C 19 07 1986 n27690
C 19 07 1986 n27690
C 19 07 1986 n27690
27690
Ministero dei lavori pubblici - D.M.
24-1-1986. Istruzioni relative alla normativa tecnica per le
costruzioni in zona sismica.
1. PREMESSA
Con decreto
ministeriale 2-7-1981 è stata emanata la normativa tecnica per la
riparazione ed il rafforzamento degli edifici danneggiati dal sisma e
ricadenti in zone classìficate ai sensi dell'art. 3, titolo Il, della
legge 2-2-1974, n. 64
La normativa, definita dal Ministero dei lavori
pubblici in forza al quarto comma dell'art. 10 della legge 14-5-1981,
n. 219 recante «ulteriori interventi a favore delle popolazioni
colpite dagli eventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981», è
pertanto specificatamente riferita alla riparazione di edifici
comprendenti «unità immobiliari» destinate ad uso abitazione ricadenti
nelle Regioni Basilicata, Campania e Puglia, per le quali è prevista
l'assegnazione di un contributo o di un finanziamento erariale.
Con
la circolare n. 21745 in data 30-7-1981 emanante istruzioni per
l'applicazione della predetta normativa veniva ribadito il principio
secondo il quale gli interventi di riparazione di edifici ad uso
abitazione, in zone sismiche, anche di recente classificazione, quando
il danno non è imputabile al sisma, ma dipendente da altre cause,
rimangono disciplinati, sotto l'aspetto tecnico, dalle norme approvate
con decreto ministeriale 3-3-1975, ora sostituito dal decreto
ministeriale 19-6-1984, il cui Capo C.9 resta operante.
Con Decreto
Ministeriale 24-1-1986 è stata emanata una nuova articolazione del
citato punto C.9 nel quale è compresa oltre una più completa normativa
per le riparazioni, altresì la normativa per l'adeguamento
dell'edilizia esistente qualunque sia la causa del danno.
La predetta
normativa, anche se elegge, quale modello tipologico, l'edificio
destinato ad uso abitazione, tuttavia, potrà utilmente assumersi come
riferimento metodologico anche per gli interventi relativi ad edifici
di diversa destinazione d'uso.
Dato il carattere peculiare della
materia, difficilmente assoggettabile a rigide regole vincolanti, la
normativa ha voluto preordinatamente stabilire soltanto concetti
fondamentali, nel cui ambito ricercare la soluzione più adatta al caso
specifico.
La normativa lascia pertanto, nel rispetto di tali
principi, un'arnpia facoltà di scelta delle soluzioni progettuali, e
delle modalità tecniche operative, in relazione alle specifiche
caratteristiche dell'edificio in rapporto agli interventi previsti.
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totalità dei centri Storici e delle costruzioni rurali, la casistica
degli interventi è estremamente vasta e complessa e pertanto ogni caso
richiede un attento studio per una corretta applicazione della più
appropriata tecnologia di intervento specificatamente necessaria.
Per
l'applicazione della normativa, quanto più conforme ai criteri dalla
stessa fissati, sono state elaborate le presenti istruzioni,
nell'intento di fornire un'utile guida agli operatori, dando loro
suggerimenti pratici e con l'ìllustrazione di alcune fra le più
ricorrenti tecnologie di intervento.
C.9. D.M. 24.1.86
Interventi
sugli edifici esistenti.
2. OPERAZIONI PROGETTUALI
2.0. Campo di
validità
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In alternativa si potrà intervenire:
- o inserendo
degli elementi di protezione al martellamento;
- oppure eliminando il
giunto mediante il collegamento delle strutture da esso separate. In
tal caso si dovrà tenere conto di tale nuovo accoppiamento nella
verifica dell'edificio.
Qualora l'adeguamento delle dimensioni del
giunto risulti tecnicamente molto com-plesso o particolarmente
oneroso, è consentito di non effettuare l'adeguamento nei seguenti
casi:
b) edifici
contigui entrambi in muratura ed aventi altezze che rientrino nei
limiti di cui al punto C.2.
Le
norme, al punto C.9.3. precisano che gli interventi su di un edificio
si realizzano mediante provvedimenti tecnici intesi a ridurre gli
effetti delle azioni sismiche e ad aumentare la resistenza
dell'organismo edilizio a tali azioni, nonché a ripristinare
l'integrità delle strutture eventualmente danneggiate.
I
provvedimenti intesi a ridurre gli effetti sismici sono indicati al
successivo punto C.9.3.1. delle norme e si possono realizzare:
1)
alleggerendo la costruzione mediante l'eventuale demolizione di
sopraelevazioni e l'eliminazione di carichi permanenti pesanti e
sostituzione con altri di materiale leggero particolarmente nelle
pavimentazioni e sovrastrutture, specie nelle parti più elevate
dell'edificio,
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4) separando, se possibile, le
parti di un edificio strutturalmente irregolare, per renderle
indipendenti l'una dall'altra, ciascuna delle quali strutturalmente
regolare.
a) nella riduzione
delle masse non strutturali;
2.2. Fondazioni
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pendio con la fondazione stessa, secondo quanto disposto alla Sezione
G dal decreto ministeriale 21-1-1981.
In generale, per giudicare
della consistenza del terreno sono particolarmente utili le prove in
sito e, se i terreni sono a granulometria fina, le prove
penetrometriche e dilatometriche. Si richiama l'attenzione a questo
riguardo sulla opportunità che il penetrometro venga infisso in
aderenza alla fondazione onde interessare con l'indagine il terreno
già consolidato dal peso dell'edificio.
D.M. 21.1.81
Norme tecniche
riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni
per la progettazione, lese-cuzione e il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione
(G.U 7.2.1981 n. 37
suppl)
Lo studio
dell'eventuale consolidamento delle fondazioni si rende necessario
quando siano manifesti segni di dissesto nella elevazione attribuiti
ad inadeguatezza delle strutture di fondazione, oppure a cedimenti
differenziali della fondazione stessa. In questo secondo caso si dovrà
innanzi tutto accertare quali siano state le cause che hanno prodotto
il fenomeno e se tali cause siano ancora agenti o il fenomeno possa
essere riattivato in futuro anche per eventi sismici.
Qualora si
constati l'avvenuto esaurimento dei fenomeni di assestamento e la
conseguente stabilizzazione della costruzione nella configurazione
lesionata, si dovrà verificare la compatibilità dell'intervento
previsto con lo stato di equilibrio del sistema
terreno-fondazione-elevazione raggiunto.
Occorre infatti evitare che
gli eventuali interventi in elevazione o in fondazione, turbando il
suddetto equilibrio, attivino ulteriori dissesti.
Qualora invece non
siano presenti dissesti strutturali attribuibili ad insufficienza
delle strutture di fondazione oppure a cedimenti differenziali del
terreno e siano verificate tutte le circostanze a), b), c), d)
riportate nel decreto ministeriale 24-1-1986 al punto C.9.3.3,
potranno essere omessi gli interventi sulle strutture di fondazione e
le relative verifiche. In tal caso, sarà cura del progettista motivare
tale decisione sulla base dello stato di fatto delle strutture, e
delle valutazioni fatte sulle caratteristiche del terreno, nonché
dell'influenza degli interventi previsti sulla struttura. C.9.3.3
a)
nella costruzione non siano presenti importanti dissesti di qualsiasi
natura attribuibili a cedimenti delle fondazioni e sia stato accertato
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che dissesti della stessa natura non si siano prodotti neppure in
precedenza;
c)
gli stessi interventi non comportino rilevanti modificazioni delle
sollecitazioni trasmesse alle fondazioni;
3. EDIFICI IN MURATURA
Provvedimenti
tecnici di adeguamento
Per aumentare la
resistenza di un elemento murario si può ricorrere, in genere, ad uno
o più dei seguenti provvedimenti:
- tirantature orizzontali e
verticali.
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3.2. Applicazione di tiranti
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chiavi in testata, di dimensioni tali da garantire una buona legatura
tra le rnurature.
L'adozione di
iniezioni di miscele leganti, mira al miglioramento delle
caratteristiche meccaniche della muratura da consolidare. A tale
tecnica, pertanto, non può essere affidato il compito di realizzare
efficaci ammorsature dei muri e quindi di migliorare, se applicata da
sola, il primitivo schema strutturale.
Le iniezioni possono essere
eseguite con miscele cementizie, semplici o additivate, oppure a base
di resine organiche.
Le miscele a base di resine saranno scelte
adottando, in generale, prodotti a basso valore di modulo elastico
quando l'ampiezza media delle lesioni è piccola e a più elevato valore
di detto modulo per riempimenti di zone estese.
a) Miscela a base
di legante cementizio.
- buona fluidità;
- buona stabilità;
- tempo
di presa opportuno;
- adeguata resistenza;
- minimo ritiro.
Tali
proprietà, sono agevolmente conse-guibili con le sospensioni
cementizie in acqua, semplici o con sabbie molto fini a granuli
arrotondati, caratterizzate da valori del rapporto acqua/cemento in
genere variabili da 0,6 a 1,2 e migliorate con l'aggiunta di additivi
fluidificanti ed espansivi antiritiro. Il cemento deve essere di
granulometria molto fine.
La scelta della pressione di immissione va
fatta tenendo conto che le dilatazioni trasversali prodotte dal fluido
in pressione, a causa delle eventuali discontinuità della muratura nei
piani paralleli ai paramenti, potrebbero modificare negativamente la
configurazione di equilibrio raggiunta dalla costruzione.
In ogni
caso le iniezioni devono essere fatte a bassa pressione, eventualmente
ricorrendo a fasi successive con pressioni via via crescenti e vanno
condotte iniziando dal basso, e procedendo con simmetria.
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Nel caso di
murature incoerenti e caotiche, l'uso di questa tecnica richiede la
loro incamiciatura o il ricorso ad altri provvedimenti cautelativi;
per non disperdere la miscela.
e)
esecuzione dei fori con perforazioni di diametro fino a 40 mm,
eseguite mediante trapani o sonde rotative;
d) posizionamento nei
fori degli ugelli di immissione e successiva sigillatura con malta di
cemento;
Nel caso di
dissesti localizzati in zone limitate può risultare conveniente
risanare dapprima a bassa pressione queste zone e poi operare a
pressione più elevata, nelle zone rimanenti.
b) Miscele a base di
resine organiche.
e) Iniezioni armate.
Tale sistema di
consolidamento prevede l'inserimento nella muratura di un reticolo di
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barre metalliche, assicurandone la collabo-razione per aderenza
mediante miscele cementanti. In condizioni sfavorevoli, può essere
necessario consolidare preventivamente la muratura mediante iniezioni
semplici.
L'uso di questa tecnica è consigliatile allorché si debbano
realizzare efficaci ammorsature tra le murature portanti, nei casi in
cui non si possa ricorrere all'uso di altre tecnologie. In questo caso
le cuciture si realizzano mediante armature di lunghezza pari a 2 - 3
volte lo spessore delle murature, disposte in fori trivellati alla
distanza di 40-50 cm l'uno dall'altro e preferibilmente inclinati
alternativamente verso l'alto e verso il basso.
Le miscele leganti da
impiegare sono dello stesso tipo di quelle esaminate al punto 3.3. con
lavvertenza che dovranno essere ancora più accentuate le
caratteristiche di aderenza ed antiritiro, oltre che di resistenza,
per poter contare sulla collaborazione fra armature e muratura, poiché
nel caso specifico le iniezioni sono localizzate nelle zone più
sollecitate.
0ve possibile è consigliatile realizzare blocchi
resistenti alle estremità delle barre, sia con tecniche analoghe alle
chiodature in roccia, che con l'inserimento di chiavi o piastre
metalliche alla estremità della barra sulla superficie esterna del
muro.
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1) preparazione delle murature, previa adeguata
puntellatura: esportazione dell'intonaco, riempimento delle cavità
esistenti con particolare riguardo a quelle in prossimità delle
ammorsature tra i muri, rifacimento a cuci-scucì;
2) spazzolatura e
lavaggio con acqua o ad aria in pressione;
3) esecuzione delle
perforazioni nella muratura per l'alloggiamento delle barre
tra-sversali di collegamento;
4) applicazione delle barre o delle
reti di armatura su una o entrambe le facce del muro, con adeguate
sovrapposizioni e risvolti;
5) messa in opera di distanziatori
dell'armatura dal muro, per consentire il completo avvolgimento delle
barre da parte della lastra cementizia, di spessore adeguato e
comunque non inferiore a 2 cm;
6) alloggiamento, nei fori, delle
barre trasversali con adeguati risvolti di ancoraggio;
7)
l'inserimento dei collegamenti delle lastre cementizie agli elementi
resistenti di contorno (solai - cordoli - pareti trasversali -
fondazioni);
8) esecuzione della lastra cementizia per lo spessore
prefissato, dopo abbondante lavaggio della superficie muraria;
9)
esecuzione delle eventuali iniezioni nei muri, effettuate con
pressioni che, per la presenza della lastre armate aventi funzione di
contenimento, possono essere anche elevate, fino a 2 - 3 Kg/cm3.
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mezzo di staffe passanti o di spaccature distribuite lungo l'altezza.
3.6.
Archi e volle
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caratteristiche estetiche da non alterare.
Gli archi e le volte che
siano interessati da gravi dissesti, se realizzati con muratura di non
buona consistenza e fattura, devono essere eliminati.
3.7. Solai
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Infine per solai in legno con cappa in calcestruzzo o solai
latero-cementizi di nuova costruzione, un sufficiente collegamento può
essere costituito da un cordolo continuo in cemento armato a spessore
parziale o semplicemente in aderenza, provvisto di cunei di ancoraggio
passanti attraverso le murature ed opportunamente armati.
3.8.
Scale
3.9. Coperture
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conveniente la creazione di cordoli in c.a. di sommità, si potrà, in
via del tutto eccezionale, procedere al rinforzo della muratura che
spicca dall'ultimo piano (compresi gli eventuali timpani) mediante
iniezioni e cuciture armate o incorniciatura con lastre di c.a.;
particolare cura si dovrà porre comunque per realizzare efficaci
collegamenti della orditura principale lignea con la muratura così
rinforzata.
3.10. Fondazioni
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