Misurazione Accurata Dei Ripple Negli Alimentatori

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Alimentazione: alcuni suggerimenti (parte

6) – Misurazione accurata dei ripple negli


alimentatori

Misurare un alimentatore è un’arte vera e propria. La figura 1 mostra un esempio in cui un ingegnere
inesperto ha collegato un oscilloscopio in tutta fretta, sbagliando praticamente tutto. Il suo primo errore
è stato quello di collegare una sonda con un cavetto di massa lungo. Il secondo errore è consistito nel
posizionare l’anello formato dalla sonda dell’oscilloscopio e dal cavetto di massa proprio vicino al
trasformatore di potenza e agli elementi di commutazione. E per finire ha provocato un’ulteriore
induttanza tra la sonda e il condensatore di uscita.

Fig. 1 – Una misurazione impropria del ripple fornisce risultati scadenti

Il problema è che, in tal modo, vengono rilevati disturbi ad alta frequenza, riconoscibili nella forma
piuttosto ondulata del segnale. All’interno di un alimentatore esistono numerose tensioni e correnti ad
ampio segnale che, commutando velocemente, possono facilmente accoppiarsi alla sonda. Ciò può
essere causato da un accoppiamento del campo magnetico dal trasformatore di potenza, un
accoppiamento del campo elettrico dai nodi di commutazione o una corrente di modo comune generata
dalla capacità tra gli avvolgimenti del trasformatore.

La misurazione del ripple di un alimentatore può essere sensibilmente migliorata adottando una tecnica
di misurazione corretta. Innanzitutto, il ripple viene generalmente specificato con un limite della
larghezza di banda per escludere eventuali interferenze ad alta frequenza che di fatto non sono
presenti. Quindi occorre impostare l’oscilloscopio utilizzato per la misurazione su questo limite della
larghezza di banda. In secondo luogo, l’effetto antenna provocato dal cavetto di massa lungo può
essere eliminato rimuovendo il puntale della sonda e adattandolo come indicato nella figura 2.
Fig. 2 – Quattro semplici modifiche migliorano drasticamente la misurazione

A tale scopo si avvolge un po’ di filo intorno al collegamento a terra della sonda, utilizzandolo come
collegamento a terra dell’alimentatore. Questo accorgimento offre l’ulteriore vantaggio di ridurre la
lunghezza del puntale esposta all’elevata radiazione elettromagnetica in prossimità dell’alimentatore,
riducendo ulteriormente la propagazione dei segnali di disturbo. Infine, negli alimentatori isolati si
formano elevate correnti di modo comune che possono confluire nel collegamento di terra della sonda.
Ciò crea una caduta di tensione tra la massa dell’alimentatore e quella dell’oscilloscopio, che può
essere riscontrabile come ripple.

Per ovviare a questo inconveniente occorre dedicare una particolare attenzione al filtraggio di modo
comune durante la progettazione dell’alimentatore. Avvolgendo il cavo della sonda intorno a un nucleo
di ferrite è possibile ridurre ulteriormente questo flusso di corrente. In questo modo si crea
un’induttanza di modo comune che, senza influire sulla misurazione della tensione differenziale, riduce
l’errore di misurazione provocato dalla corrente di modo comune. Nella figura 2 sono raffigurate le
tensioni di ripple misurate sullo stesso identico circuito, ma con questa tecnica di misurazione
perfezionata. Come si può vedere, gli spike ad alta frequenza sono stati praticamente eliminati.

In realtà, l’andamento del ripple di un alimentatore sarà migliore se l’alimentatore viene integrato in un
sistema. In tal caso ci sarà quasi sempre una certa induttanza tra l’alimentatore e il resto del sistema.
Questa induttanza può derivare dal cablaggio o essere semplicemente presente nelle piste sul circuito
stampato. Inoltre ci sarà sempre un’ulteriore capacità di bypass in prossimità dei chip che formano il
carico per l’alimentazione. Queste due reattanze formano un filtro passa basso che riduce ulteriormente
il ripple dell’alimentatore e/o il rumore ad alta frequenza.
Prendendo come esempio estremo una piccola pista lunga un pollice (corrispondente a un’induttanza di
15 nH) e un condensatore di bypass da 10 uF, la frequenza limite di questo filtro è pari a 400 kHz. In
questo caso si avrà quindi una forte riduzione del rumore ad alta frequenza. Spesso la frequenza di
taglio di questo filtro è inferiore alla frequenza di ripple dell’alimentatore, permettendo così una
sostanziale riduzione del ripple. Un ingegnere con un minimo di creatività dovrebbe essere in grado di
sfruttare questi accorgimenti nei propri test di laboratorio.

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