9 - Esperimento Todeschini

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PROF. ING. DOTT.

MARCO TODESCHINI

ESPERIMENTO
TO D E S C H I N I

Tratto da

L A T E O R I A D E L L E A P PA R E N Z E
e

PSICOBIOFISICA

A cura del
Circolo di Psicobiofisica
Amici di Marco Todeschini
Nella sua “Teoria delle Apparenze”, capitolo IV, dal titolo “Lo Spazio”, Marco
Todeschini dimostra attraverso una analisi storica, scientifica e sperimentale l’esistenza
dell’etere, quale ente euclideo infinito, a tre dimensioni, di costituzione granulare,
avente tutte le caratteristiche di un fluido mobile e ponderale.
A sostegno di ciò porta ben 26 prove principali, e cioè:

01 La materia
02 Il peso
03 La massa
04 La gravità
05 L’inerzia
06 Il volume
07 La forza centrifuga
08 Gli effetti giroscopici
09 L’effetto Magnus
10 La luce
11 L’elettricità
12 Il magnetismo
13 Il calore radiante
14 Il moto astronomico
15 Il moto atomico
16 La caduta dei gravi
17 Il fenomeno Bradley
18 L’esperimento Michelson
19 L’esperimento Fizeau
20 L’effetto Doppler
21 L’esperimento Trouton-Noble
22 L’esperimento Rankine
23 La rifrazione luminosa
24 L’incurvamento dei raggi luminosi presso le masse celestiù
25 L’esperimento Todeschini
26 Il magnetismo terrestre

Vogliamo illustrare, in questo fascicolo, l’esperimento Todeschini che, sempre nel


volume citato, lo stesso scienziato riassume in questo modo:

« è basato sulla dimostrata identità dell’effetto giroscopico all’effetto Magnus e fu


eseguito per provare l’esistenza dello spazio ponderale mobile e venne basato sul modo
di comportarsi di una bilancia giroscopica posta sotto una campana di vetro nella quale
era stato fatto il vuoto pneumatico. Se l’etere mobile (spazio fluido ponderale) fosse
esistito, si dovevano notare tutti gli effetti giroscopici che si riscontrano quando la
bilancia è fuori dalla campana ed immersa nell’atmosfera.
Eseguito l’esperimento esso ha dato esito positivo, dimostrando con ciò la rispondenza
fisica della nostra teoria ».
ESPERIMENTO TODESCHINI
Identità dell’effetto Magnus con quello giroscopico
_________________________________________________
Per una lettura meno tecnica riportiamo quanto Todeschini ha esposto nel suo volume
divulgativo “PSICOBIOFISICA” da pag. 86 a pag. 87, in merito all’esperimento oggetto
del presente.

Immaginiamo di avere un cilindro R imperniato su di un asse orizzontale A il quale


appoggi a snodo sul supporto verticale S, ed abbia all’altra estremità un contrappeso P. E’
questa una bilancia giroscopica (vedi figura). Se il cilindro R (giroscopio) ruota
rapidamente intorno al perno A nel senso indicato dalla freccia e si investe poi con una
corrente circolante intorno all’asse Z, per effetto Magnus il cilindro risentirà una reazione
f, la quale è scomponibile in due: la fz diretta verso l’alto e la fy disposta normalmente.
Il cilindro rotante R tenderà a compiere perciò contemporaneamente rivoluzioni intorno
all’asse Z ed all’asse Y. Per la relatività dei moti, se invece di investire il cilindro con una
corrente di aria circolante attorno all’asse Z, si mantiene l’aria immobile e si fanno
compiere rivoluzioni al cilindro sempre intorno a tale asse, ma in senso inverso a quello
che aveva prima la corrente di aria, gli effetti saranno identici a quelli di prima, con la
differenza che in questo caso essi ci apparirebbero come effetti giroscopici, anziché
effetti Magnus.
Se poniamo la bilancia giroscopica sotto una campana di vetro ove sia fatto il vuoto
pneumatico e compiamo il secondo di questi esperimenti, gli effetti citati si ripetono con
leggera attenuazione, per cui si deve concludere che lo spazio pur essendo privo di aria si
comporta come un fluido denso atto a produrre effetti Magnus. Questo esperimento
costituisce anzi la prova diretta che anche lo spazio neumaticamente vuoto, si comporta
come se avesse una propria densità ed inerzia. Con questo resta dimostrato
matematicamente e sperimentalmente che gli effetti giroscopici si identificano con quelli
Magnus e sono dovuti perciò ad accelerazioni relative tra gli atomi costituenti il
giroscopio e lo spazio fluido entro il quale si muove.
BILANCIA GIROSCOPICA DI FESSEL

L'apparecchio è costituito essenzialmente da un disco di ottone libero di ruotare al centro


di un supporto cardanico. Tale supporto è vincolato ad un braccio che sostiene
all'estremità opposta un contrappeso e che è imperniato ad un solido basamento con un
sistema tale da consentire la taratura ed ogni possibilità di movimento. La bilancia
giroscopica di Fessel permette di evidenziare diversi fenomeni riguardanti la
conservazione del momento angolare.
L'EFFETTO MAGNUS
Un corpo in rotazione nell'aria trascina con sé lo straterello d'aria con cui viene a contatto
e quest'ultimo a sua volta trascina con sé lo straterello attiguo: attorno al corpo rotante si
formano così filetti d'aria che ruotano su circonferenze concentriche.

Se il corpo ha un moto di traslazione ( ad esempio verso sinistra ) è come se venisse


investito da una corrente d'aria che si muove in direzione opposta a quella del corpo ( nel
nostro caso quindi verso destra ).
Se il moto è puramente traslatorio le linee di corrente saranno ugualmente spaziate tra
loro intorno al corpo.
Nel momento in cui il corpo è dotato di moto sia rotatorio che traslatorio, la velocità
dell'aria aumenta superiormente o inferiormente al corpo a seconda del verso di rotazione
del corpo, proprio per il trascinamento dell'aria attorno al corpo stesso ( le velocità dei
filetti in rotazione amplificano il moto della corrente dovuto alla traslazione se in verso
concorde a quest'ultima, diminuiscono la velocità nella zona in cui i versi sono invece
discordi ).
Per l'equazione di Bernoulli a tale variazione di velocità corrisponde una variazione di
pressione:
la traiettoria del corpo verrà quindi curvata in direzione opposta al verso di rotazione.
Al fine di dimostrare che quanto Todeschini sperimentava nei lontani anni ’20 del secolo
scorso ha avuto una successiva evoluzione tecnologica di rilievo che comprova altresì la
veridicità di quanto affermato a riguardo del funzionamento della bilancia giroscopica
anche in ambiente privo d’aria (che prova l’esistenza dell’etere), riportiamo il contenuto
di una scheda tecnica relativa ad uno dei tanti congegni presenti sul mercato (senza
citarne la marca per ovvi motivi) che utilizzano il giroscopio per la stabilizzazione di
natanti. Come si ha modo di constatare il dispositivo viene utilizzato in ambiente a vuoto
pneumatico per una migliore efficienza di funzionamento.

Velocità nominale:
8000 giri/min.
Momento angolare ai giri/min. nominali:
8.000 N-M-S
Coppia antirollio ai giri/min. nominali:
17.140 N-M
Tempo di accelerazione fino ai giri/min. nominali:
35 minuti
Tempo di accelerazione fino alla stabilizzazione: 20 minuti (70% giri/min.)
Potenza di accelerazione
Motore a corrente alternata: 3000 Watt Comando a corrente continua: 240
Watt Potenza di esercizio
Motore a corrente alternata (a seconda delle condizioni del mare): 1500-2000 Watt
Comando a corrente continua: 240 Watt Tensione corrente alternata di ingresso:
185-240VAC, 50/60Hz Monofase Tensione corrente continua di ingresso: 24VDC
@ 10 Amp.
Alimentazione acqua di mare allo scambiatore di calore: 15,1 litri/min.
Massima temperatura ambiente dell'aria: 60° C Peso:525 Kg
Dimensioni di ingombro del giroscopio:
0,922 m lunghezza x 0,997 m larghezza x 0,705 m altezza

Applicazioni
Il nuovo giroscopio è una versione migliorata del dispositivo originale. Concepito per
garantire un'installazione e un funzionamento più semplici, il nuovo giroscopio stabilizza
efficacemente la maggior parte delle imbarcazioni con dislocamento fino a 35 tonnellate
ed è la soluzione ideale per armatori esigenti alla ricerca di un sistema di stabilizzazione
completo che garantisca le stesse eccellenti prestazioni a velocità zero, all'ancora e in
navigazione. Nel caso di imbarcazioni di maggiori dimensioni la stabilità desiderata può
essere ottenuta installando più dispositivi

Prestazioni
Un forte rollio è l'elemento maggiormente destabilizzante rispetto alla terraferma e
sicuramente l'aspetto meno gradevole per chi si trova a bordo di un'imbarcazione.
Fastidioso, stancante, e probabilmente la prima causa di mal di mare, questo fenomeno è
stato fino ad ora per molti l'inevitabile prezzo da pagare per godere del piacere di andar
per mare.
Applicando i principi della giro-dinamica, gli stabilizzatori giroscopici a tenuta d'aria
esercitano una potente azione di stabilizzazione che neutralizza quasi completamente il
rollio, eliminando la necessità di appendici o sporgenze nello scafo che ostacolerebbero
il moto e sarebbero soggette a possibili danneggiamenti. Questo avanzatissimo sistema di
controllo del movimento regola efficacemente il sistema idraulico di frenatura,
massimizzando così la coppia antirollio in qualsiasi tipo di scafo e nelle più svariate
condizioni marine e di funzionamento

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