Tecniche Della Riabilitazione Grafica
Tecniche Della Riabilitazione Grafica
Tecniche Della Riabilitazione Grafica
Il tessuto nervoso è costituito da neuroni e cellule gliali (microglia). I primi sono costituiti da un corpo cellulare
(pirenoforo) e due tipi di prolungamenti: assoni (conducono impulsi) e dendriti (ricevono impulsi). La loro
struttura permette il passaggio delle informazioni tramite il “percorso”:
Amielinici non presentano mielina. La cellula di Schwann si deforma ed abbraccia diversi assoni
formando una protezione. Più cellule di Schwann circondano segmenti di assoni ( conduzione punta a
punta).
Mielinici una cellula di Schwann (membrana plasmatica), si avvolge a spirale ripetutamente (circa
100 volte), su un segmento di un unico assone formando un manicotto di mielina. Elevato contenuto
lipidico: colorazione biancastra dell’assone ( conduzione saltatoria).
Astrociti intervengono nei processi riparativi e costituiscono la barriera ematoencefalica oltre che
offrire un supporto strutturale.
Microglia rimuovono residui cellulari attraverso proprietà fagocitarie.
Oligodendrociti formano le guaine mieliniche, mielinizzando gli assoni del SNC.
Cellule ependimali rivestono i ventricoli cerebrali ed il canale centrale del midollo spinale. Si
occupano della formazione (plessi corioidei) ed il movimento del liquor.
Cellule satelliti circondano i corpi cellulari nei gangli e regolano gli scambi.
Cellule di Schwann circondano gli assoni del SNP, mielinizzandoli, partecipano ai processi riparativi.
Il SNC (nevrasse) è costituito da encefalo e midollo spinale, posti in continuità tra loro tramite il forame
occipitale. Encefalo e midollo spinale sono rivestiti dalle meningi (dura madre, aracnoide e pia madre), le quali
costituiscono un supporto fisico-chimico, tra le quali scorre il liquido che funge da “ammortizzatore”, inoltre
veicolano i messaggi chimici coinvolti nella comunicazione all’interno del SNC.
Il flusso ematico cerebrale totale a riposo è di 750-1000 ml/min, i quali arrivano tramite le carotidi interne poi
ramificate a “pettine” (ca. 300-350 ml ciascuna), i restanti ml arrivano dal sistema vertebre-basilare. La scatola
cranica è una struttura incomprimibile, perché al suo interno vi è una pressione intracranica che richiede per
ogni aumento di afflusso arterioso un corrispondente efflusso venoso , per il mantenimento costante della
somma CBF + CSF. Anche in caso di ampie variazioni della pressione arteriosa sistemica, il cervello ha la
capacità di autoregolare e quindi mantenere costante il flusso ematico cerebrale.
<50= ischemia: non arriva sangue, mancanza di O2 e glucosio, blocco delle pompe Na-K.
>150= iperemia: eccesso di sangue, emorragia e stravaso di emoglobina.
La prima differenziazione cellulare da cui si sviluppano tutte le strutture, organi e tessuti, avviene nei foglietti
embrionali: ectoderma, mesoderma, endoderma. Il tessuto nervoso deriva dall’ectoderma ( neuroectoderma),
tramite il processo di neurolazione che comporta la formazione della placca neurale che va approfondendosi
formando la doccia neurale prima ed il tubo neurale dopo. L’encefalo deriva dalla porzione craniale del tubo
neurale primitivo che durante lo sviluppo ha visto il formarsi di 3 vescicole primarie:
La corteccia cerebrale è solcata da numerose scissure e solchi che determinano la presenza di giri o
circonvoluzioni cerebrali. I due emisferi sono divisi da una profonda scissura, all’interno della quale si inserisce
una propagazione della dura madre chiamata falce cerebrale. Le scissure più importanti sono quella di Rolando
(delimita il lobo parietale da quello frontale) e quella di Silvio (delimita il lobo temporale dalla parte inferiore
del lobo frontale anteriormente e del lobo parietale posteriormente ). Una terza scissura è quella parieto-
occipitale che separa il lobo occipitale da quello parietale. Si definiscono formazioni commissurali o
interemisferiche delle fasce di fibre nervose (sostanza bianca) che servono a collegare le strutture corticali
emisferiche omologhe, assicurando così il controllo reciproco delle aree corticali simmetriche e il trasferimento
dei messaggi sensoriali dall’uno all’altro emisfero. Ciò è molto importante nei meccanismi dell’apprendimento e
della memoria. Appartengono a questo tipo di formazioni il corpo calloso (fascio di fibre mielinizzate, che
consentono uno scambio continuo di informazioni tra aree cerebrali omologhe), il setto pellucido, il fornice
(smista informazioni all’ippocampo provenienti dai nervi colinergici, dall’ipotalamo, dal talamo) e la
commessura anteriore (collega i centri olfattivi dei due emisferi), tutti impari e mediani.
Sistema extrapiramidale
Insieme di nuclei sottocorticali reciprocamente collegati tra loro e connessi a vaste zone della corteccia
cerebrale, responsabili del controllo motorio in parallelo con il sistema piramidale. Origina dalle aree
supplementari e premotorie (aree 6 e 8). È un sistema postsinaptico, che non raggiunge il midollo, ma si
interrompe in nuclei di relay capaci di mandare impulsi riverberanti al midollo. I più importanti nuclei di relay
si trovano a livello dei gangli della base e del tronco-encefalo. Da qui nascono fibre discendenti al midollo
spinale:
I gangli della base sono delle strutture sottocorticali essenziali nel controllo dell’esecuzione dei movimenti. Si
distinguono in: nucleo caudato, globo pallido, putamen. Dei gangli della base fanno parte anche il nervo
subtalamico del Luys e la sostanza nera del Sommering. Le strutture connesse ai gangli della base sono il
talamo, la formazione reticolare, vaste aree della corteccia frontale e la corteccia olfattoria .
I gangli della base sono coinvolti in tutti i tipi di movimento, entrano in azione dopo che il fascio corticospinale
viene attivato dalle aree premotorie. Hanno diverse funzioni, tra cui: graduare la forza di contrazione
muscolare; inibire movimenti non desiderati; supportare il movimento in corso di attivazione; controllare
azioni motorie complesse e organizzare sequenze motorie.
Sistema limbico
Struttura a “a fascia” che comprende alcune regioni del diencefalo e del telencefalo che coordinano le afferenze
sensoriali con le reazioni corporee e le necessità viscerali. (Circuito di Papez: registrazione dei ricordi,
emozioni). Coinvolto in svariate funzioni psichiche come emotività, comportamento, memoria a lungo termine,
e olfatto. È composto da: amigdala, ippocampo, talamo e corpi mammillari.
Movimento volontario eseguito coscientemente con un fine preciso, nasce e può variare a seconda
degli stimoli percettivi; il controllo avviene nella corteccia. Sono movimenti complessi e sono appresi
(la precisione aumenta con l'esercizio).
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GABA: azione inibitoria -> farmaci sedativi, miorilassanti ed ipnotici, tra cui le più conosciute benzodiazepine.
Movimento involontario muscoli lisci e cardiaco, non dipendono dalla nostra volontà.
Movimento automatico non avviene necessariamente in modo cosciente, è frutto di una serie di
ripetizioni dei gesti, la volontà interviene solo all’inizio per modificare o interrompere l’azione.
Movimento riflesso risposta stereotipata (prevedibile) ad uno stimolo attraverso i nervi spinali.
Movimento involontario che si ferma al midollo e dipende da stimoli esterni.
Tronco encefalico
La struttura collocata alla base del cervello, che mette il cervello in comunicazione diretta con il midollo spinale
è detta tronco encefalico. Al suo interno sono racchiuse molte importanti strutture nervose, è diviso in tre parti:
il mesencefalo, il ponte e il midollo allungato.
Mesencefalo porzione superiore del tronco encefalico, ospita svariati nuclei nervosi, tra cui quelli da
cui originano il III e il IV paio di nervi cranici, la substantia nigra e il nucleo rosso (collegati con il
sistema extrapiramidale e piramidale); inoltre mette in comunicazione il cervello con il midollo
attraverso i peduncoli. Ricopre varie funzioni: contribuisce al meccanismo della visione, coinvolto nel
processo di percezione dei suoni, partecipa al movimento muscolare e alla sua pianificazione, alla
regolazione del ciclo sonno-veglia, al sistema della ricompensa, al piacere, all'apprendimento e alla
capacità di attenzione.
Ponte è rostrale al bulbo, caudale al mesencefalo e ventrale al cervelletto . Le sue funzioni sono:
sonno, regolazione del livello globale di attivazione cerebrale o arousal, movimenti oculari orizzontali.
Con altre formazioni del tronco encefalico, coinvolto nel controllo del tono muscolare e dell'equilibrio.
Contiene anche i nuclei motori del V nervo cranico (trigemino), VI nervo cranico (N. Abducente) e del
VII nervo cranico (N. Faciale). Attraverso il ponte passano anche i fasci piramidali o cortico-spinali,
fondamentali nel movimento volontario.
Midollo allungato o Bulbo situato subito sotto il ponte e davanti al cervelletto, controlla diverse
funzioni viscerali del torace e dell'addome, legate a: respirazione, pressione arteriosa, deglutizione,
tosse e vomito.
Nervi cranici
Nervi che originano dall'encefalo e collegano quest'ultimo a diverse regioni della testa, del collo e del tronco.
Organizzati in coppie, i nervi cranici sono in tutto 12 paia.
III nervo cranico (oculomotore) è la coppia di nervi cranici con funzione motoria, destinata a
controllare la muscolatura estrinseca e la muscolatura intrinseca degli occhi ; il nervo oculomotore,
infatti, è collegato a: l'elevatore della palpebra superiore, il retto superiore, il retto mediale, il retto
inferiore e l'obliquo inferiore, lo sfintere pupillare, cioè il muscolo liscio che permette la costrizione
della pupilla (miosi)e il muscolo ciliare, ossia il muscolo liscio che regola l'accomodazione della vista nei
confronti di oggetti posti a distanze differenti. Il nervo oculomotore emerge da un'area anteriore del
tronco encefalico, situata a cavallo tra il mesencefalo e il ponte di Varolio, e conosciuta come giunzione
ponto-mesencefalica; da qui, procede verso i muscoli sopraccitati, imboccando, per fuoriuscire dal
cranio, la fessura orbitale superiore, un'apertura dell'osso sfenoide. Paralisi del II nervo cranico:
Ptosi
Strabismo divergente
Deficit di rotazione verso l’alto, il basso e l’interno
Diplopia orizzontale massima nello sguardo verso il lato sano
Midriasi fissa omolaterale
IV nervo cranico (trocleare) coppia di nervi cranici con funzione motoria, incaricata di innervare il
muscolo obliquo superiore. Il nervo trocleare origina dal tronco encefalico, per la precisione da un'area
posteriore del mesencefalo. Paralisi del IV nervo cranico:
Paralisi obliquo superiore (l’occhio non può muoversi verso il basso e lateralmente)
Diplopia (quando si guarda sotto il piano orizzontale)
VI nervo cranico (abducente) coppia di nervi cranici con funzione motoria, deputata a innervare il
muscolo retto laterale. Il nervo abducente emerge da un'area del tronco encefalico, conosciuta come
giunzione bulbo-pontina (o midollo-pontina). Paralisi del VI nervo cranico:
Strabismo convergente
Deficit rotazione esterna
Diplopia orizzontale (verso il lato dell’occhio affetto)
Movimenti coniugati o di versione: questi movimenti, sia volontari che automatici, sono
controllati dai centri corticali: frontale e parieto-occipitale. Questi centri sono strettamente
connessi con centri sottocorticali tronco-encefalici, che controllano lo sguardo orizzontale
(Formazione Reticolare Pontina Paramediana) e verticale (regione Pretettale). Sindrome di
Parinaud: paralisi dello sguardo verticale, incapacità del paziente di dirigere lo sguardo verso
l’alto ed il basso, dovuta ad una lesione mesencefalica.
Lesione della via cortico-pontina: paralisi dello sguardo orizzontale. Lesione emisferica o
mesencefalica (pre-decussazione) con sguardo deviato verso il lato opposto all’emiplegia.
Lesione pontina (post-decussazione) con sguardo deviato verso il lato dell’emiplegia.
Motilità oculare coniugata: lo sguardo orizzontale è mediato dal Fascicolo Longitudinale Mediale
(FLM), il quale è una via lunga che connette il nucleo del VI nervo cranico da un lato con il
nucleo del III nervo cranico controlaterale.
VI nervo cranico (trigemino) origina dal ponte, presenta sia una radice motoria che una sensitiva. La
parte sensitiva origina da ganglio di Gasser situato nell’osso temporale. Le cellule del ganglio si
dividono a T con un ramo verso il ponte e uno verso il viso. La parte che va verso il viso si divide in tre
rami: oftalmico, mascellare, mandibolare. Nevralgia del trigemino: dolore parossistico, violento, di
breve durata, spontaneo.
VII nervo cranico (facciale) il nervo facciale è la coppia di nervi cranici con funzione mista che,
attraverso una serie di branche, provvede a: innervare i muscoli da cui dipende l’espressione facciale,
innervare il muscolo digastrico ed il muscolo stiloioideo (coinvolti nella deglutizione), controllare la
sensibilità dell’orecchio esterno, controllare le ghiandole lacrimali e salivari, controllare la percezione
del gusto della lingua e sul palato duro e molle, innervare il muscolo stapedio dell’orecchio.
Paralisi del nervo facciale periferica: mancata motilità di tutti i muscoli mimici dello
stesso lato della lesione.
Paralisi centrale: lesione del motoneurone piramidale, sono paretici i muscoli facciali
inferiori controlaterali.
VIII nervo cranico (vestibolococleare) il nervo vestibolococleare è la coppia di nervi cranici con
funzione sensitiva, incaricata di controllare l'equilibrio e trasmettere all'encefalo l'informazione
acustica captata dall'orecchio.
IX nervo cranico (glossofaringeo) ha diverse funzioni: innerva parotide e ghiandole salivari minori
(salivazione), insieme al nervo vago innerva il muscolo costrittore della faringe ed i muscoli palatini,
riceve stimoli viscerali. Una lesione ad esso crea difficoltà della deglutizione, si potrebbe andare
incontro ad ab-ingestis ed alterazioni della parola. Le fibre sensitive viscerali si occupano di percepire
tatto, sensibilità termica e calore.
XII nervo cranico (ipoglosso) il nervo ipoglosso innerva i muscoli intrinseci ed estrinseci della lingua.
Lesione del nervo: paresi dei muscoli omolaterali della lingua.
Cervelletto
Esso contribuisce al coordinamento del movimento, alla sua precisione e all'accurata temporizzazione. È
coinvolto anche in alcune funzioni cognitive, quali l‘attenzione, la memorizzazione e il linguaggio, nonché nella
regolazione delle risposte alla paura o al piacere. Comprende:
L’esame della funzione cerebellare è finalizzato al rilievo di eventuali disturbi dell’equilibrio, della
coordinazione dei movimenti (atassia) e di alterazioni del tono muscolare.
Midollo spinale
Il midollo spinale è una struttura appartenente al sistema nervoso centrale e mette in comunicazione il cervello
con il resto dell'organismo. Attraverso i nervi spinali porta informazioni verso gli altri organi e le altre parti del
corpo e invia al cervello i segnali provenienti dal resto dell'organismo. Presenta due rigonfiamenti: il
rigonfiamento cervicale che va dall’origine del midollo alla III vertebra toracica e il rigonfiamento lombare,
compreso tra l’VIII toracica e la I lombare. Le radici anteriore (motoria) e posteriore (sensitiva) si riuniscono a
livello del foro intervertebrale formando il nervo spinale. Prima dell’unione, lungo la radice posteriore, si trova
il ganglio spinale.
Lesioni alla sezione cervicale superiore (C1, C2, C3, C4) tetraplegia, paralisi dei muscoli dei
cingoli, tronco, collo, deficit motorio del diaframma e anestesia agli arti e tronco.
Lesioni alla sezione toracica (D2, D12) paraplegia, paralisi di alcuni muscoli del tronco,
anestesia variabile a seconda del livello.
Lesioni alla sezione dell’epicono (L5, S1, S2) paralisi dei muscoli del piede, disturbi sfinterici
e dell’erezione, anestesia “a sella” della regione perineale e delle natiche.
Lesioni alla sezione del cono (S3, S4, S5) paralisi dei muscoli del piede, disturbi sfinterici
gravi e sessuali ed anestesia “a sella”.
Malattia a carico del sistema extrapiramidale, causata dalla degenerazione di alcuni neuroni localizzati nel
mesencefalo che inviano i loro assoni al nucleo caudato ed al putamen. I sintomi sono bradicinesia, tremore,
rigidità degli arti, disturbi dell’equilibrio, difficoltà ad iniziare il movimento . Le lesioni determinano la
scomparsa delle formazioni pigmentate che vengono sostituite da materiale proteico intracitoplasmatico (corpi
di Lewy) che determina il danno cellulare.
Quadro clinico:
Evoluzione progressiva che si arricchisce nel suo decorso, l’esordio è spesso insidioso.
Tremore si tratta di un tremore a riposo, scompare durante l’esecuzione di un movimento
volontario ed è assente nelle condizioni di rilassamento muscolare completo . È ritmico: 4-6
scosse al secondo. Solitamente si presenta all’estremità dell’arto superiore.
Acinesia lentezza e globale riduzione della motilità volontaria: il paziente è inespressivo, con
una gestualità impoverita. La parola è monotona, riduzione dei movimenti pendolari delle
braccia.
Ipertonia la rigidità parkinsoniana oppone allo stiramento una resistenza costante durante
tutta la durata dello stiramento. Durante la mobilizzazione passiva la rigidità cede a tratti
successivi provocando il fenomeno della “ruota dentata”. La marcia è a piccoli passi, talvolta
velocizzata (festinazione). Nei tentativi di cambiare direzione (dietro-front) o nel passaggio
attraverso spazi ristretti il paziente esita e si blocca ( freezing).
I riflessi osteotendinei sono normali
Il riflesso glabellare è esagerato ed inesauribile
Frequente è il riflesso palmo-mentoniero bilaterale
Sintomi associati:
Tecnica diagnostica SPECT (Single photon emission computed tomography): usa marcatori
specifici per il trasportatore ella dopamina, presente sulla membrana delle cellule.
Coree
Dal greco “danza”, gruppo di malattie caratterizzate da movimenti involontari, a insorgenza improvvisa,
irregolari, asimmetrici, afinalistici, prevalentemente distali, che interessano gruppi di muscoli la cui
contrazione provoca movimenti di breve durata di uno o più segmenti scheletrici a tipo scatti improvvisi. Si
distinguono in: ereditarie (c. di Huntington), reumatiche (c. di Sydenham), iatrogene (dovute a farmaci),
secondarie, emicoree o altre (senile ed essenziale).
Diagnosi:
Anamnesi familiare
Quadro clinico compatibile
TC/RM: atrofia del nucleo caudato bilateralmente, con ventricoli laterale “a farfalla”.
PET: ipometabolismo del glucosio nel caudato e nel putamen , anche in pazienti asintomatici
Analisi mediante PCR del DNA estratto da campione di sangue periferico. Ripetizione CAG> 35:
conferma diagnostica.
Corea di Sydenhamn disturbo proprio dell’età giovanile o infantile, conseguente a infezione
streptococcica, detta anche “corea infettiva”, dal meccanismo autoimmune. Compare 6-12 mesi dopo
l’infezione e quindi dopo le altre manifestazioni sistemiche della malattia reumatica, tende ad
autolimitarsi. Esordio subdolo con sintomi psichici; successivamente, compaiono i movimenti coreici,
soprattutto localizzati al capo e agli arti.
Pantothenate Kinase-Associated Neurodegeneration (malattia di Hallervorden-Spatz) malattia
autosomica recessiva, coree e distonie facciali (riso spasmodico) nelle forme infantili, demenza e
parkinsonismo nelle forme ad esordio adulto, degenerazione dei gangli della base, ipointensità di
segnale a livello del globo pallido con aspetto a “occhi di tigre”.
Emiballismo sindrome neurologica caratterizzata da movimenti anomali e stereotipati della metà
destra o sinistra del corpo. La causa è una lesione del nucleo grigio localizzato in profondità nel cervello,
chiamato corpo di Luys. Di origine per lo più vascolare, può essere dovuta a ischemia e, soprattutto, a
emorragia. I movimenti involontari appaiono improvvisi, ampi, rapidi, localizzati soprattutto alla radice
degli arti (spalle, anche) e incessanti. Ciò che distingue l’emiballismo dalla corea e dall’emicorea è la
stereotipia (cioè la ripetizione uniforme) dei movimenti involontari.
Distonie sindromi caratterizzate da contrazioni muscolari involontarie e prolungate che provocano
movimenti ripetitivi (muscoli agonisti e antagonisti) o di torsione e/o posture anomale. Possono avere
distribuzione focale, segmentaria, multifocale, generale o emilaterale ed essere primarie, secondarie o
sintomatiche.
Forme primarie focali:
blefarospasmo (occhi), Sindrome di Meige (faccia), distonia cervicale o torcicollo
spasmodico, distonia laringea o disfonia spasmodica adduttoria o abduttoria, crampo
dello scrivano e distonia Levodopa-sensibile.
Forme secondarie:
danno perinatale, encefaliti, trauma cranico, lesioni focali (vascolari, neoplastiche, SM),
traumatismo dei nervi periferici (sindrome distonia-causalgia), mielopatia cervicale,
mielinosi pontina, farmaci (L-Dopa, Dopamina, Anticonvulsivanti) e tossine.
Tic movimenti bruschi o vocalizzazioni ricorrenti, ritmici e stereotipati semplici o complessi
(ecolalia, palilalia, ecoprassia, coprolalia, coproprassia), preceduti da una sensazione di tensione
interiore e di urgenza, che si risolve con il movimento involontario.
Sindrome di Gilles de la Tourette esordio in età infanto-giovanile, meccanismo
patogenetico sconosciuto, ma la risposta ai farmaci dopaminoagonisti indica una
disfunzione dopaminergica. Manifestazioni cliniche: tic motori (che interessano i mm
orbicolari, mimici della faccia, i mm del collo) e tic vocali (schiarimenti della gola,
grugniti, coprolalia).
ICTUS ED ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO
Ictus
1. Inizio improvviso
2. Perdita di una funzione focale
3. Sintomi e segni che raggiungono il massimo livello entro pochi secondi o minuti e persistono per più di
24h (secondo alcune definizioni è visibile un’area lesionale si tratterà di un ictus anche se i sintomi
hanno avuto durata inferiore a 24h).
Si tratta di un improvviso deficit focale cerebrale o visivo, attribuibile ad insufficiente apporto di sangue, di
durata inferiore alle 24 ore (circa 10 minuti). Sintomi uguali all’ictus, solo di durata inferiore. Possono
rappresentare dei campanelli d’allarme, quindi è bene scovarne le cause.
TIA in crescendo due o più episodi riferibili a TIA in 24h o tre o più in 72h. È necessaria una completa
risoluzione dei sintomi tra un TIA e l’altro.
Cause:
Fattori di rischio:
Non modificabili
Età >65 anni
Sesso maschile (anche se per la durata maggiore della vita delle donne ed i periodi di
scompensi ormonali ne equilibrano il rischio).
Genetica
Modificabili ipertensione, cardiopatie, TIA, diabete, fumo, alcool, droghe ed obesità
La gestione prevede: velocità, dinamicità e monitoraggio. Per prima cosa bisogna chiedersi se si tratta di un
ictus ischemico o emorragico, e se è effettivamente un ictus o un TIA. Intorno alla zona di infarto si estende la
penombra ischemica, regione salvabile in 4 ore. L’invio al PS deve essere immediato, il primo inquadramento
diagnostico prevede:
Evitare:
TAC 24h su 24
Laboratori per esami ematici sempre in funzione
Consulenze neurologiche e cardiologiche immediate
Apparecchiature adatte allo studio dei vasi del collo ed intracranici e le cavità cardiache
Unità di 4-16 letti dedicati esclusivamente alla malattia cerebrovascolare, con un team multidisciplinare
formato da medici, infermieri, tecnici della riabilitazione e personale di supporto. Aspetti qualificanti: equipe
multiprofessionale, approccio integrato medico e riabilitativo, formazione continua del personale, istruzione
dei pazienti e dei familiari.
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE
Il linguaggio è un sistema di “parole e regole” costituito da sequenze di suoni articolati, segni grafici e gestuali,
organizzato in elementi grammaticali che consentono di codificare le relazioni tra le parole e assegnare
significati alle frasi, permettendo così la comunicazione. È utile concepire il linguaggio come la capacità di
utilizzare, ai fini della comunicazione orale o scritta, gli elementi del codice linguistico (fonemi e parole),
selezionandoli e combinandoli in maniera appropriata da formare messaggi linguistici che trasmettano il
proprio pensiero. I codici comunicativi (in relazione tra loro) sono:
Linguaggio verbale
Linguaggio non verbale
Uso e/o comprensione (significato del messaggio veicolato dal messaggio verbale o non)
L’elaborazione del linguaggio coinvolge sia meccanismi periferici (fonazione e articolazione) che centrali
(seriazione fonemica, struttura semantica, lessicale, sintattica e grammaticale ):
Principi fondamentali:
L’attività del linguaggio comporta l’intervento di tutto l’encefalo: dal tronco cerebrale ai collegamenti
sinaptici estremamente elaborati della corteccia cerebrale.
L’attività del linguaggio si fonda su una relazione stabilita tra l’espressione e la percezione. Questa
relazione si esplica nella neocortex associativa dell’uomo.
Dominanza emisferica
L’emisfero destro comprende le parole e frasi brevi e decifra il linguaggio scritto. Viceversa, non ha accesso alla
facoltà espressiva. Il lobo parietale non dominante (destro) integra la parte controlaterale del corpo con
l’ambiente, è importante per abilità grafiche quali il disegno. Una lesione acuta del lobo parietale può causare
“neglect” (o eminegligenza spaziale unilaterale) per la metà controlaterale dello spazio. Il neglect non è altro
che una sindrome caratterizzata da ridotta o assente consapevolezza degli stimoli presentati nello spazio
controlesionale, temporaneo o cronica. Una persona affetta è quindi incapace di riportare la presenza di stimoli
visivi, somatosensoriali o uditivi nella parte dello spazio opposta rispetto alla lesione. Tipologie di neglect:
Test impiegati:
L’assenza di consapevolezza ha impatto negativo sul recupero. La riabilitazione non è mai completa ma
importante per limitare le conseguenze comportamentali, per migliorare il recupero motorio o l’outcome.
Bisogna coinvolgere la famiglia, gli obiettivi sono: migliorare la consapevolezza del paziente, indirizzare
l’attenzione verso lo spazio negletto, apprendimento di strategie di compenso . Per la riabilitazione si eseguono
diversi tipi di training (di lettura e copia), esercizi ecologici (giochi da tavolo, compilazione di moduli) ed
adattamento prismatico (correzione visuo-motoria).
Le lesioni cerebrali che determinano afasia sono localizzate nell’emisfero sinistro nella quasi totalità dei
destrimani ed approssimativamente nel 70% dei mancini o degli ambidestri. Nei soggetti destrimani la lesione
è focale, interessa una o più regioni dell’emisfero sinistro; le aree più frequentemente colpite sono le regioni
perisilviane (aree del linguaggio).
Area di Broca (44) controlla la funzione espressiva del linguaggio. Lesioni di quest’area causano
afasia espressiva. Il centro verbo motorio ha sede nella terza circonvoluzione frontale sinistra attua
all’articolazione del linguaggio, mentre il centro uditivo verbale si trova nella prima circonvoluzione
temporale sinistra attua alla comprensione del linguaggio.
Area di Wernicke area percettiva del linguaggio. Lesioni di quest’area causano deficit della
comprensione del linguaggio.
Fascicolo arcuato collega l’area acustica primaria e l’area di Wernicke con l’area di Broca. La
mielinizzazione di questo fascicolo avviene all’età di 4-12 mesi. Una lesione a questo livello
impedirebbe il trasferimento dei suoni dell’area di Wernicke a quella di Broca determinando difficoltà
nella ripetizione delle parole.
Tipologie di afasia:
Afasie non fluenti (Broca) l’eloquio è scarso, le parole sono prodotte con fatica ed in assenza di
struttura prosodica. Spesso vi è il deficit dell’articolazione o inerzia verbale, al massimo grado si ha la
totale soppressione del linguaggio detta anartria; nei casi meno gravi le parole sono male articolate
(disartria). Nei casi più lievi l’afasia assume i caratteri dell’agrammatismo: il linguaggio è costituito solo
da sostantivi e verbi, connessi in brevi frasi di “stile telegrafico” e consapevolezza del problema. Con
questo linguaggio ridotto, il paziente riesce comunque ad esprimere il proprio pensiero.
Afasia transcorticale motoria disconnessione del centro delle conoscenze concettuali dal centro delle
immagini motorie delle parole. Eloquio ridotto senza disartria, ripetizione buona e comprensione
relativamente buona.
Afasie fluenti (Wernicke) il flusso normale è quantitativamente buono o addirittura logorroica.
Quello che è alterato è il significato delle parole e delle frasi. Il linguaggio è costituito da parole
sbagliate, derivanti da parole inventate prive di senso. Spesso il paziente ripete più volte una parola o
una frase (perseverazione). Nei casi più gravi si ha l’impressione di ascoltare una lingua sconosciuta
(jargonafasia), solitamente il paziente ignora di parlare male (nosagnosia) e si arrabbia poiché non
viene compreso. Non consapevolezza del problema.
Afasia di conduzione eloquio fluente con errori fonemici, ripetizione cattiva e comprensione
conservata.
Afasia anomica/amnestica eloquio poco informativo, con scarsità di sostantivi, ripetizione
relativamente conservata, come a comprensione, denominazione compromessa.
Afasia transcorticale sensoriale disconnessione del centro delle immagini uditive delle parole dal
sistema di rappresentazione concettuale. Eloquio fluente con errori semantici, ripetizione conservata e
comprensione deficitaria.
Afasia globale eloquio abolito o stereotipie, ripetizione assente e comprensione gravemente
deficitaria. Per riconoscere il significato di una frase, l’encefalo partecipa nella sua globalità: non è
sufficiente decifrare il messaggio ma bisogna accedere ad un bagaglio di conoscenze, tra cui quello di
esperienze affettivo-relazionali.
Afasia di conduzione danno al fascicolo arcuato, linguaggio con errori di pronuncia e denominazioni
degli oggetti, comprensione buona.
Token Test (gettoni) analizza la comprensione, presentando 36 ordini verbali sempre più complicati.
ENPA (esame neuropsicologico per l’afasia) valuta il linguaggio spontaneo, mettendo in evidenza:
anomie, parafasie semantiche o fonetiche, circonlocuzioni, sostituzione o omissioni di funtori .
Ripetizione di parole e non-parole
Ripetizione di frasi
Lettura di parole e non-parole
Lettura di frasi
Scrittura di parole e non-parole e di frasi (sotto dettatura)
Denominazione orale
Scrittura di nomi e verbi
Generazione di liste
Descrizione orale di una figura
Comprensione uditiva e visiva di parole e frasi
Test con i numeri
Linguaggio:
Suoni
o Fonetica: descrive le caratteristiche dei tratti e la formazione del fonema; studia e
classifica tutti i suoni che possono essere prodotti attraverso il linguaggio articolato
(foni).
o Fonologia: studia il modo in cui i foni si raggruppano in classi funzionali (fonemi);
descrive le caratteristiche dei fonemi e le regole con cui si combinano a formare
morfemi e parole.
Parole
o Morfologia: descrive i morfemi e le regole con cui si combinano a formare parole
complesse.
o Semantica: studio del significato delle parole.
o Lessico: vocabolario, insieme di parole o locuzioni di una lingua.
Frasi
o Sintassi: descrive le regole secondo cui le parole si combinano in una frase.
Contesto
o Pragmatica: studio delle modalità di attuazione del linguaggio nelle reali situazioni
comunicative.
Deficit fonologici:
Parafasie fonemiche e neologismi fonetici le parole prodotte contengono sostituzioni, omissioni,
aggiunte o trasposizioni anche multiple con parole bersaglio irriconoscibili (neologismi fonetici).
Conduites d’approche approssimazioni fonemiche che possono sfociare nella risposta esatta o errata.
Parafrasia normale sostituzione lessicale.
Deficit lessicali:
Anomia difficoltà a recuperare le parole (la parola non è accessibile al paziente in quel momento ma
può venire facilitata).
Afasia anomica (amnesica) caratterizzata da un eloquio spontaneo e comprensibile, sono presenti
gravi deficit di denominazione e del recupero lessicale. Questa forma è associata a lesioni circoscritte
delle aree temporali.
Latenza anomica ritardo all’evocazione della parola.
Circonlocuzioni giri di parole.
Parafasie semantiche sostituzioni affini.
Parafrasie verbali parola sostituita con un’altra di significato diverso.
Elementi ricorrenti-automatizzati:
Espressione:
Linguaggio spontaneo
Formulazione di serie
Denominazione di oggetti ed immagini
Descrizione di immagini complesse
Recitare una fiaba
Comprensione:
Scrittura:
Spontanea, dettata e copiata (nei casi meno gravi la scrittura è possibile ma caratterizzata dagli stessi
errori dell’espressione orale)
Lettura:
Alessia totale
Lettura di parole ma con difficoltà di comprensione
Calcolo:
acalculia (mancata identificazione di cifre o mancata elaborazione di simboli numerici in operazioni semplici)
Altri disturbi:
Disartria causato da un’alterata funzione dei muscoli coinvolti nell’articolazione. Le cause possono
essere varie: lesioni cerebrali, al midollo, al cervelletto, nervi periferici o dei muscoli stessi .
Disfonia disturbo della fonazione che si può manifestare con una riduzione del volume della voce.
Causato da una disfunzione dei muscoli associati alla fonazione.
Disturbi della comunicazione verbale presenti in alcune malattie mentali il messaggio verbale è
linguisticamente corretto ma il contenuto anormale (tipico della schizofrenia).
Le conseguenze sono caratterizzate dalla ridotta capacità di sviluppare competenze educazionali, fallimento
scolastico, esclusione sociale, difficoltà comportamentali ed emozionali e rischio di bullizazione . Il processo di
apprendimento non avviene secondo i tempi, cosiddetti milestones (prima parola intorno al I anno di vita) ma
avviene in modo molto ritardato nei soggetti definiti late talker. Differenza sostanziale dei late talker dai
soggetti con spettro autistico è che essi non hanno una regressione o un arresto dello sviluppo del linguaggio.
Ralli (raising awareness language learning impairmentes) disturbo prevalente nei maschi che in età
adolescenziale, tratto caratteristico è l’aggressività poiché nascondono la frustrazione del non poter
comunicare.
Rischi ambientali:
Educazione familiare
Status socio-economico
Esperienze transculturali
Specifico trattamento
Fattori protettivi:
Viene definita anche area prefrontale mediale ed è importante per l’arousal e la motivazione. Se le lesioni in
questa zona sono di grandi dimensioni e si estendono alla parte più anteriore della corteccia (polo frontale), i
pazienti a volte diventano abulici, apatici, distratti, mutismo acinetico .
Arousal (risveglio)
Stato di attivazione del sistema nervoso in risposta a stimoli interni ed esterni, temporanea condizione del
sistema nervoso caratterizzata da un generale stato di eccitazione con maggiore stato attentivo-cognitivo di
vigilanza e di pronta reazione a stimoli particolari che richiedono maggiori prestazioni psicofisiche. Le
emozioni correlate a questo stato attivazione cerebrale sono la rabbia, la paura, l’eccitazione sessuale e la
motivazione. Con l’arousal viene coinvolto sia il SNC, SNP ed il sistema vegetativo:
Vengono coinvolti anche il sistema limbico (ipotalamo ed amigdala), lobi frontali e temporali e ghiandole
controllate dal SN; ciò determina maggiore allerta sensoriale, mobilità e prontezza dei riflessi . Influenza anche
la capacità di memoria e di attenzione, di prendere decisioni ed esprimere le emozioni.
Sonno
Si distinguono le fasi REM (Rapid Eyes Movements) e Non Rem (sonno più profondo, cervello inattivo in un
corpo mobile).
Parasonnie del sonno Non Rem (disordini dell’arousal) manifestazioni motorie complesse che si
verificano durante il sonno Non Rem che solitamente si risolvono nell’adolescenza:
Risvegli confusionali: episodi di risveglio parziale.
Sonnambulismo: episodi caratterizzati da comportamenti automatici più o meno
complessi, finalistici o afinalistici.
Terrori notturni: episodi di risveglio parziale, con espressione di terrore, intensa
agitazione, sudorazione e pallore.
Mutismo acinetico stato di minima coscienza, comatoso, esso è causato da gravi lesioni frontali
bilaterali (traumatiche o vascolari):
Attivo stato di vigilanza
Iniziativa motoria/verbale ridotta o assente
Assenza di attività cosciente
Queste strutture, localizzate lungo il decorso del fascio mediale del prosencefalo , sono costituite da neuroni
dopaminergici che originano dall’area ventrale tegmentale (VTA) del mesencefalo ed innervano diverse aree
del sistema limbico, fra cui il nucleo accumbens. Il sistema dopaminergico mesolimbico costituisce il circuito di
reward la cui attivazione rende piacevole il nutrirsi, il bere e le interazioni sociali . Il percorso mesolimbico
interviene nell’elaborazione dei comportamenti correlati con la sopravvivenza della specie.
Area tegmentale ventrale inizio del percorso, area dopaminergica (emozione, motivazione,
piacere).
Nucleo accumbens controlla il rilascio di DA (legato ai processi di assuefazione e dipendenza)
Amigdala responsabile della gestione emotiva.
Ippocampo memoria ed apprendimento.
Corteccia prefrontale pianificazione, inibizione degli impulsi.
Sistema limbico
Giro del cingolo in corrispondenza dei lobi frontale, parietale ed occipitale. Giro
paraippocampale, parte ventro-mediale della corteccia temporale. Da una lesione a livello di
questa struttura si determinano:
Disturbi del comportamento e disturbi della motivazione:
o Apatia: riduzione dei comportamenti diretti al raggiungimento di un fine per
mancanza di motivazione. È attribuita alla disfunzione del circuito cingolato
anteriore. L’apatia ha 3 componenti:
Affettiva “appiattimento emozionale”, ridotto rilevamento dei bisogni interni,
diffidenza dai piaceri.
Motoria ridotta iniziativa, passività, inerzia motoria (necessita di stimoli).
Cognitiva mancanza di produzione verbale spontanea, scarsa partecipazione alle
conversazioni.
o Abulia: completo disinteresse per l’ambiente e le proprie necessità. Attribuita ad
ampie lesioni del giro cingolato anteriore.
o Anedonia: incapacità nel desiderare e ricercare il contatto con stimoli gratificanti, è
attribuita ad una disfunzione del sistema mesolimbico corticale.
Amigdala
Essa riceve dalle aree sensoriali ed associative, dalla corteccia paraippocampale, ippocampo e talamo, per
rispondere invia risposte endocrine, atonimiche e comportamentali. La stimolazione elettrica provoca
nell’uomo un forte stato di paura, pazienti con lesioni che includono l’amigdala, mostrano difficoltà a reagire e
giudicare le espressioni facciali di felicità, paura, disgusto o tristezza anche se non hanno alcuna difficoltà nel
riconoscere l’identità delle facce.
Insula
Essa giace in profondità, all’interno del solco laterale, riceve informazioni corticali e talamiche. La porzione
anteriore è connessa con i nuclei del talamo e dell’amigdala, mentre la porzione posteriore sta in connessione
con la corteccia somatosensoriale secondaria e talamo . La porzione posteriore è innervata dai neuroni
somatosensoriali, creando una “mappa” delle sensazioni di posizione relative alle diverse parti del corpo con la
quale la partecipazione di questa regione sarà legata più al controllo dei visceri e degli organi interni. La parte
anteriore invece ha una maggiore connessione con il sistema limbico, essendo la sua funzionalità. Legata
all’integrazione emotiva di esperienze e percezioni. L'insula risponde a gusti piacevoli o sgradevoli, agendo così
come corteccia gustativa. L'insula è anche uno dei centri di elaborazione del dolore e delle risposte senso-
motorie viscerali. All'interno dell'insula, la parte anteriore (AI) è attivato sia dall'osservazione di espressioni
facciali disgustate sia dall'emozione del disgusto stesso.
Cervello sessuale
Si ritiene da molto tempo che le lesioni delle porzioni orbitarie dei lobi frontali rimuovano le costrizioni etico-
morali e possano portare ad un comportamento sessuale indiscriminato, mentre le lesioni frontali superiori
possono essere associate ad una generale perdita di iniziativa che riduce tutti gli impulsi.
Questo disturbo è caratterizzato da: pensieri persistenti che interferiscono con le attività quotidiane
riguardanti il dubbio di aver compiuto un’azione oppure la paura di essersi contaminati. Tali pensieri
disturbanti denominati ossessioni sono spesso seguiti da tentativi di soluzione del problema ovvero da
comportamenti o azioni mentali prolungati e inefficaci che portano di solito ad una grande perdita di tempo
(compulsioni). Chi soffre di DOC interrompe importanti attività quotidiane con importanti ripercussioni
sull’umore. L’età di insorgenza è dai 15 ai 25 anni. La corteccia prefrontale del cervello è iperattiva nelle
persone con disturbo ossessivo compulsivo. Sembra anche essere correlato a uno squilibrio nei livelli dei
neurotrasmettitori serotonina e dopamina, con livelli di serotonina anormalmente bassi e livelli di dopamina
anormalmente alti.
SISTEMA FRONTALE DORSOLATERALE
Memoria di lavoro definita anche come memoria a breve termine, essa ha la capacità di
conservare una quantità di informazioni per una durata di tempo limitata, inoltre permette di
manipolare informazioni e focalizzare l’attenzione su ciò che ci interessa.
La Sindrome Disesecutiva (compromissione dei circuiti funzionali che mettono in relazione le aree prefrontali
con le strutture retrorolandiche) presenterà incapacità di:
Con la Sindrome Disesecutiva si potrebbe avere anche un comportamento pseudodepressivo, caratterizzato da:
inerzia, apatia, disinteresse per sé e per l’ambiente, assenza di motivazione, reazione di evitamento .
Oltre che a causa di lesioni, le funzioni esecutive possono presentare insufficiente strutturazione in: età
evolutiva (autismo, ADHD) e patologie dell’adulto (schizofrenia, depressione maggiore, sclerosi multipla ).
Selezione
Organizzazione
Sequenza motoria
Motivazione
Monitoraggio
Memoria
Inibizione
Gli interventi riabilitativi consistono in delle metodologie differenti caso per caso. Vi sono diversi modelli:
RECETTORI SENSITIVI
LOBO PARIETALE-OCCIPITALE
La corteccia somato-sensitiva primaria, sita nell'area postrolandica (giro post-centrale) dei lobi parietali
anteriori, integra gli stimoli somestesici per il riconoscimento e il richiamo della forma, della superficie e del
peso. La corteccia somato-sensitiva primaria di un lato riceve tutti gli input somatosensoriali dal lato
controlaterale del corpo. Lesioni del lobo parietale anteriore possono causare difficoltà nel riconoscimento
degli oggetti mediante il tatto (astereognosia). Le aree posterolaterali al giro post-centrale generano le
relazioni visuo-spaziali e integrano queste percezioni con altre informazioni sensoriali per determinare la
percezione delle traiettorie degli oggetti in movimento . Queste aree mediano, inoltre, la propriocezione.
Sindrome deficitaria (dovuta a lesione dell’area somato-sensitiva): perdita della sensibilità epicritica
(tattile, propriocettiva e vibratoria):
-Agnosia appercettiva o astereognosia della mano controlaterale
-Fenomeno dell’estinzione
-Agnosia associativa o asimbolia tattile (deficit del processo di identificazione secondaria)
-Giro sovra-marginale (giro angolare): ha funzioni differenziate per lato (destra, schema corporeo e
organizzazione spaziale, sinistra, ideazione del gesto e del calcolo ).
Sindrome inferiore (giro angolare)
Lato destro (non dominante):
-Perdita dello schema corporeo dal lato sinistro (Sindrome di Anton Babinski)
-Aprassia costruttiva
Sindrome di Gerstmann (giro angolare)
Lato sinistro (dominante):
-Agnosia digitale (difficoltà o incapacità a riconoscere le dita )
-Acalculia (alterazioni e disturbi riguardo le abilità matematiche )
-Agrafia (alterazioni legati alla scrittura)
-Disorientamento
Centro prassico
Aree 39-40 di Brodmann del lobo parietale sinistro ha come funzione l’organizzazione motoria degli arti e della
muscolatura bucco-facciale. Qui ha sede l’ideazione del gesto, la formula cinetica del gesto e la trasmissione del
programma motorio alla corteccia frontale.
Gesto
Il gesto è una parte della comunicazione non verbale, i gesti ed il linguaggio parlato sono processati dalle stesse
aree cerebrali. Il gesto è un qualsiasi movimento del corpo eseguito allo scopo di comunicare, capace di
sostituire una parola o una frase, inoltre esso ha sia un ruolo comunicativo che cognitivo. L’esecuzione di un
gesto richiede il preliminare richiamo alla memoria della sua configurazione generale e la successiva
trasformazione in una serie di comandi codificati da trasmettere ai centri motori .
Gesti transitivi: gesti che interagiscono con il mondo esteriore attraverso un oggetto
Gesti intransitivi: atto motorio senza ausilio di strumenti su ordine o su imitazione (gesti
simbolici, gesti privi di significato e gesti mimici)
Aprassia
L’aprassia consiste nella perdita delle capacità di compiere gesti o azioni finalizzati in un soggetto nel quale gli
apparati addetti a tale funzioni, sono intatti e con consapevolezza dell’atto che vuole eseguire. L’aprassia del
movimento è classica nella demenza.
Tipologie di aprassia:
Agnosia
L’agnosia è l’incapacità di accedere alla conoscenza semantica di un oggetto o di uno stimolo sensitivo. Le forme
più comuni sono quella visiva, tattile e dello schema corporeo. Essa colpisce la corteccia visiva primaria: area
17 e le aree visive associate (18,19) che sono in connessione con la corteccia parietale e temporale.
Tipologie di agnosia:
LOBO TEMPORALE
I lobi temporali sono necessari per la percezione uditiva, per la comprensione del linguaggio, per la memoria
visiva, dichiarativa (fattuale) e per l'affettività. I pazienti con lesioni del lobo temporale destro perdono in
genere la capacità di interpretare gli stimoli uditivi non verbali . Lesioni del lobo temporale sinistro
interferiscono gravemente con il riconoscimento, la memoria e il linguaggio.
Ippocampo
L’ippocampo è l’area fondamentale per l’immagazzinamento a lungo termine dei nuovi ricordi, ovvero della
memoria a lungo termine che comporta la formazione di nuove sinapsi. Si tratta del potenziamento a lungo
termine, che è un aumento della forza della trasmissione neurale che deriva dal rafforzamento delle
connessioni sinaptiche. Viceversa, la memoria a breve termine, è in grado di ritenere i ricordi per tempi molto
brevi. Durante l’effetto priming (sistema mnemonico inconsapevole) si attiva un ricordo nella memoria
implicita (inconsapevole) che influenza la risposta ad uno stimolo successivo.
Processi attenzionali:
Attenzione selettiva: attenzione focalizzata e attenzione divisa
Intensità della risposta attentiva: attenzione sostenuta (vigilanza)
Percezione
SCHEMA CORPOREO
I soggetti normali possiedono un’immagine del proprio corpo come unità e nello stesso tempo, sono in grado di
riconoscere singole parti. Gli organi di senso forniscono informazioni sull’esistenza e sulle caratteristiche delle
singole parti del corpo, tali funzioni sono possibili grazie ad un processo di confronto tra le informazioni
sensoriali e lo schema corporeo individuale. Questo concetto è definito come:
Le Boulch fu il fondatore della psicocinetica e della motricità, disciplina che usa il movimento per educare
nell’ottica dell’autonomia della persona. L’immagine del corpo si delinea secondo tappe dello sviluppo:
Corpo subìto (0-3 mesi) la motricità del bambino è riflessa e dipendente dalla madre.
Corpo vissuto (3 mesi-3 anni) esplorazione del proprio corpo e della madre, avviando il processo di
differenziazione tra sé e l’altro, si distinguono le principali parti del corpo e la percezione del corpo è
legata al movimento volontario.
Corpo percepito (4-6 anni) la percezione si rivolge a sé stesso e sulle singole parti (strutturazione
percettiva). Nell’attività motoria emerge un maggiore controllo ed inoltre l’affermazione della
dominanza laterale permette una maggiore organizzazione dello spazio.
Corpo rappresentato (7-12 anni) percezione tridimensionale del corpo (immagine sintetica del
corpo), la consapevolezza della percezione permette una rappresentazione mentale del corpo in
movimento. Il bambino è in grado di staccarsi dall’aspetto concreto (rappresentazione decentrata) per
passare alla rappresentazione.
I disturbi dello schema corporeo comportano difficoltà percettive, motorie e relazionali, difficoltà nella lettura e
scrittura, producendo un senso di frustrazione ed insicurezza del paziente provocando anche disturbi del
comportamento.
Cause:
Carenza di afferenza
Deficit motori
Deficit di elaborazione delle informazioni
Disturbi legati al non riconoscimento di parti del corpo e difficoltà nel riconoscere destra e
sinistra
Percezione distorta del proprio corpo
Goffaggine, deficit di coordinazione
Schema corporeo del non vedente ritardo nella percezione di sé stesso come individuo in una realtà
di altri individui, difficoltà ad integrare i concetti di “ io psichico” ed “io motorio”. Caratterizzato dalla
presenza dei movimenti “blindisms” (movimenti ritmici del corpo).
Disprassia (DCD) disturbo della coordinazione del movimento e difficoltà a programmare ed eseguire
atti motori consecutivi. Il bambino disprassico può assumere posture inadeguate, confusione nella
lateralità, problemi di consapevolezza del tempo e problemi nelle attività fisiche . Sul piano emotivo i
bambini disprassici presentano sentimenti di scarsa autostima, livelli più alti di ansia e disturbi
somatici.
Il disturbo dello schema corporeo si vede anche nella percezione della stanza e della casa. Il problema dello
schema corporeo è collegato con la meta-comunicazione o comunicazione non verbale, corporea.
Lateralità
Lanci di palle da distanza varia lasciando libertà di utilizzo per verificare la dominanza
Salti e superamento di ostacoli, mettendo in moto la coordinazione dinamica
Salti con un piede o due piedi
Coordinazione fine della mano
L’abilità manuale è una tra le caratteristiche che distingue gli uomini dagli altri mammiferi, esso è un aspetto
fondamentale della coordinazione.
Prassie di autonomia abituali del disabile sbottonare, vestirsi, aprire e chiudere rubinetti…
Fenomeno dell’arto fantasma degli amputati ci sono diverse teorie a riguardo, una di esse spiega che
diverse aree del cervello sono responsabili di regioni differenti del corpo, quando manca una parte del
corpo e nessun feedback viene ricevuto, il cervello interpreta questa mancanza come dolore.
The visual mirror therapy il paziente viene posto di fronte ad uno specchio e l’arto sano viene
riflesso con l’aiuto di alcuni specchi, in modo che sembri che l’arto amputato ci sia ancora.
Schizofrenia
L’esperimento della mano di gomma conferma la minore abilità dei soggetti schizofrenici a percepire il proprio
corpo. L’illusione della mano di gomma avrebbe anche un correlato fisiologico; l’importanza di questa ricerca
sta nel fatto che la percezione corporea, insieme alla sensazione di essere “padroni” delle proprie azioni vanno
a costituire la consapevolezza di sé. L’importanza dell’esercizio fisico come strumento per migliorare la
percezione corporea viene impiegata come strategia riabilitativa.
Il dismorfismo corporeo (BDD) è un disturbo che si colloca in posizione centrale tra quelli specifici dello
schema corporeo e dell’immagine corporea. Esso è caratterizzato dalla preoccupazione per un difetto del
proprio aspetto corporeo, della forma o di alcune caratteristiche . I circuiti neuronali coinvolti con il BDD sono
la corteccia occipito-temporale (per l’immagine generale del corpo) e le regioni fronto-stratiale e temporale-
parietale (giudizi sulla forma e bellezza del viso).