Capitolo Ix Generalità Sulla Tecnica Del Vuoto: 1) Linee Da Vuoto. Analogia Con Il Caso Elettrico

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CAPITOLO IX

Generalità sulla tecnica del vuoto

⎛N⎞
1 atm = 1.013⋅10 5 Pascal ⎜ 2 ⎟ = 760 torr ( mmHg) = 1013 mbar
⎝m ⎠

ATM. BASSO VUOTO ALTO VUOTO ULTRA ALTO VUOTO

10 3 1 10 −3 10 −6 10 −9 10 −11 p(mbar)

2 ⋅ 10 −6 3 3 ⋅ 10 3 5 ⋅ 10 6 λ(cm)

1
Cammino libero medio per l’aria λ=

Sezione d’urto σ
Molecole cm 3 n

Elementi di un sistema da vuoto:


• Linee da vuoto e volumi da vuotare
• Pompe
• Vacuometri

1) LINEE DA VUOTO. ANALOGIA CON IL CASO ELETTRICO

La pompa mantiene una d.d.p. (differenza di pressione) tra la bocca e lo scarico → analogia con la
f.e.m. elettrica.
Δp = differenza di pressione senza perdite
p1 =vuoto limite della pompa

Supponiamo ora che ci sia una piccola perdita verso p 0 . Lo schema si modifica così:

128
Se invece la pompa sta vuotando un recipiente privo di perdite, in esso p diminuisce come il
potenziale di un condensatore sotto carica:
⎧p iniz = p 0 ⎧v iniz = 0
⎨ ⎨
⎩p ∞ = p1 ⎩v ∞ = f

Dunque nell’analogia linea-circuito si ha:


p → v(d.d.p.)
Inoltre:
! →I
Q = pV

dove Q è il flusso di gas attraverso una sezione del sistema.

!
Il sistema da vuoto sia in equilibrio. In ogni punto allora p(t ) = costante. V
è il volume di gas che fluisce per secondo attraverso la sezione A in
corrispondenza della quale la pressione è p.
Se la temperatura T è uniforme lungo la linea:

Q = pV! = kBTN! (legge dei gas)


nel caso ideale.
! , e quindi Q, è costante in ogni sezione della linea:
Per la legge di conservazione della massa N

Q = costante
1
Se T varia lungo la linea :
Q
= costante
k BT
Si può dunque stabilire l’analogia:
ΔV Δp
=R→ =Z
I Q

Δp = p1 − p 2

La caduta di pressione per unità di flusso è chiamata proprio impedenza della linea, Z ed è legata
alla viscosità del gas e all’attrito sulle pareti. .La conduttanza è invece definita come
1
C=
Z

1
T può essere definita perché la velocità di flusso v del gas nella linea è molto minore della velocità quadratica media
delle molecole (agitazione termica)

129
Schema equivalente di un circuito da vuoto
completo:
Z S = impedenza della pompa
Z p = perdita della pompa
Z = impedenza della linea
C = volume da vuotare
Z C = perdite del recipiente
Zp
V= f
Z p + ZS
Se Z p >> Z S ⇒ V ≅ f

2) IMPEDENZA DI UN’APERTURA IN ALTO VUOTO

Riportiamo a titolo di esempio il calcolo dell’impedenza in un caso


particolarmente semplice. Il flusso molecolare2 Q = pV! = pAv⊥ attraverso
un’apertura di area A da una regione a pressione p 1 è dato da (utilizzando
l’equipartizione dell’energia):
v qm

k BT
Q1 = p1 A = p1 A
2π 2πm
Nella direzione opposta
k BT
Q2 = p2A
2πm
Il flusso netto sarà:
aria a
20°C
! !
2
cm
k BT
Q = Q1 − Q 2 = (p1 − p 2 ) ⋅ A = 11.6 ⋅ (p1 − p 2 ) ⋅ A µHg ⋅ ℓ s
2πm
La conduttanza sarà:
1 Q
C= = = 11.6 ⋅ A! ℓs
Z p1 − p 2 cm 2

Definita la velocità di aspirazione in una regione a pressione p come:

Q
S = V! ( ℓ s ) =
p

si ha per un’apertura di area A in flusso molecolare

Q C ⋅ (p1 − p 2 ) ⎛ p ⎞
S= = = C ⋅ ⎜⎜1 − 2 ⎟⎟
p1 p1 ⎝ p1 ⎠

Se p 2 << p1 (per l’aria a 20°C): S = 11.6 ⋅ A (l s)

2
Gas rarefatto: le molecole passano in entrambi i versi attraverso un’apertura senza urtarsi

130
2.1) CONDUTTANZA DI UN TUBO CILINDRICO

Riportiamo anche due formule di uso frequente per le linee da vuoto.


In regime molecolare (λ ≥ D) a 20°C, se D è il diametro di un tubo e L la sua lunghezza:
D3
ℓs
C = 12
L
Invece in regime viscoso, cioè con cammino libero medio delle molecole λ << D , a 20°C
D4
C = 180 p ℓs
L
dove p è la pressione media nel tubo

2.2) VELOCITA’ DI ASPIRAZIONE DOPO UN’IMPEDENZA

SP = velocità di aspirazione della pompa alla pressione p P


Z = impedenza della linea
p = pressione nel recipiente
S = velocità di aspirazione alla bocca del recipiente

⎧1 p
⎪ = ⎧ p pP 1 1
⎪⎪ S Q ⎪Z = − = −
⎪ Q Q S SP
⎨ ZQ = p − pP → ⎨
⎪1 p ⎪1 = Z + 1 = 1 + 1
⎪ = P ⎪⎩ S SP C SP
⎪⎩ SP Q

a) C << SP ⇒ S è determinata dalla conduttanza della linea


b) C >> SP ⇒ S è determinata dalla velocità di aspirazione della pompa

Esempio
Si vuole evitare di “strozzare” una pompa avente SP = 10 ℓ s applicandole un tubo lungo 1 m. Si
può imporre
C = 10 ⋅ SP
3
D
Poiché C = 12 = 100 ℓ s ⇒ D ≅ 3 8000 = 20 mm (diametro del tubo).
L

2.3) VELOCITA’ DI ASPIRAZIONE DI UNA POMPA

La velocità di aspirazione effettiva di una pompa non è costante a causa


delle perdite, del degassamento e della tensione di vapore del fluido che
determinano un flusso Q 0 verso il recipiente (p è la pressione alla bocca).

Q + Q 0 = SP ⋅ p
⎛ Q0 ⎞
Q = S P ⋅ p − Q 0 = S P ⋅ p⎜⎜1 − ⎟⎟ .
⎝ S P ⋅ p ⎠

131
A Q = 0 si raggiunge il vuoto limite p 1 . Allora:

Q 0 = S P ⋅ p1
Q
Posto poi S' P = si ha:
p
⎛ p ⎞
S' P = S P ⎜⎜1 − 1 ⎟⎟ Velocità di aspirazione effettiva
⎝ p⎠

La velocità di aspirazione S quindi decresce con p per p1 ≠ 0 .

p S' p
Sp p1
Ricordando poi che a valle di un’impedenza Z la velocità di aspirazione è:

1 1
=Z+
S' S' P
dove ora, per una pompa reale,
⎛ p ⎞
S' P = S P ⎜⎜1 − 1 ⎟⎟
⎝ p⎠
si ottiene:
1
S' = −1
1⎛ p⎞
Z + ⎜1− 1 ⎟
SP ⎝ p⎠

2.4) TEMPO DI SVUOTAMENTO

Un recipiente pieno di gas, di volume V, deve essere svuotato da una


pompa.
Supponiamo inizialmente SP = costante .
dN
Per svuotamento s’intende il trasferimento di molecole al secondo da
dt
un sistema a volume V e temperatura T costanti ad una pompa e quindi
all’atmosfera.

L’equazione di stato per il volume V dà:

dN dV dp dp
Recipiente ⇒ k B T =p +V =V
dt dt dt dt

⎧Flusso attraverso ! = − dN ⇒ Q = −V dp ⇒ p ⋅ S = −V dp ⇒ dp = − S P dt
! ; N
⎨ ⇒ Q = k B TN P P P
⎩ la pompa dt dt dt p V
⇒ p = pi ⋅ e−SPt V = pi ⋅ e−t τ

Il tempo di svuotamento è allora (p i = p(t = 0)):

132
V
τ=
SP

Tuttavia la velocità di aspirazione non è costante, ma data da:

⎛ p ⎞
S = S P ⎜⎜1 − 1 ⎟⎟
⎝ p⎠
Si ottiene allora:
p − p1 dp dp S
p SP = −V ⇒ = − P dt
p dt p − p1 V
−S P t V
p − p1 = (p i − p1 ) ⋅ e
Inoltre poiché p1 << p i si ha:

p − p 1 ≅ p i ⋅ e −S P t V = p i ⋅ e − t τ

2.5) MISURA DELLA VELOCITA’ DI ASPIRAZIONE A PRESSIONE COSTANTE

Per grandi velocità di aspirazione:


con il vacuometro V e la valvola di precisione S si regola in A una
pressione costante. La goccia di mercurio nel capillare si muove a
velocità costante v. Se σ è la sezione del capillare:

!
! = V ( a 1atm )
v! ⋅ σ
cm s cm 2

Per la conservazione del flusso (Q ! = pS si


= Q pompa ) p 0 V
atm P

ottiene:
p
S P = 0 vσ Velocità di aspirazione alla bocca della pompa
p

133
3) POMPE DA VUOTO

3.1) POMPE DA BASSO VUOTO


POMPA AD ACQUA (EFFETTO VENTURI)

POMPE ROTATIVE

Il ballast (zavorratore) si apre quando si pompa aria umida per evitare condensazione di acqua
nell’olio.

Il ballast (zavorratore) si apre


quando si pompa aria umida per
evitare condensazione di acqua
nell’olio.

SP = V ⋅ f
V = volume di gas rimosso ad ogni ciclo; f = giri/sec

134
POMPE PRIMARIE (DA BASSO VUOTO) MAGGIORMENTE IN USO

POMPA ROTATIVA
Doppio stadio con trasmissione ad albero ( p 0 ≈ 10 −3 mbar ,S P ≈ 500 ℓ s ). Pompa con olio adatta
come primaria di una pompa a diffusione. Spesso usata in serie ad una trappola ad azoto liquido per
bloccare i vapori d’olio.

POMPA A MEMBRANA

Il gas viene compresso da una membrana elastica fatta


vibrare da un sistema elettromagnetico ( p 0 ≈ 10 −1 mbar ,
SP ≈ 50 ℓ s ). Rispetto alla pompa rotativa ha peggiori
prestazioni ma è pulita perché non c’è olio. Adatta come
primaria di una turbomolecolare.

POMPA ROOTS

E’ una pompa da basso vuoto ad altissima S P . I due rotori


girano a 3000 rpm. Tra di loro e rispetto alle pareti c’è
una gap di ≈ 10 −2 cm ( p 0 ≈ 10 −2 torr ,S P ≈ 1000 ℓ s ).

135
3.2) POMPE DA ALTO VUOTO

POMPA A DIFFUSIONE

Il fluido ( olio → 10 -2 > p > 10 −7 torr ; mercurio


→ 50 > p > 10 −5 torr ) viene lanciato da un
bollitore attraverso getti orientati verso il basso.
Le molecole di gas provenienti dalla bocca in alto
vengono sospinte in basso, dove la pressione
raggiunge quella sufficiente alla rimozione tramite
una rotativa in serie. Il fluido ricondensa sulle
pareti raffreddate, scivola sul fornello e il ciclo
continua ( SP fino a 1000 ℓ s ).

POMPA TURBOMOLECOLARE

136
3.3) POMPE DA ULTRA-ALTO VUOTO (UHV)

POMPE IONICHE

Gli elettroni prodotti dal filamento termoionico e


accelerati dalla griglia ionizzano il gas residuo. Un
campo magnetico esterno li fa spiralizzare per
aumentare la probabilità di urto con gli atomi del
gas. Gli ioni positivi prodotti colpiscono il catodo
negativo di titanio. Qui restano chemisorbiti
oppure strappano atomi di titanio che catturano
altri ioni del gas prima di tornare sul catodo.
Poiché la corrente I ≡ I(p) la pompa è anche vacuometro di se stessa. La pompa inizia a funzionare a
circa 10-4 mbar.

Velocità di pompaggio di una pompa ionica:

POMPE GETTER (tipo a sublimazione di titanio)

A differenza della pompa ionica, non vi


sono applicati campi elettrici o magnetici,
ma funziona per puro chemisorbimento. Si
tratta di una pura trappola (getter = “che
afferra”).
Il titanio viene evaporato sulla superficie
interna inviando impulsi di corrente al filo
di tungsteno con cui è intrecciato. Una
volta depositato, adsorbe i gas attivi
(idrocarburi, CO2, ecc., non i gas nobili).

137
3.4)CONNESSIONI DA VUOTO

A) PER BASSO E ALTO VUOTO


GUARNIZIONI DI NEOPRENE O VYTON “Premistoppa”

B) PER ULTRA-ALTO VUOTO (FLANGE CONFLAT)


GUARNIZIONI DI RAME OFHC (Oxygen-free, high conductivity) SCHIACCIATE DA
FLANGE INOX

E’ così possibile il baking della linea (degassamento per giorni con fasce riscaldanti a T>100°C)

138
3.5) SCHEMA GENERALE DI UN CIRCUITO DA ALTO VUOTO

B = pompa rotativa o a membrana (basso vuoto)


A = pompa a diffusione o turbomolecolare (alto vuoto)
V = recipiente da vuotare
1,2,3,4 = rubinetti
5 = valvola a bassa impedenza
V1 , V2 = vacuometri da alto vuoto e basso vuoto rispettivamente

Operazioni
1. Prevuoto sulla pompa a diffusione
2. Prevuoto sul recipiente V
3. Alto vuoto sul recipiente V
4. Spegnimento della diffusione
5. Spegnimento della rotativa

3.6) RICERCA DELLE FUGHE

1. Misura della pressione e confronto con p1


⎧piccola
2. Misura della pressione a pompa esclusa (degassamento o fuga?) ⎨
⎩grande
3. Grosse fughe → metodo del gommista (acqua e sapone)
4. Piccole fughe → misure di pressione con un Pirani (con pennellature di alcool che
producono prima uno sbalzo in alto, poi in basso della pressione).
5. Piccole fughe o microfughe → cercafughe (spettrometro di massa tarato sull’elio)
6. Superleaks: mandano in corto circuito termico le camicie di vuoto i criostati sotto 2.17 K,
perché vi può passare solo l’elio superfluido. Sono ovviamente le più difficili da trovare.

139
3.7) PROCEDURE DI RICERCA CON UN CERCAFUGHE

140
4) VACUOMETRI

TIPO INTERVALLO DI MISURA (mmHg)


VACUOMETRI IDROSTATICI
A mercurio 760 ÷ 1
A olio 10 ÷ 0.01
Mc Leod 10 −1 ÷ 10 −5
VACUOMETRI A CONDUCIBILITA’ TERMICA
Pirani 1 ÷ 10 −3
Termocoppie 10 −1 ÷ 10 −3
VACUOMETRI A IONIZZAZIONE
Termoionico 10 −2 ÷ 10 −8
Penning 10 −2 ÷ 10 −5

4.1) VACUOMETRI IDROSTATICI

Si misura la differenza di altezza del fluido nei due rami, uno dei quali comunica con il volume
contenente il gas, e l’altro (riferimento) è in aria o in vuoto.

A MERCURIO E A OLIO

Δp = ρ fluido g ⋅ Δh

ρ(mercurio) ≅ 13 g cm 3
ρ(olio) ≅ 0.9 g cm 3

MC LEOD

Il serbatoio di mercurio viene sollevato e penetra


nel Mc Leod isolando il gas in un pallone di
volume V1 che termina in un capillare di volume
V2. Con i volumi in Figura, ciò aumenta di circa
1000 volte la pressione nel capillare rispetto alla
pressione nel sistema rendendo possibile la
misura con errore del % fino a ≈ 10 −5 mbar .

p = ρ Hg g ⋅ Δh 1000

141
4.2) VACUOMETRI A CONDUCIBILITA’ TERMICA

Si misura la temperatura di un filamento al quale viene inviata una potenza elettrica nota.

PIRANI

La temperatura del filamento è misurata dalla sua stessa


resistenza R (ad alta T: R = R 0 + αT ) mediante un ponte di
Wheatstone. Il ponte è azzerato per p = 1 mbar. Poi la
corrente di sbilanciamento nel galvanometro diventa una
funzione non lineare della pressione, che dipende anche
dalla conducibilità termica κ e dal calore specifico c del gas:
I g = f ( p, κ , c )
Il Pirani va quindi tarato con un Mc Leod per ogni gas.
Limiti di funzionamento:
• A p > 1 mbar il cammino libero medio λ diventa
molto minore delle dimensioni della testa T e la
dissipazione è indipendente dalla pressione p.
• A p < 10 −3 mbar la conduzione termica tramite i
contatti diviene maggiore della conduzione tramite
gas e la dissipazione è indipendente dalla pressione p.

TERMOCOPPIE (O TERMOCROCE SE A DUE TERMOCOPPIE)

La temperatura del filamento è misurata dalla


saldatura calda di una termocoppia
bimetallica, la cui seconda saldatura è a
temperatura ambiente. La d.d.p. tra le
saldature misura la temperatura del filamento
e la pressione p del gas tra 10 −1 e 10 −3 mbar.
E’ meno sensibile del Pirani; anch’esso si tara
con un Mc Leod.

142
4.3) VACUOMETRI A IONIZZAZIONE

TERMOIONICO

Gli elettroni che ionizzano il gas sono emessi dal filamento caldo. A corrente di griglia
I g = costante , I C ∝ p tra 10 −2 e 10 −8 mbar.
A p < 10 −8 torr , si comporta esso stesso come una pompa.

PENNING

E’ privo di filamento caldo, quindi viene anche detto “a catodo freddo”. Elettroni sempre presenti
nell’aria (radioattività naturale, raggi cosmici) vengono accelerati tra i due catodi e spiralizzati dal
campo magnetico per aumentare la probabilità d’urto con gli atomi del gas. Si crea una scarica la
cui intensità è proporzionale alla pressione p ed è misurata dalla corrente anodica. Misura tra 10 −2 e
10 −6 mbar.

143
5) CENNI SUGLI APPARATI
CRIOGENICI

5.1) CRIOSTATO A FLUSSO D’ELIO

L’elio bolle a 4.2 K, ha una densità pari a 0.145 g/cm3 e


diviene superfluido a Tλ = 2.17 K (Fig. 2). La fase
solida si ottiene solo ad alte pressioni (Fig. 2) per
l’elevata energia di punto zero e la bassa interazione
He-He (forze Van Der Waals). Nel criostato a flusso
(Fig. 1), l’elio liquido trasferitovi dal dewar di trasporto
attraverso tubi di transfer isolati viene fatto
gocciolare attraverso una valvola a spillo in uno
scambiatore di calore, dove evapora cedendo il calore
latente alla colonna di gas elio statico in cui è immerso
il campione. Un riscaldatore e un termometro
mantengono la temperatura al valore desiderato. Il
bagno d’elio principale è separato dall’ambiente da due
intercapedini sotto vuoto (contenenti fogli di mylar
argentato) e da un bagno di azoto liquido. E’ possibile
anche far gocciolare elio liquido direttamente sul
campione e pompare sulla colonna di elio statico. Si
raggiungono così circa 2K e l’elio non bolle a T < Tλ .
Pertanto, qualora si debbano effettuare misure ottiche,
queste non sono disturbate dalle bolle di gas.

Fig. 1

Come si vede nella Fig. 2, che mostra la curva della tensione di vapore Pv dell’elio liquido
con la transizione lambda a 2,17 K, pompando sopra il bagno di elio con una pompa di
grande portata si può abbassare Pv e così raffreddarlo fino a circa 0.9 K (a circa 10-2 mbar).

Fig. 2

144
5.2) IL CRIOSTATO A 3He
In una cella metallica, inizialmente in contatto tramite una camicia di elio gas con l’4He a
circa T=1 K, si può immettere l’isotopo 3He e condensarlo. Poiché esso ha una curva di
tensione di vapore più alta di quella dell’4He in Fig. 2, una volta isolata termicamente la
cella dall’4He liquido pompando via il gas di scambio nella camicia, si può cominciare a
pompare sull’3He liquido per raffreddarlo. Così un campione in contatto termico con la
cella dell’3He può raggiungere una temperatura di circa 0.3 K.

5.3) IL CRIOSTATO A DILUIZIONE (O A MESCOLAMENTO)


Per arrivare a qualche decina di mK bisogna invece utilizzare il criostato a diluizione il cui
principio di funzionamento è illustrato in Fig. 3.

Fig. 3

Una miscela gassosa 3He-4He viene fatta circolare tra il distillatore (“still”), la camera di
mescolamento (mixing chamber) e i tubi, con un pompaggio a circuito chiuso. Passando
accanto al vaso (pot) pieno di 4He che, tramite pompaggio separato, è raffreddato a 1 K, la
miscela si fredda e gocciola attraverso la flangia fredda (cold plate) nella camera di
mescolamento (circuito rosa). Qui, al di sotto di 870 mK, 3He e 4He liquidi si separano in
una fase molto concentrata in 3He (più leggera, che resta in alto) e in una diluita, molto più
ricca in 4He (in basso). Pompando sulla fase diluita (circuito giallo) l’3He della fase
concentrata scende per cercare di ristabilire l’equilibrio ma così facendo deve assorbire
dall’ambiente entalpia di mescolamento e quindi lo fredda. L’3He vapore, pompato
attraverso il distillatore (dove l’4He superfluido resta in quiete avendo una tensione di
vapore Pv molto minore) quindi è via via più freddo; nella flangia scambia calore con quello
che arriva, finché non si stabilisce ai vari livelli l’equilibrio delle temperature mostrato in
figura, con la più bassa a circa 20 mK. Il riscaldatore sotto il distillatore ha la funzione di
mantenere costante la sua temperatura e quindi la pressione a cui lavora la pompa.

145
5.2) CRIOPOMPA/CRIOGENERATORE

I criogeneratori, anche detti criostati a ciclo chiuso, hanno il vantaggio di non richiedere l’uso,
costoso e scomodo, di liquidi criogenici. Uno dei più comuni, a doppio stadio, è illustrato nella Fig.
4: permette di raggiungere temperature molto basse (≈ 10K ) senza uso di gas liquefatti. Se usato per
raffreddare campioni destinati a misure ottiche, è tuttavia necessario smorzare le vibrazioni prodotte
dal pistone.

Fig. 4

Il gas elio, grazie al lavoro del pistone, effettua un ciclo refrigerante detto Gifford-Mac Mahon,
illustrato nelle pagine seguenti. Il criogeneratore può essere usato anche come criopompa (da alto
vuoto) montando sulle due flange fredde dei radiatori di elevata superficie, che adsorbono e
intrappolano le molecole di ossigeno e azoto dell’aria.

146
5.3) CICLO GIFFORD-MAC MAHON

147
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
Il criogeneratore funziona a circuito chiuso, utilizzando gas elio come fluido operatore. Il Ciclo
termodinamico seguito dal fluido è il "GIFFORD MAC MAHON".
Nella figura precedente é illustrato il criogeneratore nella versione a due stadi che è quella
normalmente usata per raggiungere le temperature di 10 K, indispensabili per il criopompaggio. Lo
stantuffo, in due stadi, si muove nel cilindro fra una posizione inferiore ed una posizione superiore;
in tal modo il gas viene spostato ciclicamente dalla camera A alla camera B e, attraverso questa, alla
camera C. All'interno dei due stadi dello stantuffo è alloggiato il rigeneratore la cui funzione è
quella di sottrarre calore al gas proveniente dal compressore e restituirla al gas che, dopo aver
subito l'espansione, torna al compressore. La differenza di pressione fra le camere del cilindro è
minima, dovuta solo alla perdita di carico del rigeneratore, per cui le tenute non sono sollecitate e
possono essere ridotte al minimo.
In figura è riportato anche il ciclo termodinamico nel piano T-S con la posizione dello stantuffo nei
punti più importanti.
Punto 1 - Può essere considerato l'inizio del ciclo. Con la valvola di scarico chiusa, viene aperta
quella di ingresso ed il gas ad alta pressione, proveniente dal compressore, riempie la camera
A ed i due rigeneratori.
Trasformazioni 1-2 e 1-2' - Con la valvola di scarico sempre chiusa e quella di ingresso aperta
continua la fase di riempimento. Lo stantuffo si muove verso l'alto, spostando il gas dalla
camera A alla camera B e da questa, attraverso il secondo rigeneratore, alla camera C.
Punti 2 e 2' - Il punto 2 è rappresentativo del gas che si trova sulla camera B (primo stadio), il punto
2' del gas che dalla camera B, raffreddato ulteriormente dal secondo rigeneratore, è passato
nella camera C (secondo stadio).
TrasFormazioni 2-3 e 2’-3' - La valvola di ingresso viene chiusa, mentre quella di scarico viene
aperta. Il gas subisce una istantanea espansione, si raffredda e ritorna al compressore
attraverso la valvola di scarico. Il gas del primo stadio subisce l’espansione 2-3, mentre quello
del secondo stadio subisce l'espansione 2’-3’, raggiungendo la temperatura minima del ciclo.
Punti 3 e 3’ - Sono i punti rappresentativi del gas che ha subito le espansioni, idealmente
isentropiche 2'-3' 2-3.
Trasformazioni 3-4 e 3'-4 - Con la valvola di ingresso sempre chiusa e quella di scarico aperta, il
gas continua ad uscire mentre lo stantuffo si muove verso il basso, spostando il gas dalla
camera C alla camera B e da questa alla camera A.
Punto 4 - E' il punto rappresentativo del gas residuo che, alla pressione di scarico, si trova nella
camera superiore A.
Trasformazioni 4-1 - Si chiude la valvola di scarico, si apre quella di ingresso ed il ciclo ricomincia.

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