LE BASI PSICOFISIOLOGICHE DEL COMPORTAMENTO Doc
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LE BASI PSICOFISIOLOGICHE DEL COMPORTAMENTO Doc
Il sistema nervoso è alla base della nostra capacità di percepire, adattarci e interagire con il mondo
esterno che ci circonda. Attraverso il sistema nervoso riceviamo, elaboriamo e rispondiamo alle
informazioni provenienti dall’ambiente esterno e dal nostro organismo.
1 – i neuroni che rappresentano il 10% delle cellule nervose ed hanno la funzione di generare,
ricevere, condurre e trasmettere le informazioni all’interno del sistema nervoso.
2 – e le cellule gliali, chiamate anche di sostegno, che formano il 90% delle cellule nervose, che
hanno funzioni metaboliche cioè di produrre energia e smaltire le sostanze di rifiuto.
IL NEURONE
L’essere umano ha dai dieci miliardi ai mille miliardi di neuroni. Essi sono l’elemento più
importante per il funzionamento del sistema nervoso, senza di essi, non funzionerebbe. I neuroni
sono formati da tre parti:
1 – un corpo cellulare che contiene il nucleo, cioè la componente essenziale della cellula;
2 – una serie di ramificazioni, chiamate dentriti che trasmettono gli impulsi nervosi verso il
corpo cellulare;
3 – una lunga fibra, chiamata assone che porta lontano dal corpo cellulare gli impulsi e si
ramifica nella parte terminale.
Molto importanti per la trasmissione dei segnali, sono la guaina mielinica (mielina) e i nodi di
Ranvier.
I neuroni sono circondati da una membrana chiamata membrana citoplasmatica che li separa dal
liquido circostante e permette lo scambio metabolico con l’esterno.
La parte centrale del neurone è il nucleo che contiene le informazioni genetiche. Attraverso i
neuroni, l’organismo produce proteine ed energia.
3 – libera delle sostanze chimiche per comunicare con gli altri neuroni.
Queste tre funzioni permettono al sistema nervoso di reagire ai diversi stimoli e dare le risposte
fisiologiche.
Un’altra caratteristica importante dei neuroni, è quella di portare dal corpo cellulare alla
periferia, gli impulsi nervosi generati dopo aver ricevuto delle stimolazioni di varia natura.
A questo punto il neurone produce un impulso elettrico chiamato potenziale d’azione. Questo
impulso viene prodotto solo se l’intensità è uguale per tutti i neuroni.
Questi impulsi si diffondono rapidamente per raggiungere l’assone che maggiore è il suo diametro,
maggiore è la velocità dell’impulso.
I neuroni sono connessi tra di loro e questa connessione si chiama sinapsi. La sinapsi trasforma il
segnale elettrico in elettro-chimico. A questo punto i neurotrasmettitori generano e trasportano
l’impulso elettrico alla sinapsi successiva.
Il sistema nervoso periferico connette il sistema nervoso centrale con il resto del corpo. E’
formato dai nervi che collegano il cervello e il midollo spinale ai muscoli, agli organi di senso, al
sistema digerente e respiratorio, al cuore, alle vene, alle arterie e alle ghiandole.
1 – nervi cranici
2 – nervi spinali.
I nervi periferici contengono delle fibre sensoriali o afferenti che trasmettono le informazioni
sensoriali che provengono da tutte le parti del corpo al sistema nervoso centrale.
Le fibre motorie o efferenti che trasmettono i segnali dal sistema nervoso centrale agli organi
e ai muscoli.
1 – sistema somatico
2 – sistema autonomo
Il sistema nervoso somatico è formato da nervi che danno vigore, forza ai muscoli scheletrici e
controllano i movimenti volontari. Per questo i muscoli scheletrici, vengono chiamati muscoli
volontari.
Il sistema nervoso autonomo regola il funzionamento dei muscoli lisci del cuore e delle ghiandole.
I muscoli lisci sono chiamati anche muscoli involontari in quanto si contraggono senza l’intervento
della nostra volontà (senza essere elaborati a livello corticale) e determinano il funzionamento
automatico degli organi. Ad esempio la regolazione della circolazione sanguigna, la digestione, la
temperatura corporea.
La funzione fondamentale del sistema nervoso autonomo, è proprio quello di mantenere un certo
equilibrio interno chiamato omeostasi e di intervenire ogni volta che ci sono dei problemi.
Mentre i neuroni del sistema simpatico si trovano nei tratti toracici e lombari del midollo spinale, i
neuroni del sistema parasimpatico si trovano nel tronco dell’encefalo e nella regione sacrale del
midollo spinale.
Il sistema nervoso centrale integra, analizza e coordina i dati sensoriali e i comandi motori.
Rispetto al sistema nervoso periferico, quello centrale, non solo trasmette e raccoglie le
informazioni, ma è in grado anche di integrarle cioè di renderle perfette per dare la risposta
allo stimolo.
Nel loro insieme, le tre membrane formano le meningi che è circondato da un liquido chiamato
liquido cerebrospinale che protegge l’encefalo e il midollo spinale. Inoltre, l’encefalo è protetto dal
cranio, mentre il midollo spinale dalla colonna vertebrale.
IL MIDOLLO SPINALE
Il midollo spinale parte dalla zona posteriore del cranio, si estende all’interno della colonna
vertebrale fino alla prima vertebra lombare. Si divide in quattro parti: cervicale, toracica, lombare e
sacrale.
Il midollo è formato da una parte grigia che contiene i corpi delle cellule nervose sensoriali e
motorie.
Ad esempio il riflesso pupillare, in cui la pupilla si allarga o si restringe in base alla quantità di luce
che colpisce l’occhio.
L’ENCEFALO
L’encefalo controlla tutto il funzionamento del nostro organismo, sia come entità autonoma,
che nei suoi rapporti con l’ambiente esterno.
Il suo peso medio va da 1250 ai 1600 grammi ed è in rapporto diretto con il peso corporeo. Il peso
definitivo si ha attorno ai vent’anni e diminuisce con l’invecchiamento.
E’ formato da 5 parti:
1. Telencefalo
2. Diencefalo
3. Mesencefalo
Queste 5 parti hanno origine da altre 3 parti che si formano nelle fasi iniziali dello sviluppo
embrionale e sono:
1. Il proencefalo che si trasforma in telencefalo che diventa poi il cervello come veramente
detto e nel diencefalo;
3. Il romboencefalo che si divide in metencefalo che a sua volta si divide in ponte e cervelletto
e in mielencefalo che diventa poi il midollo allungato o bulbo.
Il telencefalo è la parte più voluminosa del cranio. Contiene gli emisferi cerebrali, i ventricoli
laterali e i lobi olfattivi. Attraverso di esso, l’organismo controlla i movimenti e le strutture del
sistema limbico.
1. Talamo che ha un ruolo chiave in quanto riceve i segnali dal tronco dell’encefalo e dal
midollo spinale e li trasmette alla corteccia cerebrale. Al talamo arrivano informazioni dalla
pelle (dolore, pressione, temperatura), segnali visivi dalla retina, segnali uditivi, segnali
olfattivi, gustativi, segnali relativi all’equilibrio.
2. Subtalamo
Dopo abbiamo il mesencefalo che contiene dei corpi cellulari di alcuni nervi cranici per ricevere le
informazioni visive e uditive.
Il mielencefalo chiamato anche midollo allungato o bulbo, che comprende dei nervi cranici che
collegano la parte superiore dell’encefalo al midollo spinale.
Il cervelletto si trova in corrispondenza della nuca e contiene due emisferi collegati da una struttura
chiamata verme. Ha la funzione di controllare la coordinazione motoria, la postura e il
mantenimento dell’equilibrio.
3. Corpi mammillari
Il sistema ventricolare che è composto da 4 ventricoli: due laterali e due frontali. I ventricoli hanno
la funzione di produrre, far circolare e riassorbire il liquido cerebrospinale (ricopre le meningi), che
è un liquido trasparente che protegge l’encefalo e permette lo scambio di sostanze quali il glucosio
con le cellule nervose.
GLI EMISFERI E LA CORTECCIA CEREBRALE
Il cervello adulto è formato da due parti simmetriche: gli emisferi cerebrali che sono separati in
superficie da un solco chiamato scissura longitudinale e sono collegati nel profondo da fibre
trasversali o commissurali.
La parte esterna ha uno spessore di 3-4 millimetri ed è di colore grigio in quanto contiene cellule
nervose.
La parte più profonda ha una sostanza bianca che è formata da tre tipi di fibre:
1. Le fibre di proiezione che trasportano informazioni dalla corteccia alle regioni lontane
del sistema nervoso e viceversa;
Le informazioni che provengono dalla parte sinistra del corpo arrivano all’emisfero destro che a sua
volta invia i comandi motori alla parte sinistra del corpo.
Viceversa, le informazioni che provengono dalla parte destra del corpo, arrivano all’emisfero
sinistro che a sua volta invia i comandi motori alla parte destra del corpo.
LA CORTECCIA CEREBRALE
Aree primarie e secondarie che si dividono a loro volta in sensoriali e motorie. Le aree
associative primarie sono la corteccia somatosensitiva primaria che riceve le informazioni
dalla pelle (dolore, temperatura). La corteccia uditiva che riceve le informazioni da entrambi
gli orecchi. La corteccia visiva destra che riceve le informazioni dal campo visivo sinistro di
entrambi gli occhi e la corteccia visiva sinistra che riceve le informazioni dal campo visivo
destro di entrambi gli occhi. La corteccia primaria motoria che riceve le informazioni dalle
aree motorie ed invia i comandi motori al midollo spinale. Le aree motorie della corteccia
motoria che si trovano nella parte superiore, controllano i muscoli della parte inferiore del
corpo (ad esempio gambe e piedi). Quelle che si trovano nella parte inferiore, controllano i
muscoli della parte superiore del corpo (ad esempio testa e collo). Queste aree ricevono
l’informazione sensoriale e sono responsabili dell’elaborazione iniziale e le inviano alle
aree di ordine superiore.
Nell’uomo, le aree associative rappresentano il 75% della corteccia cerebrale e lesioni a queste aree,
producono deficit comportamentali.
Quando un’area cerebrale è attiva, aumenta il flusso del sangue nella sua area.
Produrre una parola associata alla parola letta attiva varie aree associative in quanto richiede
l’integrazione dell’informazione visiva e motoria.
LA LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE
Secondo Franz Joseph Gall fondatore della frenologia, ogni caratteristica della personalità si trova
in un’area cerebrale specifica. Identificò 35 aree diverse. I frenologi erano convinti che le funzioni
potessero essere sviluppate attraverso l’esercizio ed aumentare di dimensione, provocando delle
deformazioni alla scatola cranica. Ma mentre la produzione e la comprensione del linguaggio sono
svolte da singole aree specializzate, altre funzioni richiedono una connessione tra varie aree.
Dax mise in evidenza come lesioni all’emisfero sinistro, provocasse dei disturbi linguistici.
Nel 1860 Broca, osservò un paziente che era in grado di capire il significato del linguaggio, riusciva
a dire parole isolate, ma non era in grado di dire una frase intera, compiuta. Alla morte del paziente,
scoprì che aveva una lesione alla parte posteriore del lobo frontale di sinistra (chiamata area di
Broca) e ne dedusse che il linguaggio è localizzato nell’emisfero sinistro.
Successivamente Wernicke studiò dei pazienti che riuscivano a parlare, ma non riuscivano a capire.
Questo disturbo è chiamato afasia fluente. Questi pazienti avevano delle lesioni nella parte
posteriore del lobo temporale (chiamata area di Wernicke). Wernickè ipotizzò che mentre l’area di
Broca, quindi la parte posteriore del lobo frontale sinistro controlla i movimenti della bocca
necessari per un discorso coerente, la parte posteriore del lobo temporale mette in atto la funzione di
scelta delle parole. In quest’area arrivano le percezioni acustiche e visive, dove vengono
riconosciute e inviate all’area di Broca, dove vengono trasformate in linguaggio parlato o scritto.
Nel XX secolo Maas e Liepmann osservarono un paziente che presentava una lesione alla corteccia
frontale sinistra ed era incapace di eseguire azioni complesse dietro istruzione verbale, di imitare
gesti ed usare oggetti noti con la mano sinistra.
LA SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA
Secondo Jackson i due emisferi sono uguali da un punto di vista anatomico, ma nel’uomo svolgono
funzioni diverse. L’emisfero di sinistra svolge tutte le funzioni cognitive e prassiche di ordine
superiore. Mentre le funzioni elementari, sensoriali e motorie, sono svolte da entrambi gli emisferi.
Sempre secondo Jackson i mancini hanno un’organizzazione corticale speculare a quella dei
destrimani.
Oggi però è stato affermato che i due emisferi sono diversi dal punto di vista anatomico.
Le aree del linguaggio sono più sviluppate nell’emisfero sinistro, mentre l’area acustica primaria è
più sviluppata nell’emisfero destro.
L’emisfero destro è più pesante e ha una corteccia più spessa e siccome i due emisferi sono diversi
da un punto di vista funzionale, non c’è nessuna dominanza dell’uno sull’altro. Il concetto di
dominanza è stato sostituito dalla nozione della specializzazione.
Secondo la specializzazione emisferica, entrambi gli emisferi possono prevalere a seconda della
funzione cognitiva considerata.
In generale però attività sensoriali e motorie elementari coinvolgono entrambi gli emisferi in modo
uguale, equivalente.
Nel caso di lesioni, le funzioni cognitive che dovrebbero essere svolte dalle aree danneggiate,
possono essere svolte da aree intatte dello stesso emisfero o dall’altro emisfero.
Mentre le informazioni sensoriali vengono trasmesse dai recettori sensoriali alla corteccia, le
sensazioni che provengono dal mondo esterno, vengono ricevute attraverso gli organi di senso,
elaborate e trasformate in percezioni.
L’OCCHIO E LA VISIONE
La visione degli oggetti dipende da quanta luce riflettono nei nostri occhi. Questa luce arriva
agli occhi sotto forma di energia elettromagnetica.
Ogni volta che un’onda luminosa con lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 760 nanometri
(spettro della luce visibile), colpisce un fotorecettore della retina, avviene una modificazione
chimica che genera un impulso nervoso che viene inviato, attraverso le vie ottiche al cervello,
dove viene elaborato e avviene la percezione dell’immagine visiva.
1. La sclera che è la parte bianca dell’occhio. È la membrana più esterna e ad essa sono
attaccati i muscoli che fanno muovere gli occhi. Nella parte anteriore diventa più trasparente
e curva e prende il nome di cornea.
2. L’uvea che è una membrana molto vascolarizzata. La parte posteriore è formata dalla
coroide, quella anteriore dall’iride. La colorazione dell’iride varia tra i vari individui a
seconda delle caratteristiche anatomiche del tessuto che la compone. Attraverso la sua ricca
vascolarizzazione, nutre la retina.
3. La retina posta nella parte posteriore dell’occhio, svolge un ruolo fondamentale nella
visione.
2. L’umor vitreo o corpo vitreo è una sostanza gelatinosa che mantiene la forma sferica
dell’occhio.
La cornea e il cristallino sono le principali lenti convergenti cioè dirigono, si incontrano sullo stesso
punto del sistema oculare.
LA RETINA
La retina è una sottile membrana che riveste quasi tutta la parte interna dell’occhio ed è la parte più
importante dell’organo visivo. Fa parte del sistema nervoso centrale.
È formata da milioni di cellule sensibili alla luce: i fotorecettori che trasformano gli stimoli
luminosi in impulsi elettrici. I fotorecettori sono di due tipi:
1. I coni che sono circa 6-8 milioni. Si trovano in prevalenza al centro della retina e sono
specializzati per la visione diurna, chiamata anche visione fotopica. Permettono di adattarsi
alla luce, percepire i colori e distinguere i dettagli fini.
2. I bastoncelli che sono circa 120 milioni e si trovano in prevalenza alla periferia della retina e
sono specializzati nella visione notturna, chiamata anche visione scotopica. Quando
entriamo in una stanza buia, entrano progressivamente in azione, in modo da consentirci di
vedere in modo sufficiente da poterci orientare. Sono molto più sensibili alla luce dei coni,
ma non permettono di percepire i colori, né di distinguere bene i dettagli.
1. Le cellule orizzontali;
2. Le cellule bipolari;
3. Le cellule amacrine;
4. Le cellule gangliari che costituiscono le fibre nervose del nervo ottico e attraverso di
esse, l’informazione passa dalla retina alla corteccia visiva.
La luce che entra nell’occhio, deve passare prima nelle cellule gangliari, poi in quelle amacrine,
bipolari e orizzontali prima di arrivare ai coni e ai bastoncelli.
Ogni singola parte della retina ha una sua funzione specifica. La parte centrale chiamata macula,
è responsabile della visione centrale e permette di distinguere i dettagli più fini delle immagini e di
riconoscere i colori. Il centro della macula è la fovea che attraverso i coni presenti in essa, è
responsabile dell’acutezza visiva cioè dei dettagli più piccoli. Quando fissiamo un oggetto facciamo
automaticamente cadere l’immagine sulla fovea. Le parti esterne della retina, piene di bastoncelli,
sono responsabili della visione laterale o periferica, quindi, permette di vedere tutto ciò che stà
attorno al punto che fissiamo.
C’è una zona che è completamente insensibile alla luce e priva di fotorecettori chiamata macchia
cieca è la zona in cui il nervo ottico esce dalla retina.
Il cristallino proietta alla retina un’immagine invertita degli oggetti. L’informazione che proviene
dalla metà superiore del campo visivo arriva alla parte inferiore della retina. L’informazione che
proviene dalla parte inferiore del campo visivo, arriva alla parte superiore della retina.
L’emiretina nasale (la metà della retina vicina al naso) riceve le informazioni che provengono dal
campo visivo nasale omolaterale.
L’emiretina temporale (la metà della retina vicino alla tempia) riceve le informazioni che
provengono dal campo visivo temporale controlaterale.
Le informazioni ricevute dalle reazioni fotochimiche che vengono attivate dalla radiazione
luminosa, sono trasformati in impulsi elettrici dai coni e dai bastoncelli.
Quando i fotorecettori sono stimolati producono un particolare pigmento che genera una serie
di reazioni chimiche che generano un segnale nervoso che viene inviato ai neuroni della retina,
i quali effettuano una prima elaborazione del segnale visivo.
L’informazione viene portato al nervo ottico fuori la retina e i nervi ottici provenienti dai due occhi,
si uniscono al livello del diencefalo e formano una struttura chiamata chiasma ottico.
La lesione completa del nervo ottico produce cecità totale nell’occhio corrispondente. La lesione
completa del chiasma ottico produce cecità in metà del campo visivo.
La corteccia visiva primaria, chiamata corteccia striata, è divisa in diversi strati, ognuno con
specifiche funzioni e ogni strato riceve e trasmette le proprie informazioni alla corteccia, dove
vengono riunite permettendo così la percezione dell’oggetto nel suo insieme.
La lesione unilaterale alla corteccia visiva, provoca cecità in un quadrante o in un’area più piccola
del campo visivo.
LA PERCEZIONE DEI COLORI
L’occhio umano è sensibile alle onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda compresa tra 360 e
480 nanometri. Alla lunghezza d’onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto, alla
lunghezza d’onda maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi.
Il processo che rende possibile la visione dei colori, è un processo molto complesso.
Agli inizi dell’Ottocento, Young ipotizzò l’esistenza di tre tipi di cellule recettoriali, ciascuno
sensibile ad uno dei tre colori primari: rosso, verde e blu.
I tre tipi di recettori sono sensibili a lunghezze d’onda diverse ed il colore percepito dipende dalla
proporzione di attivazione per i tre diversi recettori. Secondo questa teoria, la percezione del rosso
(uno dei colori primari), si ha quando solo i coni sensibili al rosso sono stimolati, la percezione del
giallo si ha quando i coni sensibili al rosso e al verde sono stimolati, mentre la percezione del
bianco si ha quando tutti e tre i tipi di coni sono stimolati.
Questa teoria non è in grado di spiegare l’opponenza cromatica. Esistono coppie di colori, giallo-blu
e rosso-verde, che non possono essere viste simultaneamente nello stesso punto. Non riesce a
spiegare il contrasto cromatico simultaneo.
Un oggetto grigio visto su uno sfondo verde acquista una sfumatura di rosso, se invece è visto su
una sfumatura di rosso acquista una sfumatura verde. Se si guarda per 30 secondi un cerchio rosso e
si fissa poi lo sguardo su una superficie bianca, ci apparirà un cerchio verde.
I colori delle immagini consecutive sono sempre costituiti dal complementare del colore
precedentemente osservato. Esistono colori definiti colori psicologicamente puri, che appaiono
come non contaminati da sfumature di nessun altro colore. I soli quattro che hanno queste
caratteristiche di purezza soggettiva, sono il blu, il giallo, il rosso e il verde.
Hering propose la teoria dell’opponenza cromatica (o dei processi opposti) secondo cui al livello
successivo all’elaborazione dei coni, vi è la presenza di tre sistemi di neuroni o canali: un sistema
specializzato nella visione alternativa del giallo e del blu, un sistema specializzato nella visione
alternativa del rosso e del verde ed un sistema specializzato nella visione del bianco e del nero.
A stimolazioni di bassa intensità, corrispondono grigi molto scuri, mentre a stimolazioni di massima
intensità corrisponde la visione del bianco.
Le ricerche effettuate negli ultimi anni, hanno confermato, almeno in parte l’ipotesi
tricromatica. Vi sono tre tipi di coni, ma invece di essere sensibili ad una sola parte dello
spettro visibile, due dei tre rispondono a tutte le lunghezze d’onda, ma hanno dei picchi di
sensibilità diversi.
Le differenti posizioni e i picchi di assorbimento della luce da parte dei tre tipi di coni,
dipende dalla lunghezza d’onda che il pigmento assorbe. I coni sensibili alle onde corte, hanno
una sensibilità massima per il colore blu-violetto. I coni sensibili alle onde medie hanno sensibilità
massima al colore verde. I coni sensibili alle onde lunghe, hanno massima sensibilità al colore
rosso. Per fare un esempio, la visione del giallo è l’effetto di una situazione in cui i coni sensibili
alle onde medie (sensibili al verde) ed i coni sensibili alle onde lunghe (sensibili al rosso), sono
massimamente stimolati, mentre i coni sensibili alle onde corte (sensibili al blu) è del tutto
trascurabile. La visione del bianco si ha, invece, quanto tutti e tre i tipi di coni, risultano
massimamente stimolati.