Sarmoung16 - Maestro E Discepolo

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GRUPPO TEOSOFICO SARMOUNG

Direttore responsabile: Adriano Bertoldo


Direzione e Redazione: Via Dante, 4 - 28010 Cavallirio (NO)
Tel. 0163/80474 - Fax. 0163/80474

I Quaderni di Sarmoung n° 16

MAESTRO E DISCEPOLO

Questa straordinaria conferenza "spirituale", tenuta da Ghislaine Gualdi, viene pro-


posta dal Gruppo Teosofico Sarmoung ed è dedicata a tutti coloro che si sentono
attratti, anche solo per curiosità, a migliorare ed espandere la propria coscienza.
Traduzione dal francese: Miriam Pisoni
Revisione del testo: Dr. Mario Rizzi
Edizione stampata: settembre 1994
Edizione per Internet: gennaio 1998
SOMMARIO
Come essere un centro di bontà? .........................................................3
Perché è importante che una guida sia permeata d'amore? ..................3
Perché proprio l'amore? .......................................................................3
La Gerarchia vi ama e lavora per voi ....................................................4
Tutto ciò che Dio compie avviene in modo naturale ..............................4
La comunicazione non è solo verbale, anzi... ........................................5
Perché bisogna essere aperti? ..............................................................5
Cosa cerca un discepolo in realtà.........................................................6
In cosa consiste questa grande intuizione?...........................................6
Come risvegliare questa intuizione? .....................................................6
L'importanza di rispettare il libero arbitrio ...........................................6
A un Maestro necessita il consenso dei suoi allievi ...............................7
Vi sono casi in cui l'intelligenza normale non è sufficiente....................7
Come è possibile trovare la propria strada nel servizio?........................8
L'importante non è stabilire se Dio esista oppure no ............................9
E' necessario lavorare con perseveranza...............................................9
L'instabilità non vi permette di conoscere il Maestro ............................10
Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio..........................10
La solitudine vi mette alla prova ..........................................................11
Le iniziazioni sono delle cerimonie assai semplici .................................11
Quali sono le altre cose da fare per sviluppare l'intuizione?..................12
Prima viene il lavoro, poi si potrà incontrare il Maestro ........................12
Un Maestro non dirà mai cosa fare e cosa non fare ..............................13
L'importanza della buona volontà ........................................................13
Come giunge l'ispirazione ....................................................................13
Diventare discepoli è una grande responsabilità...................................14
Quali sono le altre cose da fare per sviluppare l'intuizione?..................15
Il discepolo resta sempre libero nella sua identità ................................15
Certe cose le avete conosciute solo dopo la prima incarnazione ............16
E' necessario stabilire un "collegamento " con i mondi spirituali...........16
Liberatevi dai "complessi" ....................................................................16
Che cosa si intende quando si parla di complessi? ...............................17
In fin dei conti che cos'è la depressione? ..............................................17
Possiamo vedere nei dettagli come nasce un complesso?......................17
Dobbiamo erigere un muro tra noi ed i vari problemi ...........................18
Scopriamo il "Narciso" in noi................................................................18
Il Karma pareggia debiti e crediti..........................................................19
Conoscenza del Karma e sviluppo dell'intuizione..................................20
Voi non capite Dio... ............................................................................20
Prima di tutto bisogna lavorare ............................................................20

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Come essere un centro di bontà?
DOMANDA: Come essere un centro di buona volontà, a qualsiasi livello si appartenga,
affinché la nuova Era apporti una messe abbondante?
RISPOSTA: Siate i benvenuti, sia in relazione al discorso che faremo, sia per il
sentimento che voi suscitate nel mio cuore. Parlo del mio cuore, e dei sentimenti che
ne scaturiscono nei vostri confronti, perché quando ci si affida ad una guida; una
guida che vive ancora in un corpo fisico, oppure una che lo ha deposto ed utilizza
una forma astrale, bisogna tener ben presente che la relazione Maestro/studente si
articola su un rapporto che si svolge tra intelligenza ed intelligenza.
L'intelligenza stessa, però, può sussistere ed operare soltanto grazie all'amore e,
proprio questo amore, è la caratteristica presentata da ogni vera "guida", non
importa quale sia il livello che ha raggiunto nella sua evoluzione. Una guida, infatti,
non è unicamente qualcuno che dispensa insegnamenti, buoni propositi ed altre
cose allo scopo di migliorare l'intelletto dei suoi allievi; una guida deve essere
motivata ed agire sospinta dalla fiamma dell'amore.

Perché è importante che una guida sia permeata d'amore?


E' importante che ognuno di voi capisca quanto sia importante che chi propone un
messaggio, al fine di aiutare l'evoluzione spirituale, lo offra permeato d'amore. Se, un
domani, accadesse anche a voi di essere chiamati ad insegnare, educare od
informare, sappiate che il vostro messaggio sarà tanto più apprezzato e compreso
tanto più lo saprete proporre in modo chiaro, intelligente e permeato dai sentimenti
del vostro cuore. Ricordate che ciò che rende potente la parola (sia essa utilizzata in
un rituale, un esorcismo, un servizio di guarigione, oppure nell'insegnamento), non è
l'argomento in sé ma l'amore che la pervade.

Perché proprio l'amore?


Per darvi una spiegazione devo prima spendere qualche parola su come noi
intendiamo l'amore. L'amore non è semplicemente scegliere o preferire una persona
piuttosto che un'altra. E' infatti un errore generale chiamare "amore" quel qualcosa
che ci spinge ad avvicinarci ad una determinata persona; questo non è amore ma
bensì un desiderio di pace, sicurezza, armonia. Andiamo infatti ricercando nell'altro
le qualità che ci permettano di abbassare le nostre difese per godere di un periodo
senza timori e di pace emotiva. Questo, nel migliore dei casi, potrà anche essere un
affetto profondo ma non certamente amore!
L'amore vero, quello che porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è un'altra
cosa. Sono solo queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni discriminazione
religiosa, politica o razziale; ci rendono capaci di evitare pregiudizi e preconcetti; ci
aiutano a non fare mai delle preferenze e donare ad ognuno ciò di cui ha veramente
bisogno.
Questo è il vero amore! Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo: bisogna
essere totalmente disponibile per lui quando ne avrà bisogno; questo è l'amore
secondo noi! Ma siccome esistono parecchie realtà, ciascuno di voi è libero di calarsi
in quella che più gli si addice. Io descriverò come noi vediamo la "realtà dell'amore" a
beneficio di coloro che oggi sono intervenuti proprio per approfondire questo
concetto.
Per noi l'amore è uno stato di apertura: il nostro amore è un sentimento uguale per
tutti, senza alcuna distinzione. Discepoli, iniziati e profani, troveranno sempre

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presso di noi cibo, acqua, conforto e quell'entusiasmo vitale necessario per poter
dare un profondo significato alla vita.

La Gerarchia vi ama e lavora per voi


Nel corso degli anni, e per molto tempo ancora, la Gerarchia, proprio perché ama
l'umanità intera, continuerà a trasformare le diverse energie provenienti dal Cosmo,
da altri sistemi solari e da altre costellazioni assai lontane, affinché la loro
distribuzione sulla superficie terrestre avvenga senza arrecare alcun danno. Questa
è "l'acqua di vita" che noi doniamo agli uomini, è una sorgente vitale sulla quale si
può sempre fare affidamento!
Se questa è l'acqua, vi sarà spontaneo chiedere, quale sarà mai il cibo sul quale
poter fare un continuo affidamento. In primo luogo questo "cibo di vita" ci viene
rappresentato dai "segni" lasciati dai grandi Iniziati e dai grandi Maestri; da coloro
che voi chiamate i Messia, i grandi Esseri che offrono la loro vita a beneficio
dell'umanità. Il Signore Cristo, ad esempio, rappresenta un sacrificio perenne perché
il suo Corpo, rappresentato da un'ostia pura e immacolata, viene immolato ogni
volta che viene celebrata la santa Eucarestia.
Un'altra forma di nutrimento ci viene dai consigli offerti da qualcuno
sufficientemente sensibile da poter parlare seguendo qualche sua ispirazione
interiore, magari senza essere neppure consapevole di questo fatto. Egli, infatti,
pensa di poter dare certe indicazioni soltanto perché possiede un pizzico di buon
senso in più.
Vedete perciò come anche i messaggi che provengono dalle persone più semplici
possono essere ispirati da Dio. Può anche accadere che, alcune volte, l'ispirazione
che viene da Dio venga coperta dal "frastuono del mondo". Ci sono comunque delle
occasioni in cui questi messaggi ci giungono così naturali e spontanei da non farci
neppure dubitare che essi provengano proprio da Dio.
Purtroppo, assai spesso, non siamo in grado di sentire la voce di Dio in noi e allora,
piuttosto che offrire un aiuto personale ed un conforto amorevole a chi si sente
depresso, andiamo magari a smuovere uno Yoghi dell'Himalaia e, avendone la
possibilità, gli facciamo prendere l'aereo, gli facciamo pervenire la cartina e una
bussola affinché possa arrivare fino al nostro quartiere. Questo accade perché la
nostra mente è sempre occupata con gli impegni del mondo e, al massimo, ci può
suggerire di andare a far visita a qualche sofferente.

Tutto ciò che Dio compie avviene in modo naturale


Tutto ciò che Dio compie avviene in un modo talmente naturale da passare
inosservato. Dio, infatti, non usa colpi di scena e non si vanta mai del suo operato!
Egli agisce attraverso gli uomini e perciò "chiunque" mantiene il cuore puro, ed è
disponibile nei confronti di "tutti" i suoi simili, potrà divenire un Suo strumento di
pace. Bisognerebbe che ognuno di noi fosse disponibile per un lavoro personale.
Ecco che, allora, andremo personalmente dal vicino bisognoso di affetto, e gli diremo
in modo amorevole: "Non ti inquietare, mio vicino, pensa a tutti gli amici che hai,
pensa al calore dell'amicizia che ricorda quello del bel sole estivo, e tu vedrai che ti
ritroverai con la forza necessaria per attendere i giorni migliori". Ognuno di noi può
operare in questo modo perché la Gerarchia è sempre pronta ad aiutare coloro che
dimostrano buona volontà. Il modo migliore per poter "sentire" la voce di Dio è co-
munque quella di mantenersi con il cuore puro ed aperto.

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La comunicazione non è solo verbale, anzi...
Molti pensano erroneamente che comunicare significhi necessariamente porre una
domanda verbale ed ottenere una risposta dello stesso tipo. Non vi è nulla di più
errato: quando si comunica con la propria anima, con Dio o con la Saggezza
universale la nota dominante sarà il silenzio ed è proprio questo fatto che confonde il
discepolo o chiunque cerchi la comunicazione con i mondi spirituali o l'ispirazione
dall'alto.
Questo silenzio non è una "mancanza di risposta", ma bensì il preludio alla vera
comunicazione! Immaginate di lanciare un sasso in uno stagno: dal punto in cui il
sasso cade si creeranno e si allargheranno parecchi cerchi concentrici che in breve
tempo occuperanno tutto lo specchio d'acqua! Voi dovete fare la stessa cosa con i
vostri interrogativi: permeate la vostra sostanza mentale con i vostri interrogativi e
quindi "lanciatela" nello spazio e lasciate che in esso si diffonda. Come un sasso
lanciato nell'acqua crea dei cerchi concentrici così la vostra mente si amplifica nello
spazio ed è proprio nello spazio che la domanda troverà la sua risposta.
E' infatti nello spazio che avviene la vera comunicazione. Non cercate la risposta in
segni tangibili e tantomeno aspettatela immediatamente, continuate invece questo
vostro esercizio, ripetetelo ogni giorno per qualche minuto, senza aspettarvi alcun
riscontro, nulla di nulla.
Prendete l'abitudine di ripetere la richiesta ogni sera, poi, lungo la giornata seguente
non vi preoccupate più di questa questione. Fatelo per tre giorni e vedrete che dopo
tale tempo avrete una risposta. La risposta vi giungerà inaspettata sotto forma di
sogno, intuizione, ricezione cosciente o telepatica. Potrà anche essere una pulsione
inconscia che vi spinge verso qualcuno che ha vissuto la vostra stessa esperienza,
oppure a comperare un libro che vi possa illuminare o approfittare di qualche
opportunità, per strana che vi possa sembrare. Mantenete perciò una estrema
apertura anche verso ciò che non rientra nel comune e nell'usuale.

Perché bisogna essere aperti?


Certo voi mi potete dire che si potrebbero ricevere le risposte in modo molto più
facile e semplice, magari per mezzo dell'intuizione o tramite la telepatia. Questo non
sempre è possibile: non dipende infatti dall'essere umano in sé ma da tanti fattori
tra cui il suo destino e dal tipo di energia da cui è circondato. Per l'individuo che nel
corso delle vite precedenti si è formato un suo proprio destino con caratteristiche
particolari, ed ha già sviluppato determinate facoltà, la cosa si presenta abbastanza
semplice: la sua relazione con ciò che è cosmico ed anche il suo potere ricettivo sono
già pronti e possono essere facilmente utilizzati.
Questo significa che ogniqualvolta un tale individuo si aprirà al Cosmo, per iniziare
qualche tipo di relazione, il rapporto stesso sarà caratterizzato dalle energie che lo
accompagnano sin dalla nascita. Questa è la ragione per cui ognuno di noi, fin dalla
nascita, è orientato verso un determinato tipo di capacità ricettiva: ciascun individuo
percepisce infatti le risposte ai suoi interrogativi nel modo consentitogli dalle energie
che gli sono proprie!
Tenete comunque presente che ogni metodo si equivale: l'importante è raggiungere lo
scopo. Ogni contatto è possibile, ma ciascuno di noi ha una sua chiave di accesso
unica e particolare. Questa "chiave" può essere la parola, un libro, la visione,
l'intuizione, la definizione. Solo al termine del nostro cammino, quando tutti avremo
sviluppato le qualità animiche necessarie, la chiave di accesso sarà uguale per tutti
e sarà costituita dall'intuizione superiore.

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Prima che ogni individuo abbia sviluppato la facoltà animica dell'intuizione superiore
(una qualità davvero fantastica), occorre che ognuno lavori con gli "strumenti" di cui
dispone: l'importante, comunque, è svolgere il lavoro giusto! Mantenete la vostra
identità e vedrete che utilizzando ciò di cui potete disporre attualmente presto
giungerete a sviluppare questa grande intuizione.

Cosa cerca un discepolo in realtà...


In realtà cosa va cercando un discepolo allorché medita, prega, vuole aprire un
chakra, desidera incontrare Dio, oppure sarebbe disposto a pagare qualsiasi cifra, ed
a correre qualsiasi pericolo per poter, ad esempio, aprire il chakra coronale? Cosa
cerca in effetti? Egli cerca le qualità conferite dall'intuizione superiore; qualità
proprie dell'anima.

In cosa consiste questa grande intuizione?


Per poter comprendere i vostri slanci di spiritualità, i vostri impeti, i vostri
entusiasmi, i rischi che vi sentite in grado di correre e superare, occorre che
comprendiate bene ciò che state cercando. Tutti cercano questa famosa intuizione
senza sapere che cosa esattamente essa sia ed a cosa serva in realtà.Eppure a livello
inconscio tutti sanno che serve a "toccare" il dito di Dio ed a sfiorarne lo sguardo.
Tutti, interiormente, conoscono che si tratta di una esperienza diretta che permette
all'essere umano di tuffarsi nel Cosmo e diventare uno con il Tutto.
Intuizione, comunque, non significa soltanto capacità di comprendere o di presagire
qualcosa. L'intuizione animica, quella superiore a tutte le altre, rappresenta infatti
l'unico "senso" dell'uomo che gli permette di superare la condizione altamente
limitante propria di un "essere incarnato" e sperimentare uno stato in cui può
prendere piena coscienza della sua natura divina.

Come risvegliare questa intuizione?


Si dovrebbe cominciare dalle cose più semplici ma, sfortunatamente, gli uomini
vogliono passare subito alle cose complicate, come aprire i chakras, assistere ad
interminabili seminari, leggere libri tediosi. Vogliono gettarsi ai piedi di un Maestro o
ripetere e ripetere un mantra segreto.
Le cose più semplici non interessano perchè sono anche le più dure da mettere in
pratica, sono rappresentate dai suggerimenti concernenti il dominio della
personalità: non giudicare; non rubare nel senso più ampio del termine e non
comportarsi male con il proprio prossimo. La necessità di coltivare incessantemente
all'interno del proprio cuore un briciolo di fede: una piccola fiammella senza la quale
non potremo mai realizzare la Luce e tantomeno il calore animico che dona il
benessere.
Quando parlo di fede intendo anche la speranza fiduciosa nella possibilità di
realizzarsi, magari nel tempo, ma comunque arrivare al traguardo finale della
realizzazione spirituale. Ogni uomo che porta con sé questa speranza, questa
minuscola fiammella, appare ai nostri occhi come un "uomo di fede".

L'importanza di rispettare il libero arbitrio


Capita, a volte, che l'uomo che desidera migliorare se stesso tenda a dipendere più
da un intervento divino che dalle sue opere. Anche un uomo in cui brilla una piccola
luce spirituale, a volte, è ancora molto materialista e come tale appare ai nostri
occhi.

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Quando lasciamo al nostro prossimo la possibilità di crescere e trasformarsi, e
quando non giudichiamo il suo operato, facciamo un atto di fede e di amore perché
la vera fede è necessariamente amore mentre la mera credenza è odio, cattiveria e
distruzione. Purtroppo le credenze, costituite dai pregiudizi e dai preconcetti, sono la
spinta maggiore che sta sotto ai comportamenti umani mentre proprio l'amore,
l'amore vero, dovrebbe essere il "motore" del nostro operato.
L'amore è la virtù che ci rende completamente disponibili non soltanto verso gli altri
ma anche verso noi stessi; una disponibilità amorevole nel rinnovarci e nel cogliere
tutte le occasioni valide per verificare il nostro comportamento e, se necessario,
trasformarlo. Dobbiamo essere malleabili ma non troppo facilmente influenzabili,
non ci deve mancare la flessibilità necessaria affinché il Maestro ci possa
"modellare", accentuando così le nostre migliori qualità potenziali.

A un Maestro necessita il consenso dei suoi allievi


Un Maestro, per aiutare un suo discepolo, avrà sempre e comunque bisogno del suo
consenso. Soltanto la confidenza reciproca permetterà al discepolo di superare tutte
le prove che gli saranno presentate e la fiducia che ripone nel suo Maestro gli
permetterà di riceverne l'influenza migliore. Questa fiducia nel proprio Maestro è
un'altra delle qualità che permettono il risveglio dell'intuizione. Ciò non significa
comunque che voi dovete lasciar da parte la vostra volontà ed attendere sempre che
il Maestro vi indichi cosa fare o come comportarvi.
Non dimenticate mai che il Maestro è sempre pronto ad aiutarvi nel difficile
cammino del cambiamento interiore, voi siete il veliero nel mare della vita ed il
Maestro rappresenta il vento. Comunque ricordate che la rotta è sempre scelta da
voi, non potete infatti delegare nessun altro a fare le scelte che vi riguardano
personalmente. Voi stessi dovete scegliere la strada perché questa è una delle prove
di buona volontà che la Gerarchia si aspetta da ogni individuo. Chiunque si sforzerà
di migliorare se stesso avrà al suo fianco un Maestro che lo aiuterà in questa
direzione.
Perciò, rifacendoci all'esempio del veliero, è assai importante che voi stendiate le vele
in modo da raggiungere la velocità voluta e regoliate il timone per l'esatta direzione.
Il Maestro, dal canto suo, sarà il vento che vi spingerà nel porto desiderato.
Dopo aver dato prova di buona volontà occorre anche dar prova di possedere, e
saper utilizzare, una certa dose di intelligenza. Questo non è stato necessario
all'inizio del vostro cammino, quando è bastato dar prova della bontà delle
motivazioni del vostro cuore; aver mostrato di camminare su "strade" diverse da
quelle mondane (che la maggior parte degli uomini calpestano), ed aver dimostrato di
agire in modo diverso da quei discepoli che si considerano anime elette perché
pensano che, per poterlo essere, siano sufficienti le loro preghiere.

Vi sono casi in cui l'intelligenza normale non è sufficiente


Ad un certo punto del vostro cammino spirituale vi troverete invece di fronte ad una
difficoltà che vi metterà in grande imbarazzo: qualcosa di sconosciuto che non
sapete come affrontare, oppure una scelta da fare o un'azione da compiere, che vi
trovano impreparati. Non scoraggiatevi, tutto ciò fa parte del piano del vostro
Maestro; un piano ben stabilito allo scopo di dimostrarvi come la logica, quando si
serve il Signore, non è sempre sufficiente per risolvere determinate situazioni.
In casi come questi bisogna fare appello ad una intelligenza superiore che viene dalla
parte più profonda di noi stessi e che, essendo a conoscenza di tutti i particolari del

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Piano Divino per questo pianeta, sa scegliere la soluzione più opportuna per
qualunque evenienza.
Chi penserebbe mai, ad esempio, a mescolare i colori grigio e rosso al fine di ottenere
il colore blu? Nessuno. L'intelligenza logico-razionale dice infatti che con questi due
colori è impossibile ottenere del blu. Molti di voi, messi di fronte ad una situazione
che appare senza via d'uscita, si sentono spossati, scoraggiati e pensano che non
potranno mai farcela da soli. Questo perché, a volte, le soluzioni che vengono
proposte dall'intelligenza superiore contrastano con quelle comunemente con-
siderate logiche e razionali, però, se messe in pratica, sono in grado di risolvere
problemi altrimenti irrisolvibili.

Come è possibile trovare la propria strada nel servizio?


Bisogna usare il cuore e meditare sul chakra ad esso correlato, senza aspettarsi
nulla, tranquillamente, senza porsi tante domande. Concentrarsi soltanto sulla
determinazione di servire il Maestro; questo farà in modo che l'ambiente esterno si
adatti affinché l'aspirante possa conseguire ciò che si è ripromesso di fare. Così
facendo tutto diventa possibile, anche ciò che normalmente non rientra nella vostra
immaginazione!
Com'è possibile che ciò avvenga? Può avvenire perché il chakra del cuore è il luogo
in cui si entra in contatto con i Maestri e l'epicentro delle energie relative alla natura
umana. Lo spirito dell'uomo, la sua volontà e l'amore, focalizzandosi in questo
chakra lo inducono ad irradiare, attraverso l'aura individuale, le buone intenzioni
che lo animano. Queste buone intenzioni, irradiandosi all'esterno, creeranno i
presupposti affinché vengano ad attuarsi anche le soluzioni umanamente più
impensabili.
Tutti gli individui che desiderano creare qualcosa o migliorarne un'altra, che questa
coinvolga un gruppo di persone, oppure una Chiesa, oppure una Nazione o un uomo
politico è necessario conoscere questo rituale al fine di ottenere quanto desiderato.
Se vi focalizzate sul chakra del cuore e lo "nutrite" con buone intenzioni, la
realizzazione del vostro desiderio inizierà ad aver luogo.
Questo può accadere perché durante il sonno i nostri veicoli sottili (corpo astrale,
mente, ecc.) si liberano momentaneamente del corpo fisico e possono così muoversi
nel mondo astrale dove c'è la possibilità di incontrare altri individui con le vostre
stesse motivazioni e così preparare i presupposti per un incontro sul piano fisico.
Perciò, mentre il vostro corpo fisico giace addormentato, un raggio del vostro chakra
del cuore cercherà la persona più adatta per lavorare con voi e per voi.
Le vostre aure, dopo avervi messo in comunicazione sul piano astrale, prepareranno
anche la strada affinché possiate incontrarvi fisicamente. Così succede che a volte si
dica: "Ho l'impressione di aver già conosciuto questa persona". Bisogna sapere infatti
che questi piccoli raggi fuoriescano dalla nostra aura per cercare i "mezzi" più adatti
alla realizzazione del nostro progetto. A volte le due aure stanno in comunione tra
loro per parecchio tempo ed insieme elaborano il loro piano di lavoro.
Questa è la ragione per cui due persone possono trovarsi subito in perfetta sintonia;
le loro energie le hanno attirate una all'altra ed esse, insieme, sono in armonia. E'
necessario che gli uomini diventino più coscienti di questo fenomeno al fine di
poterlo utilizzare nel migliore dei modi.
Questo nostro potere, qualora sfruttato a fin di bene, potrebbe risolvere molti
problemi dell'attuale umanità; problemi che nascono perché la società odierna è

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gestita da uomini che, pur non conoscendo queste cose, le utilizzano molto bene a
livello inconscio mentre i discepoli perdono talvolta il loro tempo chiedendosi se
saranno in grado di fare questo o quello, oppure discutendo sul fatto che Dio esista
oppure no!
Discutere sull'esistenza di Dio è un modo molto valido per perdere inutilmente del
tempo e sprecare energie; al posto di vane parole si dovrebbe invece coltivare la
certezza che il potere della Luce indirizzata verso il bene è superiore ad ogni altra
cosa. Purtroppo, proprio nel momento in cui un individuo dovrebbe concentrare la
potenza del suo cuore per permettere alla Luce di manifestarsi in opere di bene, ecco
che diventa dubbioso, la sua fede, già poca, si raffredda e tutte le buone intenzioni
svaniscono come nebbia al sole.

L'importante non è stabilire se Dio esista oppure no


Non spendete tempo a stabilire se Dio esiste oppure no; cercate piuttosto di
migliorare voi stessi e la vita sul nostro pianeta. Prendete coscienza del fatto che
esiste una Gerarchia e cercate di collaborare nel suo lavoro nei confronti
dell'umanità.
Ora vi spiego perché molti discepoli si perdono in questioni metafisiche e si
domandano se Dio ha poteri su questa Terra e se può intervenire negli affari umani
oppure se Egli non è che un altro aspetto della vita che incontreremo solo dopo aver
esaurito le esperienze terrestri puramente fisiche. Si chiedono anche se la potenza
degli Angeli e degli Esseri di Luce sia effettiva sulla Terra o se piuttosto non siano
stati abbandonati a se stessi.
Una meditazione non potrà mai spingere l'uomo così lontano da incontrare la sua
natura divina, e senza questa esperienza è impossibile incontrare Dio. L'unica forma
di esistenza spirituale che oggi ci è dato di conoscere è l'esistenza della Gerarchia,
per ciò che concerne Dio ci deve bastare la fede! Il bisogno di conoscere a tutti i costi
sul piano intellettivo e razionale ci fa spendere delle energie che invece dovrebbero
essere convogliate in un proficuo lavoro.
Solo il lavoro fatto nell'intento di aiutare la Gerarchia crea una situazione in cui le
connessioni con la Gerarchia stessa nascono spontaneamente! Ed è proprio questa
energia spesa nel lavoro che ci farà incontrare Dio o la nostra anima.

E' necessario lavorare con perseveranza


Il Maestro non comincerà a guidare il suo discepolo, a parlargli o ad ispirarlo, se non
vede che esso ha sviluppato in modo sufficiente la costanza e la perseveranza.
Questa energia non deve però essere un fuoco di paglia: il nostro lavoro deve essere
perseverante e continuo. Questo è il segreto che assicura la buona riuscita di
qualsiasi nostra opera: persistenza e costanza. Senza queste due qualità si provoca
un grave danno nel corpo astrale perché deve continuamente adattarsi alle nostre
nuove intenzioni; danno che non permette al Maestro di guidarci e ispirarci.
Se siamo emotivamente instabili qualsiasi cosa ci potrà distrarre ed allontanare
dallo scopo che ci eravamo prefissi. Dobbiamo invece essere determinati e
perseveranti affinché l'ispirazione che ci ha dato il Maestro non si dissolva in poco
tempo. Ed è proprio per metterci alla prova che il Maestro ci lascia soli all'inizio del
nostro operato: perché è soltanto nella solitudine che si scopre di essere suf-
ficientemente forti per poter continuare.
Sarebbe troppo facile se bastasse starsene comodamente seduti a pregare Dio
mentre Lui "lavora", per aiutarci e sostenerci. Anche a noi è richiesto di lavorare e

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soprattutto con responsabilità, questo comporta solidità di carattere. Nella
solitudine iniziale ritroverete l'amore, Ia determinazione e la voglia di aiutare tutti gli
uomini: a questo punto inizierete a lavorare davvero, e con il vostro lavoro potrete
entrare in contatto con la Gerarchia.
Questo fatto è estremamente logico, eppure molte persone pensano che prima di
tutto sia necessario incontrare il Maestro per poi, in seguito, sviluppare le loro
qualità. Pensano infatti, e sbagliano davvero, che sarà il Maestro a dir loro ciò che
devono fare e come farlo! Nei primi tempi il Maestro non interviene mai ma osserva
l'aspirante con occhio amorevole per vedere quanta buona volontà stia dimostrando.
L'aspirante deve rendersi conto da solo di ciò che gli serve per realizzare un de-
terminato traguardo: quando ciò avviene significa che ha sviluppato una certa
intuizione, che unita alla buona volontà, gli permetterà di ricevere il supporto del
Maestro.

L'instabilità non vi permette di conoscere il Maestro


E' per questo che la determinazione, la persistenza e la costanza sono qualità che
devono essere conquistate prima che il Maestro possa creare una relazione con voi
ed offrirvi le sue ispirazioni. Egli, infatti, non vi potrà aiutare fintanto che non sarà
sicuro che le sue ispirazioni non saranno per voi che un "leggero soffio di vento", a
causa della vostra instabilità.
L'instabilità è dovuta al fatto che il vostro corpo astrale non è sufficentemente
ammaestrato, in questo caso non potete ancora agire per le sole motivazioni
dell'anima poiché, prima che qualcosa vi possa smuovere, avete sempre bisogno di
una spinta emotiva o di una grande "fiammata" sentimentale.
Questa instabilità vi mette anche in condizione di lasciarvi impressionare dal parere
di coloro che vi circondano e da tutti gli stimoli che oggi sono presenti nel mondo
(radio, TV, stampa, ecc.). Questo significa che potete iniziare un lavoro con grande
entusiasmo per poi "spegnervi" quando sorgono i primi problemi, ovvero perdere
tutta la voglia di continuare, tutta l'energia necessaria per poterlo terminare.
Il Maestro conosce che qualunque discepolo, qualora incaricato di un compito di alta
responsabilità, se non ha la costanza necessaria per affrontare tutte le eventuali
problematiche, sarà assai impacciato nel suo lavoro e qualsiasi ostacolo gli si
presenterà lo troverà impreparato. In questi casi il discepolo abbandonerà tutto e si
lamenterà con Dio perché quello che ha fatto non è stato riconosciuto dagli uomini
oppure perchè non è stato sufficentemente aiutato.
E' per queste ragioni che, soprattutto all'inizio, il Maestro non aiuta il suo discepolo
e non lo sostiene nella sua opera. Lascia che il discepolo affronti da solo le sue
responsabilità; solo con il sentimento di essere stato abbandonato. Il discepolo deve
comprendere il valore della sua solitudine e deve convincersi che è proprio in questa
solitudine che può sviluppare la propria forza interiore. Il discepolo deve giungere al
punto in cui riterrà necessario fermarsi e riflettere sulla propria vita, e dopo la
riflessione chiedersi in modo sincero "Sono solo, ma, malgrado questa solitudine, me
la sento di continuare ad aiutare gli altri, dare loro tutta la mia disponibilità, e nel
contempo servire DIO?".

Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio


Molti discepoli servirebbero molto volentieri se Dio mostrasse loro la strada da
seguire e li aiutasse a compiere il loro lavoro ed a superare le eventuali difficoltà.
Davvero molti sarebbero pronti a lavorare in questo modo; un modo comodo in

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quanto tutto dipenderebbe da Dio, la pianificazione delle cose che devono essere
fatte, l'aiuto per farle ed ancor più la sicurezza che Lui, nell'eventualità, sarà pronto
a risolvere i loro problemi.
Il discepolo deve invece comprendere, e comprendere molto bene, che ognuno di noi
deve prendersi le proprie responsabilità e che, per poter sopportare questa
responsabilità, bisogna possedere quella solidità di pensiero e perseveranza d'azione,
che sono in grado di dimostrare la qualità dei nostri sentimenti quando ci troveremo
a fronteggiare la vita, gli uomini o lo stesso Dio.
Dio, volendo, potrebbe benissimo prendere per mano il discepolo e guidarlo nel suo
lavoro, comunque, al primo ostacolo, il discepolo rinuncerebbe a quello che doveva
compiere. E se Dio eliminasse anche questo ostacolo, e tutti quelli che potessero
sorgere in futuro, il discepolo non potrebbe trarre alcun giovamento del suo operato
in quanto non ha agito di prima persona bensì come un burattino gestito dal
burattinaio.

La solitudine vi mette alla prova


Voi dovete sapere che quando vi trovate in una situazione di solitudine e questo
sentimento d'abbandono è molto grande, ebbene questa vostra condizione non è
casuale; rappresenta invece il piano preparato dal Maestro proprio per voi. Un piano
che Gli permette di vedere come vi comportate quando vi trovate in una situazione in
cui vi sentite soli sulla terra, e riconoscete che in quel momento nessuno dall'alto vi
darà una mano, né il Maestro, né Dio che, pur esistendo, sarà per voi il Dio di un
cosmo lontano ed insondabile.
Se in un momento come quello descritto sarete in grado di trovare dentro di voi un
amore sufficiente, sarete capaci di assumervi la responsabilità necessaria, ed
inizierete ad aiutare i vostri simili a migliorare la loro vita e perfezionarsi, allora
dimostrerete di possedere le qualità necessarie per poter stabilire un contatto con il
vostro Maestro.
E' proprio a partire dal momento in cui il discepolo dimostra di possedere queste
qualità che si può "unire" al suo Maestro. Tutto questo avviene senza tante
cerimonie, non c'è bisogno di un timbro stampato sulla fronte del discepolo, la cosa
succede istantaneamente.

Le iniziazioni sono delle cerimonie assai semplici


Le iniziazioni non si svolgono mai con grandi cerimoniali, certo alcune volte devono
seguire un rituale speciale, vuoi perchè l'iniziando è un soggetto delicato, oppure
perché ha ancora delle difficoltà ad integrarsi ed è necessario creargli intorno un
ambiente che gli dia sicurezza.
E' anche necessario che voi sappiate che durante l'iniziazione un discepolo non
riceve alcuna energia da parte del Maestro, e fintanto che questo fatto non vi sarà
chiaro non potrete comprendere né la vera funzione del Maestro, né la natura
dell'iniziazione. Il Maestro, infatti, serve soltanto come un canale intermediario per
una determinata energia; energia che può giungere da Colui che chiamiamo "Re del
Mondo, il Grande Iniziatore, il Padre degli Uomini", oppure dal Sole o da un'altra
costellazione.
Questo è il motivo per cui è giusto che la cerimonia sia condotta in modo da
garantire un minimo di sicurezza al discepolo che deve essere iniziato ed a coloro
che vi partecipano, siano essi i Maestri o gli assistenti. Tutti costoro rappresentano

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infatti, per il discepolo, una presenza in grado di garantirgli una certa tranquillità
d'animo.
Quando il Maestro chiama l'energia necessaria all'iniziazione, essa arriva impetuosa,
abbondante e generosa, proprio nel punto in cui è stata chiamata. Comunque il
discepolo ne assorbirà quel tanto che gli serve per diventare un iniziato mentre la
parte restante inutilizzata verrà "tamponata" dai Maestri e dai grandi Iniziati che lo
assistono durante l'investitura. L'energia, infatti è unica ed indivisibile ed ognuno di
noi può prendersene soltanto la "quantità" che è in grado di ricevere senza correre
alcun rischio.
Quello che cerco di spiegarvi è che esiste una sola energia per poter essere iniziati ed
essere riconosciuti non più come "corpi" bensì come "anime viventi" ed iniziare ad
esistere cosmicamente parlando; c'è una sola ed unica energia: l'energia dello Spirito
Santo. Dal punto di vista eterico, astrale e mentale, noi siamo come bambini e perciò
dobbiamo "assorbire" l'energia dello Spirito Santo a piccole dosi. Nel tempo, poi,
arriveremo ad assorbirla tutta e questo segnerà l'inizio della nostra vita divina.
Questa energia va assorbita a piccole dosi, potremmo dire che il discepolo, così come
un bimbo fa con il cibo, la deve prendere a piccoli morsi, inghiottirla e digerirla, per
fare in modo che il suo stomaco, pian, piano, diventi più grande e ne possa digerire
ancora di più. Il discepolo, così facendo, potrà, all'iniziazione successiva, ricevere
ancor più energia e, proseguendo in questo modo, arriverà un giorno in cui potrà
ricevere in tutta l'interezza l'energia cosmica dello Spirito Santo. Quando il discepolo
riesce ad integrare ed integrarsi nell'energia cosmica inizia una nuova vita: "la Vita
Divina".

Quali sono le altre cose da fare per sviluppare l'intuizione?


Per sviluppare l'intuizione, e lo vogliamo precisare ancora una volta, è necessario
sviluppare la costanza e la perseveranza. Nessuno può dirsi "discepolo", o
rivendicare questo titolo, se non può anche dimostrare con i fatti che possiede la
persistenza e la costanza sufficienti a compiere un lavoro fino in fondo. Se non
possiede tali qualità potrà affermare di essere "un allievo", oppure "un allievo in
prova", ma non certo di essere un discepolo accettato.

Prima viene il lavoro, poi si potrà incontrare il Maestro


Soltanto un discepolo può essere incaricato di effettuare dei lavori di grande
responsabilità perché è arrivato a "vivere" nell'aura del suo Maestro. Chi non è
ancora un discepolo si trova nella condizione di "allievo in prova" e, non essendo
ancora pronto per determinati lavori, non è neppure ammesso nell'aura del Maestro.
In questo stadio preliminare si può certamente contattare l'aura di un altro disce-
polo, ma non certo divenire pupilli di un Maestro.
Un allievo in prova non può neppure sperare di diventare un discepolo prima ancora
di incontrare il Maestro, e meno ancora sperare nell'iniziazione. Questi sono
traguardi a cui si può aspirare soltanto coltivando le qualità necessarie. Tutto questo
è molto logico ma, tuttavia, non rientra nella logica degli uomini che, prima vogliono
incontrare il Maestro, e poi sviluppare le qualità necessarie. Essi credono infatti che
avendo incontrato il Maestro tutte le cose diventeranno automaticamente più facili,
perché sarà il Maestro stesso ad indicar loro quello che devono fare, quello che
devono credere, quali sono le idee migliori, quali dogmi accettare, e così di seguito.

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Un Maestro non dirà mai cosa fare e cosa non fare
Proprio a favore del cammino evolutivo individuale un Maestro non dirà mai queste
cose, spetta al discepolo sviluppare in sé stesso le doti dell'osservazione, della
valutazione e del discernimento.
Se cercate il Maestro sperando che vi renda più semplice il cammino evolutivo, che
vi dica cosa pensare, cosa mangiare, come vestirvi o quando meditare, seguite
soltanto dei sogni e delle utopie; il Maestro non vi dirà mai queste cose. Vi potrà
dare delle ispirazioni che serviranno a motivarvi verso un certo tipo di lavoro ma
dovrete essere voi stessi a compiere il lavoro con lo sforzo e la responsabilità
necessarie per portarlo avanti sino al suo compimento.
Un Maestro non dà mai neppure degli ordini, Egli offre dei semplici suggerimenti ed
aiuta nel contempo a risvegliare la buona volontà del discepolo; tutto questo non ha
niente a che vedere con la fede cieca o l'ubbidienza assoluta. E' sempre il discepolo
che deve stabilire le linee da seguire per portare avanti il suo lavoro e provvedere a
tutto ciò che può essere utile affinché possa essere fatto nel modo migliore.
Se il discepolo è realmente animato da buona volontà saprà anche trovare un tempo
adatto per la meditazione nonché la determinazione necessaria per lavorare senza
che nessuno glielo ordini. Questa determinazione gli verrà proprio dall'intuizione
che, ormai risvegliata, gli permetterà di fare proprio il lavoro che il Maestro si
augurava e progettava per lui.

L'importanza della buona volontà


Affinché l'intuizione riceva ed accetti il pensiero del Maestro bisogna che la buona
volontà sia ben risvegliata; se la buona volontà non lo è sufficentemente il discepolo
non riuscirà a ricevere il pensiero del Maestro. E se dovesse accadere che la buona
volontà si fosse assopita sarebbe il discepolo stesso a doverla risvegliare; il Maestro
di sicuro non lo aiuterà.
L'ispirazione è come "una voce sottile" che viaggia nell'etere e si muove dal Maestro
al discepolo. Il compito di un Maestro è quello di offrire delle buone ispirazioni a tutti
i suoi discepoli che si trovano sparpagliati sulla faccia della Terra. Egli, mai e in
nessun modo, si prenderà la responsabilità su come questi allieve interpreteranno i
suoi suggerimenti.
E' un comportamento infantile credere, da parte del discepolo, che i Maestri non
abbiano nient'altro da fare che discutere dei problemi degli uomini con gli uomini
stessi. Il Maestro vive una vita indipendente in rapporto ai discepoli, Egli passa del
tempo in meditazione e più ancora della meditazione passa il suo tempo a compiere
il proprio lavoro nei mondi invisibili. Si comprende con questo come Egli non abbia
né il tempo, né il desiderio, per presentarsi sorridente ai suoi discepoli e dir loro cosa
fare, quando farla e come farla.

Come giunge l'ispirazione


Ora, vi spiegherò come giunga l'ispirazione, in modo tecnico. Il Maestro, pur vivendo
una vita indipendente in rapporto ai suoi discepoli, quando li accoglie nella sua
aura, conosce già ciò che è necessario ad ognuno di essi e, regolarmente, ad ogni
luna piena, invia a ciascuno di loro un programma di ispirazioni.
In questi momenti il Maestro pensa profondamente ad ogni suo discepolo e proietta
nella sua aura tutto il programma di lavoro che dovrebbe svolgere. Questa relazione

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discepolo/Maestro può protrarsi per molto tempo ed è perciò auspicabile che ogni
aspirante abbia una conoscenza più profonda del pensiero del Maestro.
In questo modo il discepolo viene ispirato su cosa dovrebbe fare di anno in anno e di
vita in vita. Se avete ben capito questo meccanismo, sarete anche in grado di
comprendere quanto sia importante che ad ogni luna piena, quando il Maestro invia
le ispirazioni che dovranno motivare il futuro lavoro da fare, i discepoli abbiano
sviluppato l'intuizione necessaria per ricevere il messaggio e metterlo a frutto.

Diventare discepoli è una grande responsabilità


Diventare discepoli è una grande responsabilità; responsabilità condivisa
dall'Ashram (Scuola spirituale) di cui il discepolo è entrato a far parte. Immaginate
un discepolo che sia stato accettato in una confraternita, in un Ashram ove si
coltivino le qualità dell'Amore oppure della Forza.
Il discepolo, come nuovo confratello, potrà fare l'uso che crede dell'energia ricevuta
dall'Ashram; potrà fare quello che vuole; potrà deviare l'energia a suo profitto e
diventare molto orgoglioso; potrà fare magia grigia o magia nera. Potrà anche in un
sol colpo rinnegare tutto e poi acquistare una forte personalità che gli assicurerà un
carattere deciso e diventare un grande finanziere o un politico, senza moralità né
amore.
Un Ashram si può paragonare ad un grande cuore palpitante, composto da decine e
decine di individui arrivati ad una maturità sufficiente per essere motivati soltanto
verso opere di bene. Eppure questo non assicura che il nuovo discepolo segua
sempre delle linee di pensiero simili a quelle dei suoi confratelli. Per questa ragione,
se qualcuno utilizza male l'energia che gli è stata data, l'Ashram stesso si ritrova con
queste negatività segnate nel proprio Karma (destino).
Proprio per poter controbilanciare questi effetti negativi l'Ashram, periodicamente, si
incarica di offrire al mondo qualcosa di buono, ed invia tra gli uomini uno dei suoi
confratelli che abbia intenzioni migliori del precedente; un confratello che farà del
bene con l'energia che potrà attingere dall'Ashram stesso e ristabilirà con questa
l'equilibrio originario.
Bisogna dunque che tutti conoscano la realtà di questi conflitti tra le buone e le
cattive intenzioni e quindi chiedersi, prima di diventar parte di una confraternita, se
si è disposti a seguire fino in fondo le regole della medesima. Ed è proprio nella
misura in cui gli individui ignorano questa relazione di responsabilità che il Maestro
resta distante, non soltanto dagli aspiranti ma anche da certi discepoli.
Comunque anche gli uomini che hanno un cuore e delle intenzioni non
completamente pure potranno essere accolti in un Ashram, condividerne la vita ed
eventualmente ottenere alcune iniziazioni minori.
E' necessario che tutti siano consapevoli della realtà di queste cose prima di gridare
"Voglio un Maestro, voglio essere iniziato!". Anziché chiedere per un Maestro
bisognerebbe porsi la seguente domanda: "Sono veramente convinto di voler
assolutamente rispettare le "regole del gioco", tutte le regole dell'Ashram? Me la
sento di utilizzare l'energia ricevuta per compiere solo del bene senza che un altro
debba poi fare un duro lavoro per equilibrare i danni che ho fatto con le mie azioni?".
Talvolta qualcuno viene accettato nell'Ashram anche se il suo cuore e le sue
intenzioni non sono perfettamente puri. Questo viene fatto perchè è bene dare la
possibilità di una vita superiore anche a rischio di generare dei problemi all'Ashram

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stesso. A volte sono anche offerte delle iniziazioni minori ad "allievi in prova" che
hanno dimostrato di meritarsele.
Però, per poter proseguire sul sentiero delle iniziazioni, e della conoscenza, un
allievo deve mostrare una reale purezza di intenzioni e di sentimenti. Solo così potrà
veramente diventare "figlio adottivo" di un Maestro, anche se avrà ancora molto
lavoro da compiere per realizzarsi completamente. E' ovvio che in questo caso il
Maestro non potrà fare completo affidamento sul suo discepolo perché questi è
ancora soggetto ad un velo di ignoranza che lo può portare a sbagliare in de-
terminate occasioni.
Comunque, anche se il Maestro non ha ancora finito di "sgomberare il campo" da
eventuali problemi, non vi è più il pericolo che nascano delle intenzioni molto
cattive, si tratta soltanto di un velo d'ignoranza che ancora affligge il discepolo
oppure del fatto che non conosce bene l'utilizzo di determinate energie. Tutto questo
non comporta una responsabilità del Maestro, è invece una responsabilità propria
del discepolo e non può certamente danneggiare una gran parte di umanità.

Quali sono le altre cose da fare per sviluppare l'intuizione?


E' necessario essere consapevoli della responsabilità che comporta una relazione tra
discepolo e Maestro, essergli riconoscenti, rispettare la sua parola, i suoi consigli ed
anche la vostra stessa natura. Così facendo, se sentirete venir meno la voglia di
compiere questa o quell'altra attività, vi sforzerete di portarla a termine perchè avete
preso un impegno con il vostro Maestro.
Questa è la strada su cui un aspirante può proseguire senza pericoli sul sentiero del
lavoro e del servizio; una strada difficile ma sicura e, nel caso di sconforto o
stanchezza, la buona volontà, motivata dall'ispirazione ricevuta dal Maestro, fornirà
al discepolo l'energia necessaria per proseguire.
In seguito il Maestro donerà al discepolo parte della sua sostanza aurica, parte delle
sue cellule eteriche; questi atomi eterici, verranno infatti immessi nell'aura del
discepolo, e saranno proprio questi atomi eterici che poco a poco lo polarizzeranno
verso una maggiore forza di volontà, una più grande capacità di sforzo e lo
aiuteranno mostrandogli come agire per procedere nel cammino spirituale. Questa è
la ragione per cui è necessario che entrambi appartengano allo stesso Raggio, allo
stesso tipo di energia, alla stessa onda evolutiva. In tale occasione il Maestro
irradierà sul discepolo il più alto ideale che egli stesso abbia raggiunto e questi lo
integrerà nei suoi pensieri.

Il discepolo resta sempre libero nella sua identità


Il Maestro trasmette la sua energia al discepolo così come un padre trasmette i suoi
geni o le sue acquisizioni culturali ai proprio figli. Questa trasmissione è il primo
passo per un lavoro di assimilazione che compete al discepolo; questa assimilazione,
comunque, la dovrà fare mantenendo la sua identità. Tutto questo, infatti, non
significa plagio. Il discepolo avrà sempre la libertà di interpretare e vivere a modo
suo ciò che il Maestro gli dona come modello per impostare la sua vita.
Succede come se al discepolo fosse indicata una stella luminosa che lui potrà
seguire, oppure no, al fine di proseguire nel suo cammino. Il simbolo di un Maestro è
infatti una stella; stella che a sua volta rappresenta la casa di Dio.
Le ispirazioni che verranno ricevute dal discepolo non potranno mai essere tali da
"programmarlo" ad agire come un automa o un burattino, al contrario gli offrono le
indicazioni sul come seguire la strada migliore per evolversi spiritualmente. Tali

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istruzioni potranno essere utilizzate in piena libertà usufruendo delle cognizioni e
delle esperienze che ha accumulato nel corso degli anni.
Tutti noi dobbiamo lavorare per raggiungere questa meta; una meta rappresentata
da un mondo divino dove non troveremo più le cose con le caratteristiche conosciute
attualmente. In questo mondo divino non troveremo più l'egoismo, l'emotività, il
dolore, la fame, il caldo e il freddo, il materialismo e tutte le altre cose che finora
abbiamo considerato parte della normalità.
Quando le qualità di cui abbiamo parlato saranno state sviluppate in modo
sufficiente tutto quello che il discepolo attende con ansia, ovvero: comunione,
comunicazione, intuizione, ispirazioni ed apparizioni, faranno parte della vita
quotidiana. Tutte queste cose avranno luogo naturalmente, perchè il discepolo, pur
continuando a vivere in una forma umana, potrà anche usufruire delle qualità
offerte dalla vita divina e fare così delle esperienze che prima erano soltanto oggetto
della sua immaginazione.

Certe cose le avete conosciute solo dopo la prima incarnazione


Vi sono delle cose che voi conoscete assai bene, ad esempio, le emozioni, l'ego, il
corpo fisico, la fame, il caldo, il freddo, il piacere, il malumore. Comunque, prima
che voi nasceste per la prima volta in un corpo di carne, non potevate usufruire delle
sensazioni offerte dai cinque sensi; non sapevate affatto che cosa fossero il caldo, il
freddo e la fame. Ma una volta che vi siete incarnati sulla Terra tutte queste cose
diventano reali.
Lo stesso accade a chi vive in modo materiale, per lui è assai difficile concepire i
fenomeni che contraddistinguono la vita spirituale. Al contrario, se coltivate le
qualità proprie del mondo spirituale, arriverà un momento in cui sarete
completamente liberi dai vincoli di questa vita terrena e ciò che ora è solo
immaginazione potrà diventare realtà.
Perciò, siate perseveranti nel giusto cammino, non rammaricatevi mai pensando di
esser stati abbandonati dai Maestri, oppure per non aver ancora "ricevuto la grazia"
o di non conoscere una guida spirituale.

E' necessario stabilire un "collegamento " con i mondi spirituali


Se vi sentite ancora immersi nel mondo materiale è soltanto perché non avete
coltivato il "collegamento" con il mondo spirituale; cercate pertanto di lavorare per
creare questo collegamento. E' sufficiente aprire la Bibbia, e leggerla con umiltà e
semplicità, per poter conoscere tutto ciò che vi necessità per fare questo
"collegamento". E' sufficiente non giudicare, essere buoni, sinceri e fidati, e così via.
La lista è lunga, però, semplice da comprendere e seguire. Fate queste cose e vedrete
che un bel momento vi ritroverete a vivere quella vita che ora potete soltanto
supporre nella vostra immaginazione.

Liberatevi dai "complessi"


Se soffrite ancora di gelosia, di complessi, di proiezioni, di ambizioni, è normale che
vi riesca difficile meditare ed essere contenti di voi stessi. Se cercherete di coltivare
le qualità descritte più sopra, scoprirete, nel tempo che riuscirete ad eliminare
questi tratti disarmonici e vi sarà anche più facile praticare i vostri esercizi
spirituali.
Arriverà un giorno in cui la pratica delle virtù sarà diventata qualcosa di automatico,
ogni vostro gesto sarà infatti una piccola meditazione e riuscirete a scorgere la vera

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realtà celata dietro all'apparenza delle cose. Sbarazzatevi dunque dai complessi che
vi limitano e sviano le vostre intuizioni! Liberatevi da tutte queste limitazioni!

Che cosa si intende quando si parla di complessi?


Supponiamo che voi siate stati limitati da qualcuno o da qualcosa in modo violento e
coercitivo. Ebbene se voi permettete al ricordo di questo fatto di diventare un "chiodo
fisso" nella vostra mente, questo torto che avete subito influenzerà non solo la vostra
esistenza ma anche il vostro cammino spirituale. Questo "chiodo fisso" è un esempio
di "complesso". Pertanto evitate nel modo più assoluto di ingigantire la faccenda
pensandovi continuamente, non permettetegli di sminuire la vostra intelligenza, i
vostri sforzi, la vostra buona volontà e di rendervi la vita impossibile. Perdonate e
DIMENTICATE chi vi ha fatto dei torti, libererete voi stessi da un legame che può
soltanto farvi del male.

In fin dei conti che cos'è la depressione?


E' il solo modo che il corpo umano e la mente hanno trovato per sbarazzarsi di un
complesso ingigantito perché la situazione è stata troppo pensata e rimuginata. La
depressione è come un "cancro" che affligge il corpo astrale e va curata con piccoli
"raggi laser" di amore, comprensione e conforto; questi raggi sono in grado di
restituire all'aura del malato equilibrio e armonia, ovvero "salute".
Tutto ciò significa che un sofferente di depressione dovrà lavorare intensamente per
liberare la sua mente che si è troppo caricata nel corso di questa vita e nelle
precedenti incarnazioni.
L'intervento più facile da mettere in atto per risolvere questa situazione consiste nel
"mollare la presa", lasciare andare una volta per tutte, fare in modo che le cose del
passato rimangano nel passato e non vengano più a rovinarci la vita nel presente. Il
"mollare la presa" è una azione che garantisce buoni risultati non solo per la
soluzione del problema in particolare ma anche perché aiuta l'individuo ad evitare
che in futuro possa ripetere lo stesso errore.
Ogni volta che si riesce ad eliminare uno di questi "tarli" mentali si elimina anche
una parte dell'io inferiore (la personalità) e, quando tutti saranno stati debitamente
eliminati, si potrà infine godere di una grande pace interiore. Si potrà allora dire
"provo finalmente una pace divina".
Se vengono eliminati i pensieri relativi al mondo della materia, agli odi, ai rancori ed
agli interessi l'io inferiore diventa sempre più piccolo, il terreno su cui possono
attecchire altri problemi di ordine materiale si fa sempre più piccolo e cresce invece
lo spazio che potremo dedicare al nostro Sé superiore o Io spirituale. Se avete
compreso l'importanza di quanto vi ho detto e lo metterete in pratica avrete a dispo-
sizione una notevole energia per la vostra liberazione e questo vi aiuterà nel vostro
cammino evolutivo.

Possiamo vedere nei dettagli come nasce un complesso?


I complessi nascono nelle situazioni (generalmente infantili) in cui un individuo è
stato limitato nella sua libertà espressiva e trovano un terreno fertile nell'Ego
individuale che, anche in un neonato, ha idee molto chiare su ciò che vuole e ciò che
non vuole.
Nell'infanzia è impossibile rimuovere gli eventuali complessi in quanto non si
dispone ancora di una intelligenza analitica e operativa. Arrivati nell'età adulta, è
invece difficile eliminarli perché, negli anni, si sono per così dire cristallizzati ed a

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volte, come accade per le idee fisse, creano dei pensieri nella mente di una persona
anche se questa non approva la cosa.
L'Ego, per esistere, ha bisogno di tutto, necessita di cure, amore, protezione,
riconoscimento e gratificazioni. Se queste esigenze non sono state soddisfatte nella
sua tenera infanzia, una volta adulto, reclamerà ancora di più ciò che pensa gli sia
necessario. Questo, in breve, mostra come un complesso può nascere e continuare a
nuocere nel corso degli anni, facendo in modo che un individuo diventi un pesante
fardello per coloro che gli vogliono bene.
Quando un individuo ripulisce la propria mente da complessi, preconcetti e
pregiudizi, non solo si ritrova a vivere una vita migliore ma acquista anche un senso
religioso assai più profondo; la sua spiritualità non sarà più tinta dalla necessità di
soddisfare qualche carenza ma sarà invece motivata da scelte precise e responsabili.
Nel preciso momento che si riesce ad eliminare dalla propria mente il ricordo del
male ricevuto, vero o presunto che sia, e ad eliminare dalla propria aura l'impronta
dei vari complessi che ci "perseguitano", si diventa medici di se stessi e non servirà
più alcuna medicina per eliminare definitivamente la depressione.
Solo dopo aver dimenticato, il nostro perdono potrà davvero essere completo ed
incondizionato. La volontà di cambiare, di trasformarsi, di liberare se stessi dai
vincoli del passato cancellerà definitivamente anche le tracce più profonde che gli
eventi avevano impresso nella nostra aura.
Anche il nostro atteggiamento nei confronti degli altri avrà modo di cambiare
notevolmente; noi non saremo più quello che gli altri vorrebbero ma difenderemo la
nostra identità libera e ritrovata. Non ci saranno più i vari complessi a farci
identificare con il papà che urla per ottenere qualcosa o la mamma che piange per
impietosire. In questo modo anche il nostro dialogo con Dio diventerà sincero e
saremo anche in grado di "udire" i suoi eventuali messaggi.

Dobbiamo erigere un muro tra noi ed i vari problemi


Dobbiamo diventare capaci di erigere un muro tra noi ed i vari problemi affinché essi
rimbalzino lontano da noi senza influenzare i nostri pensieri ed il nostro
comportamento. Se saremo capaci di farlo diventeremo anche consapevoli delle
nostre reali possibilità. Ci vuole intelligenza, ma lavorando nella giusta direzione
possiamo fare il bilancio di ciò che dobbiamo fare e ciò che siamo in grado di fare, il
nostro lavoro dovrà tendere a rinforzare i lati deboli, liberandoci sempre di più dalle
basse motivazioni dell'io inferiore.
Riducendo le motivazioni che ci provengono dall'io inferiore; motivazioni
generalmente emotive e pertanto poco pratiche e per nulla razionali, daremo più
spazio al Sé superiore ed avremo così modo di espandere la nostra Anima a tutto
vantaggio della nostra evoluzione spirituale.

Scopriamo il "Narciso" in noi


Narciso è un personaggio mitologico, Di lui si narra che un giorno, vedendosi riflesso
in uno stagno, si ritenne così bello che poteva considerarsi l'unico al mondo. Gli
psicologi chiamano appunto "Narcisismo" un atteggiamento mentale che porta a
considerarsi i più belli o i più bravi o i più importanti; comunque "unici" perché
convinti di essere i soli a possedere determinate caratteristiche.

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In noi tutti vi è un Narciso, è il nostro Ego che ci fa amare soltanto il suo riflesso.
Così ciò che concerne la nostra persona (non il nostro spirito) diventa assai
importante mentre i problemi degli altri non ci toccano neppure.
Ma allora perché, se questo Ego è così limitante i Maestri e lo stesso Dio ne
permettono l'esistenza?
In effetti l'Ego non è una creazione divina. E' invece il libero arbitrio dell'uomo che lo
costruisce nel tempo, facendolo espandere vita dopo vita. A riprova di questo
possiamo dire che quando un essere umano nasce per la prima volta sulla Terra non
ha ancora l'Ego, è soltanto un'anima appena incarnata.
Poi nel tempo, le varie esperienze vissute da quell'individuo lo portano a considerare
le esigenze del proprio corpo fisico molto importanti. In effetti, per un uomo primitivo
il cibo, l'acqua ed un riparo sono delle esigenze che possiamo considerare più che
legittime. Il guaio avviene quando, soddisfatte le esigenze primarie, l'uomo inizia a
considerare importante il superfluo, allora il Narciso in lui fa capolino e l'Ego inizia
la sua opera limitante nei confronti dell'anima umana.
Si può affermare che l'Ego non è altro che la somma dei bisogni, vitali e superflui,
che l'uomo ritiene necessari per la propria sopravvivenza fisica e psichica su questo
pianeta. Se questi bisogni non vengono soddisfatti possono diventare una idea fissa;
idea che consumerà gran parte delle energie vitali, che verranno spese nel rincorrere
qualche utopia.
Un'idea fissa, infatti, riesce a convincere una persona, che non potrà vivere senza
una data crema di bellezza, un certo taglio di capelli, un determinato modello di
vestito, e così via. In questo modo la persona non solo cerca di soddisfare il suo
Narciso interiore ma compensa anche eventuali carenze affettive o espressive. Se
non dovesse riuscire a conquistare i sentimenti altrui tenderà infatti a comprare
beni materiali per "soddisfarsi" con questi.

Il Karma pareggia debiti e crediti


Con la parola Karma si intende la raccolta di ciò che abbiamo seminato in questa
vita od in quelle precedenti. Il Karma buono è rappresentato da tutto ciò che
abbiamo fatto per il bene dei nostri simili; questo Karma ci propone i "crediti" che
riscuoteremo in questa vita sotto forma di persone che ci offriranno aiuti e conforto.
Il Karma cattivo rappresenta invece tutto ciò che abbiamo fatto a danno fisico o
morale dei nostri simili, in questa o nelle precedenti incarnazioni; questo Karma ci
procurerà nemici, guai e malattie che dobbiamo accettare di buon grado se vogliamo
chiudere i "nostri debiti" nel modo migliore.
Il Karma si può definire come il "grande equilibratore". Vita dopo vita egli provvede
infatti tutte le possibilità necessarie affinché un individuo possa sistemare i debiti e i
crediti contratti con coloro che lo circondano. Ogni individuo decide infatti di
nascere e venire a contatto con tali persone proprio allo scopo di equilibrare il suo
Karma.
Tuttavia sono pochi coloro che sono disposti a fare i necessari sacrifici al fine di
saldare i debiti contratti in questa vita o in quelle precedenti. Per poter pareggiare i
conti è infatti necessario prendersi la responsabilità del proprio carico di sofferenze e
sacrifici, senza darne colpa o farli pesare sugli altri. La vera libertà si può ottenere
soltanto pareggiando tutti i conti; dopo che debiti e crediti saranno stati sistemati
anche il rapporto con Dio potrà essere migliore ed avremo un'ulteriore possibilità di
sviluppare la famosa intuizione.

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Conoscenza del Karma e sviluppo dell'intuizione
Per sviluppare l'intuizione è necessario conoscere l'esatta natura del Karma e
l'esistenza di una legge definita di "causa ed effetto". Solo con tali conoscenze
potremo chiedere a Dio il giusto aiuto per poterlo sistemare. Se noi ci assumiamo la
completa responsabilità del nostro Karma (cosa assai importante per i discepoli),
allora la prima cosa che potremo chiedere a Dio, dal profondo del cuore, sarà il Suo
aiuto per il nostro processo di purificazione. Questo è un difficile processo rivolto ad
eliminare i tratti negativi del nostro carattere, ovvero l'ambizione, l'orgoglio, il
giudizio, gli odi, i rancori, la crudeltà, l'ambizione. i desideri di vendetta e di rivincita
e tutto ciò che il nostro Ego ci propone come importante e necessario.
Vi auguro di comprendere appieno il profondo significato di queste mie parole e di
imprimerle in voi affinché, creando una profonda motivazione, vi aiutino a realizzare
al più presto la vostra liberazione dalle limitazioni imposte dal Karma.

Voi non capite Dio...


In verità posso dire che non conoscendo Dio voi non potete neppure valutare se le
cose che vi dico sono vere oppure no. Voi vi fate molte domande sulle cose che vi
dico e questo non è certo il modo migliore per progredire nella spiritualità.
Il non credere in niente e in nessuno, e porsi delle domande persino su Dio, non
può far altro che arrestare il vostro cammino. Fate perciò tacere i vostri pensieri ed i
vostri istinti, eliminate pregiudizi e preconcetti. Vi assicuro che nello stesso
momento in cui crederete "veramente" in Dio darete per scontata anche la sua
presenza.
Non spendete tempo a domandarvi se siete persone di fede oppure no, è tutto tempo
perso. Ciò che conta davvero non è la vostra fede ma le vostre opere (vedi anche la
lettera di S. Giacomo, ndt). Non aspettate di possedere capacità eccezionali prima di
mettervi a lavorare per aiutare i vostri simili. Utilizzate invece i migliori strumenti
che esistono su questa Terra e di cui Dio vi ha certamente dotati. Usate l'amore, la
pazienza e la tolleranza, mettetecela tutta per togliere spazio al vostro io inferiore: il
vostro Ego, che vi tiene rinchiusi nel carcere della materialità.
Questi sono gli unici strumenti validi; strumenti che si tramandano da padre in
figlio così come lo stesso Unigenito Figlio di Dio li ha ricevuti dal Padre suo, il Re del
Mondo e Padre di tutti gli uomini. E quando un uomo ottiene l'iniziazione potrà
accedere direttamente al Padre celeste che gli darà strumenti ancora maggiori
perché in quel momento avrà raggiunto una maggiore responsabilità.
Il discorso degli "strumenti" di lavoro non vale soltanto per le anime "incarnate" ma
anche per i livelli spirituali. Anche il gran Padre di Tutta la Terra, Sanat Kumara, ha
ottenuto da Dio gli strumenti più adatti per questo suo grande compito di essere il
Padre di tutta l'umanità.
Quando su questo nostro pianeta sarà arrivata la "fine dei tempi", ovvero quando
saranno terminate tutte le Ere evolutive previste nel Piano Divino, anche gli
strumenti ritorneranno nelle mani di Sanat Kumara che, insieme agli uomini che
hanno ottenuto l'illuminazione, entrerà nel tempio solare dove gli illuminati
potranno ricevere la prima iniziazione cosmica.

Prima di tutto bisogna lavorare


Prima di qualsiasi raggiungimento spirituale bisogna lavorare. Lo studio e la
meditazione sono importanti solo se vi danno più informazioni e più "carica" per

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aiutare coloro che vi circondano. Dovete lavorare con gli uomini e per gli uomini,
l'unione fa la forza e se potete riunirvi per lavorare insieme potrete ottenere meglio e
di più. Resta inteso che se formerete un gruppo di lavoro dovrete mettere da parte
orgoglio, pregiudizi e preconcetti e dovrete mantenere un pieno rispetto delle ca-
pacità, delle idee e delle possibilità delle altre persone.
Se qualcuno in un gruppo pretende di esserne il responsabile o l'organizzatore,
verrà, nel tempo, preso dall'orgoglio ed allora comincerà a credersi in grado di poter
consigliare, dirigere e criticare gli altri componenti. Tutto ciò significa privarli del loro
spazio e del loro libero arbitrio e, come risultato finale, potrà anche accadere che
qualcuno faccia meno di quanto avrebbe fatto, oppure si allontani poiché si sente
privato della sua legittima libertà.
Augurandovi di riuscire a lavorare nel migliore dei modi, vi saluto tutti...

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