LE BASI PSICOFISIOLOGICHE DEL COMPORTAMENTO Doc

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LE BASI PSICOFISIOLOGICHE DEL COMPORTAMENTO

Il sistema nervoso è alla base della nostra capacità di percepire, adattarci e interagire con il mondo
esterno che ci circonda. Attraverso il sistema nervoso riceviamo, elaboriamo e rispondiamo alle
informazioni provenienti dall’ambiente esterno e dal nostro organismo.

L’ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO

Il sistema nervoso ha la funzione di rendere perfetto, di unire tutte le informazioni sensoriali


che provengono sia dal mondo esterno che dagli organi interni e coordina le attività volontarie
e involontarie.

Le varie funzioni sono svolte dal:

1- sistema nervoso centrale costituito dall’encefalo e dal midollo spinale. Integra le


informazioni che provengono dal sistema nervoso periferico e determina le risposte
comportamentali e quelle fisiologiche.
2- e dal sistema nervoso periferico composto dal sistema somatico e dal sistema
autonomo. Il sistema nervoso somatico interagisce con il mondo esterno, mentre il
sistema nervoso autonomo regola le attività degli organi interni.

Il tessuto nervoso è formato da due tipi di cellule:

1 – i neuroni che rappresentano il 10% delle cellule nervose ed hanno la funzione di generare,
ricevere, condurre e trasmettere le informazioni all’interno del sistema nervoso.

2 – e le cellule gliali, chiamate anche di sostegno, che formano il 90% delle cellule nervose, che
hanno funzioni metaboliche cioè di produrre energia e smaltire le sostanze di rifiuto.

IL NEURONE

L’essere umano ha dai dieci miliardi ai mille miliardi di neuroni. Essi sono l’elemento più
importante per il funzionamento del sistema nervoso, senza di essi, non funzionerebbe. I neuroni
sono formati da tre parti:

1 – un corpo cellulare che contiene il nucleo, cioè la componente essenziale della cellula;

2 – una serie di ramificazioni, chiamate dentriti che trasmettono gli impulsi nervosi verso il
corpo cellulare;

3 – una lunga fibra, chiamata assone che porta lontano dal corpo cellulare gli impulsi e si
ramifica nella parte terminale.

Molto importanti per la trasmissione dei segnali, sono la guaina mielinica (mielina) e i nodi di
Ranvier.
I neuroni sono circondati da una membrana chiamata membrana citoplasmatica che li separa dal
liquido circostante e permette lo scambio metabolico con l’esterno.

La parte centrale del neurone è il nucleo che contiene le informazioni genetiche. Attraverso i
neuroni, l’organismo produce proteine ed energia.

Contengono delle speciali sostanze chimiche chiamate i neurotrasmettitori, utilizzati per


comunicare con gli altri neuroni.

Il neurone svolge tre funzioni principali:

1 – raccoglie e unisce le informazioni che provengono dall’ambiente interno ed esterno oppure


da altri neuroni;

2 – trasmette queste informazioni al sistema nervoso centrale e permette di emettere le


risposte sotto forma di segnali,

3 – libera delle sostanze chimiche per comunicare con gli altri neuroni.

Queste tre funzioni permettono al sistema nervoso di reagire ai diversi stimoli e dare le risposte
fisiologiche.

LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE ALL’INTERNO DEL SISTEMA NERVOSO

Un’altra caratteristica importante dei neuroni, è quella di portare dal corpo cellulare alla
periferia, gli impulsi nervosi generati dopo aver ricevuto delle stimolazioni di varia natura.

In assenza di stimolazione, il neurone è a riposo. Mentre la stimolazione del neurone, provoca un


cambio della membrana che fa aprire dei canali ionici che fanno entrare dei ioni sodio dall’esterno.
Questo processo è chiamato depolarizzazione.

A questo punto il neurone produce un impulso elettrico chiamato potenziale d’azione. Questo
impulso viene prodotto solo se l’intensità è uguale per tutti i neuroni.

Questi impulsi si diffondono rapidamente per raggiungere l’assone che maggiore è il suo diametro,
maggiore è la velocità dell’impulso.

I neuroni sono connessi tra di loro e questa connessione si chiama sinapsi. La sinapsi trasforma il
segnale elettrico in elettro-chimico. A questo punto i neurotrasmettitori generano e trasportano
l’impulso elettrico alla sinapsi successiva.

I neurotrasmettitori sono di due tipi:

1 –eccitatori che generano e trasmettono un potenziale d’azione;

2 – inibitori che bloccano la generazione di un potenziale di azione.


IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

Il sistema nervoso periferico connette il sistema nervoso centrale con il resto del corpo. E’
formato dai nervi che collegano il cervello e il midollo spinale ai muscoli, agli organi di senso, al
sistema digerente e respiratorio, al cuore, alle vene, alle arterie e alle ghiandole.

I nervi periferici si distinguono in:

1 – nervi cranici

2 – nervi spinali.

I nervi periferici contengono delle fibre sensoriali o afferenti che trasmettono le informazioni
sensoriali che provengono da tutte le parti del corpo al sistema nervoso centrale.

Le fibre motorie o efferenti che trasmettono i segnali dal sistema nervoso centrale agli organi
e ai muscoli.

Il sistema nervoso periferico, si divide in:

1 – sistema somatico

2 – sistema autonomo

IL SISTEMA NERVOSO SOMATICO

Il sistema nervoso somatico è formato da nervi che danno vigore, forza ai muscoli scheletrici e
controllano i movimenti volontari. Per questo i muscoli scheletrici, vengono chiamati muscoli
volontari.

IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO

Il sistema nervoso autonomo regola il funzionamento dei muscoli lisci del cuore e delle ghiandole.

I muscoli lisci sono chiamati anche muscoli involontari in quanto si contraggono senza l’intervento
della nostra volontà (senza essere elaborati a livello corticale) e determinano il funzionamento
automatico degli organi. Ad esempio la regolazione della circolazione sanguigna, la digestione, la
temperatura corporea.

La funzione fondamentale del sistema nervoso autonomo, è proprio quello di mantenere un certo
equilibrio interno chiamato omeostasi e di intervenire ogni volta che ci sono dei problemi.

Il sistema nervoso autonomo, si divide in due parti:

1 – il sistema nervoso simpatico che prepara l’organismo ad affrontare attività dispendiose di


energia e gli permette di reagire in situazioni di stress e di emergenza. Determina una serie di
reazioni, quali l’aumento del battito cardiaco, della frequenza respiratoria e la dilatazione della
pupilla;
2 – il sistema nervoso parasimpatico che ha la funzione di mantenere la normalità e l’equilibrio
dell’organismo, in seguito all’attivazione del sistema simpatico.

Mentre i neuroni del sistema simpatico si trovano nei tratti toracici e lombari del midollo spinale, i
neuroni del sistema parasimpatico si trovano nel tronco dell’encefalo e nella regione sacrale del
midollo spinale.

I due sistemi utilizzano neurotrasmettitori diversi.

IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Il sistema nervoso centrale integra, analizza e coordina i dati sensoriali e i comandi motori.

Attraverso di esso è possibile la percezione, la memoria, il linguaggio, il ragionamento,


l’immaginazione e la coscienza.

Rispetto al sistema nervoso periferico, quello centrale, non solo trasmette e raccoglie le
informazioni, ma è in grado anche di integrarle cioè di renderle perfette per dare la risposta
allo stimolo.

E’ costituito dall’encefalo e dal midollo spinale.

Entrambi sono ricoperte da tre membrane:

1 – la dura madre che si trova in superficie;

2 - l’aracnoide che si trova nel mezzo;

3 – la pia madre che si trova nella parte più interna.

Nel loro insieme, le tre membrane formano le meningi che è circondato da un liquido chiamato
liquido cerebrospinale che protegge l’encefalo e il midollo spinale. Inoltre, l’encefalo è protetto dal
cranio, mentre il midollo spinale dalla colonna vertebrale.

IL MIDOLLO SPINALE

Il midollo spinale parte dalla zona posteriore del cranio, si estende all’interno della colonna
vertebrale fino alla prima vertebra lombare. Si divide in quattro parti: cervicale, toracica, lombare e
sacrale.

Il midollo è formato da una parte grigia che contiene i corpi delle cellule nervose sensoriali e
motorie.

Una parte bianca che collega il midollo spinale all’encefalo.

Il midollo spinale ha due funzioni principale.


1 – integra le risposte riflesse e automatiche a certi tipi di stimolo,

2 – riceve e trasmette le informazioni da e per il cervello.


Le risposte riflesse determinano delle risposte automatiche e involontarie agli stimoli e vengono
emesse prima che lo stimolo venga interpretato a livello corticale, in modo da ridurre il tempo di
risposta in situazioni pericolose.

Ad esempio il riflesso pupillare, in cui la pupilla si allarga o si restringe in base alla quantità di luce
che colpisce l’occhio.

Oppure il riflesso patellare cioè un colpo sotto la rotula del ginocchio.

L’ENCEFALO

L’encefalo controlla tutto il funzionamento del nostro organismo, sia come entità autonoma,
che nei suoi rapporti con l’ambiente esterno.

E’ la parte più importante del sistema nervoso centrale.

Il suo peso medio va da 1250 ai 1600 grammi ed è in rapporto diretto con il peso corporeo. Il peso
definitivo si ha attorno ai vent’anni e diminuisce con l’invecchiamento.

E’ formato da 5 parti:

1. Telencefalo

2. Diencefalo

3. Mesencefalo

4. Metencefalo (si divide in ponte e cervelletto)

5. Mielencefalo (diventa poi il midollo allungato o bulbo)

Queste 5 parti hanno origine da altre 3 parti che si formano nelle fasi iniziali dello sviluppo
embrionale e sono:

1. Il proencefalo che si trasforma in telencefalo che diventa poi il cervello come veramente
detto e nel diencefalo;

2. Il mesencefalo che rimane così com’è, una struttura a sé;

3. Il romboencefalo che si divide in metencefalo che a sua volta si divide in ponte e cervelletto
e in mielencefalo che diventa poi il midollo allungato o bulbo.

Il telencefalo è la parte più voluminosa del cranio. Contiene gli emisferi cerebrali, i ventricoli
laterali e i lobi olfattivi. Attraverso di esso, l’organismo controlla i movimenti e le strutture del
sistema limbico.

Sotto al telencefalo abbiamo il diencefalo, che è formato dal:

1. Talamo che ha un ruolo chiave in quanto riceve i segnali dal tronco dell’encefalo e dal
midollo spinale e li trasmette alla corteccia cerebrale. Al talamo arrivano informazioni dalla
pelle (dolore, pressione, temperatura), segnali visivi dalla retina, segnali uditivi, segnali
olfattivi, gustativi, segnali relativi all’equilibrio.

2. Subtalamo

3. Ipotalamo che controlla la temperatura corporea, regola l’assunzione di cibi e liquidi e


insieme al sistema limbico, integra e coordina l’espressione comportamentale delle
emozioni.

Dopo abbiamo il mesencefalo che contiene dei corpi cellulari di alcuni nervi cranici per ricevere le
informazioni visive e uditive.

Il metencefalo che è formato dal cervelletto e dal ponte. Ha la funzione di controllare la


coordinazione motoria, la postura e il mantenimento dell’equilibrio.

Il mielencefalo chiamato anche midollo allungato o bulbo, che comprende dei nervi cranici che
collegano la parte superiore dell’encefalo al midollo spinale.

Il tronco dell’encefalo che comprende il mielencefalo, il ponte e il bulbo, controlla la respirazione,


il ritmo cardiaco, la pressione sanguigna e la deglutizione. Contiene inoltre dei nervi cranici, che
controllano le strutture del capo e del collo. Contiene anche la formazione reticolare che regola il
ritmo sonno\veglia e il suo livello di attivazione. Controlla il tono muscolare e le sensazioni di
dolore.

Il cervelletto si trova in corrispondenza della nuca e contiene due emisferi collegati da una struttura
chiamata verme. Ha la funzione di controllare la coordinazione motoria, la postura e il
mantenimento dell’equilibrio.

Il sistema limbico è formato dal:

1. Ippocampo importante nell’apprendimento e nella memoria. Lesioni all’ippocampo provoca


problemi di apprendere nuove informazioni e ricordare eventi passati.

2. Amigdala ha un ruolo importante nelle emozioni. E’ formato da due circuiti. Il circuito


sottocorticale che entra in funzione in situazioni di pericolo o allerta. (è stato provato sugli
animali che agendo sull’amigdala, questi, non mostrano paura davanti a situazioni che prima
avevano paura). Il circuito corticale che è in contatto con i sistemi uditivi, visivi, gustativi.
Regola le espressioni facciali

3. Corpi mammillari

4. Giro del cingolo

Il sistema limbico controlla le emozioni, l’affettività, l’umore e la percezione delle sensazioni


piacevoli e dolorose.

Il sistema ventricolare che è composto da 4 ventricoli: due laterali e due frontali. I ventricoli hanno
la funzione di produrre, far circolare e riassorbire il liquido cerebrospinale (ricopre le meningi), che
è un liquido trasparente che protegge l’encefalo e permette lo scambio di sostanze quali il glucosio
con le cellule nervose.
GLI EMISFERI E LA CORTECCIA CEREBRALE

GLI EMISFERI CEREBRALI

Il cervello adulto è formato da due parti simmetriche: gli emisferi cerebrali che sono separati in
superficie da un solco chiamato scissura longitudinale e sono collegati nel profondo da fibre
trasversali o commissurali.

La parte esterna ha uno spessore di 3-4 millimetri ed è di colore grigio in quanto contiene cellule
nervose.

La parte più profonda ha una sostanza bianca che è formata da tre tipi di fibre:

1. Le fibre di proiezione che trasportano informazioni dalla corteccia alle regioni lontane
del sistema nervoso e viceversa;

2. Le fibre di associazione che collegano le varie regioni dello stesso emisfero;

3. Le fibre commisurali che garantiscono un continuo scambio di segnali tra i due


emisferi.

Le informazioni che provengono dalla parte sinistra del corpo arrivano all’emisfero destro che a sua
volta invia i comandi motori alla parte sinistra del corpo.

Viceversa, le informazioni che provengono dalla parte destra del corpo, arrivano all’emisfero
sinistro che a sua volta invia i comandi motori alla parte destra del corpo.

LA CORTECCIA CEREBRALE

La corteccia cerebrale ha la funzione di elaborare le informazioni, inviare i comandi motori


ed è la sede di funzioni cognitive superiori e gioca un ruolo centrale in meccanismi mentali
complicati come la memoria, la concentrazione, il pensiero, il linguaggio e la coscienza.

La corteccia cerebrale è un tessuto molto attivo, specializzato nel selezionare, confrontare,


organizzare ed elaborare le informazioni in arrivo, catalogandole come immagini, pensieri,
emozioni, e immagazzinandole come ricordi.
Questa parte del cervello è costituita da circa 8 miliardi di neuroni, compressi in uno strato spesso
solo pochi centimetri.
La corteccia cerebrale si divide in quattro lobi cerebrali, separati e simmetrici nei due emisferi.
Ciascun lobo è formato da neuroni predisposti a ricevere informazioni oppure a trasmetterle.
 I lobi frontali sono quelli più sviluppati ed estesi: dirigono gran parte dell’attività del
cervello. Sono implicati in ogni forma di elaborazione del pensiero, nei processi decisionali,
nella risoluzione dei problemi, nella pianificazione e nella creatività, Presiedono anche al
controllo muscolare.
 I lobi temporali, posti dietro alle tempie, sono responsabili dell’udito, della percezione
gustativa e del linguaggio. Ma sono anche implicati nelle funzioni della memoria e
nell’elaborazione delle emozioni.
 I lobi parietali sono implicati alla sensazione, alla percezione, presiedono alla ricezione e
all’elaborazione delle informazioni sensoriali che provengono da tutto il corpo. È qui che
creiamo la visione del nostro mondo, unendo le lettere in parole e le parole in frasi, pensieri,
concetti. Nei casi di disturbi al lobo parietale, si hanno dei disturbi del pensiero simbolico,
alterazione dello schema corporeo e alterazione dello spazio.
 I lobi occipitali, infine, posti nella parte posteriore di ogni emisfero, sono implicati nella
visione.
La zona dove i quattro lobi si incontrano è la principale area del cervello in cui avviene
l’integrazione delle informazioni sensoriali.

La corteccia è divisa in diverse aree:

 Aree primarie e secondarie che si dividono a loro volta in sensoriali e motorie. Le aree
associative primarie sono la corteccia somatosensitiva primaria che riceve le informazioni
dalla pelle (dolore, temperatura). La corteccia uditiva che riceve le informazioni da entrambi
gli orecchi. La corteccia visiva destra che riceve le informazioni dal campo visivo sinistro di
entrambi gli occhi e la corteccia visiva sinistra che riceve le informazioni dal campo visivo
destro di entrambi gli occhi. La corteccia primaria motoria che riceve le informazioni dalle
aree motorie ed invia i comandi motori al midollo spinale. Le aree motorie della corteccia
motoria che si trovano nella parte superiore, controllano i muscoli della parte inferiore del
corpo (ad esempio gambe e piedi). Quelle che si trovano nella parte inferiore, controllano i
muscoli della parte superiore del corpo (ad esempio testa e collo). Queste aree ricevono
l’informazione sensoriale e sono responsabili dell’elaborazione iniziale e le inviano alle
aree di ordine superiore.

 Aree di ordine superiore elaborano ulteriormente le informazioni ricevute. Le sue aree


sensoriali costituiscono il legame tra sensazione e azione e sono connessi alle aree
motorie di ordine superiore che elaborano a loro volta i dati e li trasmettono alla corteccia
motoria primaria, la quale, attraverso il midollo spinale manda i comandi ai muscoli e
agli organi.

 Aree associative che sono la corteccia associativa parieto-temporo-occipitale che ha la


funzione di integrare le informazioni per dare luogo a sensazioni complesse. La corteccia
associativa prefrontale che pianifica il comportamento volontario. La corteccia associativa
limbica che implica la memoria, la motivazione e le emozioni.

Nell’uomo, le aree associative rappresentano il 75% della corteccia cerebrale e lesioni a queste aree,
producono deficit comportamentali.

Quando un’area cerebrale è attiva, aumenta il flusso del sangue nella sua area.

 Ascoltare attiva la corteccia uditiva.

 Guardare attiva la corteccia visiva.

 Leggere attiva la corteccia motoria.

 Produrre una parola associata alla parola letta attiva varie aree associative in quanto richiede
l’integrazione dell’informazione visiva e motoria.
LA LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE

Secondo Franz Joseph Gall fondatore della frenologia, ogni caratteristica della personalità si trova
in un’area cerebrale specifica. Identificò 35 aree diverse. I frenologi erano convinti che le funzioni
potessero essere sviluppate attraverso l’esercizio ed aumentare di dimensione, provocando delle
deformazioni alla scatola cranica. Ma mentre la produzione e la comprensione del linguaggio sono
svolte da singole aree specializzate, altre funzioni richiedono una connessione tra varie aree.

Dax mise in evidenza come lesioni all’emisfero sinistro, provocasse dei disturbi linguistici.

Nel 1860 Broca, osservò un paziente che era in grado di capire il significato del linguaggio, riusciva
a dire parole isolate, ma non era in grado di dire una frase intera, compiuta. Alla morte del paziente,
scoprì che aveva una lesione alla parte posteriore del lobo frontale di sinistra (chiamata area di
Broca) e ne dedusse che il linguaggio è localizzato nell’emisfero sinistro.

Successivamente Wernicke studiò dei pazienti che riuscivano a parlare, ma non riuscivano a capire.
Questo disturbo è chiamato afasia fluente. Questi pazienti avevano delle lesioni nella parte
posteriore del lobo temporale (chiamata area di Wernicke). Wernickè ipotizzò che mentre l’area di
Broca, quindi la parte posteriore del lobo frontale sinistro controlla i movimenti della bocca
necessari per un discorso coerente, la parte posteriore del lobo temporale mette in atto la funzione di
scelta delle parole. In quest’area arrivano le percezioni acustiche e visive, dove vengono
riconosciute e inviate all’area di Broca, dove vengono trasformate in linguaggio parlato o scritto.

Se manca questa trasformazione, manca la capacità di articolare il linguaggio.

Nel XX secolo Maas e Liepmann osservarono un paziente che presentava una lesione alla corteccia
frontale sinistra ed era incapace di eseguire azioni complesse dietro istruzione verbale, di imitare
gesti ed usare oggetti noti con la mano sinistra.

LA SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA

Nel 1868 Jackson affermò la dominanza emisferica dell’emisfero di sinistra.

Secondo Jackson i due emisferi sono uguali da un punto di vista anatomico, ma nel’uomo svolgono
funzioni diverse. L’emisfero di sinistra svolge tutte le funzioni cognitive e prassiche di ordine
superiore. Mentre le funzioni elementari, sensoriali e motorie, sono svolte da entrambi gli emisferi.

Sempre secondo Jackson i mancini hanno un’organizzazione corticale speculare a quella dei
destrimani.

Oggi però è stato affermato che i due emisferi sono diversi dal punto di vista anatomico.

Le aree del linguaggio sono più sviluppate nell’emisfero sinistro, mentre l’area acustica primaria è
più sviluppata nell’emisfero destro.
L’emisfero destro è più pesante e ha una corteccia più spessa e siccome i due emisferi sono diversi
da un punto di vista funzionale, non c’è nessuna dominanza dell’uno sull’altro. Il concetto di
dominanza è stato sostituito dalla nozione della specializzazione.

L’emisfero sinistro è specializzato per funzioni di tipo linguistico. Quello di destra è


specializzato per funzioni visuo-spaziale.

Secondo la specializzazione emisferica, entrambi gli emisferi possono prevalere a seconda della
funzione cognitiva considerata.

In generale però attività sensoriali e motorie elementari coinvolgono entrambi gli emisferi in modo
uguale, equivalente.

Nel caso di lesioni, le funzioni cognitive che dovrebbero essere svolte dalle aree danneggiate,
possono essere svolte da aree intatte dello stesso emisfero o dall’altro emisfero.

UN ORGANO DI SENSO: L’OCCHIO

Mentre le informazioni sensoriali vengono trasmesse dai recettori sensoriali alla corteccia, le
sensazioni che provengono dal mondo esterno, vengono ricevute attraverso gli organi di senso,
elaborate e trasformate in percezioni.

Il principale sistema sensoriale è la vista.

L’OCCHIO E LA VISIONE

La visione degli oggetti dipende da quanta luce riflettono nei nostri occhi. Questa luce arriva
agli occhi sotto forma di energia elettromagnetica.

Ogni volta che un’onda luminosa con lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 760 nanometri
(spettro della luce visibile), colpisce un fotorecettore della retina, avviene una modificazione
chimica che genera un impulso nervoso che viene inviato, attraverso le vie ottiche al cervello,
dove viene elaborato e avviene la percezione dell’immagine visiva.

L’occhio è posto nella cavità orbitaria ed è formata da tre membrane:

1. La sclera che è la parte bianca dell’occhio. È la membrana più esterna e ad essa sono
attaccati i muscoli che fanno muovere gli occhi. Nella parte anteriore diventa più trasparente
e curva e prende il nome di cornea.

2. L’uvea che è una membrana molto vascolarizzata. La parte posteriore è formata dalla
coroide, quella anteriore dall’iride. La colorazione dell’iride varia tra i vari individui a
seconda delle caratteristiche anatomiche del tessuto che la compone. Attraverso la sua ricca
vascolarizzazione, nutre la retina.

3. La retina posta nella parte posteriore dell’occhio, svolge un ruolo fondamentale nella
visione.

L’occhio è formato anche da quattro strutture trasparenti:


1. L’umor acqueo. È un liquido salino che circola continuamente dando consistenza al bulbo
oculare.

2. L’umor vitreo o corpo vitreo è una sostanza gelatinosa che mantiene la forma sferica
dell’occhio.

3. La cornea che è una sottile pellicola.

4. Il cristallino che è simile ad una lente biconvessa.

La cornea e il cristallino sono le principali lenti convergenti cioè dirigono, si incontrano sullo stesso
punto del sistema oculare.

L’accomodamento è la variazione della curvatura del cristallino in modo da far cadere


costantemente sulla retina le immagini.

Quando guardiamo un oggetto lontano il cristallino si appiattisce e diminuisce la sua curvatura.


Quando guardiamo un oggetto vicino, diventa più convesso ed aumenta la sua curvatura.

LA RETINA

La retina è una sottile membrana che riveste quasi tutta la parte interna dell’occhio ed è la parte più
importante dell’organo visivo. Fa parte del sistema nervoso centrale.

È formata da milioni di cellule sensibili alla luce: i fotorecettori che trasformano gli stimoli
luminosi in impulsi elettrici. I fotorecettori sono di due tipi:

1. I coni che sono circa 6-8 milioni. Si trovano in prevalenza al centro della retina e sono
specializzati per la visione diurna, chiamata anche visione fotopica. Permettono di adattarsi
alla luce, percepire i colori e distinguere i dettagli fini.

2. I bastoncelli che sono circa 120 milioni e si trovano in prevalenza alla periferia della retina e
sono specializzati nella visione notturna, chiamata anche visione scotopica. Quando
entriamo in una stanza buia, entrano progressivamente in azione, in modo da consentirci di
vedere in modo sufficiente da poterci orientare. Sono molto più sensibili alla luce dei coni,
ma non permettono di percepire i colori, né di distinguere bene i dettagli.

La retina è formata da 4 tipi di cellule:

1. Le cellule orizzontali;

2. Le cellule bipolari;

3. Le cellule amacrine;

4. Le cellule gangliari che costituiscono le fibre nervose del nervo ottico e attraverso di
esse, l’informazione passa dalla retina alla corteccia visiva.

La luce che entra nell’occhio, deve passare prima nelle cellule gangliari, poi in quelle amacrine,
bipolari e orizzontali prima di arrivare ai coni e ai bastoncelli.
Ogni singola parte della retina ha una sua funzione specifica. La parte centrale chiamata macula,
è responsabile della visione centrale e permette di distinguere i dettagli più fini delle immagini e di
riconoscere i colori. Il centro della macula è la fovea che attraverso i coni presenti in essa, è
responsabile dell’acutezza visiva cioè dei dettagli più piccoli. Quando fissiamo un oggetto facciamo
automaticamente cadere l’immagine sulla fovea. Le parti esterne della retina, piene di bastoncelli,
sono responsabili della visione laterale o periferica, quindi, permette di vedere tutto ciò che stà
attorno al punto che fissiamo.

C’è una zona che è completamente insensibile alla luce e priva di fotorecettori chiamata macchia
cieca è la zona in cui il nervo ottico esce dalla retina.

Il cristallino proietta alla retina un’immagine invertita degli oggetti. L’informazione che proviene
dalla metà superiore del campo visivo arriva alla parte inferiore della retina. L’informazione che
proviene dalla parte inferiore del campo visivo, arriva alla parte superiore della retina.

L’emiretina nasale (la metà della retina vicina al naso) riceve le informazioni che provengono dal
campo visivo nasale omolaterale.

L’emiretina temporale (la metà della retina vicino alla tempia) riceve le informazioni che
provengono dal campo visivo temporale controlaterale.

DALLA RETINA ALLA CORTECCIA VISIVA

Le informazioni ricevute dalle reazioni fotochimiche che vengono attivate dalla radiazione
luminosa, sono trasformati in impulsi elettrici dai coni e dai bastoncelli.

Quando i fotorecettori sono stimolati producono un particolare pigmento che genera una serie
di reazioni chimiche che generano un segnale nervoso che viene inviato ai neuroni della retina,
i quali effettuano una prima elaborazione del segnale visivo.

L’informazione viene portato al nervo ottico fuori la retina e i nervi ottici provenienti dai due occhi,
si uniscono al livello del diencefalo e formano una struttura chiamata chiasma ottico.

La lesione completa del nervo ottico produce cecità totale nell’occhio corrispondente. La lesione
completa del chiasma ottico produce cecità in metà del campo visivo.

La corteccia visiva primaria, chiamata corteccia striata, è divisa in diversi strati, ognuno con
specifiche funzioni e ogni strato riceve e trasmette le proprie informazioni alla corteccia, dove
vengono riunite permettendo così la percezione dell’oggetto nel suo insieme.

La lesione unilaterale alla corteccia visiva, provoca cecità in un quadrante o in un’area più piccola
del campo visivo.
LA PERCEZIONE DEI COLORI

L’occhio umano è sensibile alle onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda compresa tra 360 e
480 nanometri. Alla lunghezza d’onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto, alla
lunghezza d’onda maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi.

Il processo che rende possibile la visione dei colori, è un processo molto complesso.

Il colore percepito può essere determinato da una radiazione monocromatica, un raggio di


luce di un’unica lunghezza d’onda, sia dalla somma di più radiazioni, ciascuna di lunghezza
d’onda differente. L’occhio non è in grado di isolare le singole componenti. Come
conseguenza, se una luce rossa ed una luce verde colpiscono insieme un medesimo punto della
retina, il risultato sarà la percezione del giallo.

Nell’uomo la visione dei colori è definita tricromatica.

Agli inizi dell’Ottocento, Young ipotizzò l’esistenza di tre tipi di cellule recettoriali, ciascuno
sensibile ad uno dei tre colori primari: rosso, verde e blu.

I tre tipi di recettori sono sensibili a lunghezze d’onda diverse ed il colore percepito dipende dalla
proporzione di attivazione per i tre diversi recettori. Secondo questa teoria, la percezione del rosso
(uno dei colori primari), si ha quando solo i coni sensibili al rosso sono stimolati, la percezione del
giallo si ha quando i coni sensibili al rosso e al verde sono stimolati, mentre la percezione del
bianco si ha quando tutti e tre i tipi di coni sono stimolati.

Questa teoria non è in grado di spiegare l’opponenza cromatica. Esistono coppie di colori, giallo-blu
e rosso-verde, che non possono essere viste simultaneamente nello stesso punto. Non riesce a
spiegare il contrasto cromatico simultaneo.

Un oggetto grigio visto su uno sfondo verde acquista una sfumatura di rosso, se invece è visto su
una sfumatura di rosso acquista una sfumatura verde. Se si guarda per 30 secondi un cerchio rosso e
si fissa poi lo sguardo su una superficie bianca, ci apparirà un cerchio verde.

I colori delle immagini consecutive sono sempre costituiti dal complementare del colore
precedentemente osservato. Esistono colori definiti colori psicologicamente puri, che appaiono
come non contaminati da sfumature di nessun altro colore. I soli quattro che hanno queste
caratteristiche di purezza soggettiva, sono il blu, il giallo, il rosso e il verde.

Hering propose la teoria dell’opponenza cromatica (o dei processi opposti) secondo cui al livello
successivo all’elaborazione dei coni, vi è la presenza di tre sistemi di neuroni o canali: un sistema
specializzato nella visione alternativa del giallo e del blu, un sistema specializzato nella visione
alternativa del rosso e del verde ed un sistema specializzato nella visione del bianco e del nero.

A stimolazioni di bassa intensità, corrispondono grigi molto scuri, mentre a stimolazioni di massima
intensità corrisponde la visione del bianco.

La discriminazione dei colori è eseguito da sistemi di neuroni specializzati.


Mentre il sistema per il bianco e nero può emanare un segnale combinato grigio, negli altri sistemi i
colori si contrappongono a vicenda e non si mescolano. È quindi possibile inviare un segnale rosso
escludendo il verde ed un segnale blu solo escludendo il giallo e viceversa..

Le ricerche effettuate negli ultimi anni, hanno confermato, almeno in parte l’ipotesi
tricromatica. Vi sono tre tipi di coni, ma invece di essere sensibili ad una sola parte dello
spettro visibile, due dei tre rispondono a tutte le lunghezze d’onda, ma hanno dei picchi di
sensibilità diversi.

La visione di un colore dipende dall’azione combinata di due canali cromatici, costituiti


ciascuno da una coppia di colori complementari rosso-verde, blu-giallo, più un canale
dedicato alla luminosità cioè bianco-nero.

Le differenti posizioni e i picchi di assorbimento della luce da parte dei tre tipi di coni,
dipende dalla lunghezza d’onda che il pigmento assorbe. I coni sensibili alle onde corte, hanno
una sensibilità massima per il colore blu-violetto. I coni sensibili alle onde medie hanno sensibilità
massima al colore verde. I coni sensibili alle onde lunghe, hanno massima sensibilità al colore
rosso. Per fare un esempio, la visione del giallo è l’effetto di una situazione in cui i coni sensibili
alle onde medie (sensibili al verde) ed i coni sensibili alle onde lunghe (sensibili al rosso), sono
massimamente stimolati, mentre i coni sensibili alle onde corte (sensibili al blu) è del tutto
trascurabile. La visione del bianco si ha, invece, quanto tutti e tre i tipi di coni, risultano
massimamente stimolati.

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