolti (es. ruota di scorta, calzatoie), sarà cura dell’allestitore il loro
posizionamento e fissaggio in modo accessibile e sicuro, nel rispetto di eventuali normative
nazionali.
A veicolo ultimato, l’Allestitore dovrà verificare per gli interventi effettuati (modifiche,
applicazioni di strutture, ecc.), che siano rispettate tutte le prescrizioni legislative richieste nel
paese dove verrà effettuata l’immatricolazione (es. masse, dimensioni, frenatura, rumore,
emissioni, ecc.). In merito potranno essere richieste informazioni alle Autorità competenti o alle
filiali della Casa, in zona.
I veicoli prodotti nei nostri stabilimenti (salvo alcune versioni speciali previste per paesi Extra
Europa), rispondono alle Direttive CE; è necessario che ciò sia mantenuto anche dopo gli
interventi effettuati. Potranno fare eccezione i casi in cui è possibile effettuare una omologazione
locale, diversa da quella CE.
Prevenzione infortuni
Le strutture ed i dispositivi applicati ai veicoli dovranno essere conformi alle
prescrizioni vigenti per la prevenzione degli infortuni ed alle norme di sicurezza
richieste nei singoli paesi dove i veicoli verranno utilizzati. Dovranno altresì essere
adottate tutte le precauzioni dettate dalla conoscenza tecnica, per evitare avarie e
difetti funzionali.
L’osservanza di queste prescrizioni dovrà essere curata dai costruttori delle strutture
e dei dispositivi.
Avvertenze
Generalità 1-17
1.5 Scelta dei materiali da utilizzare : Ecologia - Riciclaggio
Sempre maggiore attenzione è necessario sia posta, nella fase di studio e progettazione, nella
scelta dei materiali da utilizzare. Ciò in particolare per gli aspetti legati all’ecologia ed al riciclaggio,
alla luce anche delle normative nazionali e internazionali che nel settore sono in continuo sviluppo.
Si forniscono in proposito alcuni spunti :
- Sono a tutti ormai noti i divieti sull’uso di materiali dannosi alla salute, o comunque potenzialmente
a rischio, come quelli contenenti amianto, piombo, additivi alogeni, fluorocarburi, ecc.
- Utilizzare materiali la cui lavorazione produca limitate quantità di rifiuti e consentano un facile
riciclaggio dopo il loro primo impiego.
- Nei materiali sintetici di tipo composito, utilizzare componenti compatibili tra loro, prevedendo
un loro possibile utilizzo anche con l’eventuale aggiunta di altri componenti di recupero.
Predisporre i contrassegni richiesti in conformità alle normative in vigore.
1-18 Generalità
1.7 Consegna del veicolo
Per tutti i nostri veicoli è prevista la garanzia, nelle modalità riportate nella documentazione
specifica. Per l’intervento effettuato, si dovrà provvedere da parte dell’Allestitore almeno in modo
equivalente.
Generalità 1-19
1-20 Generalità
2. INTERVENTI
SU
AUTOTELAIO
2. Interventi sull’autotelaio
2.1 Generalità 2-5
2.1.1 Norme generali e benestare della Casa per le modifiche
sull’autotelaio 2-5
2.1.2 Precauzioni particolari 2-6
2.1.3 Protezione dalla ruggine e verniciatura 2-8
2.2 Norme specifiche 2-10
2.2.1 Forature sul telaio 2-10
2.2.2 Viti e chiodi 2-10
2.2.3 Caratteristiche del materiale da impiegare nelle modifiche
del telaio originale 2-11
2.2.4 Saldature sul telaio 2-11
2.3 Modifica del passo 2-14
2.3.1 Generalità 2-14
2.3.2 Modifiche alla trasmissione 2-18
2.4 Modifica dello sbalzo posteriore 2-23
2.4.1 Accorciamento 2-23
2.4.2 Allungamento 2-23
2.5 Applicazione del gancio di traino 2-25
2.5.1 Generalità 2-25
2.5.2 Incremento della massa rimorchiabile 2-26
2.5.3 Traversa posteriore in posizione ribassata 2-27
2.5.4 Rimorchi ad asse centrale (con timone rigido) 2-29
2.6 Applicazione di un asse supplementare 2-36
2.7 Interventi sulle sospensioni 2-42
2.8 Modifiche agli impianti di aspirazione aria e scarico motore 2-43
2.9 Modifiche all’impianto di raffreddamento motore 2-44
2.10 Installazione di un impianto supplementare di riscaldamento 2-45
2.11 Installazione di un impianto di condizionamento 2-46
2.12 Interventi sulla cabina 2-47
2.12.1 Generalità 2-47
2.12.2 Interventi sul padiglione 2-48
2.12.3 Realizzazione di cabine profonde 2-48
Le modifiche dovranno essere eseguite secondo i criteri riportati nei rispettivi paragrafi che
seguono. Si dovrà in particolare tener presente:
Sono assolutamente proibite le saldature sulle strutture portanti del telaio (ad
eccezione di quanto prescritto nei punti 2.2.4, 2.3, 2.4 e 2.6).
Non sono ammesse forature sulle ali dei longheroni (ad eccezione di quanto prescritto
nel punto 3.1.2).
Nei casi ove siano ammesse modifiche ai collegamenti realizzati con chiodi, come di seguito ripor-
tato, questi potranno essere sostituiti con viti e dadi a testa flangiata, oppure con viti a testa esago-
nale di classe 8.8 con diametro immediatamente superiore e dadi muniti di sistemi antisvitamento.
Non dovranno essere impiegate viti superiori a M14 (diametro massimo del foro 15 mm), se non
diversamente specificato.
Nei casi in cui siano stati smontati e ripristinati i collegamenti originali previsti con viti e nel caso
di sostituzione di chiodi con viti, si dovrà ricontrollare la chiusura del collegamento dopo una per-
correnza di ca. 500 y 1000 km.
a) Modifiche del passo, seguendo le istruzioni riportate ai punti 2.2.3, 2.2.4 e 2.3.
b) Modifiche nello sbalzo posteriore, nel rispetto dei limiti di carico e delle normative nazionali,
seguendo le istruzioni riportate ai punti 2.2.3, 2.2.4 e 2.4.
c) Interventi sull’impianto freni (ved. punto 2.14) e dello sterzo (previo specifico esame).
d) Modifiche alle caratteristiche delle sospensioni (ved. punto 2.7).
e) Modifiche alla cabina di guida (ved. punto 2.12).
f) Modifiche agli impianti di aspirazione aria e scarico motore (ved. punto 2.8).
g) Modifiche all’impianto di raffreddamento motore (ved. punto 2.9).
h) Modifiche sul gruppo motopropulsore e parti motrici (ved. punto 2.3.2).
i) Interventi su assali e ponti.
k) Applicazioni di assi supplementari, seguendo le istruzioni riportate al punto 2.6.
l) Applicazioni di freni rallentatori (ved. punto 2.1.8).
m) Applicazioni di prese di forza (nei casi in cui è richiesta l’autorizzazione, ved. paragrafo 4).
n) sostituzione della misura del pneumatico (ved. punto 2.13).
Per il rilascio dell’autorizzazione, in linea generale dovrà essere trasmessa adeguata documentazione
che illustra la prevista realizzazione, per la quale dovranno essere rispettate le norme generali e parti-
colari qui contenute.
Sarà a cura dell’Allestitore la presentazione e l’approvazione della trasformazione/allestimento da
parte dell’Autorità competente, quando previsto dalle leggi nazionali.
Figura 2.1
Per ulteriori indicazioni sugli impianti frenante ed elettrico, vedere i punti 2.14 e 2.15.
Tutte le parti del veicolo (telaio, cabina di guida, sovrastruttura ecc.) che risultano interessate dalla
trasformazione o applicazione, dovranno essere protette dall’ossidazione e dalla corrosione.
Le operazioni di protezione e di verniciatura dovranno essere realizzate in modo accurato su tutte
le parti interessate.
In particolare il telaio ed i vari elementi esposti agli agenti atmosferici ed alla luce solare, dovranno
essere trattati con un ciclo che preveda:
Fosfosgrassaggio al ferro, antiruggine, sigillatura, fondo, smalto (in sostituzione del fondo
e smalto, potranno essere utilizzate vernici in polvere, esclusa la scocca cabina).
Particolari di vario tipo (cassette, griglie di protezione, ecc.) di forma complessa (cioè con parti scato-
late, giunzioni, sovrapposizioni, con zone non accessibili alle tradizionali applicazioni a spruzzo) che
vengono applicati all’autotelaio, dovranno essere trattati con un ciclo che preveda:
Fosfosgrassaggio al ferro, elettroforesi oppure antiruggine ad immersione, smalto o
vernici in polvere.
Nell’accoppiamento di superfici tramite saldatura, è molto importante quando manca la fase di elettro-
foresi, proteggere le superfici a contatto con vernici elettrosaldabili.
Per i particolari non a diretto contatto degli agenti atmosferici sono accettabili anche cicli ridotti:
Fosfosgrassaggio al ferro, vernici in polvere oppure fosfosgrassaggio, elettroforesi
oppure fosfosgrassaggio, antiruggine.
Il trattamento di fosfosgrassaggio può essere sostituito utilizzando lo sgrassaggio con
solventi più wash-primer (spessore 5 y 10 Pm).
Altre operazioni importanti da prevedere sono: protezione degli scatolati accessibili con prodotti
oleo-cerosi insufflati con sonde adeguate, sigillatura di giunzioni e sovrapposizioni dopo la protezione
antiruggine, protezione delle zone sottoposte ad azione abrasiva (passaruote, sottoscocca ecc.), con
prodotti specifici (elastomerici, acrilici ecc.).
I particolari montati all’esterno della cabina (staffe e viterie in genere), dovranno essere in materiale
inossidabile o protetti con “Dacromet”; gli elementi di accoppiamento (cerniere, maniglie ecc.) utiliz-
zati sul telaio e/o allestimenti (pedane, serbatoi) dovranno essere protetti con “Dacromet” o con zin-
catura 12 Pm min. In ogni caso dovrà essere garantita la stessa qualità dei particolari destinati alla
cabina).
Dovranno essere prese le dovute precauzioni per proteggere quelle parti su cui la vernice
potrebbe essere dannosa alla loro conservazione ed al loro funzionamento quali:
Nel caso di smontaggio ruote, proteggere le superfici di attacco sui tamburi e sui mozzi, evitare incre-
menti nello spessore e soprattutto accumuli di vernice sulle flange di attacco dei dischi ruote e nelle
zone di appoggio dei dadi di fissaggio. Assicurare una adeguata protezione ai freni a disco.
I componenti ed i moduli elettronici devono essere rimossi.
Quando l’operazione di verniciatura è completata con essiccazione in forno (temperatura max. 80qC),
dovranno essere smontate o protette tutte quelle parti la cui esposizione al calore potrebbe risultare
dannosa (componenti elettronici e moduli elettronici di comando).
Nelle trasformazioni o realizzazioni di nuove cabinature, dovrà essere prevista l’applicazione di mate-
riali fonoassorbenti ed isolanti, all’interno della scocca e sotto pavimento, al fine di eliminare fenomeni
di risonanza, contenere la rumorosità e ripristinare i livelli di coibenza termica di origine.
Nel caso di smontaggio ruote, proteggere le superfici di attacco sui tamburi e sui mozzi, evitare incre-
menti nello spessore e soprattutto accumuli di vernice sulle flange di attacco dei dischi ruote e nelle
zone di appoggio dei dadi di fissaggio. Assicurare una adeguata protezione ai freni a disco.
I componenti ed i moduli elettronici devono essere rimossi.
Quando l’operazione di verniciatura è completata con essiccazione in forno (temperatura max. 80qC),
dovranno essere smontate o protette tutte quelle parti la cui esposizione al calore potrebbe risultare
dannosa.
Nelle trasformazioni o realizzazioni di nuove cabinature, dovrà essere prevista l’applicazione di mate-
riali fonoassorbenti ed isolanti, all’interno della scocca e sotto pavimento, al fine di eliminare fenomeni
di risonanza, contenere la rumorosità e ripristinare i livelli di coibenza termica di origine.
Quando si debbono applicare al telaio gruppi od organi ausiliari; in linea di massima dovranno
essere adoperati fori già esistenti eseguiti in fabbrica.
Sono assolutamente proibite le forature sulle ali del longherone del veicolo, ad ecce-
zione di quanto indicato al punto 3.1.2.
In quei casi particolari (applicazione di mensole, angolari, ecc.) dove sia necessario procedere all’esecu-
zione di nuovi fori, questi dovranno essere realizzati sulla costola verticale del longherone e dovranno
essere accuratamente sbavati ed alesati.
Posizionamento e dimensioni
I nuovi fori non dovranno essere praticati nelle zone di maggior sollecitazione (quali ad esempio
sopporti molle) e di variazione della sezione del longherone.
Il diametro dei fori dovrà essere adeguato allo spessore della lamiera; in nessun caso potrà superare
i 15 mm (se non diversamente specificato). La distanza dell’asse dei fori dai bordi del longherone non
dovrà essere inferiore a 40 mm; in ogni caso gli assi dei fori non dovranno trovarsi fra di loro, o rispetto
a quelli esistenti, ad una distanza inferiore a 45 mm. I fori dovranno essere sfalsati come indicato in
fig. 2.2. Nello spostamento di sopporti molla o di traverse, si dovranno mantenere i propri schemi di
foratura.
Figura 2.2
Utilizzare in linea di massima collegamenti dello stesso tipo e classe previsti per analoghi fissaggi
sul veicolo originale. Prevedere per i collegamenti di forza (es. sopporti molle, attacco barre,
ammortizzatori, ecc.) viti di classe 10.9. Utilizzare se gli ingombri lo consentono viti e dadi a testa
flangiata.
Nelle operazioni di modifica del telaio del veicolo e nelle applicazioni dei rinforzi direttamente
sui longheroni, il materiale da impiegare dovrà corrispondere per qualità e spessore, a quello del
telaio originale. Nel caso di difficoltà a reperire materiali con lo spessore indicato, potrà essere
utilizzato lo spessore standard immediatamente superiore. Le caratteristiche minime del materiale
da impiegare sono:
Acciaio ad alto snervamento DOMEX 530
Resistenza a rottura R t 610 N/mm2 (62 kg/mm2)
Limite di snervamento Rp 0,2 t 530 N/mm2 (54 kg/mm2)
Allungamento A 5 t 17%
Per le dimensioni e gli spessori vedere le indicazioni riportate sulla documentazione specifica.
Figura 2.3
NO
NO
SI
SI
b) Effettuare sulle parti da unire uno smusso a V di 60q sul lato interno del longherone, per tutta la
lunghezza della zona da saldare (ved. fig. 2.4).
c) Eseguire la saldatura ad arco con più passate utilizzando procedimenti MIG-MAG, impiegare filo
di apporto avente le seguenti caratteristiche:
Evitare sovraccarichi di corrente; la saldatura dovrà essere esente da incisioni marginali e scorie.
d) Riprendere a rovescio ed eseguire la saldatura come detto al punto c).
e) Lasciar raffreddare lentamente ed uniformemente i longheroni. Non è ammesso il raffredda-
mento con getto d’aria, con acqua o con altro mezzo.
f) Eliminare mediante molatura la parte di materiale eccedente.
g) Applicare internamente rinforzi angolari in acciaio delle stesse caratteristiche di quello impiegato
nel telaio; le dimensioni minime indicative sono riportate nella fig. 2.5.
Il loro fissaggio dovrà interessare solo la costola verticale del longherone e potranno essere utiliz-
zati cordoni di saldatura, falsi punti, viti o chiodi (potranno ad esempio essere utilizzati anche chiodi
del tipo Huck).
Sezione e lunghezza del cordone di saldatura, numero e distribuzione dei falsi punti, viti o chiodi,
dovranno essere adeguati a trasmettere i momenti flettenti e di taglio della sezione.
Figura 2.5
a 0.3 H
b H (min 175 mm)
S (0.8 y 1) S1
Nella esecuzione di nuovi fori, qualora dovesse verificarsi una eccessiva vicinanza con altri già
esistenti (ved. fig. 2.2), si potrà procedere alla chiusura di questi ultimi tramite saldatura. Per una
buona riuscita dell’operazione, smussare il bordo esterno del foro ed utilizzare per la parte interna
una lastra di rame.
Per i fori con diametro superiore a 20 mm, potranno essere utilizzate rondelle smussate, effettuando
la saldatura su entrambi i lati.
2.3.1 Generalità
In linea di massima per ogni veicolo la modifica del passo dovrà essere effettuata a partire dal passo,
tra quelli previsti dalla Casa, immediatamente vicino a quello che si vuol realizzare.
In ogni caso sono da ritenersi validi i valori indicati nelle autorizzazioni scritte, particolarmente per allun-
gamenti realizzati a partire dal passo più lungo di serie.
Nei veicoli con telaio parallelo e con longheroni a sezione costante, è preferibile realizzare la modifica
del passo mediante lo spostamento dell’asse posteriore (o assali), quando i rinforzi interni ed i loro
collegamenti al telaio lo consentono. Lo spostamento avverrà insieme con i sopporti della sospen-
sione, assicurando la presenza di traverse in corrispondenza dei sopporti, nel rispetto di quanto indi-
cato al punto 2.2.1. Negli altri casi potrà essere effettuato il taglio del telaio, seguendo le indicazioni
riportate al punto 2.2.4. Nei casi in cui la dimensione della sovrastruttura lo consente è preferibile rea-
lizzare passi uguali a quelli previsti nella nostra produzione, ciò consente l’utilizzo di alberi di trasmis-
sione originali e posizioni delle traverse già definite.
Quando nell’allungamento del passo si realizzano valori superiori a quelli previsti di serie dalla Casa,
si dovrà fare particolare attenzione al rispetto dei limiti posti dalle normative nazionali, in particolare
per quanto riguarda l’inscrivibilità nella fascia di ingombro (ove esistente).
L’allungamento del passo, in funzione dell’entità, può influenzare le caratteristiche della sterza-
tura. Quando richiesto dalle normative vigenti, oltre al rispetto della fascia di ingombro, non
dovranno essere superati i limiti prescritti per quanto riguarda gli sforzi sul volante con i relativi
tempi di inscrivibilità (es. Regolamento ECE o Direttiva CE in vigore). Nella tabella 2.1 sono ripor-
tati per i vari modelli i limiti consentiti per l’allungamento del passo, con la guida di serie, nelle con-
dizioni di carico massimo consentito sull’asse anteriore e con l’allestimento pneumatici previsto.
Qualora per particolari allestimenti fossero necessari passi più lunghi, si dovranno adottare accor-
gimenti per migliorare le caratteristiche della sterzatura quali la riduzione del carico massimo con-
sentito sull’asse anteriore, oppure l’impiego di pneumatici e ruote aventi un braccio a terra con
valori più contenuti. La possibilità di adottare una pompa supplementare ed una idroguida a due
circuiti, se non disponibile a richiesta, dovrà essere da noi autorizzata ed essere applicata da una
ditta specializzata.
Tabella 2.1
Allungamento massimo consentito del passo, in funzione del carico sull’asse ante-
riore e della dimensione dei pneumatici (Regolamento ECE in vigore)
Modelli Carico max. su asse ant. Pneumatici Valore max. del passo tra
(Rispettare la capacità di consentiti 1q asse anteriore sterzante
carico dei pneumatici)1) asse anteriore1) e 1q asse posteriore
(kg) (mm)
VEICOLI 4 ASSI
Carico per asse massimo [ton] (1)
INDICE DI CARICO/ EQUIPAGGIA- Mezzo d’opera
DIMENSIONI Legale (PTT=32) Eccezionale (PTT=48)
CATEGORIA DI VELOCITÀ MENTO (PTT=40)
anteriore posteriore anteriore posteriore anteriore posteriore
13R22.5 156/150G S-A e/o P 8+8 19 8+8 13+13 (9+9)4 16+16
12.00R20 156/150G O-A e/o P 8+8 19 8+8 13+13 (9+9)5 16+16
315R22.5 156/150G O-A e/o P 8+8 19 8+8 13+13 (9+9)6 16+16
365/85R20 164G O-A 9+9 - 9+9 - 9+9 -
385/65R22.5 158K O-A 9+9 - 9+9 - 9+9 -
VEICOLI 3 ASSI
Carico per asse massimo [ton]
INDICE DI CARICO/ EQUIPAGGIA- Mezzo d’opera
DIMENSIONI Legale (PTT=26) Eccezionale (PTT=38)
CATEGORIA DI VELOCITÀ 2 MENTO 3 (PTT=33)
anteriore posteriore anteriore posteriore anteriore posteriore
13R22.5 156/150G S-A e/o P 8 19 8 13+13 94 16+16
12.00R20 156/150G O-A e/o P 8 19 8 13+13 95 16+16
315R22.5 156/150G O-A e/o P 8 19 8 13+13 96 16+16
365/85R20 164G O-A 9 - 9 - 9 -
385/65R22.5 158K O-A 9 - 9 - 9 -
365/80R20 160K O-A 9 - 9 - 9 -
VEICOLI 2 ASSI
Carico per asse massimo [ton]
INDICE DI CARICO/ EQUIPAGGIA-
EQUIPAGGIA Legale (PTT=18) Mezzo d’opera (PTT=20) Eccezionale
DIMENSIONI
CATEGORIA DI VELOCITÀ 2 MENTO 3
anteriore posteriore anteriore posteriore
13R22.5 156/150G S-A e/o P 8 12 8 13
12.00R20 156/150G O-A e/o P 8 12 8 13
315R22.5 156/150G O-A e/o P 8 12 8 13
365/85R20 164G O-A 8.5 - 8.5 - NON
OMOLOGA-
OMOLOGA
385/65R22.5 158K O-A 8.5 - 8.5 -
TO
16.00R20 173F O-I-A e/o Ps 8.5 12 8.5 13
395/85R20 168G O-I-A 8.5 - 8.5 -
24R20.5 176F O-I-Ps - 12 - 13
525/65R20.5 173F O-I-Ps - 12 - 13
Negli allungamenti del passo, oltre al rinforzo locale in corrispondenza della giunzione del lon-
gherone, l’Allestitore dovrà prevedere eventuali rinforzi fino a realizzare, per l’intera lunghezza
del passo, moduli di resistenza della sezione non inferiori a quelli previsti dalla Casa per lo stesso
passo o per quello immediatamente superiore. In alternativa, nei casi consentiti dalle normative
locali, potranno essere adottati profilati del controtelaio di maggiori dimensioni.
Autorizzazione
La variazione del passo è consentita solo con specifico benestare della Casa; per le versioni 4x4, 6x6
e 8x6 (trazioni integrali) dovrà essere mantenuta inalterata la posizione del ripartitore di coppia
rispetto all’asse ruote anteriori.
Gli interventi dovranno essere effettuati nel rispetto delle presenti direttive, prevedendo quando
necessario, le idonee regolazioni ed adattamenti, nonché le opportune precauzioni (es. regolazione
del correttore di frenata, sistemazione della tubazione di scarico, rispetto della tara minima sull’asse
posteriore, ecc.), previste sui corrispondenti passi originali.
Traverse
Figura 2.6
Disporre il veicolo in modo che il telaio risulti perfettamente in piano, utilizzando idonei cavalletti.
Staccare gli alberi di trasmissione, le tubazioni dell’impianto freni, i cavi elettrici e ogni apparecchio
che possa impedire una corretta esecuzione del lavoro.
Individuare sul telaio i punti di riferimento (es. fori pilota, sopporti sospensione).
Contrassegnare i punti di riferimento con una leggera traccia di punzone sulle ali superiori di
entrambi i longheroni, dopo essersi accertati che la loro congiungente risulti perfettamente ortogo-
nale all’asse longitudinale del veicolo.
Procedere, nel caso di spostamento di sopporti della sospensione, ad individuare la nuova posi-
zione, utilizzando i riferimenti precedentemente determinati.
Controllare che le nuove quote siano identiche tra lato sinistro e destro. la verifica in diagonale
per lunghezze non inferiori a 1500 mm, non dovrà rilevare scarti superiori a 2 mm. Effettuare le
nuove forature utilizzando, in mancanza di altra attrezzatura, i sopporti ed i fazzoletti delle traverse
come maschera.
Fissare i sopporti e le traverse tramite chiodi o viti. Impiegando viti, per fissare i sopporti, alesare
i fori ed utilizzare viti calibrate classe 10.9 con dadi muniti di sistemi antisvitamento. Se le condizioni
di ingombro lo consentono, potranno essere utilizzate viti e dadi a testa flangiata.
Nel caso di taglio del telaio, determinare una seconda linea di punti di riferimento, in modo che
tra questi ed i precedenti sia compresa la zona interessata all’intervento (prevedere in ogni caso
una distanza non inferiore a 1500 mm, considerata ad intervento effettuato). Riportare all’interno
delle due linee di riferimento i punti relativi alla zona di taglio, procedendo quindi secondo le indica-
zioni del punto 2.2.4.
Prima di eseguire la saldatura, accertarsi che i longheroni, compresa l’eventuale parte aggiunta, risul-
tino perfettamente allineati ed effettuare la misurazione di controllo sui due lati ed in diagonale,
come precedentemente indicato. Eseguire l’applicazione dei rinforzi secondo le indicazioni del
punto 2.2.4.
Ulteriori indicazioni
L’intervento sulla trasmissione, a seguito della modifica del passo, dovrà essere fatto utiliz-
zando, in linea di massima lo schema della trasmissione di un analogo veicolo avente all’incirca lo
stesso passo. Dovranno essere rispettati i valori massimi delle inclinazioni degli alberi di trasmis-
sione previsti sui veicoli di serie; ciò vale anche per i casi di interventi sulle sospensioni e sugli assi
posteriori motori.
Nei casi di particolari difficoltà, potrà essere interpellata la Casa, trasmettendo uno schema con ripor-
tate lunghezza ed inclinazione della nuova trasmissione proposta (a carico statico e nella condizione
di impiego più sfavorevole).
Le indicazioni qui contenute hanno lo scopo di salvaguardare il corretto funzionamento della trasmis-
sione, limitarne la rumorosità ed evitare l’innesco di sollecitazioni trasmesse dal gruppo motopropul-
sore; ciò non esenta tuttavia l’Allestitore dalla responsabilità dei lavori eseguiti.
Lunghezze ammesse
Le massime lunghezze di esercizio realizzabili, sia per i tronchi intermedi che scorrevoli “LZ”
o “LG” (ved. fig. 2.7), possono essere determinate in base al diametro esterno del tubo esistente
sul veicolo e dal numero dei giri massimo di esercizio (vedere formula) e sono riportate nella tab.
2.2.
Qualora la lunghezza dell’albero indicato in tabella 2.2, in funzione del diametro del tubo non risulti
sufficiente, si dovrà prevedere l’inserimento di un nuovo tronco con le stesse caratteristiche di quelli
esistenti. In alternativa in alcuni casi potrà essere utilizzato un albero di trasmissione avente un diame-
tro del tubo di maggiori dimensioni; la dimensione occorrente del tubo potrà essere determinata in
base alla lunghezza necessaria ed al numero di giri massimo di esercizio, direttamente dalla tabella 2.2.
Figura 2.7
Intermedio Scorrevole
Lz = Lunghezza totale Lunghezza totale
n max
nG
i G ô iV
Tabella 2.2
Caratteristiche trasmissioni realizzabili
100 - - 1845 1815 1785 1760 1730 1705 1685 1660 1640 1615 1595 1575 1560 1540 1520
110 - - 1940 1905 1875 1850 1820 1795 1770 1745 1720 1700 1680 1655 1640 - -
120 2090 2060 2030 1995 1965 1935 1905 1880 1855 1830 1805 1780 1760 1735 1715 1695 1675
130 - - 2100 2085 2050 2020 1990 1960 1935 1905 1880 1860 1835 1810 1790 - -
140/142 - - 2100 2100 2100 2100 2070 2040 2010 1985 1955 1930 1910 1885 1860 - -
Nelle trasmissioni realizzate in più tronchi, i singoli alberi dovranno avere all’incirca la mede-
sima lunghezza. In linea di massima tra un albero Intermedio ed un albero scorrevole (ved. fig. 2.8)
non dovrà esserci in lunghezza una differenza di più di 600 mm; mentre tra due alberi intermedi
la differenza non dovrà essere superiore a 400 mm. Negli alberi scorrevoli si dovrà avere un mar-
gine di almeno 25 mm tra la lunghezza minima di esercizio e quella di massima chiusura; in apertura
dovrà essere garantito un ricoprimento tra albero e manicotto di ca. 2 volte il diametro dell’albero
scanalato.
Quando la trasmissione richiede lunghezze superiori a quelle ammesse, dovrà essere applicato un
albero intermedio, come indicato in fig. 2.8.
Figura 2.8
L’albero intermedio e l’inclinazione scatola ponte dovranno risultare allineati; la loro inclinazione potrà
variare al massimo fino a 1q rispetto a quella dell’asse motore-frizione-cambio. Ciò potrà essere otte-
nuto mediante l’interposizione di un cuneo tra la scatola ponte e la molla, oppure mediante la regola-
zione dei bracci di reazione del ponte posteriore. L’inclinazione della scatola ponte non dovrà comun-
que essere superiore a 5,5q.
Figura 2.9
L’applicazione dei sopporti elastici dovrà essere realizzata con piastre di sostegno dello spessore di
almeno 5 mm per i veicoli di impiego stradale e di almeno 7 mm per quelli di impiego cantiere (ved.
fig. 2.10), collegati a traverse aventi caratteristiche analoghe a quelle previste dalla Casa.
Negli accorciamenti del passo, sarà opportuno prevedere lo smontaggio di alberi intermedi quando
la lunghezza dell’albero scorrevole risulti inferiore a ca. 800 mm.
1 Albero intermedio
2 Piastra di sostegno
3 Piastra di appoggio
4 Supporto albero intermedio
Quando la trasmissione è composta di un solo tronco, l’inclinazione della scatola ponte dovrà essere
uguale a quella dell’asse motore-cambio.
Nelle modifiche al passo dei veicoli con trazione totale, dovrà essere modificata solo la trasmissione
a valle del ripartitore; in questo caso le indicazioni fornite in precedenza, sono da riferirsi all’inclinazione
del ripartitore anziché al gruppo motore-cambio.
Analogamente per i veicoli con il cambio separato; per questi inoltre non sono di regola possibili accor-
ciamenti del passo oltre il valore del passo più corto previsto di serie (es.: ribaltabili).
Si raccomanda per queste realizzazioni l’impiego di trasmissioni originali della Casa; nei casi in cui ciò
non fosse possibile, potranno essere utilizzati tubi in acciaio crudo aventi carico di snervamento non
inferiore a 420 N/mm2 (42 kg/mm2).
Per ogni trasformazione della trasmissione, o di una parte di questa, si dovrà procedere successiva-
mente ad una accurata equilibratura dinamica per ognuno dei tronchi modificati.
Importante
Nella modifica dello sbalzo posteriore, si dovranno tener presenti le variazioni che tale realizza-
zione comporta agli effetti della ripartizione del carico utile sugli assi, nel rispetto dei carichi stabiliti
dalla Casa (ved. punto 1.2). Dovranno altresì rispettarsi i limiti stabiliti dalle normative nazionali,
come pure le distanze massime dal filo posteriore struttura e le altezze da terra, definite per gancio
di traino e paraincastro. La distanza dall’estremità del telaio al filo posteriore della sovrastruttura
non dovrà, di regola, superare i 350 y 400 mm.
Dovendo spostare la traversa posteriore fissata con viti, mantenere lo stesso tipo di collegamento
previsto di serie (numero viti, dimensioni, classe di resistenza).
Nei veicoli in cui la traversa posteriore è fissata originariamente mediante chiodatura, per il nuovo
posizionamento i chiodi potranno essere sostituiti con viti e dadi a testa flangiata aventi diametro equi-
valente, oppure con viti a testa esagonale di classe 8.8 ma di diametro immediatamente superiore.
Utilizzare dadi con sistemi antisvitamento (non utilizzare viti di diametro superiore a M14).
Nel caso in cui sia prevista l’applicazione del gancio di traino, si dovrà lasciare una sufficiente distanza
(circa 350 mm) dalla traversa posteriore a quella più vicina per eventuali operazioni di montaggio e
smontaggio del gancio stesso.
Se le realizzazioni saranno eseguite a regola d’arte e secondo le istruzioni qui riportate, potrà rimanere
invariato il peso rimorchiabile previsto in origine; la responsabilità nell’esecuzione dei lavori sarà in ogni
caso di chi li ha eseguiti.
Autorizzazione
Gli allungamenti posteriori del telaio, per realizzare con la sovrastruttura valori dello sbalzo
fino al 60% del passo, nonché gli accorciamenti fino al valore più corto previsto di serie per ciascun
modello, realizzati secondo le indicazioni qui riportate, non necessitano di alcun benestare della
Casa.
2.4.1 Accorciamento
Negli accorciamenti dello sbalzo posteriore del telaio (es.: ribaltabili), l’ultima traversa dovrà
essere avanzata.
Quando la traversa posteriore si trova ad essere sistemata troppo vicina ad una già esistente, quest’ul-
tima, quando non interessi i sopporti sospensione, potrà essere eliminata.
2.4.2 Allungamento
Le soluzioni possibili, in funzione dell’entità dell’allungamento, sono riportate nelle figg. 2.11 e 2.12.
Il collegamento della parte aggiunta va realizzato secondo le indicazioni riportate al punto 2.2.4.
È ammesso per il telaio anche il taglio diritto. Le dimensioni minime dei rinforzi da applicare nella zona
interessata alla modifica, sono riportate nella fig. 2.5.
La fig. 2.11 riporta la soluzione prevista per allungamenti non superiori a 300 y 350 mm; in questo
caso gli angolari di rinforzo, aventi anche la funzione di collegamento tra traversa e telaio, dovranno
avere lo stesso spessore e larghezza del fazzoletto originario. Il collegamento tra traversa e piastre,
realizzato in origine mediante chiodi, potrà essere realizzato con viti di classe 8.8 con diametro imme-
diatamente superiore, e dadi muniti di sistemi antisvitamento.
Figura 2.11
1 Parte aggiunta
2 Profilato di rinforzo
3 Profilato di rinforzo (soluzione alternativa)
4 Traversa posteriore originale
Figura 2.12
1 Parte aggiunta
2 Profilato di rinforzo
3 Traversa posteriore originale
4 Eventuale traversa supplementare
2.5.1 Generalità
L’applicazione del gancio di traino è possibile senza autorizzazioni solo sulle traverse apposita-
mente previste e sui veicoli per i quali la Casa prevede il traino di rimorchio.
L’installazione successiva del gancio di traino per i veicoli sui quali non ne è previsto in origine il montag-
gio, deve essere autorizzata dalla Casa.
Nelle autorizzazioni oltre alla massa rimorchiabile concessa, saranno precisate le eventuali altre condi-
zioni da rispettare quali l’impiego, il rapporto al ponte, il tipo d’impianto di frenatura, nonché le even-
tuali prescrizioni sulla traversa posteriore in merito ai rinforzi da applicare o alla possibilità di adottare
traverse appositamente previste.
Nei rimorchi con uno o più assi ravvicinati, (rimorchi ad asse centrale), in considerazione delle sollecita-
zioni a cui viene sottoposta la traversa posteriore particolarmente per effetto dei carichi verticali dina-
mici, si dovranno tener presenti le indicazioni riportate al punto 2.5.4.
Il gancio di traino dovrà essere idoneo ai carichi consentiti, ed essere del tipo approvato dalle norme
nazionali.
Essendo i ganci di traino elementi importanti per la sicurezza di marcia del veicolo
(soggetti in alcuni Paesi a specifiche omologazioni), non dovranno essere oggetto di
alcuna modifica.
Per il loro fissaggio alla traversa, oltre alle prescrizioni della Casa costruttrice del gancio, dovranno
essere rispettate le limitazioni imposte dalle normative vigenti, quali gli spazi minimi per il giunto dei
freni e dell’impianto elettrico, la distanza massima tra asse perno del gancio ed il filo posteriore della
sovrastruttura.
Questa può variare in funzione delle normative locali fino ad un max di 420 mm.
Nei casi in cui la dimensione della flangia di attacco del gancio non coincide con le forature esistenti
sulla traversa posteriore del veicolo, in casi particolari potrà essere autorizzata la modifica della fora-
tura sulla traversa stessa, previa l’applicazione di idonei rinforzi.
Per la scelta del gancio, nonché per l’applicazione di eventuali rinforzi alla traversa posteriore,
si dovrà tener conto dell’azione delle forze orizzontali, generate dalle masse della motrice e del
rimorchio, sulla base delle seguenti formule:
Per i veicoli per i quali la Casa prevede il traino di rimorchio, può essere, in certi casi e per
applicazioni particolari, valutata la possibilità di autorizzare masse rimorchiabili superiori a quelle
normalmente ammesse.
Nelle autorizzazioni saranno riportate le condizioni per effettuare il traino e quando necessario fornite
le indicazioni relative alle modifiche ed interventi da apportare al veicolo.
Tra questi gli eventuali rinforzi da applicare alla traversa di serie (ved. fig. 2.16), le indicazioni relative al mon-
taggio di una traversa rinforzata quando disponibile, e quelle relative all’impianto freni (es. aggiunta di un
compressore aria di maggiore capacità).
Il gancio di traino dovrà essere del tipo idoneo al nuovo impiego; la sua flangia di attacco dovrà coinci-
dere con quella della traversa.
Il fissaggio della traversa al telaio dovrà utilizzare lo schema di foratura presente sui fazzoletti.
Impiegare possibilmente viti e dadi a testa flangiata oppure viti a testa esagonale di classe minima 8.8.
Utilizzare sistemi antisvitamento.
Quando per il tipo di rimorchio utilizzato si richieda per il gancio di traino una posizione più
bassa di quella prevista in origine, la Casa può rilasciare l’autorizzazione per abbassare l’attacco
della traversa originale o per applicarne una supplementare in posizione ribassata. Nelle figg. 2.13
e 2.14 sono riportati alcuni esempi di realizzazione.
Il collegamento della traversa nella nuova posizione dovrà essere realizzato nello stesso modo ed utiliz-
zando viti dello stesso tipo (diametro e classe di resistenza) previsto in origine.
Figura 2.13
Gli angolari esterni dovranno avere spessore non inferiore a quello dei longheroni del veicolo, esten-
dersi in lunghezza per un tratto di almeno 2,5 volte l’altezza del longherone stesso (max 600 mm),
avere il materiale con caratteristiche minime indicate al p. 3.1.1. Il loro fissaggio alla costola verticale
dei longheroni dovrà essere effettuato utilizzando tutte le viti di unione della traversa al telaio del vei-
colo, integrandole con altre il cui nq e posizionamento terrà conto del maggior momento trasmesso.
In linea di massima per abbassamenti equivalenti ad una altezza del longherone, prevedere per il nq
delle viti, un incremento dell’ordine del 40%.
Nell’applicazione di una traversa supplementare (ved. fig. 2.14), dovrà essere prevista la sistemazione
di una piastra centrale di raccordo, di spessore adeguato a quello delle traverse.
Nei collegamenti dovranno essere impiegati sistemi antisvitamento.
Dovranno essere garantiti i movimenti tra timone e veicolo stabiliti dalle norme vigenti. In linea di mas-
sima, le masse rimorchiabili previste in origine potranno essere confermate dalla Casa; in ogni caso
l’Allestitore sarà responsabile della corretta realizzazione dei lavori.
Qualora le prescrizioni locali di legge lo prevedano, dopo la realizzazione, il veicolo dovrà essere pre-
sentato per i controlli richiesti.
La fig. 2.13 rappresenta un esempio per limitati abbassamenti della traversa. Nei casi in cui in origine
i fazzoletti superiori della traversa sono collegati alla stessa mediante viti, nel nuovo posizionamento
gli stessi potranno essere rovesciati per consentire l’utilizzo dei fori originali sui longheroni del veicolo.
Tabella 2.3
Dimensione
e s o e della
de a flangia
a ga Carichi verticali max ammessi sul gancio (kg) Massa
assa max
a rimorchiabile
o c ab e ((kg)
g)
(mm) (classe del gancio) per rimorchi ad asse centrale
Statico Totale (*)
(stat.+dinam.)
* Valori indicativi calcolati secondo proposte ISO/TCC22/SCI5/WG4 Annex A con la formula Fv = 3 C 0,6 + S
1 Possibile con traversa rinforzata e idoneo gancio di traino
2 Possibile su alcuni modelli della classe pesante con traversa rinforzata ed idoneo gancio di traino.
Fv = a x2/l2 C 0,6 + S
Fv = Carico verticale massimo (statico + dinamico), trasmesso dal rimorchio al gancio di traino, (in kN).
a = Accelerazione verticale nella zona di accoppiamento timone/gancio; in funzione della
sospensione posteriore della motrice, utilizzare il seguente valore:
D a = 2,4 m/sec2, per veicoli con altra sospensione
x = Lunghezza totale dell’area di carico del rimorchio (in m)
l = Lunghezza del passo del rimorchio (distanza tra centro occhione del timone e centro asse
o mezzeria assi del rimorchio) espressa in m.
C = Massa totale del rimorchio (in ton), escluso il carico di appoggio statico S.
S = Carico di appoggio statico (in kN).
0,6 = Fattore di decelerazione.
Figura 2.15
MODELLI Massa rimorchiabile (R) carico statico sul gancio (S) del rim. ad asse centrale (kg)
A = È sufficiente il profilato del controtelaio previsto per la sovrastruttura relativa (es. tab. 3.1 per cassoni normali).
(*) = Passo misurato tra secondo e terzo asse.
1) = Per il traino di rimorchi ad asse centrale di elevata massa complessiva, particolarmente sui veicoli con sbalzo posteriore lungo, in
considerazione delle elevate sollecitazioni sul telaio e delle forze dinamiche che agiscono sulla motrice (riduzioni del carico sull’asse
anteriore), raccomandiamo la soluzione che prevede la sistemazione di una adeguata traversa di traino in posizione ribassata ed
avanzata (in prossimità dei sopporti posteriori della sospensione posteriore).
2) = Qualora si desideri ridurre l’altezza del profilato, utilizzando collegamenti resistenti al taglio, in sostituzione del profilato a C prescritto
(modulo di resistenza indicato in tab. 2.4), potranno essere adottati profilati con sezioni combinate come di seguito indicato, a condi-
zione che larghezza ala e spessore non siano inferiori ai valori corrispondenti del profilato prescritto e riportato nella tabella per la
scelta dei profilati.
Si tratta di indicazioni di carattere generale valide per i materiali indicati, l’utilizzo di materiali con caratteristiche meccaniche superiori,
richiede una verifica del momento resistente complessivo del telaio più il controtelaio.
Rispettare in ogni caso i valori minimi indicati per i profilati di rinforzo richiesti per le varie sovrastrutture (es. tab. 3.1 per i cassoni
normali).
La possibilità di interrompere la continuità dei rinforzi combinati è limitata a casi particolari e dovrà essere autorizzata. Analogamente quando
l’applicazione dell’angolare esterno di rinforzo (soluz. F e G ved. fig. 3.4), presenta difficoltà (es. presenza dei sopporti sospensione e l’incavo
da realizzare potrebbe ridurre eccessivamente la capacità resistente della sezione, la soluzione dovrà essere sottoposta ad approvazione
con i rinforzi proposti.
Sui veicoli che trainano rimorchi ad asse centrale ed adottano per la traversa di traino la solu-
zione che prevede la sua sistemazione in posizione ribassata ed avanzata (in prossimità dei sopporti
posteriori della sospensione posteriore), non sono necessari per il telaio rinforzi particolari. Sono
sufficienti per il controtelaio le dimensioni dei profilati prescritte per le varie sovrastrutture (es.
tab. 3.1 per i cassoni normali). L’Allestitore dovrà accuratamente realizzare il dimensionamento
ed il posizionamento della struttura di attacco al telaio (ved. punti 2.2.1 e 2.5.3), utilizzando una
adeguata traversa di traino ed un idoneo gancio.
Il posizionamento del gancio di traino dovrà essere effettuato in modo da consentire tutti i movimenti
relativi tra motrice e timone del rimorchio nelle varie condizioni di impiego, garantendo i necessari
margini di sicurezza, nel rispetto di eventuali prescrizioni legislative o normative. Dato che in questi
casi la versione normale della barra paraincastro non può essere utilizzata, saranno a cura dell’Allestito-
re le indagini sulle eventuali deroghe consentite o sulle specifiche soluzioni da adottare (es. barra
paraincastro di tipo ribaltabile).
Nei casi in cui sia necessaria l’applicazione di rinforzi alla traversa di serie e quando non siano
disponibili traverse originali rinforzate, dovranno essere previsti a cura dell’Allestitore idonei rin-
forzi.
Questi potranno essere realizzati tramite l’applicazione di profilati a C all’interno della traversa (avendo
cura di rinforzare adeguatamente anche i collegamenti della stessa ai longheroni del veicolo) oppure
con una delle soluzioni sotto consigliate, nei casi in cui siano necessari rinforzi di maggiore consistenza:
Figura 2.16
Se nel montaggio del profilato scatolato fossero necessari interventi sulle mensole della barra parainca-
stro, dovrà essere prevista una versione equivalente all’originale dal punto di vista fissaggio, resistenza
e rigidezza (rispettare eventuali prescrizioni legislative nazionali).
L’impiego di rimorchi ad asse centrale richiedono l’utilizzo di ganci di traino idonei a questo
scopo.
I valori delle masse rimorchiabili e dei carichi verticali ammissibili, sono indicati sulla documenta-
zione tecnica del Costruttore del gancio e riportati sulla targhetta di produzione (ved. DIN 74051
e 74052).
Potranno essere utilizzati anche ganci di traino muniti di speciali approvazioni, con valori superiori a
quelli riportati dalle norme sopracitate. Tali ganci potranno tuttavia presentare vincoli legati al tipo di
rimorchio utilizzato (es. lunghezza del timone); inoltre potranno richiedere ulteriori rinforzi alla tra-
versa di traino, nonché un profilato del controtelaio di maggiori dimensioni.
Dovrà essere verificato che il carico statico sul gancio non comporti il superamento del carico
ammesso sull’asse o assi posteriori del veicolo e che sia rispettata la massa minima aderente
sull’asse anteriore, come indicato al punto 1.2.1.
Generalità
Figura 2.18
1 Mensola
2 Piastra
3 Viti, chiodi o fori ÿ 20 y 30 mm da riempire di saldatura.
Nella fig. 2.18 sono riportati alcuni esempi di soluzioni realizzabili, i rinforzi dovranno essere
continui ed interessare in lunghezza tutto il telaio del veicolo fino alla cabina. Per il loro collega-
mento al longherone, quando si tratta di un profilo angolare, dovranno essere utilizzati chiodi o
viti di classe di resistenza 8.8; diametro e distribuzione dovranno essere tali da consentire al profi-
lato di fornire il previsto contributo di resistenza.
Nel caso di adozione di rinforzo tipo controtelaio, (ved. punto 3.1) potranno essere utilizzati nel colle-
gamento gli ancoraggi previsti sul telaio (quando esistenti), altrimenti vanno realizzati secondo quanto
riportato al punto 3.1.2 e successivi.
Nella zona dello sbalzo posteriore e per circa metà del passo (in ogni caso a non meno di 2 m dall’asse
anteriore) (ved. fig. 2.19) consigliamo di realizzare un collegamento resistente al taglio.
L’applicazione dei piatti di rinforzo direttamente sulle ali dei longheroni mediante fori riempiti di sal-
datura, è ammessa solo in casi particolari quando esistano comprovate difficoltà per le successive
applicazioni di sovrastrutture; ciò per evitare conseguenze sfavorevoli sulla resistenza delle sezioni
originali da parte di saldature non eseguite a perfetta regola d’arte.
È possibile fare a meno dei rinforzi sul telaio purché non vengano superati i seguenti valori di sollecita-
zione statica:
Restano validi in ogni caso eventuali limiti più restrittivi fissati dalle normative nazionali.
Qualora l’applicazione sia indispensabile, a causa del deterioramento delle caratteristiche del materiale
a seguito dell’intervento di saldatura, è bene considerare nella verifica delle sollecitazioni nelle varie
sezioni, una riduzione delle caratteristiche del materiale di circa il 15%.
Lo spessore del piatto di rinforzo in linea di massima dovrà essere non superiore a quello dell’ala del
telaio originale; la sua applicazione sul telaio dovrà essere eseguita da personale specializzato, l’Allesti-
tore sarà responsabile di eventuali danni provocati al telaio derivanti da una cattiva esecuzione dei
lavori.
Figura 2.19
Figura 2.20
Potranno essere applicati sia in posizione intermedia che posteriore, essere del tipo autoster-
zante o a sterzatura comandata. Dovranno essere realizzati ed installati in modo da garantire la
necessaria sicurezza per la funzionalità e la circolazione. Gli assi autosterzanti dovranno essere
equipaggiati di un dispositivo, azionato dal posto di guida, atto a renderli fissi nelle manovre in
retromarcia.
L’applicazione di un asse a sterzatura comandata ottenuta attraverso il dispositivo originale di sterzo
del veicolo, richiede l’autorizzazione specifica da parte della Casa in merito alle capacità dei compo-
nenti originali ad effettuare tale intervento. Potranno in proposito essere necessari gli schemi dell’im-
pianto supplementare.
Componenti e sospensione
Dovrà essere assicurata la qualità costruttiva di tutti i componenti (assale, sospensioni, gruppi
frenanti, impianti ecc.) in modo da garantire la sicurezza di marcia ed il buon funzionamento del
veicolo.
Particolare attenzione dovrà essere posta nello studio e nella realizzazione della sospensione, data
l’importanza che questa ha per il buon impiego e comportamento del veicolo su strada.
Il tipo da realizzare potrà essere meccanico a balestra, pneumatico con molle ad aria, oppure misto;
la sua esecuzione non dovrà incidere negativamente sul comportamento del veicolo e dei suoi organi
agli effetti stabilità di marcia, confort, comportamento in curva, angolo di lavoro della trasmissione (con
i relativi ingombri nel caso di asse aggiunto in posizione anteriore all’asse motore).
È preferita l’adozione della sospensione del tipo compensato (particolarmente sui veicoli per impiego
fuori strada), sia totale che parziale, allo scopo di mantenere costante la ripartizione dei carichi sui due
assi posteriori e di garantire che entrambi gli assi siano in condizione di reagire ai carichi statici e dina-
mici previsti in sede di progetto in origine ed a quelli da verificare nelle condizioni imposte da eventuali
normative (es. slivellamento assi).
Nel caso in cui si realizzi, per l’asse supplementare, una sospensione propria ed indipendente da quella
dell’asse motore, in linea di massima si potranno adottare caratteristiche di rigidezza proporzionali a
quelle della sospensione posteriore originale nel rapporto dei carichi statici realizzati per i due assi.
Barre stabilizzatrici
Nel caso di sospensioni pneumatiche per l’asse aggiunto, in funzione della soluzione adottata,
potrà essere necessario prevedere una barra stabilizzatrice in particolare quando è prevista una
sovrastruttura con baricentro elevato.
Analoghi accorgimenti per la stabilità dovranno essere adottati per sospensioni miste su assi aggiunti
posteriormente, nell’impiego con cassoni ribaltabili per i quali occorre attenersi a quanto indicato al
punto 3.4.
Impianto freni
Dovranno essere utilizzati gruppi freno, tubazioni e raccordi dello stesso tipo di quelli adottati sul vei-
colo originale.
Quando è possibile, si consiglia di equipaggiare l’asse aggiunto con i gruppi freno che equipaggiano
l’asse anteriore.
Utilizzare tubi flessibili nel collegamento tra le parti fisse (telaio) e gli organi in movimento (assali).
La coppia frenante dovrà essere adeguata ai carichi statici e dinamici, in modo da realizzare una buona
ripartizione di frenatura tra gli assi del veicolo.
La capacità frenante complessiva del veicolo modificato deve in linea di massima essere proporzionale
a quella del veicolo originale, tenuto conto del diverso limite di massa totale a terra realizzato; le presta-
zioni dell’impianto frenante (servizio, soccorso e stazionamento) dovranno in ogni caso soddisfare alle
norme legislative nazionali (ripartizione della frenatura, decelerazioni, comportamento a caldo, tempi
di risposta, efficacia del freno motore ecc.
Quando sia richiesta da parte dell’Autorità preposta per l’omologazione, la presentazione di una docu-
mentazione sulla frenatura (es. curve di aderenza e di compatibilità), questa dovrà essere fornita dalla
ditta che esegue i lavori o dal Costruttore dell’asse aggiunto.
A richiesta viene fornita la documentazione tecnica con le caratteristiche dell’impianto e delle capacità
frenanti, del veicolo originale.
Per la realizzazione del circuito frenante per l’asse aggiunto si consiglia l’impiego delle apparecchiature
e dei circuiti, appositamente previsti, per ogni singolo modello, dalle Case costruttrici delle apparec-
chiature che equipaggiano i veicoli originali.
Tali circuiti definiscono anche le dimensioni delle tubazioni e le capacità occorrenti dei serbatoi aria.
Buona soluzione è quella che prevede per l’asse aggiunto, quando è dotato di sospensione indipen-
dente, un proprio circuito separato con idoneo correttore di frenata, protetto da una valvola a pres-
sione controllata e comandato dai circuiti freno dell’asse anteriore e posteriore tramite una valvola
a doppio comando; particolare attenzione va posta nella realizzazione al fine di non alterare l’equilibrio
tempi e pressioni dei circuiti originali.
Importante
Dispositivo di sollevamento
L’asse aggiunto può essere dotato di dispositivo di sollevamento e può essere utilizzato, in casi
particolari, se le leggi nazionali lo consentono, allo scopo di aumentare l’aderenza dell’asse motore
in determinate situazioni (spunto in salita, strada scivolosa; innevata o con ghiaccio), alle seguenti
condizioni:
La realizzazione è subordinata al rilascio del relativo nulla osta da parte della casa, sul quale è indi-
cato il carico massimo ammissibile sull’asse sovraccaricato.
L’utilizzazione del dispositivo è limitata a brevi tratti di percorso, negli impieghi di cui sopra, ed alla
velocità limite di 10 km/h.
Alcune normative nazionali, consentono l’utilizzo del dispositivo sollevatore anche durante la marcia
normale del veicolo alla condizione che non venga superato il carico max di omologazione stabilito
per l’asse motore.
In questi casi è opportuno ricordare quanto riportato al punto 1.2.2, per quanto riguarda il posiziona-
mento del baricentro della sovrastruttura più il carico utile.
Non sono ammessi in linea generale interventi sulle molle paraboliche. Sui veicoli equipaggiati con tali
tipi di molle, per allestimenti o impieghi speciali, allo scopo di aumentare la rigidezza della sospensione,
potrà essere autorizzata l’applicazione di elementi elastici in gomma. In casi eccezionali e per impieghi
specifici potrà essere valutata la possibilità di consentire l’aggiunta di foglie supplementari sulle molle
paraboliche; la realizzazione dovrà essere effettuata da un Costruttore di molle specializzato e dopo
benestare della Casa.
Non è ammesso l’impiego sullo stesso asse di una molla parabolica con una molla del tipo semiellittico.
Sui veicoli dotati di correttore di frenata per l’impianto freni, le modifiche sulla sospensione posteriore
richiedono l’adeguamento del correttore (ved. punto 2.14.5).
2.12.1 Generalità
Ogni intervento sulla cabina di guida dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Casa.
Le modifiche non dovranno impedire la funzionalità dei dispositivi di comando sistemati nella zona
interessata alla modifica (es. pedali, tiranteria, interruttori, tubazioni, ecc.) né alterare la resistenza degli
elementi portanti (montanti, profilati di rinforzo, ecc.). Dovrà essere posta la necessaria attenzione
agli interventi che possono interessare i condotti di raffreddamento ed aspirazione aria del motore.
Della variazione della massa della cabina nonché della diversa profondità, si dovrà tener conto nel posi-
zionamento del carico utile, al fine di rispettare la ripartizione delle masse ammesse sugli assi (ved.
punto 1.2).
Nelle operazioni che richiedono la rimozione di pannelli antirumore, protezioni interne (pannellature,
imbottiture), limitare l’asportazione al minimo indispensabile, avendo cura di ripristinare le protezioni
come previsto in origine, garantendone la funzionalità originale.
L’installazione in cabina di comandi ed apparecchi (comando innesto prese di forza, comando cilindri
operatori esterni, ecc.), è consentita a condizione che:
La loro sistemazione sia razionale, accurata e facilmente raggiungibile dall’autista.
Siano adottati i dispositivi di sicurezza, di controllo e di segnalazione sia per soddisfare alle richieste
di impiego e sicurezza del veicolo e della sua attrezzatura che per le richieste di normative nazionali.
Assicurarsi che la sistemazione dei tubi e dei cavi sia effettuata in modo corretto anche in funzione
del ribaltamento cabina, adottare i necessari fissaggi avendo cura di prevedere le opportune distanze
dal motore, dalle fonti di calore e dagli organi in movimento.
Prevedere per ogni modifica alla struttura la necessaria protezione dalla corrosione (ved. punto 2.1.3).
Curare la sistemazione delle guarnizioni ed applicare il sigillante nelle zone dove necessita tale prote-
zione.
Accertarsi della perfetta tenuta dalle infiltrazioni di acqua, polvere e fumi.
L’Allestitore dovrà verificare che dopo l’intervento la cabina abbia mantenuto sia all’interno che
all’esterno le caratteristiche di rispondenza alle prescrizioni normative.
Qualora sia da praticare l’apertura per realizzare un vano sul padiglione, avere cura di:
Nella realizzazione di cabine profonde, cabine di veicoli speciali, per impieghi municipali, vigili
del fuoco, ecc., dovrà essere verificata la necessità di adeguare la sospensione della cabina, a seguito
della maggior massa, tenendo anche conto degli eventuali posti in più realizzati. La possibilità di
effettuare interventi di questo tipo sulle cabine ribaltabili richiede la conferma da parte della Casa
della idoneità dei dispositivi originali di sospensione, ribaltamento e di bloccaggio.
In linea generale potranno essere adottate soluzioni equivalenti a quelle previste dalla Casa per
analoghe versioni.
Qualora si desideri mantenere la funzione di ribaltamento della cabina, sulla base dell’incremento della
massa, saranno da prevedere:
Per il sistema di ribaltamento potrà essere prevista la possibilità di installare un cilindro con relativi
sopporti di maggiore capacità, oppure l’applicazione di un cilindro supplementare, verificando il
rispetto delle distanze minime con gli organi sistemati in prossimità.
Le zone interessate dalla spinta dei dispositivi idraulici, dovranno essere curate in modo da evitare una
eccessiva concentrazione delle sollecitazioni; a tale scopo prevedere:
La sistemazione più arretrata possibile per i punti di sollevamento.
Idonee zone di ancoraggio sia sul fondo cabina che sul telaio del veicolo.
Se nella fase di ribaltamento la cabina supera il punto di equilibrio superiore, assicurarsi che il disposi-
tivo idraulico aggiunto consenta di trattenere la cabina nella posizione di fine corsa, in caso contrario
applicare una fune di sicurezza.
Adottare gli accorgimenti necessari per consentire un corretto aggancio della cabina in fase di chiusura.
Il dispositivo di aggancio posteriore della cabina originale, prevede una chiusura di sicurezza ed un
segnalatore che indica l’avvenuta chiusura. Suggeriamo di conservare integra questa soluzione.
Il sistema di sospensione della cabina dovrà essere adeguato in funzione della massa aggiunta e delle
nuove dimensioni. Ciò dovrà avvenire in modo razionale senza impedire i normali movimenti della
cabina.
Prevedere nel caso si renda fissa la cabina, sistemi di sospensione analoghi a quelli utilizzati per le cabine
ribaltabili. Avere cura di prevedere un cofano mobile, botole e pannelli per l’ispezione e la manuten-
zione degli organi sottostanti.
Per consentire facilità di interventi in officina, è consigliata la presenza di un punto di ancoraggio poste-
riore per il sollevamento, o la possibilità di applicare una barra di sicurezza.
Nella modifica della cabina possono essere coinvolti componenti quali l’aspirazione aria e filtro. L’uti-
lizzo di elementi originali, già previsti per analoghi allestimenti, può rappresentare una buona soluzione
e consentire il rispetto di prescrizione legislative.
Precauzioni
La sostituzione dei pneumatici con altri di differente misura o capacità di carico (vedi nota 2)
della tabella 2.1) rispetto a quelli previsti in sede di omologazione del veicolo richiede l’autorizzaz-
ione della Casa.
Di regola, il cambiamento della dimensione del pneumatico comporta la sostituzione del cerchio o
della ruota con altri di dimensione e capacità di carico adeguati. Verificare in questi casi la necessità
di adeguare il porta ruota di scorta.
È vietato il montaggio sullo stesso asse di pneumatici di diversa misura e tipo di costruzione.
La variazione della misura dei pneumatici può influenzare la distanza dal suolo del paraincastro poste-
riore, è necessario quindi verificare il rispetto delle prescrizioni di legge, prevedendo se necessario la
sostituzione delle mensole di sostegno con altre appropriate ed omologate.
Il montaggio di pneumatici di maggiori dimensioni richiede sempre una verifica sul veicolo del rispetto
delle distanze di sicurezza con gli organi meccanici, passaruote ecc. (ved. fig. 2.21), nelle varie condizioni
dinamiche, di sterzatura e scuotimento asse. In alcuni casi, l’adozione di pneumatici di maggior lar-
ghezza può richiedere alcuni interventi sugli assi quali la verifica sugli ingombri organi sospensione, lun-
ghezza viti di fissaggio ecc.
Nei veicoli pesanti occorre fare attenzione al rispetto della sagoma limite trasversale ammessa dalle
varie legislazioni.
La sostituzione di pneumatici con diverso diametro esterno influenza le prestazioni del veicolo (es.
velocità, pendenza max superabile, forza traente, capacità frenante, ecc.); il tachigrafo dovrà essere
sottoposto a nuova taratura da effettuarsi presso un’officina autorizzata. Si dovrà, inoltre, riprogram-
mare la centralina dell’ABS-EBL nel caso in cui la sostituzione dei pneumatici sia effettuata con una
differenza maggiore del 2% (valore di tolleranza della centralina ABS-EBL) sulla circonferenza di rotola-
mento.
La capacità di carico dei pneumatici e la relativa velocità di riferimento deve essere sempre adeguata
alle prestazioni dei veicoli. Adottando pneumatici con capacità di carico o velocità di riferimento più
bassa, i carichi ammessi sul veicolo o le prestazioni dovranno essere adeguatamente ridotti; analoga-
mente l’adozione di pneumatici di maggior capacità non comporta automaticamente sul veicolo l’in-
cremento delle masse ammesse sugli assi.
Le dimensioni e le capacità di carico dei pneumatici sono stabilite in sede internazionale e nazionale
(norme ETRTO, DIN, CUNA, ecc.) e riportate sui manuali delle rispettive Case fabbricanti di pneuma-
tici.
Valori particolari di prestazioni possono essere previsti dalle normative nazionali, per impieghi speciali,
veicoli antincendio, servizi invernali, cisterne aeroportuali, autobus, ecc. Quando prescritto dalle leggi
nazionali, il veicolo dovrà essere presentato all’Ente competente per il controllo della sostituzione ed
il relativo aggiornamento dei documenti di circolazione.
Figura 2.21
PNEUMATICI
12.00.20 14.00.20 14.00.20 365/85R20 525/65R20.5
315/80 12.00.24
H 13.R22.5 Gemellati Singoli Singoli
4X2 155 140 210
4X4 90 75 145 170
6X4 220 205 275
6X6 160 145 215 255 225 183
8X4 220 205 275
8X6 160 145 215 255 225 183
8X8 160 145 215 255 225 183
2.14.1 Generalità
Qualunque intervento sull’impianto freni quali modifiche alle tubazioni, montaggio di altri cilindri freno,
sostituzione del correttore di frenata o sua regolazione (salvo i casi di variazione del passo), ecc., neces-
sita della autorizzazione della Casa. Fa eccezione l’applicazione di un essiccatore effettuato a cura della
ditta costruttrice del dispositivo.
Consigliamo per i nuovi apparecchi le stesse marche che equipaggiano il veicolo originale.
Qualora le norme nazionali lo prevedano, il veicolo dovrà essere presentato per il collaudo all’Autorità
competente.
Nel caso di modifiche al passo o allo sbalzo posteriore del telaio, le tubazioni dei freni interes-
sate dovranno preferibilmente essere sostituite da nuove tubazioni in un solo pezzo; nei casi in
cui ciò non sia possibile, dovranno essere adottati raccordi dello stesso tipo di quelli impiegati in
origine sul veicolo. Nelle sostituzioni rispettare le dimensioni minime interne delle tubazioni esi-
stenti.
Tubazioni metalliche
Per i tubi dell’impianto tra il compressore aria ed il gruppo di regolazione, le aggiunte e le sosti-
tuzioni dovranno prevedere:
Per i tubi freno : Norma ISO 4038
Per i tubi compressore (materiali, dimensioni) : Norma ISO 4039
Per i tubi compressore (raccordi) : Norma DIN 3901
Raggi di curvatura (riferiti alla mezzeria del tubo) : min. 2 ô est.
Figura 2.22
Nel montaggio sia di nuove tubazioni che nella sostituzione di altre, si dovrà tenere presente
che il materiale plastico non è ammesso:
Preparazione e montaggio
Effettuare il taglio del tubo ad angolo retto (errore massimo 155), utilizzando un apposito
attrezzo, in modo da evitare imperfezioni che pregiudichino la tenuta.
Segnare sul tubo in modo indelebile (con nastro od inchiostro) il tratto di lunghezza L (ved. fig. 2.23)
che dovrà essere inserito nel raccordo a garanzia di una sicura tenuta. Marcare il tubo per evitare errori
di montaggio in successivi interventi.
Figura 2.23
Identificazione
di fine corsa tubo
d mm L mm
6 19,8
8 20,5
Marcatura 10 24
12 25
16 27,1
M 12 X 1,5 mm 24
M 14 X 1,5 mm 28
M 16 X 1,5 mm 35
M 22 X 1,5 mm 40
Inserire il tubo nel raccordo per il tratto di lunghezza L precedentemente segnato, utilizzando una forza
tra 30 e 120 N, in funzione della dimensione del tubo.
La sostituzione dei componenti (valvole, ecc.) è resa possibile in quanto l’innesto ed il raccordo con-
sentono una rotazione interna durante l’operazione di svitamento e avvitamento.
Precauzioni
Installazione
Le nuove tubazioni dovranno risultare accuratamente pulite all’interno prima del loro impiego
(es. soffiando aria per mezzo di un compressore).
Le tubazioni dovranno essere fissate nella loro corretta posizione. Gli elementi di fissaggio dovranno
avvolgere completamente il tubo; potranno essere metallici con protezione in gomma/plastica o di
materiale plastico.
Prevedere tra un elemento di fissaggio e l’altro distanze adeguate, in linea generale potranno essere
considerati max 500 mm per tubi in plastica e max 600 mm per quelli metallici.
Per le tubazioni in materiale plastico allo scopo di evitare deformazioni e tensioni al momento della
chiusura dei raccordi, prevedere le necessarie precauzioni nella stesura del percorso e nella sistema-
zione degli elementi di fissaggi al telaio. La corretta sistemazione dei fissaggi dovrà evitare sfregamenti
delle tubazioni con le parti fisse dell’autotelaio.
Rispettare le necessarie distanze di sicurezza con gli organi in movimento e le fonti di calore.
Nei passaggi delle tubazioni attraverso il telaio (longheroni o traverse), adottare le necessarie precau-
zioni per evitare il danneggiamento.
Istruzioni per il montaggio dei raccordi metallici sui tubi in plastico ammidico Tipo 11 (PA
50.400 secondo IVECO STD. 15-5232) a parete monostrato.
Figura 2.24
Montaggio
Figura 2.25
A Montaggio corretto
B Montaggio errato
Tabella 2.5
Tubo monostrato (mm) h (distanza tra la flangia della boccola ed anello) (mm)
6X1 da 1 a 1,5
8X1 da 1,5 a 2
16 X 2 da 3 a 3,5
Introdurre l’estremità del tubo, così preparato, nel corpo del raccordo fino a che la flangia della
boccola di rinforzo poggi entro l’apposita sede.
Avvitare inizialmente il dado a mano e, successivamente, completarne il serraggio con chiave dina-
mometrica alla coppia indicata nella tabella 2.6; il collegamento finale deve essere quello indicato
in fig. 2.27.
Min. Max
6X1 14 18
8X1 16 22
12 X 1,5 30 40
16 X 2 (*) 33 45
Figura 2.27
Installazione
Le nuove tubazioni dovranno risultare accuratamente pulite all’interno prima del loro impiego
(es. soffiando aria per mezzo di un compressore).
Le tubazioni dovranno essere fissate nella loro corretta posizione. Gli elementi di fissaggio dovranno
avvolgere completamente il tubo; potranno essere metallici con protezione in gomma/plastica o di
materiale plastico.
Prevedere tra un elemento di fissaggio e l’altro distanze adeguate, in linea generale potranno essere
considerati max 500 mm per tubi in plastica e max 600 mm per quelli metallici.
Per le tubazioni in materiale plastico allo scopo di evitare deformazioni e tensioni al momento della
chiusura dei raccordi, prevedere le necessarie precauzioni nella stesura del percorso e nella sistema-
zione degli elementi di fissaggi al telaio. La corretta sistemazione dei fissaggi dovrà evitare sfregamenti
delle tubazioni con le parti fisse dell’autotelaio.
Rispettare le necessarie distanze di sicurezza con gli organi in movimento e le fonti di calore.
Nei passaggi delle tubazioni attraverso il telaio (longheroni o traverse), adottare le necessarie precau-
zioni per evitare il danneggiamento.
Figura 2.28
1 Tubo
2 Raccordo passante
3 Telaio
Importante
Dopo ogni intervento sia sull’impianto che sugli apparecchi, dovrà essere verificata la corretta
efficienza dell’impianto freni.
Per gli impianti ad aria, portare la pressione al suo livello massimo. Controllare eventuali perdite nelle
zone interessate dall’intervento.
Per accertarsi che i collegamenti siano stati eseguiti correttamente, potrà essere scaricato il serbatoio
aria corrispondente ad un asse; il controllo dell’indicatore di bordo e la verifica della pressione, azio-
nando il pedale del freno, sulla rimanente sezione (o sezioni) frenante, consentirà tale verifica.
Nei circuiti idraulici dopo l’intervento dovrà essere prevista la normale operazione di spurgo aria.
Nelle modifiche del passo, sui veicoli equipaggiati con sistemi di frenatura muniti di dispositivi
antibloccaggio ABS (regolazione automatica della forza frenante - Direttiva CE in vigore), dovrà
essere mantenuta la posizione originale dei modulatori di regolazione rispetto all’asse ruote poste-
riori. I cavi elettrici tra i sensori dell’asse posteriore e la centralina di comando e tra la centralina
ed i modulatori, dovranno essere adeguati utilizzando nuovi cavi oppure prolunghe con appropriati
connettori. Le tubazioni freno a monte dei modulatori dovranno essere parimenti adeguate. Negli
impianti dove i dispositivi di regolazione agiscono solo sull’asse motore, mantenere inalterata la
posizione originale del gruppo di comando (sensore, centralina, modulatore) rispetto all’asse
ruote posteriori.
Nelle applicazioni di un asse supplementare sui veicoli con impianto ABS di categoria I (regola-
zione su tutte le ruote), dovrà essere prevista per l’asse aggiunto una adeguata regolazione della
forza frenante. Dati i vari tipi di assi disponibili sul mercato, con soluzioni differenti per quanto
riguarda sospensioni, impianti freno, ecc. non è possibile fornire indicazioni utili di carattere gene-
rale, per cui la soluzione da adottare dovrà essere valutata caso per caso, consultando la Casa ed
il fornitore del dispositivo ABS.
Si possono prelevare piccole quantità di aria dall’impianto per attuare i dispositivi ausiliari (co-
me la presa di forza) di veicoli provvisti di un impianto frenante pneumatico pur di avere nella nuova
presa di forza un valore di pressione di controllo di 8,5 bar e un ritorno limitato, che non permette
il prelievo di aria al di sotto di tale pressione.
È possibile prelevare l’aria direttamente dal blocchetto di distribuzione (1) posto sulla traversa in corri-
spondenza della parte centrale del telaio, utilizzando le connessioni libere (ved. fig. 2.29).
Rimuovere il tappo e collegarsi con un adatto raccordo (filettatura M16x1,5).
Figura 2.29
Figura 2.31
2.15.1 Generalità
Qualora sia necessario riposizionare l’RFC sul telaio (Rear Frame Compu-
ter, ved. punto 5.2.1.5) o adattare la lunghezza dei circuiti elettrici, consul-
tare il capitolo 5, “Istruzioni speciali per i sottosistemi elettronici”.
I veicoli sono previsti per il funzionamento con impianto elettrico a 24V per le normali esigenze
di utilizzazione, il telaio rappresenta la massa (funge infatti da conduttore di ritorno di corrente tra i
componenti ubicati su di esso e la sorgente di energia batterie/alternatore), ad esso è collegato il polo
negativo delle batterie e della componentistica, qualora per questa non sia previsto un ritorno isolato.
L’installazione di apparecchi ausiliari o di circuiti aggiunti da parte dell’Allestitore dovrà tener conto
delle indicazioni di seguito riportate. In funzione della complessità dell’intervento, dovrà essere prevista
idonea documentazione (es. schema elettrico) da inserire assieme a quella del veicolo. L’uso per i cavi
e le connessioni dei colori/codici uguali a quelli impiegati sul veicolo originale, rende più corretta l’instal-
lazione e facilita eventuali interventi riparativi.
Nota
Per informazioni più dettagliate relative all’impianto elettrico del veicolo, fare riferimento al Manuale
d’Officina specifico.
Tale Manuale, oltre ad essere disponibile presso la Rete di Assistenza, potrà essere richiesto agli Enti
competenti della Direzione Vendite ASTRA.
Precauzioni
I veicoli sono dotati di sofisticati sistemi elettrici/elettronici che ne con-
trollano il funzionamento. Interventi sull’ impianto (es. rimozione fascio
cavi, realizzazione di circuiti aggiuntivi, sostituzione apparecchiature, fu-
sibili, ecc.), realizzati in modo non conforme alle indicazioni o effettuati
da personale non qualificato, possono provocare gravi danni agli impianti
di bordo (centraline, cablaggi, sensori, ecc.), compromettendo la sicurez-
za di marcia, il buon funzionamento del veicolo e causando rilevanti danni
(es. cortocircuiti con possibilità di incendio e distruzione del veicolo) non
coperti dalla garanzia contrattuale. È assolutamente vietato effettuare
modifiche o allacciamenti alla linea d’interconnessione dati tra centraline
(linea CAN), la quale è da considerarsi inviolabile. Eventuali operazioni di
diagnosi e manutenzione, possono essere effettuate esclusivamente da
personale autorizzato, con apparecchiature omologate dal Costruttore.
È necessario isolare sempre le batterie prima di effettuare qualunque intervento sull’impianto elet-
trico, scollegando i cavi di potenza, prima il polo negativo poi quello positivo.
Utilizzare fusibili con la capacità prescritta per la specifica funzione, non impiegare in nessun caso
fusibili di capacità superiore; effettuare la sostituzione con chiavi e utilizzatori disinseriti, solo dopo aver
eliminato l’inconveniente.
Il livello richiesto di immunità elettromagnetica dei dispositivi elettronici installati sul veicolo ad
1 metro dall’antenna trasmittente deve essere:
immunità di 50V/m per i dispositivi secondari, per frequenze variabili da 20 MHz ad 1 GHz
immunità di 100V/M per i dispositivi primari, per frequenze variabili da 20 MHz ad 1 GHz. L’escur-
sione massima della tensione transitoria per apparecchi alimentati a 24V ammessa è di +80V misu-
rati ai morsetti della rete artificiale (L.I.S.N.) se provata a banco, altrimenti se provati sul veicolo
deve essere rilevata nel punto più accessibile vicino al dispositivo pertubatore.
Tali livelli sono garantiti se il dispositivo proviene da “ASTRA Spare parts” oppure risulta certifica-
to secondo le Norme internazionali ISO, CISPR, VDE, relative.
Qualora siano impiegati apparecchi che utilizzino come fonte di alimentazione primaria o seconda-
ria la rete elettrica civile (220V AC), questi dovranno avere caratteristiche in linea con le Normati-
ve IEC specifiche.
L’installazione di apparecchi C.B. (27 MHz), amatoriali 2m (144 MHz), telefoni cellulari (GSM)
e navigatori satellitari (GPS) dovranno utilizzare l’impianto di alimentazione già predisposto sul vei-
colo, effettuando l’allacciamento direttamente al morsetto 30 (e 15 dove necessario), attraverso
un fusibile supplementare.
Tali apparecchi dovranno essere omologati a norma di legge ed essere di tipo fisso (non portatile).
L’installazione di apparecchi C.B. (27 MHz), 2 m (144 MHz) dovranno utilizzare l’impianto di
alimentazione già predisposto sul veicolo, effettuando l’allacciamento al morsetto 30, attraverso
fusibile supplementare. Tali apparecchi dovranno essere omologati a norma di legge ed essere di
tipo fisso (non portatile). Installare la parte trasmittente in una zona piatta e asciutta separata dalla
componentistica elettronica del veicolo al riparo da umidità e vibrazioni.
L’antenna dovrà essere installata all’esterno del veicolo possibilmente su una base metallica di ampia
superficie montata il più verticalmente possibile con il cavo di collegamento rivolto verso il basso, os-
servando le prescrizioni di montaggio e le avvertenze del Costruttore (ved. fig. 2.32).
La scelta e l’installazione dell’antenna è di notevole importanza per garantire all’apparato le massime
prestazioni. Essa dovrà essere di ottima qualità ed installata con la massima cura, anche la posizione
in cui viene installata è di fondamentale importanza; essa determina il rendimento dell’antenna e quindi
la portata della radio. La prima scelta è determinare il tipo di installazione: fissa, con montaggio perma-
nente, oppure a gronda o con altri supporti, il secondo sistema risulta più pratico e si evita di forare
la carrozzeria del mezzo. L’installazione ad una distanza non inferiore a 1/2 lambda da altre antenne,
a centro tetto è da considerarsi la migliore in assoluto in quanto il piano di massa è proporzionale in
tutte le direzioni, mentre il montaggio su una fiancata o una qualsiasi altra parte del veicolo rende il
piano di massa proporzionale alla massa dello stesso.
L’allacciamento ed il posizionamento dei cavi che interessano le installazioni, dovranno essere
effettuati avendo cura di:
Utilizzare un cavo coassiale di antenna di ottima qualità a bassa perdita ed avente la stessa impeden-
za del trasmettitore e dell’antenna (ved. fig. 2.33).
Realizzare per il cavo coassiale suddetto un percorso che preveda, onde evitare interferenze e mal-
funzionamenti, una adeguata distanza (min. 50 mm) dal cablaggio preesistente e da altri cavi (TV,
Radio, Telefono, Amplificatori e altre apparecchiature elettroniche), ferma restante la minima di-
stanza dalla struttura metallica della cabina; è preferibile l’applicazione sul lato sinistro o destro.
Nell’installazione dell’antenna fissa è necessario pulire la parte inferiore del foro praticato nella car-
rozzeria, in modo che il supporto dell’antenna sia perfettamente connesso alla massa del veicolo.
Il cavo coassiale che unisce l’antenna alla radio deve essere montato con molta cura, è necessario
evitare curve o piegamenti tali che possano schiacciare o deformare. Nel caso che il cavo fosse
troppo lungo evitare matasse inutili, e preferibilmente accorciarlo il più possibile.
È bene ricordare che una qualsiasi imperfezione nel cavo coassiale determina sempre seri inconve-
nienti per il ricetrasmettitore.
Per il passaggio del cavo utilizzare i fori già esistenti; se necessario e indispensabile fare un foro ag-
giuntivo; utilizzare le precauzioni per preservare la carrozzeria (antiruggine, guaina, ecc..)
Assicurare una buona connessione con la struttura del veicolo (massa), sia della base dell’antenna
che dei contenitori degli apparecchi, per ottenere il massimo trasferimento di potenza.
Le posizioni tipiche di installazione delle apparecchiature ricetrasmittenti sono quelle cruscotto-zona
cambio o padiglione-lato autista (ved. fig. 2.34).
L’alimentazione degli apparecchi, qualora richieda una tensione diversa da quella dell’impianto, dovrà
essere ottenuta tramite un adeguato convertitore DC/DC 24-12 V se non già previsto. l cavi di alimen-
tazione dovranno essere i più corti possibile, evitando la presenza di spire (attorcigliamenti) e mante-
nendo la minima distanza dal piano di riferimento.
1. Supporto antenna
2. Guarnizione (codice per ricambi 244614)
3. Cappuccio coprisnodo fisso (codice ricambi 217522)
4. Vite di fissaggio M6x8,5 (avvitare con coppia di serraggio 2 Nm)
5. Antenna (codice ricambi dell’asta completa 675120)
6. Padiglione
7. Cavo prolunga antenna
1. Connettore antenna
2. Paglietta di massa
3. Isolante
4. Paglietta segnale
5. Condensatore (100 pF)
6. Cavo RG 58 (impedenza caratteristica = 50 )
7. Fascetta
8. Cappuccio di protezione
9. Connettore (N.C. SO - 239) lato ricetrasmittente
10. Nastro adesivo di collaudo effettuato
11. Il condensatore da 100 pF deve essere saldato dalla paglietta inferiore e crimpato con la calza di massa
12. La paglietta inferiore deve essere saldata al conduttore interno del cavo
13. Dado
Per il montaggio di supporti per antenne veicolari non sono richieste particolari procedure; si
consiglia comunque di attenersi alle istruzioni allegate al supporto a gronda.
Al termine del montaggio, accertarsi che vi sia un buon collegamento tra massa del veicolo e sup-
porto metallico; la verifica va eseguita con l’apparecchio radio scollegato dal cavo dell’antenna ac-
certandosi che il collegamento tra supporto e carrozzeria sia reale ed efficace.
Nel caso di montaggio a gronda o nei casi in cui si rende necessario far passare il cavo tra battente
e portiera, è sempre meglio proteggerlo con adeguati mezzi per evitare che si deteriori.
Nota
Si suggerisce comunque la scelta di installazione fissa dell’antenna rispetto a quella con attacchi su gron-
da.
L’impianto del veicolo è previsto per fornire la necessaria potenza agli apparecchi di dotazione,
per ciascuno dei quali nell’ambito della rispettiva funzione, è assicurata la specifica protezione ed
il corretto dimensionamento dei cavi.
L’applicazione di apparecchi supplementari dovrà prevedere idonee protezioni e non dovrà sovracca-
ricare l’impianto del veicolo. Il collegamento a massa degli utilizzatori aggiunti dovrà essere effettuato
con un cavo di adeguata sezione, il più corto possibile e realizzato in modo da consentire gli eventuali
movimenti dell’apparecchio aggiunto rispetto al telaio del veicolo. Avendo necessità di batterie di mag-
giori capacità, per esigenze di carichi aggiunti, è opportuno richiedere l’optional con batterie ed alter-
natori maggiorati.
In ogni caso si consiglia di non eccedere nell’incremento della capacità delle batterie oltre il 20-30%
dei valori massimi forniti come optional, per non danneggiare alcuni componenti dell’impianto (es. mo-
tore di avviamento). Quando siano necessarie capacità superiori, impiegare batterie supplementari,
adottando i necessarti provvedimenti per la ricarica, come di seguito indicato.
L’installazione di apparecchi elettrici ad elevato assorbimento (es. motori elettrici azionati spesso o
anche più raramente per lunghi periodi e senza l’utilizzo del motore del veicolo, quali le sponde carica-
trici), o di un gran numero di apparecchi elettrici supplementari può richiedere potenze che l’impianto
normale del veicolo non è in grado di erogare. In questi casi dovranno essere adottate batterie supple-
mentari di idonee capacità.
Figura 2.35
Installazione di batterie supplementari
1 Batterie di serie
2 Batterie supplementari
3 Alternatore con regolatore incorporato
4 Motore di avviamento
5 Chiave di avviamento
6 Teleruttori
7 Spia mancata ricarica batterie
SERIE ALTERNATORE
SUPPLEMENTARE
Particolare attenzione dovrà essere posta quando si installano gruppi di refrigerazione che
adottano come fonti di alimentazione un secondo alternatore montato sul motore (generatore
supplementare). Tali generatori forniscono, in funzione del numero dei giri, una tensione dell’ordi-
ne di 270-540 V che giunge tramite cablaggio al gruppo refrigeratore installato sul veicolo.
Risulta evidente la pericolosità di eventuali diafonie (interferenze elettromagnetiche tra cavi vicini) che
possono generarsi tra il suddetto cablaggio e quello già presente sul veicolo.
In questi casi è necessario utilizzare cavi ad alto isolamento, adottando un percorso preferenziale, co-
munque non nelle vicinanze del cablaggio di serie del veicolo.
Rispettare per questi gruppi i livelli di emissioni elettromagnetiche indicati in precedenza. In caso di
un malfunzionamento dell’alternatore di serie (es. tensione bassa, assenza di segnale) sul quadro di
bordo verrà segnalato un messaggio di errore.
Un eventuale alternatore addizionale non può essere connesso al MUX e perciò in caso di malfunzio-
namento il MUX non è in grado di rilevare quale alternatore non funziona correttamente.
Dal TGC
Per il veicolo HD8 è vietato collegare sistemi elettrici aggiuntivi direttamente sul polo positivo
della batteria. Il polo positivo è infatti impegnato dai cavi diretti alla scatola portafusibili posizionata
sul fianco della cassa batterie.
La scatola portafusibili non deve essere modificata o spostata.
Il prelievo può invece essere effettuato sull’apposito perno del TGC (Teleruttore Generale della Cor-
rente, ved. fig. 2.37): rimuovere la protezione in plastica dal perno libero e collegare il morsetto di
prelievo direttamente alla vite filettata (polo positivo), bloccandolo con un opportuno dado. Il telaio
costituisce il ritorno. Per effettuare due o più prelievi di corrente, interporre tra i morsetti di prelievo
un opportuno distanziale. Proteggere sempre i cavi con un apposito tubo corrugato e reinstallare sem-
pre la protezione in plastica.
Figura 2.37
Dentro la cabina
Prelievo di corrente può essere effettuato dal connettore Allestitori ST14. Dal morsetto 11
può essere prelevata, con chiave inserita, una corrente massima di 3 A con uscita protetta elettro-
nicamente. Dal morsetto 21 può essere prelevata una corrente massima di 7,5 A proveniente di-
rettamente dalla batteria, con uscita protetta da fusibile 70401. Per ulteriori dettagli vedere il para-
grafo 5.3.1: connettori Allestitori dentro la cabina.
Sul telaio
È possibile prelevare corrente dal connettore ST52. Dal morsetto 1 è possibile il prelievo di una cor-
rente, con chiave inserita, massima di 10 A. Dal morsetto 3 una corrente massima di 5 A con luci ester-
ne accese. Entrambe le uscite sono protette elettronicamente.
Per maggiori informazioni sull’ubicazione dei connettori vedere paragrafo 5.3.2.
È disponibile una serie di cinque kit di portafusibili, per proteggere i prelievi di elevato assorbi-
mento.
Il loro posizionamento (sempre il più vicino possibile al morsetto di prelievo sulle batterie), sarà
effettuato dall’Allestitore in funzione dello spazio disponibile sul veicolo.
Figura 2.38
Maxifuse
Il portafusibile (Part number 500317518), idoneo al montaggio su telaio, deve essere fissato al
telaio con una coppia di chiusura di 2 ± 0,2 Nm.
Megafuse
Il prelievo di corrente diretto dal positivo batteria è da considerare come soluzione alternativa
al prelievo di corrente dallo staccabatterie quando quest’ultimo è presente sul veicolo.
Dovranno essere separati e protetti con apposito fusibile dal circuito principale del veicolo.
I cavi utilizzati dovranno avere dimensioni adeguate alle funzioni ed essere dotati di buon isolamen-
to. Dovranno essere adeguatamente protetti in guaine (non in PVC) o intubati in tubi corrugati
nel caso di più funzioni (suggeriamo per il corrugato materiali poliammidici di tipo 6) ed essere
correttamente installati, al riparo da urti e dalle fonti di calore. Evitare con la massi-ma cura qualsia-
si sfregamento con altri componenti, in particolare con i bordi taglienti della carrozzeria.Il loro
passaggio attraverso i componenti la struttura (traverse, profilati, ecc.), dovrà prevedere appositi
passacavi o protezioni; dovranno essere fissati separatamente con fermacavi isolanti (es. nylon)
ad intervalli adeguati (ca. 350 mm).
Nel caso di pannelli esterni usare un adeguato sigillante sia sul cavo che sul pannello, per evitare infiltra-
zioni di acqua, polvere e fumi.
Prevedere adeguate distanze tra i cablaggi elettrici e gli altri componenti, quali:
10 mm dai componenti statici;
50 mm dai componenti in movimento (distanza minima = 20 mm);
150 mm dai componenti che generano calore (es. scarico motore).
È opportuno prevedere ove possibile, un diverso percorso nel passaggio dei cavi tra segnali interferenti
ad alta intensità assorbita (es. motori elettrici, elettrovalvole) e segnali suscettibili a bassa intensità as-
sorbita (es. sensori) mantenendo comunque per entrambi un posizionamento il più possibile vicino
alla struttura metallica del veicolo.
I collegamenti a spine e morsetti dovranno essere del tipo protetto, resistente agli agenti atmosferici,
utilizzando componenti dello stesso tipo di quelli impiegati in origine sul veicolo.
In funzione della corrente prelevata utilizzare cavi e fusibili con le caratteristiche riportate nella tabella
sotto:
Corrente max continuativa 1) (A) Portata fusibile 2) (A) Sezione cavo (mm2)
0 | 4 5 0.5
4 | 8 10 1
8 | 16 20 2.5
16 | 25 30 4
25 | 33 40 6
33 | 40 50 10
40 | 60 70 16
60 | 80 100 25
80 | 100 125 35
100 | 140 150 50
Precauzioni
Occorre evitare l’accoppiamento con i cavi di trasmissione dei segnali (es. ABS), per i quali è stato
previsto un percorso preferenziali per esigenze elettromagnetiche (EMI). È opportuno tenere pre-
sente che nel raggruppamento di più cavi, si dovrà prevedere una riduzione dell’intensità di corren-
te rispetto al valore nominale di un singolo cavo per compensare la minor dispersione del calore.
Nei veicoli dove siano effettuati frequenti avviamenti motore, in presenza di prelievi di corrente
e con tempi di rotazione del motore limitati (es.veicoli con celle frigorifere), prevedere ricariche
periodiche della batteria per mantenere l’efficacia.
L’impianto elettrico del veicolo è predisposto per l’alimentazione di apparecchi a 12 V. Sul cavo
in cabina è disposto il collegamento con un riduttore di tensione (da 24 V a 12 V). Non alimentare
l’apparecchio prelevando direttamente tensione a 12 V dalla batteria.
In taluni Paesi le normative (nazionali o CE) richiedono che il veicolo allestito sia provvisto di
luci laterali di posizione, in funzione della sua lunghezza complessiva.
I veicoli della gamma HD8 sono provvisti di specifici terminali (37005 sx e 37005 dx) per effettuare
il collegamento elettrico di alimentazione per le luci laterali. Tali connettori si trovano nelle posizioni
indicate in figura.
Figura 2.39
Tutte le luci di posizione laterali a del veicolo (comprese quelle di un eventuale rimorchio), ricevono
una corrente di alimentazione proveniente dalla giunzione J1 pin A03 (lato destro) e dalla giunzione
J1 pin A04 (lato sinistro) della centralina multiplex RFC (Rear Frame Computer). Quest’ultima è in
grado di erogare al massimo 5 A sul parallelo delle resistenze costituite dalle Side Marker Lamps a
destra del veicolo.
La realizzazione dei collegamenti e l’installazione delle luci dovrà essere effettuata dagli Allestitori
esterni sulle relative strutture aggiunte (cassoni, furgoni, ecc.).
Figura 2.40
Per contenere le sollecitazioni torsionali sul telaio del veicolo, consigliamo di effettuare l’applicazione
in presenza di una traversa, particolarmente nei casi dei gruppi con massa elevata.
Analogamente si dovrà agire nell’installazione di truppi supplementari quali serbatoi, compressori, ecc.
Della loro sistemazione occorrerà tener conto nella ripartizione dei pesi (ved. punto 1.2). In tutte que-
ste applicazioni si dovrà sempre garantire un sufficiente margine nella loro altezza da terra, in funzione
dell’impiego del veicolo.
Quando il riempimento del serbatoio combustibile risulti ostacolato dalla posizione della sovrastrut-
tura, le mensole di sostegno del serbatoio potranno essere sistemate più in basso di un modulo di
foratura (45 mm).
Nei casi di aggiunta di un serbatoio supplementare del combustibile, la soluzione più completa è quella
di adottare per il serbatoio aggiunto lo stesso schema di impianto del serbatoio originale, utilizzando,
quando possibile, elementi originali. L’adozione di un deviatore consentirà di utilizzare alternativa-
mente i due serbatoi (ved. fig. 2.41).
Figura 2.41
L’utilizzazione dello schema sopraccitato è consigliabile nel caso in cui il serbatoio aggiunto si trovi sul
lato opposto del telaio rispetto a quello originale. Quando invece i serbatoi sono sullo stesso lato è
possibile la soluzione che prevede il prelievo dal serbatoio originale collegando i due serbatoi con una
tubazione flessibile (almeno in parte). L’applicazione dovrà essere realizzata nel rispetto delle norma-
tive; le tubazioni aggiunte dovranno garantire una perfetta tenuta, avere dimensioni interne non infe-
riori e caratteristiche tecniche omogenee a quelle previste nell’impianto originale, ed essere opportu-
namente fissate.
Se vengono installati serbatoi addizionali, la centralina BC (Body Computer) deve essere riprogram-
mata.
I veicoli sono equipaggiati di dispositivo paraincastro nel rispetto delle Direttive CE 70/221 e
81/333 in vigore.
La distanza massima consentita dal dispositivo alla parte più arretrata della sovrastruttura è di 400 mm,
meno la deformazione riscontrata in fase di omologazione valutata mediamente tra 20 e 40 mm. Infor-
mazioni più precise sono riportate sulla documentazione ufficiale della Casa.
Quando le modifiche sul telaio richiedono l’adeguamento dello sbalzo posteriore, il dispositivo parain-
castro dovrà essere riposizionato (nel rispetto delle normative vigenti), realizzando lo stesso collega-
mento al telaio previsto nella versione originale.
Nella trasformazione dei veicoli o nell’applicazione di speciali attrezzature (es. sponde caricatrici
posteriori), può essere necessario intervenire sulla struttura del paraincastro. L’intervento non deve
pregiudicare le caratteristiche di resistenza e rigidezza originali (rispettare eventuali normative nazio-
nali). Se richiesto, l’Allestitore dovrà presentare la necessaria documentazione per la rispondenza alle
caratteristiche richieste.
Qualora si debba montare un altro paraincastro occorre verificare la rispondenza alle normative
vigenti. La documentazione o i certificati di collaudo dovranno essere presentati, se richiesti, alle Auto-
rità competenti.
Nei veicoli cabinati forniti senza parafanghi, la loro sistemazione dovrà essere effettuata a cura
dell’Allestitore, realizzando soluzioni equivalenti a quelle previste dalla Casa per analoghi veicoli.
Per la realizzazione e la sistemazione tenere presente (ved. fig. 2.43 e tab. 2.7):
Garantire il libero scuotimento delle ruote anche nelle condizioni di impiego con catene, nel
rispetto dei limiti riportati nella documentazione fornita dalla Casa.
Proteggere la larghezza massima dei pneumatici rispettando i limiti legali previsti per il veicolo.
Realizzare la struttura di sostegno con adeguata robustezza, evitando le variazioni brusche nelle
sezioni e la presenza di vibrazioni.
Collegare i sopporti alla costola verticale dei longheroni del veicolo, o ai profilati longitudinali del
controtelaio. Nel primo caso il collegamento dovrà avvenire esclusivamente tramite viti (ved. fig.
2.42).
Il primo e secondo punto sono altresì da tenere presenti nella realizzazione di vani passaruote.
Figure 2.42
Tabella 2.7
H (altezza rilevata tra bordo battistrada e telaio) (ved. fig. 2.38)
PNEUMATICI
Modelli
12.00.20 14.00.20 14.00.20 365/85R20 525/65R20.5
315/80 12.00.24
13.R22.5 Gemellati Singoli Singoli
2.19 Paraspruzzi
Nei casi in cui le richieste legislative lo prevedano e non siano già previsti in origine, è compito
dell’Allestitore assicurare che il veicolo completo sia dotato di idonei paraspruzzi. Per il montaggio
dovranno essere rispettate le distanze prescritte dalle normative vigenti.
In alcuni paesi, le normative (nazionali o CE) richiedono l’applicazione sul veicolo di protezioni
laterali. Il rispetto delle caratteristiche richieste dovrà essere assicurato da parte dell’Allestitore
che ha realizzato il completamento del veicolo, qualora questo non ne fosse già dotato in origine
(allestimento optional).
Nelle sovrastrutture applicate in modo permanente (es. cassoni fissi, furgoni), la protezione laterale
potrà essere applicata sulla loro struttura di base (es. ossatura del pavimento, traverse), mentre per
quelle mobili (es. cassoni ribaltabili, allestimenti intercambiabili, scarrabili), collegamento potrà avvenire
per mezzo di appositi sopporti sul controtelaio o direttamente sul telaio del veicolo. In quest’ultimo
caso utilizzare, per quanto possibile, i fori esistenti sulla costola verticale del longherone, nel rispetto
del punto 2.2.1.
Nella realizzazione dell’elemento esterno di protezione, secondo quanto prescritto dalle normative
(es. Direttiva CE), è consentito l’utilizzo sia di un unico profilato con una superficie estesa in senso
verticale che di più profilati longitudinali, aventi dimensioni e distanze tra loro prestabilite.
La protezione laterale dovrà essere collegata alle proprie strutture di sostegno, in modo da consentire
una rapida rimozione o ribaltamento, qualora fossero necessari lavori di manutenzione o riparazione
sui gruppi o componenti del veicolo disposti in prossimità.
Particolare attenzione dovrà essere posta nella realizzazione, per assicurare il rispetto delle distanze
dai vari organi del veicolo, stabilite dalle normative.
Nella figura 2.44 è rappresentata una soluzione di protezione laterale realizzata nel rispetto della relati-
va Direttiva CE, per la versione cassone fisso fornibile a richiesta, oltre che l’esempio di realizzazione
di un sostegno per il fissaggio combinato della protezione laterale e del parafango per le ruote poste-
riori, adatto per sovrastrutture del tipo mobile.
L’Allestitore dovrà curare la preparazione e la sistemazione della protezione laterale, sulla base del
tipo di sovrastruttura realizzato, non essendo possibile fornire indicazioni valide per tutti gli allesti-
menti.
Carico di prova 1 kN
Cedimenti ammessi sotto il carico di prova:
/30 mm sulla parte posteriore, compresa negli ultimi 250 mm del dispositivo
/150 mm sulle parti rimanenti del dispositivo.
2.21 Calzatoie
Scopo del controtelaio è quello di assicurare una uniforme distribuzione dei carichi sul telaio del
veicolo e la necessaria collaborazione agli effetti resistenza e rigidezza con esso, in funzione dello
specifico impiego del veicolo.
Materiale
In generale se le sollecitazioni del controtelaio non sono elevate, il materiale per la sua realizzazione
potrà avere caratteristiche inferiori a quelle del telaio del veicolo. Dovrà avere buone caratteristiche
di saldabilità e limiti non inferiori a:
Nei casi in cui i limiti delle sollecitazioni lo richiedano (es. applicazioni di gru, sponde caricatrici), oppure
si desideri evitare altezze elevate delle sezioni, potranno essere utilizzati materiali con caratteristiche
meccaniche superiori. Si dovrà però tenere presente che la riduzione del momento di inerzia del
profilato di rinforzo, comporterà flessioni e sollecitazioni più elevate sul telaio principale.
Di seguito riportiamo le caratteristiche di alcuni materiali di cui si è tenuto conto in alcune applicazioni
indicate più avanti.
Materiale Fe510D
Rottura Rm 1 510 N/mm2
Snervamento Re H 1 355 N/mm2
Allungamento A 5 1 21%
Controtelaio in alluminio
Utilizzando materiali con caratteristiche diverse rispetto a quelle dell’acciaio, quali ad esempio
l’alluminio, le dimensioni e la struttura del controtelaio dovranno in linea generale essere
opportunamente adeguati.
Si ricorda in proposito che nella definizione delle dimensioni minime dei profilati di rinforzo, oltre al
limite della sollecitazione ammissibile per l’alluminio, si dovrà far riferimento al diverso Modulo Elastico
rispetto all’acciaio (c.a. 7000 anziché 21.000 kg/mm2) che richiede un maggior dimensionamento dei
profilati stessi.
Analogamente quando tra telaio e controtelaio il collegamento sia tale da garantire la trasmissione
degli sforzi di taglio (collegamento con piastre), nella verifica delle sollecitazioni ai due estremi della
sezione unica, occorre definire per questa il nuovo asse neutro sulla base del diverso Modulo Elastico
dei due materiali.
I longheroni della struttura aggiunta dovranno essere continui, estesi il più possibile verso la parte
anteriore del veicolo e dovranno possibilmente interessare la zona del sopporto posteriore della molla
anteriore ed appoggiare sul telaio del veicolo e non sulle mensole.
Al fine di realizzare una riduzione graduale della sezione resistente, le estremità anteriori del profilato
dovranno essere rastremate in altezza con un angolo non superiore a 30q, o altra forma di
rastrematura di equivalente funzione (ved. fig. 3.1), prevedendo l’estremità anteriore a contatto del
telaio opportunamente raccordata: raggio min. 5 mm.
Figura 3.1
Nei casi in cui i componenti della sospensione posteriore cabina (es. con cabine profonde) non
consentano il passaggio del profilato nella sua intera sezione, questa potrà essere realizzata come in
fig. 3.2. Ciò potrà richiedere la verifica della sezione minima resistente quando si è in presenza di
momenti flettenti anteriori elevati (es. con gru dietro cabina quando debba operare verso l’anteriore
del veicolo).
Figura 3.2
Figura 3.3
Profilato ad L
Soluzione alternativa
Profilato a C
La forma della sezione del profilato è definita tenendo conto della funzione del controtelaio e del tipo
di struttura sovrastante. È consigliabile l’adozione dei profili aperti a C, quando si richiede al
controtelaio di adeguarsi elasticamente al telaio del veicolo e sezioni scatolate quando si richiede
maggior rigidezza all’assieme.
Si dovrà aver cura di realizzare un passaggio graduale dalla sezione scatolata alla sezione aperta; alcuni
esempi sono riportati nella fig. 3.4.
“A”
“B”
Profilati speciali
a sezioni combinate
Angolare di collega-
mento
telaio/controtelaio
Versione “F”
Piattabanda di 15 mm
(di larghezza Angolare con spessore
uguale all’ala del profilato) uguale al profilato
del controtelaio
Versione “G”
È necessario che sia realizzata una continuità di appoggio tra i profilati del controtelaio e quelli del
veicolo. Qualora ciò non sia ottenuto, la continuità potrà essere ripristinata mediante l’interposizione
di bandelle in lamiera o in lega leggera.
Nel caso si interponga un elemento antistrisciamento in gomma, si consigliano caratteristiche e
spessori analoghi a quelli adottati per la nostra produzione (durezza 80 Shore, spessore max. 3 mm).
Il suo utilizzo può evitare azioni abrasive che possono innescare fenomeni corrosivi nell’abbinamento
tra materiali di diversa composizione (es. alluminio ed acciaio).
I dimensionamenti prescritti per i longheroni dei vari tipi di sovrastruttura, sono valori minimi consigliati e
di regola validi per i veicoli con passi e sbalzi posteriori previsti di serie (ved. tabelle da 3.1 a 3.12). In tutti
i casi possono essere utilizzati profilati simili con momenti di inerzia e di resistenza non inferiori. Tali valori
potranno essere ricavati dalla documentazione tecnica dei fabbricanti di profilati. Tenere presente che il
momento di inerzia è importante principalmente per la rigidezza flessionale oltre che per la quota di
momento flettente da assumere, in funzione del collegamento utilizzato; mentre il modulo di resistenza
rappresenta un valore determinante per la sollecitazione del materiale.
Nel loro collegamento dovranno essere utilizzati idonei fazzoletti per conferire un’adeguata resistenza
al collegamento (ved. fig. 3.5). Quando si voglia conferire maggior rigidezza al collegamento, la
realizzazione potrà esser eseguita secondo la fig. 3.6.
Ciò può essere realizzato, in funzione dell’entità dell’irrigidimento da ottenere, come segue:
Scatolando i profilati longitudinali nella zona posteriore.
Adottando traverse a sezione chiusa (ved. fig. 3.7).
Applicando diagonali a croce (ved. fig. 3.8).
Applicando un elemento longitudinale resistente alla torsione (ved. fig. 3.9).
In linea generale l’impiego di profilati longitudinali scatolati non deve avvenire nella parte anteriore
del controtelaio.
Figura 3.7
1 Controtelaio
2 Diagonali
Figura 3.9
1 Controtelaio
2 Profilato scatolato
La scelta del tipo di collegamento da adottare, ove la Casa non lo preveda in origine, è molto
importante ai fini del contributo del controtelaio in termini di resistenza e rigidezza.
Esso può essere del tipo elastico (mensole o bride) oppure del tipo rigido, resistente agli sforzi
di taglio (piastre a tenuta longitudinale e trasversale); la scelta dovrà essere fatta in funzione del
tipo di sovrastruttura da applicare (ved. punti 3.2. fino a 3.13.), valutando le sollecitazioni che
l’attrezzatura aggiunta trasmette al telaio del veicolo sia in condizioni statiche che dinamiche.
Numero, dimensionamento e realizzazione dei fissaggi, adeguatamente ripartiti nella lunghezza del
controtelaio, dovranno essere tali da garantire un buon collegamento tra telaio veicoli e
controtelaio.
Le viti e le bride dovranno avere materiale con classe di resistenza non inferiore a 8.8, i dadi dovranno
essere muniti di sistemi antisvitamento. Il primo fissaggio va posizionato, possibilmente, ad una distanza
di ca 250y350 mm, dall’estremità anteriore del controtelaio.
Gli elementi per il collegamento già esistenti in origine sul telaio del veicolo dovranno essere utilizzati
di preferenza.
Il rispetto della distanza sopra indicata per il primo fissaggio, dovrà esser assicurata particolarmente
in presenza di sovrastrutture con carichi concentrati dietro cabina (es. gru, cilindro ribaltamento
cassone posizionato anteriormente, ecc.), allo scopo di migliorare il regime delle sollecitazioni telaio
e dare un maggior contributo alla stabilità. Prevedere se necessario dei collegamenti supplementari.
Qualora si debba applicare una sovrastruttura con caratteristiche diverse da quella per la quale
l’autotelaio è stato previsto, (es. un cassone ribaltabile su un telaio predisposto per un cassone fisso),
a cura dell’Allestitore si dovranno prevedere gli idonei collegamenti (es. sostituzione delle mensole
con piastre resistenti al taglio nella zona posteriore del telaio).
Nell’ancoraggio della struttura al telaio non dovranno essere eseguite saldature sul
telaio del veicolo e forature sulle ali dello stesso.
Allo scopo di migliorare il contenimento longitudinale e trasversale del collegamento, sono ammesse
forature sulle ali dei longheroni solo nell’estremità posteriore dei medesimi, in un tratto non più lungo
di 150 mm e senza indebolire l’ancoraggio di eventuali traverse (ved. fig. 3.13). Usare in alternativa
il collegamento della fig. 3.14, utilizzando le viti che collegano la traversa posteriore al telaio.
In tutti gli altri casi è assolutamente vietato effettuare fori sulle ali.
Collegamenti del tipo elastico (ved. fig. 3.10, 3.11 e 3.12), consentono limitati movimenti tra telaio
e controtelaio ed inducono a considerare per il longherone del telaio e per quello aggiunto due sezioni
resistenti lavoranti in parallelo; ognuna si assume una quota di momento flettente sollecitante
proporzionato al suo momento di inerzia.
Nei collegamenti di tipo rigido (ved. fig. 3.14), per i due profilati potrà essere considerata una unica
sezione resistente, alla condizione che numero e distribuzione dei collegamenti siano tali da
sopportare i conseguenti sforzi al taglio.
Minor altezza del profilato del controtelaio a parità di momento flettente agente sulla sezione.
Maggior momento flettente consentito, a parità di dimensioni del profilato del controtelaio.
Ulteriore incremento della capacità resistente, qualora si adottino per il controtelaio materiali con
elevate caratteristiche meccaniche.
Alcuni esempi di realizzazione di questo tipo di collegamento, sono riportati nella fig. 3.10. e 3.11.
Figura 3.10
1 Controtelaio
2 Telaio
3 Spessori
Per l’elasticità del collegamento occorre che in sede di montaggio la distanza tra le mensole del telaio
e del controtelaio sia di 1 y 2 mm prima della chiusura delle viti di fissaggio; distanze maggiori vanno
ridotte mediante opportuni spessori. L’adozione di viti di adeguata lunghezza favorisce l’elasticità
del collegamento. L’applicazione delle mensole va realizzata sulla costola dei longheroni del veicolo
mediante viti o chiodi.
Nel caso in cui il telaio del veicolo sia già dotato di mensole per l’attacco del cassone previsto dalla
Casa, tali mensole dovranno essere utilizzate per il fissaggio della struttura. Prevedere per le mensole
applicate al controtelaio o alla sovrastruttura, caratteristiche di resistenza non inferiori a quelle
montate in origine sul veicolo.
Quando al collegamento si richiede maggior elasticità (es. veicoli con sovrastruttura di elevata
rigidezza impiegati su strade tortuose o in cattive condizioni, veicoli per impiego speciale,
fuoristrada, ecc.) dovranno essere adottati nella zona anteriore dietro la cabina di guida fissaggi
del tipo indicato in fig. 3.11.
In presenza di sovrastrutture che generano elevati momenti flettenti e torcenti (es. gru dietro cabina),
il controtelaio dovrà essere opportunamente dimensionato per sostenerli.
Le caratteristiche dell’elemento elastico dovranno essere adeguate alla rigidezza della sovrastruttura,
al passo ed al tipo di impiego del veicolo (condizioni di irregolarità della strada).
Impiegando tasselli in gomma, utilizzare materiali che assicurino buone caratteristiche di elasticità nel
tempo; prevedere adeguate istruzioni per il controllo periodico e l’eventuale ripristino della coppia
di serraggio.
Se necessario, la capacità complessiva del collegamento, potrà essere ripristinata applicando fissaggi
resistenti al taglio nella zona della sospensione posteriore.
Negli allestimenti dove è previsto il sollevamento del veicolo tramite gli stabilizzatori idraulici (es.
gru, piattaforme aeree), limitare il cedimento dell’elemento elastico (30 y 40 mm) per garantire
una sufficiente collaborazione del controtelaio ed evitare eccessivi momenti flettenti sul telaio
originale.
L’allestitore in questo caso dovrà interporre un distanziale (preferibilmente metallico), fra le ali dei due
longheroni in corrispondenza dei cavallotti di fissaggio in modo da evitare la flessione delle ali sotto
il tiro dei cavallotti.
Allo scopo di guidare e contenere meglio in senso trasversale la struttura aggiunta al telaio del veicolo,
questo tipo di fissaggio può essere completato con l’aggiunta di piastre saldate al controtelaio come
indicato in fig. 3.12.
A tale scopo potranno essere utilizzati anche i collegamenti a viti all’estremità posteriore del telaio
come indicato in fig. 3.13.
Figura 3.12
1 Telaio
2 Controtelaio
3 Cavallotti
4 Chiusura con sistemi antisvitamento
5 Distanziali
6 Piastra di guida (eventuale)
1 Controtelaio
2 Telaio
3 Cavallotti
4 Fissaggi per il contenimento longitudinale e trasversale
Il tipo di fissaggio riportato nella fig. 3.14, realizzato con piastre saldate al controtelaio e fissate con
viti o chiodi al telaio del veicolo, assicura una buona capacità di reazione alle spinte longitudinali e
trasversali ed il maggior contributo alla rigidezza dell’assieme.
Il fissaggio nella costola verticale dei longheroni del telaio principale dovrà essere effettuato dopo
essersi assicurati che il controtelaio aderisca perfettamente con la superficie inferiore al telaio del
veicolo.
Il loro impiego va limitato alla zona centrale e posteriore del telaio.
Il numero delle piastre, lo spessore ed il numero delle viti per il fissaggio, dovranno essere adeguati
a trasmettere i momenti flettenti e di taglio della sezione.
Volendo determinare con precisione tali valori si dovrebbe effettuare una verifica a calcolo avendo
a disposizione tutti gli elementi necessari. Riteniamo tuttavia possibile ottenere buoni risultati
tenendo presente le seguenti indicazioni.
D Le piastre resistenti al taglio e le mensole ad omega applicate di serie su alcuni modelli, sono
generalmente sufficienti per le normali sovrastrutture quali cassoni fissi, ribaltabili, betoniere,
a condizione che la realizzazione sia effettuata secondo le indicazioni riportate nei paragrafi 3.2,
3.4 e 3.5 e che corrispondano in dimensioni e posizionamento alle sovrastrutture di normale
utilizzo.
Le piastre già presenti sui veicoli, sono altresì sufficienti per tutte le installazioni che generano
momenti flettenti non elevati sul telaio del veicolo (es. sponde caricatrici; gru di limitate
capacità).
$1,0 500 8 M 14
1) L’aumento del numero di viti per ciascuna piastra, consente di incrementare proporzionalmente la distanza tra le piastre (un numero
doppio di viti può consentire una maggior distanza tra le piastre). Nelle zone di forte sollecitazione (es. sopporti della molla posteriore
e della molla degli assi tandem), si dovrà prevedere una distanza tra le piastre il più possibile ridotta.
2) In presenza di spessori contenuti sia delle piastre del telaio e del controtelaio, si consiglia di effettuare il collegamento adottando boccole
distanziali, allo scopo di impiegare viti con maggior lunghezza.
Figura 3.14
Sulla base delle indicazioni fornite per la realizzazione del controtelaio (punto 3.1.1) e delle
considerazioni fatte nella parte generale del paragrafo 3.1.2, il collegamento tra telaio del veicolo e
controtelaio di rinforzo può essere del tipo misto, ottenuto cioè utilizzando razionalmente i collegamenti
del tipo elastico (mensole, cavallotti) con quelli di tipo rigido (piastre a tenuta longitudinale e trasversale).
Come indicazioni di massima tener presente che è preferibile aver collegamenti elastici nella parte
anteriore del controtelaio (almeno 2 per parte), mentre sono consigliati collegamenti con piastre
verso la parte posteriore del veicolo, quando viene richiesto alla struttura aggiunta un maggior
contributo alla rigidezza di tutto l’insieme (es. ribaltabili, betoniere, gru nello sbalzo posteriore, ecc.).
L’applicazione sui veicoli cabinati normali, viene normalmente realizzata mediante una struttura
di appoggio costituita da profilati longitudinali e traverse. Le dimensioni minime indicative dei profilati
longitudinali sono riportate nella tabella 3.1.
Tabella 3.1
1) Materiale controtelaio avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
In nessun altro caso dovranno essere realizzati nuovi fori sulle ali dei longheroni principali.
Nei casi in cui il cassone utilizzi degli appoggi elevati sopra il controtelaio (es. traverse), si dovrà
provvedere ad irrigidire opportunamente tali appoggi, per contenere le spinte longitudinali, come
indicato in fig. 3.15.
Per gli allestimenti speciali, dove sia necessario un profilato di rinforzo di altezza contenuta, la struttura
controtelaio potrà essere integrata da mensole per l’ancoraggio della carrozzeria in modo da
interessare in altezza tutta la sezione del profilato longitudinale di rinforzo (ved. fig. 3.16). In questi casi
i passaruote posteriori potranno essere inseriti nel basamento dell’attrezzatura.
Figura 3.15
1 Controtelaio
2 Mensole
3 Elementi di contenimento
Nel caso di sovrastrutture autoportanti aventi l’ossatura di sostegno con funzione di controtelaio, può
essere omessa l’applicazione dei profilati di rinforzo precedentemente indicati.
L’applicazione di cassoni, e più in generale di strutture con elevata rigidezza torsionale, richiede
specialmente quando il veicolo è impiegato fuori strada, l’utilizzo di collegamenti del tipo elastico
verso la parte anteriore della struttura, per evitare una eccessiva riduzione della deformabilità del
telaio principale.
Qualora i carichi concentrati trasmessi dai sistemi di sollevamento determinino sollecitazioni elevate
sul telaio del veicolo, dovranno essere previsti idonei rinforzi.
Per assicurare una buona funzionalità dovranno essere accuratamente verificate le varie condizioni
di assetto del veicolo, in funzione delle caratteristiche della sospensione.
I dispositivi di sollevamento agenti in direzione verticale, oltre che al controtelaio potranno in casi
particolari essere ancorati alle piastre di collegamento tra telaio e controtelaio, purché di adeguate
dimensioni.
Nei collegamenti delle sovrastrutture, specialmente quando si utilizzino sistemi a chiusura rapida,
verificare che le spinte longitudinali e trasversali che si manifestano in condizioni dinamiche, siano
adeguatamente sopportate.
La possibilità di fare a meno di un controtelaio o di una specifica sottostruttura potrà essere consentita,
con autorizzazione della Casa, alle seguenti condizioni:
La sovrastruttura intercambiabile dovrà aderire per tutta la sua lunghezza sul telaio del veicolo o
almeno interessare una estesa superficie delle zone di attacco della sospensione.
I dispositivi di collegamento, in numero adeguato, dovranno essere fissati sulla costola verticale dei
longheroni.
L’ancoraggio dei dispositivi di sollevamento dovrà essere realizzato in modo da trasmettere al
telaio limitate sollecitazioni.
Per il collegamento al telaio del veicolo, può essere realizzata una struttura composta di profilati
longitudinali e traverse (ved. fig. 3.16). Per i profilati longitudinali potranno essere previste dimensioni
dell’ordine di quelle indicate nella tabella 3.1.
Quando per la realizzazione del pavimento siano utilizzate traverse sistemate tra loro ad una distanza
non superiore a 700 mm, opportunamente collegate in modo da formare una struttura
sufficientemente rigida, potrà non essere indispensabile l’impiego di profilati longitudinali.
Per garantire alle traverse la necessaria stabilità e per evitare al telaio del veicolo un eccessivo
irrigidimento verso la parte anteriore, tenere presenti gli accorgimenti segnalati al precedente
paragrafo 3.2.
Nelle realizzazioni dovranno altresì essere rispettate tutte le eventuali prescrizioni previste dalle
normative nazionali.
Su quei modelli per cui la Casa prevede, come optional, la barra o le barre stabilizzatrici, se ne consiglia
l’impiego per queste applicazioni.
L’Allestitore dovrà accertarsi della stabilità del veicolo durante le operazioni di ribaltamento, a seguito
della struttura aggiunta.
Figura 3.17
±1700
1 Controtelaio
2 Mensole
3 Piastre
4 Coprigiunto
Nella tabella 3.2 sono indicati i veicoli utilizzabili per queste applicazioni, con le indicazioni minime
per i profilati principali del controtelaio.
Particolare attenzione deve essere posta al rispetto delle prescrizioni di carattere generale per
garantire ai veicoli un’adeguata stabilità nella fase di ribaltamento posteriore.
Nel caso di montaggio di sovrastrutture ribaltabili su autotelai muniti di mensole (previste per l’impiego
di diversi tipi di sovrastrutture), sostituirle con piastre a tenuta longitudinale e trasversale, nel tratto
compreso tra il sopporto anteriore sospensione asse motore e l’estremità posteriore telaio; oppure
prevedere l’applicazione di piastre supplementari.
Dovendo utilizzare per impieghi ribaltabili il passo di serie successivo al passo corto, in alcuni casi è
necessario prevedere l’accorciamento dello sbalzo posteriore del telaio, in modo da rispettare la
distanza massima stabilita per il posizionamento della cerniera di ribaltamento, indicata in fig. 3.17.
Per i modelli con due assi posteriori si prescrive:
La sezione scatolata per il profilato longitudinale di rinforzo (ved. fig. 3.4) dovrà interessare il tratto
compreso tra il filo posteriore e circa 1300 mm avanti la mezzeria dei due assi.
Le controventature diagonali dovranno interessare la zona tra la mezzeria del doppio asse e
l’estremità posteriore del telaio.
Il sopporto di ribaltamento va posizionato non oltre 1400 mm dalla mezzeria del doppio asse.
Tabella 3.2
(Le dimensioni dei profilati sotto riportate, richiedono nella zona compresa tra c.a. 1000 mm avanti la mezzeria asse/assi posteriori e fino al termine dello sbalzo
posteriore, la scatolatura del profilato stesso ed un collegamento al telaio secondo le indicazioni della fig. 3.17).
1) Materiale avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
Consigliamo per queste applicazioni l’utilizzo delle versioni con passo corto. In tabella 3.3 sono
riportate le indicazioni per i profilati. Resta inteso che l’impiego del veicolo dovrà essere leggero,
su strade in buone condizioni e per trasporto di merce a bassa massa volumetrica, e basso
coefficiente di attrito.
Oltre al rispetto delle prescrizioni di carattere generale sopra riportate; per conferire ai veicoli la
necessaria rigidezza e stabilità, si dovrà aver cura di:
Esaminare attentamente le caratteristiche tecniche dell’autotelaio (sospensione, telaio, nq degli
assi), in modo da realizzare una struttura adeguata al veicolo ed alle previste condizioni di utilizzo.
Irrigidire opportunamente il controtelaio nella parte posteriore adottando ad es. profili scatolati,
diagonali a croce, collegamenti con piastre ecc.
Posizionare i sopporti di ribaltamento posteriore il più possibile vicino ai sopporti posteriori della
sospensione posteriore.
Per i veicoli con passo superiore a quello corto previsto di serie, oltre alla sovrastruttura, irrigidire
particolarmente l’ancoraggio del sopporto posteriore di ribaltamento per contenere i cedimenti
elastici ed assicurare una buona stabilità laterale durante la fase operativa.
Limitare l’angolo di ribaltamento all’indietro ad un valore non superiore a 45q e riportare indicazioni
per l’utente affinché effettui l’operazione con il veicolo il più possibile in piano.
Adottare le sospensioni posteriori più rigide e la barra stabilizzatrice posteriore, disponibili. In
presenza di molle posteriori paraboliche, possono essere ottenute rigidezze maggiori per la
sospensione, applicando elementi elastici in gomma che intervengano già a carico statico.
Tabella 3.3
1) Materiale avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
Per questi allestimenti, le sollecitazioni aggiuntive che si manifestano nei confronti dei normali veicoli
stradali con cassone fisso, sono quelle che si verificano durante la fase di carico e scarico.
Per queste considerazioni, il controtelaio da adottare (ved. punto 3.1) potrà avere le dimensioni
previste per ribaltabili leggeri. Nel caso di adozione di veicoli con passi o sbalzi posteriori lunghi, potrà
essere necessaria l’adozione di profilati del controtelaio di maggiori dimensioni.
Le applicazioni di betoniere dovranno essere fatte solo sui veicoli adatti a questo tipo di impiego ed
indicati nella tabella 3.4, ove sono riportate le caratteristiche minime del profilato di rinforzo e le capacità
utili del tamburo; resta inteso che dovranno essere rispettati i limiti delle masse massime ammesse per
i veicoli (in ogni condizione statica e dinamica). Adottare per questi impieghi le barre stabilizzatrici,
quando disponibili.
A seguito di richiesta scritta di nulla osta con allegato calcoli di verifica, disegni
particolari e d’assieme, è possibile il rilascio dell’autorizzazione ad allestire i veicoli
Astra con betoniere senza telaio ausiliario.
Nell’installazione, oltre a rispettare le eventuali prescrizioni imposte dalle normative nazionali, tener
presente:
La betoniera dovrà essere dotata di un proprio telaio continuo in acciaio, del rispetto del punto
3.1 in modo da ripartire il più possibile sull’autotelaio i carichi concentrati. Per il profilato del
controtelaio potranno essere adottate sezioni che a parità di modulo di resistenza (Wx) e
momento d’inerzia (Jx) non inferiore, consentano riduzioni in altezza del baricentro della struttura
aggiunta (es. profili scatolati o con l’ala superiore rivolta verso l’esterno, ved. fig. 3.18).
Dovranno essere previste idonee controventature che realizzino la rigidezza necessaria nel
collegamento tra l’apparecchiatura di betonaggio ed il proprio telaio di base in modo da svincolare
l’autotelaio dalle forze derivanti dalla particolare configurazione geometrica e funzionale della
betoniera.
Il controtelaio dovrà essere dotato di diagonali in croce verso la parte posteriore.
Tabella 3.4
(Le dimensioni dei profilati sottoriportate si riferiscono al carico massimo consentito sull’asse anteriore, comunque non superiore a 8000
kg (8500, per i veicoli che rispondono ai requisiti riportati nelle note della tabella 2.1.1) - Valori superiori richiedono profilati di maggiori
dimensioni da definire su richiesta).
1) Materiale avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
1 Telaio
2 Profilato di rinforzo con sezione normale a C
3 Profilato di rinforzo con ala superiore rovesciata
4 Posizioni tamburo relative
I collegamenti (ved. punto 3.1.2.) dovranno interessare unicamente i due telai ed essere realizzati
in modo da garantire un ancoraggio sicuro. Per i veicoli che non ne sono dotati in origine,
consigliamo l’impiego di piastre per il contenimento trasversale e longitudinale, limitando l’uso dei
collegamenti elastici all’estremità anteriore del controtelaio (ved. figg. 3.14 e 3.19).
Figura 3.19
1 Controtelaio
2 Mensole
3 Piastre
Utilizzare per questi impieghi i veicoli previsti dalla Casa, negli allestimenti (telaio, sospensioni, freni)
appositamente realizzati a questo scopo.
La posizione della ralla potrà essere scelta tra gli avanzamenti previsti dalla Casa; essi si riferiscono
alla tara della motrice nella versione standard; qualora la massa a vuoto sia variata per successive
applicazioni e/o trasformazioni si dovrà far riferimento alle masse effettive della motrice,
nell’equipaggiamento completo (rifornimenti, autista, attrezzature, ecc.), procedendo alla verifica
dell’avanzamento nel rispetto dei limiti ammessi per i carichi sugli assi (ved. punto 1.2.1.).
Dovranno essere verificate tutte le condizioni geometriche per garantire un buon accoppiamento con
il semirimorchio (ved. punto 3.6.3.), particolarmente nel caso di avanzamenti ralla diversi da quelli
normalmente indicati.
3.6.2 Ralla
Tutte le ralle con capacità di carico, dimensioni e prestazioni, dichiarate idonee dal rispettivo
Costruttore per lo specifico tipo di impiego, possono essere utilizzate sui nostri veicoli. La scelta del
tipo di ralla da adottare dovrà essere fatta in funzione del veicolo e del trasporto da effettuare; per
impieghi fuori strada dovranno essere previste ad esempio ralle con sufficiente grado di oscillazione
trasversale, per ridurre le sollecitazioni di torsione sul telaio del veicolo.
Qualora normative locali lo richiedano, le ralle dovranno corrispondere alle prescrizioni di legge o
essere di tipo omologato; per il loro fissaggio sulla struttura di appoggio, numero viti, dimensioni,
materiale posizionamento degli arresti longitudinali e trasversali, seguire le istruzioni delle Case
costruttrici di ralle.
Essendo la ralla un elemento importante per la sicurezza del veicolo, non dovrà essere oggetto
di alcuna modifica.
I semirimorchi non dovranno avere caratteristiche costruttive (es.: telai eccessivamente flessibili,
capacità frenanti non adeguate, ecc.) tali da provocare effetti negativi sul comportamento di marcia
dell’autoarticolato. Nell’abbinamento tra trattore e semirimorchio dovranno essere verificati tutti i
movimenti relativi, nelle varie condizioni di impiego, garantendo i necessari margini di sicurezza, nel
rispetto di eventuali prescrizioni legislative o normative (es. ISO 1726) per impieghi stradali (ved. fig.
3.20).
Figura 3.20
min 6q min 7q
F1
E1
E F
E = Raggio libero anteriore motrice
E1 = Raggiio ingombro anteriore semirimorchio
F = Raggio ingombro posteriore motrice
F1 = Raggio libero posteriore semirimorchio
Per la definizione dell’altezza del piano ralla, dovranno inoltre essere rispettati gli eventuali altri limiti
stabiliti dalla Casa.
Quando il trattore è fornito senza struttura per l’appoggio ralla, per la sua realizzazione attenersi
alle seguenti prescrizioni:
La struttura dovrà essere opportunamente dimensionata per i carichi verticali ed orizzontali che
la ralla trasmette. Per la sua altezza tenere presente quanto riportato in precedenza.
Per le caratteristiche del materiale della struttura vedere quanto prescritto al punto 3.1.1.
Le superfici superiori ed inferiori della struttura dovranno essere piane per garantire un buon
appoggio sul telaio del veicolo e della base della ralla.
I componenti della struttura, quando questa è realizzata in più elementi, dovranno essere collegati
tra loro con saldature e/o chiodature in modo da formare un unico assieme.
Il fissaggio della struttura al trattore (ved. figg. 3.21 e 3.22), dovrà essere eseguito sugli angolari, ove
esistenti, o come diversamente specificato.
Nel collegamento impiegare viti di classe 8.8 minimo (numero e diametro tali da realizzare un serraggio
non inferiore a quello previsto per il fissaggio ralla) e utilizzare sistemi antisvitamento.
Nell’applicazione di arresti longitudinali non si dovrà intervenire con saldature o forature direttamente
sull’ala del longherone.
In linea di massima per le motrici destinate ad impieghi stradali normali, se non diversamente
previsto dalla Casa, la struttura per l’appoggio ralla dovrà essere del tipo a piastra di forma grecata
(ved. fig. 3.21), collegata al telaio tramite profilati longitudinali ed apposite mensole.
Per alcuni modelli e per determinati mercati, è previsto l’utilizzo di questo tipo di struttura anche per
impieghi non esclusivamente stradali; in questi casi, tipo di servizio e carichi non richiedono un
contributo diretto della struttura al telaio del veicolo agli effetti flessione e torsione.
La piastra grecata viene fornita assieme al veicolo ed a questo fissata provvisoriamente per il trasporto.
Il fissaggio definitivo dovrà essere effettuato a cura di chi provvede al montaggio della ralla.
La piastra di appoggio ralla rappresenta un particolare di sicurezza (soggetto in alcuni Paesi a specifica
omologazione), dovranno essere rispettate le indicazioni fornite per il montaggio e non dovrà essere
oggetto di alcuna modifica.
1 Asse ralla
2 Asse ruote posteriori
3 Avanzamento ralla
4 Profilati longitudinali
5 Piastra grecata
6 Mensola completa
7 Fissaggio inferiore mensola
8 Fissaggio piastra grecata
9 Fissaggio laterale mensola
10 Fissaggio laterale profilati longitudinali
11 Arresti longitudinali
Foratura
Dopo aver stabilito l’avanzamento ralla, eseguire in opera i fori Ø 13,5 mm (sulla costola) e Ø 17 mm
(sull’ala) del profilato longitudinale (ved. fig. 3.21a), utilizzando come maschera la mensola completa
6 e la piastra 5.
Fissaggio delle mensole e delle piastre porta ralla (ved. fig. 3.21a)
Assicurare l’appoggio della mensola completa 6 al telaio, mediante la chiusura delle viti 7 diametro
M12 (coppia di serraggio 80 Nm).
Fissare la piastra 5 al profilato longitudinale, mediante le viti 8 diametro M16 (coppia di serraggio
180 Nm).
Serrare le viti 9 e 10 diametro M12 (coppia di serraggio 80 Nm).
Saldare gli arresti longitudinali a contatto della piastra.
Figura 3.21b
1 Asse ralla
2 Asse ruote posteriori
3 Avanzamento ralla
4 Profilati longitudinali
5 Piastra grecata
6 Staffe di fissaggio
7 Fissaggio piastra grecata (viti classe 10.9)
8 Fissaggio arresti longitudinali
9 Foratura modulare per
avanzamento ralla
10 Arresti longitudinali
11 Longherone telaio
Dopo aver stabilito l’avanzamento ralla (posizioni modulari ogni 45 mm), fissare la piastra ai profilati
longitudinali tramite le viti 7 e le relative staffe 6.
Fissare gli arresti longitudinali tramite le viti 8, a contatto della piastra.
Chiudere le viti 7 e 8 diametro M16 (coppia di serraggio 250-300 Nm).
Figura 3.21c
Dopo aver stabilito l’avanzamento ralla (posizioni modulari ogni 45 mm) fissare gli angolari esterni
6, opportunamente collegati tramite saldature (fori riempiti) alla piastra porta ralla 4, sui profilati
longitudinali del telaio utilizzando le viti 7 con gli appositi distanziali.
Chiudere le viti 7 diametro M14 (coppia di serraggio 150 y 200 Nm).
Tabella 3.5
h s a b i No. mm
161)2) 6
221)2) 8
HD8 - 4x2.......... T 800 960 - 243) 143)
401)2) 8
701)2) 8
401)2)
HD8 - 6x4/6x6.. T 701)2) 8 800 960 - 243) 143)
901)2)
1) L’altezza della piastra dipende dall’avanzamento ralla, dalla dimensione dei pneumatici, dal tipo di sospensione del veicolo, dall’altezza
della ralla utilizzata, per cui va stabilita di volta in volta in modo da garantire i necessari margini di sicurezza nei movimenti relativi tra
trattore e semirimorchio (ved. fig. 3.20).
2) Utilizzando carichi sull’asse anteriore superiori a quelli sotto riportati (es. adottando avanzamenti ralla elevati), oppure per condizioni
pesanti di impiego, è necessario montare una sovrastruttura del tipo indicato al punto 3.6.4.2 (sono esclusi gli incrementi di carico
sull’asse anteriore dovuti a masse aggiunte, applicate nella zona anteriore del veicolo).
3) Utilizzare viti di classe 10.9 con dadi autobloccanti e distanziali di 25 mm di lunghezza.
Figura 3.22
Front wheel axle
1) Materiale avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
Esempio: Ã
À 190x80x8 ÀÃ130x80x8 ÀÃ130x80x8
l210x80x8 [ opp. l l 150x80x8
Profilato combinato in alternativa 150x80x8 + piatto
al profilato a C 250x80x8 (mm): +d -angolare +d -angolare
+ piatto da 15x80
da 15x80
Le indicazioni di cui sopra non potranno essere utilizzate quando il controtelaio è collegato al telaio del veicolo tramite mensole. In
questo caso la distribuzione dei momenti e delle sollecitazioni dovrà essere determinata singolarmente per ciascuna sezione del telaio
e del controtelaio.
In casi particolari (es.: modelli per i quali non è prevista in origine la versione trattore), possono essere
autorizzate trasformazioni da autocarro in trattore per semirimorchio. Le prescrizioni relative al tipo di
struttura porta ralla da realizzare, alle variazioni da apportare all’autotelaio (es.: sospensioni, impianto
frenante, ecc.) in funzione delle condizioni di impiego, saranno definite di volta in volta.
Il trasporto di materiali indivisibili e con dimensioni eccedenti i normali valori viene regolato nei
vari paesi attraverso specifiche normative.
Questi trasporti, in cui si realizzano particolari configurazioni delle forze a seguito dei carichi verticali
concentrati e delle spinte dinamiche in frenata, richiedono di effettuare direttamente con la Casa scelta
del tipo di veicoli da utilizzare.
La struttura per il sostegno del carico sul trattore dovrà essere del tipo a controtelaio (ved. punto
3.6.4.2); gli altri limiti potranno essere di volta in volta precisati sulle nostre autorizzazioni.
L’installazione di cisterne e contenitori sul telaio dei nostri veicoli dovrà essere effettuata di
regola mediante l’applicazione di un idoneo controtelaio.
Le dimensioni indicative del profilato da adottare per il controtelaio, sono riportate in tabella 3.7.
Tabella 3.7
1) Irrigidire il controtelaio nella zona degli appoggi delle cisterne e dei contenitori.
2) Sistemare il sopporto anteriore della cisterna in posizione avanzata o in prossimità del sopporto posteriore della molla del 2q asse
anteriore. In caso contrario si renderà necessario l’utilizzo di un profilato di maggiori dimensioni, ed una specifica autorizzazione.
3) Materiale avente caratteristiche di snervamento non inferiori a 355 N/mm2 (Fe 510).
Il montaggio delle cisterne, o più in generale di strutture molto rigide torsionalmente, dovrà essere
effettuato in modo da mantenere al telaio del veicolo una sufficiente e graduale flessibilità torsionale,
evitando zone ad elevata sollecitazione.
Consigliamo per i collegamenti tra corpo cisterna e controtelaio, di utilizzare elementi elastici (ved.
fig. 3.23) nella parte anteriore e sopporti rigidi resistenti alle forze longitudinali e trasversali verso
la parte posteriore.
Figura 3.23
Come già indicato, i collegamenti rigidi posizionati in corrispondenza dei sopporti della sospensione
posteriore sono i più idonei a trasmettere le forze direttamente agli elementi della sospensione; i
collegamenti flessibili sono da posizionare in corrispondenza del sopporto posteriore della
sospensione anteriore.
Qualora ciò non sia realizzato, potrà essere necessario prevedere profilati longitudinali di rinforzo di
dimensioni maggiori rispetto a quelle indicate in tabella 3.7.
Altri tipi di collegamento della sovrastruttura, potranno essere autorizzati su richiesta.
Per i veicoli stradali, si può in generale considerare che il primo collegamento elastico anteriore possa
consentire, durante la fase di torsione del telaio del veicolo, un distacco di c.a. 10 mm tra controtelaio
e telaio.
L’applicazione di cisterne direttamente sul telaio del veicolo senza interposizione di controtelaio, potrà
essere realizzata alle seguenti condizioni:
La distanza tra i vari appoggi dovrà essere stabilita in funzione del carico da trasmettere; prevedere
indicativamente distanze non superiori a 1 m.
Gli appoggi dovranno essere realizzati in modo da distribuire uniformemente il carico e su una
superficie adeguatamente ampia; opportune controventature dovranno contenere le spinte
longitudinali e trasversali.
Altre soluzioni di ancoraggio dovranno essere autorizzate dalla Casa.
Le cisterne autoportanti potranno essere sistemate direttamente sul telaio del veicolo, utilizzando
adeguati sopporti, posizionati immediatamente dietro la cabina di guida e nella zona dell’asse
posteriore (o assi posteriori). La quantità e la distribuzione sono in funzione del numero degli assi
e del passo; possono variare da min. 2 ogni lato per veicoli a 2 assi e passo corto a min. 3 per veicoli
a 3 o 4 assi con passo corto (ved. fig. 3.24).
Gli ancoraggi dovranno avere una sufficiente estensione in lunghezza (circa 600 mm) ed essere
sistemati nelle immediate vicinanze dei sopporti sospensioni (distanza max. 400 mm).
Prevedere particolarmente per l’ancoraggio anteriore caratteristiche elastiche adeguate a
consentire i necessari movimenti torsionali del telaio del veicolo.
Varie sono le soluzioni possibili in funzione del tipo di realizzazione.
Figura 3.24
Per consentire il rispetto dei limiti max ammessi sugli assi, dovranno essere definiti i valori massimi del
volume, il grado di riempimento del contenitore e la massa volumetrica della merce trasportata. Nelle
cisterne e nei contenitori singoli realizzati con compartimenti separati è necessario che in qualunque
condizione di riempimento siano sempre rispettati oltre i limiti massimi sugli assi, il rapporto minimo
tra massa asse anteriore e massa complessiva del veicolo a pieno carico (ved. punti 1.2.1 e 1.2.3).
In considerazione del tipo di allestimento si richiede particolare attenzione nel contenere il più
possibile l’altezza del baricentro, al fine di ottenere una buona stabilità di marcia del veicolo (ved. punto
1.2.2); consigliamo l’impiego di veicoli nella versione con barre stabilizzatrici.
Nelle cisterne e nei contenitori per liquidi, si dovranno prevedere apposite paratie trasversali e
longitudinali allo scopo di ridurre le spinte dinamiche che il liquido trasmette durante la marcia quando
i serbatoi non sono completamente riempiti e che potrebbero influenzare negativamente le
condizioni di marcia e di resistenza del veicolo.
Analogamente si dovrà provvedere nei riguardi dei rimorchi e semirimorchi, per evitare carichi
dinamici sui dispositivi di accoppiamento.
Nelle installazioni di contenitori per il trasporto carburante o liquidi infiammabili, attenersi per la
realizzazione alle leggi vigenti in materia di sicurezza (ved. punto 2.17).
La scelta del tipo di gru dovrà essere effettuata tenendo conto delle sue caratteristiche (massa
propria, coppia massima), in relazione alle prestazioni del veicolo.
Il posizionamento della gru e del carico utile dovrà essere effettuato nel rispetto dei limiti di carico
ammessi per il veicolo. Nell’applicazione della gru occorrerà rispettare le prescrizioni di legge
specifiche della stessa e verificare quelle richieste per il veicolo.
Durante la fase di lavoro della gru, gli stabilizzatori (possibilmente idraulici) dovranno essere messi in
opera ed a contatto con il suolo. Il montaggio della gru dovrà in linea di massima essere effettuato
mediante l’interposizione di un idoneo controtelaio per la cui realizzazione oltre al rispetto delle
prescrizioni di carattere generale (ved. punto 3.1), si dovrà, per le dimensioni dei profilati del
controtelaio, far riferimento alle tab. 3.8, 3.9 e 3.10.
Nei casi in cui non viene richiesto un controtelaio specifico (settori indicati con la lettera A) occorrerà
sempre prevedere una adeguata base di appoggio della gru sul telaio del veicolo (profilati di lunghezza
pari ad almeno 2,5 volte la larghezza della struttura di base della gru) per ripartire il carico e le
sollecitazioni risultanti nella fase di lavoro della gru.
Se l’allestimento del veicolo (es.: ribaltabile) richiede l’applicazione di un proprio controtelaio, esso
potrà essere considerato valido anche per la gru purché di dimensioni sufficienti.
Casi particolari in cui i valori di MG max cadono nei settori indicati con la lettera E (o per valori
maggiori), dovranno essere verificati di volta in volta.
Figura 3.25
Le dimensioni del controtelaio sono riferite al momento complessivo massimo statico della gru (MG
max), ricavato dalla relazione riportata in fig. 3.25.
Definizione del numero degli stabilizzatori e realizzazione del tipo di controtelaio, (in particolare per
la sua rigidezza torsionale: sezioni scatolate, traverse, ecc.) sono funzione del momento max e della
posizione della gru ed è di competenza del Costruttore della gru e dell’Applicatore.
Il fissaggio al telaio del veicolo dei profilati di rinforzo, dovrà di regola essere effettuato
utilizzando le mensole di serie (ved. fig. 3.26), integrandole se necessario con altri fissaggi sempre
di tipo elastico (mensole o bride); allo scopo di mantenere il più possibile invariate le caratteristiche
flessionali e torsionali del telaio del veicolo.
Le dimensioni dei profilati di rinforzo da utilizzare per questo tipo di collegamento, sono riportate nella
tab. 3.8.
Nei casi in cui sia necessario ridurre l’altezza del profilato del controtelaio (es. per contenere l’altezza
complessiva del veicolo) su veicoli per impiego esclusivamente stradale, il fissaggio del controtelaio
potrà essere effettuato con collegamenti resistenti al taglio (ved. fig. 3.27). Per queste applicazioni le
dimensioni minime del profilato di rinforzo sono riportate nella tab. 3.9.
È consigliabile l’adozione di profilati a sezione costante per tutta la lunghezza utile del veicolo; riduzioni
della sezione del profilato (sempre graduali) sono possibili nelle zone in cui il momento flettente
indotto dalla gru assume valori corrispondenti alle caselle contrassegnate dalla lettera “A” in tab. 3.8
e tab. 3.9.
Il controtelaio della gru, come indicato in fig. 3.26 può integrarsi verso la parte posteriore con quello
previsto per altra sovrastruttura; la lunghezza “Lv” dovrà in ogni caso non essere inferiore al 35% del
passo per i veicoli con cabina avanzata; ciò nei casi in cui il profilato della sovrastruttura sia di sezione
inferiore.
Figura 3.26
1 Controtelaio
2 Collegamenti
3 Collegamenti gru
4 Stabilizzatori
Nelle installazioni di gru sui veicoli con cabina profonda (doppia o tripla), quando non sia possibile
proseguire con il controtelaio fino al sopporto, posteriore della molla anteriore, potrà essere
necessario in funzione della capacità della gru limitare il campo di rotazione della stessa, in modo da
non superare il momento flettente ammesso dal telaio.
L’applicazione di gru sui veicoli per impiego fuori strada potrà richiedere nella parte anteriore e
centrale la realizzazione di collegamenti elastici tra telaio e controtelaio (ved. fig. 3.11), per non
vincolare eccessivamente il movimento torsionale del telaio. Essendo in questi casi la gru collegata in
pratica al solo controtelaio, le dimensioni dei profilati longitudinali dovranno essere adeguate a
sostentare i momenti indotti dall’utilizzo della gru.
Per gli elementi del veicolo sistemati dietro la cabina (es.: comandi cambio, filtro aria, dispositivo
bloccaggio cabina ribaltabile, ecc.) non deve essere pregiudicata la funzionalità; lo spostamento di
gruppi quali cassa batterie, serbatoio combustibile, ecc., è consentito purché venga ripristinato lo
stesso tipo di collegamento originario.
La sistemazione della gru dietro cabina comporta normalmente un arretramento nel posizionamento
del cassone o attrezzatura. Nel caso particolare di attrezzature ribaltabili particolare attenzione dovrà
essere posta al posizionamento dei sopporti del dispositivo di sollevamento e delle cerniere posteriori
di ribaltamento il cui arretramento dovrà essere limitato il più possibile (ved. punto 3.4).
Materiale -20 20- 30- 40- 50- 60- 70- 80- 90- 100- 120- 140- 160- 180- 200- 220- 240- 260- 280-
controtelaio 30 40 50 60 70 80 90 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300
limite di
snervamen
snervamen-
(sezione to
Valore minimo del modulo di resistenza della sezione del controtelaio Wx (cm3)1)
telaio in mm) (N/mm2)
HD8 - 4x2/4x4 fino 5100 355 A A A A A A A A A A 211) 89 119 150 245 374 439 E E
(320 X 70 X 8) 420 A A A A A A A A A A 211) 89 119 150 185 208 245 343 406
HD8 - 6x4/6x6 fino 4500/1400 355 A A A A A A A A A A A 211) 89 119 150 245 374 474 E
(320 X 90 X 10) 420 A A A A A A A A A A A 211) 89 119 150 185 208 245 343
HD8 - 8x4/8x6/ fino 6000/1400(*) 355 A A A A A A A A A A A A A A 571) 105 150 286 439
8x8 420 A A A A A A A A A A A A A A 571) 105 150 173 208
(320 X 90 X 10)
Tabella 3.9
Gru montate dietro la cabina di guida
(fissaggio controtelaio con piastre resistenti al taglio)
Materiale -20 20- 30- 40- 50- 60- 70- 80- 90- 100- 120- 140- 160- 180- 200- 220- 240- 260- 280-
controtelaio 30 40 50 60 70 80 90 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300
limite di
snervamen-
(sezione to
Valore minimo del modulo di resistenza della sezione del controtelaio Wx (cm3)1)
telaio in mm) (N/mm2)
HD8 4x2/4x4 fino 5100 355 A A A A A A A A A A 311) 46 89 89 135 150 173 208 245
(320 X 70 X 8) 420 A A A A A A A A A A A 311) 361) 89 89 105 135 150 173
HD8 6x4/6x6 fino 355 A A A A A A A A A A A 311) 361) 89 89 105 135 150 173
(320 X 90 X 10) 4500/1400 420 A A A A A A A A A A A A A 311) 46 89 89 105 135
HD8 8x4/8x6/ fino 355 A A A A A A A A A A A 311) 361) 89 89 105 135 150 173
8x8 6000/1400 420 A A A A A A A A A A A A A 311) 361) 89 89 105 135
(320 X 90 X 10) (*)
Modulo di resistenza Wx 355 48 72 96 120 143 167 191 215 238 286 334 381 329 477 524 572 619 667 715
(cm3) necessario per la
sezione unica telaio più con-
420
490
½ *
40
34
60
50
80
67
100 120 140 160 180 200 240 280 320 360 400 440 480 520 560 600
84 100 117 134 150 167 200 234 267 300 334 367 400 434 467 500
trotelaio, riferito al controte-
laio e per ogni lato del vei-
colo
182133 250x80x7
A = È sufficiente il profilato di rinforzo prescritto per la relativa sovrastruttura (es. tab. 3.1 per i cassoni normali).
Chiudere il profilato di rinforzo nella zona di montaggio della gru. Rinforzare nella zona della gru i profilati di rinforzo che hanno spessore
inferiore a 5 mm.
E = Da controllare caso per caso (inviare la documentazione tecnica con le verifiche sulle sollecitazioni e la stabilità).
(*) Passo rilevato tra secondo e terzo asse.
1) Quando per la sovrastruttura è richiesto un modulo di resistenza più elevato (es. applicazione cassoni tab. 3.1), utilizzare quest’ultimo
anche per la gru.
Qualora si desideri ridurre l’altezza del profilato di rinforzo, utilizzando collegamenti tra telaio e controtelaio resistenti agli sforzi di taglio,
in sostituzione del profilato a C prescritto (Modulo di resistenza indicato in tab. 3.9), potranno essere adottati profilati con sezioni combinate
come di seguito indicato, a condizione che larghezza ala e spessore non siano inferiori ai valori corrispondenti del profilato prescritto e
riportati nella tabella per la scelta dei profilati. Si tratta di indicazioni di carattere generale valide per i materiali indicati. La possibilità di utilizzare
materiali con caratteristiche meccaniche superiori, richiede una verifica del momento resistente complessivo del telaio più controtelaio
(vedere al fondo della tab. 3.9). Tuttavia nel tratto dove il profilato del controtelaio non è rinforzato (profilo a C), non si dovrà utilizzare
un profilato con modulo di resistenza inferiore a quello richiesto per la specifica sovrastruttura (es. tab. 3.1 per i cassoni fissi). Dato che
riducendo l’altezza del profilato del controtelaio, diminuisce anche la resistenza alla torsione, nel caso di gru con quattro stabilizzatori,
l’allestitore dovrà prevedere particolari accorgimenti atti a realizzare una adeguata rigidezza torsionale del controtelaio nella zona di
appoggio della gru. Per queste ragioni si consiglia di non utilizzare profilati con altezza inferiore a 120 mm. Poiché inoltre la realizzazione
di queste soluzioni, limita la capacità torsionale del telaio principale durante la marcia, si potrà prevedere il loro utilizzo solo su veicoli di
impiego esclusivamente stradale.
Le indicazioni di cui sopra non potranno essere utilizzate quando il controtelaio è collegato al telaio del veicolo tramite mensole (ved. tab.
3.8). In questo caso la distribuzione dei momenti e delle sollecitazioni dovrà essere determinata singolarmente per ciascuna sezione del
telaio e del controtelaio.
In considerazione della particolare distribuzione delle masse sul veicolo (carico concentrato sullo
sbalzo) ed al fine di garantire la rigidezza torsionale necessaria per un buon comportamento su strada
e durante la fase di lavoro della gru, il controtelaio sarà opportunamente irrigidito in relazione alla
capacità della gru; saranno da adottare (ved. punto 3.1.1.) profili scatolati e controventature in
corrispondenza della sospensione posteriore e per tutto lo sbalzo posteriore (quota Lv) - ved. fig. 3.28.
Dovrà essere curato che il passaggio tra profilo scatolato e profilo aperto sia ben raccordato, secondo
gli esempi riportati in fig. 3.4.
Nella zona interessata dal profilo scatolato il fissaggio al telaio del veicolo dovrà essere realizzato con
collegamenti resistenti al taglio (piastre in quantità sufficiente, distanziate al max 700 mm) fermo
restando l’impiego di fissaggi elastici nella parte anteriore. Si dovrà verificare che in qualsiasi condizione
di carico il rapporto tra massa sull’asse anteriore ed asse posteriore (o assi posteriori) rispetti il limite
definito per ogni veicolo (ved. punto 1.2.3.).
Poiché la necessaria rigidezza per il controtelaio dipende da vari fattori (es. capacità della gru,
dimensionamento del basamento di appoggio, tara del veicolo, sbalzo del telaio), non è possibile dare
qui indicazioni valide per tutte le situazioni, per cui l’Allestitore dovrà operare se necessario anche
attraverso prove di comportamento sulla stabilità del veicolo. Se a seguito di tali rilievi la rigidezza
risultasse insufficiente, l’Allestitore dovrà adottare gli opportuni accorgimenti per ottenere una
corretta realizzazione.
La sbalzatura posteriore della gru (quota Lu ved. fig. 3.28), dovrà essere limitata il più possibile (non
superare il 50% del passo), per mantenere buone caratteristiche di marcia del veicolo e regimi di
sollecitazione accettabili per il telaio.
Nei veicoli con asse aggiunto posteriore sollevabile, la verifica del carico minimo sull’asse anteriore
dovrà essere effettuata con l’asse posteriore sollevato (nei paesi in cui è ammessa la marcia del veicolo
in queste condizioni), (ved. punto 1.2.3.). Qualora non sia raggiunto il valore minimo richiesto, la marcia
del veicolo dovrà essere possibile solo con l’asse abbassato.
Materiale -20 20- 30- 40- 50- 60- 70- 80- 90- 100- 120- 140- 160- 180- 200- 220- 240- 260- 280-
controte- 30 40 50 60 70 80 90 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300
laio
Limite di
snerva-
(sezione mento Valore minimo del modulo di resistenza della sezione del controtelaio Wx (cm3)1)
telaio in mm) (N/mm2)
HD8 4x2/4x4 fino 5100 355 A A A A A A A A A A 231) 321) 421) 57 110 110 135 135 173
(320 X 70 X 8) 420 A A A A A A A A A A 231) 231) 231) 421) 57 71 110 135 173
HD8 6x4/6x6 fino 4500/1400 355 A A A A A A A A A A A A A 57 71 110 110 135 173
(320 X 90 X 10) 420 A A A A A A A A A A A A A 321) 421) 57 71 110 110
HD8 8x4/8x6 6000/1400 (*) 355 A A A A A A A A A A A A 231) 321) 421) 57 110 110 135
8x8 420 A A A A A A A A A A A A A A 231) 421) 421) 57 71
(320 X 90 X 10)
Modulo di resistenza Wx (cm3) 355 48 72 96 120 143 167 191 215 238 286 334 381 329 477 524 572 619 667 715
necessario per la sezione unica 420
telaio più controtelaio, 490 ½ ¤
40
34
60
50
80
67
100 120 140 160 180 200 240 280 320 360 400 440 480 520 560 600
84 100 117 134 150 167 200 234 267 300 334 367 400 434 467 500
riferito al controtelaio
e per ogni lato del veicolo
A = È sufficiente il profilato di rinforzo prescritto per la relativa sovrastruttura (es. tab. 3.1 per i cassoni normali).
Rinforzare nella zona della gru i profilati di rinforzo che hanno spessore inferiore a 5 mm.
¤ Vale anche per il profilato del telaio (ala inferiore della sezione complessiva).
(*) Passo misurato tra secondo e terzo asse.
I = Quando per la sovrastruttura è richiesto un modulo di resistenza più elevato (es. applicazione cassoni tab. 3.1), utilizzare quest’ultimo
anche per la gru.
Qualora si desideri ridurre l’altezza del profilato di rinforzo, utilizzando collegamenti tra telaio e controtelaio resistenti al taglio, in sostituzione
del profilato prescritto (Modulo di resistenza indicato in tab. 3.10), potranno essere adottati profilati con sezioni combinate come di seguito
indicato, a condizione che larghezza ala e spessore non siano inferiori ai valori corrispondenti del profilato prescritto e riportati nella tabella
per la scelta dei profilati. Si tratta di indicazioni di carattere generale valide per i materiali indicati. La possibilità di utilizzare materiali con
caratteristiche meccaniche superiori, richiede una verifica del momento resistente complessivo del telaio più controtelaio (vedere al fondo
della tab. 3.10). Tuttavia nel tratto dove il profilato del controtelaio non è rinforzato (profilo a C), non si dovrà utilizzare un profilato con
modulo di resistenza inferiore a quello richiesto per la specifica sovrastruttura (es. tab. 3.1 per i cassoni fissi). Dato che riducendo l’altezza
del profilato del controtelaio, diminuisce anche la resistenza alla torsione, si consiglia di non utilizzare profilati con altezza inferiore a 120 mm.
Riduzione massima 20 60 80 60 80
dell’altezza del profilato (mm):
Riduzione effettiva 12 45 57 52 64
in altezza (mm):
La possibilità di interrompere la continuità dei rinforzi combinati è limitata a casi particolari e dovrà essere autorizzata. Analogamente quando
l’applicazione dell’angolare esterno di rinforzo (soluzione F e G, ved. fig. 3.4), presenta difficoltà(es. presenza dei sopporti sospensione) e
l’incavo da realizzare potrebbe ridurre eccessivamente la capacità resistente della sezione, la soluzione dovrà essere sottoposta ad
approvazione con i rinforzi ed i momenti resistenti proposti.
1 Controtelaio
2 Piastre
3 Mensole
4 Collegamenti gru
5 Stabilizzatori
6 d Angolare di collegamento (soluzione alternativa)
L’installazione di gru amovibili sullo sbalzo posteriore, potrà essere realizzata sulla base delle
indicazioni del paragrafo precedente, a condizioni che il tipo di fissaggio adottato tra gru e
controtelaio, non induca sollecitazioni supplementari sul telaio del veicolo.
In considerazione delle possibilità di impiego del veicolo con e senza gru (dove ammessa),
raccomandiamo di indicare sulla sovrastruttura la posizione del carico utile conseguente ai due
allestimenti.
Quando per il veicolo viene mantenuta la possibilità di traino di rimorchio, dovranno essere rispettate
tutte le condizioni stabilite dalle normative per il corretto accoppiamento.
Le dimensioni dei profilati di rinforzo da utilizzare per l’applicazione di sponde caricatrici, potranno
essere definite:
Attraverso la tab. 3.11, in presenza di sbalzi posteriori di serie e con valori medi dei momenti
flettenti indotti dalle sponde, in funzione della loro capacità. Sono inoltre indicate le capacità oltre
le quali si rende necessario utilizzare idonei stabilizzatori.
Per lunghezze diverse dello sbalzo posteriore e con sponde caricatrici specifiche (es. sponde in
alluminio), potranno essere definiti i momenti flettenti indotti sul telaio, attraverso le indicazioni
della fig. 3.29, e le caratteristiche dei profilati di rinforzo con la relativa tab. 3.12.
A cura dell’Allestitore o del Costruttore della sponda, dovrà essere verificata la sicurezza e stabilità
operativa, particolarmente nel caso di utilizzo della tab. 3.12.
In ogni caso, particolarmente negli allestimenti specifici privi di adeguato controtelaio (es.
furgonature, cassonati realizzati mediante traverse), il fissaggio degli elementi della sponda
caricatrice dovrà avvenire tramite una struttura che consenta la distribuzione degli sforzi sul telaio
del veicolo.
Inoltre per conferire la necessaria resistenza e rigidezza, il collegamento tra telaio e controtelaio dovrà
essere realizzato, particolarmente negli sbalzi superiori a 1500 mm, con piastre resistenti al taglio
(distanziate al max 700 mm) nella zona dello sbalzo posteriore, fino al sopporto anteriore della
sospensione posteriore (ved. fig. 3.29).
Stabilizzatori
Capacità
Peso proprio della
o assi posteriori
della sponda
Mezzeria asse
sponda durante la
fase operativa
Gli stabilizzatori che dovranno essere fissati alla struttura di sostegno della sponda, saranno
preferibilmente a funzionamento idraulico e saranno messi in opera per tutte le condizioni di carico
della sponda.
La stabilità del veicolo in tutte le condizioni di esercizio della sponda caricatrice, dovrà essere verificata
anche nel rispetto delle norme esistenti.
Per ridurre il cedimento elastico del telaio, inevitabile quando si usa la sponda caricatrice, l’Allestitore
potrà utilizzare profilati di rinforzo di dimensioni superiori rispetto ai valori minimi indicati nelle tab.
3.11 e 3.12.
Le dimensioni dei profilati riportate nella tab. 3.11, sono valide per gli sbalzi posteriori indicati. Per sbalzi
superiori si dovrà verificare la necessità di applicare gli stabilizzatori oppure profilati di maggiori
dimensioni (ved. tab. 3.12).
L’installazione di sponde caricatrici dovrà essere effettuata tenendo presenti i carichi massimi ammessi
sull’asse o assi posteriori e del carico minimo stabilito per l’asse anteriore (ved. punto 1.2.3); qualora
ciò non dovesse essere rispettato, dovrà essere previsto l’accorciamento dello sbalzo posteriore.
Nelle installazioni di sponde caricatrici elettro-idrauliche, si dovrà verificare la sufficiente capacità delle
batterie e potenza dell’alternatore (ved. punto 2.15).
Nei veicoli con terzo asse sollevabile, l’utilizzo della sponda caricatrice con l’asse sollevato è consentito
solo con l’impiego di stabilizzatori.
(sezione telaio in mm) (mm) 355 355 355 355 355 355 355 355
(sezione telaio in mm) (mm) 355 355 355 355 355 355 355 355
HD8 - 4x2/4x4 fino 5100 355 72,5 80,5 86,1 83,1 88,7 (98,1) (102,8) (108,6) (134,7) (143,4) (145,2)
(320 X 70 X 8) 420 86,3 (95,9) (102,5) (99,0) (105,6) (116,8) (122,4) (129,2) (160,3) (170,7) (172,9)
HD8 - 6x4/6x6 fino 4500 355 (119,0) (130,7) (138,7) (133,1) (141,0) (154,6) (159,4) (163,3) (199,1) (208,2) (207,1)
(320 X 90 X 10) 420 (141,7) (155,6) (165,1) (158,5) (167,9) (184,1) (189,8) (196,8) (237,0) (247,8) (246,5)
HD8 - 8x4/8x6/ fino 6000 355 (119,0) (130,7) (138,7) (133,1) (141,0) (154,6) (159,4) (163,3) (199,1) (208,2) (207,1)
8x8 420 (141,7) (155,6) (165,1) (158,5) (167,9) (184,1) (189,8) (196,8) (237,0) (247,8) (246,5)
(320 X 90 X 10)
135 150 173 208 245 286 317 343 374 406 439 474
Materiale
controtelaio
Limite di
snerva- Momento flettente statico ammesso per profilato telaio-controtelaio
(sezione Passo mento (kNm)
telaio in mm) (mm) (N/mm2) (collegamenti resistenti al taglio)
HD8 - 4x2/4x4 fino 5100 355 (161,2) (176,0) (187,7) (207,0) (227,1) (249,0) (264,6) (280,0) (297,7) (315,2) (333,2) (351,9)
(320 X 70 X 8) 420 (191,9) (209,6) (223,6) (246,4) (270,3) (296,5) (315,0) (334,3) (354,4) (375,2) (396,7) (418,9)
HD8 - 6x4/6x6 fino 4500 355 (228,8) (249,2) (261,6) (281,6) (306,2) (328,9) (345,0) (361,8) (379,3) (397,5) (416,4) (435,9)
(320 X 90 X 10) 420 (272,4) (296,7) (311,4) (335,2) (364,5) (391,5) (410,7) (430,8) (451,6) (473,3) (495,7) (518,9)
HD8 - 8x4/8x6/ fino 6000 355 (228,8) (249,2) (261,6) (281,6) (306,2) (328,9) (345,0) (361,8) (379,3) (397,5) (416,4) (435,9)
8x8 420 (272,4) (296,7) (311,4) (335,2) (364,5) (391,5) (410,7) (430,8) (451,6) (473,3) (495,7) (518,9)
(320 X 90 X 10)
( ) Esaminare le necessità di impiegare idonei stabilizzatori, verificando la stabilità durante la fase operativa.
Note: ved. pag. 3-55.
A = Sufficiente il profilato di rinforzo prescritto per la relativa sovrastruttura (es. tab. 3.1 per i cassoni normali).
1 = Qualora si desideri ridurre l’altezza del profilato di rinforzo, utilizzando collegamenti tra telaio e controtelaio resistenti agli sforzi di taglio,
in sostituzione del profilato a C prescritto (valori indicati in tab. 3.11), potranno essere adottati profilati con sezioni combinate come
di seguito indicato, a condizione che larghezza ala e spessore non siano inferiori ai valori corrispondenti del profilato prescritto e riportati
nella tabella per la scelta dei profilati. Si tratta di indicazioni di carattere generale valide per i materiali indicati. La possibilità di utilizzare
materiali con caratteristiche meccaniche superiori, richiede una verifica del momento resistente complessivo del telaio più controtelaio.
Tuttavia nel tratto dove il profilato del controtelaio non è rinforzato (profilo a C), non si dovrà utilizzare un profilato con modulo di
resistenza inferiore a quello richiesto per la specifica sovrastruttura (es. tabella 3.1 per i cassoni fissi).
Limite di snervamento del materiale d 320 d 320 d 240 d 240 d 360 d 360
(N/mm2)
Lunghezza della
soluzione con rinforzo
combinato (ved.
(ved fig.
fig 3.29)
3 29)
LV = 0.5.LU 0.6.LU 0.8LU 0.85LU 0.8.LU 0.85.LU
LH= 0.6.LU 0.65.LU 0.95LU 1.0.LU 0.95.LU 1.0.LU
Esempio: l210x80x8 []190x80x8 [ or l []1 30x80x8 l 150x80x8 []30x80x8
Profilato combinato in 150x80x8 + piatto da +d -angolare
alternativa al profilato +d -angolare
+ piatto da 15x80
a C 250x80x8 (mm): 15x80
La possibilità di interrompere la continuità dei rinforzi combinati è limitata a casi particolari e dovrà essere autorizzata. Analogamente quando
l’applicazione dell’angolare esterno di rinforzo (soluzione F e G ved. fig. 3.4), presenta difficoltà (es. presenza dei sopporti sospensione e
l’incavo da realizzare potrebbe ridurre eccessivamente la capacità resistente della sezione, la soluzione dovrà essere sottoposta ad
approvazione con i rinforzi ed i momenti proposti.
Nella gamma dei veicoli prodotti dalla Casa sono previste versioni speciali con caratteristiche
proprie per l’applicazione di sovrastrutture specifiche. Nel caso di impiego di questi veicoli diverso
da quello previsto, la Casa confermerà i diversi limiti e caratteristiche (masse, prestazioni).
L’allestimento di veicoli per impieghi municipali quali compattatori, compressori, innaffiatrici stradali,
richiede in molti casi:
La realizzazione di un controtelaio particolarmente robusto verso la parte posteriore e
collegamenti del tipo elastico verso la parte anteriore del veicolo.
L’accorciamento dello sbalzo posteriore telaio. Quando siano necessari sbalzi molto corti, il telaio
può essere accorciato subito a valle del sopporto posteriore molla, mantenendo integro il
collegamento al telaio della traversa applicata in corrispondenza.
Lo scarico motore in posizione verticale, dietro cabina. Adottare in questi casi soluzioni analoghe
a quelle previste dalla Casa (ved. p. 2.8.1).
L’adozione di sospensioni posteriori realizzate con molle asimmetriche.
La nuova sistemazione delle luci posteriori.
L’applicazione sulla parte anteriore del veicolo di attrezzature sgombraneve (lame o vomeri),
dovrà essere realizzata tramite idonee strutture di sostegno, osservando solo per quanto riguarda
il collegamento al telaio, le prescrizioni riportate al punto 2.2.1.
Dovranno altresì essere rispettate tutte le prescrizioni e normative nazionali che regolano
l’applicazione di queste attrezzature.
Dovrà essere salvaguardata la funzionalità e la possibilità di utilizzo degli elementi originali sistemati
anteriormente al veicolo (es. gancio di manovra, pedana per la pulizia del parabrezza). In caso contrario
l’Allestitore dovrà prevedere sistemi equivalenti, nel rispetto delle prescrizioni e normative di
sicurezza.
Il rispetto del carico richiesto dovrà essere documentato e garantito dalla Ditta che realizza
l’installazione.
L’applicazione di un verricello sul veicolo viene di regola effettuata nei seguenti punti:
Sulla parte anteriore del telaio (frontale).
Sul telaio del veicolo, dietro cabina.
Tra i longheroni del veicolo, in posizione centrale o laterale.
Sulla parte posteriore del telaio.
L’applicazione dovrà essere realizzata in modo da non alterare il buon funzionamento dei gruppi
ed organi del veicolo, nel rispetto dei limiti massimi ammessi sugli assi e seguendo le istruzioni del
Costruttore del verricello. Il fissaggio del gruppo e degli organi di rinvio al telaio del veicolo, dovrà
avvenire nel rispetto del punto 2.2.1, avendo cura di rinforzare non solo localmente, le zone di attacco
(ved. punto 2.16), in funzione del tiro della fune del verricello e particolarmente della sua componente
trasversale, quando la trazione è obliqua.
L’applicazione di un verricello nella zona dietro cabina, dovrà prevedere l’interposizione di un telaio
ausiliario avente dimensioni e struttura (traverse e diagonali per l’irrigidimento) adeguate alla capacità
del verricello.
La Casa ha disponibili, per alcuni modelli, diverse applicazioni di verricello; per altre necessità, nella
scelta dei tipi di verricello esistenti in commercio, si consigliano quelli a comando idraulico per i quali
possono inoltre essere utilizzate pompe idrauliche già installate per altri servizi (cassoni ribaltabili, gru,
ecc.).
Nel caso di montaggio di verricelli meccanici, per la trasmissione del comando occorre attenersi alle
indicazioni riportate ai punti 4.1 e 4.2.
Per i verricelli con comando a vite senza fine, nel dimensionamento degli elementi della presa di moto,
si dovrà tener conto del basso rendimento di questo tipo di comando.
I verricelli a comando elettrico vanno impiegati per basse potenze e brevi durate, date le limitate
capacità della batteria e dell’alternatore. Rispettare le eventuali prescrizioni di sicurezza.
4. Prese di forza
4.1 Generalità 4-5
4.2 Presa di forza dal cambio di velocità 4-8
4.3 Presa di forza dal ripartitore di coppia 4-12
4.4 Presa di forza dalla trasmissione 4-12
4.5 Prese di forza dal motore 4-13
4.5.1 Parte anteriore 4-13
4.5.2 Parte posteriore 4-14
4.5.2.1 Presa di forza dal volano motore (sulla frizione) IVECO MULTIPOWER 4-14
4.5.2.1.1 P.T.O. dal volano motore 4-15
4.5.2.1.2 Installazione presa di forza IVECO MULTIPOWER 4-16
4.5.2.2 Presa di forza dal volano motore (sulla frizione) ZF NMV 221 4-16
4.5.2.2.1 P.T.O. dal volano motore 4-17
4.5.2.2.2 Installazione presa di forza ZF NMV221 4-18
Per il comando di gruppi ausiliari quali ribaltabili, pompe per calcestruzzo, betoniere, compressori,
veicoli municipali, ecc., possono essere montati vari tipi di prese di forza per il prelievo del moto. In
funzione del tipo di impiego e delle prestazioni richieste, l’applicazione potrà essere effettuata:
- Sul cambio (o sul ripartitore di coppia).
- Sulla trasmissione.
- Sulla parte anteriore del motore.
- Sulla parte posteriore del motore.
Le caratteristiche e le prestazioni sono indicate nei paragrafi che seguono e riportate sulla
documentazione fornibile a richiesta.
Nella definizione della potenza necessaria per gli apparecchi da comandare, particolarmente
quando i valori richiesti sono elevati, sarà opportuno considerare anche le potenze assorbite nella
fase di trasmissione del moto (5 y 10% per le trasmissioni meccaniche, cinghie e ingranaggi, e valori
superiori per i comandi idraulici).
La scelta del rapporto di trasmissione della presa di forza va fatto in modo che l’assorbimento di
potenza avvenga nel campo di funzionamento elastico del motore: regimi bassi (inferiore a 1000
giri/1’) dovranno essere evitati per non avere irregolarità e strappi.
Môn Môn
P(CV) P(kW)
7023 9550
P = Potenza prelevabile.
M = Coppia ammessa per la presa di forza
n = Nq di giri della presa di forza (al minuto).
Tipo di impiego
I valori previsti di prelievo sono inoltre da ritenersi validi per impieghi che non comportino
variazioni sensibili di coppia in frequenza ed ampiezza.
Per evitare i sovraccarichi, in alcuni casi (es.: pompe idrauliche, compressori) potrà essere
necessario prevedere l’applicazione di dispositivi quali frizioni o valvole di sicurezza.
Trasmissioni
Per ottenere una buona omocinecità dovranno essere realizzati angoli uguali di ugual valore alle
estremità (ved. fig. 4.2), evitando valori superiori a 7q; la soluzione Z viene normalmente preferita
a quella W, per i minori carichi sui cuscinetti della presa di forza e del gruppo da comandare.
Quando sia necessario realizzare inclinazioni diverse nello spazio (M), compensare le variazioni di
regime con la disposizione delle forcelle indicate in fig. 4.3.
Figura 4.2
Soluzione Z
Soluzione W
Figura 4.3
In funzione del tipo di cambio sono possibili prelievi di moto dall’albero secondario attraverso
flange o calettamenti sistemati nella parte posteriore, laterale od inferiore del cambio.
Nella documentazione fornibile a richiesta per i vari cambi, sono riportate le caratteristiche
tecniche necessarie.
Nella tab. 4.1, sono riportati, per i vari tipi di presa di forza, i valori di coppia prelevabili con i
rapporti tra nq giri in uscita e giri motore.
I valori si riferiscono alle condizioni indicate in tabella.
Eventuali valori superiori per utilizzi saltuari dovranno essere concordati di volta in volta in
funzione del tipo di impiego.
Verificare su veicolo la possibilità di montaggio della presa di forza, per eventuali ingombri.
Procedura di innesto:
Figura 4.4
Procedura di disinnesto:
- Premere il pedale della frizione fino a fondo corsa.
- Premere il tasto della P.T.O. relativa (fig. 4.4, tasto A e B).
- Verificare lo spegnimento della spia sul quadro strumenti.
- Rilasciare il pedale della frizione.
Procedura di innesto:
- Cambio in folle, veicolo fermo, motore al minimo.
- Premere il tasto della P.T.O. relativa.
- Attendere che si accenda la spia sul quadro strumenti.
Procedura di disinnesto:
- Premere il tasto della P.T.O. relativa.
- Verificare lo spegnimento della spia sul quadro strumenti.
Per cambi dotati di convertitore di coppia, possono essere “di massima” utilizzate le stesse prese
di forza dei normali cambi. Si dovrà far attenzione che per un numero di giri del motore inferiore
a circa il 60% del valore max, il convertitore si trovi nella fase di regime idraulico; durante tale fase
in funzione della potenza assorbita, il nq di giri della presa di forza è soggetto ad oscillazioni
nonostante il nq di giri costante del motore.
Inoltre nei casi in cui il cambio sia applicato in blocco con il motore, il valore delle masse aggiunte
dovrà essere verificato agli “effetti inerziali” in modo da non indurre condizioni di risonanza nel
gruppo motopropulsore all’interno del campo dei regimi di funzionamento del motore.
Attenzione
- Nei prelievi di forza attenersi ai valori di coppia stabiliti nella tab. 4.1.
- Negli utilizzi prolungati controllare che la temperatura dell’olio del
cambio non superi i 120q C e la temperatura dell’acqua non vada oltre
100q C.
- Non tutti i tipi di prese di forza disponibili sul mercato sono adatti per
l’impiego continuativo; dovranno essere seguite, nell’impiego, le
prescrizioni (periodo di lavoro, pause ecc.) specifiche della presa di
forza.
L’applicazione di una P.T.O. effettuata successivamente alla produzione del veicolo, richiede la
riprogrammazione della centralina elettronica di controllo (BC) nonché alcuni interventi relativi
all’impianto elettrico e pneumatico. Perciò prima di effettuare l’applicazione di una P.T.O., leggere
attentamente il paragrafo 5.5 “Gestione delle P.T.O”.
Tabella 4.1
Tipi P.T.O. previsti da ZF e da Hydrocar
CAMBIO N. OPT. Tipo P.T.O. Rapporto Coppia max Lato Senso di Attacco
P.T.O. totale prelevabile montaggio rotazione Flangia/Pompa
(Nm) (rispetto al
motore)
CAMBIO N. OPT. Tipo P.T.O. Rapporto Coppia max Lato Senso di Attacco
P.T.O. totale prelevabile montaggio rotazione Flangia/Pompa
(Nm) (rispetto al
motore)
Nei veicoli con trazione integrale è possibile l’applicazione di prese di forza sul ripartitore di coppia;
il nq di giri per l’utilizzazione, potrà essere scelto in funzione dell’impiego tramite la marcia del cambio
più adatta.
L’utilizzazione è prevista solo a veicolo fermo. Le prescrizioni sul corretto utilizzo sono riportate sul
libretto Uso e Manutenzione del veicolo.
1) Richiedere l’optional presa di forza. Il suo successivo montaggio richiede la sostituzione di componenti interni del ripartitore.
L’autorizzazione all’applicazione di una presa di forza sulla trasmissione a valle del cambio viene
rilasciata dopo esame della documentazione completa che dovrà essere presentata alla Casa.
Saranno definiti di volta in volta i valori di potenza e di coppia in funzione delle condizioni di
utilizzazione.
In genere l’utilizzo di queste prese di forza è previsto per gli apparecchi che richiedono una
alimentazione di tipo continuo.
Il prelievo del moto dalla parte anteriore dell’albero motore avviene, per limitati valori di potenza
da prelevare (es.: comandi gruppi di condizionamento), per mezzo di trasmissioni a cinghie; l’utilizzo
di alberi cardanici è di norma riservato per prelievi di maggior consistenza (es.: per impieghi municipali).
- Al sistema costituito da masse aggiunte e relative rigidezze che deve essere svincolato
elasticamente dall’albero motore agli effetti torsionali e flessionali.
- Ai valori delle masse aggiunte, ai relativi momenti d’inerzia ed alla distanza del baricentro delle
masse dalla mezzeria del primo supporto di banco, che dovranno essere contenuti il più possibile.
- A non ridurre la capacità di raffreddamento del radiatore.
- A ripristinare le caratteristiche di rigidezza e resistenza degli elementi modificati (traversa, paraurti,
ecc.).
- A non superare negli utilizzi prolungati temperature dell’acqua di raffreddamento motore di 100qC
e temperature olio motore (misurate sul condotto principale zona pressostato) di 110 y120qC.
Mantenere comunque margini di ca. il 10%. In caso contrario prevedere scambiatori di calore
supplementari.
Nota:
Per maggiori informazioni relative alla coppia motrice prelevabile rivolgersi direttamente al
Costruttore.
4.5.2.1 Presa di forza dal volano motore (sulla frizione) IVECO MULTIPOWER
Su alcuni modelli è prevista a richiesta la presa di forza integrale, montata sulla parte posteriore
del motore ed idonea per l’assorbimento di potenza con il veicolo in marcia e da fermo (es. veicoli
municipali, betoniere, ecc.).
Il prelievo del moto avviene dal volano motore ed è indipendente dal comando frizione. Le principali
caratteristiche dimensionali sono riportate nella figura 4.5, mentre le caratteristiche tecniche sono
indicate nella tab. 4.3.
Figura 4.5
Note:
1) Prossima disponibilità di un distanziale adattatore per ottenere l’uscita innalzata a 575 mm (anziché 342 mm)
Nelle versioni 4x4 e 6x6, possibile la soluzione che prende il montaggio del P.T.O. ruotato di 30q.
Attualmente è disponibile la soluzione a comando meccanico ed uscita con flangia per il comando
tramite albero cardanico. L’innesto ed il disinnesto deve essere effettuato a motore fermo, un
dispositivo di sicurezza impedisce il comando con motore in funzione.
Tabella 4.3
Procedura di innesto:
Figura 4.6
Procedura di disinnesto:
- Premere il tasto relativo.
- Verificare lo spegnimento della relativa spia.
Figura 4.7
rif. asse ruota ant. X
410
Y
0
Tabella 4.4
VEICOLO X Y 0
F3B 4x2/6x4/8x4 805 138 4 30’
F3B 8x6/8x8 789 259 1 30’
F2B 4x2 623 141 4 30’
F2B 4x4 622 260 1 30’
4.5.2.2 Presa di forza dal volano motore (sulla frizione) ZF NMV 221
Su alcuni modelli è prevista a richiesta la presa di forza integrale, montata sulla parte superiore del
cambio di velocità (fig. 4.8) ed idonea per l’assorbimento di potenza con il veicolo in marcia e da fermo
(es. veicoli municipali, betoniere, ecc.).
Il prelievo del moto avviene dal volano motore ed è indipendente dal comando frizione. Le principali
caratteristiche tecniche sono indicate nella tabella 4.5.
Figura 4.8
Procedura di innesto:
Figura 4.9
Procedura di disinnesto:
- Premere il tasto relativo.
- Verificare lo spegnimento della relativa spia.
Figura 4.10
448 rif. asse ruota ant. X
Y
0
Tabella 4.6
VEICOLO X Y 0
F3B 4x2/6x4/8x4 1034 79 4 30’
F3B 8x6/8x8 1021 210 1 30’
In questa sezione sono riportate alcune prescrizioni che si aggiungono ed integrano quelle di
carattere generale, contenute nelle sezioni precedenti.
Il veicolo HD8 è dotato di sistema elettronico innovativo, Multiplex (MUX) che svolge la funzione
di gestire e controllare elettronicamente i sottosistemi del veicolo, utilizzando linee CAN. Nei
paragrafi che seguono sono mostrate le proprietà principali dei dispositivi MUX.
Per una migliore comprensione del sistema Multiplex sono di seguito riportate l’ubicazione (ved.
figg. 5.1a e 5.1b) e le funzioni delle centraline elettroniche (ECU) MUX installate sul veicolo.
1. SWI Steering Wheel Interface (Interfaccia devioguida) 8. VCM Vehicle Control Module (Modulo controllo veicolo)
2. IC Instruments Cluster (Blocco strumenti) 9. Intarder
3. Movimentazione specchi 10. BC Body Computer (Computer scocca)
4. Door Lock (Chiusura centralizzata) 11. EDC Engine Device Control (Centralina controllo motore)
5. DCTO Tachigrafo - non rappresentato in figura 12..DCU Dosing Control Unit (Centralina dosaggio additivo
6. ABS (Antibloccaggio freni) AdBlue)
7. Regolatore di tensione 13. TCU Transmission Control Unit (Centralina controllo
cambio)
1. SWI Steering wheel interface (Interfaccia devioguida) - 8. VCM Vehicle Control Module (Modulo controllo veicolo)
non rappresentato in figura 9. Intarder
2. IC Instruments Cluster (Blocco strumenti) 10. BC Body Computer (Computer scocca)
3. Movimentazione specchi 11. EDC Engine device Control (Centralina controllo
4. Door lock (Chiusura centralizzata) motore) - non rappresentato in figura
5. DCTO Tachigrafo 12. DCU Dosing Control Unit (Centralina dosaggio additivo
6. ABS (antibloccaggio freni) AdBlue) - non rappresentato in figura
7. Regolatore di tensione 13. TCU Transmission control unit (Centralina controllo
cambio) - non rappresentato in figura
Il Blocco Strumenti (IC) rappresenta la principale interfaccia tra l’autista e i sottosistemi elettronici
del veicolo. Tutte le informazioni sugli stati del sistema e i messaggi di errore relativi a singoli
sottosistemi (per la diagnostica consultare la specifica documentazione) sono visualizzate sull’IC.
La fig. 5.3 mostra il Body Computer, nel quale vengono elaborati tutti i segnali di input e di output
per il controllo dei sottosistemi del veicolo. Tale funzione è assistita da una centralina appendice
chiamata Cabine Module.
Il collegamento dei sottosistemi, presenti sul telaio, alle unità di controllo sulla cabina avviene
attraverso il ”passaparete” che svolge la funzione di interfaccia dei connettori elettrici tra telaio e
cabina. È situato sotto la calandra.
Figura 5.4 - Passaparete (passaggio dei circuiti elettrici)
Per contenere i valori di emissione allo scarico degli ossidi di azoto (NOx) nei limiti richiesti dalla
normativa Euro 5, con bassi consumi di combustibile, è stato applicato sui veicoli un sistema di
post-trattamento di tali sostanze presenti nei gas di scarico, costituito essenzialmente da un
catalizzatore ossidante a controllo elettronico associato ad un sistema di iniezione di urea e acqua
(AdBlue).
Il sistema, per mezzo di processo SCR (Riduzione Catalitica Selettiva), trasforma gli ossidi di azoto
(NOx) in composti inerti: azoto libero (N2) e vapore acqueo (H2O).
Il sistema è costituito da una serie di componenti collocati nella parte immediatamente dietro la cabina
di guida (fig. 5.5).
10
Nei paragrafi che seguono vengono descritti dettagliatamente i diversi connettori dedicati
all’Allestitore.
Tabella 5.1 - ST14 - connettore cabina (per l’ubicazione ved. fig. 5.6)
Carico
Morsetto Descrizione N_ filo Collegato a Osservazioni
max.
Avviamento Motore;
VCM - X3 - 27 Terra = avvia motore (il segnale deve essere
1 Avviamento Motore 8892 -
presa 30 poli 25 permanentemente attivo finché il motore non si avvii);
Filo aperto = nessuna azione
Arresto Motore;
Terra = arresta motore (breve attivazione sufficiente ad
2 Arresto Motore 0151 - VCM - X3 - 26
arrestare il motore);
Filo aperto = nessuna azione
Nella posizione indicata in fig. 5.6 è situata la femmina del connettore ST14, collegata al resto del
cablaggio cabina ASTRA.
La ”femmina” dell’ST14 si presenta dal lato cavi con la seguente disposizione dei pin (ved. fig. 5.7).
Per prelevare i segnali necessari all’allestimento è necessario procurarsi (rivolgendosi alla Rete di
Assistenza), il “maschio” del connettore ST14 (codice ricambi prelevabile da disegno n41200692)
a cui è possibile collegare un filo per ognuno dei 21 pin (ved. fig. 5.8) la cui funzione è descritta nel
pin-out precedente.
La garanzia di una connessione a norma è garantita nel caso di connessione completa (ved. fig. 5.9).
LATO
LATO CAVO
CAVO CABINA
ALLESTITORE
Tabella 5.2 - ALLESTITORI - connettore cabina (per l’ubicazione vedere fig. 5.6)
Carico
Morsetto Descrizione N_ filo Collegato a Osservazioni
max.
3 CC SET - - SET -
4 - - -
5 Avviamento motore AVV -
6 K 15 8879 10 A
7 - - -
8 Fari rotanti 1115 3A
9 K 30 7772 15 A
10-21 - - -
Il connettore ALLESTITORI fa parte di un cablaggio specifico fornito in opzione, che può essere
preistallato sul veicolo oppure richiesto separatamente (rivolgendosi alla Rete di Assistenza).
Tale cablaggio permette di convertire (grazie ai teleruttori in esso contenuti) i segnali positivi, forniti
dall’Allestitore, in segnali negativi necessari al veicolo.
Esso è dotato dI due connettori: il connettore “maschio” deve essere connesso al connettore ST14,
mentre il connettore “femmina” rimane a disposizione dell’Allestitore.
Figura 5.11 - Collegamento connettori ST14 - ALLESTITORI
ST52/ST64
Tabella 5.3 - ST52 (ved. fig. 5.12) - Connettore per uso specifico da parte del cliente/
Allestitore
passaparete
1 k15 per BB 8879 10 A A-12 k15 per BB, protetto per cortocircuiti in output
700001-8
2 Massa 0000
passaparete
0 V = luce spenta 1)
3 k58; luci esterne 3333 5A A-27
+24 V = luce accesa
52009-2 e 25806
Attivazione del 2 limitatore di velocità [SL]
2 limitatore di velocità passaparete
4 0172 Filo aperto = 2 SL non attivato
(regolato a 30 km/h) A-18
Terra = 2 SL attivato
1) +24 V quando:
- k15 OFF e luce di posizione accesa
- k15 ON e luce di posizione accesa
- k15 ON e luce accesa (anabbaglianti e abbaglianti)
Collegato a
Morsetto Descrizione Codice circuito Osservazioni
(Sorgente/Destinazione)
Tabella 5.5 - ST91 (lato destro vicino al cambio, ved. fig. 5.13) - Connettore per P.T.O. 1
Tabella 5.7 - ST93 (lato destro vicino al cambio, ved. fig. 5.13) - Connettore per P.T.O. 3
Morsetto Descrizione N_ filo Carico max. Collegato a Osservazioni
Per la connessione del rimorchio si hanno due connettori (ved. fig. 5.14):
- a 15 poli (72010) per dispositivi elettrici generali.
- a 7 poli (72006).
Spina a 15 poli (72010) per la connessione alimentazione gruppi ottici del rimorchio:
La fig. 5.14 mostra i connettori sugli autocarri. Sulle motrici si dispongono in modo analogo, ma
dietro la cabina.
72010 72006
Osservazione
Per la connessione ai morsetti 10, 11, 14, 15 si raccomanda di utilizzare il connettore ST64
precedentemente descritto nel paragrafo 5.3.2.
5.4.1 Generalità
Anche per i cablaggi del sistema Multiplex valgono le indicazioni riportate nel paragrafo 2.1.2.
I connettori ed i relativi morsetti non sono modificabili. E’ necessario evitare di collegare e scollegare
per più di tre volte i cavi dai connettori delle centraline posizionate sul telaio, altrimenti il gel che
assicura la tenuta del collegamento non garantirà più la sua funzione.
Sul veicolo HD8 la linea CAN del MUX e i cavi elettrici tradizionali costituiscono un unico cablaggio.
Non è possibile perciò sostituire la sola linea CAN o il solo cablaggio elettrico quando
il tratto di impianto elettrico interessato è costituito da entrambi i tipi di cavi.
In caso di riposizionamento delle centraline elettroniche collegate al sistema Multiplex, la lunghezza
del relativo cablaggio (linea CAN + cavi elettrici) potrà risultare:
- eccessiva
- insufficiente.
Nel caso di lunghezza eccessiva è sufficiente ripiegare i cavi evitando che questi siano
avvolti a formare degli anelli (questo comporterebbe indesiderati effetti
elettromagnetici).
Il cablaggio che collega tra loro le centraline elettroniche è caratterizzato da una notevole rigidezza
perciò quando non sia possibile ripiegare il cablaggio, occorre sostituirlo.
Nel caso di lunghezza insufficiente, l’Allestitore deve provvedere alla sostituzione del
cablaggio, utilizzando esclusivamente particolari originali.
La lunghezza del cablaggio dipende da tre fattori: passo, sbalzo posteriore e posizione delle traverse.
In caso di sostituzione del cablaggio si consiglia di rivolgersi alla Rete di Assistenza per verificare
se la trasformazione preveda un passo/sbalzo posteriore già presente nella gamma e quindi
scegliere una delle possibili varianti oppure, in caso contrario, scegliere la soluzione che più si
avvicina ad una di tali varianti.
Si consiglia di non modificare i cavi elettrici tradizionali ma di sostituirli con componenti originali..
5.5.1 Generalità
Perciò con l’espressione ”P.T.O. attivata” si intende che la presa di forza è innestata e che uno dei modi
EDC è attivo; altrimenti diremo che la P.T.O. è soltanto innestata. Le azioni 1) e 2) sono eseguibili
con due comandi separati, nella successione 1) - 2), oppure con un unico comando tramite l’utilizzo,
come spiegato più avanti, degli interruttori P.T.O. presenti sulla penisola centrale in cabina.
In generale, l’innesto della P.T.O. può essere effettuato con comando elettrico (attivazione di una
elettrovalvola).
Nei paragrafi seguenti viene evidenziato il significato di modo EDC (5.5.2.1 e 5.5.2.2) e configurazione
P.T.O. (5.5.2.3) e come associare i modi P.T.O. agli interruttori dedicati P.T.O.1,P.T.O.2 e P.T.O.3
posizionati sulla penoisola centrale in cabina
(vedi capitolo ”Comandi” del Libretto Uso e Manutenzione).
Nella normale modalità di marcia, il veicolo consente fino ad una velocità di marcia di 20 km/h,
l’attivazione di un regime di giri intermedio (avvertenza: al di sopra di 20 km/h si attiva il regolatore
della velocità).
L’attivazione ha luogo premendo il tasto Resume su devioguida. Un nuovo regime di giri intermedio
può essere memorizzato dall’autista premendo più a lungo (>5 s) il tasto Resume. Pertanto non è
necessaria una riprogrammazione.
Il numero di giri massimo raggiungibile con SET+ è identico per tutti i modi. Il campo di regolazione
del regime di giri al minimo viene fissato in stabilimento a 100 rpm. Con una riprogrammazione da
parte della Rete di Assistenza, esso può essere ampliato a 200 rpm.
Il campo di regolazione del regime di giri al minimo è identico per tutti i modi.
T
Testo Funzione
F i
Tramite la Rete Assistenziale, è possibile programmare sulla centralina elettronica del motore
(EDC) tre differenti e indipendenti mappature EDC (regolazioni del funzionamento del motore).
Ovviamente il motore può lavorare con un solo modo EDC per volta.
Queste priorità devono essere considerate già in fase definizione dello specifi-
co allestimento.
Di conseguenza queste definizioni vanno necessariamente rispettate durante
la riprogrammazione. I problemi possono sorgere se l’ordine di priorità non
viene rispettato per cui può risultare necessario modificare il cablaggio relati-
vo alla P.T.O. e la programmazione.
La seguente tabella mostra i parametri che possono essere settati per ciascun modo EDC.
I restanti parametri possono venire programmati solamente mediante una stazione di diagnosi presso
la Rete Assistenziale.
Nota (1): sarà possibile creare una curva relativa alla coppia motore impostando fino ad un massimo di 16
punti di coppia/rpm.
Figura 5.15s
Queste limitazioni (coppia massima, punto di intersezione, inclinazione della curva) possono essere
scelte indipendentemente l’una dall’altra. Si consiglia la combinazione delle limitazioni. In questo caso
l’Allestitore, in base all’utilizzo previsto per la P.T.O., sceglie fino a quale regime del motore (punto
di intersezione X) deve essere disponibile la coppia scelta.
Con regimi di giri del motore al di sopra del punto di intersezione X interviene la regolazione del
fuori-giri. Si ricorda che la velocità a cui ci si riferisce è quella dell’albero motore e non quella della
P.T.O.. Il corrispondente numero di giri della presa di forza deve essere calcolato per mezzo del
rapporto di riduzione della presa di forza.
Figura 5.16
Il numero massimo di giri ottenibile col tasto SET+ del regolatore del regime intermedio (CC) può
essere configurato. Questo limite è identico per tutti i modi EDC (modalità di marcia 0, presa di forza
modo 1, 2 e 3).
Il numero massimo di giri Nmax (modalità di marcia 0, modo EDC 1, 2 e 3) ha una priorità più alta
rispetto al numero massimo NSET_max di giri del raggiungibile col tasto SET+ nonché rispetto al
numero di giri Nres memorizzato.
Il regime Nmax può essere programmato a seconda delle esigenze dell’Allestitore nei modi EDC 1,
2 e 3. Il numero di giri intermedio Nres memorizzato nei rispettivi modi deve essere inferiore o uguale
al numero massimo NSET_max di giri del raggiungibile col tasto SET+.
La funzione TIP ossia una breve pressione (<0,5 s) dei tasti SET+/SET-, consente una variazione
graduale del regolatore di regime intermedio ovvero del regolatore della velocità. Con velocità <20
km/h è attivabile il regolatore di giri intermedio, con velocità >20 km/h è attivato il regolatore della
velocità. La variazione per il regolatore di regime intermedio è pari a 20 rpm per ciascun TIP ovvero
a 1 km/h per ciascun TIP con il regolatore della velocità.
Se i tasti SET+ e SET- vengono premuti più a lungo (>0,5 s), il regime di giri intermedio ovvero il valore
richiesto della velocità viene modificato in modo continuo. Il numero di giri effettivo ovvero la velocità
effettiva al momento del rilascio dei tasti SET+ e SET- viene memorizzato come nuovo valore
richiesto. La funzione TIP con SET+ e SET- può essere disattivata. Questa configurazione è valida per
tutti i modi EDC contemporaneamente (modalità di marcia 0, modo EDC 1, 2 e 3). La disattivazione
della funzione TIP dà luogo alla limitazione funzionale del regolatore della velocità. Pertanto questa
modifica andrebbe utilizzata solamente dopo un esame approfondito.
Con una pressione più lunga (>0,5 s) dei tasti SET+/SET-, nonché con la funzione TIP disattivata, viene
modificato il valore richiesto del regolatore di regime intermedio con una determinata velocità di
incremento/decremento (incremento/decremento giri motore al secondo). L’intervallo di tempo
occorrente per questa modifica può essere calcolato con la seguente formula:
Tempo occorrente [s] = Differenza di numero di giri [rpm/s ]/ incremento giri al secondo [rpm/s /s]
Esempio: il numero di giri intermedio deve essere portato da 800 rpm a 1800 rpm con il tasto SET+.
La differenza di numero di giri è pari a 1000 rpm, perciò:
- Con un incremento di velocità di 125 rpm/s, l’intervallo di tempo risulta 1000/125 = 8 s
- Con un incremento di velocità di 250 rpm/s, l’intervallo di tempo risulta 1000/250 = 4 s
- Con un incremento di velocità di 500 rpm/s, l’intervallo di tempo risulta 1000/500 = 2 s
- Con un incremento di velocità di 1000 rpm/s, l’intervallo di tempo risulta 1000/1000 = 1 s
Nella normale modalità di marcia (modo EDC 0) il pedale dell’acceleratore è sempre attivato. Nei
modi EDC 1, 2 o 3, il pedale acceleratore può essere disattivato. In questo caso la regolazione EDC
del motore ignora il pedale acceleratore. Se tuttavia il pedale acceleratore rimane attivato, è possibile
aumentare il numero di giri del motore mediante detto pedale fino al numero massimo di giri Nmax
valido al momento.