La Solitaria Rondine
La Solitaria Rondine
La Solitaria Rondine
VAUCHER-DE-LA-CROIX
1
Marino Berengo ha ben mostrato come negli anni ’40 dell’Ottocento per gli intellettuali
erano molto difficili guadagni autonomi e indipendenti dal servizio degli editori: «Chi sfuggì a
questa norma, godette di congiunture eccezionali: fu la solitaria rondine il cui volo invernale
non basta a chiamare la primavera. In questa prospettiva deve essere inteso il più singolare
contratto librario che il primo Ottocento milanese ci abbia trasmesso, quello steso il 15
febbraio 1847 nello studio notarile di Tommaso Grossi tra Andrea Maffei e Luigi Pirola»
(MARINO BERENGO, Intellettuali e librai nella Milano della Restaurazione, Torino, Einaudi,
1980, ma si cita dalla ristampa con presentazione di MARIO INFELISE, Milano, Angeli, 2012, p.
290).
2
La citazione è tratta dalla tesi di laurea, purtroppo ancora inedita, di LAURA ZUCCONI,
Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, relatore Prof. Paola Luciani, Corso di laurea
magistrale in Filologia moderna, Università degli Studi di Firenze, a.a. 2009-2010, p. 43.
231
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
3
SALOMON GESSNER, Idilli, traduzione del cav. ANDREA MAFFEI, Milano, Pirotta, 1818.
4
Così si conclude la dedica, ivi, p. 6. Su questa traduzione si veda PAOLA MARIA FILIPPI,
Andrea Maffei e la sua idea del tradurre. Gli Idillj di Gessner fra «il parlare dei moderni e il
sermon prisco», in Traduzioni e Traduttori del Neoclassicismo, a cura di GIULIA CANTARUTTI,
STEFANO FERRARI, PAOLA MARIA FILIPPI, Milano, Angeli, 2010, pp. 175-191.
5
Si ricordi che la Relazione al Saurau è del 15 marzo 1816 (cfr. ANDREA DARDI, Gli scritti
di Vincenzo Monti sulla lingua italiana, Firenze, Olschki, 1990, pp. 185-204), mentre il primo
volume della Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca (Milano,
Dall’Imp. Regia stamperia, 1817-1826) fu terminato nel dicembre del 1817 e venne distribui-
to verso la metà di febbraio dell’anno successivo (ivi, p. 292). Cfr. anche ANDREA DARDI, Il
dialogo «Matteo giornalista» del Monti ai primordi del dibattito sul romanticismo, in Vincenzo
Monti nella cultura italiana, a cura di GENNARO BARBARISI, Milano, Cisalpino, 2005, vol. I, pp.
629-657.
6
ANGELO COLOMBO, La pratica della virtù e le offese della sventura nella «Tunisiade» di
Andrea Maffei e Vincenzo Monti, in Teorie e forme del tradurre in versi nell’Ottocento fino a
Carducci, Atti del Convegno internazionale, Lecce 2-4 ottobre 2008, a cura di ANDREA CAR-
ROZZINI, Galatina, Congedo, 2010, pp. 19-42: 40. La traduzione a quattro mani venne pubbli-
cata col titolo Matilde e Toledo, episodio tratto dal poema eroico la Tunisiade di Giovanni
Ladislao Pyrker, Milano Silvestri, 1826. Sono del Maffei i vv. 370-453 del canto III e 516-620
del canto IX. Cfr. PARIDE ZAJOTTI, Della Tunisiade, poema eroico di Giovanni Ladislao Pyrker,
e d’un suo episodio tradotto dal cav. Andrea Maffei, «Biblioteca Italiana», VIII (settembre
1823), tomo XXXI, pp. 285-301.
232
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
7
MARTA MARRI TONELLI, Scheda a Maria Stuarda. Tragedia di Federico Schiller. Traduzio-
ne del cavalier Andrea Maffei, Milano, per Luigi di Giacomo Pirola, 1843, in L’Ottocento di
Andrea Maffei, Catalogo della Mostra, Comune di Riva del Garda 21 giugno-30 agosto 1987,
s.l. [ma Trento], s.e. [ma Temi], 1987, pp. 54-55: 55. Sulle traduzioni maffeiane da Schiller si
vedano BIANCA CETTI MARINONI, A.M. traduttore di Schiller, «Annali dell’Istituto di lingue e
letterature germaniche», IV (1976), pp. 231-247 e più in generale EDMUND K. KOSTKA, Schil-
ler in Italy. Schiller’s Reception in Italy. 19th and 20th Centuries, New York, Peter Lang Inc.,
1997, pp. 45-67; RITA UNFER LUKOSCHIK, Friedrich Schiller in Italien (1785-1861). Eine quel-
lengeschichtliche Studie, Berlin, Duncker & Humblot, 2004 e DANIELA GOLDIN FOLENA,
Tradurre Schiller in Italia nell’Ottocento, in Studi in onore di Pier Vincenzo Mengaldo per i suoi
settant’anni. A cura degli allievi padovani, Firenze, Sismel, 2007, pp. 735-787.
8
Sulla travagliata storia della traduzione di Monti del poema di Voltaire e sul ruolo di
Maffei si vedano ARNALDO BRUNI, Un nuovo autografo della «Pulcella d’Orléans» di Vincenzo
Monti, «Studi di filologia italiana», XLII (1984), pp. 167-179 e ID., ‘Apografi non deteriores?’
Ancora per il testo della «Pulcella d’Orléans» del Monti, «Studi di filologia italiana», LIV
(1996), pp. 261-289.
9
VINCENZO MONTI, Prose e poesie, Firenze, Le Monnier, 5 voll., 1847.
10
MARTA MARRI TONELLI, Il prestigio dell’uomo di cultura, in L’Ottocento di Andrea Maf-
fei, p. 26.
11
Ivi, p. 27.
12
RAFFAELLO BARBIERA, Il salotto della contessa Maffei, Milano, Treves, 1895, p. 104.
13
MARRI TONELLI, Il prestigio dell’uomo di cultura, p. 27.
233
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
14
Sul rapporto di collaborazione e amicizia fra Maffei e Verdi esiste una buona bibliogra-
fia: MARTA MARRI TONELLI, Andrea Maffei e il giovane Verdi, Riva del Garda, Museo Civico di
Riva del Garda, 1999; CLAUDIA ANTONELLA PASTORINO, Andrea Maffei e il “mago” Verdi,
«Rassegna musicale italiana», VII (2001-2002), pp. 46-49; PETER ROSS, Der Dichter als Libret-
tist: Andrea Maffeis Libretto zu Verdis «I masnadieri», in Verdi e la letteratura tedesca, Atti del
Convegno, Venezia 20-21 novembre 1997, a cura di DANIELA GOLDIN FOLENA e WOLFGANG
OSTHOF, Laaber, Laaber-Verlag, 2002, pp. 117-152.
15
GRAZIANO RICCADONNA, Il Maffei politico: un cosmopolita nell’Europa dell’800, in L’Ot-
tocento di Andrea Maffei, pp. 75-85: 75.
16
Ivi, p. 76. Il giudizio di Fernando Mazzocca è in realtà riferito all’Hayez, ma si può far
aderire perfettamente anche al Maffei.
17
Sul severo giudizio espresso dal De Sanctis nelle lezioni del biennio 1842-1843, nel
saggio del 1855 Sulla Mitologia, sermone di Vincenzo Monti alla marchesa Antonietta Costa e
da ultimo nelle pagine della Storia della letteratura italiana (1870-1871) si vedano LORENZO
FONTANA, Vincenzo Monti, in I classici italiani nella storia della critica, dir. da WALTER BINNI,
234
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
giudizio dei contemporanei: «La tua voce o dolcissimo poeta / per l’am-
pie volte della Polizia / nell’ombra della notte amica e cheta / soavemen-
te echeggia e fa la spia», scriveva Cesare Correnti in un sonetto riportato
in una nota del Dossi,18 il quale accusava a sua volta Maffei di essere
«versajolo e spia dell’Austria»,19 dove il giudizio di mediocrità poetica in
parte spiega quello morale e politico. Per Dossi il Maffei non si iscrive
però nel novero dei delatori ufficiali, ma se spia era stata, fu «spia
dilettante», hors-ligne, occasionale e «pagata a parte».20
Al di là delle maligne accuse, è indubbio che il patriottismo nella
concezione maffeiana,21 il suo sentimento nazionale ‘cosmopolita’ dopo
Firenze, La Nuova Italia, 1955, vol. II, pp. 293-326: 308 e 311; WALTER BINNI, Monti poeta del
consenso, Firenze, Sansoni, 1981, pp. 6-8, 17-20; LUCA FRASSINETI, Vincenzo Monti nelle
interpretazioni del secondo Novecento, in ID., Vincenzo Monti. I testi, i documenti, la storia,
Pisa, Ets, pp. 55-64 e MARIASILVIA TATTI, Il problema Monti nella critica dei patrioti, in EAD., Il
Risorgimento dei letterati, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2011, pp. 29-41.
18
CARLO DOSSI, Note azzurre, a cura di DANTE ISELLA con un saggio di NICCOLÒ REVERDI-
NI , Milano, Adelphi, 2010, n. 4552, p. 607.
19
Ivi, p. 699: «Andrea Maffei, versajolo e spia dell’Austria, di alcune sue poesie, già
dedicate pubblicamente ad amici, fece tirare parecchie copie su carta di lusso e le ridedicò
con iscrizioni a mano a cospicui personaggi austriaci. Eppure Maffei è senatore del Regno
d’Italia!» (n. 4879).
20
Ivi, p. 717: «Andrea Maffei, spia dilettante dell’Austria – anima bieca –» (n. 4920). Sul
sospetto che Maffei fosse una spia austriaca e sulla sua personalità ambigua, ma sostanzial-
mente innocua, Dossi ci regala un altro aneddoto divertente, quanto chiarificante: «Osserva
Correnti però come non fosse vera la voce che accusava Maffei di essere spia austriaca. Maffei
scrisse un inno in lode al sovrano dell’Austria ma prima del 48. Dopo il 48 frequentava, è
vero, casa Torresani, ma spensieratamente come compaesano al barone. – Quando Correnti si
presentò colle mani in saccoccia a Bolza incarcerato, questi credendo che Correnti vi tenesse
pistole, disse: “mi uccida pure, non ho paura”. Correnti lo rassicurò in modo che Bolza gli
gettò al collo le braccia e lo baciò: poi, Bolza, tirandosi di tasca una cordicella, e mostrandogli
una trave “se lei tardava, disse, mi avrebbe trovato là”. – E a Correnti che gli domandava
quali fossero le spie austriache, rispose che ce n’erano tante, e tanti ambivano di esserlo, che
ad ogni buon fine per provvedere alla loro paga, senza che l’Erario ci scapitasse, si era di ciò
incaricato un certo venditore di quadri, il quale teneva scritto il nome di tutte le spie della
città dietro un tal quadro che nominò, esistente nella sua bottega. Correnti si recò subito dal
quadrajo, trovò il quadro, ma fra i moltissimi nomi di spie non lesse quelli di Maffei e Cantù
(Che ingenuo! penso io – erano spie hors-ligne e però pagate a parte). Anzi sul registro della
Polizia si trovò una nota sul Cantù che si tacciava di liberale, dicendovisi, quanto a Maffei: è
un fanciullone innocuo, che riporta le cose senza saperne il valore. – E qui Correnti, per
scusare Maffei (!) osserva com’egli non si accorgesse neanche che l’Italia avea un padrone»
(n. 4552; ivi, pp. 607-608).
21
Edoardo Benvenuti nel suo studio, fra i primi dedicati al poeta, affermava: «Si sa, il
Maffei fu un buon patriotta ma un patriotta sui generis, e, benchè io rigetti con tutta la forza
dell’animo le atroci accuse che gli furono scagliate in faccia da Lodovico Corio, pure devo
ammettere che il Maffei riguardo al sentimento non mi rifinisce, come si suol dire in Toscana»
(EDOARDO BENVENUTI, Andrea Maffei. Poeta originale e traduttore, Trento, Scotoni e Vitti,
1911, p. 21).
235
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
Andrea Maffei appare, come affermava il Brol, «un animo debole, facile
all’entusiasmo e facile all’avvilimento senza una chiara idea politica,
pure non deve essere stato inattivo nelle Cinque Giornate, se fu insignito
della medaglia commemorativa».23 La partecipazione fu effettiva e rive-
lata dal Maffei stesso quando, nel 1884, chiese al comune di Milano di
riconoscere al suo domestico la medaglia insignita ai combattenti delle
Cinque Giornate:
Attesto sull’onor mio che Luigi Mazzo, mio domestico dall’anno 1847 in
poi, si adoperò nelle gloriose giornate del marzo 1848 a formar barricate
in piazza Belgiojoso e sulle vie del Morone e degli Omenoni, insieme con
me e con altri: fra questi col ragioniere Aggrati, che fu colpito da una
palla croata e da noi trasportato nel palazzo Belgiojoso, nostra abitazio-
ne, ove morì dopo aver subita l’amputazione d’una coscia.24
22
CESARE BATTISTI, Antonio Gazzoletti, «Annuario degli Studenti trentini», II (1895-
1896), pp. 89-140: 99. Sul rapporto fra il Maffei e il Gazzoletti si vedano ENRICO BROL, A.
Gazzoletti e A. Maffei. Carteggio inedito (1837-1865), «Atti della R. Accademia Roveretana
degli Agiati», s. V, vol. XII (1935), pp. 3-94 e ID., Lettere di A. Gazzoletti ad A. Maffei
(1837-1866), Trieste, Ed. Libraria, 1937.
23
ENRICO BROL, Due trentini decorati della medaglia commemorativa delle Cinque Giorna-
te, «Studi Trentini di Scienze Storiche», XXVII/2 (1948), pp. 97-113: 98.
24
La lettera è riportata da RICCADONNA, Il Maffei politico, p. 83.
236
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
25
Lettera autografa e inedita di Maffei a Vincenzo Capecelatro da Milano, 14 aprile 1848,
conservata all’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma, coll. 41, num. 30.
26
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 188. Si veda WILLIAM
SHAKESPEARE, Macbeth, dramma fantastico in quattro atti, musica del signor maestro Verdi,
Barcellona, tipografia di T. Gorchs, 1848, p. 48.
27
RICCADONNA, Il Maffei politico, p. 76.
237
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
3. Si è detto fin qui del ‘patriota sui generis’, passiamo ora alle ragioni
del poeta. Cesare De Lollis aveva individuato un’altra peculiare qualità
del Maffei, anche in questo diverso dai poeti a lui contemporanei, nel
rapporto con le arti figurative:
28
BENVENUTI, Andrea Maffei poeta originale e traduttore, p. 21.
29
ANDREA MAFFEI, Liriche, Firenze, succ. Le Monnier, 1878.
30
RICCADONNA, Il Maffei politico, p. 78.
238
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
Nel 1845 era comparso sul mercato librario milanese il primo numero
delle «Gemme d’arti italiane», che nella sua opposizione all’ormai con-
solidato «Album dell’Esposizione di Milano» aveva rinnovato un genere
che cominciava ad esaurire la sua funzione.32 Nella dedicatoria al duca
Antonio Litta Visconti Arese, l’intento dei promotori è chiaro:
Fra questi valenti scrittori il Tenca, il critico Pietro Selvatico, Giulio Car-
cano e Andrea Maffei, il quale nei suoi numerosi interventi, come scrive
la Zucconi, «si fa oracolo del messaggio dell’opera d’arte e lo traduce in
un linguaggio comprensibile per il lettore».34
Il cosmopolitismo, l’europeismo letterario del Maffei affiorano nella
poesia ecfrastica, soprattutto in quella redatta per le opere ispirate ai
testi di autori che egli stesso aveva tradotto. Vi è infatti una significativa
circolarità nel rapporto fra arti sorelle: la instancabile opera di mediazio-
ne letteraria di Maffei, che si compie attraverso le traduzioni, diviene
fattore primario di ispirazione per i pittori e gli scultori, che nei testi
tradotti dal poeta trovano centinaia di situazioni e argomenti innovativi,
soggetti storici di drammatica efficacia per le loro opere; opere che a lo-
ro volta ispirarono nuovamente al poeta trentino versi ecfrastici, che as-
surgono così a ruolo di irrinunciabile didascalia. Mi limito qui a due
31
CESARE DE LOLLIS, Saggi sulla forma poetica italiana dell’Ottocento, Bari, Laterza, 1929,
p. 202.
32
La crisi delle strenne era stata acutamente e precocemente identificata da Carlo Tenca.
L’intellettuale milanese, in occasione della comparsa sul mercato librario milanese del primo
numero delle «Gemme d’arti italiane», di cui era collaboratore, aveva pubblicato sulla «Rivi-
sta Europea» un articolo intitolato Le Strenne nel quale ripercorreva la storia editoriale di un
genere ormai in crisi e il cui successo si era dimostrato addirittura dannoso per la produzione
letteraria (cfr. CARLO TENCA, Le Strenne, «Rivista Europea», gennaio 1845, pp. 115-125, ora
raccolto in ID., Giornalismo e letteratura nell’Ottocento, a cura di GIANNI SCALIA, Bologna,
Cappelli, 1959, pp. 49-64: 56).
33
«Gemme d’arti italiane», I (1844), dalla dedicatoria al duca Antonio Litta Visconti Arese.
34
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 206. Sui contributi di
Maffei alle «Gemme d’arti italiane» si veda BARBARA CINELLI, I contributi di Andrea Maffei per
le «Gemme d’Arti Italiane», in L’Ottocento di Andrea Maffei, pp. 144-155.
239
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
nomi di artisti che soli bastano a dare l’idea del peso dell’influenza maf-
feiana nei decenni centrali del secolo: Francesco Hayez e Vincenzo Vela.
Nel 1836 il poeta dedica ad Hayez, in ottava rima, la sua traduzione
dei Canti Orientali di Thomas Moore, segno esplicito di una stima che
da poco si era consolidata in amicizia:
A questa dedica seguirà quella alla traduzione della Maria Stuarda di Schil-
ler nel 1843,36 illustrata con incisioni tratte proprio da disegni di Hayez:37
Ti presento, mio caro amico, quella Maria Stuarda che tante volte m’ha
rapito e commosso dipinta dal tuo meraviglioso pennello. La simpatia
che ti lega alle sventure dell’infelice Scozzese accresca la tenuità del mio
dono, e ti mostri in un tempo la mia riconoscenza per le cure che ti sei
date e che ti dai nell’illustrare de’ tuoi disegni queste mie traduzioni,
emendando il difetto degli intrinseci pregi con esterni abbellimenti.
35
Canti Orientali di TOMMASO MOORE traduzione del Cav. ANDREA MAFFEI, Milano, Pres-
so i fratelli Ubicini, 1836, p. 3.
36
Maria Stuarda. Tragedia di FEDERICO SCHILLER. Traduzione del cavaliere ANDREA MAF-
FEI , Milano, per Luigi di Giacomo Pirola, 1843.
37
Di Hayez sono anche le tavole e le vignette per le edizioni Pirola del Don Carlo Infante
di Spagna (1842) e del Wallenstein (1845), così come ricorda Alessandro Visconti: «le edizioni
più belle sono per il teatro di Schiller tradotto da Andrea Maffei, e le tragedie di Lord Byron
pure tradotte dal Maffei. Nella edizione di Schiller si vede il gusto fine dell’editore che chiama
a raccolta artisti e incisori più celebri del suo tempo. Hayez prepara deliziosi bozzetti e schiz-
zi, il pittore Riccardi invia le sue testate, il principio e la fine di ogni atto, ed altre vignette nel
testo; il Ratti incisore rinomato, e il Sacchi vi collaborano» (ALESSANDRO VISCONTI, Una
stamperia milanese [sec. XVIII - sec. XX], Milano, coi tipi e a cura della Ditta tip. Ed. Libr. L.
di G. Pirola, 1928, p. 165; cfr. ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione,
p. 211).
38
Ricordi della vita e delle opere di Giovan Battista Niccolini, raccolti da ATTO VANNUCCI,
Firenze, F. Le Monnier, 1866, vol. II, p. 102. La prima edizione della traduzione maffeiana del
240
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
Godo nell’udire che facciate una nuova edizione della Stuarda: nulladi-
meno, a dirvi il vero, ho letta non so dirvi quante volte questa tragedia, e
non mi sarei accorto che fosse una traduzione, se non lo avessi saputo, e
delle macchie io non ve ne ho scorte. Forse rapito dalla maravigliosa
bellezza del componimento, e dei versi, i quali voi sapete fare meglio di
qualunque altro in Italia, mi passeranno inosservati quei nei, quos aut
incuria fudit ec.: ma le improprietà di lingua e di stile, delle quali noi To-
scani ci avvediamo subito, non vi sono per Iddio. Non ostante io rilegge-
rò per la ... volta (non saprei dire il numero) il vostro magnifico lavoro, e
già mi rendo conto che di bello l’avrete fatto bellissimo. Mi pare d’avervi
detto che il signor Platen, poeta tedesco che morì in Siracusa nell’anno
del cholèra, e il quale riguardo allo stile veniva giudicato superiore allo
stesso Goethe, m’asseriva che la Sposa di Messina era più bella nella
traduzione vostra che nell’originale. Si può riportare onore più grande?39
Scorsero sedici anni dacché pubblicai gli Amori degli Angeli di Tommaso
Moore fregiandoli del tuo nome. Ora con quell’animo stesso ti offro il
soggetto medesimo trattato da più grande poeta. Di mio non vi è che la
veste. Povera cosa; ma valga almeno a provarti che vive in me sempre la
memoria della nostra antica amicizia. Ogni uno che intenda il bello ti
ammira e ti saluta maestro sommo dell’arte; ma chi conosce il tuo cuore
buono, operoso e solo acceso del bene, ti ama quanto ti ammira; ed io
mosso da questo doppio sentimento ti porgo il tenue mio dono.40
se non gli bastavano i libri della sua ricca biblioteca, ricorreva ai lumi di
dotti e cortesi amici: Andrea Maffei lo consigliava sulla scelta delle alle-
dramma di Schiller risale al 1829 (Milano, Per gli Editori degli Annali Universali, 1829) e ven-
ne salutata da un largo successo di lettori e di critica: il traduttore venne lodato sulla «Bi-
blioteca Italiana» (XII [novembre 1827], tomo XLVIII, p. 166) e da Niccolò Tommaseo sul-
l’«Antologia» del Vieusseux (tomo XXXVII, gennaio, febbraio, marzo 1830).
39
Ivi, p. 329.
40
Cielo e Terra. Mistero di LORD BYRON traduzione del cav. ADREA MAFFEI, Milano, Pres-
so Giacomo Gnocchi, 1853, p. 3.
241
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
gorie, gli dava soggetti, gli mandava le parole delle romanze, che l’artista
invece di mettere in musica, metteva in pittura.41
Quali siano questi versi è noto: si tratta della poesia A Jacopo Foscari,
raccolta poi nelle Liriche e ispirata a Byron, il cui dramma Two Foscari è
la fonte primaria dell’ispirazione del pittore e del poeta, e veicolo, prima
romantico e poi decadente, del mito di Venezia nella cultura milanese:
A JACOPO FOSCARI
Che prende comiato dalla sua famiglia
prima di salire la nave dell’esiglio.
41
CAMILLO BOITO, L’ultimo dei pittori romantici, «Nuova Antologia», XXXVI (1891), p.
229.
42
BARBIERA, Il salotto, pp. 18-19, 20.
43
MAFFEI, Liriche, p. 150. La poesia è presente in identica versione anche nelle raccolte
del 1858 e del 1864 corredata dalla nota «Quadro storico di Francesco Hayez della mia col-
lezione».
242
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
Hayez affrontò il soggetto per ben sei volte, fra cui la versione dal titolo
L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari (fig. 1), commissionata dal Maf-
Xa fei nel 1852 (oggi conservato a Firenze alla Galleria d’Arte Moderna di
Palazzo Pitti) «per promuovere la traduzione del dramma attraverso la
presentazione del dipinto all’esposizione dell’Accademia di Venezia nel
1854».44
L’affinità d’intenti sul piano artistico tra Maffei e Hayez viene con-
fermata ulteriormente da un dipinto che il poeta commissiona all’amico:
44
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 212. Queste versioni e in
modo particolare quella intitolata Francesco Foscari destituito «probabilmente esercitò una
profonda suggestione su Verdi e sul suo librettista Francesco Maria Piave» (ELENA LISSONI,
Scheda a L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia [I due Foscari], in
Francesco Hayez. Catalogo della mostra, Milano 7 novembre 2015 - 21 febbraio 2016, a cura di
FERNANDO MAZZOCCA, Cinisello Balsamo, Silvana, 2015, p. 214). Cfr. anche FERNANDO MAZ-
ZOCCA, Pittura di storia e melodramma: i dipinti di Francesco Hayez su «I due Foscari», in Fe-
stival Verdi. Parma e le terre di Verdi. «I due Foscari», a cura di PIERLUIGI PIETROBELLI, Parma,
Teatro Regio di Parma, 2009, pp. 76-78.
243
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
La Meditazione sopra l’Antico e Nuovo Testamento del 1850 (fig. 2). Nel
quadro la triste ragazza che tiene in grembo una finta Bibbia, sul dorso
della quale si trova la dicitura «[Sto]ria d’Italia», «rappresenta lo smarri-
mento e l’amarezza diffuse in seguito al fallimento del 1848 e, insieme, il
244
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
LA TRISTEZZA
Dipinto di Francesco Hayez [1850]
Quel «[...] tristo vero» che chiude la seconda quartina, sintagma evocati-
vo delle sorti della patria, trova in Leopardi e nelle Notti di Young il suo
diretto ascendente.48 È propria di Maffei la tendenza, forse opportunisti-
45
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 235.
46
FERNANDO MAZZOCCA, Scheda a La Meditazione, in Francesco Hayez, p. 276. Sulle due
versioni del dipinto e sulla loro interpretazione risorgimentale si veda ID., L’iconografia della
patria tra le riforme e l’Unità, in Immagini della nazione nell’Italia del Risorgimento, a cura di
ALBERTO MARIO BANTI e ROBERTO BIZZOCCHI, Roma, Carocci, 2002, pp. 89-111.
47
MAFFEI, Liriche, p. 278.
48
Il sintagma si legge nei fortunatissimi Night Thoughts on Life, Death, and Immortality
(1742-1745) di Edward Young, che Maffei poteva conoscere nella versione italiana, derivata
245
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
246
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
da quella francese di Le Tourneur del 1769, del senese Giuseppe Bottoni (Delle Notti d’Young
[...], trad. di GIUSEPPE BOTTONI, 2a ed., corretta, continuata, e condotta a fine dal traduttore,
Siena, Bindi, 1775, 2 voll.).
49
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 236.
50
Ibidem. Su questa opera, una delle più celebri e inflazionate dell’Ottocento italiano,
con numerose riprese novecentesche anche nella fotografia (Robert Doisneau) e nel cinema
(si pensi alla scena madre di Senso di Luchino Visconti), esiste una bibliografia cospicua per la
quale mi limito a rimandare a FERNANDO MAZZOCCA, Francesco Hayez. Il Bacio, Cinisello
Balsamo, Silvana, 2003.
51
Commissionato dal marito Giovanni Juva, il ritratto venne segnalato «con giudizio in
parte sminuente da Carlo Tenca sulle pagine del “Crepuscolo”» e in una «frettolosa seppur
positiva nota» da Théophile Gautier che lo aveva visto a Parigi presso l’Esposizione Universa-
le (cfr. ALESSANDRO OLDANI, Scheda a Ritratto della cantante Matilde Juva Branca, in France-
sco Hayez, pp. 278-280: 278).
247
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
248
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
LA DESOLATA
Scolpita da Vincenzo Vela
52
ANDREA MAFFEI, Versi editi ed inediti, Firenze, Le Monnier, 1858, p. 76.
53
ELENA LISSONI, Scheda a La desolazione. Monumento commemorativo a Carlo Ciani e
Maria Zaconi Ciani, in Francesco Hayez, p. 274. Alla morte di Maffei, il «Bollettino Storico
della Svizzera Italiana» ricorderà il poeta proprio in relazione alla sua amicizia con lo scultore
ticinese: «È morto a Milano più d’un mese fa il poeta Andrea Maffei, il traduttore di Schiller,
di Göthe, di Gessner, di Byron e d’altri sommi classici. E la storia registra con compiacenza
ch’egli fu un amico ed ammiratore sincero del grande scultore Vincenzo Vela, nostro concitta-
dino al quale il Maffei dedicava la sua versione del Prigioniero di Chillon del Byron. È fuori di
posto tessere elogi di chi per unanime consenso ha la sua sede già assegnata tra i primi e più
celebri artisti dell’età nostra. Tale è poi la modestia del Vela, che se non moleste, le lodi non gli
sono quasi accette. Ma egli vorrà permettere che in occasione della morte del Maffei ci fac-
ciamo a riprodurre i versi che quest’ultimo dettava ad elogio della Desolazione, statua sua che
si ammira nel giardino Ciani in Lugano. In pari tempo noi facciamo voti acciocchè il Vela, a
testimonio d’una sincera amicizia ed a gloria dell’arte, della letteratura e del paese ci faccia
partecipe dell’abbondante carteggio epistolare tenuto seco lui dal Maffei» (Andrea Maffei e Vin-
cenzo Vela, «Bollettino Storico della Svizzera Italiana», VII/12 [dicembre 1885], pp. 266-267).
54
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 243.
249
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
250
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
L’ORANTE
Scolpita da Vincenzo Vela
55
MAFFEI, Liriche, p. 119. Oltre che alla Desolazione, Maffei dedicò delle poesie ad altre
sculture di Vela: Per una fanciulletta cogli occhi rivolti al cielo e col grembo pieno di fiori; La
Speranza, statua di V. Vela nella cappella mortuaria della famiglia Lutti; Sotto la statua d’una
giovinetta che si sveglia fra i fiori. Opera di V. Vela. Testi che si leggono in ANDREA MAFFEI,
Poesie scelte edite ed inedite, Firenze, Le Monnier, 1869, pp. 92, 156 e 300.
56
Nel 1901, in un contesto politico e sociale ormai mutato, Antonio Fogazzaro «si sof-
fermerà nuovamente sull’opera offrendone un’interpretazione estetizzante di carattere simbo-
lico, ormai del tutto estranea alla temperie politica che l’aveva generata» (LISSONI, Scheda a
La desolazione, p. 274).
251
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
252
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
Il soggetto non è certamente tra i più noti: si tratta della scena in cui
l’eroe del poemetto di Byron The prisoner of Chillon (1816), l’umanista
ginevrino François Bonivard – rinchiuso nelle segrete del castello di
Chillon dal 1530 al 1536 – spezza le catene che lo tenevano legato e si
precipita a soccorrere il fratellino morente. Sorprende la forza, l’emoti-
vità e il realismo dei versi che fanno di questa versione una delle più
felici dell’intera produzione del Maffei:
57
MAFFEI, Versi editi ed inediti, p. 67.
58
ZUCCONI, Andrea Maffei: la poesia gemella della traduzione, p. 243.
59
Il Prigioniero di Chillon e Le Tenebre poesie di LORD BYRON traduzione del Cav.
ANDREA MAFFEI, Milano, Presso Giacomo Gnocchi, 1853, p. 3.
253
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
60
Ivi, pp. 20-21.
61
Sul parallelo fra il protagonista del poema di Byron e il personaggio dantesco si era già
soffermato GIULIO MONTI, Il prigioniero di Chillon di Byron e il Conte Ugolino di Dante, in
ID., Studi critici, Firenze, Libreria H.F. Münster, 1887, pp. 129-155.
62
Parisina poema di LORD BYRON traduzione del Cav. ANDREA MAFFEI, Milano, Presso
Giacomo Gnocchi, 1853. Il soggetto del ‘sogno rivelatore’ tratto dalla Parisina venne dipinto
anche dal pittore milanese Giuseppe Bertini cui Maffei dedica la traduzione nella speranza
potesse essere foriera di nuove opere pittoriche: «L’ultima volta che ho visitato il tuo studio
vidi il pensiero d’un dipinto tolto alla Parisina. Non era più che un pensiero, ma bastò questo
a farmi indovinare a qual bellezza di espressione e di effetto sarebbe arrivata quell’opera
condotta dal tuo pennello. Il disegno m’ha invogliato a rileggere il poema, e la lettura a tra-
durlo. Tu sei dunque l’origine di questi versi, e ti prego di accoglierli come una dichiarazione
del tuo dipinto e come cosa che ti appartiene. Il nome tuo, caro a tutti e da tutti lodato, è tale
raccomandazione che mi farà benevolo ed indulgente il lettore; o se non altro avrò satisfatto
ad un desiderio vivissimo di darti una pubblica manifestazione dell’alta stima e dell’amore che
ti porto» (p. 3).
254
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
63
MARTA MARRI TONELLI, La vocazione del traduttore, in L’Ottocento di Andrea Maffei,
pp. 32-36: 32.
255
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
Pochi cenni poi basteranno a far conoscere qual metodo io tenessi nel
tradurre il poema; lavoro interrotto, ripreso e compiuto pe’ conforti de’
miei buoni amici. Dirò dunque che, tanto in questa come nelle altre mie
traduzioni dal tedesco e dall’inglese, mi sono studiato, per quanto le mie
forze bastarono, d’indovinare come i grandi poeti stranieri, se per nostra
ventura fossero nati italiani, avrebbero significato i loro pensieri.68
64
HOR., Ars. poet., 133-134: «nec verbum verbo curabis reddere fidus / interpres» (cfr.
ARNALDO BRUNI, Omero nelle traduzioni di Monti, Foscolo e Leopardi, in Testi classici nelle lin-
gue moderne. Primo colloquio “Roberto Sanesi” sulla traduzione letteraria. Atti del Convegno
internazionale di studi promosso dal Centro di ricerca interdipartimentale sulla tradizione
manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università degli Studi di Pavia, Pavia,
Collegio Ghislieri 5-6 marzo 2009, a cura di RENZO CREMANTE, FRANCESCA M. FALCHI, LIA
GUERRA, Como, Ibis, 2009, pp. 171-180: 174).
65
ROMAN JAKOBSON, Aspetti linguistici della traduzione, in ID., Saggi di linguistica genera-
le, Milano, Feltrinelli, 1966, p. 63: «La poesia è intraducibile per definizione. È possibile sol-
tanto la trasposizione creatrice: all’interno di una data lingua (da una forma poetica all’altra),
o tra lingue diverse» (cfr. BRUNI, Omero nelle traduzioni di Monti, Foscolo e Leopardi, p. 174 e
ID., Traduttori dei traduttori dal Settecento al Novecento, «Kwartalnik Neofilologiczny», LXI/2
[2014], pp. 279-285: 282).
66
Sull’origine della fortunata espressione si veda il fondamentale studio di ROGER ZUBER,
Les «belles infidèles» et la formation du goût classique. Perrot d’Ablancourt et Guez de Balzac,
Paris, Colin, 1968 (nouvelle édition revue et augmentée, Paris, Albin Michel, 1995), pp. 195-
196 e n. 35.
67
Si veda AUGUSTA BRETTONI, Idee settecentesche sulla traduzione: Cesarotti, i francesi e
altri, in A gara con l’autore. Aspetti della traduzione nel Settecento, a cura di ARNALDO BRUNI e
ROBERTA TURCHI, Roma, Carocci, 2004, pp. 17-96: 32-35.
68
Il Paradiso perduto, poema di GIOVANNI MILTON. Traduzione di ANDREA MAFFEI, Tori-
no, Unione Tipografica Editrice, 1857, p. 3.
256
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
mente fuori tempo massimo: tuttavia la patina neoclassica, con i suoi sti-
lemi e le sue tessere cristallizzate, e una certa affettazione melodramma-
tica raramente misurata con quell’equilibrio che era proprio del Monti,
fa dell’opera del Maffei un esempio di quella filologia dei reliquati che ci
permette di delineare un’epoca ben più concretamente rispetto alla indi-
viduazione, spesso aleatoria, delle precorrenze. Non deve stupire per-
tanto, accanto ad un enorme successo di lettori, una valutazione quasi
sempre negativa del suo lavoro da parte dei letterati: critiche severe per
una prassi traduttoria sentita quantomeno anacronistica, cui si sommano
i consueti pregiudizi di ordine ideologico e morale soprattutto da parte
dei contemporanei. Giosuè Carducci in una lettera a Giuseppe Chiarini
dell’agosto del 1869 manifesta all’amico, con la consueta veemenza, il
suo disprezzo:
69
Lettere di Giosuè Carducci (1853-1906), Bologna, Zanichelli, 1911. Cfr. nr. LV a Giu-
seppe Chiarini, 26 agosto 1869.
70
PAOLA MARIA FILIPPI, Andrea Maffei traduttore di Franz Grillparzer, in Rovereto, il Ti-
rolo, l’Italia: dall’invasione napoleonica alla belle époque, a cura di MARIO ALLEGRI, Rovereto,
Accademia Roveretana degli Agiati, 2001, pp. 417-439: 421.
257
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
parlarne. [...] Il mestiere del traduttore non è il più facile del mondo; e
chi vi si mette con poca dottrina, con punto gusto e con molta presunzio-
ne, può scroccarsi fama, non meritarla.71
Dio ci guardi per l’avvenire da questi uomini meravigliosi che così male
misurano le proprie forze e così costantemente sono accarezzati dalla
benignità incoraggiante del pubblico! Dio ci guardi da codesti traduttori
senza sufficiente rispetto, che sono tanto più pericolosi quanto più abili.
[...] mi parrebbe tempo di lasciare i ringraziamenti per la sua fecondità
di traduttore; perché, che si sappia, nessun messo divino gli aveva asse-
gnata la missione di accumular versioni da tutte le lingue e da tutti gli
autori, e se egli non l’avesse potuto fare fra tanto inneggiare di critica,
sarebbe forse sorto qualche più alto poeta a contendergli tale compito.72
71
VITTORIO IMBRIANI, Fame usurpate. Quattro studi, Napoli, Stabilimento Trani, 1877,
pp. 333-391: 385. Lo studio di Imbriani «scolasticamente censura il lavoro di Maffei, opera
una sistematica Fehlerkorrektur dei testi, ne rileva le incongruenze, gli errori veri e propri, le
soluzioni non felici – quanti non se ne possono reperire in un’opera di diverse migliaia di
pagine!» (FILIPPI, Andrea Maffei traduttore di Franz Grillparzer, pp. 427-428).
72
LAVINIA MAZZUCCHETTI, Schiller in Italia, Milano, Hoepli, 1913, pp. 160-161.
73
Si leggano a proposito le riflessioni di FILIPPI, Andrea Maffei traduttore di Franz Grill-
parzer, p. 427.
258
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
74
THOMAS MOORE, Gli amori degli angeli. Poema. Prima traduzione del cav. ANDREA
MAFFEI, Milano, Fontana, 1835 e ID., Canti orientali. Traduzione del cav. ANDREA MAFFEI, Mi-
lano, Ubicini, 1836.
75
THOMAS MOORE, Gli Adoratori del fuoco. Traduzione di ANDREA MAFFEI, Verona, Mi-
nerva, 1859.
76
Sulla ricezione europea e italiana di Byron e sul ruolo di Maffei si veda GIOVANNI IA-
MARTINO, Traslation, Biography, Opera, Film and Literary Criticism: Byron and Italy after 1870,
in The reception of Byron in Europe, edited by RICHARD A. CARDWELL, London-New York,
Thoemmes Continuum, 2004, 2 voll., vol. I, pp. 98-128: 100.
77
Caino mistero di LORD BYRON. Traduzione del cav. ANDREA MAFFEI, Milano, per Luigi
di Giacomo Pirola, 1852.
78
Si veda MARTA MARRI TONELLI, Tra Moore e Byron, in L’Ottocento di Andrea Maffei,
pp. 50-51: 50.
79
AURELIO ALFIERI, Caino, 1843 da Giovanni Dupré su disegno di Marrubini. Incisione a
bulino su rame, in «Gemme d’art italiane», a. II, p. 6.
80
Lettera di Niccolini a Maffei del 16 aprile 1845 conservata all’Archivio De Lutti di Riva
del Garda: «se non arriva all’eccellenza dell’arte ciò dipende dall’essere più agevole l’effigiare
un morto che un vivo come Caino nel qual si deve esprimere il terrore della maledizione di
259
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
Dio e nel volto e in tutta la persona. Si corre il rischio di cadere nel freddo e nell’esagerato.
Quando nell’Arte non avete davanti la natura ma bisogna immaginarla, e vedere coll’occhio
dell’intelletto, questo dono della visione è dato a pochi artisti da Dio, e questi sono veramente
gli eletti, Pauci sunt electi»; cfr. BARBARA CINELLI, Scheda al Caino di Aurelio Alfieri, in L’Ot-
tocento di Andrea Maffei, pp. 64-65.
260
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
Per Maffei, ciò che Byron aveva espresso nei versi è «stato dall’artista
compendiato in una statua», dove nel marmo si incarnano «colla effica-
cia che venne significato nella parola» il sentimento «del terrore e del
rimorso, ond’è assalito il primo omicida alla vista del suo misfatto».81
Il folto gruppo dei poeti inglesi tradotti dal Maffei negli anni ’50 si
chiude con John Milton, al quale dedica una corona di quattro sonetti
che saranno premessi alla sua traduzione del Paradiso Perduto. Le poe-
sie, composte lungo il corso del lavoro di traduzione, attestano lo scon-
forto del vecchio traduttore di fronte ad un’impresa troppo grande per
le sue capacità e per le sue forze:
81
«Gemme d’arti italiane», a. II, 1846, pp. 12 e 17-18.
261
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
82
Sulla proposta dell’editore, che nel 1844 ripubblicherà in duemila esemplari la versione
del Guglielmo Tell di Schiller, abbiamo una lettera di Maffei all’amico Jacopo Cabianca del 16
ottobre 1841: «Mi venne fatta una proposta dal tipografo Borroni-Scotti editore del romanzo
d’Azeglio [scil. Niccolò de’ Lapi]. Vorrebbe da me (picciola coserella) la traduzione del Para-
diso Perduto, ed a questi patti. Un canto ogni tre mesi per pubblicarlo illustrato di vignette
ecc. e mi darebbe in compenso un migliaio di franchi; ed essendo dodici i canti del sacro
poema, intascherei la somma di 12.000 franchi. Non accettai né rifiutai, ma presi tempo a
pensarvi. Che te ne pare?» (la lettera si legge, senza data, in EMILIO VENTURA, Jacopo Cabian-
ca. I suoi amici. Il suo tempo, Treviso, Tip. Ed. A. Vianello, 1907, pp. 291-292; cfr. MARTA
MARRI TONELLI, Scheda a Il Paradiso perduto, in L’Ottocento di Andrea Maffei, pp. 70-71).
262
«La solitaria rondine». Andrea Maffei patriota, traduttore e poeta
83
Sull’ascendenza che la figura del Satana miltoniano ha avuto sul personaggio del ‘ri-
belle’ nella letteratura romantica si era già accorto Ludovico di Breme nelle Osservazioni al
«Giaurro» del Byron, recato in versi italiani da Pellegrino Rossi, «Spettatore italiano», quader-
ni XI e XII, tomo X, 1 e 15 gennaio 1818, pp. 46-58 e 113-145, 1818 (ora in LUDOVICO DI BRE-
ME, Osservazioni al «Giaurro», introduzione e cura di MICHELE DELL’AQUILA, Fasano, Schena,
1989, pp. 139-140) e si veda l’ormai classico Le metamorfosi di Satana, capitolo secondo di
MARIO PRAZ, La carne, la morte, il diavolo nella letteratura romantica, Milano-Roma, La
Cultura, 1930.
84
Il Paradiso Perduto, poema di GIOVANNI MILTON, traduzione di ANDREA MAFFEI, Tori-
no, Unione Tipografica Editrice, 1857.
85
Il Paradiso perduto di GIOVANNI MILTON traduzione del Cav. ANDREA MAFFEI. Prima
edizione fiorentina, Firenze, Felice Le Monnier, 1863, p. 3.
86
La recensione di Felice Romani si legge nella «Gazzetta Ufficiale» del 1857 (cfr. Critica
Letteraria di Felice Romani, Torino, Loescher, 1883, vol. II, p. 478); quella di Tullo Massarani
negli Studi di letteratura e d’arte, Firenze, Le Monnier, 1873, pp. 176-179; mentre l’articolo di
Carlo Tenca venne pubblicato sul «Crepuscolo» del 23 agosto 1858. Cfr. MARRI TONELLI,
Scheda a Il Paradiso perduto, in L’Ottocento di Andrea Maffei, pp. 70-71: 71, n. 6.
87
Lettera di Lorenzo Costa ad Andrea Maffei datata Genova 20 marzo 1858 e conservata
presso l’Archivio De Lutti di Riva del Garda: «lo lessi e lo feci leggere a molti amici, e ne
siamo tutti ammirati per la purgatezza dello stile, per la varietà, e gravità dello sciolto, e per
infiniti pregi, che troppo lungo sarebbe l’annoverare. In somma tu siedi Principe de’ Tradut-
263
Joël F. Vaucher-de-la-Croix
tori, e vadano a nascondersi i Rolli, i Papi e gli altri minorum gentium passati, presenti e
futuri».
88
Sulla genesi di questo poco noto riconoscimento pittorico al Maffei si veda FILIPPO SIL-
VESTRO, Domenico Pellizzi, la volta del Teatro Municipale e il ritratto di Andrea Maffei (pubbli-
cato online all’indirizzo http://www.filipposilvestro.com/DomenicoPellizzi:_VoltaMunici
pale.pdf ).
89
DAVID KATAN, L’importanza della cultura nella traduzione, in Tradurre. Un approccio
multidisciplinare, a cura di MARGHERITA ULRYCH, Torino, Utet, 1998, pp. 31-32.
90
FILIPPI, Andrea Maffei traduttore di Franz Grillparzer, p. 439.
91
Introduzione, in FRIEDRICH SCHILLER, Teatro tragico, traduzione di ANDREA MAFFEI, pri-
ma edizione fiorentina, Firenze, Le Monnier, 1862.
264