Scienza e Tecnologia Dei Materiali (W. F. Smith)
Scienza e Tecnologia Dei Materiali (W. F. Smith)
Scienza e Tecnologia Dei Materiali (W. F. Smith)
smith
scienza e tecnologia
dei materiali
Titolo originale: Foundationof Mazerials Science and Engineering2/e
Copyright© 1993 McGraw-Hill, Inc,
Printed ìn Italy
34567890CPMLLC90876
1a edizi.one Aprile 1995
ISBN 88-386-0709-5
INDICE
Capitolo 1
Introduzione alla scienza e tecnologia dei materiali
Capitolo 2
Struttura e legami degli atomi
cCapìtolo 3
Struttura e geometria cristallina
::Capitolo 4
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione nei solidi
,,Capitolo 5
Deformazione plastica, ricupero e riscristaUizzazione
:,Capitolo 6
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli
___________________________
- I Capitolo 7
Diagrammi di stato
_...
Capitolo8
Materiali metallici
Capitolo 9
Materiali polimerici
..__c_a_p-ìt_o_10_1_0_.
_______________________
..,Materiali ceramici I·
......
_
Capitolo 11
Materiali compositi
Capitolo 12
Corrosione e protezione dei materiali
Capitolo 13
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica
Riassunto 684
Definizioni 685
Capitolo 14
Proprietà ottiche e materiali superconduttori
Capitolo 15
Proprietà magnetiche e materiali magnetici
Appendici
Scopo dì questo libro è offrire un testo moderno per il corso dì base di Scienza e
tecnologia dei materiali, particolarmente adatto per i primi anni dei corsi
universitari, come base per studi successivi più approfonditi. o nel caso in cui io
studio dei materìali deve essere esaurito in un unico corso.
Partendo dalla struttura atomica della materia, il testo offre una completa
panoramica delle principaìi classi di materiali utilizzati oggi e nel prossimo
futuro, senza limitarsi alle classi tradizionali: materiali metallici, polimeri.
ceramici e compositi, ma esaminandone anche le proprietà elettriche, ottiche e
magnetiche, nonché i materiali per J'eìettronica, i superconduttori ed i materiali
magnetici. Ampio spazio è dato inoltre alle tecnologie di lavorazione.
Mediante la lettura di questo libro. il lettore studente dovrebbe raggiungere
agevolmente i seguenti risultati:
1. Conoscere i differenti tipi di materiali industrialmente utilizzati ed avere
alcune conoscenze di base sulla loro lavorazione.
2. Avere una conoscenza di base della struttura delle varie classi di materiali e
capire la correlazione tra struttura e proprietà degli stessi.
3. Essere in grado, almeno preliminarmente, di sciegliere il materiale più adatto
per una specifica applicazione.
4. Avere indicazioni di base su dove e come trovare ulteriori approfondimenti.
Per raggiungere gli obiettivi sopracitati l'autore ha fatto un notevole sforzo
per riuscire a corredare il testo di molte figure e fotografie, a documentazione di
quanto trattato nel testo.
Xli Prefazioneall'edizione italiana
Alberto Cigada
Maria Cristina Ta,z=i
USO DELL'ESERCIZIARIO
Nel testo sono stati opportunamente inseriti i riferimenti agli Esercizi guidati,
raccolti in un volume a parte. Per una miglior comprensione si raccomanda
di risolvere gli Esercizi con svolgimento guidato contestualmente alla lettura
del testo.
Potranno viceversa essere realizzati in un secondo momento alcuni dei molti
Problemi, sempre contenuti nell'Eserciziario, per la maggior parte dei quali è
anche riportato il risultato.
INTRODUZIONEALLA
SCIENZA E TECNOLOGIA
DEI MATERIALI
I materiali sono le sostanze con cui sono composti o realizzati gli oggetti che ci
circondano. Fin dagli inizì della civilizzazione la conoscenza e l'uso dei
materiali, unitamente a quello dell'energia. ha rappresentato lo strumento più
importante per migliorare la qualità della vita. I materiali sono ovunque intorno
a noi, poiché con essi sono realizzati tutti i prodotti che utilizziamo. Nella nostra
vita incontriamo quotidianamente materìalì come il legno, il cemento, i mattoni.
l'acciaio, la plastica, il vetro, la gomma, l'alluminio, il rame e la carta. Ci sono
tuttavia anche molti altri tipi di materiali e basta dar1t uno sguardo attorno per
accorgersene. Inoltre, nuovi materiali vengono continuamente realizzati in
seguito ad una costante ricerca e sviluppo in atto in ,questo settore.
La produzione e la lavorazione. dei materiali fino all'ottenimento di
prodotti finiti rappresentano un ampio settore della nostra economia. I
progettisti progettano la maggior parte dei prodotti dell'industria manifattu-
riera, nonché i cicli di lavorazione richiesti per la loro produzione; poiché la
realizzazione dei vari prodotti richiede l'impiego di materiali, i progettisti
2 Capitolo 1
devono essere a conoscenza della struttura interna e delle proprietà dei diversi
materiali. in modo da poter scegliere il materiale più adatto per ogni
applicazione e sviluppare il miglior ciclo di produzione.
Coloro che si occupano di ricerca e sviluppo dei materiali si pongono
l'obiettivo di creare nuovi materiali o modificare le proprietà di quelli esistenti,
mentre i progettisti usano materiali tradizionali, modificati o innovativi al fine
di progettare e realizzare nuovi prodotti e sistemi. A volte però la situazione è
opposta: sono i progettisti ad avere un problema che richiede lo sviluppo di un
nuo:'.o materiale da parte di coloro che si occupano della ricerca. Per esempio, i
progettisti che progettano un mezzo di trasporto ipersonico c0me l'X30 (Figura
1.1) necessitano di un materiale avanzato capace di sopportare temperature fino
a 1800°C, conseguenti al raggiungimento dì velocità comprese fra 12 e 25
Mach 1• Sono in corso ricerche volte allo sviluppo di materiali compositi con
matrice metallica in titanio e altri tipi_ di compositi refrattari per questa
applicazione. Vengono inoltre_ studiati alluminuri dì titanio ed altri tipi di
composti intermetallici refrattari che potrebbero essere impiegati per la
costruzione di aerei ipersonici. Un altro esempio di sfida per coloro che si
occupano di materiali è rappresentato dalla stazione spaziale. permanente
1 Una lega metallicaè una combinazionedi due o più metalli o di un metallo (più metalli)
Introduzione alla scienza e tecnologiadei materiali 3
(a)
Elementodi laminazione
e riscaldamemo
Elemen10
(C) strutturale
continuo
elevate, in modo che i motori a getto possano operare più efficientemente; gli
ingegneri elettronici richiedono nuovi 1materiali tali cke le apparecchiature
elettroniche possano operare più velocemente ed a più .alte temperature; gli
ingegneri aerospaziali richiedono materiali con maggior rapporto resistenza/
peso per aerei e veicoli spaziali; gli ingegneri chimici sono interessati a materiali
più resistenti alla corrosione.
Questi sono solo alcuni esempi del tipo dì richieste di materiali nuovi e
migliori per le varie applicazioni. In molti casi poi, ciò che era impossibile ieri è
una realtà oggi!
Appare quindi chiaro che gli ingegneri e progettisti che operano in tutte le
discipline dovrebbero avere adeguate conoscenze relative sia alle caratteristiche
di base dei materiali, sia alle loro possibili applicazioni, in modo da poter
svolgere il loro lavoro più efficacemente nel momento jn cui lì utilizzano.Questo
libro si pone l'obiettivo di fornire le indicazioni di base per poter acquisire una
prima conoscenza sulla struttura interna, sulle proprietà, sulle tecniche di
lavorazione e sulle principali applicazioni dei materiali di interesse tecnologico.
A causa della grandissima mole di informazioni oggi disponibili sulla scienza e
sulla tecnologia dei materiali e degli inevitabili limiti di questo libro, è stato
tuttavia necessario selezionare e limitare la trattazione agH argomenti principali.
-------------
-----------·-------,.
6 Capitolo 1
della loro grande importanza tecnologica, altri due tipi di materiali: i materiali
compositi ed i materiali per l'elettronica. ,
Materiali metallici I materiali metallici sono sostanze inorganiche composte da uno o più elementi
metallici, che possono però anche con.tenere a]cuni elementi non metallici.
Esempi di elementi metallici sono il ferro, il rame, l'alluminio, il nichel e H
titanio; i tipici elementi non metallici che possono essere contenuti sono il
carbonio, l'azoto e l'ossigeno. I materiali metallici hanno una struttura
cristallìna in cui gli atomi sono disposti in modo regolare nello spazio. I
metalli in genere sono buoni conduttori termici ed elettrici. Molti metalli sono
relativa.mente resistenti alle sollecitazioni meccaniche, ma sono anche duttili a
temper1Hura ambiente; molti mantengono ·una buona resistenza anche ad alta
temperatura. 1
I metalli e le leghe1 vengono comunemente divisi in due classi: metalli e
leghe ferrose che contengono una grande percentuale di ferro, come gli acciai e
1
Unà lega metallica è una combinazione di due o più metalli o dì un metallo (più metalli)
ed un non metallo (pìu non metalli).
20 Compositia matricemetallica
Carbonio/carbonio
Compositia matriceceramica~
fi 15
Monocris
Superleghe Compositipolimerici
6
·;::i solidificateunidirez.ionalmen
~ IO Fusione Ti ·
[ sotto
_g Superleghe
FIGURA 1.6 Materiali e
processiproduttivi
sono
a 5
E:
,:,
statiassociati
negliultimi oc
anniall'aumentodelle o.__________ ......
..__
___ _.______ __,
prestazioni
deimotoria 1950 1960 1950 1980 2000
Anno
turbinaa gas.IDaAdv.Mat
& Proc.,133(1):88(1988)].
le ghise, e metalli e leghe non ferrose che non contengono ferro, oppure ne
contengono solo una piccola quantità. Esempi di metalli non ferrosi sono
l'alluminio, il rame, io zinco, il titanio e il nichel.
In Figura 1.5 è mostrata la fotografia del motore di un aereo commerciale
costruito principalmente con leghe metalliche. Le leghe metalliche usate nelle
parti interne di questo motore devono essere in grado di sopportare le alte
temperature e pressioni generate durante il suo funzionamento: per realizzare
questo tipo di motore, dotato di prestazioni avanzate, sono stati necessari molti
anni di lavoro di ricerca e sviluppo da parte di ricercatori, ingegneri e progettisti.
La Figura 1.6 mostra come nel corso degli ultimi anni i .materiali e il loro
processo produttivo siano stati associati a una più efficiente propulsione dei
motori a turbina a gas; nel futuro, l'uso di materiali compositi a matrice metallica
e a matrice ceramica potrà portare ad ulteriori miglioramenti dj prestazioni.
Materiali La maggior parte dei materiali polimerici sono costituiti da lunghe catene o
polimerici reticoli di molecole organiche (contenenti carbonio}. La loro struttura spaziale è
(materie plastiche) in genere non cristallina, sebbene alcuni polimeri siano costituiti da parti
cristalline associate a parti non cristalline. La resistenza meccanica e la duttilità
dei materiali polimerici variano notevolniente da un materiale ad un altro. A
Rotore
della turbina
Valvole
Camera di
combustione
Testata
Testadel pistone
Parete del cilìndro
(a) (b)
FIGURA 1.9
I compositì conmatrice in
polifenilensolfuro(PPS)
rinforzati
confibradi vetro
(20%di fibretagHate o 40%
di fibrea filo continuo)
hannobuona resistenza agli
agentìcorrosivi tipicidei
pozzipelroliferi.Quisono
mostrate provedi campo su
raccordipressofusi in PPS,
adaltaresistenza e
termicamente stabilL{Per
concessione dellaPhillips
66 Co.].
causa della loro struttura interna, i materiali polimerici sono in genere cattivi
conduttori di elettricità, anzi, alcuni di questi materiali sono buoni isolanti e
vengono utilizzati per applicazioni dì isolamento elettrico (Figura 1.7). In
generale i materiali polimerici hanno bassa densità e bassa temperatura di
rammollimento e decomposizione.
Materiali ceramici I materiali ceramici sono materiali inorganici costituiti da elementi metaHici e non
metallici legati chimicamente fra loro. I materiali ceramici possono essere
cristallini, non c1istallini o parzialmente cristallini e parzialmente non cristallini
contemporaneamente. La maggior parte dei materiali ceramici possiede alta
durezza, resistenza ad alta temperatura, ma tende ad essere fragile. Recentemente
sono stati sviluppati nuovi materiali ceramici per applicazioni motoristiche (Figura
1.8) dotati di basso peso specifico, alta resistenza meccanica e durezza, buona
resistenza al calore e all'usura, ridotto coefficiente di attrito e capacità isolanti.
Le proprietà isolanti di molti ceramici, ìnsieme alla resistenza al calore e
al.l'usura, li rendono adatti per il rivestimento dì fi.frni ad al.ta temperatura per
metalli fusi, come l'acciaio. Un'altra applicazione elle fa ben capire come spesso
solo l'uso di' materiali ceramici possa consentire il superamento di
problematiche molto complesse altrimenti da risolvere è rappresentata dall.e
tegole di rivestimento della navicella spaziale space-shuttle, che proteggono
termicamente la struttura interna di alluminio durante le fasi di uscita e rientro
nell'atmosfera terrestre (Figure 10.50-10.51).
1O Capitolo 1
FIGURA1.10 Un
microprocessore, che I
è l'unitàcentrai~di
elaborazione di un
microcomputer, mostrato
doporimozione di parte
dell'involucropermostrare
il chipdi silicio;i contatti
sottol'involucro servono
perconnetterlo al circuito
esterno (ingrandimento
0,5x ). [Perconcessione
dellalntelCorporation].
Materiali I materiali per l'elettronica non sono sicuramente tra i più rilevanti per quanto
per l'elettronica riguarda il volume di produzione, ma sono estremamente importanti in
relazione alle tecnologie più avanzate. Il più importante materiale per
l'elettronica è il silicio puro; che viene opportunamente trattato per modificarne
le caratteristiche elettriche; un numero estremamente elevato di complessi
circuiti elettronici può essere miniaturizzato in un chip di silicio che· ha
dimensioni dì circa 0,6 cm2 (Figura 1.10). I componenti microelettronici hanno
permesso la realizzazione di prodotti estremamente innovativi, quali satelliti per
telecomunicazioni, computer avanzati, calcolatrici portatili, orologi digitali e
sistemi robotizzati di saldatura (Figura 1.11).
Esiste una continua competizione tra i vari tipi di materiali. sia relativa alle
applicazioni tradizionali. sia a quelle innovative. Con il passare del tempo si
verificano molli fattori che rendono possibile la sostituzione di un materiale con
un altro per una certa applicazione. Certamente il costo é uno dei fattori
principali: se una modifica produttiva fa diminuire sostanzialinente il costo di
un materiale. questo può rimpiazzarne altri in determinate applicazioni. Un
altro fattore che può causare il rimpiazzo di un materiale in uso, è lo sviluppo dì
un nuovo materiale con proprietà specifiche per una particolare applicazione.
Appare perciò chiaro come l'impiego dei diversi materiali sia in continua
evoluzione.
La Figura 1.12 mostra graficamente come la produzione, espressa in peso.
di sei materiali si sia modificata negli Stati Uniti nel nostro secolo. L'al1uminio
ed i polimeri mostrano un rilevante incremento di produzione a partire dal 1930;
l'aumento risulta ancora maggiore se viene valutato in termini di volume, visto
che alluminio e polimeri sono materiali leggeri.
La competizione tra i materiali è evidente anche esaminando la tipica
composizione di un'auto americana. Nel 1978 l'auto~obile media americana
pesava 1800kg ed era realizzata per il 60% circa di acciaio e ghisa, per il l 0-20%
di materie plastiche e per il 3-5% di alluminio; nel 1985 rautomobile pesava in
media 1400 kg ed era realizzata per il 50-60% di acciaio e ghisa, per il 10-20% di
materie plastiche e per il 5-10% di alluminio (Figura 1.13). Pertanto. nel periodo
12 Capitolo 1
1012
Legno •
Rpme
Anno
Altri Legheferrose50-609t
/ 05-20% HSLAl
I
1500 kg
Tipica auto del 1985
1000
i 750
;i.
:;:)
500
Materiali metallici Si prevede che la produzione negli Stati Uniti dei materiali metallici di impiego
più tradizionale, quali ferro, acciaio, alluminio, rame, zinco e magnesio segua
strettamente l'andamento dell'economia; è tuttavia prevedibile che ]e leghe
14 Capitolo 1
Materiali Le materie plastiche sono la classe di materiali di base che ha avuto il maggior
polimerici tasso di sviluppo negli Stati Uniti negli ultimi anni. con incrementi del 9%
(mat~rie plastiche) all'anno in termini di peso (Figura 1.12). Tuttavia è previsto che il tasso di
incremento nel 1995 sarà inferiore al 5%. e si avrà quindi una significativa
diminuzione della crescita. conseguenza del fatto che le materie plastiche hanno
sostituito i Jì'letalli. il vetro e la carta nella maggior parte dei mercati ad alto
volume di impiego per cui esse sono adatte. quali l"imballaggio e le costruzioni.
Secondo alcune previsioni, le materie plastiche ad elevate prestazioni
tecnologiche, dette tecnopolimeri ("engineering plastics'"), come il nylon,
saranno competitive con i metalli entro ranno 2000. La Figura L 15 confronta
il costo previsto dei tecnopolimeri rispetto ad alcuni meta1li: si prevede che i
tecngpolimeri saranno il materiale più economico dopo gli acciai laminati a
caldo. Un importante settore di sviluppo dei tecnopolimeri consiste nella
miscelazione ed alligazione di diversi materiali polimerici, per produrre nuove
leghe polimeriche c011 proprietà sìnergichel. Ad esempio dal giugno 1987 al
giugr10 1988 sono stati ìntrodotti in tutto il mondo circa 1000 nuovi materiali
polimerici; di cui circa il 10% costituito da nuove leghe e miscele di polimeri.
Materiali ceramici lI tasso di crescita dei materiali ceramici tradizionali, come terrecotte e vetri,
negli Stati Uniti è stato storicamente pari al 3,6% tra il 1966 ed il 1980. La
1
Si parla di sinergia· quando l'azione comune di differenti fattori fornisce un effetto
globale maggiore della somma degli effetti considerati indipendentemente.
Introduzione alla scienza e tecnologia dei materiali 15
30
20
.,,,..,.,,
,,.,.,-~·;;:.·-
....,..,.
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FIGURA l.15 Confronto
I ,,.~.,' " ~IXI,-~
.,.,.
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-
deicostistoricie previstì
dei
tecnopolimeririspettoad '"·
'·'"'
~
~
-"'~ ....
Allumm10,Jmgotu
4
alcunimaterialimetallici,
ne! 1J ,- Tecnopolimeri
,ti'
periododal1970al 1990;è
chei tecnopolimeri
previsto
restino
competitivi rispetto
3
..,,,,,'
#r,
"'----...Acciaio,laminatoa caldo
f-._Magnesio, lingotti
agliacciailaminatia freddo .,,.,,
e adaltrimetalli.!Da
Modem Plastics. August
1982,p.12].
velocità di crescita di questi materiali tra il 1985 ed il 1992 è stata invece prevista
nel 2%.
Nell'ultimo decennio è iniziata la produzione di una nuova famiglia dì
ceramici, detti ceramici avan=ati,a base di nitruri (Figura 1.8), carburi e ossidi;
per questi materiali vengono trovate sempre nuove applicazioni, in particolare
per impieghi ad alta temperatura e di tipo elettronico.
Di per sé i materiali ceramici hanno in genere un basso costo, ma
l'ottenimento di prodotti finiti richiede lavorazioni lunghe e costose. Inoltre la
maggior parte dei materiali ceramici ha una bassa o ad-dirittura nulla duttilità,
sono cioè fragili, per cui possono venir facilmente danneggiati dagli urti. Se
potessero essere scoperte nuove tecniche in grado di permettere di sviluppare
ceramici resistenti agli urti. questi materiali troverebbero sicuramente ulteriore
impiego in un numero molto elevato di applicazioni, soprattutto ìn condizioni di
alta temperatura e usura.
Materiali Le plastiche rinforzate con fibre, in primo luogo fibre di vetro, sono il principale
compositi tipo di materiale composito utilizzato dalrindustria. J1 mercato delle materie
16 Capitolo i
FIGURA1.16 Vista
d'insieme dell'ampia
di partiin materiale
gamma O carbonio
Carbonio/
composito che.saranno aramidiche
utilizzate
trasporto
nelnuovo aereo
dellaAir ForceC-
da
O Ammidiche
17.Questo aeroplano avrà -Vetro
unaapertura alaredi circa
50 m e utilizzerà
6800kgdl
compositi avanzati.[Da
Advanced Composi/es, May/
June1988, p.53'}.
Negli anni i circuiti integrati sono stati realizzati con una sempre maggiore
densità di transistor collocati su. un unico chip di silicio, comportando la
diminuzione della dimensione del transistor. Un esempio del rapido progresso in
atto nei nuovi circuiti integrati è mostrato in Figura 1.17.
Benvenuti nell'affascinante e straordinariamente interessante mondo della
scienza e tecnologia dei materiali!
RIASSUNTO
DEFINIZIONI
Gli atomi sono runità base di tutti i materiali; prima di affrontare lo studio delle
varie classi di rnateriali è pertanto opportuno ripassare alcuni aspetti
fondamentali della struttura atomica.
Gli_aton~i sono costituiti da tre principali particelle subatomiche: i protoni, i
neutrom e gh elettroni. In accordo con il modello semplificato maooiormente 0
usato, l'atomo viene descritto come formato da un nucleo molto piccolo di
d' · · '
. 1ametro circa 1o- m, circondato da una nuvola di elettronì finemente dispersa
14 . · . '
Massa Carica
grammì(g) coulomb (e) ,
Numeri atomici Ii numero aromico indica il numero di protoni (particelle a carica positiva}
presenti nel nucleo di un atomo; in un atomo neutro i] numero atomico è anche
pari al numero degli elettroni nella sua nuvola di carica. Poiché ciascun
elemento ha un numero atomico caratteristico, il numero atomico identifica
l'elemento stesso. Nella tavola periodica degli elementi riportata in Figura 2. L i
numeri atomici dei vari elementi, che vanno dall'idrogeno, che ha numero
atomico 1. fino al hahnio. che ha numero atomico 105. sono posizionati sopra i
simboli atomici degli elementi.
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'Or""~ o,,i:Q ~
~6
- ' !i--
·=
FIGURA2.1 Tavola
periodica [DaF.M. Miller,"Chemistry:
deglielementi. Structure McGraw-Hill,
andDynamics'; 1984,p.170}.
22 Capitolo 2
Eserciziario
Vedi Esercizi2.1, 2.2, 2.3.
L'atomo L'atomo di idrogeno è l'atomo più semplice: consiste in un elettrone che ruota
di idrogeno attorno ad un nucleo costituito da un protone. Il moto dell'elettrone
dell'idrogeno attorno al suo nucleo è tuttavia possibile solo lungo alcune
orbite ben definite (livelli di energia).
La presenza di un numero limitato di livelli di energia è dovuta al fatto che
gli ~lettroni obbediscono alle leggi della meccanica quantistica, le quali
permettono solo certi valori di energia e non v'alori arbitrari qualsiasi.
Pertanto se l'elettrone dell'idrogeno viene eccitato ad un'orbita (livello di
energia) maggiore, viene assorbita una quantità discreta di energia {Figura
2.2a). Analogamente, se l'elettrone ricade in un 'orbita inferi ore viene emessa
una quantità discreta di energia (Figura 2.2b).
Durante il passaggio a un lìvello inferiore di energia, l'elettrone
dell'idrogeno emetterà una quantità discreta (quanto) .di energia sotto fonna di
radiazione elettromagnetica, chiamata fotone. La variazione di energia (/::,.E
associata alla transizione di un elettrone da un livello ad un altro, è correlata con
Fotone Fotone
>-<--=--
_,,,
~ 11=2 n=2
i1=3 11=3
/::,.E=hv (2.1)
dove: h = costante di Planck = 6, 63 · 10- 34 joule.secondo (J·s). Poiché per
una radiazione elettromagnetica e >.n, dove e è la velocità della luce
= 3, 00 · 108 metri/secondo (m/s) e >.è la sua lunghezza d'onda, la variazione
di energia !::,.Eassociata ad un fotone può essere espressa come:
~E=hc (2.2)
>.
Eserciziario
Vedi Esercizio2 A.
1 Max Ernst Planck (l 858· 1947). Fisico tedesco che ricevette il Premio Nobel per la Fisica
Rt1ggìodell'orbita
r=O.OS nm
Elettrone: Protone:
carica +e
4
2 13 6
E= -rr2me= - : eV ( 12 3 4 5 ) (2.3)
n2h2 n-t n = ' ' ' ' ' ....
dove: e = carica dell'elettrone
m= massa dell'elettrone
n = intero chiamato numero quantico principale.
Eserciziario
Vedi Esercizio2.5.
Continuo
Il=""' o
11=5
; i i I ! ; Pfond
l' l' ~"
11 =4
B.rnckeu
ij I
j
__,, ___ i ...
,,_•....
Poschen
• ...~--'--------- -1.5.eV
E n.=2 --,-i
....,....,....,.._ ---=~-------------"--- ~3.4eV
1
r i
1
Werner Karl Heisenberg (]901~1976). Fisico tedesco che fu uno dei fondatori della
moderna teoria deì quanti. Nel 1932 ricevette il Nobel per la Fisica.
26 Capitolo 2
Numeri quantici La moderna teoria atomica afferma che il movimento di un elettrone intorno al
suo nucleo e la sua energia sono caratterizzati non solo dr
un numero quantico
principale, ma da quattro numeri quantici: il numero quantico principale n. il
numero quantico azimutale l, il numero quantico magnético m 1 e il numero
quantico di spin elettronico m8 •
designazione numero / = O l 2 3
designazione lettera i = s p d f
1 Le lettere s, p, de/ sono le iniziali delle vecchie designazioni di intensità delle linee dì
Struttura Numero massimo di elettroni per ciascun guscio atomico principale Gli
elettronica degli elettroni di un atomo sono suddivisi in un certo numero di gusci principali di
atomi con più alta densità elettronica, come imposto dalle leggi della meccanica quantistica. Vi
elettroni sono sette gusci principali quando il numero atomico raggiunge n valore di 87
per l'elemento francio (Fr). Ciascun guscio può contenere solo un certo numero
di elettroni, anch'esso imposto dalle leggi deHa meccanica quantistica. Questo
numero è definito da differenti valori dei quattro numeri quantici (principio di
Pauli) ed è pari a 2112 , dove n è il numero quantico principale. Pertanto ci
possono essere al massimo 2 elettroni ne] primo guscio principale, 8 nel secondo,
18 nel terzo, 32 nel quarto, ecc., come indicato in Tabella 2.3.
Dimensione atomica Ciascun atomo può essere considerato in prima ap·
prossimazìone come una sfera di raggio definito. U raggio di tale sfera non
1
Wolfgang Pauli (1900-1958). Fisico austriaco che fu uno dei fondatori della moderna
teoria dei quanti. Nel 1945 rìcevette il Premio Nobel per la Fisica.
28 Capitolo 2
Massimo Massimo
numerodi numerodi
Numero del guscio, n elettroni in elettroni
(numero quantico ciascun guscio negli orbitali
principale) {2n2J
1
2
3
4
5
6
7
z
o~o =-o~ <O ao
o 630d 00
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.J -
e
106p67s25f46d' 0
is22s22p 6 3s23p6 4s23d104p6 5s24d10 5p66s24_f.45d
., I
L'ordine di scrittura degli orbitali per indicare le configura~ioni elettroniche 1, in
questo libro viene invece realizzato in base al valore crescente del numero
quantico principale, cioè nel modo seguente
Eserciziario
Vedi Esercizio2.6.
consiste nell'elencaregli orbitali come mostrato_sotto e nel tracciare una serie di frecce
parallele sugli orbitali. Seguendo le ~recce_dallacoda alla punta si ottiene l'ordine voluto.
Struttura e legami degli·atomi 31
Configurazione Configurazione
z Elemento elettronica Z Elemento elettronica
1 H 1s 53 I
2 He 1s2 54 Xe
3 Li [He]2s 55 Cs
4 Be [He]2s2 56 Ba
5 B [He]2s2 2p 57 La
6 e fHeJ2s22p 2 58 Ce
7 N IHe]2s2 2p3 59 Pr
4
8 O [He)2s22p 60 Nd
9 F [He]2s22p5 61 Pm
10 Ne [He]2s2 2p6 62 Sm
11 Na . [Ne]3s 63 Eu
12 Mg [Ne]3s2 64 Gd
13 Al [Ne]3s3s23p 65 Tb
14 Si !Ne)3s3s23,o2 66 Dy
15 p [NeJ3s3s23ps 67 Ho
16 S [Ne]3s3s2 3p 4 68 Er
17 Cl [Ne)3s3s23p5 69 Tm
18 Ar [Ne]3s3s2 3p6 70 Yb
19 K [Ar]4s 71 Lu
20 ca fAr]4s2 72 Hf
21 Se [Ar]3d4s 2 73 Ta
22 1ì [Ar)3d24s2 74 W
23 V [ArJ3d34s2 75 Re
24 Cr [Ar]3d54s 76 Os
25 Mn (Ar]3o'54s2 77 lr
26 Fe [Ar]3d64s2 78 pt
27 Co [Ar]3d7 4s2 79 Au
28 Nì [Ar]3o'84s2 80 Hg
29 Cu [Ar]3d 104s 81 TI
30 Zn [Ar]3d10 4s2 82 Pb
31 Ga [Ar]3d 104s2 4p 83 Bi
32 Ge [Ar)3d104s 2 4p 2 84 Po
33 As [Ar]3d104s2 4p3 85 At
34 Se [Ar]3d 104s 24p4 86 Rn
35 Br [Ar]3d10 4s 24p5 87 Fr
36 Kr [Ar)3d104s 24p 6 88 Ra
37 Rb !Kr]Ss 89 Ac
38 Sr [Kr]5s2 90 Th
39 Y [Krj4d5s2 91 Pa
40 Zr [Kr]4d25s2 92 U
41 Nb [Kr]4d45s 93 Np
42 Mo [Kr]4d5 5s 94 Pu
43 Te [Kr]4d 5 5s2 95 Am
44 Ru [Kr]4cl75s 96 Cm
45 Rh [KrJ4d85s 97 Bk
46 Pd [Kr]4d10 98 Cf
47 Ag [Kr]4d10 5s 99 Es
48 Cd [Kr]4d105s2 100 Fm
49 In [Kr]4d10 5s25p 101 Md
50 Sn [Kr]4d105s 25p 2 102 No
51 Sb [Kr]4d105s2 5p3 103 Lr
52 Te [Kr]4d 10 5s2 5p4
32 Capitolo 2
Struttura Gas nobili Le proprietà chimiche degli atomi degli elementi dipendono
elettronica e principalmente dalla reattività dei loro elettroni più esteny.. I più stabili e meno
reattività chimica reattivi fra tutti gli elementi sono i gas nobili. Con l'ecçezione dell'elio, che ha
configurazione elettronica ls2, il guscio esterno di tutti gli altri gas nobili (Ne,
Ar, K.r,Xe ed Rn) ha una configurazione elettronica s2p\ caratterizzata da alta
stabilità chimica, come infatti provato dalla bassa. tendenza dei gas nobili a
reagire chimicamente con altri atomi.
Elementielettropositivied elettronegativi Gli elementielettropositivi hanno
natura metallica e liberano elettroni nelle reazioni chimiche producendo ioni
positivi o cationi. Il numero di elettroni liberato da un atomo elettropositivo di
un elemento è indicato mediante un numero di ossidazionepositivo. La Figura
2.8 elenca i numeri di ossidazione degli élementi. Va notato che alcuni elementi
hanno più di un numero di ossidazione. Gli elementi ijiù elettropositivi sono nei
gruppi IA e 2A della tavola periodica.
Gli elementi. elettronegativi hanno natura non metallica e accettano elettroni
nelle reazioni chimiche producendo ioni negativi o anioni.. Il numero di elettroni
accettati da un atomo elettronegativo di un elemento è indicato come numero di
ossidazionenegativo(Figura 2.8). Gli elementi più:elettronegativi sono nei gruppi
6A e 7A della tavola periodica degli elementi di Figura 2.l.
Alcuni elementi dei gruppi da 4A a ?A della tavola periodica, possono
comportarsi sìa in modo elettronegativo che elettropositivo. Questo doppio
comportamento è mostrato da elementi come il carbonio, il silicio, il germanio.
l'arsenico, l'antimonio e il fosforo. Pertanto in alcune reazioni essi hanno
numeri di ossidazioni positivi, mostrando un comportamento elettropositivo, e
in altre hanno numeri di ossidazione negativi, mostrando un comportamento
elettronegativo.
Eserciziario
Vedi Esercizio2.7.
4B SB 6B 7B 88
22 23
Ti V
+4 +S
+3 +4
+2
53 54
l Xe
+7 +6
+S +4
+3 .+2
+l
-I
riil
o
Li Be B e N o F
1.0 l.5 2.0 2.5 3.l 3.5 4,1
Na Mg Al Si p s Cl
1.0 1.3 1.5 l.S 2..1 2.4 2.9
,K Ca Se l'i V Cr Mo Fe Co Ni Cu ZII Ga Ge As .se· Br
0.9 1.1 L2 1.3 . 1:5 1.6 1.6 1.7 1.7 1.8 1.8 l.7 1.8 2.0 2.2 2.5 2.8
Rb Sr y Zr .Nb Mo Te 'Ru Rh Pd Ag Cd In S11 Sb '.le I-
O;Jl, LO l.1 1.2 1.3 1.3 1.4 1.4 1.5 ·1.4 l;4 1.5 1.5 1.7 1.8 ·2.0 2.2
es Ba La ru Ta w Hf Os lr Pt Au Hg 1i Pb Bi Po At
0.9 0.9 l.l I.2 l.4 1.4 1.5 1.5 1.6 1.5 1.4 1.5 1.5 1.6 1.7 l.8 2.0
FIGURA 2.9 Fr Ra Ae Lantanidi: 1.0-1.2
Elettronegatività
degli 0.9 0.9 1.0 Attinidi: J.O-L2
[DaF.M. Miller,
elementi
"Chemistry:
Structureand
Dynamics':
McGraw-Hill,
1984,p.1851.
Il legame chfa1ico tra gli atomi avviene poiché vi è una netta diminuzione
dell'energia potenziale degli atomi nello stato legato. Ciò vuol dire che gli atomi
nello stato legato sono in una condizione energetica più sta bile di quella che hanno
se non sono legati. In generale i legami chimici tra gli atomi possono essere divisi
in due gruppi: legami primari o legami forti e legami secondari o legami deboli.
Legami atomici I legaì'.ni atomici primari nei quali sono coinvolte forzç. interatomiche
primari relativamente elevate possono essere suddivisi nelle tre seguenti classi, di cui si
riportano le principali caratteristiche:
Generalità sul I legami ionici si possono formare tra elementi molto elettropositivi (metal1i) e
legame ionico elementi molto elettronegativi (nonmetalli). Nel processo di ionizzazione gli
elettroni vengono trasferiti dagli atomi degli elementi elettropositivi agli atomi
degli elementi elettronegativi, producendo cationi carichi positivamente e anioni
carichi negativamente. Le forze di legame ionico sono dovute alle forze
elettrostatiche o coulombiane di attrazione tra ioni di carica opposta. I legami
ionici si formano tra gli ioni di segno opposto in quanto danno luogo ad una
significativa riduzione del1'energia potenziale deglì ioni.
Un esempio di un solido con un alto grado di legame ionico è il cloruro dì
sodio (NaCl). Nel processo di ionizzazione per formare una coppia di ioni
Na +ci-. un atomo di sodio cede il suo elettrone esterno 3s1 e lo trasferisce
all'orbitale 3p, riempito a metà, di un atomo di cloro, producendo una coppia di
ioni di Na+ e c1- (Figura 2.10),
Nel processo di ionizzazione l'atomo di sodio, che inizialmente aveva un
raggio di O,192 nm, si riduce dimensionalmente diventando catione sodio con
raggio di 0,095 nm e l'atomo di cJoro, che origina~iamente aveva un raggio di
0,099 nm, si accresce diventando anione cloruro con raggio di O,181 nm.
L'atomo di sodio si riduce dimensionalmente quando si forma lo ione in
36 Capitolo 2
FIGURA 2.10
Formazione di unacoppiadi
ioniclorurodi sodioda
Atomo Atomo Ione lane
atomidi sodioe cloro.Nel di sodio,Na di cloro, Cl sodio,Na+ cloro.CJ-
processodi ionizzazione
un Raggio Raggio Raggio Raggio
3s1 dell'atomo
elettrone di atomico= atomico= ionico= ionìco=
0.192nm 0.099nm 0.095nm 0.181 nm
sodioè trasferito
a un
orbitale
3p, riempitoa metà,
dell'atomo
di cloro. I
seguito alla perdita dell'elettrone del guscio esterno ~s1 e ~lla dìmin~~ione del
rapporto elettroni/protoni. II nucleo dello ione sodio cancato_ p~s1t1:vamente
attrae la nuvola elettronica più vicina a sé, causando la d1mmuz1one del
diametro dell'atomo durante la ionizzazione. Al contrario, durante la
ionizzazione l'atomo di cloro si espande a seguito dell'aumenta del rapporto
elettroni/protoni. In generale, durante la ionizzazione gli atomi diminuiscono di
dimensione quando formano cationi e aumentano di dimensione quando
formano anioni, come mostrato per alcuni atomi in Figura 2.6.
Forze interioniche Consideriamo una coppia di carica opposta (per esempio una coppia di ioni
tra due ioni Na+c1-) che, inizialmente separati da una elevata distanza a, si avvicinano
l'uno alraltro. Come gli io11isi avvicinano, si attraggono l'uno l'altro attraverso
forze coulombiane; cioè i nuclei di uno ione attraggono la nuvola di carica
elettronica dell'altro e viceversa. Quando gli ioni si avvicinano ulteriormente
l'uno all'altro le loro nuvole dì carica elettronica finìscono con l'interagire e si
sviluppano fo~ze repulsive. Nel momento in cui le forze atttàttìve eg~agliano
quelle repulsive, la forza risultante è nulla e gli ioni rimangono separati ad una
distanza dì equilibrio pari alla distanza interionica a0 • La Figura 2.11 mostra
schematicamente l'andamento deUe forze in gioco rispetto alla distanza di
separazione tra la coppia di ioni. .
La forza risultante tra una coppia di ioni di carica opposta è uguale alla
somma del1e forze attrattive e repulsive. Pertanto:
Distanzaìnterionica a
legge di Coulomb' con le unità SI, può essere scritta la seguente equazione:
F: . _ (Z1e)(Z2e) _ Z 1Z;e 2
auratt1Va- 41reoa2 - - 41TE.va2 (2.5)
dove: z,, Z:2= numero di elettroni rimossi o aggiunti dagli atomi durante la
formazione dello ione
e = carica elettronica
a = distanza di separazione interionica
€o= permettività del vuoto = 8, 85 X 10- 12c 2/(N X m2 )
1
Charles Augustin Coulomb (1136-1806). Fisico francese. Dimostrò sperimentalmente
che la forza tra due corpi caricati varia inversamente con il quadrato della loro distanza.
38 Capitolo 2
nb
Frepulsìva = -:-an+I I
(2.6)
(2.7)
Eserciziario
Vedi Esercizi 2.8, 2.9.
Energie L'energia potenziale netta E fra una coppia di ioni di carica opposta,. pe~
interioniche tra esempio Na+c1-, avvicinati l'uno all'altro, è uguale alla somma delle energie d1
due ioni attrazione e di repulsione degli ioni e può essere scritta nella forma:
Z1Z2e2 b
Enella = +-4--vrea +,;a (2.8)
0
Energia Energia
attrattiva repulsiva
Disposizione Finora la nostra discussione sul legame ionico si è limitata al caso di una coppia
degli ioni di ioni. Discuteremo ora brevemente il legame ionico in solidi ionici
nei solidi ionici tridimensionali. Poiché gli ioni elementari hanno approssimativamente una
distribuzione di carica a simmetria sferica, essi possono essere considerati delle
sfere con un raggio caratteristico. I raggi ionici di alcuni cationi e anioni
Struttura e legami degli atomi 39
\ I
\ I
\ I
\ I
'~ / Repulsione
+ 1\,
.e I
J 0
rr--;---=---===----r-----D=-:-ist-~-u-in_re_n_·o-n-icaa
FIGURA2,12 Energia di
unacoppia di ionidi carica
r= catione
oppostain funzione della R = anione
distanza
di separazione.La a 0 = r+R
distanza
di separazione
interionìca
di equilibrioa0
vieneraggiunta quando
l'energia
potenziale nettaè
minima.
Raggio Raggio
Ione ionico, nm Ione ionico, nm
u+ 0.060 0.136
Na+ 0.095 0.181
K+ 0.133 0.195
Rb4 0.148 0.216
Cs+ 0.169
40 Capitolo 2
Neutralità.elettrica dei solidi ionici Gli ioni in un solido ionico devono essere
disposti in una struttura tale da mantenere localmente la neutralità della carica.
Così in un solido ionico come il CaF 2 , la disposizione ìonica è parzialmente
governata dal fatto che ci devono essere due ioni di fluoro per ogni ione di
calcio.
Energie di legame Le energie di reticolo e le temperature di fusione nei solidi con legami ionici
nei solidi ionici sono relativamente elevate come mostrato nella Tabella 2.7 che elenca le energie
di reticolo e i punti di fusione di alcuni solidi ionici. All'aumentare della
dimensione dello ione in un particolare gruppo della tavola periodica diminuisce
l'energia di reticolo. Per esempio l'energia di reticolo del LiClè 829 kJ/mole (198
Struttura e legami degli atomi 41
Energiadi reticolo"
kcal/mole), mentre quella del CsCl è solo 649 kJ/mole (155 kca1/mole). La
ragione di questa diminuzione neffenergia di reticolo è che !!li elettroni di
legame negli ioni di maggiori dimensioni, essendo più lonta;i, sono meno
influenzati dalle forze di attrazione dei nuclei positivi. Inoltre la presenza di
molteplici elettroni di legame in un solido ionico aumenta renergia di reticolo.
come mostrato dal MgO che ha una energia di reticolo di 3932 kJ/mole (940
kcal;mole). .
I
Molecola
di idrogeno
Legame covalente Il più semplice caso di legame covalente si ha nena molecola di idrogeno, nella
nella molecola quale due atomi dì idrogeno mettono in comune i loro elettro~i 1s 1• a f~rrnare u~
di idrogeno legame covalente, come mostrato dalla reazione seguente m cui gh elettroni
sono rappresentati con un punto:
+
........
I
I
,;
"i
-~ o1---+-----,,----.----:::::==----
Distanza
FIGURA2.15 Energia
potenziale
in funzione
della
ì \ I \._,_L/
I
di separazionea
distanza
di separazionedì dueatomidi idrogeno.
La
distanza
interatomica
di equilibrio
a0 nellamolecola
di
si hain corrispondenza
idrogeno al minimodi energia
potenziale
Emin·
Legame covalente Legami covalenti a coppia di elettroni sono formati anche in altre molecole
in altre molecole biatomiche come F2, 02 e N2. In questi casi sono condivisi tra gli atomi degli
biatomiche elettroni p. L'atomo di fluoro con i suoi sette elettroni esterni (2s22p5) può
raggiungere la configurazione del gas nobile neon mettendo in comune un
elettrone 2p con un altro atomo di fluoro, come mostrato con la notazione a
punti nella reazione di Figura 2.16a. Allo stesso modo J'atomo di ossie:eno con i
4
suoi sei elettroni esterni (2s22p ) può raggiungere la configurazione clettronica
6
del gas nobile neon (2s2p ) mettendo in comune due elettroni 2p con un altro
atomo di ossigeno per formare la molecola biatomica 0 2 (Figura 2.16b). Anche
l'azoto che ha cinque elettroni esterni di valenza (2s22p3) può raggiungere la
configurazione del gas nobile neon (2s 2 2p 6) mettendo in comune tre elettroni 2p
con un altro atomo di azoto per formare la molecola biatomica di azoto N 2
(Figura 2J6c).
Le reazioni chimiche che coinvolgono legami covalenti sono spesso scritte
usando la notazione a punti per i legami covalenti, come mostrato in Figura
2.16. Tuttavia più comunemente per i legami covalenti viene usata la notazione
a lineette (Figura 2.16). Nel Capitolo 7 sui Materiali Polimerici verranno
utilizzate entrambe Je notazioni.
Nella Tabella 2.8 sono riportati i dati approssimati delle energie di legame e
delle lunghezze di alcuni legami covalenti. Si osservi che le più alte energie dì
legame sorio associate con i legami multipli. Per esempio, il legame C-C ha una
energia di 370 kJ/mole (88 kcal/mole), mentre il legame C=C ha una energia
molto superiore; pari a 680 kJ/moJe (162 kcal/mole).
44 Capitolo 2
..
=t.·+ ·!.=-+
.....
....
:F: F: F-F (a)
FIGURA 2.16 Legame
fluoro(legarne
covalente.
semplice),ossigeno
dl
nellamolecola
(doppio
le~ame)_
e
.. ... .. ..
: 9· •9:--+- :o: :o:
+ 0=0
I
(b)
azoto(triplolegame).
sonomostrati
sulladestra
sullasinistra
conla notazione
covalenti
I legami traghato~1
conla notazione
a lineetta.
a puntie . . iN:.i.N·i
: r;:i·
+ •i;:-+ NeN (e)
Legame covalente Nello studio dei materiali, il carbonio è molto importante pojc~é è l'eleme~to
tra atomi di base della maggior parte dei materiali polimerici. La configur~one elettron~ca
carbonio di base dell'atomo di carbonio è ls22s22p2 • Questa configura~:ione :lettr~mca
indica che n carbonio dovrebbe formarè due legami covalenti con 1 suoi du~
orbitali 2p pieni a metà. Tuttavia in molti casi il carbqnio fom:a quattro legam~
covalenti di uguale intensità. La spiegazione deHa presenza ~ quattro legami
covalenti viene fornita mediante il concetto di ibridizzazione, m base a11~quale
durante la formazione del legame uno degli orbitali 2s è pr?mosso. a or}l1tale2p
in modo da produrre quattro orbitali ibridi eqmvalent1 sp-', come
J·
Ibridizzazione ~;
sp3 parzialmenteriempiti i
FIGURA 2~17 :,
Disposizionebase ",.
Ibridizzazione
degliorbttali degli orbitali Disposizione ibridì:u.ata
degli orbitali sp3 'r:
delcarbonio
conformazione
di legami
covalenti
singoli.
Legame covalente Le sostanze costituite da molecole che contengono solo atomi di carbonio e
in molecole ìdrog:eno le2ati tramite legami covalenti sono dette idrocarburi. Il più semplice
contenenti idro~arbur; è il metano, nel quale il carbonio forma quattro legami covalenti
carbonio tetraedrici sp3 con degli atomi di idrogeno, come mostrato in Figura 2.20.
di intramolecolare del metano è relativamente alta e pari a
1650 kJ/mole (396 kcal/mole). ma l'energia dì legame intermolecolare è molto
bassa e pari a circa 8 kJ /mole (2 kcal/mole}. Così le molecole di metano formano
legami molto deboli fra di loro, determinando una bassa temperatura di fusione,
pari a -183°C.
,.
FIGURA2.20 Molecola
delmetano,CH4,che
contiene
quattro
legami
sp3tetragonali.
covalenti
Ciascuna
zonaombreggiata
rappresenta
unlegame
covalente.
Struttura e legami degli atomi 47
H H H H H H H
I I I I I I I
FIGURA 2.21 Formule strutturali
di idrocarburi H-C-H H-C-C-H H-c-c-c-c-H
lormatidalegami covalenti
semplici.
Si nolicome, I I I I I I I
dellamassa
all'aumentare molecolare,
aumenti il punto H H H H H H H
dì fusione. Metano Etano
tf= -l83°C
n- Butano
tf= -172°C tf= -135°C
H H
I I I I
C==C H-C==:C-H
FIGURA 2.22 Formule
strutturali
di duemolecole I I I I
checontengono
legami
covalenti
multiplìcarbonio-- H H
carbonio. Etilene Acetilene
tf= -l69.4°C tf= -81.8°C
o
(a) (b) {C) (d)
legame globale intermedia come reattività chimica tra quella d~i .leg_am!
carbo11io~carbonio singoli e doppi (Figura 2.23c). Pertanto molti hbn d1
chimica utilizzano un cerchio all'interno dell'esagono per rappresentare la
struttura del benzene (Figura 2.23d).
(a)
(b)
• + \ . Distonz, U,te,oJomiea•
·~o
LU ~ I .,.
~ - - - : - ,,-::' E,,;o
FIGURA2.25
Andamento dell'energia
in oppiadi atomimetalljci
funzionedelladistanza
di a0 =2R
separazionetraunacoppia
di atomimetallici.
La
distanzadi separazione
di
equilibrio
vieneraggiunta in
corrispondenza
delminimo
dell'energia
potenziale
netta.
elettroni di valenza per fonnare un solido cristallino, l'energia globale dei s~n~oli
atomi diminuisce. Come nel caso dei legami ionico e covalent.e, un _mmimo
dell'energia di una coppia dì atomi viene raggiunt~ q~ando s1 raggiunge l~
distanza dì separazione di equilibrio, come mostrato m F1gu_ra2_.25.Il valore d~
Eo _ Emìn mostrato in Figura 2.25 è una misura dell'energia d1 legame tra gh
atomi di un particolare metallo. . . . . . . . .. . . .
J livelli di energia in cristalli metallici mult1atom1c1 sono d1vers1da q~elh di
atomi singoli. Quando atomi metallici si le~ano. per formare u~ cn~tall~
metallico, le loro. energie diminuiscono .ma ,?~;
a hvelh leggermente ~1vers1.
elettroni di valenza in un cristallo metalhco formano p~rt~nt,? una bautla .
energia. La teoria delle bande di energia dei metalli verra d1séussa nel successivo
Paragrafo 5.2. . . . · . 11' ·
Le energie di legame ed i punti di fusione dei ~1vers1m_et~ 1 vanan~
notevolmente. In generale, quanto minore è il numero d1 ele~trom, d~ valenza d1
ogni atomo coinvolti nel legame~ meta:Uiç,o, tan~o .maggiore e 11 c~rat~er~
metallico del legame; cioè tanto -più gli elettrom d1 valenza sono hben di
muoversi. . . · l 1· · h
Il massimo grado di legarne metallico si raggiunge ne1 met~lh a ca nn, C, e
hanno solo un elettrone di legame in più rispetto aUa confi_guraz1.on~ele~tromc~
dl. un gas nobile · Di conseguenza,
·
le energie di legame e 1 punti d1 fusmne dei
metalli alcalini sono relativamente bassi. Ad· esempio,
· I' energia
· d 1· l. egarne del
sodio è 108 kJ/mole (25,9 kcal/mole) e quella del potassio è 89,6 kJ/mole (21A
Struttura e legami degli atomi 51
Energia di legame
Configurazione Temperatura
Elemento elettronica KJ/mol Kcal/mol di fusione, °C
FIGURA2.26 (a)Dipolo
elettrico.
Ilmomento
del
dipoloè paria q x d
elettrico
(b) Dipolo in una d
molecolaconlegami
Si notila
covalenti. (a) (b)
separazione
deicentridi
carica e negativa.
positiva
Abbiamo fino ad ora considerato solo i legami primari, di tipo forte, tra gli
atomi ed abbiamo mostrato che essi dipendono dall'interazione degli elettroni dì
valenza. Il lavoro motore per la formazione dei legami primari è fornito dalla
diminuzione dell'energia degli elettroni di legame. I legami secondari sono
invece relativamente deboli rispetto a quelli primari ed hanno energie variabili
approssimativamente tra 4 e 42 kJ/mole (1·10 kcal/mole). U lavoro motore per
la formazione dei legami secondari è dato dall'attrazione dei dipoli elettrici
all'interno degli atomi o delle molecole.
Quando ~due cariche uguali e contrarie vengono separate, si forma un
momento di dipolo elettrico, come mostrato in Figura 2.26a. I dipoli elettrici si
formano anche negli atomi o nelle molecole in cui sono separati i centri di carica
negativa e positiva (Figura 2.26b).
I dipoli degli atomi o delle molecole creano un momento di dipolo. Un
momento di dipolo viene definito come il prodotto della carica per la distanza di
separazione tra le cariche positive e negative, cioè: ,•
µ= qd (2.9)
·- -·_-.._-
-
-
__;; -
.-.-_-:-
(a) (b)
tra loro da queste forze. Sebbene le loro energie di legame siano deboli, i legami
secondari divengono importanti nei casi in cui sono gli unici legami disponibili
per legare tra loro atomi e molecole.
In generale vi sono due tipi principali di legami secondari tra i dipoli di
atomi o molecole: i dipoli fluttuanti e i dipoli permanenti. Globalmente questi
legami secondari tra dipoli vengono a volte chiamati legami (for=e) di van der
Waals.
Dipoli fluttuanti Forze di legame secondario molto deboli si possono sviluppare tra gli atomi dei
gas no bili che hanno r orbitàle esterno dì valenza elettronica completo (s2per He
e s2p6 per Ne, Ar, Kr. Xe e Rn). Queste forze di legame sorgono perché la
distribuzione asimmetrica della carica elettronica in questi atomi crea dei dipoli
elettrici. In ogni istante c'è una elevata probabilità che ci sia più carica
elettronica da un lato dell'atomo che dall'altra (Figura 2.27).
Pertanto, in un particolare atomo la nuvola di carica elettronica cambierà
nel tempo, creando un "dipolo fluttuante". I dipoli fluttuanti di atomi vicini
possono attrarsi creando deboli legami interatomici non direzionali. Le basse
temperature ed elevate pressioni di Jiquefazione e solidificazione dei gas nobili
vengono attribuite ai legami dipolo fluttuanti. I punti di fusione e dì ebollizione
a pressione atmosferica dei gas nobili sono elencati in Tabella 2.10. Si noti che
all'aumentare della dimensione atomica del gas nobile aumentano anche le
temperature di fusione ed ebollizione a causa delle maggiori forze dì legame,
dovute al fatto che gli elettroni hanno più libertà di creare momenti di dipolo
più resistenti.
54 Capitolo 2
Dipoli pennanenti Deboli forze di legame tra molecole con legami covalenti possono instaurarsi se
le molecole contengono dei dipoli permanenti. Per ese;npio 1a molecola dì
metano, CH 4 , con i suoi quattro legami C-H disposti secondo una struttura
tetraedrica (Figura 2.20), ha un momento di dipolo nullo a causa della
disposizione simmetrica dei quattro legami C-H; questo significa che la somma
vettoriale dei quattro momenti di dipolo è nulla. La molecola di clorometano,
CH 3 Cl, invece, ha una disposizione tetraedrica asimmetrica di tre legami C-H e
di un legame C-Cl che dà un momento di dipolo netto di 2,0 debye. La
sostituzione di un atomo di idrogeno nel metano con uno di cloro determina
pertanto un aumento del punto di ebollizione, che passa da -128°C per il
meta,no a -14°C per il clorometano. 11punto di ebollizione molto più elevato
del cforometano è dovuto alle forze di legarne di dipolo permanente tra le sue
molecole. La TabeUa 2.11 riporta i momenti di dipolo misurati sperimental-
1
mente per alcuni composti.
Il legame idrogeno è un caso particolare dell'interazione permanente
dipolo-dipolo tra molecole polari. Il legarne idrogeno si ha quando un legame
polare contenente un atomo di idrogeno, 0-H o N-H, interagisce con gli atomi
elettronegativi O, N, F o CL Per esempio, la molecola dell'acqua, H20; ha un
momento di dipolo permanente di 1,84 debye dovuto alla sua struttura
asimmetrica caratterizzata da un angolo di 105° tra gli atomi di idrogeno
rispetto all'atomo di ossigeno (Figura 2.28a).
Le zone ove sono presenti atomi di idrogeno nella molecola dell'acqua
hanno un centro di carica positivo e la zona opposta in cui si trova ratorno di
ossigeno ha un centro di carica negativo (Figura 2.28a). Nel legarne idrogeno tra
molecole d'acqua la zona caricata negativamente di una molecola è attratta da
forze coulombiane verso la zona caricata positivamente di un'altra molecola
(Figura 2.28b).
Nell'acqua liquida e solida si formano forze intermolecolari di àipolo
permanente (legame idrogeno) relativamente forti tra le molecole d'acqua.
L'energia associata al legame idroge110 è circa 29 kJ/mole (7 kcal/mole) rispetto
a 2-8 kJ/rnole (0,5-2 kcal/mole) per le forze di dipolo fluttuante nei gas nobili.
L'eccezionalrnente alto punto di ebollizione delracqua (100°Q.in relazione alla
Il legame chimico tra atomi o ioni può implicare più di un tipo di legame
principale e può anche implicare legami secondari. Per i legami primari ci
possono essere le seguenti combinazioni di legami misti: ( 1) ionico-covalente, (2)
metallico-covalente, (3) metallico-ionìco e (4) ionico-covalente-metallico.
/~",..
Leganle
idroo?eno
(a) (hl
FIGURA2.28 {a)Natura
di dipolopermanente
dellamolecola
dell'acqua.
(b)Legame
idrogeno
tramolecole
d'acqua
dovuto
all'attrazione
tra
dipolipermanenti.
56 Capitolo 2
Legame misto La maggior parte delle molecole con legame covalente han~o anche. un~ certa
ionico-covalente percentuale di legame ionico e viceversa. Il carattere pa~almente 1omco del
legame covalente può essere giustificato alla lu_ce. d_ella ~cala dell~
elettronegatività riportata in Figura 2.9. Tanto maggiore e la differenza di
elettronegatività tra elementi partecipanti ad un legame misto ionico,,covalente,
tanto più elevato è la percentuale di carattere ionico del legame. P~uling 1 ha
proposto la seguente equazione per determinare la percentuale d1 carattere
ionico di un composto AB:
Eserciziario
Vedi Esercizio 2.11.
Legame misto Se esìste una significativa differenza di elettronegatività tra,,gli elementi che
metallico-ionico fom1ano un composto intermetallico, può esserci una significativa percentuale
di trasferimento di elettroni (legame ionico) nel composto. Così, alcuni composti
intermetallici sono buoni esempi di legami misti metallico-ionici. Il
trasferimento di elettroni è importante essenzialmente per composti intermetal-
lici come NaZn 13 e meno importante i composti come Al9Co3 e FesZn21 poiché
le differenze di elettronegatività per gli ultimi due composti sono molto inferiori.
1 Linus Cari Pau]ing (l 901- ). Chimico americano i cui la'vori pio?ieristici condusse~o _ad
una maggiore comprensionedei legami chimici. Ricevetteil premio Nobel per la ch1m1ca
nel 1954.
Struttura e legami degli atomi 57
RIASSUNTO
Gli atomi sono costituìti da tre particelle subatomiche: i protoni, i neutroni e gli
elettroni. Si può immaginare che gli elettroni formino una nuvola elettronica
finemente dispersa di densità variabile attorno ad un nucleo atomico, più denso.
che contiene quasi tutta la massa dell'atomo. Gli elettroni esterni sono gli
elettroni di valenza ed è principalmente il loro comportamento che determina la
reattività chimica di un atomo.
Gli elettroni rispettano le leggi della meccanica quantistica e di conseguenza
la loro energia è quantiz;ata; cioè l'elettrone può avere solo certi valori
consentiti di energia. Se un-elettrone cambia la sua energia, deve spostarsi ad un
nuovo livellò di energia consentito. Durante una variazione di energia, un
elettrone emette o assorbe un fotone di energia in base all'equazione di Planck
!:::.E= hv, dove v è la frequenza della radiazione. Ogni elettrone è associato a
quattro numeri quantici: il numero quantico principale n. il numero quantico
azimutale !, il numero quantico magnetico m, ed il numero quantico di spin m,.
In base al principio di esclusione di Pauli, due elettrotìi non possono avere tuui i
quartro numeri quantici uguali. Gli elettroni seguono il principio di
indeterminazione di Heisenberg, che afferma che è impossibile determinare
simultaneamente il momento e la posizione di un elettrone. Di conseguenza la
posizione degli elettroni negli atomi deve essere considerata in termini di
distribuzione di densità delrelettrone.
Ci sono due tipi principali dì legami atomici: (1) legami prùnariforti e (2)
legami secondari deboli. I legami primari possono essere suddivisi in (1) ionici,
(2) covalenti e (3) rnetallici. mentre i legami secondari possono essere suddivisi in
(l) dipoli fluuuanri e (2) dipoli perma,umti.
I legami ionici sono formati dal trasferimento di uno o pìù elettroni da un
atomo elettropositivo ed uno elettronegativo. Gli ioni risultano legati in un
solido cristallino da forze elettrostatiche (coulombiane) e ii legame è non
direzionale .. La dimensione degli ioni (fattore geometrico) ed il rispetto della
neutralità elettrica sono i due fattori principali nel determinare la disposizione
degli ioni nello spazio. I legami coi•alemi sono formati dalla condivisione di una
coppia di elettro.ni di due orbitali semipieni. Il legame è tanto più forte quanto
più gli orbitali si mettono in compartecipazione. I legami covalenti sono
direzionali. I legami metallici sono formati dagli atomj metallici attraverso la
mutua condivisione degli elettroni di valenza nella fòrma di nuvola di carica
elettronica delocalizzata. In generale quanto minori sono gli elettroni di valenza,
tanto più essì sono delocalizzati e tanto più il legame è metallico. Il legame
metallico sì verifica solo tra un aggregato di atomi ed è non direzionale.
I legami secondari sono formati dall'attrazione elettrostatica di dipoli
elettrici all'interno dì atomi o molecole. I dipoli fluttuanti legano gli atomi in
seguito ad una distribuzione asimmetrica di carica elettronica all'interno degli
58 Capitolo 2
DEFINIZIONI
Parag,·afo2.1
Atomo:unità base di un elemento che può subire una variazione chimica.
Pm·agrafo2.2
Numeroatomico: numero di protoni nel nucleo dell'atomo di un elemento.
Unità di massaatomica(u): unità di massa basata sulla massa esattamente pari a 12 per il
fc.
Numero di Avogadro:6: 023 · l 023 atomi/mole; numero di atomi in una grammomole
relativa o mole di un elemento.
Parag,·afo2.3
Meccanica quantistica: ramo della fisica nel quale i sistemi in esame possono avere solo
dei valori discreti ammissibili di energia, separati da regioni proibite.
Stato di minima energia possibile: lo stato quantico di minore energia.
Principio di indeterminazione di Heisenberg: affermazione in base alla quale è impossibile
determinare con accuratezza nello stesso istante la posizione e il momento di una
piccola particella, come un elettrone.
Fotone: particella di radiazione con associata una lunghezza d'onda e una frequenza;
detto anche quanto di radiazione.
Numeri quantici: serie di quattro numeri necessari per caratterizzare b"gni elettrone in un
atomo; essi sono: il numero quantico principale n, il numero quantico azimutale /, il
numero quantico magnetico m1 e il numero quantico di spin mJ.
Principio di esclusione di Pauli: affermazione in base alla quale due elettroni non possono
avere i quattro numeri quantici uguali.
Guscioelettronicorgruppo di elettro:pi con lo stesso numero quantico principale.
Configùrazioneelettronica:distribuzione di tutti gli elettroni di un atomo in relazione ai
loro orbitali atomici.
Orbitaleatomico:regione dello spazio attorno al nucleo di un atomo dove è più probabile
che si trovi un elettrone con una data serie di numeri quantici; ad esso è anche
associato ad un certo livello di energia.
Energiadi ionizzazione:energia richiesta per rimuovere un elettrone in un atomo dal suo
stato di minima en.ergia fino a distanza infinita.
Struttura e legami'degil
atomi '59
Paragrafo 2.5
Anione:ione con carica negativa.
Catione: ione con carica positiva.
Legame ionie?: legame primario risultante dall'attrazione elettrostatica di ioni con carica
opposta. E un legame adirezionale. Un esempio di materiale con Ie2ami ionici è un
cristallo di NaCL -
Paragrafo 2.6
Legame covalente: legame primario risultante dalla condivisione dì elettroni. Nella
tt
ma~gi.or _pa_rtedei casi, legame covalente implica la sovrapposizione degli orbitali
sem1p1emd1 due atomi. E un legarne direzionale. Un esempio di materiale con legami
covalenti è il diamante. ~
Orb~tale ibr~do: orbitale ottenuto dalla combinazione dì due o più orbitali. Il processo di
narrang1amento.degli orbitali si chiama ibridi=zazione.
Parag,·afo 2.7
Elettronidi valenza: elettroni dei gusci più esterni che sono più frequentemente coinvolti
nella formazione dei legami.
Ione positivo:atomo senza i suoi elettroni di valenza.
Legame m~tall~co:legame primario risultante dalla condivisione degli elettroni esterni
d~locah:zau nel_la_ f~rma dì una nuvola di carica elettronica da parte di un aggregato
di atomi metalhc1. E un legarne adirezionale. Un esempio di materiale con Jegan1e
metallico è il sodio elementare.
Parag,-afo2.8
Legame dipolo permanente:legame secondario creato dall'attrazione di molecole che
hann~ dip~li perma~1enti: cioè ogni molecola ha un centro di carica dì carica positiva e
uno di canea negauva separati da una certa distanza.
Legame i~roge~o: attrazione intem1olccolare di tipo speciale dovuta a dipoli p~rmanenti
che s1 verifica fra un atomo di idrogeno legato ad un elemento fortemente
elettronegativo O, N o Cl) ed un atomo di un elemento con elevata
elettronegatività.
, ..
l
l
I
!
STRUTTURAE GEOMETRIA
CRISTALLINA
della cella elementare possono essere descritte mediante tre vettori reticolari a, b,
e e, che hanno origine da un angolo della cella elementare (Figura 3.lb). La
lunghezza degli assi a, b, e e e gli angoli tta tali assi a, /3e "/, sono le costanti
reticolari della cella elementare.
Assegnando dei valori specifici alla lunghezza degli assi e agli angoli compresi
tra essi, possono essere costruite celle elementari di diverso tipo. La
cristallografia ha mostrato che sono necessari solamente sene diversi sistemi
cristallini per dare origine a tutti i possibili tipi di reticolo. Questi sistemi
cristallini sono elencati i11Tabella 3.1.
Alcuni dei sette sistemi cristallini hanno delle possibili v~anti nella unità
elementare base. A. J. Bravais 1 mostrò che 14 celle elementari standard possono
descrivere tutti i possibili reticoli cristallini. Questi reticoli, detti di Bravais, sono
mostrati in Figura 3.2. Ci sono quattro tipi fondamentali di cella elementare: (1)
semplice, (2) a corpo centtato, (3) a facce çentrate, e (4) a base centrata.
Nel sistema cubico ci sono tre...t.ipi di cella elementare: cubica semplice,
cubica a corpo centrato e cubie~ a facce centrate. Nel sistema ortorombico tutti
e quattro i tipi fondamentali sono rappresentati. Nel sistema tetragonale vi sono
a
a
•,..
e - e"
., I
I
,rfil]
.a·------•
~ a __ ,:...-..+-
__
a b
.-).(,_ Tetragonale
a ••
a• •
Monoclino
a---.:...-
..........
•
b
Romboedrico
I•
a
a
-!Il-
.,. I
•
I,
a e --.,•
I
a----'.:.--..j.,-j•
a b
solo due tipi: semplice e a corpo ce11trato; il tipo tetragonale a facce centrate
sembra non esserci, ma in realtà può essere costruita a partire da quattro celle
elementari tetragonali a corpo centrato. 11sistema monoclino ha celle elementari
semplici e a base centrata, e i sistemi romboedrico, esagonale e triclino hanno
solo la cella elementare semplice. r
centrato (CCC) (Figura 3.3a). cubica a facce centrate (CFC) (Figura 3.3b) e
esagonale compatta (EC) (Figura 3.3c). La struttura EC è una variazione più
densa della struttura cristallina esagonale semplice mostrata in Figura 3.2. La
maggior parte dei metalli crì.staHizza con queste strutture compatte in quanto
tanto più gli atomi si avvicinano gli uni agli altri legandosi saldamente insieme.
tanto più viene rilasciata energia, dando luogo ad una situazione ·dì Jivell~
energetico più b.assoe conseguentemente più stabile.
Va sottolineato che le dimellSionidelle celle elementari dei metalli cristallini
mostrate in Figura 3.3 sono estremamente ridotte. Il Iato della cella elementare
cubica del ferro CCC, per e.sempio. a temperatura ambiente è pari a
O,287 x 10-9 m, cioè 0,287 nanometri (nm)1• Perciò, se celle elementari del
ferro puro venissero allineate, in un millimetro ci starebbero:
1
l nanometro 1o-9 m.
66 Capitolo 3
4R
-13a= 4.R oppure a (3.1)
v'3
1
Alcuni dei principi dell'analisimediante diffrazionedei raggi X verrannoesposti nel
Paragrafo3.11.
Struttura e geometria cristallina 67
4R
-)
a
l
FIGURA 3.5 Cella
elementare CCCchemostra
le relazioni
cheintercorrono
trala costante
reticolare
ae
il raggioatomicoR.
• Calcolatodallecostanti reticolariusando
l'Equazione(3.1),R v'3a/4
Eserciziario
Vedi Esercizio3.1.
Se gli atomi nella cel1a elementare CCC vengono considerati sferici, può essere
calcolato un fattore di compattazione atomica {FCA) utilizzando l'equazione
Utilizzando questa equazione, per la cella elementare CCC (Figura 3.3a) si può
calcolare un FCA pari a 0,68; ciò significa che il 68 perc,into del volume della
cella elementare CCC è occupato dagli atomi e il restante ;32 percento è spazio
libero. La struttura cristallina CCC non è in realtà una struttura
particolarmente compatta. in quanto gli atomi potrebbero essere avvicinati
maggiormente; ciononostante molti metalli come il ferro, il cromo, il tungsteno,
il molibdeno e il vanadio banno a temperatura ambiente struttura cristallina
CCC. La Tabella 3.2 elenca le costanti reticolari e i raggi atomici di alcuni
metalli CCC.
Eserciziario
Vedi Esercizio3.2.
I
Struttura Consideriamo ora la cella elementare con struttura cristallina CFC, mostrata in
cubica a facce Figura 3.6a. In questa cella elementare vi è un punto reticolare in ogni angolo
centrate (CFC) del cubo e un punto. al centro di ogni faccia. Il modello a sfere rigide di Figura
3.6b permette di calcolare che gli atomi nella struttura cristallina CFC sono
notevolmente compatti; il FCA per questa struttura è di O,74 rispetto allo 0,68
della struttura CCC che risulta quindi essere meno compatta.
La cella elementare CFC è costituita da quattro atomi per cella, come
mostrato in Figura 3.6c; gli otto angoli con un ottavo di atomo contano per un
atomo (8 · 1/8 = 1), e i sei semi atomi suHe sei facce del cubo contribuiscono per
altri tre atomi (6· ½ 3). Gli atomi nella cella elementare CFC sono in contatto
l'uno con raltro lungo la diagonale della faccia del cubo, come mostrato in
Figura 3.7, cosicché la relazione che intercorre tra la lunghezza del lato del cubo
a e il raggio atomico R è
Il FCA della struttura CFC pari a 0,74 è il più elevato possibile per "atomi
sferici". Molti metalli come alluminio, rame, piombo, nichcd e ferro ad alta
temperatura (da 912 a I394°C) cristallìzzano con una struttura CFC. La Tabella
3.3 elenca le costanti reticolari e i raggi atomici per alcm1i metalli con struttura
CFC.
FIGURA3.6 Cella
elementare CFC:
{a}disposizioneatomica
(a) (b)
dellacellaelementare, (C)
(b)cellaelementarea sfere
rigidee (e)cellaelementare
isolata.
nel Paragrafo 3.8. Nessun metallo cristallizza invece con struttura .esagonale
semplice (Figura 3.2) in quanto il FCA sarebbe troppo basso; cristallizzando
con struttura EC gli atomi raggiungono energìa più bassa e conseguentemente
condizioni più stabili.
La cella elementare isolata EC è mostrata in Figura 3.8c e ha un equivalente
di sei atomi per cella elementare. Tre atomi formano un .triangolo nel piano
intermedio, come mostrato dalle posizioni atomiche di Figura 3.8a; ci sono poi
FIGURA.3.7 Cella
elementarechemostra le
relazioni
chei.ntercorronotra
la costante
reticolare
a edil
raggioatomico R. Gliatomi
si toccano
lungola
dellafaccia
diagonale di
lunghezza"2.a= 4R.
70 Capitolo 3
sei parti di l /6 di atomo su entrambi i piani superiore e inferi ore della cella,
=
equivalenti ad altri due atomi (2.6 · 1/6 2); infine c'è un mezzo atomo al
centro sia del piano superiore che di quello inferiore, equivalenti ad un atomo
aggiuntivo. Il numero totale di atomi nella struttura cristaliina della cella
elementare EC è quindi 3 + 2 + 1 6.
Nella struttura cristallina EC. il rapporto tra l'altezza e del prisma
esagonale e il lato della base a è chiamato rapporto e/a (Figura 3.8a); il rapporto
e/a per una struttura crista1Iina EC ideale. che consiste in sfere unifonni
avvicinate il più possibile. è pari a 1,633. La Tabella 3.4 elenca alcuni importanti
TABELLA3.4 Metalli con struttura cristallina EC a temperatura ambiente (20°C) e valori delle
costanti reticolari, dei raggi atomici e dei rapporti e/a
, ..
Costanti
reticolari, nm
[ Eserciziario
Vedi Esercizio3.3.
Per determinare le posizioni degli atomi nelle celle elementari cubiche, si utilizza
un sistema a tre assi ortogonali x, y e =· In cristallografia solitamente si
assumono positivi l'asse x quando uscente dal piano del disegno, l'asse y [;
quando rivolto verso destra e l'asse z quando rivolto verso l'alto (Figura 3.9). I l:
versi negativi sono gli opposti di quelli appena descritti. ~
I
+z
(0,0,1) ,,
-.X
_co_,o_,1_)
___ (o•.1, 1)
/·(-1,0,0)
.,,/
(0,-1,0) .,,"' (0.1.0)
-.r< ·- - - -.,,-------
1(0,0,0) +y
.,,
(l.0,0).,"
+x
11• ero,o,-t} X
FIGURA 3.9 (a)Assi
ortogonalix,y e z utilizzati t
-z
perdeterminare le posizioni
nellecelleelementari (a) (b)
cubiche,
(b} Posizioni degli
atominella.cellaelementare
CCC,
l'atomo centrale della cella elementare CCC ha coordinate (1/2. 1/2. 1/2). Per
semplicità qualche volta. per la cella elementare CCC vengono specificate solo
due posizioni, che sono (0, O, O) e (1/2'. l/2, 1/2); le restanti posizioni atomiche
possono essere facilmente ricavate. Le posizioni degli atomi nella cella CFC
possono essere ricavate in modo analogo a quello visto per la cella elementare
ccc.
X X
._) [11JJ
r2101---""
-'g--'
!iiO}·i4==?1·
x
·~.
Notare la O
nuova origine
• .
(a) (b)
Origine .J.,.;.;.._.,......;1---J-----'~1 y
-ri
[100]
X • X
(e) (d)
Eserciziario }
i------- Vedi Esercizi3.4, 3.5, 3.6.
'
I
l
Struttura e geometria cristallina 75
In molti casi è necessario fare riferimento a specifici piani di atomi de] reticolo
all'interno de1la struttura cristallina, oppure potrebbe essere interessante
conoscere l'orientamento cristallografico di un piano o di un gruppo di piani
in un reticolo cristal1ino. Per identificare i piani cristallini nelle strutture
cristalline cubiche, viene utilizzato il sistema dì notazione di Miller 1• Gli indici
di Miller dì un piano cristallino sono definiti come i reciproci delle intersezioni
frazionarie (con le frazioni normalizzate a numeri interi) del piano con gli assi
cristalJografici x, y e z relativi ai tre spigoli non paralleli della cella elementare
cubica. Gli spigoli del cubo della cella elementare rappresentano de1le unità di
lunghezza, e le intersezioni dei piani del reticolo sono misurate in rapporto a
queste unità di lunghezza.
La procedura per determinare gli indici di Miller per un piano cristaJlino
cubico è la seguente:
La Figura 3.12 mostra tre dei più importanti piani cristallografici di una
struttura cristallina cubica. Consideriamo dapprima il piano cristallino
ombreggiato di Figura 3.12a, che ha intersezioni con gli assi x, y e =
rispettivamente I, oc, oc. Per ottenere gli indici di Miller, facciamo i reciproci di
questi valori e otteniamo quindi O00). notazione che viene letta come piano
uno-uno-zero.
Consideriamo ora il secondo piano(Figura 3.12b) le cui intersezionì sono 1,
l, oo; dato che i reciproci di questi numeri sono 1, l, O, che non coinvolgono
frazioni, gli indicì di Miller di questo piano sono (I 10). Infine il terzo piano
1
William Hallowes Miller (1801·1880). Cristallografo inglese che pubblicò il "Tratise on
Cristallography" nel 1839, utilizzando assi cristallografici di riferimento paralleli aglì
l
spigoli del cristallo e utilizzando indici reciproci.
76 Capitolo 3
zI
(110}
(100
X X X
FIGURA 3.1.2Indicidi
Millerdi alcuniimportanlì
pianicristallografici
del (Figura 3.12c) ha intersezioni 1, 1, l e conseguentemente ind~ci d~ Miller (111).
cubo:(a) (100).(b) (110)e
(e}(111).
Consideriamo ora il piano cristallino del cubo mostrato m Figura 3.13 che
ha intersezioni 1/3, 2/3 e 1; i reciproci di queste intersezio~ì sono _3,3/2 .e l; dato
che le intersezioni frazionarie non possono essere prese m cons1der_az1one,. pe~
eliminare la frazione 3/2 bisognlil moltiplicare per 2; i reciproci delle mtersez1om
diventano 6, 3, 2 e quindi indici di Miller sono (632). . . .
Se il piano cristallografico che stiamo considerando passa. pe~ 1ongme
cosicché una o più intersezioni con gli assi hanno valore zer~, 11pian~ deve
essere spostato nella stessa cella elementare parallelamente a se stesso, m um,
,.
Piano O I0) l
Piano (110) 2
Afo---./·-1
'
O.,
' B
y
Piano ( l lOJ 3
,.
d110
FIGURA3;14 Vista
ìnpìantadi unacella
elementare
cubica
che
mostra la distanzadno
trai pianicristallini
(110).
Per esempio in Figura 3.14 la distanza tra i piani (110) le 2, detta dno, è
AB, invece la distanza tra i piani {11O) 2 e 3 é, detta d11o~èla distanza BC. In
base a semplici considerazioni geometriche, si può din:ostrare che per le
strutture cristalline cubiche:
dhkl = a (3.4)
JJP-+P.+P
dove dhkl distanza interplanare tra piani paralleli vicini con indici di
Miller h, k e /,
a costante reticolare (spigolo della cella cubica),
h, k, I= indici di Miller dei piapi del cubo in esame.
Eserciziario
Vedi Esercizi3.8, 3.9, 3.1O.
Indici dei piani I piani cristallini nelle celle elementari EC vengono comunemente identificati
nelle celle utilizzando quattro indici al posto dei tre utilizzati per il sistema cubico. Gli
elementari EC indici dei piani cristallini della cella EC, chiamati indicì di Miller-Bravais, sono
indicati dalle lettere h, k. i. e I e sono racchiusi in parentesi tonde senza virgole
secondo la notazione (hkil). Questi indici a quattro cifre per celle esagonali sonL~
basati su un sistema di coordinate a quattro assi~ come mostrato per la cella EC
di Figura 3.15; ci sono tre assi fondamentali. ai, a2 , e a 3 , posti a 120° l'uno
dall'altro, mentre il quarto asse, o asse c. è l'asse verticale collocato al centro
della cella elementare, L'unità di misura a misurata lungo gli assi a 1, a2, e a3, è la
distanza atomica lungo questi tre assi ed è mostrata in Figura 3.15. L'unità di
misura e lungo l'asse e è l'altezza della cella elementare. I reciproci delle
intersezioni del piano cristallino con gli assi a,.
a2, e a3 forniscf gli indici h, k e i,
mentre il reciproco dell'intersezione con l'asse e fornisce l'indice l.
Piano di base I piani di base della cella eleme11tare EC hanno una grande
importanza per questo tipo di struttura cristallina, e vengono mostrati in Figura
3.16a. Dato che il piano di base ,in atto alla cella elementare EC (Figura 3.16a) è
parallelo agli assi a 1, a2, e a3, le intersezioni di questo piano con tali assi saranno
all'infinito, cioè a 1 oo, a2 oo e a3 = oo; la misura sull'asse e è unitaria dato
che la base superiore interseca l'asse e ad una distanza unitaria. Facendo i
reciproci di questi valori si hanno gli indici di Miller-Bravais del piano di base
=
della cella EC, pari a h = O, k = O, i = O e / l; il piano di base della cella EC è
quindi un piano zero-zero-zero-uno, o piano (0001).
Struttura e geometria cristallina 79
+e
+a
r
e
_J_
I I ,
FIGURA3.15 Struttura I -C I ,
cristallina
ECconindicatii i-a~ ~~
quattroassicoordinali
(a1,
a2,8Je e).
(0001)
C!OiO)
'
'
(a)
prismatico ABEF di Figura 3 .16b ha gli indici ( 1I 1O) e il piano DCG H ha indici
(0110).
Tutti i piani prismatici cristallograficamente equivalenti della cella EC
possono essereidentificati collettivamente come famiglia di piani { l OTo}.
Qualche volta i piani della cella EC vengono identificati solamente con tre
indici (hkl) dato che h + k = -i; tuttavia gli indici (hki/) sono più comunemente
usati in quanto rivelano immediatamente la simmetria esagonale della cella
elementare EC.
Piano 011)
Piano(0001)
(a)
(b)
i=:1G_URA tra(a)lastruttura
3._18Conlronto cristallina
CFCchemostra i pianicompatti
(111)e (b)lastruttura
cristallina
ECchemostra i
~'.~~-compatti
{0001
). [DaW G.Moffatt,
G.W PearsaleJ. Wultf,"TheSlructure
andProperties
otMaterìals':
voi.J, "Structure'~
Wiley;1964,
1
Come pun:ualizzato nel Paragrafo 3.3, gli atomi della struttura EC si spostano
legge~ente nsp~tto al!a st~1.ltt~raideale; in alcuni metalli EC gli atomi sono allungati
lungo l asse e, e m ahn casi essi sono compressi lungq tale direzione (vedi Tabella i4).
82 Capitolo 3
PianoA
Vuoto a Vuoto a
Vuotob Vuotob
{a) (b)
Piano.A
Piano B
Piano C
(d)
(e)
·-
FIGURA 3.19 formazione dellestrutture ECe CFCattraverso
cristalline l'ìmpilamento
di pianidi atomL(a)PianoA chemostrai vuoUae
b. (b)PianoB postosuivuotib delpianoA. (e)Terzo planopostosuivuotib delpianoB,cheform~ unaltropi~no_A
e quindiuna~trutt~ra
ECdìtipoABABAB
cristallina ....(d)TerzopianopostosuivuotiadelpianoB,cheformaunaltropranoCe qumd1 unastruttura
cnstalhna
CFC,di tipoABCABC daP. Andere A. J. Sonnessa,
.....[Adattato "Principles
of Chemistry·:
Macmillian,1965,p.6611.
[]Ìlj
Piano Piano
(}00) (l IO)
(a) (b)
FIGURA3.20 Struttura
cristallina
CCCmostrante (a)il piano(100)e (b) unasezione
delpiano(110).Si notichequesta nonè
struttura
compatta,
male diagonali
sonodirezioni
in cuigli atomisonocompatti.[(a)daW G.Mottatt.G. W.Pearsa/l e J. Wulff,"TheStructure
and
Properties
ot Materials':
vol I, "Structure''.
Wiley,1964,p.51J.
StrutturaCCC La struttura cristallina CCC non è una struttura compatta e quindi non ha piani
compatti come i piani { 11 l} della struttura CFC o i piani {0001} della struttura
EC. I piani con gli atomi più compatti de11a struttura CCC appartengono alla
famiglia di piani {110}, come il piano (ll0) mostrato in Figura 3.20b. Nella
struttura CCC, tuttavia, gli atomi sono molto vicini fra loro lumw le direzioni
delle diagonali, cioè lungo le direzioni < J11 > . · -
Densità atomica Utilizzando il modelJo a sfere rigide per descrivere la struttura cristallina di una
volumetrica cella elementare di un metallo ed utilizzando i valori di raggio atomico ottenuti
84 Capitolo 3
mediante diffrazione dei raggi X, .il valore della densità atomica volumetrica del
metallo può essere ottenuto mediante la ~eguente equaziope:
massa/cella élementare
(3.5)
Densità volumetrica del metallo , Pv = volume/cella elementare
Usando questa formula ad esempìo per il rame si ottiene una densità di 8,98
Mg/m 3 (8,98 g/cm 3). Il valore sperimentale tabulato per la densità del rame è di
n
8,96 Mg/m 3 (8,96 g/cm 3). valore inferiore della densità sperimentale rispetto a
quella teorica potrebbe essere attribuita a1l'assenza di atomi in alcuni siti
atomici (vacanze), a difetti di linea, e disadattamento dove i grani si incontrano
(bordi di grano). Questi difetti cristallini saranno discussi nel Capitolo 4.
Un'altra causa di questa discrepanza potrebbe anche essere la non perfetta
I
sferidtà degli atomi.
Eserciziario
Vedi E~ercizio3.11.
Densità atomica Qualche volta può essere utile conoscere le densità atomiche sui vari piani
planare cristallini. Per ca]colare tale densità, chiamata densità atomica planare, si
utilizza la relazione
Per semplicità in questi calcoli viene solitamente utilizzata l'area di un piano che
interseca una cella elementare, come mostrato, per esempio, in Figura 3.21 per il
piano (110) nella cella elementare CCC Perché in questo calcolo sia contata !'are~
di un atomo, il piano in esame deve intersecare l'atomo al suo centro. Come si
vede il piano (110) interseca il centro di cinque atomi, ma ne vengono conteggiati
solamente due, dato che solo un quarto dell'area di ognuno dei quattro atomi in
angolo è presente sul piano di sezione all'interno della ce1la elementare.
Eserciziario
Vedi Esercizio3.12.
Densità atomica Può essere utile conoscere anche le densità atomiche lungo diverse direzioni
lineare delle strutture cristalline. Tale densità, chiamata densità atomica lineare, sì
calcola utìlìzzando la fonnula:
(110)
Eserciziario
Vedi Esercizio3.13.
T a
Eserciziario
Vedi Esercizio3.14.
"C Ferroliquido
1539
FerroS (CCC}
1394
Ferroy (CFC)
E
1 912
=
E
g_
E
i:! Ferroa(CCC)
FIGURA3.23 Forme
cristalline
allotropiche
del
ferroconil variare
della -273
temperaturaeda pressione
atmosferica.
Sorgenti di raggi X I raggi X utilizzati per la diffrazione sono onde elettromagnetiche con lunghezze
d'onda compresa tra 0,05 e 0,25 nm (0,5 e 2,5 À). Per confronto la lunghezza
d'onda dello spettro del vìsibile è dell'ordine dei 600 nm (6000 À). Per produrre
raggi X da utilizzare per la diffrazione. è necessario un voltaggio di circa 35 k V
applicato tra un catodo e un anodo, bersaglio metallico, entrambi posti sotto
vuoto, come indicato nella Figura 3.24. Quando il filamento di tungsteno del
catodo viene riscaldato, vengono rilasciati elettroni per emissione termòionica,
che vengono accelerati attraverso il vuoto daU'elevata differenza di potenziale
esistente tra il catodo e l'anodo, aumentandone così l'energia cinetica. Quando
gli elettroni colpiscono il bersaglio metallico (per esempio di molibdeno), si
generano raggi X. Poiché la maggior parte dell'energia cinetica (circa il 98%)
viene convertita in calore. il bersaglio metallico deve essere raffreddato mediante
un sistema esterno di raffreddamento.
Lo spettro emesso dai raggi X quando si usa un voltaggio dì 35 kV e un
bersaglio di molibdeno è mostrato in Figura 3.25. Lo spettro mostra una
radiazione continua di raggi X per lunghezza d'onda compresa tra 0,2 e 1,4 A
(tra 0,02 e O,14 nm) e due picchi caratteristici della radiazione che sono chiamate
linee Ka e K.a. La lunghezza d'onda delle linee K 0 e K.a sono caratteristiche
dell'elemento. Per il molibdeno, la linea Ka sì ha ad una lunghezza d'onda di 0.7
A (0,07 nm). L'origine di tale valore caratteristico è spiegabile tenendo presente
che gli elettroni K (elettroni nell'orbitale n = 1), a seguito del bombardamento
dell'atomo da parte di elettroni ad alta energia, vengono eccitati a orbitali
superiori (n = 2 o 3). In seguito, alcuni elettroni da tali orbitali 2 o 3 ricadono a
livelli di energia più bassi per rimpiazzare gli elettroni K persi, emettendo
88 Capitolo3
I
Vuoto Filamentodi tungsteno Vetro
I
Al'trasformatore
Diffrazione Dato che la lunghezza d'onda delle radiazioni X è confrontabile con la distanz,1
dei raggi X interplanare degli atomi nei solidi cristallini, quando un fascio di raggi X
colpisce un solido cristallino, possono essere prodotti dei picchi di diffrazione·
rinforzati di radiazioni di varie intensità. Tuttavia, prima di considerare
l'applicazione della tecnica di diffrazione dei raggi X all'analisi deHa struttura
cristallina, si considerino le condizioni geometriche necessarie per produrre fasci
dì raggi X diffratti o riflessi.
Consideriamo un fascio monocromatico di raggi X (con"singola lunghezza
d'onda) incidente su un cristallo, come mostrato in Figura 3.27. Per semplicità
sostituiamo i piani cristallini formati da atomi con piani cristallini che agiscono
come specchi nel riflettere i raggi X incidenti. Nella Figura 3.27 le linee orizzontali
rappresentano un insieme di piani cristallìni paralleli con indici di Miller (hkl).
Quando un fascio monocromatico incidente di raggi X di lunghezza d'onda >..
colpisce questo insieme di piani con un angolo tale che le varie onde che lasciano i
differenti piani non sono in fa.se tra loro, non si genera alcun fa.scio rinforzato
(Figura 3.27a); si ha in questo caso una interferenza distruttiva. Se invece le onde
del fascio riflesso che lasciano i diversi piani sono infase tra loro, allora si genera
un/a.scio rinforzato e si ha una interferenza costruttiva (Figura 3.27b).
Si considerino, come indicato in Figura 3.27c, i raggi X incidenti l e 2;
Strutturae geometriacristalUna 89
16 A37.2
MoKa
,,:
-~ 12 MoKp
"§
'"' Radiazione
V.
i:: caratteristica
C)
] 8
\
4 \ Radi~ione
continua
FIGURA 3.25 Spettro
di emissìonedi raggiX
prodotti
quando Il o
molibdeno è utilizzato
come
Lunghezzad'onda i., À
metallo
bersaglio in untubo
a raggiX operante a 35 kV.
perché questi raggi siano in fase, la distanza aggiùntiva che deve percorrere il
raggio 2, pari a MP + PN, deve essere un multiplo della lunghezza d'onda >..
Quindi
n>-.=MP+PN (3.8)
tj.ove n = 1, 2. 3, ... viene chiamato ordine della diffrazione. Dato che sia M Pche
---------- Ionizzazione
---------- N n=4
--.-------.--4-,- M 11 =3
l
,.
·~
.......-----,~----..:..t_...!t_.
K13
L n=2
La L~
g
I.!.,
Ka
FIGURA 3.26 Livelli
energetici
deglielettroni
molibdeno
natura
chemostrano
nel
Kne
delleradiazioni
la l l
...,__.:...._ _______ ..,i K n= l
Ka.
90 Capitolo 3
Raggi-X laggi-X
incidenti non·ri.flessi
(ar
(b)
(e)
FIGURA3.27 Riflessione
di unlasciodi raggiX suipiani{hkl)di uncristallo.
(a)Perunangolo
di
incidenzaarbitrario
nonvieneprodotto nessun raggioriflesso.
{b)Perunangolodi incidenza e ugualea
quellodi Bragg, {e)Similea (b),soloéhela rappresentazione
gliangoliriflessisonoin fasee si rinforzano.
dell'ondaè stataomessa.
[DaA. G.Guye J. J. Hren,"Elements ofPhysicalMetallurgy'',
3d ed.,Addison-
Wes/ey, 1914, p.201].
L
Struttura e geometria cristallina 91
PN sono uguali a dhk1sinB, dove d11kl è lo spazio interplanare dei piani cristallini
di indici (hkl), la condizione perché abbia luogo interferenza costruttiva {cioè la
formazione di picchi di diffrazione di radiazione intensa) deve essere
(3.9)
(3.10)
Eserciziario
Vedi Esercizio3.15.
AnaJisi delle Analisi mediante diffrazione dei raggi X con il metodo delle polveri La tecnica
strutture di diffrazione dei raggi X più comunemente usata è il metodo del1e polveri. In
cristalline questa tecnica viene utilizzato un campione ridotto in polvere, ottenendo così un
orientamento casuale di molti cristalli, tale da garantire che alcune delle
partice11e siano orientate rispetto al fascio di raggi X in modo tale da consentire
le condizioni di diffrazione previste dalla legge di Bragg. Le indagini mediante
diffrazione vengono attualmente realizzate utilizzando diffrattometri dotati di
un rilevatore in grado di determinare sia l'intensità che l'angolo del fascio
diffratto {Figura 3~28). Un registratore diagramma automaticamente l'intensità
del fascio diffratto in funzione dello spostamento del rilevatore lungo un
goniometro circolare 2 (Figura 3.29) che è sincronizzato con il campione su un
intervallo di 20. La Figura 3.30 mostra un tipico diagramma di diffrazione dei
raggi X, che riporta l'intensità del raggio diffratto in funzione dell'angolo di
diffrazione 20 per un campione di povere di un metallo puro. Al posto del
diffrattometro può essere utilizzata una camera chiusa con una pellìcola, ma
questo metodo è più lento e in molti casi meno conveniente.
1
William Henry Bragg (1862-1942). Fisico inglese che lavorò sullo studio della
cristallografia mediante raggi X.
2 Il goniometro è uno strumento per misurare gli angoli.
92 Capitolo 3
FIGURA 3.28
Difirattometro
a raggiX (con
deiraggiX
la protezione
rimossa).[Phlllips
Electronic
lnstruments,
lncJ
Rivelatore
di radiazioni
Rivelatore di radiazioni
{mobilesu goniometro circolare}
"\
Raggio diffratto '-a.. 30 Piano
28 20
IO
o
Raggioincideme t
Generatore \
di radiazioni Vista dall'aho del provino
fissato nel goniometro
FIGURA3.29 Illustrazione
schematica
delmetodo
di analisicristallina
perdiffrazione
e delle.condizioni perladiffrazione.
necessarie [DaA.
Guy,"Essential
ot Materials
Science';
McGraw~Hill,19161.
200 I
FIGURA 3.30
Diagramma degliangolidi
diffrazione
peruncampione 110
di tungsteno,
ottenuta 310
utilizzando
undiffrattometro 2ìl
~ 321 400
,,
conradiazioni
generate
da
~ 2,
222
rame.[DaA. G.Guye J. J.
Hren,"Elementsot Physical
s
.5
220 ~I\
(3.12)
l
Struttura e geometria·c:ristalÌina 95
CCC e CFC, possiamo determinare i valori per i rapporti sin20 per entrambe le
strutture CCC e CFC.
Per la struttura cristallina CCC le prime due serie di piani principali di
diffrazione sono i piani {ll0} e {200} (Tabella 3.7). Sostituendo gli indici di
MHler {hkl} di questi piani nell'Equazione (3.13), si ha
· (3.14)
sin 20A 12 + 12 + 12
-,-.- = , 2 2 = 0.75 (3.15)
shr8 8 2- +o + O
l'analisi mediante diffrazione dei raggi X sperimentale sia quella teorica sono
state usate, e continuano ad esserlo, per la determimydone della struttura
cristallina dei materiali.
Eserciziario
Vedi EserciZio3.16.
RIASSUNTO
L'arrangiamento atomico nei solidi crist~llini può essere descritto mediante una
struttura tridimensionale di linee chiamata reticolo 'Cristallin.o .. Ogni reticolo
cristallino può essere descritto specificando le posìzioni degli ·atomi in una celle
elementare che si ripete. Ci sono sette sistemi cristallini basati sulla geometria
definita da lunghezze degli assi e angoli tra gli assi delle celle elementari. Questi
sette sistemi determinano un totale di 14 sottostrutture (celle elementari)
connesse agli arrangiamenti interni de1le posizioni atomiche nelle celle
elementari.
Nei metalli le più comuni celle elementari delle strutture cristalline sono:
cubica a corpo centrato (CCC), cubica a faccia centrata (CFC), ed esagonale
compatta (EC) (che è una variazione più densa della struttura esagonale
semplice). ·
Le direzioni cristallografiche nei cristalli cubici sono definite come le
componenti vettoriali delle direzioni rispetto ad ogni asse, ridotte ai numeri
interi più piccoli; esse sono indicate con la notazione [uvw].Famiglie di dire1Joni
simili sono i.ndicatecon la notazione < uvw >. Gli indici dei piani cristallini nei
cristalli cubi.ci sono calcolati come i reciproci deHe intersezioni del piano sugli
assi (dopo avere eliminato le frazionì) e vengono indicati con la notazione (hkl).
Famiglie di piani simili nel cristallo cubico sono indicati con la notazione {hk/}.
I piani cristallini nei cristaUi esagonali sono comunemente indicati da quattro
indici h, k, f e / racchiusi in parentesi (hkil). Questi indici'sono i reciproci
dell'intersezione del piano sugli assi a1, a2, e a3 e e della cella elementare a
struttura cristallina esagonale. Le direzioni cristallografiche nei cristalli
esagonali sono i componenti vettoriali delle direzioni rispetto ad ognuno dei
quattro assi coordinati, ridotti ai numeri interi più piccoli e sono indicati come
[uvtw].
Utilizzando per gli atomi il modello. atomico a sfere rigide, possono essere
calcolate le densità volumetrica, planare e lineare degli atomi nelle celle
elementari. I piani in cui gli atomi si compattano il più possibile sono detti piani
compatti, e le direzioni in cui gli atomi sono il più possibile addensati insieme
sono dette direzioni compatte. I fattori di compattazione atomica per differenti
strutture cristalline possono essere determinati utilizzando il modello atomico a
Struttura e geometria cristallina 97
sfere rigide. Alcuni metalli hanno differentì ·strutture cristallìne per dìff erenti
intervalli di temperatura e pressione, e tale fenomeno·è chiamato polimorfismo.
Le strutture cristalline dei solidi cristallini possono essere determinate
utilizzando le tecniche di diffrazione dei raggi X. I raggi X sono diffratti nei
cristalli quando sono soddisfatte le condizioni della leggé di Bragg
=
(n). 2d sin0). Utilizzando un diffrattometro a raggi X e il metodo delle
polveri, può essere determinata la struttura cristallina di molti solidi cristallini.
DEFINIZIONI
Paragrafo 3.1
Cristallo:solid.o composto da atomi. ioni o molecole arrangiate in un modello che si
ripete nelle tre dimensioni.
Strutturacristallina:sequenza ordinata e ripetitiva nelle tre dimensioni nello spazio di
atomi o ioni.
Reticolo cristallino: sequenza tridimensìonale di punti ogpuno dei quali ha punti
prossimali identici.
Punto reticolare:punto della sequenza nel quale tutti i punti hanno punti prossimali
identici.
Cella elementare:opportuna unità base del reticolo cristallino che si ripete. La lunghezza
degli assi e gli angoli tra gli assi sono le costanti reticolari della cella elementare.
Paragrafo 3.3
Cella elementare cubica a corpo centrato(CCC): cella elementare con una disposizione
degli atomi mie che ogni atomo è a contatto con altri 8 atomi identici sugli
aneoli di un cubo immae:inarìo.
Cella ;lementare cubica a f;cce centrate.(CFC): cella elementare con una disposizione
degli atomi tale che 12 atomi circondano un atomo centrale. La sequenza d.i
impilamento dei piani compatti nella struttura CFC è ABCABC. ..
Cella elementare esagonale compatta (EC): cella elementare con una disposizione degli
atomi tale che 12 atomi circondano un atomo centrale. La sequenza di impilamemo
dei piani compatti nella struttura CFC è ABABAB ...
Fattore di compattazione atomica (FCA): volume degli atomi di una determinata cella
elementare diviso per ìl volume della cella.
Paragl'afo3.5
Indici delle direzioni nei cristalli cubici: una direzione in una: cella elementare cubica è
indicata da un vettore tracciato dalrorigine ad un punto nella cella elementare
attraverso la superficie della cella: le coordinate di posizione (x. y e:) del vettore dove
esso abbandona la superficie della cella elementare (dopo avere eliminato le frazioni)
sono dette indici di direzione. Questi indici, designati u, 1• e w sono racchiusi. in
parentesi quadre [uvwJ. Gli indici negativi sono indicati da un trattino posto sopra
l'indice stesso.
98 Capitolo 3
Paragrafo 3.6
lndici dei piani nei cristalli cubici (indici di Miller): i reciproci ~elle intersezioni (dopo
avere eliminato le frazioni) di un piano cristallino con gli assi x, y e z di una cella
elementare cubica sono chiamati indici di Millet del piano. Essi sono h, k e l
rispettivamente per gli assi x, y e z, e sono racchiusi in parentesi tonde (hkl). Notare
che il piano cristallino deve non passare per l'origine degli assi x, y e z.
Paragrafo 3.9
Densitàdi volumep.,: massa per unità di volume; questa quantità è solitamente espressa in
Mg/in3 o g/cm 3•
Densità planarepp: numero equivalente di atomi i cui centri sono intersecati da una
determinata area, diviso l'area stessa.
Densitàlinearep 1: numero di atomi i cui centri giacciono lungo una determinatadirezione
diviso una determinata lunghezza di linea .nellacella elementare.
I
Paragrafo 3.10
Polimorfismo:(per quanto concerne i metalli): capacità di un metallo di esistere in due o
più strutture cristalline. Per esempio, il ferro può avere una struttura cristallina CCC
o CFC in funzione della temperatura.
SOLIDIFICAZIONE,
DlFE111CRISTALLINI
E DIFFUSIONENEI SOLIDI
fuso (per esempio leghe di alluminio o di rame) in una lingottiera che ha un fondello
mobile (vedi Figura 4.8) che viene lentamente abbassato mentre il metallo solidifica. Il
prefisso semi- è usato pet il fatto che la lunghezza massima del lingotto che si può
produrre è limitata dalla profondità della fossa nella quale il blocco inferiore è abbassato.
· 100 Capitolo 4
FIGURA 4.2
Schematìzzazione deivari
stadinellasolidificazione
dei
metalli:(a)formazione di
nuclei,(b)crescita di nuclei Cri~talli che Grani
neicristalli,e (e)unione dei formeranno grani
cristalliperformare i grani,
connessi tra loromediantei
bordidi grano.Si notichet (a) (b) (e)
granisonoorientati inmodo
casuale.
Solidificazione,
difetticristallinie ~ffusionenei solidi 101
Temperaturadi
solidificazione Massimo
Caloredi fusione, Energia sottoraffreddamento
Metallo "C K J/crns superficialeJ/cm2 osservato,!:lT("'C)
,...,...
__ Energiaritardante
variazionedell'energialiberadi superficie
4nr2y
Raggiodella.particella,r---i,.
FIGURA4.4 Variazioni
energialibera.6.Grispetto
di
al
,::
raggiodell'embrione
nucleo createdalla
solidificazione
o
di unmetallo
l ~nergia di spinta .o.Gv=variazionedell'energia Ùberadi volume
=4/3r 3 .6Gv
puro.Seil raggio della
è piùgrande
particella di r'",
unnucleo stabilecontinuerà
a crescere.
più alto ad uno più ba.sso. Nel caso della solidificazione di un metallo puro, se le
particelle di solido che si sono formate. hanno raggio minore del raggiò critico
r*, l'energia del sistema si abbassa se esse si ridisciolgono; queste piccole
particelle (embrioni) tenderanno pertanto a ridisciogliersi. Se invece le particelle
solide hanno raggio maggiore del raggio critico r*, l'energia del sistema si
abbassa se queste particelle di dimensioni superiori (nuclei) tenderanno ad
accrescersi formando particelle ancor più grandi o cristalli (Figura 4.2b).
·sotto forma di equazione la variazione totale di energia libera per la
formazione di un embrione o nucleo sferico di raggio r connessa alla
solidificazione di un metallo puro è:
(4.1)
1nucleisonostabili
in questaregione
d(AGr)
-. d
--dr = -dr .-rrr
3
(4 AG1·+
3 . , )
4rrr- 1 .
12
rrr"2 AG 1• + 87rr",·= O (4.la)
3
,. 2-y
r = - AG,, , ..
Raggio critico in funzione del sottoraffreddamento Maggiore è il grado di
sottoraffreddamento AT al di sotto della temperatura di fusione di equilibrio del
metallo~ maggiore è la variazione dell'energia libera di volume AG,., mentre la
variazione dell'energia di superficie AGs non varia molto con la temperatura.
Quindi, la dimensione critica del nucleo è fortemente influenzata dal grado di
sottoraffreddamento t:..T. In corrispondenza alla temperatura di solidificazione
la dimensione. critica del nucleo tende ad essere infinita poiché AT tende a zero;
quando aumenta il sottoraffreddamento la dimensione critica del nucleo
diminuisce. La Figura 4.5 mostra la variazione della dimensione critica del
nucleo. per il rame in funzione del sottoraffreddamento. A titolo di esempio si
può osservare che il massimo valore osservato di sottoraffreddamento per la
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione nei solidi 105
· nucleazione omogenea dei metalli puri, riportato. in Tabella 4.1, è quello de]
platino ed è di 332°C ad una temperatura di 1772°C. Il nucleo di dimen.sione
critica è messo in relazione alla quantità di sottoraffreddamento dalla relazione:
r*
2,Tm
(4.2)
AH1t:..T
dove r* raggio critico del nucleo
ì energia libera di superficie
AH1 calore latente di fusione
AT quantità di sottoraffreddamento alla quale è formato il nucleo
Da questa rela_zione, ng..tìi dati sperimentali, si può facilmente calcolare per ogni
metallo i1 numer0 minimo di atomi necessari per fom1are un nucleo critico.
Es.erciziario
Vedi Esercizio4.1.
NucJeazioneeterogenea La nucleazione eterogenea è la nucleazione che
avviene in un liquido sulle pareti del suo contenitore, sfl impurezze insolubìli, o
altri .materiali strutturali che abbassano l'energia libera critica richiesta per
formare un nucleo stabile. Dal momento che durante i processi dì solidificazione
industriale non si raggiungono elevati gradi dì sottoraffreddamento (in genere
nell'intervallo tra O,l e l0°C), se ne deduce che in questi casi la nucleazione deve
essere eterogenea e non omogenea.
Perché avvenga la nucleazione eterogenea, l'agente nucleante solido
(impurezze solide o contenitore} deve essere bagnato dal metano liquido. La
Figura 4.6 mostra un agente nucleante (substrato) bagnato dal liquido che
solidifica creando un basso angolo di contatto (l tra il metallo solido e l'agente
nucleante. La nucleazione eterogenea avviene sull'agente nucleante perché
l'energia di superficie per formare un nucleo stabile è più bassa su questo
materiale rispetto a quella che sarebbe necessaria se il nucleo si formasse nel
liquido puro stesso (nucleazione omogenea). Poiché l'energia di superficie è più
bassa per la nucleazione eterogenea, la variazione di energia libera totale per la
formazione di un nucleo stabile sarà più bassa e la dimensione critica del nucleo
sarà più piccola. Pertanto nella nucleazione eterogenea è richiesto un grado
molto minore di sottoraffreddamento per formare un nucleo stabile.
Crescita di cristalli Dopo che sono stati formati nuclei stabili in un metallo che solidifica, questi
e formazione nuclei si accrescono fonnando cristalli, come mostrato in Figura 4.2b. In ogni
di una struttura crista.l.lo che solidifica gli atomi sono disposti in un modo essenzialmente
a grani regolare, ma varia l'orientazione di ogni cristallo (Figura 4.2b). Quando la
solidificazione del metallo è completata, ì cristalli si uniscono tra loro pur se con
diverse orientazioni, formando legami fra i grani limitati a un certo numero di
atomi (Figura 4.2c). Il metallo solidificato che contiene molti cristalli è detto
106 Capitolo 4
~ = angolo di contàtto I
-=-_:::::::::
----
Liquido -
Ì'SL--
- ~Solido
:2!:_____
~V"
_ ,..._~
-- >..,
-- •uL
,j
Agentenucleame
I
FIGURA 4.6 Nucleazione
eterogenea
di unsolidosuunagente na= agente
nucleanre. nucleante,
S = solido,L = liquido.e = angolo
SL= so!ido~!iquido. [DaJ. H.Brophy,
di contatto. R.M. Rose,eJ.
Wulff."Structure
andProperties
ot Materiafs",
voi.Il: 'Thermodynamicsot Structure·:
Wiley,
p.105j.
Graniequiassici
Fonna
(a) (b)
Struttura dei grani Nella produzione industriale, i metalli e le leghe sono ottenuti realizzando la
nei getti industriali solidificazione in varie forme. Se il metallo deve essere deformato dopo la
solidificazione, si producono grossi getti di forma semplice, che poi vengono
trasformati negli opportuni semilavorati. Per esempio, nell'industria dell'al-
luminio, le forme comunemente ottenute sono lingotti dì sezione trasversale
rettangolare (Figura 4.1 ), per ottenere poi lamiere, o lingotti di sezione circolare,
per realizzare poi estrusi I di vario tipo. In molte altre applicazioni, il metallo è
1
L'estrusione è un processo che trasforma un lingotto di metallo in prodotti lunghi di
sezione trasversale uniforme forzando il metallo solidificato, ma allo stato plastico,
attraverso i fori di un utensile chiamato filiera con la sezione trasversale desiderata.
108 Capitolo4
Lingotto
solidificato
fatto solidìficare direttamente nella sua forma finale, come avviene per esempio
nel caso dì pistoni di automobile.
Il grande lingotto rettangolare di lega di aHuminio mostrato in Figura 4.1 è
stato ottenuto con un processo di colata semicontinua in una forma a
raffreddamento diretto. ln questo metodo di solidificazione il metallo fuso viene
colato in una lingottiera con un fondello mobile elle viene abbassato ìentament.e
man mano che la fonna viene riempita (Fìgura 4.8). La lingottiera è raffreddata
con acqua, e l'acqua cola anche lungo la superficie solidificata del lingotto. In
questo modo si possono colare in continuo lingotti di circa 5 metri, come
mostrato in Figura 4.1. Per quanto riguarda l'industria dell'acciaio. circa il 60%
dell'acciaio è ottenuto mediante colata in lingottiere, mentre circa il 40% è
ottenuto per colata continua, come mostrato in Figura 4.9.
Per ottenere getti con dimensione dei grani fine, vengono spesso aggiunti al
metallo liquido, prima di colarlo, degli affinatori di grano. Per le leghe di
alluminio, si aggiungono piccole quantità di titanio, boro, o zirconio subito prima
della colata, in modo da avere durante la solidificazione dei nuclei eterogenei
omogenei finemente dispersi. La Figura 4.10 mostra l'effetto dell'aggiunta di
affinatori di grano durante la solidificazione di lingotti di alluminio per estrusione
-·----·------------------------------
Solidificazione,difetticristallinie diffusionenei solidi 1 09
Piano di fusione
>20 metri sopra il
livello del suolo
Pani~ B- Siviera
~ Lìngoniera
Camera di
raffreddamento -+-
verticale
Sistema Meccanismo di
di taglio curvatura
I Livello del piano
(a)
FIGURA4.9 C?,lata
cont~nua
di li~gottidi acciaio.
(a)Visione
d'insieme:
(b)ingrandimentodellazonadi solidificazione.
[DaH. E
McGannon
(ed), TheMakmg,Shapmg, andTreating ot Steer:
UnitedStatesSteelCorp.,19n pp.707-?0BJ.
viscosoad alta temperatura delle stesse palette ottenute con struttura policristallina
equiassica(Figura 4.1la) o una struttura a grani colonnari (Figura 4.1 Ib), perché
alle alte temperature (circa.al di sopra della metà della temperaturaassoluta di
fusione)i bordi di grano diventanopiù deboli dei cuori dei grani.
Per ottenere strutture monocristalline la solidificazione deve avvenireattorno
ad un singolo nucleo,così che nessun altro cristallo sia nucleato e possa crescere.
Per favorireciò la temperatura di interfacciatra solido e liquidodeve esseresolo
leggennentepiù bassa del punto di fusione del solido e la temperaturadel liquido
deve aumentare all'interfaccia. Questo gradiente di temperaturapuò essere
ottenuto facendo in modo che il calore latente di solidificazione 1 fluisca lungo il
solidìfica.
------ -------------------
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione nei solidi 111
l
I
i
\
.~
Fornoa Metallo
induzione foso
Crogiolo
Contenitore
riscaldato Crescitacompetitiva Selezionedi un
di più grani singolograno
/ Piastra
raffreddata
con acqua
(a) Estrazione t (b) (C)
,
monocristalloin
estrazionedal
silicioliquido
~·-~· Interfaccia
• sQlidoliquido
sistemadi <:!"•
riscaldamento• •
• •
• • Silicio
• ~---- .. fuso '
• •
FIGURA 4.13
Formazionedi un
monocristallo
dl siliciocon
il processo
Czochrolski.
circuiti elettronici integrati allo stato solido {Figura 13.1). Per questa applicazione
sono necessarimonocristalli poiché i bordi di grano impedirebbero il flusso di
elettroni nei dispositivi realizzati sfruttando le proprietà semiconduttrici del
silicio. Una delle tecniche più comunemente utilizzata per produrre monocristalli
di silicio di alta qualità (minimizzando i difetti interni) è il processo Czochrolski.
In questo processo il silicio policristallino ad alto grado di purezza è prima fuso in
un crogiolo non reattivo e portato ad una temperatura appena inf ed ore al punto
di fusione. Un cristallo seme di alta qualità di silicio dell'orientamento desiderato
viene poi abbassato nel flusso, tenendolo in rotazione. Parte della superficie del
crista11o seme viene fatta fondere nel liquido per rimuovere la zona più esterna
defonnata e per ottenere una superficie adatta a che il liquido vi solidifichi sopra.
Il cristallo seme continua a ruotare ed è lentamente sollevato H'al fuso. in modo
tale che il silicio liquido nel crogiolo aderisca e cresca sul cristallo seme.
producendo un monocristallo di silicio di diametro molto più grande (FigurJ
4.13). Con questo pro.cesso possono essere prodotti lingotti di silicio
monocristallini di diametro fino a circa 20 cm.
Anche se i metam non vengono quasi mai utìlizzati allo stato puro, in alcuni casi
essi vengono utilizzati allo stato quasì puro. Per esempio, il rame ad alto grado
Solidificazione,difetti cristallinie diffusione n~i s~lidi 113
di purezza del 99,99% (per altro ormai poco prodotto) è usato per fili elettronici per
la sua conducibilità elettrica molto alta. L'alluminio ad alta purezza (99,99%Al) è
usato per impieghi decorativi perché può essere finito con una superficie metallica
molto lucente. Comunque la maggior parte dei metalli di interesse tecnologico sono
combinati con altri metalli o non metalli per ottenere maggiore resistenza
meccanica. più alta resistenza alla corrosione, o altre proprietà desiderate.
Una lega metallica, o semplicemente una lega, è una miscela di due o più
metalli o di un metallo (metalli) e un non metallo (non metalli). Le ]eghe
possono essere semplici, come un ottone giallo. costituito da 70%Cu e 30%Zn.
o essere estremamente complesse, come la superlega a base di nichel lnconel 718
usata per parti di motore a reazione che ha circa 10 elementi nélla sua
composizione nominale.
Il tipo più semplice di lega è la soluzione solida; una soluzione solida è un
solido che consiste di due o più elementi atomicamente dispersi in una struttura
monofase. In generale ci sono due tipi di soluzioni soHde: sosrituzion.ali e
interstiziali.
Soluzione solide Nella soluzione solide sostituzionali formate da due elementi, gli atomi di un
sostituzionali elemento aggiunto, o solvente, possono sostituire nel reticolo cristallino atomi
dell'elemento genitore, o solvente, La Figura 4.14 mostra un piano (111) di un
reticolo cristallino CFC in cui molti atomi di soluto hanno sostituito atomi di
solvente; la struttura cristallina del solvente rimane invariata, ma il reticolo può
essere disto.rto dalla presenza di atomi di soluto, particolarmente se c'è una
differenza significativa dei diametri atomici del sol.uto e del solvente,
La frazione di atomi di un elemento che può disciogliersi in un altro può
variare da una frazione di una percentuale atomica al 100%, a seconda della
situazione. Le condizioni sotto riportate favoriscono una ampia solubilità allo
stato solido di un elemento in un altro:
114 Capitolo 4
l. I diametri degli atomi degli elementi non devono differire di più di circa il
15%. , I
2. Le strutture cristalline dei due elementi devono essere le; stesse.
3. Non dovrebbero esserci differenze apprezzabili nelle elettronegatività dei due
elementi in modo che non si formino composti.
4. I due elementi dovrebbero avere la stessa valenza.
Se i diametri atomici dei due elementi che formano una soluzione solida
differiscono tra loro, si verificherà una distorsione del reticolo cristallino; dal
momento che il reticolo atomico può sostenere solo una quantità limitata di
conttazione o espansione, vi è un limite nella differenza dei diametri atomici che
gli atomi possono avere per permettere cbe sì formi una soluzione solida con lo
stesso tipo di struttura cristallina. Quando i diametri .ptomici sono differenti di
più del 15%, il "fattore dimensione" diventa sfavorevole per permettere
un'ampia solubilità ano stato solido.
Eserciziario
Vedi Esercizio4.2.
Se gli atomi di soluto e solvente hanno la stessa struttura cristallina, allora ~
una ampia solubilità allo stato solido è favorita. Se i due elementi hanno
completa solubilità allo stato solìdo in tutti i rapporti, entrambi gli elementi
devono avere necessariamente la stessa struttura cristallina. Inoltre, non ci può
essere una differenza troppo grande nell'elettronegatività dei due elementi che
formano la soluzione solida, perché altrimenti l'elemento altamente
elettropositivo tenderà a perdere elettroni. l'elemento altamente elettronegative
tenderà ad acquistarne, formando così un composto. Infine, se i due elementi
solidi hanno la stessa valenza, la solubilità solida sarà favorita~ se invece vi è
diversità di struttura elettronica tra gli atomi, il legame tra di loro sarà turbato,
portando a condizioni sfavorevoli per la solubilità solida.
Soluzionisolide Nelle'' soluzioni solide interstiziali gli atomi di soluto si collocano negli spazì tra
interstiziali gli atomi dì solvente. Questi spazì, o vuoti, sono detti interfitzi. Le soluzioni
solide interstiziali possono formarsi quando un atomo è più grande di un altro;
esempi di atomi che possono formare soluzioni solide interstiziali per le loro
piccole dimensioni sono idrogeno, carbonio, azoto e ossigeno.
Un esempio importante di una sol~zione solida interstiziale è que1la
formata dal carbonio nel ferro-1;di tipo CFC; che è stabile tra 912 e 1394°C; il
raggio atomico del ferro-')' è 0,129 nm e quello del carbonio è 0,075 nm, con una
differenza del raggio atomico del 42%. Comunque, nonostante questa
differenza, un tenore di carbonio fino al 2,08% può dissolvere interstìzialmentè
nel ferro-')' a 1148°C. La Figura 4.15 illustra schematicamente questa situazione,
mostrando la distorsione del reticolo dei ferro-')' attorno agli atomi di carbonio.
Il raggio del vuoto interstiziale più grande nel ferro-')' di tipo CFC è 0,053
Solidificazione1 difetti cristallini e diffusione nel solidi 1 15
FIGURA 4.15
Illustrazione
schematica di
unasoluzione solida
interstiziale
di carbonioin
unpiano(110)di ferro~ 1
conreticolo CFCappena
sopra912°Cin unpiano
(100).Si notila distorsione • Carbonio
degliatomidi ferro(0,129 r=0.075nm
nmdi raggio) attorno
agli
atomidi carbonio (raggio
0,075nm),chesi collocano
O Ferro
r=0.129nm
in vuotidi raggio 0,053nm.
[DaL H. VanVlack,
"E/ements ot Mater;aJs
Scìence andEngineedng·:
4thed.,Addison-Wesley,
1980, p.1131. nm, e poiché i1 raggio atomico dell'atomo di carbonio è 0,075 nm, si può capire
come mai la massima solubilità allo stato solido del carbonio nel ferro-7 sia solo
di grano interni. I difetti macroscopici a tre dimensioni o di massa, quali i pori,
le cricche e inclusioni esogene, non vengono considerati in questa classi-
ficazione.
Eserciziario
Vedi Esercizio4.3.
Nella realtà i cristalli non sono maì perfetti e contengono vari t1p1 di
imperfezioni e di difetti che influenzano alcune delle loro proprietà fisiche e
meccaniche, che a loro volta influenzano alcune importanti proprietà
tecnologiche dei materiali come 1a deformabilità a freddo delle leghe. la
conduttività elettronica dei semiconduttori, la velocità di diffusione degli atomi
nelle leghe e la corrosione dei metalli.
I difetti del reticolo cristallino sono classificati secondo la loro geometria e
forma, i tre tipi principali sono: (1) difetti a zero-dimensione o dìfetti di punto,
(2) difetti a una-dimensione o difetti di linea (dislocazioni), e (3) difetti a due-
dimensioni o difetti di superficie, che includono le superfici esterne e i bordi
di grano interni. I difetti macroscopici a tre dimensioni o di massa, quali i pori,
le cricche e inclusioni esogene, non vengono considerati in questa classi-
ficazione.
Difetti di punto I1 difetto di punto più semplice è la vacanza, costituita da un sito atomico dal
quale un atomo è assente (Figura 4.16a). Le vacanzepossono essere prodotte
116 Capitolo 4
Vacanza Autointerstiziale
FIGURA4.17
Rappresentazione
bidimensionaledi un
cristallo
ionicocheillustra
un,difettodi Schottky
e un
[DaJ.
difettodi Frenkel.
Wulttetal.,"Structureand
Properties otMaterìals~
voi.
I: "Structure·:
Wiley,1964,
p.7({J.
Difetti di linea I difetti di linea, o dislocazioni, nei solidi cristallìni sono difetti che causano
(dislocazioni) distorsioni di reticolo, concentrate attorno ad una linea. Dislocazioni si creano
durante la solidificazione di solidi cristallini; dislocazioni sono anche formate
da11adeformazione plastica dei solidi cristallini, dall'addensamento di vacanze,e
dal disadattamento atomico nelle soluzioni solide.
I due principali tipi di dislocazioni sono il tipo a spigolo e il tipo a vite. Una
combinazione dei due tipi dà luogo a dislocazioni miste, che hanno componenti a
spigolo e a vite. Una dislocazione a spigolo è creata in un reticolo dell'inserzione
di un mezzo piano aggiunto di atomi, come mostrato in Figura 4.18a, appena
sopra il simbolo ..L. La "T invertita", ..L, indica una dislocazione a spigolo
positiva, mentre la ''T diritta", T, indica una dislocazione a spigolo negatìva.
La distanza di scostamento degli atomi attorno alla dislocazione è detta
vettore di Burgers b ed è perpendicolare alla linea della dislocazione a spigolo
(Figura 4.18b ). Le dislocazioni sono difetti non di equillprio e immagazzinano
energia nella regione distorta del reticolo cristallino attorno alla dislocazione.
La dislocazione a spigolo ha una regione di sforzi di compressione dove c'è il
1
Yakov Ilyich Frenkel (1894-1954). Fisico russo che studiò i difetti nei cristalli. Il suo
nome è associato con il difetto per vacanza/autointerstiziale trovato in alcuni cristalli
ionici.
118 Capitolo4
F
F
d
Lineadi
c
dislocazione u
a spigolo d
a
t
s
Lineadi dislocazione p
i
v
v
p
(a) (b) d
E
P
M
FIGURA 4.18 (a)Dislocazione a spigolopositiva
in un reticolo
cristallino.
consistein un difettolineare localizzato
nellaregione..
appenasoprala"Trovesciata",
J_, doveè presente
unmezzo pianoaggiuntivo.(DaA. G.Guy,"Essential ofMaterials Scìence':McGraw-Hi/1,
1976.p.153)(b) Dislocazione
a spigoloconindicazione delsuovettore di Burgersb perpendicolare [Da M.
alla lineadi dislocazione.
Eisenstadt,
'1ntroduction
to Mechanical
Properties
of Materials",Macmillan, 1971,p.111].
mezzo piano aggiuntivo e una regione dì sforzi di trazione sono il mezzo piano
di atomi aggiuntivo (Figura 4.19a).
La dislocazione a vite si può formare in un cristallo perfetto a seguito della
applicazione verso l'alto e verso il basso di sforzi di taglio nelle regioni di un
cristallo perfetto che è stato tagliato da un piano di sezione, come mostrato in
Figura 20a. Questi sforzi di taglio introducono una regione di reticolo cristallino
distorto con forma di una rampa a spirtile di atomi distorti., ..da cui il nome di
F
D
Compressione c
d
FIGURA 4.19 Campo di s
sforzoattorno ad(a)una e
dislocazionea spigoloe (b) ti
unadìslocazione a vite.[Da la
J. Wulffetal.,''TheStructure W
andProperties ofMaterials'; a
vol.3:"Mechanical v
Behavior';Wiley,1965, B
p,69]. P
{O) (b)
Solìdificazione,
difetticristallinie diffusionenei solidi 11 9
Lineadi disloca.z.ione
Lineadi
FIGURA 4.20 ~ dislocazione
Formazione di una
dislocazione a vite.(a)Un
cristallo
perfettoètaglialoda
unpianoe (b)performare la
dislocazione a viteviene
applicatounosforzo di
tagliorivoltoversol'altoa
sinistraedil basso a destra
parallelamente al piano
(b) Dislocazione
nserito. a
vileconindicazione delsuo
vettoredi Burgers b
paralleloallalìneadi Pianodi raglio
dìslocazione.[DaM.
Eisenstadt "Meclìanical (a)
Propertiesol Materiats';
Macmillan. 1971, p.118'J.
FIGURA 4.21
Dislocazionemistain un
cristallo.
Lalineadi
dislocazioneABè di tipo A
soloa vitea sinistradove
entranelcristalloe di solo
ipoa spigolo a destra dove
asciail crlstallo.
[DaJ.
Wulfletal.,"TheStructure
andProperties ot Materials': B
vol.3:"Mechanical
Behavior: Wiley,1965,
P-65].
120 Capitalo 4
__·--------.,..--------------
, ...-
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione ~éi s;lìoi 121
-+-----lv
L
Alto voltaggio
l. :_jI.Sorgentedi elettroni
J..
J.
lentf obìettìvo
FIGURA4.24 Disposizione
schematica delsistema a lenti
elettroniche di unmicroscopio
elettronicoa trasmissione. Tuttele
lentisonoracchiuse in unacolonna
in cui vienefattoil vuotodurante il
funzionamento. Il percorso del
raggioelettronico dallafontedi
e.lettroniall'ìmmagine finale
trasmessa è indicata dallefrecce. Tra
il condensatore e le lentiobiettivo
vieneposizionato il campione in
esame, chedeveessere assottigliato Immagine
in modosufficiente dapermettere trasmessa
cheil fascioelettronico sia
trasmesso attraverso di esso.[DaL.
Immagine finale
E.Murr,"Electron and/on
Microscopy andMicroanalysis': Sistema ottico elettronico
Marce/ Decker, 1982, p.105].
..
---------------
122 Capitolo 4
Difetti di I bordi di grano sono difetti di superficie di materiali policristallini che separano
superficie (bordi i grani (cristaHi) dì diverso orientamento. Nei metalli i bordi di grano si creano
di grano) durante la solidificazione. quando i cristalli fonnati dai diversi nuclei crescono
All'oculareo
all'obiettivo
i
L
Dalla sorgente
luminosa
FIGURA 4.27
Diagramma schematicoche
illustracomela luceè
riflessa di un
dallasuperficie
metallo lucidato
ed
attaccato.Lasuperflcie
attaccataIrregolare
del
bordodi granononriflettela
luce[DaM.Eisenstadt,
"Mechanical Properties
ot
Materials';Macmillan,
1971, p.1261.
124 Capitolo 4
Luceriflessa
Microstrunura
D (a) (b)
Il (e)
. L'energia più alta associata ai bordi di grano e la loro struttura meno densa
b re~dono una regione più favorevole per la nucleazione e.crescita dei precipitati
(vedi Paragrafo 9.5). Il più basso riempimento atomico nelle zone dei bordi di
grano permette anche una diffusione più rapida di atomi in tale zona. A basse
temperature la presenza di bordi di grano limita anche la possibilìtà di
deformazione plastica, rendendolo difficile~ in tali regioni, il movimento delle
dislocazioni.
Dimensione La dimensione dei grani di metalli policristallini è importante dal momento che
dei grani ess~ ha un effetto significativo su molte proprietà dei metalli, specialmente sulla
resistenza meccanica. A temperature basse (minori della metà della loro
temperatura !3-Ssoluta~dìfusione)i bordi di grano rinforzano i metalli limitando
la po~sib!lità di scorri~ento delle dislocazioni. A temperature eÌevate può
a:vemre mvece lo scorrimento dei bordi di grano, e i bordi di grano possono
diventare pertanto regioni di debolezza nei metalli policristallini.
Un metodo per misurare la dimensione dei grani è il metodo ASTM 1• in cui
la dimensione del grano n è definita dalla relazione: ·
(4.3)
1
ASTM è una abbreviazione dì American Society for Testing and Materials.
Numero nominale
del grani
N. della
dimensione Per mm2 Per in2
del grano a1 x a 100 X
1 15.5 1.0
2 31.0 2.0
3 62.0 4.0
4 124 a.o
5 248 16.0
6 496 32.0
7 992 64.0
8 1980 128
9 3970 256
10 7940 512
FIGURA 4.29
Dimensioni di granodi
nastridi acciaia basso
tenore di carbonio,
secondo
la normativa ASTM:(a)# 7,
(b) # 8, {e)#9 (Attacco:
. nital;ingrandimento100x).
!Da"Metals HandbOok';
vol.7,8thed.,Amerìcan
Societytor Metals,1972,
pAJ.
F
d
dove N è il numero di grani per pollice = 25,4 mm) su una superficie
pollice 2 (1
e
di materiale lucidato e attaccato all'ingrandimento di lOOx e n è un numer~ {
intero indice della dimensione dei grani ASTM. La corrispondenza tra numen s
ASTM e quantità di grani è riportata in Tabella 4:2 rapp~rt~ta. al p~lli~e2 ·~ {
J00x e al mm 2 a 1 x. La Figura 4.29 mostra alcum esempi d1 d1mens1om de~ s
grani in rapporto a numeri ASTM per nastri di acciai a basso tenore di c
carbonio.
Eserciziario
Vedi Esercizi 4.4, 4.5
l Gli elettroni secondari sono elettroni che sono espulsi dagli atomi del metallo bersaglio
dopo essere colpiti dagli elettroni del fascio elettronico primario.
Solidificazione,
difetticristallinie diffusionenei solidi 1 27
Alimentazione
.CllnDone
· elettronico
I
\!I
Cannone
elenronico
Fascio
elettronico
Primaleme
condensatrice
9:::~. D
Alimentazione
lenii
1----"""'"
Seconda
---,;,::;,,,.
i·; ....
Bobine
di sc:m,ione
Generatore
di scansione
I
Lemefinale
I
I
~ .. '
Videoe sistema
Campione
Rivelatore
OD
fotografico
Controllo
mgr:mdìmemo j
,,_ ..
Ampli.fic1uore
di segnale
Probabilità o.e-(E"-E)/kT
(4.4)
E* ·- - - ... - - - - - -· -------b.E*-1 di
~ ----------~------
Reagenti l Enerf!iarilasciata
a seguitodellareazione
(4.5)
:.:.::
= Ce-1:."/kT (4.6)
N
T temperatura assoluta, K
k costante di Boltzmann = 8, 62.10- 5 eV/K
e costante
Eserciziario
Vedi Esercizio4.6.
· A un'espressione simile alla relazione di Boltzmann per le energie del]e
molecole in un gas era pervenuto sperimentalmente Arrhenius 1 studiando
l'effetto della tempèratura sulla velocità delle reazioni chimiche. Arrhenius
trovò che la velocità di molte reazioni chimiche era una funzione della
temperatura e poteva essere espressa dalla relazione
1
Svante August Arrhenius (1859~1927). Chimico-fisicosvedeseche fu uno dei fondatori
della chimica-fisicamoderna e che studiò sperimentalmentele velocità di reazione.
1
132 Capitolo 4
Intercetta
log10 (cost.)
o
o
o
o Pendenza.=-2•3~, R
/ _ A (Jog10velocità)
- . A (117) I
FIGURA 4.34 Tipico
diagramma relativoa dati
di velocità
sperimentali che
obbedisceall'equazione
di
[DaJ. Wulffet
Arrh.enius.
-+---7.K
al.,"Structure
andProperties
ot Materials';
voi.Il:
'Thermodynamics al
Structure·:
Wìley,1966,
p.64).
y = b+ rnx (4.9)
Diffusione La diffusione può essere definita come i1 meccanismo con cui la materia è
nei solidi trasportata attraverso la materia. Gli atomi nei gas, nei liquidi e nei solidi sono
in generale in costante moyimerifo e possono migrare, pur se con tempi diversi. Nei gas il
movimento degli atomi è relativamente rapido come evidenziato dal rapido
diffondersi degli odori di cucina o del fumo. I movimenti di atomi nei liquidi
sono in generale più lenti rispetto a quelli nei gas, come evidenziato dal
movimento di tinture colorate nell'acqua liquida. Nei solidi i movimenti atomici
sono ancora più lenti, a causa dei legami che tendono a mantenerli nelle
posizioni dì .equilibrio; comunque le vibrazioni termiche che avvengono nei
solidi permettono ad alcuni atomi di muoversi. La diffusione di atomi nei
metaHi e nelle leghe è di particolare importanza poiché la maggior parte delle
reazioni aHo stato solido coinvolgono movimenti atomici. Esempi di reazioni
allo stato solido. sono la precipitazione di una seconda fase dalla soluzione
solida (Paragrafo 9.5) e la nucleazione e crescita di nuovi grani nella
ricristallizzazione di un metano defom1ato a freddo (Paragrafo 6.9).
atomi del reticolo cristaùino della matrice (Figura 4.36). Perché il meccanismo
interstiziale sia efficiente, la dimensione degli atomi che diffondono deve essere
relativamente piccola rispetto a quella degli atomi della matrice. Atomi piccoli
come idrogeno, ossigeno, azoto e carbonio possono diffondere interstizialmente
nel ferro-a: tÌ]?OCCC e nel ferro-1 tipo CFC (vedi Figura 4.15); nella diffusione
interstiziale del carbonio nel ferro, gli atomi di carbonio devono tuttavia
schiacciarsi per potersi muovere tra gli atomi delia matrice di ferro.
Diffusione Si consideri la diffusione di atomi di soluto nella direzione x tra due piani
in condizioni atomici paralleli perpendicolari al foglio, separati da una distanza· x come
stazionarie mostrato in Figura 4.37. Si assuma che, dopo un certo tempo. la concentrazione
di atomi sul piano l sia Ci e quella del piano 2 sia C2 , e che quindi, nel sistema
considerato, non ci sia variazione nella concentrazione di atomi di soluto in
questi piani nel tempo. Queste condizioni di diffusione sono dette condizioni
stazionarie. Questo tipo di diffusio-nc avviene quando un gas non reagente
diffonde attraverso un lamierino metallico. Per esempio, le condizioni dì
diffusione in condizioni stazionarie sono raggiunte quando idroe:eno e:assoso
diffonde attraverso un lamierino di palladio, se l'idrogeno è ad alt; pres~one su
un lato e a bassa pressione sull'altro.
Se nel sistema dì diffusione mostrato in Figura 4.37 non avviene nessuna
interazione chimica tra gli atomi di soluto e di solvente, essendociuna differenza
di concentrazione tra i piani 1 e 2, ci sarà una corrente netta di atomi dalla zona
a più alta concentrazione verso la zona a più bassa concentrazione. Il.flusso o la
corrente di atomi in questo tipo di sistema può essere descritto dail'equazione:
dC
J=-D- (4.11)
dx
136 Capitolo 4
c,---
Cz 1-----1-..--_...;::~
Distanza.i:
FIGURA4.37 Diffusione ~
......% i .
in condizionis~azìonarie
di Atomi ·::: Flussonttto di atomiper unità
~ Unitàdi area di areaper unitàdi tempo= J
atomiin presenza dl un in diffusione~
gradiente
Unesempio
di concentrazione.
è Quello
dell'idrogeno
dìftonde
gassoso
attraverso
un
che
r 1!
lamierinodi palladio.
1 (atomi)
2
m •s .
= n(m. (atomi
d
2
m
) d
..C
dx 3
x _!_)
m
(4.12)
1
Adolf Eugen Fick (1829-1901). Fisiologo tedesco che per primo pose la diffusione su
basi quantitative utilizzando equazioni matematiche. Alcuni dei suoi lavori furono
pubblicati negli Annals of Physics ( Leipzig), 170:59 (1855}.
Solidificazione,difetti cristallini e diffusione nei solidi 137
Diffusività, m2/s
Solvente
Soluto (strutturaospitante) 500°C 1000°c
cristallina CCC che in quella CFC, e così gli atomi di carbonio possono
diffondere tra gli atomi di ferro nell~ struttura CCCA'.)iù facilmente che in
quella CFC. .
4. Il tipo di difetti cristallini presenti nella regione di diffusione allo stato solido è
anche importante. La maggior parte delle strutture non compatte
permettono una diffusione pitl rapida degli atomi; per esempio la diffusione
avviene più rapidamente lungo i bordi di grano che non nella matrice dei
grani sia nei metalli che nei ceramici. Ugualmente la presenza di molte
vacanze aumenta la velocità di diffusione nei metalli e nelle leghe.
5. La concentrazione delle specie diffuse è importante in quanto alte
concentrazioni di atomi di soluto influenzano la diffusività. Questo aspetto
della diffusione allo stato solido è per altro piuttosto complesso.
I
F
Diffusione La diffusione in condizioni stazionarie. in cui le condizioni non variano nel
d
in condizioni tempo) non è comunemente presa in considerazione per i materiali di interesse g
non stazionarie tecnologico; nella maggior parte dei casi avviene infatti diffusione in condizioni d
non stazionarie, in cui la concentrazione di atomi di soluto in ogni punto del g
materiale varia con il tempo. Per esempio. se del carbonio viene fatto diffondere c
sulla superficie di un albero a camme di acciaio per indurirne la superficie, la d
concentrazior1e di carbonio sotto la superficie \'arierà con il tempo in ogni punto s
c
man mano che il processo di diffusione prosegue. Per i casi di diffusione in A
condizioni non stazionarie. in cui la diffusività è indipendente dal tempo. si a
applica la seconda legge dì Fick della diffusione. che è: c
u
dC,\.= !!_
dt dx
(n dC..,)
dx
(4.13,i
d
d
err(-~.)
2vDt
(4.14)
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione nei solidi 139
o o o
00 O
GasA o o0 SolidoB
o o o
o o
x=O
(a)
Cs
gasmantiene
dovex = O;H
daliasuperficie
una
concentrazionedi atomiA.
¼
.T
:
1 -'( ;"-/
~<~
Dopo (1 = 11)
--,--------------
/Inìzialmente.1empo1=0
dettaCs,su questa
superiicie.
(b)Profilidi
concentfazionedell'elemento Disrnnzax
A nelsolidonelladirezionex
a tempidiversi;il solido questadistanzaluconcentrazione
contieneunaconcentrazione della specie in diffusione è Cx
uniformedell'elemento A. (bi
detta00 primacheinizila
ditlusione.
FIGURA4.39 Tipici
componenti
di acciaio carbonio dall'atmosfera diffonde attraverso la superficie degli ingranaggi.
chevengono
sottoposti
a
cementazione
gassosa.[Da cosicché. dopo successivi adeguati trattamenti termici. gli in2ranasuzi
"Metals
Handbook·:
vol.2: acquisiranno elevata durezza superficiale, dovuta all'alto teno;e di ;arboni~.
"Heat
Treating~
8thed;, come evidenziato dalle zone superficiali scure della macrosezione di un
American
Societytor
Metals, ingranaggio mostrata in Figura 4.41.
1964,
p.108J. La Figura 4.42 mostra alcuni tipici gradienti del tenore di carbonio per una
barra di prova di acciaio AISI 1022 a basso tenore di carbonio (0.22%C)
cementato a 918QC mediante atmosfera carburante contenente il 20% di CO. Si
noti come il tempo della cementazione influenzi pesantemente il contenuto di
carbonio in relazione a]]a distanza daHa superficie.
L'utilizzo della seconda legge di Fick, e del1a funzione errore. può con·
sentire di determinare una variabile sconosciuta, come il tempo di diffusione o il
tenore di carbonio ad una particolare distanza dalla superficie del pezzo in fase
di cementazione.
Eserciziario
Vedi Esercizi4.7, 4.8.
F
4
S
FIGURA 4.41
Macrbsezionedi un
ingranaggiodi un pignone
in acciaio
SAE8620
cementatoin atmosferadì
metanoe idrogeno. [DaB.J.
Sheehy,Met.Prog.,
September 1981,p.120J.
Solidificazione,difetti cristallinie diffusionenei solidi 143
1.40
1.20
L6%CH4
LOO
~
.g0,80
!U 0.60
0.40
0.20
2h 6 12 24 2h 6 12
O O 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 O 0.5 i.O 1.5 2.0 2.5 3.0
Distanzadalla superficie, mm Distanza dalla superficie, mm
deltenore
FIGURA4.42 Gradienti in unabarradi acciaio
di carbonio AISI1022cementato
a 918<'C conil 20%di COe i!
in un'atmosfera
0%dìH2 conaggiunta
rispettivamente
del1,6%e 3,8%di metano (CH4).[Da"Metals
Handbook':
vof.2·"HeatTreating·;
8thed.,American
Society
torMetals,1964,
p.1001.
/ Gorgogliacore
di BCl3
Ghiacciosecco,
acetone
+
N2 secco
FIGURA4.44
Caricamento di una
rastrelliera
conwaferdi
silicioin unfornotubolare
incuisi realizzail drogaggio
mediante dittusionedi
impurezze. [Perconcessione
dellaHarrisCorporation].
parti della superficie dei silicio che non devono essere drogate deve essere
mascherata cosicché le impurezze diffondono solo alrinterno delle parti di cui si
vuole cambiare la conducibilità.
Come nel caso della cementazione gassosa della superficie dì un acciaio. la
concentrazione delle impurezze diffuse diminuisce dalla superficie verso
l'interno con l'aumentare della profondità, come mostrato in Figura 4.45.
Cambiando il tempo di diffusione, cambierà anche la concentrazione delle
impurezze a11evarie profondità di penetrazione, come mostrato qualitativa~
mente in Figura 4.38. Anche in questo caso la seconda iegge di Fick può essere
quantitativamente utilizzata per determinare una variabile sconosciuta, come il
tempo di diffusione o la profondità a cui si ottiene una cert~concentrazione.
Eserciziario
Vedi Esercizio4.9.
(a)
sulla velocità di diffusione può essere espressa dalla seguente equazione, dì tipo
k~~~ ,
D Doe-Q/RT (4.15)
dove: D diffusività, in m2 /s
Do = costante di proporzionalità, in m 2/s, indipendente dalla
temperatura nell'intervallo in cui ]'equazione è valida
Q energia di attivazione per le specie che diffondono., in J/mo1e o
cal/mole
R costante molare dei gas = 8,314 J/(mole-K) o 1987 cal/
(mole,K)
T temperatura, in K
Eserciziario
Vedi Esercizio4.10.
L'equazione della dìffusione D ==D 0 e-Q/RT [Equazione (4.15)] può essere
scritta in forma logaritmica come equazione di una retta, come è stato fatto per
le Equazioni (4.8) e (4.10) per l'equazione generale di Arrhenius, relativa alla
legge della velocità:
Q
In D = In Do--
RT
(4.16)
oppure
Q
logrn D = logioDo 2.303RT
(4.17)
Eserciziario
Vedi Esercizio4.11.
Solidificazione, difetti cristallini e diffusione nei solidi 147
Temperatura,°C
I0--6
10-S _,
- -1 ...
I
JQ-IO J.
CuinAI
10-1s
Zn in Cu
10-20
Fe in Fe CCC
io~2~;:--:--'--------------'----.....,;;.,,,----------'-'..l-----..J
0.5 I.O J.5
Temperatura, 1000/K
FIGURA4.46 Grafici
tipoArrhenius {DaL. H. VanVlack,"Elements
peralcunisistemimetallici.
di datidi diffusività ot Materiai
Science
andEngineering",
5thed.,Addìson-Wesley,
1985,p.137J.
RIASSUNTO
La maggior parte dei metalli e delle leghe vengono fusi e colati sotto forma di
semilavorati o prodotti finiti. Durante 1a solidificazione di un metallo in una
lingottiera si formano numerosi nuclei che poi si accrescono formando grani,
determinando la formazione di una struttura a grani policristallina. Per la
maggior parte delle applicazioni industriali è preferibile ottenere una struttura
148 Capitolo4
I
Temperatura,
°C
1420 1300 1200 1100 1000 900
]Q--10
~ Alluminio
',"-.
\ .._,''~," .
"··... ..,~
···. '' ',
···..•,.......
,::.. '' ~, Gallio
'\::.:.:,
..'._ ,' <'-,
,
Boro
e fosforo
IQ--13
Antlmoni:~-,:
__
~-----::,_:,,:'~~,
'''''
FIGURA4.47 Coefficienti
in funzione
di diffusione io-i.i.___o
....
6_0__.....__o.....
65--i..-o......
7._o_....._o.....
..... 75 s_o.__.____,o.ss
_ _..__o......
dellatemperatura peralcu.ne
impurezze nelsilicio.[DaC. 1000
Temperatura.K
S. Fu/lere J. A.
Ditzenberger,J.Appl.Phys.,
27:544(1956)).
DEFINIZIONI
Paragrafo 4.1
Nucleo: piccole particelle di una nuova fase formata attraverso un cambiamento dì fase
(per esempio la solidificazione) che possono crescere fino a che il cambiamento di fase
non è completato.
Embrione:piccole particelle di una nuova fase formata attraverso un cambiamento di fase
(per esempio la solidificazione} che non possiedono una dimensione critica e che
possono ridìssolversi.
Raggio critico r* del nucleo:minimo raggio che una particella di una nuova fase formata
durame la nucleazione deve possedere per diventare un nucleo stabile.
Nucleazioneomogenea(per quanto concerne la solidificazione dei.metalli): formazione di
zone molto piccole di una nuova fase solìda (chiamate nucleiJin un metallo puro che
possono crescere fino a che la solidificazione è completata. Il metallo puro omogeneo
fomìsce esso stesso gli atomi necessari per formare i nuclei.
Nucleazioneeterogenea(per quanto concerne la solìdificazione dei. metalli): fonnazione d.i
zone molto piccole di una nuova fase solida (chiamate nuclei) intorno a impurezze
solide. Queste impurezze abbassano la dimensione dei raggi critici, in dipendenza
della temperatura.
Grano:singolo cristalJo di un aggregato policristallino.
150 Capitolo 4
Pa,·a~·afo 4.3
Soluzione solida: miscela di due o più metalli o di un metallo (o metalli) con un non
metallo {o non rneta)]i) che sussiste in una struttura atomica formata da un unico tipo
di fase.
Soluzione solida sostituzionale:soluzione solida in cui gli atomi di soluto di un elemento
possono sostituire gli atomi di solvente di un altro elemento. Per esempio, nelle
~Ìuzioni solide Cu-Ni glì atomi di rame possono sostituire gli atomi di nichel nel
1
reticolo cristallino della soluzione solida.
Soluzione solida interstiziale:soluzione solida in cui gli atomi di soluto possono entrare
neeli interstizi o nei vuoti del reticolo atomico del solvente.
Lega:-miscela di due o più metalli o di un metallo (o metalli) éon un non metallo (o non
metalli).
Dimensionedei grani ASTM: numero nominale (medio) di grani per unità di area ad un
particolare i1lgrandimento.
Parag,·afo 4.4
Vacanza: difetto di punto in un reticolo cristallino per cui manca un atomo in una
posizione reticolare.
Atomointerstiziale {aut0ìn1erstiziale):difetto di punto in un reticolo cristallino per cuì un
atomo dello stesso tipo di quelli del reticolo della matrice è posto in posizi;- :H:
interstiziale tra gli atomi della matrice.
Difetto di Frenkel: difetto dì punto in un cristallo ionico per cui un catione
autointerstiziale è associato con la vaca11zadi un catione.
Difetto di Schottky: difetto di punto in un cristallo ionico per cui la vacanza dì un catione
è assodata alla vacanza di un anione.
Dislocazione: difetto cristallino in cui una distorsione del reticolo è concentrata attorno
acj una linea. La distanza di scostamento degli atomi attorno alla dislocazione è il
vettore di Burners b della dislocazione. In una dislocazione a,spigolo il vettore di
Burgers è perp;ndicolare alla linea di dislocazione, mentre in una dislocazione a vi1ej1
vettore di Burgers è parallelo alla linea di dislocazione. Una dislocazione mista ha sia
componenti a spigolo che a vite. .
Bordodi grano: difetto di superficie che separa cristalli (grani) di differenti orientamenti
in un aggregato policristallino. -
Paragrafo 4.5
Energia di attivazione:energia addizionale rispetto a quella media, necessaria perché una
reazione attivata termicamente abbia luogo.
Equazionedi Arrheniusdella ,·elocità: relazione empirica che descrive la velocità di una
reazione in funzione della temperatura e della energetica di attivazione.
Solidificaziohe, difetti cristallini e diffusione nei solidi 151
Paragrafo 4.6
Autodiffusione:migra.z:ione di atomi in un metano puro.
Diffusionesostituzionale:migrazione di atomi di soluto in un reticolo di solvente in cui gli
atomi del soluto e quelli del solvente hanno approssimativamente le stesse dimensioni;
la diffusione è resa possibile dalla presenza di vacanze.
Diffusione interstiziale:migrazione di atomi interstiziali nel reticolo della matrice.
Diffusione al bordo di grano: migrazione atomica ai bordi di grano di un aggregato
policristallino.
Prima legge di Fick della diffusione nei solidi: a temperatura costante, il flusso della specie
che diffonde è proporzionale al gradien.te di concentrazione.
Seconda legge di Fick della diffusione nei solidi: à temperatura. costante, la velocità di
variazione della composizione è uguale alla diffusività moltiplicata per la velocità di
variazione del gradiente di concentrazione.
Diffusiyità: misura della velocità di diffusione nei solidi a temperatura costante. La
diffusività D può essere espressa dalla equazione D D 0e-Q/RT, dove Q è l'energia di
attivazione, Te la temperatura in gradi kelvin, Do e R sono costanti.
Diffusione in condizioni stazionarie: situazione in cui per un sistema di diffusione non ci
sono variazioni nel tempo nelle varie posizioni della concentrazione delle specie che
diffondono.
Diffusione in condizioni non stazionarie: situazione in cui per un sistema di diffusione la
concentrazione delle specie che diffondono varia nel tempo nelle varie posizioni.
f.
DEFORMAZIONEPLASTICA,
RICUPERO E
RICRISTALLIZZAZIONE
Pianidi scorrimento
basaliEC
(C)
Forza
Pianidi scorrimentobasali
nellacella elementareEC
''
'
(d)
F
+
I
20.oooA
Ingrandilo in (e)
I
F F
FIGURA5.3_Form~zìone
dì ba~de
di scorrimento
durante
ladeformazione
plastica.
(a)Unmonocristallo
sottoposto
adunaforzadi.....,ione.
b)le bande drscorrm~ento
_app~1ono _losforzo
~uando applicato il caricodi snervamento:
supera tevariepartidelcristallo
scorrr ..
sullealtre._
(c)Zon~evidenziata
m (b)mgrandrta:lo scorrimento
awienesu ungrande numerodi pianidi scorrimento
campar
questar~g1one.chiamata
banda
di scorrimento,
a piùbassiingrandimenti
appare comeunalinea.(DaM.Eisenstadt, "Introd
Mechamcal Properties
otMaterials';
Macmillian,
1971,p.219'J.
156 Capitolo 5
sono separate da circa 1000 diametri atomicL A volte peraltro ì termini l:landa di
scorrimento e linea di scorrimento vengono utilizzati come sinonimi.
Linea di
dislocazione
a spigolo
j-d-+j
(a) Dislocazionea spigolo,mostrata come (b) Uno.sforzo basso causa uno.spostamento
formata da un mezzo piano di atomi aggiuntivo di legami atomicì formando un nuovo piano
aggìuntivo
(dj
(Cl)
, ..
(b)
Sistemi Le dislocazioni provocano uno spostamento ·degli atomi lungo specifici piani
di scorrimento cristallini di scorrimento e in specifiche direzioni cristallografiche di scorri-
mento. Di solito, i piani di sèorrimento sono quelli più compatti, che sono anche
queHi più distanziati. Lo scorrimento è favorito lungo i piani compatti in quanto
è richiesto un minore sforzo di taglio per lo spostamento degli atomi rispetto ai
piani meno densi (Figura 5.7}. Tuttavia, se lo scorrimento sui piani compatti è
ostacolato, ad esempio dalla presenza di elevati stati dì sforzo locali, allora
possono diventare operativi anche i piani meno densi. Nelle direzioni compatte
lo scorrimento è favorito dal fatto che, se gli atomi sono vicini, è sufficiente una
minore energia per muoverli da una posizione all'altra.
Un insieme di un piano di scorrimento e di una direzione di scorrimento è
chiamato sistema di scorrimento. Lo scorrimento nelle strutture metalliche
avviene lungo una ·serie di sistemi di scorrimento carattez:istici di ogni struttura
cristaliina. La Tabella 5.1 elenca i piani di scorrimento e le direzioni di
scorrimento principali per le strutture cristalline CFC, CCC ed EC.
Per i metalli con struttura cristallina CFC, lo scorrimento avviene sui piani
compatti {111} e nelle direzioni di massima compattazione < ITO>. Nella
struttura del cristaHo CFC ci sono otto piani {111} (Figura 5.8). I piani di tipo
(l 11) alle facce opposte e parallele dell'ottaedro sono considerati lo stesso tipo
di piano di scorrimento (11 I); quindi ci sono solamente quattro differenti tipi di
piani di scorrimento (l 11) nella struttura cristallina CFC. Ogni piano di tipo
(1 li) contiene tre direzioni di scorrimento del tipo [ITOJ.Le direzioni opposte
non sono considerate diverse direzionj di scorrimento: dunque per la struttura
CFC ci sono 4 piani di scorrimento x 3 direzioni di scorrimento 12 sistemi di
scorrimento (Tabella 5.1).
La struttura CCC non è una struttura compatta e non ha un piano
predominante a più alta densità come la struttura CFC Lo scorrimento ha
generalmente inizio sui piani {110} che hanno la massima densità ato1nica;
tuttavia, lo scorrimento nei metalli con struttura CCC avvie11e anche sui piani
{112} e {123}. Poiché i piani di scorrimento nella struttura CCC non sono
compatti tome nella struttura CFC, nei metalli con struttura CCC sono
necessari valori più alti di sforzo di taglio che nei metalli con struttura CFC. La
direzione di scorrimento nei metaHi CCC è sempre di tipo < T1I >. Dal
momento che ci sono sei piani di tipo (110) e ognuno può scorrere in due
direzioni [Tll], ci sono 6 x 2 = 12 sistemi di scorrimento {110}< 111 >.
Nella struttura EC, il piano di base (0001) è il piano di massima densità
atomica ed è generalmente il piano di scorrimento per i metalli di struttura EC
quali Zn, Cd e Mg che hanno un alto rapporto e/a (Tabella 5.1 ). Invece per i
metalli con struttura EC quali Ti, Zr e Be, che hanno un bassq rapporto e/a, lo
scorrimento avviene comunemente anche sui piani prismatici { lOTO}e sui piani
piramidali {JOTI}. Jn tutti i casi la direzione di scorrimento rimane la< 1021 >.
Il basso numero di sistemi di scorrimento nei meta11i EC limita la loro duttilità.
160 Capitolo 5
Numeri di
Piano di Direzione di sistemidi
Struttura scorrimento scorrimento scorrimento
~
CFC:
Cu, Al, Ni,
Pb, Au, Ag,
-yFe,... {111} {110}
4x3=12
CCC:
a:Fe,W, Mo,
/3brass {110} {1i 1} 6x2=1~ $
aFe, Mo, W,
Na {211} {111} 12x1.=12 ~l-'
~
EC:
Cd, Zn, Mg,
Ti, Be,... {0001} {1120}
1x3=3 or
Ti (piani
prismaticQ {1010} {1120}
3x1=3 ml
Tì, Mg
(piani
piramidali) {1011} {1120} 6x1=6
FIGURA5.8 Pianie
direzioni di scorrimento in
unastruttura cm
cristallìna
Soloquattro degliottopiani
ottaedrici {111} sono
considerati
scorrimento,
pianidi
datochei piani
,,, .......
' ,,.0..,.,
½~
~,, ~
opposti sonoconsiderati %.,, -t-_., -x
equivalenti. Perognipiano ~ \ ~
J \
di scorrimento ci sonotre
- - - - ""'I
direzioni di scorrimento -Y {//?-
< 111>, datochele I 3/r.~'
direzioni opposte sono I //~ '-
considerate comeun'unica y
direzione. Quindici sono4 I [liOJ(lli
pianidi scorrimento
direzioni
x3
di scorrìmento,che
X /e,,,..,., 'i
0
I
I
,,,
in totaleforniscono 12 ~/'
.,..~ .,, ~~\
I
I
~,....~
sistemidi scorrimento perì
cristalliconstruttura CFC.
[DaL. H VanVtack,
"Elements of Materìals
Science andEngineering",
4thed.,Addison~Wesley,
1980,p,20Jj.
di scorrimento
A1 Direzione di scorrimento
(area di taglio e piano di scorrimento)
FIGURA5.9 Losforzo Ao
I sforzo uniassiale
assialeu puòprodurre uno -y--
sforzocriticodi taglior1 sul " - _,_- .., applicatoal cilindro
forza di taglio
Tr = area di taglio (area del piano di scorrimento)
. (5.2)
FcosÀ
.!_COSÀ
Ao
COS(p = (J cos>..COSq) (5.3)
Eserciziario
Vedi Esercizio5.1.
FIGURAS.10
Rappresentazione
schemati~
cadelprocesso
di Piano 010)
geminazione in unreticolo
di tipoCFC.[DaH. W.
Hayden, W.G.Moffatte J.
Wulff,"TfleStructureand Direzionedi geminazione
Propertiesof Materials''.
voi. 1112]
lii, Wiley,1965,p.111].
L'assedel cristallo/
rimanediritto L'assedel cristallo
è defonnato
(a) (b)
Effetti dei bordi Quasi tutte le leghe di interesse tecnologico sono policristalline. I metalli e le
di grano 1eghe monocristallini sono usati principalmente per scopi di ricerca e solo in
sulla resistenza pochi casi per applicazioni tecnologiche 1• I bordi di grano infatti rinforzano i
dei metalli metalli e le leghe agendo come barriere a} movimento delle dislocazioni, eccetto
che alle alte temperature dove diventano zone di debolezza. a seguito della
possibilità si scorrimento tra grani. Per la maggior parte delle applicazioni in cui
la resistenza è importante, è desiderabile una dimensione fine del grano e
pertanto la maggior parte dei metalli sono prodotti ìn modo da raggiungere
questa condizione strutturale. ·
Durante la deformazione plastica dei metalli,, le dislocazioni che si
muovono lungo un piano di scorrimento particolare non possono passare da
un grano alraltro seguendo la stessa dìrezione; come mostrato in Figura 5.13. le
linee di scorrimento cambiano direzione in corrispondenza ai bordi di grano,
infatti in ogni grano le dislocazioni si orientano in re1azione ai suoi piani
preferenziali di scorrimento, che hanno orientamenti diversi da quelli dei grani
vicini. La Figura 5.14 mostra chiaramente un bordo di grano ad alto angolo, che
funge da barriera al movimento delle dislocazioni ed ha causato rimpilamento
di dislocazioni contro bordo di grano.
Effetto della Variazioni della fonna dei grani con la deformazione plastica Consideriamo la
deformazione deformazione plastica di provini ricotti 2 di rame non legato. con struttura ::
plastica sulla grani equiassici; durante una successiva deformazione plastica a freddo i gra1L
forma dei grani e scorrono l'uno sull'altro deformandosi a seguito della generazione. movimento e
sulla disposizione riassetto delle dislocazioni. La Figura 5.15 mostra le microstrutture di provini
delle dislocazioni ricavati da lamiere di rame non legato laminate a freddo con una riduzione di
sezione .rispettivamente del 30% e del 50%; si può notare che con l'aumenta-
re del tasso di laminazione a freddo i grani sono via via più allungati nel-
la direzione di laminazione. come conseguenza dei movimenti delle disloca-
zìoni.
,.
Variazionidella disposizionedelle dislocazionicon la deformazioneplastica L,'
dislocazioni di un campione di rame non legato dopo una deformazione plastiet1
1
Sono state sviluppate palette di turbina monocristallìne da utilizzare nei motori a
turbina a gas per evitare la rottura ai bordi di grano che si può verificare ad alta
temperatura e sotto sforzi elevati. Vedi F. L. Ver Snyder e M. E. Shank, Mater. Sci. Eng ..
6:213-247 ()970).
2
Un provino ricotto ha subito una deformazione plastica ed è stato successivamente
riscaldato ad alta temperatura in modo da ottenere con grani approssimativamente
uguali in tutte le direzioni (equiassici).
Deformazioneplastica, ricupero e ricristallizzazione 167
FIGURA5.13 Alluminìo
policristallino
deformato
plasticamente;
si puònotare
chele bande di scorrimento
sonoparalleleall'interno
di
ognisingolograno, masono
orientale
diversamente nei
diversigrani.
(Ingrandimento60x ). [Da
G.C.Smith,S. Charter eS
Chiderley,Cambridge
University].
del 30% formano una configurazione a celle con aree chiare nei centri delle celle
(Figura 5.16a}. Man mano ;he aumenta la deformazìone plastica a freddo. fino
a giungere ad una deformazione del 50%, la struttura della cella diventa via via
pi1 de~sa ed allungata nella direzione di laminazione (Figura 5.16b).
FIGURA 5;14
lrnpilamento
dl dislocazioni
contro
un bordodi grano
osservatoconun
microscopio elettronico
a
trasmissionein unprovino
assottigliato
di acciaio
inossidabile.
(Ingrandimento
20000x ). [DaZ Shen, R.H.
Wagoner e W.A. T.Clark.
Scripta
Met.,20:926
(1986}].
168 Capitolo 5
(a} (b)
(a) (b)
Eserciziario
Vedi Esercizio5.2.
Defonnato a fredd,u+-----------------1
e dopo ricupero
FIGURA5.17 Effetto
sui
dellaricottura
cambiamenti di struttura
eòi
proprietàmeccaniche di un
metallo deformato a freddo
[DaZ D.,Jastrzebski, "The
Nature andPropertìes ot
EngineeringMaterials''.2nd Aumento di temperatura -
ed.,Wiley,1976. p.228J.
Struttura Quando un metallo subisce una profonda deformazione a freddo. che lo rende
di un metallo incrudito. gran parte delrenergia spesa per la deformazione plastica viene
incrudito conservata nel metallo stesso sotto fo1111a di difetti di linea, cioè dislocazioni. o
altri difetti. come quelli dì punto. Quindi un metallo incrudito ha un·energia
interna più elevata di uno non incrudito. La Figura 5.18a mostra la
microstruttura {l0Ox) di una lamiera di una lega di composizione Al-
0,8%Mg che è stata lavorata a freddo con una riduzione dell'85%: si noti che
i grani sono molto allungati nella direzione di laminazione. La micrografia di un
provino assottigliato realizzata al microscopio elettronico a trasmissione
(Figura 5.18b) con un ingrandimento maggiore (20.000x) mostra che la
struttura è di tipo cellulare. con ai bordi delle celle la presenza dì una alta
densità di dislocazioni. Un metallo molto deformato a freddo ha una densità di
circa 1012 linee di dislocazione/cm:;.
FIGURA 5.19 Microstruttura dl unalamiera di unalegadi alluminio 5657(Al~0.8%Mg) dopolaminazione a freddoall'85% e successivo
trattamento
termico, le microstrutturemostratein questafiguracorrispondonoa quelledi Figura 5.18e,sono stateottenuteconun
microscopioelettronico
a trasmissione suunaprovino assottigliato
(ingrandimento
20.000 x ). (a)Lalamiera è statadeformata a freddo
dell'85%:
la micrografiamostra groviglidì dislocazioni
e cellule{subgrani)
prodotte
dalladeformazione a freddo. (b) Lalamiera è stata
deformata
a freddo dell'85% e successivamente mantenuta a 302°Cper1hperridurreletensioni interne:la micrografiamostra retidi
dislocazioni
e nuovibordidi grano a bassoangolo prodottidallapoligonizzazione.
(e)Lalamiera è statadeformata afreddo dell'85% e rìcolla
a316°Cperlh: lamicrografia mostra unastruttura
ricristallizzata
e lacrescita
di qualche
grano secondario. [Da"Metals Handbook': vol.1,8th
ed.,AmericanSociety torMetals,1972, p.243].
(.(I) (b)
Temperatura,°C
350 275 250 225
!03
,,
di questalegasegueun ricristallizzazione
O.I
,,
andamento deltipodella
leggedi Arrhenius: In t
funzione di 1/T(K){vedi 0,01
1,6 1,7 1.8 l.9 2,0 :u
Paragrafo 4.6).[Da
l000/T,k· 1
"Aluminium''. voi.7,
American SocietylorMetals,
1967,p.98].
Eserciziario
Vedi Esercizio 5.3.
RIASSUNTO
La deformazione plastica dei metalli avviene nella maggior parte dei casi in
seguito ad un processo di scorrimento che coinvolge movimento delle
dislocazioni. Di solito lo scorrimento ha luogo lungo i piani più compatti e
nelle direzioni più compatte. L'insieme di un piano di scorrimento e di una
direzione di scorrimento costituisce un sistema di scorrimento. I metalli con un
alto numero di sistemi di scorrimento sono più duttili di quelli con solo pochi
sistemi di scorrimento. Molti metalli si deformano in seguito a geminazione
quando lo scorrimento diventa difficoltoso.
I bordi di grano alle basse temperature di solito rafforzano i metalli,
costituendo una barriera al movimento delle dislocazioni; in alcune condizioni
di deformazione ad alta temperatura, i bordi di grano diventano invece regioni
deboli, a seguito della possibilità di scorrimento dei bordi di grano.
Quando un metallo viene deformato plasticamente a freddo si incrudisce,
176 Capitolo 5
DEFINIZIONI
Parag,.afo5.1
Scorrimen.to:processo in cui gli atomi si muovono uno sull'altro durante la deformazione
plastica di un metallo.
Bande di scorrimento:linee sulla superficie di un metallo dovute allo scorrimento causato
da una defom1azione plastica.
Sistema di scorrimento: insieme di un piano di scorrimento e di una direzione di
scorrimento,
Parag,·afo5.2
Geminazione: processo di deformazione plastica che avviene in alcuni metalli sotto
particolari condizioni e che determina la fom1azione di una regione di un reticolo
cristallìno che è una immagine speculare rispetto a un piano di geminazione di un,:
regione analoga,
Incrudimento (rafforzamento per deformazione); indurimento di un metallo o leg,;
mediante defonnazione plastica a freddo: durante tale deformazione le dislo.cazioni s1
moltiplicano e interagiscono fra loro. portando ad un aumento della resistenza del
metallo.
Pai·agrafo5.3
Rafforzamentoper soluzionesolida: rafforzamento di un metallo a seguito dell'aggiunta di
elementi di lega che formano soluzioni solide, dovuto al fatto .,çhe le dislocazioni
hanno maggiore difficoltà a muoversi attraverso il reticolo del metallo quando sono
presenti atomi diversi, con differenti dimensioni o che si possono addensare in
particolari zone.
Pm·agrafo5.4
Ricupero: primo stadio della rimozione degli effetti dell'incrudimento, che si verifica
all'aumentare della temperatura quando un metallo def armato a freddo viene
lentamente riscaldato; durante il ricupero, vengono rilasciati gli sforzi interni ed ha
luogo un riassetto delle dislocazioni in configurazioni a più bassa energia.
Ricristallizzazione:processo per cui un metallo incrudito, riscaldato ad una temperatura
sufficientemente alta e per un periodo di tempo abbastanza lungo, forma una nuova
struttura di grano, priva di deformazioni; durante la ricristallizzazione la densità delle
dislocazioni nel metallo si riduce notevolmente,
'
LAVORAZIONIE PROPRIETA
MECCANICHE
DEI METALLI
Lavorazioni La maggior parte dei metalli viene lavorata dapprima fondendo il metallo in un
di fonderia forno che contiene il metallo fuso. Al metallo fuso possono essere aggiunti degli
elementi alliganti, per ottenere la lega della composizione voluta; per esempio,
all'alluminio fuso può essere aggiunto del magnesio solido che, fondendo, può
essere mescolato meccanicamente con ralluminio per ottenere un getto omogeneo
178 Capitolo 6
1
In questo libro si definisce nastro un prodotto laminato di sezione rettangolare e di
spessore compreso tra O,1.5e 6,35 mm.
2
In questo libro si definisce lamiera un prodotto laminato di sezione rettangolare e di
spessore 6,35 mm o superiore.
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli 179
riducono lo spessore (Figura 6.1 ). 1 pezzi estrusi come barre e profilati sono
ottenuti da semilavorati per estrusione, i tondini e i fili metallici sono ottenuti da
billette e semilavorati di diverse sezioni. Tutti questi prodotti che sano ottenuti
mediante deformazione a caldo o a freddo del metallo a partire da semilavorati
sono chiamati prodotti finiti (profilati e prodotti piatti).
I pezzi possono essere colati in uno stampa che ha già la forma del prodotto
finito e solitamente sano richieste solo poche operazioni alle macchine utensilio
altre operazioni di finitura per ottenere il pezzo finito. I prodotti ottenuti in
questo modo sono chiamati getti e le leghe usate per produrli. leghe per gelli. Per
esempio, i pistoni usati nei motori delle automobili vengano solitamente
ottenuti per solidificazione di metalli in fomie permanenti di acciaio; una
rappresentazione schematica di una semplice forma permanente contenente il
getto è mostrato in Figura 6.2. La Figura 6.3a nmstra un operaio mentre versa
una lega di alluminio fusa in una forma permanente per produrre una coppia dì
pistoni in getto; la Figura 6.3b mostra i getti dopo che sono stati rimossi dalla
forma. Dopo essere stato separato dai canali di colata, trattato termicamente e
rifinito, il pistone è pronto per essere montato sul motore dell'automobile.
Laminazione Le laminazioni a caldo e a freddo sono metodi spesso utilizzati per ottenere vari
a caldo e a freddo tipi di manufatti metallici. Con questi processi possono essere ottenuti prodotti
finiti di sezione costante e notevole lunghezza.
(b)
(a)
(e)
FIGURA 6.5
Rappresentazione
schematicadellasequenza
delleoperazioni
di
laminazionea caldo
necessarie
perridurreun
lingotto
adunabramma in
unlaminatoio sbozzatore
[DaH.E
reversibile.
McGannon (ed), "The
Making,Shaping, and
Treating
of Steer:9thed.,
UnitedStatesSteel,1911,
p.677],
182 Capitolo 6
i:!
~i
C1:11.:
i
~
~
, ..
FIGURA 6.6 Tipica i5
;f In
•riduzione
perpassaggi §
successivi
nellegabbie di un ·2 ~ '°
i=
laminatoio
continuo a caldo
perlaproduzione di nastri
di ":E...
acciaio
dotatodi quattro "?.
o
postazioni
di sbozzatura e
seipostazioni
di finitura.
[Da òo
z-
H.E McGannon (ed.),"The ·e
.s
Making,Shaping, and
ot Steer;9thed.,
Treating
~])
<~ i
StatesSteel,1971,
United
p.937].
Lavorazionie proprietàmeccanichedei metalli 183
FIGURA6.7
Rappresentazione
schemati-
cadelpercorso delmetallo
durantela laminazione
a
freddodì unalamierain un
laminatoioa quattro
cilindri: (a) (b)
(a)singolo;(b)doppioin
serie.
Nella maggior parte delle produzioni su larga scala la laminazione a caldo viene
condotta facendo uso di laminatoi continui (cioè con progressive deformazioni
realizzate in successione in gabbie diverse), come è mostrato in Figura 6.6 per la
laminazione a caldo di un nastro di acciaio.
Eserciziario
Vedi Esercizi6.1, 6.2.
184 Capitolo 6
Contenitore
Piastra
di chiusura
(a) (b)
potenza richiesta per l'estrusione inversa sono minori di quelle necessarie per
l'estrusione diretta; tuttavia i carichi che possono essere applicati nel processo
inverso, usando un pistone cavo, sono mìn.ori rispetto a quelli che possono
essere applicati ne1l'estrusione diretta.
FIGURA 6.10
Manipolatore pesante che
tieneìn posizione un
lingottomentre unapressa
da10.000 tonnellateforgia
l'acciaio
all'incirca
nelle
dimensioni delprodotto
fìnito[DaH.E McGannon
{ed;),"TheMaking, Shaping,
andTrealing of Steer:9th
ed.,United StatesSteel,
1971,p.1044j.
-
186 Capitolo 6
(____
_o
w.~
- ----
Stampicircolari
r-:====r1
~
"TheMaking, Shaping, and
Treatin(J
of Steel",9thed., .~
UnitedStatesSteel,1971,
p.10451i.
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli ' 1 87
(per esempio. alcuni acciai per utensili). in modo che il metallo diventi più
omogeneo e meno soggetto a criccature durante le lavorazioni successive.
Altri processi Ci sono molti altri processi secondari di formatura dei metalli, ìa cui descrizione
di formatura va oltre gli scopi di questo libro. Tuttavia saranno brevemente descritti due di
questi processi, la trafilatura e la imbutitura di lamiere metalliche.
La trafilatura è un importante processo di formatura dei metalli, in cui i1
tondino o il filo grezzo di partenza vengono costretti ai passare attraverso una o
più matrici coniche di trafilatura (filiera), Figura 6.13. Per la trafilatura di fili di
acciaio, viene utilizzata una trafila di acciaio con un inserto di carburo di
tungsteno: il carburo, ç.ielevata durezza, fornisce una superficie resistente
all'usura su cui avviene la riduzione dì diametro del filo di acciaio. Devono
essere prese particolari precauzioni per assicurarsi che la superficie del grezzo
che deve essere trafilato sia pulita ed adegùatamente lubrificata. Talvolta,
quando il filo trafilato si incrudisce durante il processo, sono necessari dei
trattamenti termici intermedi di ricottura. La procedura usata varia
considerevolmente in funzione de] metallo o della lega da trafilare, del
diametro finale e della resistenza desiderata.
[ Eserciziario
Vedi Esercizio6.3.
188 Capitolo 6
,
Entrata
Carico
Fronte Retro
Filo o barra
in trafilatura
Inseno di
carburo Zona di
FIGURA 6.13 Sezione riduzione
trasversaledi unamatrice Materiale dì
tDa"Wireand
di trafilatura contenimento
Rods,AlloySteel",
Steel
ProductsManual,
American
tronandSteeltnstitute,
1975].
FIGURA6.14 Imbutitura
di unacoppacilindrica
(a}
primadell'imbutitura
e (b)
[DaG.
dopol'imbutitura
Oieter,"Mechanical (n) (b)
2mied.,
Metallurgy",
McGraw-Hill,1976,p.688J.
l Pa = l N/m 2
A seguito dell'elevato valore in pascal degli sforzi agenti sui materiali metallici,
come unità di misura viene quasi sempre usato il megapascal, parj a:
adunaforzaF agente
il suoasse.(a)Barra
soggetta
lungo l l
cilindrica
senzala forza
applìcata;(b)barracilindrica F
b./= l-1 0
soggetta allaforzaF chene
provoca unallungamento da (a) (b)
A/, da /0 a/.
Eserciziario
Vedi Esercizio6.4, 6.5.
Provino
non sollecitato
Provino F
sollecitato
FIGURA 6.16 Provini
di trazione
a sezione
rettangolare,
prima
e dopola prova.
essere o una lunghezza prefissata, ad esempio 2 pollici (circa 5 cm), oppure pari
a 5 volte il diametro del provino.
La deformazione è adimensionale e pertanto indipendente dalle unità di
misura, anche se, almeno teoricamente, dovrebbe essere definita in m/m. In
pratica spesso si converte la deformazione nominale in deformazione percentuale
o allungamento percemuale:
Eserciziario
Vedi Esercìzio6.6.
1
Isotropo: che mostra proprietà con lo stesso valore quando sono misurate lungo assi
orientati in tutte le direzioni. .
192 Capitolo6
,
~ (o) Coq>onon soJÌedtnto
ì
Superficie
di area A
FIGURA 6.17 (a}Corpo
cubicononsollecitato. (b) s ,,,,,
Corpocubicosoggetto ad ,,,, I
I
..I
unosforzo di trazione I I I
monoassiale. Il rapporto tra I
..J
la contrazione elastica b: 13/"'\
perpendicolare e I s
I
l'allungamento assiale è
definitomodulo dì Poisson v=
v. (e) Corpo cubico s
soggetto a forzedi puro S = forza di taglio
taglioS cheagiscono sulle
areesupeliìcìali A; lo slorzo (b) Corpo sollecitato a trazione (e) Corpo sollecitato a taglio
di taglio-r cheagisce sulla
strutturaè paria SIA.
Sforzo di taglio Fino ad ora abbiamo parlato di deformazione elastica e plastica dei metalli e
e deformazione delle leghe sottoposti a sforzi di trazione uniassiali. Un altro importante metodc,
di taglio attraverso il quale un metallo può essere deformato è razione di uno sforzo di
taglio: razione di una semplice coppia di forze di taglio (le forze di taglio
agiscono in coppia) su un corpo cubico è mostrata in Figura 6.17c~dove una
forza di taglìo S agisce su una superficie di area A. Lo sforzo di taglio; è legato
alla forza di taglio S dalla relazione:
S(forza di taglio)
r(sforzo di taglio) (6.5)
A (Area su cui agisce la forza di (aglio)
Le unità di misura per lo sforzo di taglio sono le stesse dello sforzo di trazione,
cioè:
1 Pa = l N/m 2
oppure
(6.7)
FIGURA6.18 Macchina
di trazione:
laforza.
sul
campione è registrata
sulla
alla
cartadelregistratore
sinistra;
anche la
deformazione chesubisce il
campione vieneregistrata,
il
segnaleperla misura della
deformazioneè tornitodaun
estensimetrocollegatoal
campione, !Perconcessione
dellalnstranCorporation].
194 Capitolo 6
I
Cella di carico
FIGURA6.19 Schema di
funzionamento della
macchina di trazionedi
Figura6.18;si noticome
nellamacchina di Figura
6.18la traversa mobilesi
muova versol'alto.[DaH. ''
W Hayden, w.G.Mottatte
J. Wultl,"TfleStructure and
Propertiesof Materia/s';
vol.3:"Mechanical
Benavior'; Wiley,1965,Fig.
1.1,p.2].
l::?.5±0.25
Tratto utile
50±0.125
·----- 200 mm-----·
(a) (b)
Caricodi rottura
,
(600MPa)
600
500
400
~
~
§ 300
.E
V)
FIGURA 6.22
200
Diagramma sforzo·
deformazione perunalegadì
alluminio adaltaresistenza
(7075-16). I proviniusati
percostruire il diagramma
100 t
sonostatiottenuti dauna
lastradi spessore 15,9mm
ed avevano undiametro di
O 0.020 0.040 0.060 0.080 0.100
0,5pollicie untrattoutile.
di
Defommzìone.mm/mm
2 pollici.[Perconcessione
dellaAluminum Company of
America].
3. Il carico di rottura.
4. L'allungamento percentuale a rottura.
5. La strizione percentuale a rottura.
Modulo di elasticità Nella prima parte della prova di trazione il metallo Yict1e
deformato elasticamente; questo significa che, se la forza applicata viene tolta, il
provino tornerà alla sua lunghezza inìziale; per i metallì la . massi1:1a
deformazione elastica è solitamente minore dello 0,5%. In generale l metalh e
le leghe mostrano una relazione lineare tra lo sforzo e la deformazione nella
regione a comportamento elastico de1 diagramma sforzo-deformazione, del tipo:
oppure
CJ (sforzo)
E ------ (in Pa, o più spesso in GPa)
e (deformazione)
F
in
ac
av
se
500 . Carièodi snervam1/7nto
. . . ·. es
0.21:k un
fin
ro
400 zo
re
de
rf
.~ 300
.• ,:J
t::
.E:
cn
IGURA6.24 Strizione
n unprovino cilindrico
di
cciaio
veva
ssere
dolce.Il provino
inizialmente
ezione uniforme;
una
dopo
statosottoposto
naforzadi trazione
noa giungere
a
-
assiale
quasia
'Èi-
ottura,si è verificata
nella
onacentrale un
estringimento localizzato
ellasezione o strizione. raggiunto nel diagramma sforzo-defonnazione. Infatti superato tale carico sul
provino si manifesta un restringimento localizzato della sezione (comunemente
chiamato strizione),. mostrato in Figura 6.24; conseguentemente lo sforzo
nominale diminuirà all'aumentare della deformazione fino al sopraggiungere
della rottura, in quanto esso viene calcolato in riferimento alla sezione iniziale
del provino e non a quella effettiva. Più il metallo è duttile~ più sarà evidente la
strizione sul provino prima della rottura e quindi maggiore sarà la diminuzione
dello sforzo nominale nella curva sforzo-deformazione dopo il raggiungimento
del valore massimo. Per la lega di alluminio ad alta resistenza il cui diagramma
sforzo-deformazione è mostrato in Figura 6.22, si ha solo una piccola
diminuzione dello sforzo nominale oltre il valore massimo, in quanto questo
materiale è relativamente poco duttile: una diminuzione più marcata sì ha invece
in ge~ere sugli acciai, in particolare inossidabili (Figura 6.25}.
E opportuno anticipare) come verrà meglio spiegato nel seguito, che lo
sforzo reale, contrariamente a quello nominale, nei materiali metallici continua
in realtà ad aumentare fino al valore in cui si ha la rottura.
Il carico dì rottura di un metallo viene determinato tracciando una riea
orizzontale dal valore massimo sulla curva sforzo-deformazione fino all'as~e
degli sforzi. Ad esempio per la lega di alluminio di Figura 6.22, il carico di
rottura è di 600 MPa.
Il carico di rottura non è molto usato in progettazione per le leghe duttili, in
quanto prima che sopraggiunga si verifica su di esse troppa deformazione
plastica; tuttavia, il carico di rottura può dare alcune infonnazioni sulla
presenza di difetti. La presenza nel metallo di porosità o inclusioni può infatti
causare un abbassamento del carico di rottura rispetto ai valori normali.
percentuale del 35°/o, mentre una lamiera dello stesso spessore della lega dì
alluminio ad alta resistenza 707 5-T6 nelle condizioni di massima resistenza ha
un valore di allungamento percentuale solo dell'l 1%.
Come è stato detto precedentemente, durante la prova di trazione può
essere usato un estensimetro per va'iutare in continuo la deformazione del
provino. Tuttavia rallungamento percentuale del provino dopo la rottura può
essere misurato ricongiungendo le due metà del provino e misurando
l'allungamento finale con un calibro. Il valore dell'allungamento percentuale
può allora essere calcolato dalrequazione 1:
Eserciziario
Vedi Esercizio6.7.
1
La lunghezza iniziale è la lunghezza del tratto utile prima della prova. La lunghezza
finale è la lunghezza del tratto utile ricongiunto dopo che il provino si è rotto.
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli 201
1800
~ ~Acciaio
~ 1000
~ legato al nichel
§
..E
V}
800
/ · Y LegaN·l55solubilizzata
---------
~ Lega di alluminio (2024-T81)
600
~coa27ST '-.
400 I
Acciaio strutturale
\
200 Magnesio
o
o 0.04 0.08 0.1~ 0.16 0.20 0.24
DeformazioneE. mm/mm
Confronto dei In Figura 6.25 sono mostrate le curve sforzo-deformazione per alcuni metalli e
diagrammi sforzo- legh/ L'alligazione di un metallo con altri metaUì o con nonmetalli ed i
deformazione trattamenti termici possono avere grande ìnfluenza sulla·resìstenza a trazione e
di alcune leghe su11aduttilità dei metalli. come mostrato in Figura 6,25. Ad esempio il magnesio
puro ha un carico di rottura di 240 MPa, mentre l'acciaio SAE 1340 temprato in
acqua e rinvenuto a 370 °C ha un carico di rottura di 1670 MPa.
Sforzo reale Come detto, lo sforzo nominale viene calcolato dividendo la forza Fapplicata su
e deformazione un provino di trazione per la sua sezione iniziale Ao [Equazione (6.2)]. Poiché la
reale sezione del provino cambia continuamente durante la prova di trazione, lo sfor-
. 202 Capitolo 6
1500 '
-
----
1350
L---*
1200 -
i__..-- ~o reale-deformazionereale F
1050I- L----
L.--- s
_L.---
- /- ~--
if 900 p
:E e
§
.E
f/)
750
600
*
m
m
m
m
m
300
d
150 * denota franura E
i I to
o o
o 0.08 0.16 0.24 0.32 0.40 0.48 0.56 0.64 0.72 0.80 0.88
Sforzo unitario 1
FIGURA6.26 Confronto
tralacurvasforzo-deformazione
realee la curvanominale sforzo-del
ormazione
di unacciaio
a basso
tenore
di
carbonio
[DaH E McGannon(ed.),"TheMakìng,
Shaping,
andTrealing of Steef''.
9thed.,UnitedStates
Sleel,19711.
.
deformazione reale e 1
. = fii
. -di = In-lilo (6.12)
, .~ , /
0
l; Ao
e e;= In-= ln-
lo A;
Lavorazionie proprietà meccaniche dè("inetal!i 203
d: r: 300-- / Policristallo
FlGURA6.27 Curve ~~
sforzo-deformazione
peril ramemonocristallino
e policristallino;
monocristallo
mododaavere
multiplo.
il
è orientato
in
scorrimento
Il policristallo
Jf:";
~- Monocristallo
~
mostra unaresistenza
maggiore a tuttele
detormazìoni.[DaM. o 10 20 30 40
Eisenstadt,"lntroduction
oMechanical Properties Deformazione(%)
otMaterials':Macmiflan,
1971,p.25lfi.
Eserciziario
Vedi Esercizio6.8.
Effetto Si è visto precedentemente che la struttura dei materiali metallici può subire
di variazioni notevoli variazioni dipendenti dalla presenza di una struttura monocristallina o
strutturali sulle policristallina, dall'incrudimento, daHa formazioni di soluzioni solide, dal
caratteristiche recupero e ricristallizzazione. Nel seguito sono riportati alcuni esempi numerici
meccaniche di tali effetti.
La Figura 6.27 confronta le curve di trazione sforzo-deformazione del rame
non legato monocristallino e policristallino a temperatura ambiente; a tutte le
sollecitazioni il rame policristallino è più resistente del rame monocristallino: ad
esempio al 20% di deformazione lo sforzo sul rame policristallino è di 276 MPa,
mentre sul rame monocristallino è di 55 MPa.
La Figura 6.28 mostra come una deformazione a temperatura ambiente
aumenti il carico di rottura del rame non legato; ad esempio una deformazione
204 Capitolo 6
900
r.
c..
:::s 70% Cu-:30%Zn
e 750
'E
u
E
5, 600 Caricodi rottura /
li;
:.s ~:::,
~~
0
-~
r.
V
450 60 i::
§
u e>
e Cl.
.9
g 300 40
e 5
FIGURA 6.28 Carico
di e
rottura
edallungamento
un ramedisossidatoin
di
-;i
.g 150
/~ 20 .E
fro
e
funzionedellapercentuale
di a / ~monto <
deformazionea freddo.La o,__..,....__ _,___--...1.
__ ' ---...__...
...L-._.......1 __ ...J__.J
deformazioneè espressa o 10 20 30 40 50 60
comeriduzione percentuale Percentualedi deformazionea freddo
dell'area
dellasezione
trasversale
delmetallo.
4:?0r------------------
70'7rCu-30'7i-Zn
350
del 30% fa aumentare il carico di rottura da 220 MPa a 320 MPa; per altro
associata all'aumento del carico di rottura vi è anche una diminuzione
dell'allungamento percentuale a rottura, indice di diminuita duttilità che
dìminuisce dal 50% al 10%. · · · '
[ Eserciziario
Vedi Esercizio6.9.
Come esempio di rafforzamento per soluzìone solida, consideriamo oltre al
rame non legato una lega 70%Cu~3O%Zn (ottone cartridge). Il carico dì rottura
del rame non legato con il 30% di deformazione a freddo è di 320 MPa (Figura
6.28), invece il carico di rottura della lega 7O%Cu~3O%Zn con lo stesso tasso di
deformazione a rreddo è'"di500 MPa (Figura 6.29); quindi, il rafforzamento per
600
li: 500
:::E
i:
.E
E 400
:.s
e
.!:!
8 300
200 300 400 500 600 700 800 900
Temperatura,
°C
(a)
FIGURA6.30 Effetto E 60
E
dellatemperaturadì ricottura o
Vl
(a)su!caricodi rottura e iil 40
(b)sull'allungamento ~
percentualedi unalamiera"di
85%Cu-15%Zn laminata a
iu 20
E
freddoconriduzione di ~
i;:
sezionedel50%,finoa uno .E:
spessoredi 1 mm,tempo di <
ricottura
1h.[Da"Metats 300 400 500 600 700 800 900
.Handbook': vol.2.9thed., Temperatura,
°C
AmericanSociety torMetals, (b)
1979,p.32{JJ;
206 Capitolo 6
T
soluzione solida ìn questo caso produce un aumento della resistenza del rame di
circa 180 Mpa. ,
Infine, per quanto riguarda l'effetto del ricupero e della ricrìstallìzzazione,
dalla Figura 6.30 si può notare come il carico di rottura di una lamiera di T
spessore 1 mm dì ottone 85%Cu-I 5%Zn laminata a freddo con una riduzione di
sezione del 50%, diminuisèa, a seguito di una ricottura di lh a 400°C, da 520
B
MPa a 31O MPa {Figura 6.30a), mentre invece l'allungamento percentuale a
rottura aumenta dal 3% al 38% (Figura 6.306b).
1-n:j
--19~ p 2P
BHN
~Q-
Brinell Sfera da 10mm
di acciaio o 7tD(D- ..JD2-cJ2)
carburo dl
tungsteno
-=-- _;;;.;:::::::
t
--4
l.b=?.11
b.t=4.00
1?,-I
1 . [ b diamante
Rockwell
g}
60 kg Cono di diamante
A,=}
~ o
150 kg Re= 100-5001
100 kg Ro =
n Q,L,
- z:::=_j_
100 kg Sferadi acciaio
60kg
150kg dì diametro~ in Ra=}
R.::=
R~= 130-5001
E - L..L
t
o 100 kg Sfera di acciaio
i
di diametro in
Re=
Fonte:Da H. W. Hayden,W. G. Moffatt,and J. Wulff,"The structureand Propertiesof Materials",voi. lii, Wiley, 1965, p. 12.
Penetrat(J'e
Superficie·
del provin~
-o ·
.:x'.'\..~
{I ) U penetratore
è sopra
la superficiedel provino
I
(2) Il penetratore sono
il carico prescelto penetra
la superficiedel provin<'
FIGURA6.31 (a)
Durometro Rockwell [Per
concessione dellaPage~
Wi/sonCo;].(b)SeQuenza
perla misura delladurezza
conunpenetralore conicodi
diamante;la profonditàtè (2) li penetratore viene
. inversamentecorrelata alla rimosso.dalla superlìde del
provinolasciandol'impronta
durezzadelmateriale:
Quantominore è t tantopiù (b)
è duro.
il materiale
Rottura dutti!e Come detto. la rottura duttile di un metallo avviene dopo una profonda
defomiazione plastica. Per semplicità, consideriamo la rottura duttile dì un
provino di trazione cilindrico (diametro 12,5 mm). Se viene applicata una
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli · 209
FIGURA6.32 Rottura
duttilea coppa-cono
d.iunalegadi alluminio.
Rottura fragile Molti materiali metallici si rompono in modo fragile, con deformazione plastica
molto limitata. Di solito la rottura fragile avanza lungo caratteristici piani
cristallografici detti piani di clivaggio sotto l'azione di una sollecitazione
normale al piano di clivaggio stesso .. Molti metalli con struttura cri.stallina di
tipo EC manifestano una rottura fragile a causa del loro limitato numero di
piani di scorrimento. Per esempio, un monocristaHo dì zinco sottoposto ad un
elevato sforzo in direzione normale ai piani (000I) si rompe in modo fragile. A
bassa temperatura e ad alte velocità di deformazione, anche molti metalli con
struttura di tipo CCC come il ferro-a:, il molibdeno e il t1.t~gsteno si rompono in
modo fragile.
La maggìor parte delle rotture fragili nei metalli polìcristaHini sono
transgranulari, cioè le cricche propagano attraverso la matrice deì grani.
Comunque la rottura fragile può avvenire in modo intergranulare se i bordi di
grano sono soggetti a particolari fenomeni di corrosione, oppure se la regione
del bordo dì grano è stata ìnfragilita dalla segregazione di elementi dannosi.
21 O Capitolo 6
t,
i+-. ·1:!
·"··
t +
(a) (b) (e).
Tenacità e prova La tenacità è una misura della quantità di energia che un materiale è in grado di
di resilienza assorbire prima di giungere a rottura; questa proprietà è di notevole importanza
tecnologica in relazione all'attitudine di un materiale a resistere ad una
solJecitazione d'urto senza rompersi. Uno dei metodi più semplici per misurare
la tenacità è la prova di resilienza. In Figura 6.:35è riportato lo schema di una
apparecchiatura standard per prove di resilienza. La prova si realizza
posizionando un provino con un intaglio {di tipo Charpy V, come mostrato
nella parte superiore della Figura 6.35. o anche di tipo ad U, ad U profonda e a
buco di chiave) tra gli appoggi paralleli della macchina; successivamente un
pendolo pesante viene lasciato cadere da un·attezza nota. che colpisce il provino
rompendolo. Nota la massa del pendolo e la diff ere.nza tra la altez7..ainiziale e
quella finale che il pendolo raggiunge dopo aver rotto il provino, si calcola
l'energia assorbita dal provini per rompersi. La Figura 6.36 mostra l'effetto
della temperatura sull'energia assorbha da alcuni materiali metallici.
Questa prova può essere utìlizzata per determinare .l'intervallo di
temperatura in cui awiene il passaggio da un comportamento di tipo duttile ad
un comportamento di tipo fragile (transizione duttile-fragile) dei vari materiali
metallici, effettuando prove a temperature via v1a ·aeé:rescenti. Si può osservare ad
esempio dai dati riportati in Figura 6.37 come il contenuto di carbonio negli
acciai ricotti modifichi la transizione duttile-fragile: gli acciai a basso tenore di
carbonio hanno la transizione a temperature inferiori e con un intervallo di
variazione più stretto rispetto agli acciai ad alto tenore di carbonio; inoltre gli
acciai ad alto tenore di carbonio in condizioni di comportamento duttile sono in
grado di assorbire molta meno energia di que1lì a basso tenore di carbonio.
Sono state sviluppate altre prove più sofisticate per misurare la tenacità dei
metalli e delle leghe, ma la loro discussione va al di là degli scopi di questo Hbro.
Tenacità a frattura Le prove di resilienza, come quella descritta in precedenza, forniscono degli utili
dati quantitativi di confronto, utilizzando dei provini e delle attrezzature
relativamente semplici. Queste prove tuttavìa non permettono di fornire
212 Capitolo 6
11
l1
11
l1
l1
1.,
Posìzionefinale 1:1
dopo il colpo , ,
,- - ,!1
\ \
\ \
~ ......< ~ •
\ '>-
, ...._ ,,,,/' ~
FIGURA 6.35 Schema di
unapparecchiatura standard
perprovedi resilienza.[Da
H. w Hayden; w G.Moffatt
e J. Wulff."TheStructure
andProperties ofMateriats·:
voi.lii, Wiley,1985.p.13].
Più
duttile
t
I Metallo CCC a bassa resistenza,
(Lipoacciai di basso carbonio);
materiali tennoplastìci
Più
fragile l Leghe ad alta resistenza
300
0,01 O.I I
200
<:i
'§
~
LlJ
100
)'
F F
t
CJ
amassimo
o
·;::; / a snervamento
É ~
z~x
t ~
Apice della
F F cricca
(a) (b)
FIGURA6.38 Provinodìunalegametallicasottoposta
atrazione
assiale
(a)concriccadi lunghezzaa sullato,(b)concricca
dì lunghezza
(e)Diagramma
2aalcentro. delladistribuzione
deglisforzi.
infunzione
delladistanza
dall'apicedellacricca:
losforzo è massimo
all'apice
della
cricca.
(6.13)
Intaglio
,- • · \ meccanico
FIGURA6.39 Prova di
tenacità
a trattura
conun
provinodi Upo"compact-
e in condizioni
tensìon" di
deformazionepiana:
(a)dimensioni delprovino;
(b} provinonelmomento
delraggiungimento della
(a)
condizionecritica.[Per
concessione dellaWhite
She/1Research].
Il valore critico del fattore di intensità degli sforzi che causa la fraitura del
provino viene chiamato tenacità a frattura K1c del materiale, che può essere
calcolato, noto lo sforzo di rottura a1 e la lunghezza della cricca a, per cricca su
un lato (semilunghezza nel caso di cricca al centro):
(6.14)
I valori della tenacità a frattura (K1c) sono espressi, in unità SI, in MPay'nl. La
Figura 6.39a mostra schematicamente un provino di tipo "compact-tension •·
per prove di tenacità a frattura. Per ottenere valori costanti di K1c )o spessore B
del provino deve essere relativamente elevato, in modo da essere in condizioni
dette di deformazione piana, che fanno sì che durante la prova non ci sìano
deformazioni nella direzione dell'intaglio (cioè nella direzione zdi Figura 6.39a).
Si è ìn condizioni di deformazione piana quando B 2: 215 · (K1c/ Rs)2, dove B è
lo spessore del provino (in m) e Rs il carico di snervamento (in MPa). Si noti che
il provino per la prova di tenacità a frattura ha un intaglio ottenuto per
lavorazione meccanica, all'apice del quale viene fatta propagare per circa 3 mm
una cricca di fatica, in modo da garantire la presenza di un difetto molto acuto e
216 Capitolo 6
Carico di
,
K,c sn.ervamento
Leghe di alluminio:
2024-T851 26.4 455
7075-T651 24.2 495
7178-T651 23.1 570
Lega dì titanio:
Ti-6A1-4V 55 1035
Acciai legati:
4340 {acciaiobasso legato) 60.4 1515 1
17•7 pH (indurenteper
precipitazione) 76.9 1435
Acciaio maraging350 55 1550
Eserciziario
Vedi Esercizio6.i O.
FIGURA6.40 Frattografia
dellasuperficie di rotturaper
faticadi unalbero di acciaio
1040(durezza ,.,,.30
Rockwell C)conlasedeper
unachiavetta. Lacriccadi
faticasi è innescata
nell'angolo sinistrodella
sedeperla chiavetta edha
interessato quasil'intera
sezione trasversale prima
cheavvenisse ia rottura
finale(Ingrandimento
17/ 8 x). [Da"Metals
Handbook': vol.9,8thed.,
American SocietytorMetals,
1974,p;389J.
6MA
Banda di
dispersione
400
Limite di
f
"E- fatica
FIGURA6.43 Risultati di
provedi faticain un
diagramma sforzoapplicato- Legadi alluminio
ciclia rottura(o- N) di 2014-T6
unalegadi alluminio 2014-
T6e dì unacciaio con
medio tenore di carbonio o..__
_____
.___ ___.
__ ___._
__ __,_
__ __.__'----......_
_____ _.___,
AISI1047.[DaH. W.
J03 JQ-1 1Q5 JOO 107 JOS 1Q9 JOlò
Hayden, W G.Moffatte J.
Numerodi cicli
Wultt.'1heStructure and
PropertiesotMaterials': voi.
lii, Wiley,1965, p.15].
Cicli--),,,-
(a) (b)
1. Lo sforzo medio am, media algebrica degli sforzi massimo e minimo nel ciclo
a fatica.
+
O"max O"min
O'm = 2 (6.15)
R = O"mìn (6.18)
O-max
FIGURA6.45
Meccanismo di formazione
delleestrusionie delle
intrusioni
di bande di
scorrimento.[DaA. H.
Cottrell
e D.Hull,Proc.R.
Soc.London, 242A:211#213
(1957l
definita propaga ad una velocità molto elevata (per esempio w-10 miciclo}
creando delle striature di fatica (Figura 6.40). Queste striature sono utili nelle
analisi delle rotture per fatica per la determinazìone dell'innesco e della
direzione di propagazione delle cricche di fatica.
4. Rottura duttile. Infine, quando la cricca si è estesa lungo un'area sufficiente
per far sì che la sezione trasversale resistente del provini non sia più in grado
di sopportare la sollecitazione applicata, il campione si rompe per rottura
duttile.
La maggior parte dei dati riguardanti la fatica ad alto numero di cicli (cioè con
vita a fatica maggiore di 104 o 105 cicli) dei metalli e delle leghe si riferisce al
legan'ie tra sforzo nominale e numero di cicli, cioè alle curve a N, come quelle
mostrate in Figura 6.43. Per realizzare queste prove si usano di solito provini
lisci o intagliati ed è pertanto difficile distinguere tra l'innesco e la propagazione
deBa cricca di fatica .. Sono state pertanto sviluppate metodologie dì prova
adatte per valutare la vita a fatica dei materiali associata alla presenza di difetti.
Difetti o cricche preesistenti all'interno di un componente infatti riducono o
possono completamente eliminare la fase di innesco della cricca; pertanto ia
durata a fatica di un componente contenente difetti può essere notevolmente più
breve della durata di uno senza difetti. In questo paragrafo si utilizzeranno le
metodologie tipiche della meccanica della frattura per sviluppare una relazione
che consenta di prevedere la çlurata a fatica in un materiale contenente un
difetto sottoposto a condizioni di soJlecitazione cicliche.
In Figura 6.46 è mostrato un sistema sperimentale per realizzare prove di
velocità di propagazione di cricche di fatica su provini di tipo CT ("compact-
tension'') contenenti una cricca iniziale di lunghezza nota. Si applica
verticalmente, mediante opportuna apparecchiatura di carico, una sollecitazio-
ne ciclica di intervallo costante che determina una variazione di sforzo nominale
sulla sezione resistente del provino pari a ~a, l'applicazione della forza ciclica
determina nel tempo la propagazione della cricca in direzione orizzontale· una
particolare strumentazione fa circolare nel provino una corrente costa~te e
~isura la t_ensioneassociata, che si modifica man mano che 1a cricca sj propaga;
11valore d1 potenziale misurato viene poi correlato aJla ]unahezza della cricca
che può essere così monitorata in funzione del numero di cicli (per uno valore di
sforzo nominale ~a)~ ottenendo curve come quelle riportate in Figura 6.47.
224 Capitolo 6
Cella di carico
Traversa fissa
Correlazione Esaminiamo ora come sia possibile elaborare dati di lunghezza della cricca in
tra velocità funzione del numero di cicli, ottenuti con il sistema mostrato, o anche con ahri
di propagazione più semplici basati su misure ottiche. Per ogni coppia di dati a - N è possibile
e variazione del calcolare la velocità di propagazione della cricca dc1/dN rispetto a una
fattore di intensità precedente coppia di dati, ed è anche possibile calcolare, essendo noti l::.CJ ed
degli sforzi a, il valo.re del AK1 agente, in analogia a quanto fatto nella (6.13) semplicemente
sostituendo l::.K1a K1 e Acr a cr, e pertanto come:
(6.19)
ill1
FIGURA6.47 (a)Provino f!Q.\
tipoCTsottoposto (dN},.
a sollecitazione
ciclica.
(b)Graficodellalunghezza
dellacriccain funzionedel
numero di cicliperdue
diversi
valoridi amaxpari N, numerodeicicli di sollecitazione
a a1 e u2, cona2 > o-, (a) (b)
e adR prefissato
da ,\ vm
dN= A ~i\. (6.20)
Calcolo della vita Qualche volta se si è ìn presenza di un componente che contiene un difetto può
a fatica essere molto utile riuscire a predirne 1a vita a fatica; ciò anche per poter decìdere
in merito alla sua immediata sostituzione o al suo manteri1rnento in esercizio per
lo meno fino alla prossima verifica programmata In realtà, anche se può
sembrare strano questo tipo dì approccio è utilizzato soprattutto nelle strutture
aeronautiche; una progettazione "in presenza di difetti" consente infatti di
sottodimensionare una struttura rispetto a quella che si .realizza con una
progettazione tradizionale, consentendo in particolare nelle strutture aeronauti-
che risparmi di peso, che si trasformano poi in risparmi di potenza dei motori e
di consumo di carburante. La progettazione "in presenza di difetti", che richie-
226 Capitolo 6
#:-
Variazione del fanore intensitààello sforzo (AK), ksi vin
10 20 so ioo
I I I I
10-2 o
-
o
,ç W- JQ-4
)&}
e JO-
3
~ : ~-
eEu ,..Q ~
Regione 1: ~-, o ,: - I
.-bassa velocità
di propagazione !Y!..
= C(LlK)i• :
dN
: àu I I
I
:
:
d Regione~: l.._
propagazione: -
,f;
5
i--AK,1,
o
·(#rJ;JJ
instabile
apida
:
della cricca ·-:- -
Jf
' -
FIGURA 6.48
I'
Il Regione 2: regione con
omportamemosecondo- -
: p una legge di potenza
Propagazione di unacricca
10-(>
:_,io
di faticaperl'acciaio
ASTM ~p
A533B1(carico di
sneivarnento470MPa). !& -
Condizìoni di prova:R = 18'
,,
0,10;temperatura ambiente.
[DaP. C.Parisetal.,Stress IO-7 8
Analysis andGrowth of 6 $ IO 20 30 40 50 60 80 100
Cracks, STP513, ASTM, Variuzionedel fattore intensità dello sforzo (t.KJ, MPa
Philadelphia, 1972,pp.141-
1161.
da =A A.K" (6.20)
dN
(6.21)
si può conseguentemente anche scrivere che:
(6.22)
da
dN (6.23)
(6.24)
1 far da
(6.25)
A am1r"1/2ym ao ani/2
Usando la relazione:
Jcl'da n+ (6.26)
Nf N
1 0
dN= Nj0 1 = N1 (6.27)
228 Capitolo 6
e sostituendo n = -,-m/2
,
1 Ja1do. 1 ( 101
ym .~ 0 m/2
Au"1Tr'2l2 = Ao-ni,rm/2
,
ym
a-(m/2)+;
-m/2
.
+1
)
. (6.28)
Quindi,
-(m/2)+1
aa, - .a-(m/2)+1
o
N1= . Ac,-n1-,rn1/2ym (6.29)
Eserciziario
Vedi Esercizio 6.11.
Creep dei metalli Quando un materiale metallico è sottoposto ad una sollecitazione costante ::d
elevata temperatura, superiore alla metà della sua temperatura assolut.:i di
fusione ( 1/2·TM,K), esso può subire una progressiva defonnazione plastica nel
tempo. Questa deformazione dipendente dal tempo è chiamata scorrimento
viscoso a caldo, o con il termine inglese di gran lunga più utilizzata, creep. Il
creep dei materiali metaHici è molto importante per alcuni settori applicativi. in
particolari quelli che comportano elevate temperature. Per esempio, il
progettista delle palette di una turbina di un motore a gas deve scegliere una
lega con una velocità di creep molto bassa, in modo che If palette possano
restare in servizio per un lungo periodo di tempo prima di dover essere sostituite
a causa del raggiungimento della deformazione massima loro permessa, Per
molte apparecchiature che operano ad elevate temperature, il èreep dei matcnali
è il fattore che limita la massima temperatura alla quale si può operare.
Consideriamo il comportamento di un metallo policristallino sottoposto ad
una sollecitazione costante ad alta temperatura, rappresentando la variazione
della lunghezza del provino in funzione del tempo, si ottengono sperimenta]~
mente curve come quella mostrata in Figura 6.49, chiamata curva di creep.
li comportamento macroscopico del materiale può essere descritto nel
modo seguente. Inizialmente si verifica un allungamento istantaneo del provino.
SQ· Successivamente, il provino mostra una fase di creep primario in cui la
Lavorazioni e proprietà meccaniche. dei metalli 229
Frattura
FIGURA6.49 Tipica
curvadi creep di un
materiale
metallico. Lacurva
rappresental'andamento
delladeformazione in
funzionedeltempo, quando
vieneapplicatouna
sollecitazione
costante a
temperaturaelevata.Il
secondo stadiodel creep
--1-Allunga~nto Eo
istantaneo,
{creepsecondario) è il più
interessante
peril progeUìsta
in guantoin essasi verifica Tempo
unaestesa deformazione da
creep.
Eserciziario
Vedi Esercizio6.12.
Prova di La prova di creep-rotturaè essenzialmente uguale alla prova di creep, salvo per il
creep-rottura fatto che le sollecitazioni sono più al1e e clie la prova viene protratta fino alla
rottura del provino. I dati delle pjovédi creep-rottura sono diagrammati come
logsforzo nominale in funzionè di logtempodi rottura, come mostrato in Figura 6.54. In c
generale il tempo perché avvenga il creep-rottura diminuisce man mano che
aumentano lo sforzo nominale applicato e la temperatura. Le variazioni di
pendenza che sì osservano in Figura 6.54 sono causate da fattori quali la
ricristallizzazione, l'ossidazione, la corrosione o i cambiamenti di fase. Anche in
questo caso i risultati ottenuti da prove relativamente brevi (nel caso in esame
Lavorazionie proprietà meccaniche dEÌimetalli 231
I
Aumentodello sforzo
o della temperatura
Alta temperatura
o sforzo
•• ·-·Media temperatura
•••• o sforzo
FIGURA 6.51 Effetto
schematicodell'aumento Bassa1emperntura
dellasollecitazione
sulla o sforzo
formadellacurvadi creep
di unmetallo.Si notiche
all'aumentare
della Tempo
sollecitazione
aumenta la
velocità
di deformazione.
,:.;
-~ 0.002
FIGURA 6.52 Curva di ~
.S: 0.001
creepperunalegadìramea u
225°Csoggetta a unosforzo Q
nominaledi 230MPa.La
pendenzadellapartelineare o 200 400 600 800 1000
dellacurvaè la velocità
òi Tempo,h
creepdellostatostazionario.
232 Capitolo 6
,
FI.GURA6.53 Effetto
dellosfo120 nominale sulla
velocitàdi creepdell'acciaio
inossidabileAISI316
(18%Cr-12%Ni-2,5%Mo) a
diversetemperature (593,
704,816(C). [DaH.E.
McGannon (ed.),"The
Making, Shaping, and
Treating.
of Stee/';9thed;, Velocità minima di allungamento, percen)c:llara
UnitedStates Steel,1911,
p.1256'J.
~ :::::::::::::::::::::
inossidabileAISI316 :E
(18%Cr-12%Ni-2,5%Mo} a § 50 IOO'C
,E:
diversetemperature (593, tf,)
100°c
704,816(C). [DaH E. IO
McGannon (ed.),'The
Making,Shaping, and O.I 10 100 1000 10,000 100,000
Treatìngof Steer:9thed., Tempo dì rortura. h
UnitedSta/es Steel,1971,
p.1257j.
Lavorazioni.eproprietà meccaniche dei metalli 233
50 52 54
\
....._ ____ __,
56
ASMlnternalionat,
1990,
Parametro di Larsen-Miller.P = IT (°C) + 273] ['.20+ Jog Ol] x 10-~
p.9981
dove: T temperatura, K
lr = tempo di creep~rottura 1 h
e costante, di solito deH'ordine di grandezza di 20
Ad esempio la Figura 6.55 riporta questi diagrammi per tre leghe adatte ad
impieghi ad alta temperatura. Diagrammi di questo tipo consentono, per ogn~
materiale, una volta note due tra le tre variabili citate (temperatura, sforzo d1
creep-rottura e tempo di creep-rottura) di calcolare la terza.
Alla luce della conoscenza sperimentale per una particolare lega del
diaoramma del tipo di quelli di Figura 6.55, noto lo sforzo applicato e la
te;peratura si può calcolare il tempo di creep-rottura per una particolare lega,
oppure nota la temperatura ed il tempo di vita che si vuole abbia un componente,
234 Capitolo 6
-- Tì-6AI-4V
U
r----,----,--...----.-------.---......--...;..,-1 ,__ Tì•6AI-2Sn-4z!r-6Mo
••••• Ti-6AI-2Sn-4Zr--6Mo-Si
5000 ••••• IMI 829
_ •• IMI 834
___ Alpha2 (Ti3AI) Generai
___ Gamma (TIAI)Generai
_ - _ INCONEL 718
~ 1000
-·--
~ - - - - - - _ O IMI 829 ROC
- - - - - -. A 11..2SAI-·10Nb-3V-1MoTi3Al·roc
§ 500 ...:-:-:-_....._ -- _'-----------------'
.::
(I)
~-- ~--.....A ··t:f.::-::--..;_-----..
D · •.• ...______ - - - ...
- ..- - ...-
100 ~
" \ ...
······- _ ..~
. ··-- ·-------
50
16 17 18 19 20 21 22
Eserciziario
Vedi Esercizio6.13.
Possono anche essere ottenute una serie di curva sperimentali in cm si
ripor,tano gli andamenti del parametro di Larsen-Miller non in termini di creep-
rottura, ma in termini dì creep, e conseguentemente sforz~ ..e tempi, tali da
determinare una partìcolare deformazione del materiale, tipicamente lo 0,2%
(Figura 6.56). Simile è anche l'uso che di queste curve sperimentali può essere
fatto; di nuovo noti sforzo e temperatura si può calcolare il tempo che
determinerà la deformazione in esame, {ad esempio 0,2%), oppure noti
temperatura ed tempo di vita yoluto prima che si giunga alla deformazione in
esame, si può calcolare lo· sforzo massimo conseguentemente applicabile.
I diagrammi del parametro di Larsen.Miller possono essere usati anche per
confrontare le proprietà a creep ad alta temperatura· di materiali diversi, come
mostrato in Figura 6.56 per varie leghe di titanio.
Eserciziario
Vedi Esercizio6.14.
Lavorazioni e proprietà meccaniche dei metalli 235
U11ASSUNTO
DEFINIZIONI .
Paragrafo 6,1
Lavorazionj? a caldo dei metalli: deformazione plastica di metalli e leghe al di sopra della
temperatura alla quale viene prodotta una microstruttura priva di deformazione
(temperatura di ricristallizzazione).
Lavorazionea freddodei metalli:deformazione plastica di metalli e leghe al di sotto della
temperatura alla quale è prodotta una microstruttura priva di deformazione
(temperatura di ricristallizzazione); la deformazione a freddo provoca un
incrudimento del metallo.
Percentualedi riduzionea freddo:
trasversale per effetto. di una elevata pressione che lo costringe a passare attraverso
una matrice. " I
Forgiatura:processo primario dj lavorazione con cui si conferisceuna determinata forma
ad un metallo medìante l'azione di un maglio o di una pressa.
Trafilatura:processo in cui un fili metalljco viene ridotto di sezione per effetto di una
forza di trazione che lo costringe a passare attraverso una matrice.
Paragrafo 6.].
Deformazioneelastica; si dice che. un metallo è deformato elasticamente sotto l'azione di
una forza, quando ritorna alle sue dimensioni iniziali dopo che la forza è stata
rimossa.
Sforzo nominale u: forza media assiale divisa per la superficie iniziale della sezione
trasversale (O'= F/Ao),
Deformazionenominalee: variazione di lunghezza del campione divisa per la lunghezza
iniziale del campione {e:= A/// 0 ).
1
Sforzo di taglio T: forza di taglio S divisa per rarea A su cui agisce la forza di taglio(,::::::
S/A).
Deformazionedi taglio "'f! spostamento dovuto all'azione di taglio a dìvìso per la distanza
h su cui agisce il taglio {; = a/h).
Paragrafo 6.3
Diagramma nominale sforzo-deformazione:diagramma sperimentale dello sforzo
nominale in funzione della deformazione nominale; di solitou è riportata sulrasse y e
t: sull'asse x.
Modulo di elasticità E: rapporto tra sforzo e deformazione (u/e) nella regione elastica di
un diagramma nominale sforzo-deformazione (E= a/e).
Carico di sner,•amento:sforzo in corrispondenza al quale si ha una fissata deformazivnc
plastica permanente residua nella prova di trazione: normalmente il carico di
snervamento è determinata per lo 0.2% di defonnazione.
Carico di rottura: sforzo massimo raggiunto nel diagramma nominale sforzo-
deformazione.
Paragrafo 6.4
Durezza:resistenza di un materiale a subire una deformazione plastica.
,,.
Parag,-afo6.5
Rottura duttile: tipo di rottura caratterizzato da una lenta propagazione di cricche: le
superfici di rottura duttile dei metalli sono di solito opache e con aspetto fibros0.
Rottura fragiJe:tipo dì rottura. caratterizzatQ da una rapida propagazione di cricche; le
superfici con rottura fragile dei metalli sono di solito lucenti e hanno un aspetto
granuloso.
Paragrafo 6..6
Fatica: fenomeno che porta alJa rottura per l'effetto dì sollecitazioni ripetute di valore
massimo inferiore al carico di rottura del materiale.
Rotturaper fatica: rottura che avviene quando un provino soggetto a fatica si rompe in
due parti o comunque subisce una drastica riduzione di rigidità.
lii
Lavorazioni e proprietà meccaniche d~(;;;etalli 237
Paragrafo 6.7
Velocitàdi propagazionedi una cricca di fatica da/dN: velocità con cui una cricca di fatica
si propaga. correlabile aHa variazione del valore del fattore di intensità degli sforzi.
PtUagrafo6.8
Creep: deformazione plastica permanente dipendente dal tempo di un materiale soggetto
a una sollecitazione. o a uno sforzo costante, in genere di entità significativa se la
temperatura è maggiore della metà deUa sua temperatura assoluta di fusione.
Velocità di creep:pendenza deUa curva di creep a un determinato tempo.
sforzo ctie provoca la rottura in materiale soggetto a creep in un
Sforzo di creep.,.rottura:
tempo stabilito~· ad uria particolare temperatura.
DIAGRAMMI DI STATO
1
I diagrammi di stato sono in realtà determinati in condizioni di lento raffreddamento;
nella maggior parte dei casi ci si avvicina in questo modo alle condizioni di equilibrio, che
per altro non vengono mai piena111enteraggiunte.
-------· ···-··-··---·····
240 Capitolo 7
Una sostanza pura quale l'acqua può esistere, in funzione delle condizioni di
temperatura e pressione, in fase solida, in fase liquida o i~ fase va~o~e. Un
esempio familiare a tutti della pJ"esenza contemporanea d1 due fasi m una
sostanza pura è un bic.chiere di acqua contenente dei cubetti di ghiaccio; in questo
caso ]'acqua solida. e liquida sono due fasi distinte, separate da un'interfaccia
costituita dalla superficiedei cubetti di ghiaccio;ugualrilentedurante l'ebollizione
del1'acqua sono presenti due fasi in equilibrio, la fase liquida e la fase vapore.
Una rappresentazione grafica delle fasi assunte dell'acqua, in funzione della
temperatura e della pressione è mostrata in Figura 7J.
DalFesame di tale diagramma si può notare come esista un punto triploa bassa
pressione (4,579 torr) e bassa temperatura (0,0098°C) in cui le tre fasi solida, liquida
e vapore coesistono. Le due fasi hquìda e vapore sono presenti contemporanea-
mente lungo la linea di evaporazione, mentre le due fasi liquida e solida lungo la
linea di solidificazione; queste linee sono linee di equilibrio bifasìche.
I
Linea di vaporizzazione __J
I:: 760
.9
Linea di congelamento , ..
Liquido
FIGURA7.1 Diagramma
di statoapprossimatodi
equilibriopressione- O 100
temperaturaperl'acquapura Temperatura dello H20. °C
(gli assideldiagramma
sonostatialterati}.
Diagrammi·di stato·· ·241
Vapore
Liquido
2000 Punti tripli
1538°C
~
/
é
= 1500
..,.,.,.
_______ ...,...__Fe o(CCCJ
ec.
'l> 1394°C
E 1000 .,, ______________Fey(CCCl 910°c
~
FIGURA7.2 Diagramma Fe <X(CCC)
di statoapprossimato di 500
equilibriopressione-
temperatura peril Fepuro. 10-1.2 JQ-8 1o-i 104
[DaW.G.Moffatf. etal.,
"Strvcture andProperties of Pressione,atm
Materials''.voi:I; Wìley,
1964, f). 151].
3+V=l+2
Ciò vuol dire che nessuna delle variabili (temperatura o pressione. essendo la
composizione dell'acqua costante) può essere cambiata mantenendo la
coesistenza delle tre fasi e il punto triplo è detto punto di invarianza.
Consideriamo ora un punlo lungo la curva di solidificazione di Figura 7.l: i~
ogni punto di questa linea coesistono due fasi, quindi. in base alla regola de1Iefasi:
2+V=l+2
Invece che una sostanza pura, consideriamo ora una lega formata da due
metalli, chiamata lega binaria, che, poiché ogni elemento metallico di una lega è
considerato un componente separato, è costituita da due componenti. Così il
rame puro (Cu) è un sistema ad un componente, mentre una lega rame-nichel
(Cu-Ni) è un sistema a due componenti. Qualche volta anche un composto in
una lega può essere considerato un componente separato; per esempio, gli a.cciai
al carbonio, che contengono principalmente Fe e carburo di ferro (Fe.3C), sono
considerati sistemi a due componenti. .
In alcuni sistemi metallici binari, i due elementi sono ..completamente
solubili l'uno nell'altro sia allo stato liquido che a quello solido: in questi sistemi
esiste solo un tipo di struttura cristallina e perciò sono chiamati sistemi isomorfi.
Perché i due elementi abbiano una completa solubilità solida l'uno neff altro,
devono essere di solito soddisfatte una o più deHe seguenti condizioni, formulate
da Hume-Rothery 1 e conosciute come regole della solubilità allo stato solido di
Hume~Rothery:
1500,-------------------------1-----,
Liquido
ws = 58% peso Ni
i:
8. 1200 Lineadi leva
e
~
Soluzione
solida o:.
o 10 20 30 40 50 60 70 80 90 }00%
100% Ni
Cu
Percentuale in peso di nichel
Ni
I
1500 80% puro
Cu 20% 50%
Ni
\\
puro Ni
1400
~
é FI
B 1300 Li di
e
c.)
c. m
= 1200 S2 so
~
in
1100 s, ap
le
co
Tempo liq
{a) fa
Liquido
1500
I455°C
Liquidus l~.
frl 1400
l+
"'
-~'Soli~o
:-
I
:
I
I I
: cx. :
FIGURA 7.4 Costruzione I I
deldiagramma di statoCu- : :
Nipartendo dallecurvedi O 20 40 60 80 100%
raffreddamentoliquido- 100% Ni
Cu
solido.{a)Curve di
raffreddamento,(b) Percentuale in peso di nichel
diagramma dì stato
di equilibrio.
Liquido
~
IGURA7.5 Diagramma
E
i statobinario
di due E
metalli
A e Bcompletamente eg_ T
olubilil'unonell'altro,
con E
ndicato il metodo per i2 Solido
pplicare la regola
della
eva.Allatemperatura r.la o w, \l'o ws I
omposizione dellafase A B
è w,e quelladella
quida Frazionein peso di B
asesolidaè Ws.
e Xs = 1-X, .(7.2b)
dà:
oppure:
raccogliendo:
··
F raz10ne m a fase so l'd
· peso de 11 1 a =· X s =---
Wo -
w.,-
WJ
w1
(7.4)
Le Equazioni (7.4) e (7.5) sono le equazioni della regola della leva: Più
semplicemente esse affermano che la frazione in peso di una fase in una lega
bifasica è pari al rapporto tra la lunghezza del segmento sulla linea orizzont;le
che si trova dalla parte opposta rispetto alla lega di interesse (più lontano dalla
fase di cui si vuole calcolare la frazione di peso) e l'intero segmento. Quindi, in
Figura 7.5 la frazione di peso della fase liquida è il rapporto OS/LS e la. frazione
di peso della fase solida è il rapporto LO/LS.
Le frazioni di peso possono essere·trasformate in percentuali di peso, come
si fa comunemente, moltiplicando per 100%, e pertrnto si ottiene anche:
FIGURA7.6
Microstruttura
di unalega
70%Cu-30%Ni ottenutaper
solidificaziorie
industriale
chemostra con
unastruttura
granidi composizione
chimica disomoaenea.
[DaW G;Mottàttet al.,
"StructureandProperiies
of Materiafs''.
voi.I, Wiley,
1964,p.111}.
To ••••••••••••.•••••• '
1455 -:--- I
Liquido
I
FIGURA7.7
Solidificazionein condizioni
nondiequilibrio di unalega
70%Ni-30%Cu. il (X
diagramma di statoè
distortopermotìvi
illustrativi:
si notila lineadi
solidusnondi equilibrio da
0:1 a a 7 Laleganonè
100% 30%
completamente solidificata Ni Cu
finoa quando JI solidusnon Percentuale in peso di rame
dì equilibrio
raggiunge o:7 a
T1.
250 Capitolo7
FIGURA7.8
Schematizzazione deltipodi
microstruttura
chesi ottiene
alletemperature T2 e Tt.di
Figura 7.7perla
solidificazione
in condizioni
nondi equilibriodi unalega
70%Nì-30%Cu che
Liquido
illustrano
lo sviluppodi una
struttura
congranidi r,. r,,,
composizione chimica
disomogenea.
equilibrio a;a:;a:; .... Alla temperatura T6 ìl solido ha meno Cu rispetto alla com-
posizione originale della lega che è 30%Cu. Alla temperatura T1la composizione
media della lega è 30%Cu e la solidificazione è completa. I diversi strati dei vari
grani hanno tuttavia per questo fenomeno composizione variabile da o 1 ad a:7.
che determinano una struttura con grani di composizione chimica disomogenea,
schematizzata in Figura 7.8 e mostrata per una lega reale in Figura 7.6.
FIGURA7.9 Ungotti
per
laproduzione dl lamiere ìn
legadi alluminio caricatiin
unfornodi
omogeneizzazione.
Riscaldandoi lingottiaduna
temperaturainleriorealla
temperaturaminima di
fusionedellefasi,la
diffusione
atomica allostato
solidocreaunastruttura
interna
piùomogenea. [Per
concessione dellaReynolds
Metals Co.J.
Molte leghe binarie sono costituite da metalli con limitata solubilità allo stato
solido, come ad esempio il sistema piombo-stagno (Pb-Sn) di Figura 7.1 l. Le
regioni di limitata solubilità solida alle due estremità del diagramma Pb·Sn sono
rispettivamente la fase a e la fase 8 e sono chiamate solidoni solide limite, dal
momento che appaiono alle estremità del diagramma. La fase a è una s9luzione
solida ricca di Pb in cui può disciogliersi in soluzione solida un massimo del
19,2¾ di Sn a 183°C la fase /3è invece una soluzione solida ricca di Sn in cui
può disciogliersi un massimo del 2,5% di Pb a 183°C. Quando la temperatura
FIGURA7., o Liquazione
in unalega70%Nì-30%Cu
dovuta adunriscaldamento
Liquido
sololeggermente superiore
allatemperatura di solìdus
(a).In (b}laregione del
bordo di granoaveva inizìato
a fondersie,dopo
successivo raffreddamento,
lazona fusasìè arricchita
in
Cu,facendo apparirei bordi
di granocomeampielinee
scure. !Perconcessione di (a) (b)
F.Rhines].
252 Capitolo 7
,f3eutettico
Lega 2 Lega I
a proeutettico = 51 %
Liquido
=49%
Solvus
a proeutenico
o lO '.!O 30 40 50 60 70 80 90 l()()c;f
1009, Sn
Pb
Percentun.lein peso di stagno
a emenico
--·- - - -----
Diagrammi di stato 253
FIGURA 7.12
di leghePb-
Microstrutture
Snraffreddate
lentamente:
(a)composizione quasi
eutettica
(63%Sn-37%Pb),
(b) 40%Sn-60%Pb.. (e)
70%Sn-30%Pb, (d)
90%Sn- l0%Pb,(Ingrandi-
mento75x). [DaJ N11tting
e R. G.Baker,
otMetals,.,
"M;crostructure
lnstituteof Metals,London,
1965,pJ9J.
------------
254 Capitolo7
/ Tuttoliquido
300
/245°C
/ a.proeutetticoin solidificazione
/ Eutetticoin solidificaz.ione
100
Lega 60'k Pb-40o/cSn
/'--..
FIGURA 7.13
Diagrammaschematico Tempo
temperatura-tempo
dì
raffreddamento
perunalega
60%Pb-40%Sn.
Eserciziario
Ved~Èsercizi 7.2, 7.3, 7.4.
In una trasformazione eutettica binaria, le due fasi solide (a. + /3)possono avere
diverse morfologie. La Figura 7.14 mostra schematicamente alcune strutture
eutettiche, in cui la forma che sarà creata, dipende da molti fattori. Di primaria
importanza è la minimizzazione dell'energia libera alle interfaccia o//3.Un altro
fattore importante è il modo in cui le due fasi (o+ /3) sono nucleate e si
accrescono; per esempio, si formano eutettici di tipo a barrette o di tipo a
lamelle quando non è richiesta la nucleazione ripetuta delle due fasi in
determinate direzioni. Un esempio di una struttura eutettica lamellare, che
rappresenta il tipo più comune, formata durante una trasfom1azione eutettica
Pb-Sn è mostrata in Figura 7.15; in Figura 7.12a viene invece mostrata una
struttura mista irregolare formatasi nello stesso sistema Pb-Sn.
256 Capitolo7
I
·· Superficielibera
Superficielibera ~~~~~=-_superiore
superiore '
Direz.ionedi
crescita ~ crescita
Interfaccia Interfaccia
solido-liquido solido-lìquido
(a) (b)
Superficielibera
superiore
FIGURA 7.14
Illustrazioni
schematiche di Direzionedi
diversestrutture
eutettiche: crescita , .
(a)lamellare,
(b) a barrette,
(e) globulare.
(a) aciculare.
[DaW. C:Winegard, ''An I
Jmerfuccin
t
Interfaccia
to the
lntroduction ~olìdo-Jiquido solido-liquido
Solidification
o! Metals';
lnstitute
ot Metals,London, (e) Id)
1964].
1538 Liquido
1550 "j/" L+6
1400
1394 4.3
o 4 5 6 9
100%
Fe
Perceniualein peso di nichel
FIGURA7.16 Regione
perilettica
de.Idiagramma li puntoperitettico
di statoFe-Nì.. al puntoe (4,3%Ni,
corrisponde 1517°C},
258 Capitolo 7
Liquido
Lega I
(l
1400
Liquido
~
é 1200
E
E
g_
E
~
a+ ~
o IO 20 30 40 50 60 70 80 90 JOO'n-
100% Ag
Pt
Percentualein peso dì argento
FIGURA7.17
Diagramma di statoPt-Ag, Durante un raffreddamento in condizioni di equilibrio oppure molto lento di
onpresenza di una lega di composizione peritettica attraverso la temperatura peritettica, ~utta la
rasformazione invariante fase solida a reagisce con tuno il liquido per produrre una nuova fase solida 8,
perilettica
al 42,4%Ag ea
come indicato in Figura 7.18. Invece, durante la solidificazione rapida di un
186"C.Alpuntoperitettico
liquido(66,3%Ag), u
10,5%Ag) e f3 (42.4%Ag)
oesistono.
Liquido
FIGURA7.18
Rappresentazione
schemalì-
adellosviluppo
progressivo
della
Diminuzfonedi temperatura
rasformazione
peritettica
L+a- /3.
260 Capitolo7
Liquido AtomidiB
dal liquido ,
FIGURA7.19 Fenomeni
di nonequilibriodurantela
trasformazione
peritettica.
La
bassa velocità
di diffusione
degliatomidalliquidoalla ..._....__.,,.- Atomi di A
faseo fa sì chela fasef3 da o.solido
lafasea.
circondi
T4...
T5 -i,..
a:·}·
... 0:-1 :x4
di granidisomogenei dìfase
a (o di {j). Durante una T6-+-
solidificazione rapida di.una T7-. L;
legaperitettica, i grani
o:+~
disomogenei dì a- possono
inoltreessere circondati da
faseperitettica /3.[DaF. A X
Rhines, "Phase Diagrams in B ~
Metallurgy," McGraw-Hi/1,
1956,p.86'1.
Diagrammi di stato 261
-
262 Capitolo 7
IO 20 30 40 50 60 70 80 90 Of
L
1000 a+L 1
36 955" L2
L1+L1 1600
800
FIGURA 7.23
Diagramma di statòCu-Pb.
L'aspetto
piùimportante di
questodiagramma è la ~ a+L:! \ )200
trasformazione
monotettica
invariante
a 36%Pb e
~
~
o
600 ...
r:::..
955°C.Al punto monotetlico
coesistonolefasia l
(100%Cu), L, (36%Pb) e L2
800
(87%Pb).Sinoticheìl Cue 400
il Pbsonopraticamente 327.502°
-'326°
tralom IDa
insolubili 99.94
"MetalsHandbook," vo/.8: o:+~
"Metallography,Structures, Cu Pb~
andPhaseD;agrams," 8th 200 400
Cù 20 40 60 80 Pb.
ed.,American Society
tor
Metals,1973, p.296]. Percemunle in peso di piombo
Diagrammidi stato 263
TABELLA 7.1 Fasie tipi di reazioniinvariantiche awengono nei diagrammi di fase binari
Diagrammadi stato
Nome della reazione Equazione caratteristico
Eutettico L
raffleddamento
o +/3 «) \.1/ (p
Eutettoide o
raffreddamento
f;J+-y
~) \.a/ (r
Peritettico a:+L
raffreddamento
f3
a) \L
7~"\
Perittetoide o+ /j
raffreddamento
"f a) /,;·, \ \p
Monotettico L,
raffreddamento
a+L2 a) ';J( \ \L::
fissate, infatti, in accordo con la regola deHe fasi, ci sono zero gradi di libertà in
corrispondenza aì punti di trasfom1azione.
Diagrammi di stato Si sono fino ad ora esaminati diagrammi di stato relativame.nte semplici,
con fasi contenenti solo un numero limitato di fasi e con al massimo una sola
intermedie trasformazione invariante. Molti diagrammi di stato sono invece complessi e
mostrano spesso fasi o composti intermedi. Nella terminologia d'èidiagrammi di
stato è conveniente distinguere tra due tipi di soluzioni solide: fasi limite e fasi
imermedie. Le fasi limite sono le soluzioni solide presenti alle estremità dei
diagrammi di stato, confinanti con i componenti puri; un esempio di fasi limite
sono le soluzioni solide a: e B de] diagramma di equilibrio Pb-Sn (Figura 7.11).
Le fasi intermedie sono soluzioni solide che si hanno in un intervallo di
composizione di esistenza interno al diagramma di stato e, in un diagramma
binario, sono separate dalle altre fasi da regioni bifasiche; il diagramma di stato
di equilibrio rame-zinco (Cu-Zn) di Figura 7.25 ha ad esempio sia fasi limite che
fasi intermedie: a: e fJ sono fasi limite, /3, "I, 8 e e sono fasi intermedie. Il
diagramma Cu-Zn contiene cinque punti invarianti peritettici e. un punto
invariante eutettoidico nel punto più basso della regione della fase intennedia é.
Diagrammi di stato 265
450 /J
400 800
L
y-+ L 1600
§
È 800
g.
~ S+L
l'.!00
600 (Y.
800
400
45.5
419.58°
FIGURA 7.25
o:+f3' y+e
Diagramma di statoCu-Zn. TJ
Questo diagramma halefasi
e+ TJ 400
limitea: e ri e le fasi 200
intermedie/3,~. 6 e e, sono
a.+y 9,9_.79é
!j 100°~
anche presenH cinque punti
invarianti
peritetUci e un
eutettoide.[Da"Metals o.__________ ..__
_________ ..__
___ _,
Handbook''. vol.8, 20 40 60 80 Zn
Cu
''Metallography, Structures, Percentuale in peso di zinco
andPhase Diagrams", 8th.
ed.,American Soc1ety tor
Metals, 1973,p.301].
266 Capitolo 7
/:~?ff/
.)~_:;_fSft
21 Silica 12
brick~
I
2000 3632
I I
1900 1 Soluzione liquida. I 1 3452
I I
I
I 3272 ~,:;
SìO, I
FIGURA 7.26
+(l ~
Diagramma
sistemaA1
di statodel
203~Si02 che
Al203
+M M+I ) I
3092
~
~
1600 2912
contiene'
mullitecomefase
intermedia.Sonomostratele
composizìoni tipichedì 1500 2732
M+SiO~
chehannoAl203 e
refrattari
Si02 comelorocomponenti 2552
1400
principali.
[DaA. G.Guy.
"Essential
ot Materìa/s O IO 20 30 40 50 60 70 80 90 l 00
Science,"
McGraw~Hi!I. 3AJ~O3·2SiO~
1976]. Percentuale in pel'iodi SìO~
,.Le fasi intermedie non sono presenti solo nei diagrammi ?i stato binari dei
materiali metallici; nel diagramma di stato del sistema ceraJuco Al203-SiO~ si
forma una fase intermedia chiamata mullite, costituita da composto 3Al203·2Si0:
(Figura 7.26); molti materiali refrattari 1• che saranno discussi nel Capitolo 10 sui
Materiali Ceramici; hanno le fasi Ah0 3 e ;ii02 come loro componenti principali.
Composti In alcuni diagrammi di stato si'fermano dei composti intermedi tra due metalli
intermedi oppure tra un metallo e un non metallo: il diagramma di stato di equilibrio
magnesio-nichel (Mg-Ni) contiene i composti intermetallici Mg2Ni e MgNh.
1500 Liquido
Fase a fusione L+l3
congruente
;iJ
1100
É Fase a fusione
.:: incongruente L+MgNi -MgNi2
2 ~
i
$::: L+o.
~ 700 Mg2Ni
Mg2Ni + MgNi2
300
o 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100w · Percemuale in peso dì nìchel 1009':
Mg Nì
Eserciziario
Vedi Esercizio7 .6.
Finora abbiamo discusso solo diagrammi di stato binari, cioè a due componenti;
rivolgiamo ora la nostra attenzione ai diagrammi di stato ternari, cioè a tre
componenti. Come mostrato in Figùra 7.28 per una lega metallica ternaria
formata dai metalli puri A, Be C, le composizioni sui diagrammi di stato ternari
sono di solito rappresentate su un triangolo equilatero, ponendo i componenti
puri nei vertici del triangolo, e le composizioni delle leghe binarie AB, BC e AC
sui tre lati del triangolo,
268 Capitolo7
100%
A
FIGURA 7.28
su
Rappresentazione
triangolo
equilatero
delle lOOw 20 40 60 80 lOO'w
B e
composizioni
chimiche
di Percentuale in pe!iodì C
unalegaternaria
con
componentiA.Be C.
I diagrammi cli stato ternari, validi per una pressione costante di l atm.
possono essere rappresentati riportando la composizione su una base triangolare
e la temperatura su un asse verticale, con rappresentazione tridimensionale. Più
spesso però si considerano una o più sezioni isoterme di tale diaaramma.
proiettando la o .lesezioni sulla base triangolare. come viene faJ.to ad ese~pio per
la rappresentazione delle curve altimetrìche su una mappa geografica.
Consideriamo ora un diagramma ternario del tipo mostrato in Figura 7.29. in
cui il vertice A del triangolo indica il 100% di metallo A, il vertice B indica il 100°0
di metallo B e il vertice C indica il 100% di metallo C; si tracciano le tre linee per-
pendicolari dai vertici ai lati opposti del triangolo e la distanza dal lato al vertice
lungo la linea perpendicolare corrisponde al 100% dell'intera linea, si tracciano nel
caso varie parallele che individuano opportune suddi.visi.oni di tale 100%. Per
determinare la percentuale in peso di una lega rappresentata dal punto x basterà
ora determinare le coordinate di tale punto rispetto alle tre perpendicolari.
Eserciziario
Vedi Esercizio7.7.
Diagrammi di stato 269
100%
A
FIGURA7.29
Rappresentazione
su
triangolo
equilatero
delle
composizionichimiche
di
unalegaternariacon
componenti.A.Be C;
schematizzazione
del
metodo utmzzatoper
Percentuale in pe~odi C
determinare
lacomposizione
di unalegax.
RIASSUNTO
Cr
FIGURA 7.30
Diagramma di statoternario
Fe-Cr-Nirelativo
alla
sezioneisotermaa 650"'C.
Fe 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Ni
!Da"Metals Handbook,"
vol.8,8thed.,American
1
In molti diagrammi di stato di equilibrio binari sono presenti fasi e/o composti
intermedi; le fasi intermedie hanno un intervallo dì composizione, mentre i
composti intermedi hanno composizione fissa.
Durante la solidificazione industriale di molte leghe, si creano gradienti di
composizione e si producono strutture a grani disomogenei. Una struttura a
grani disomogenei può essere eliminata omogeneizzando il getto o il lingotto per
un tempo adeguato a temperature appena sotto la temperatura di fusione della
fase con più basso punto di fusione. Se il materiale viene leggermente
surriscaldato, determinando incipiente fusione ai bordi di grano, si produce
una struttura Iiquata; questo tipo di struttura non è desiderabile poiché la lega
perde resistenza meccanica e può rompersi durante le lavorazioni successive.
DEFINIZIONI
Paragrafo 7.1
Sistema: porzione delruniverso che è stata isolata per poterne studiare le proprietà.
Equilibrio: si dice che un sistema è in equilibrio se non avvengono variazioni
macroscopiche nel tempo.
Fase: porzione fisicamente omogenea e distinta di un sistema materiale.
Diagrammadi stato di equilibrio:rappresentazione grafica delle pressioni, temperature e
composizioni alle quali diverse fasi sono stabili in condizioni di equilibrio. Nella
scienza dei materiali i diagrammi di stato più comuni sono tracciati in funzione della
temperatura e della composizione.
Pa,·agrafo 7.2
Regola delle fasi di Gibbs:all'equilibrio il numero delle fasi più i gradi di libertà è uguale
al numero dei componenti più due: F + V = C + 2. Nella fomla ridotta con pressione
di I atm: F+ V= C+ I.
Gradi di libertà V: numero di variabili (pressione, temperatura e composizione) che
possono essere variate indipendentemente senza variare la fase o le fasi del sistema.
Numero di componentidi un diagrammadi stato: numero di elementi o composti che
formano il diagramma di stato. Per esempio il sistema Fe-FeJC è un sistema a due
componenti e anche j) sistema Fe-Ni è a due componenti.
Paragrafo 7.3
Sistemaisomorfo:diagramma di stato in cui è presente solo una fase solida, cioè allo stato
solido è presente solo un tipo distruttura.
Liquidus: temperatura alla quale il liquido inizia a solidificare in condizioni di equilibrio.
Solidus: temperatura durante la solidificazione di una lega alla quale solidifica l'ultima
porzione di fase liquida.
Paragrafo 7.6
Trasformazione eutettica (in un diagramma di stato binario): trasfonnazione di fase in cui
tutta la fase liquida si trasforma isotermicamente in due fasi durante un raffreddamento.
272 Capitolo 7
Paragrafo 7.7
Trasformazione peritettica (in un diagramma di stato binafio): trasformazione di fase in
cui, durante il raffreddamento, una fase liquida si combina con una fase solida
producendo una nuova fase solida.
Trasformazione monotettica (in un diagramma di stato binario): trasformazione di fase in
cui, durante il raffreddamento, una fase liquida si trasforma in una fase.solida e in
una nuova fase liquida (di composizione diversa dalla prima fase liquida}.
Paragl'afo7.10
Fase limite: soluzione solida di un componente in un altro per la quale un bordo della
regione di esistenza è un componente puro.
Fase intermedia:fase per la quale rimervallo di composizione di esistenza è compreso tra
quelli delle fasi limite.
MATERIALI METALLICI
Produzione della La maggior parte del ferro è estratto da minerali di ferro utilizzando grossi
ghisa grezza (Figura 8.1). Nell'altoforno> il coke (ottenuto dal carbone) è usato
altiforni
nell'altoforno come agente riducente degli ossidi di ferro (principalmente Fe 2 O 3 ) per produrre
274 Capitolo 8
.. I prezzipossono_variare
nel tempo
t Lamiera dì acciaio al solo carbonio laminataa caldo.
+Spugna di titanio.Prezzi per circa 50 t.
ghisa·grezza, che contiene circa il 4% di carbonio as~ieme ad altre impurità.
mediante la tipica reazione:
Contcnilori
dlii minerale Contc•nilori
.-dèlcu.lcare del roke
Caricamento
a 'f/r~I
~
..,::':-.:. del rottame
forno
~• Caricamento
.,. dì ghisa fusa
Spillatura
del forno
'<.J' ...
t
~
Ì{
t
~
rP~. Cola"
della scoria
/~
j} #
~ Aggmnta di
calce viva
FIGURA8.2 Fabbricazione
dell'acciaio
in unconvertitore
adossigeno. di lnlandSteen.
[Perconcessione
Produzione Gli acciai al carbonio sono sostanzialmente delle leghe di ferro e carbonio con
dell'acciaio un tenore di carbonio che praticamente è al massimo dello 1.2%, anche se la
e ottenimento maggior parte degli acciai contengono una quantità di carbonio inferiore allo
dei principali 0,5%. La maggior parte delracciaio è ottenuta per ossidazione del carbonio e
semilavorati delle altre impurità presenti nella ghisa grezza, finché B contenuto di .carbonio
di acciaio nel ferro si riduce al livello richiesto.
Il processo più comunemente usato per la conversione della ghisa grezza in
acciaio comporta l'uso di un convertitore ad ossigeno. In questo processo la
ghisa grezza Viene caricata, unitamente a rottame di acciaio aggiunto fino a
circa il 30%, in un convertitore di forma cilindrica con rivestimento refrattario.
nel cui interno è inserita una lancia che insuffla ossigeno (Figura 8.2).
L'ossigeno puro della lancia reagisce con il bagno fuso per formare ossido di
ferro. Il carbonio nell'acciaio reagisce quindi con l'ossido di ferro per formare
monossido di carbonio:
p e
FIGURA 8.3
Rappresentazione schemat.ica
· dell'andamento della
di unconvertitore
raffinazione é
.. --:_~---
a rivestimento
insufflamento
basico con
di ossigeno
ia 1.0, ·
[DaH. E.
dall'alto.
McGannon (ed),'7he
Making, Shaping, and
Treatingot Steel':9thed., Tempo.min
United StatesSteelCorp.,
1971,p.494J.
Diagramma di Le fasi presenti nelle leghe ferro-carbonio raffreddate molto lentamente a varie
stato Fe-Fe3C temperature e con percentuali di carbonio fino al 6.67% sono mostrate nel
diagramma di stato ferro-carburo dì ferro (Fe-Fe 3 C) di Figura 8.6. Questo
diagramma di stato non è un vero diagramma di equilibrio, dato che il composto
Fe3C che. si forma non è una fase di equilibrio. So.no certe condizioni iì Fe3C.
spesso chiamato anche cememire,può decomporsi nelle fasi più stabili di ferro e
carbonio (grafite). Tuttavia, per la maggior parte delle condizioni pratiche il
Fe3C è molto stabile e può quindi essere trattato come una fase di equilibrio.
Fasi solide nel Il diagramma Fe-Fe 3C contiene le seguenti fasi solide: ferrite-a. austenite (1-),
diagramma di cementite (Fe3C) e ferrite-o.
stato Fe-Fe3 C
Ferrite-a. Questa fase è una soluzione solida interstiziale del carbonio nel
reticolo cristallino CCC del ferro. Come indicato dal diagramma di stato
Fe~Fe3C, il carbonio è solo parzialmente solubile,Ìlella ferrite·a:, .con una
solubilità allo stato solido massima dello 0,02% a 723°C, la solubilità del
carbonio nella ferrite-o diminuisce allo 0,005% a 0°C.
1
Gli acciai al carbonio contengono sempre anche silicio, e come impurezze fosforo e zolfo.
278 Capitolo 8
Acciaio
solido
Carbone
Coke
Ghisa di Impianti di
prima produzioneacciaio
Triturazione,
selezione.
ecc.
Materiali
fusione (Martin-Siemens. Acciaio
fusa convenitorebasico fuso ~-
convertitorea
ossigeno e arco
elettrico) i
~
I
-
ricchi
ìn ferro.
_____ ___, I !Lingottiere
I
I
lmpìanti di
trattamento
del minerale
I Acclaìo
i solido
di ferro
Minerale
"
ILingonil
non tramnr,
Elementi !
dì lega e 'I Gabbie di
Mimere additi\·i laminazione
di minerale primaria( per
dì ferro blumì. bìllenc
èslebil
Profilati
stnitturali
ft·~·~'B'.i~~
Travi Angolari Travia T Travia Z Travia C Palifica:z.ioni
Rotaie e
giunzioni
~ 28 gJ
Rotaie standard Rotaie per gru Giunzioni
~arre
~
-
'°
Tondo Quadro Esagonale Otla!!onale Piano Triangoli.Ire Messo
!Ondo
Filo Fune
~ Chiodi Rete
No111:
Altri prodoni tubolari comprendono
tubi di largo diametro s:lldatì
ouenuti da lamiere. e tubi saldaci a
resistenza (ERW) ouenu1ida mmri
laminati II caldo e a freddo.
. -- Gabbie per
hlmierini a c:ildo Gabbiedì
Lamin:11i:i laminazione-
a freddo
1-----------
Lamierinie nastri
caldo sboz.zmi lamin:tiia freddo
percoil Coìl
1600 L+o I
I
I
6 Liquido
1400
y+o L +Fc,C
L+y
1200 1148°C
y austenile I\
2.06 4.3
1-.l1000
y + Fe3C
li
!e:. 800 o+y
I.)
723"C
a.
E
~ 600 '\ \
0.8
0~02
400 a+ Fe3C
Fe3C
200
o 6.67
0% 2 3 4 5 6
100%Fe Fe3C
FIGURA 8.6 Diagramma Percentualein peso di carbonio
di statoferro-carburo
di
ferro.
Liquido (4,3°/oC)
ll48°C austenìte "'/(2,06 %C) + FeJC(6,67%C)
Questa trasformazione non s'incontra negli acciai al carbonio, in quanto il loro
contenuto dì carbonio è troppo basso.
Trasformazione eutettoidica Al punto di trasformaz:ione eutettoidica.
l'austenite solida con 0,8% di carbonio produce ferrite-a con 0,02% di
carbonio e Fe 3C (cementite) che contiene 6,67% di carbonio.. La
trasformazione, che avviene a 723°C, può essere scritta come:
austenite (0,8%C)
i23"C ferrite a (0,02 %C) + Fe3C(6,67%C)
Materiali metallici 281
1000 - 'Y
500
a+ Fe~C
FIGURA 8.7
Trasformazione
di unacciaio 400 -
eutettoidico
(0,8%C) dopo
unraffreddamentolento.[Da
W.F.Smith,"Structure and o 0.4 0.8 6.67
100% Percentuale in peso di carbonio
Properties
of Engineering Fe
Alloys';McGraw-Hi/1;
1981.
p.8].
FIGURAB.8
Microstruttura
dì unacciaio
eutettoidico
raffreddato
lentamente.La
microstruttura
consiste di
perme lamellareeutettoidìca.
Lafasescuraè cementite e
la fasechiaraè ferrite.
(Attacco:picral:
ingrandimento 650x).
[UnitetiSteelCorp.,"Metals
Handbook': Vo/.8,8thed.,
American SocietytotMetals,
1973,p,188].
Poiché la solubilità del carbonio nella ferrite-a e nella cementite (Fe 3C)
varia molto lentamente da 723°C a temperatura ambiente, la struttura della
perlite rimarrà praticamente invariata in questo intervallo di temperatura.
Eserciziario
Vedi Esercizio 8.1 ,
1
Il prefisso pro- significa "prima" e pertanto il termineferriteproeutettoidica è usato per
distinguere questo costituente dalla ferrite eutettoidica che si forma durante la
trasformazione eutettoidica.
Materiali metallfèi 283
1000 ~
900
'Y
"i·~. 1 1 . O
800 y+a b
f;.l
0.02
É
:::;
'é
o
100 I
È
~
600
FIGURA 8.10
Microstruttura di unacciaio
al carbonioipoeutettoidico
(0,35%C) raffreddato
lentamentedalcampo
austenitico.
Il costituente
chiaroè !aferrite
proeutettoidica;
il costituente
scuroè la perlite. (Attacco:
nital2%;ingrandimento
SOOx). [DaW F. Smith,
"Strutture
andProperties of
EngineeringAlloys';
McGraw-HiJI, 1981,p.11].
284 Capitolo 8
1100
900
:;i
È 123°c
!
,:;
~
700
E
#
500
FIGURA8.11
Trasformazione
di unacciaio
al carbonio
ipereutettoidico 100 l.2
(1,2%C) durante
un
raffreddamento
lento.[DaW t) LO 2.0 3.0 4.0 5.0 6.0 6.7
F.Smith,~·structure
and IOO'ìr
Properties
otEngineering Fe
Percentualein peso di carbonio
AI/Oys':McGraw-Hifl,
1981,
p,12j.
Eserciziario
Vedi Esercizio8.2.
Acciai al carbonio ipereutettoidici Se un acciaio al carbonio con 1,2% di
carbonio (acciaio ipereutettoidico) viene riscaldato e mantenuto per un tempo
sufficiente a circa 950°C, la sua struttura diventerà praticamentè tutta austenìtica
(punto a di Figura 8.11 ), Se poi questo acciaio viene raffreddato molto lentamente
alla temperatura b di Figura 8.11 t inizierà a nuclearsi della cernentite
proeutettoidica e a crescere principalmente al bordo dei grani austenitici; durante
un ulteriore lento raffreddamento fino al punto e di Figura 8.l I, cioè appena
sopra i 723°C, la quantità di cementite proeutettoidica aumenterà. se, con il lento
raffreddamento. vengono mantenute condizioni prossime all'equìlibrio, il
contenuto complessivo di carbonio nell'austenite residua passerà da 1,2% a 0,8%.
Con un ulteriore raffreddamento lento fino a 723°C o appena sotto questa
temperatura, l'austenite rimasta si trasformerà in perlìte a seguito di
trasformazione eutettoidica, come indicato dal punto d di Figura 8.11. La
cementite formata durante. la trasformazione eutettoidica viene chiamata
Materiali metallici 285
FIGURAS.12
Mìcrostrutturadi unacciaio
al carbonioipereutettoidico
(1,2%C) raffreddato
lentamente dallaregione
Lacementite
austenitica.
proeutettoidicaapparecome
chiarochesi è
il costttuente
formatoall'exbordodi grano
austenitico;
la restante
è formata
struttura daperlile
lamellare grossolana.
(Attacco:pìcral;
ingrandimento 1000x).[Per
concessione dellaUnited
StatesSleelCorp., Research
Laboratory'j.
Eserciziario
Vedi Esercizio8.3.
,
1100
Austenite{y)
1000
;;->
800
é
:::
Fe:;C
~c.
I
600
Ferrite(a.)+ carburo (CJ
E
.u
FIGURA 8.13 Effetto
del i- 400
tenoredi carbonio sulla Manensite
temperaturadi iniziodella 200 a stecche
trasformazionemartensitica,
Ms,perle legheFe-C.!Da 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 l.6
A. R. Mardere G.Krauss,
"Hardenability
Concepts Percentualein peso di carbonio
withApp/icalions to Steel'',
AIME,1978,p.23ff'J,
FIGURA8.16 Martensite
a placchette
in cuisi vedono
fini geminati.
[DaM Dkae
C.M Wayman, Trans;
ASM,
62:370(1969)].
3.05
carbonio.WaE C.Baine H.
W.Paxton, "Alloying 2.800
Elements in Steel''.
2d ed., 0.2 0.4 0.6 0.8 I.O 1.2 1.4 1.6
American Society torMetals, Carbonio,%
1966,p.36],
290 Capitolo8
1100
,.
1000
65
900
800
60
Strunurarnarlensìtica(temprata)
700 u
E:
liu ]
.:.:
> 600 u
o
N·~
''!!
50
Ci::
iiN
FIGURA 8.19 Durezza :, 500
o E:!
:,
indicativa
di un accìaio al o
carbonioa struttura 400 40
interamentemartensitica
in funzione
deltenoredi 300 30
carbonio.La regione 20
ombreggiata indicala IO
possibileperditadi durezza
dovutaallapresenza di
austènite
residua,menodura
dellamart~nsite.IDaE C.
Baine H. W.Paxton, 0.20 0.40 0.60 0.80 1.00 L20
"AlloyingElements in Steel'', Carbonio.<i',
2ded.,American Society tor
Metats,1966,p.37].
awengono
per
le variazioni
microscopicheche
durante
trasformazione
la
isotermica
dell'austenile
in unacciaioal
Fornoa
temperatura
superiore
ai 723"C
Bagno di sali
per trasformazione
isotermaad una
temperatura
CJ
Bagnopertempra
in acquafredda a
temperatura ambiente
carbonioeutetloidico.
(Da inferiorea 723°C
W.F. Smith,"Struclureand
(a) (b) (e)
of Engineering
Properties
Alloys':McGraw-Hifl, 1981,
p.14].
Perlile grossolana
Perlite fine
FIGURA 8.22
Diagramma mdi I
'(
trasf
ormazìone isotermica
perunacciaio al carbonio o 0.8% Tempo
eutettoidico
conindicazione CZ.pesoC
dellacorrelazione
con
diagramma 3C.
di statoFe-Fe
Materiali metallici 293
1300 700
BHN l9~
BH!'. no
1200 Rc31
Ro~
600
BHN ~~8 Diagrammadelle.misfonnazioniisotenne
Rc41
di un acciaio al carbonio eu1e11oidico
C =0.89%, Mn = 0.:?9C..-
1000 Aus1enitiUJ1to a 884~c
Dimensionedel pmno4.5
MìcrQgralicoriginalia :?500X 500
900
600
300
500
400 200
300
200 100
Eserciziario ,.
Vedi Esercizio 8.4.
Diagrammidi trasformazioneisotermica per acciai al carbonionon eutettoidki
Diagrammi di trasformazione isotermica sono stati studiati anche per acciai al
carbonio non eutettoidici. La Figura 8-:25 mostra un diagramma TTT
(trasformazioni isotermiche) per m{ acciaio· ipoeutettoidìco con 0,47% di
carbonio; sono evidenti alcune differenze tra il diagramma TTT di un acciaio al
carbonio non eutettoidico e quello di un acciaio eutettoidico (Figura 8.23). Una
isotermiche degli acciai. Vedi: E. S, Davenport eE. C. Bain, Trans. AIME, 90:117 (1930).
Materiali metallici 295
oc Of ,----------------------.
800
1400
700 !8
Ae 1
1200 21
600
27
u
1000 30
500
31
i..:.:
g
,:i:.:
400 800 35
~
45 I..:
l:
::,
300 600 o
Mso
FIGURA 8.25 200 400
Diagramma m di
trasformazioneisotermica
100
perunacciaio 200 l settimana
ipoeutettoidico
con0,47%C l min I ora l giorno 62
e 0.57%Mn (temperatura di o
austenilizzazione:
843°C). 0.5 1 5 10 10:i w 104
!DaR.A Grange, V. E. Tempo.s
Lamberte J. J. Harrington,
Trans.ASM,51:377(1959)].
Diagramma di Nella maggior parte dei trattamenti termici industriali, l'acciaio non subisce una
trasformazione con trasformazione isotennica ad una temperatura superiore a quella di inizio
raffreddamento trasformazione in martensite, ma viene raffreddato in modo continuo dalla
continuo per un temperatura in cui ha struttura austenitica a quella ambiente. Nel raffreddamento
acciaio al carbonio continuo di un acciaio al carbonio, la trasformazione dall'austenite in perlite
eutettoidico avviene in un intervallo di temperature invece che ad una esatta temperatura, di
296 Capitolo8
1600
800
1400
700
1200 ''
' '\ 600
' \
r.:.
(>
é
1000
/\
SJO"C/s\
500 f;)
~
:::
E
e,
§-
800 '\
\
400 e,
§-
E
~ I ~
600 \ 300
I
I \
FIGURA8.26 400 - - - - - - - - - - \.. - - ì - - - - - - - - - - - - -....- - - 200
Diagramma CCTdi Austenitein martensite 1 __ Diagrammaisotermo
1 __ Diagrammacon
contlnuo
raffreddamento per raffreddamento
continuo 100
unacciaioal carbonio 200 Strunurafinale: Martensì1e - - - Curvecon velocitàdi
eutettoidico.
[DaR.A. Perlite raffreddamentocostanti
Marternme Perlite,più fine. più grossolana
Grangee J. M Kiefercome o o
inE.C.BaineH.
modificato L-..f....----.l.---..l....--L.---1-----1-----'-----
W Paxton, "AHoying 0.0:i O..l lO JQ.l
Elementsin Steer:2nded., Tempo di trasformazione.s
AmericaSocietytor Metals,
1966,p.254'1.
800
700
600
Normalizzazione
500
f;-1 ~Ricotmra
r€
e= 400
&-
# 300
1700
1600
1500 [;!-
ci
1400 ~
~
r---AA:Cc;-"'"iim~5~~~~:;.;::I
1 1300 ~
Ricottura di ·
sferodizzazione
FIGURA8.28 Intervalli
di 1200,
temperaturanormalmente Ricottura di
600 lavorabilità
utilizzati
perla ricottura
e la 1100
normalizzazionedegliacciai l000
[DaT.G.
al carbonio.
Digges etal., "Heat
o 0.20 0.40 0.60 0.80 1.00 1.20 1.40 1.60
TreatmentandProperties ot Carbonio,%
lronandStee!~ NBS
Monograph 88,1966, p.10].
Rinvenimento
alla
/ durezzadesiderata
------
Martensite
rinvenuta
FIGURA 8.29
Schemalìzzazione
del
processodì temprae
rinvenimentotradizionale
di
unacciaioal carbonio.
[Da
"Suiting
theHeatTreatment Log tempo
to theJob':UnitedStates
SteelCorp.,1968,p.34j.
Temperatura
di rinvenimento,°C
,
100 200 300 400 500 600 700
~ 60
J so
.i,:
~ 40
---- ............
..........
30 Acciaio 0.35%e' -.....
,
FIGURA 8.32 Durezza . . '-y(
dellamartensite
Fe-C(con 20 Acciaio 0.80%C ' ....,_
0,35,0,80e 1,2%C) I -....
1 oraalle
rinvenuta IO
temperature [DaE
indicate.
C.Baine H. W.Paxton, Q 200 400 600 800 1000 1200
"Alloying
Elementsin Stee!'; di rìnvenimento,°F
Te111peratura
2d ed.,AmericanSocielytor
Metals,1966,p.3{fJ.
--·- -- . ______
________________ ____;_
Materiali metallici 303 ·
FIGURA8.34 Curve
di
raffreddamento dì una
tempra bainiticacompleta di
unacciaio al carbonio
eutettoidlco.
Lastruttura
daquesto
risultante
è bainite.
trattamento Un
vantaggiòdi questo
trattamento
termico è cheil
rinvenimentononè
necessario,
comesi vededal
confrontoconil processo
tradizionale
dì tempra e
rinvenimento mostrato in
Figura8.29.[Da"Suiting the Mi-------------
HeatTreatment lo theJoo·:
Unìted StatesSteelCorp., Logtempo
1968,p,34].
__________
_
304 Capitolo 8
Allungamento
Trattamento Durezza Resilienza, su 25 mm,
termico Rockwell e J o/o
1
. AISI sta per American Iron and. Steel I.nstitute e SAE per Society for Automotive
Engineers.
Materiali metallici 305
e: e:
~ ~·
tD
i ',;:t
d d
c5 c5
o o
C\J
d d
o o
§ B
306 Capitolo 8
lamiere da stampaggio come quelle usate per carrozzerie delle automobili. Nella
classificazione italiana UNI gli acciai di uso generale a b•so tenore di carbonio
vengono designati premettendo la sigla Fe seguita dal .:valore del carico di
rottura del materiale in MPa oppure da una lettera caratteristica della specifica
applicazione e da un numero indicativo del Valore numerico di tale
caratteristica; ad esempio Fe410 (acciaio di uso generale con carico di rottura
di 410 MPa), FeE355 (acciaio di uso generale con carico di snervamentO 355
MPa), FeB2l5 (acciaio per tondino da cemento armato con carico di
snervamento 215 MPa), FeP03 (acciaio da profondo stampaggio di qualità 03).
Quando il contenuto di carbonio aumenta, l'acciaio diventa più resistente
ma meno duttile, spesso inoltre i materiali sono posti in opera dopo tempra e
rinv~nimento; gli acciai con contenuto n.1edio di carbonio (1020-1040), trovano
applicazioniper la produzione di alberi, ingranaggi e jn genere pezzi soggetti ad
alte sollecitazioni; gli acciai con alto tenore di carbonio (1060-1095) sono usati
per componenti che richiedono resistenza alle sollecitazioni molto elevata, ma
contemporaneamente non neces~itano di elevata tenacità, quali molle,
portastampi, taglierine e lame da taglio. Nella classificazione italiana UNI gli
acciai speciali da costruzione a medio-alto tenore di carbonio destinati a
trattamento di tempra e rinvenimentò vengono indicati con la lettera C seguita
dal tenore di carbonio moltiplicato per l 00, ad esempio C40 (acciaio speciale da
costruzione destinato a tempra e rinvenimento con 0,40% di carbonio).
Ultimamente sono stati sviluppati acciai detti di qualità, di tipo a basso
tenore di carbonio ( < 0,1 % di carbonio), microlegati, con aggiunte cioè di
elementi quali niobio, azoto, vanadio e alluminio ìn tenori in genere inferiori allo
0,1 %, che grazie anche al controllo delle dimensioni del !!rane ottenuto durante
laminazione a caldo controllata sono dotati delle ;eguenti caratteristiche
principali: buone caratteristiche meccaniche (carico di snervamento pari a circa
450 MPa), ottima salàabilìtà, bassa temperatura di transizione duttile-fragile,
buona duttilità e tenacità. Gli acciai di qualità trovano notevoli impieghi in
molte applicazioni massìve, quali serbatoi e tubazioni in pressione. componenti
per l'industria petrolifera, piattaforme marine, ecc. Questi acciai escono in genere
dalle''nonne di designazione precedentemente citate, seguend@"norme spe~ifiche
dei produttori o delle associazioni relative a specifiche applicazioni.
Gli acciai al carbonio, il cui costo è relativamente basso rispetto agli altri acciai,
possono essere usati con successo solo se le condizioni di sollecitazione e di
utilizzo non sono troppo severe; hanno infatti alcune limitazioni, tra le quali
possono essere segnalate le seguenti:
l. Il carico di rottura degli aceiai al carbonio non può superare i 690 MPa senza
Materiali metallici 307
Per superare. i limiti degli acciai al carbonio, sono stati sviluppati acciai
legati che contengono degli elementi di lega per migliorare le loro proprietà; gli
acciai legati in genere· costano più degli acciai al carbonio, ma per molte
applicazioni sono gli unici materiali che possono soddisfare le specifiche
costruttive. I principali elementi di lega aggiunti sono: il manganese, il nichel, il
cromo, il molibdeno e il tungsteno; altri elementi che vengono talvolta aggiunti
sono: il vanadio, il cobalto, il silicio, il boro, il rame, ralluminio, il piombo, il
titanio e il niobio.
13XX Manganese1.75
40xx Molibdeno0.20 o 0.25; oppure molibdeno0.25 e zolfo 0.042
41xx Cromo 0.50, 0.80 o 0.95, molibdeno0.12. 0.20 o 0.30
43XX Nichel 1.83, cromo 0.50 o 0.80, molibdeno 0.25
44XX Molibdeno 0.53
46xx Nichel 0.85 o 1.83, molibdeno 0.20 o 0.25
47xx Nichel 1.05, cromo 0.45, molibdeno 0.20 o 0.35
48xx Nichel 3.50, molibdeno 0.25
50xx Cromo 0.40
51xx Cromo 0.80, 0.88, 0.93, 0.95 o 1.00
51xx Cromo 1.03
52XX Cromo 1.45
61xx Cromo 0.60 o 0.95, vanadio 0.13 o minimo 0.15
86xx Nichel 0.55, cromo 0.50, molibdeno 0.20
87XX Nìchel 0.55, cromo 0.50, molibdeno 0.25
88xx Nichel 0.55, cromo O.SO,molibdeno 0.35
92xx Silicio 2.00, o silicio 1.40 e cromo 0.70
50Bxx* Cromo 0.28 o O.SO
51Bxx* Cromo 0.80
81Bxx* Nichel 0.30, cromo 0.45, molibdeno 0.12
94Bxx* Niche10.45, cromo 0.40, molibdeno O.12
Classificazione Gli acciai legati possono contenere fino al 50% dì elementi di Jega ed essere
degli acciai ancora considerati acciai legati. Per meglio suddividere ~ai con così diversi
basso legati tenori di elementi di lega, in genere si opera una distinzione t;a acciai basso legati,
in cui nessun elemento di lega supera il 4-5%, e acciai Jegati, in cui almeno un
elemento di lega supera tale limite. Per quanto riguarda in particolare gli acciai
basso legati, questi acciai sono tipicamente usati nei campi delle costruzioni e
della produzione di autoveicoli, sono posti in opera dopo trattamento termico di
tempra e rinvenimento e fanno parte, insieme agH acciai a medio-alto tenore di
carbonio, degli acciai speciali da costruzione.
La classificazione AISI-SAE designa questi acciai con un numero a quattro
cifre; le prime due cifre indicano in modo convenzionale il principale elemento o
gruppo di elementi di lega pre~enti nell'acciaio, mentre le ultime due cifre indica-
no ia percentuale di carbonio nell'acciaio moltiplicata,per cento. Ad esempio la
designazione 4340 indica un acciaio con 0,40% di carbonio, l,83% di nichel.
0,50% o 0,80% di cromo, 0,25% di molibdeno. La Tabella 8.4 elenca le cor-
rispondenze tra le due prime cifre convenzionali AISI-SAE e le composizioni no-
minali dei principali tipi di acciai legati. Nei]a classificazione UNI gli acciai basso
legati vengono designati con un numero indicativo del tenore di carbonio molti-
plicato per 100, seguito dai simboli chimici degli elementi di lega presenti ed infi-
ne da un numero pari al tenore dell'elemento di lega presente in tenore maggiore,
moltiplicato per un coefficiente pari in genere a 4; cosi la sigla 3.9NiCrMo3
designa un acciaio speciale da costruzione destinato a tempra e rinvenimento con
0,39% di carbonio, 0,75% di nichel e tenori minori di cromo e molibdeno.
Distribuzione degli Il modo in cui gli elementi di lega si distribuiscono negli acciai dipende in prinw
elementi di lega luogo dalla tendenza di ogni elemento a formare composti e in particolare
negli acciai legati carburi. La Tabella 8.5 mostra la distribuzione approssimata della maggior
parte deglì e1ementi di lega presenti negli acciai legati.
Il nichel rimane in soluzione solida nella ferrite-a dell'acciaio poiché ha una
minore tendenza del ferro a formare carburi. Il silicio si combina in una certa
misura con l'ossigeno presente nell'acciaio per formare inclusioni non metalHche
o altrimenti si scioglie nella ferrite. La maggior parte del manganese aggiunto
agli acciai al carbonio si scioglie nella ferrite; una parte dì mafìganese~ tuttavia,
forma carburi e in g;enere entra a far parte della cementite come (Fe,MnhC.
Il cromo. che ha una maggiore tendenza a formare carburi del ferro. sj
ripartisce tra ferri te.e carburi; la distribuzione dei cromo dipende dalla quantità di
carbonio presente e dalla presenza di altri elementi che formano più facilmente
carburi quali il titanio e ii niobio. Se è presente una quantità sufficiente di
carbonio e se non sono presenti altri elementi che formano più facilmente carburi
quali il titanio e il niobio, il tungsteno e il molibdeno si combinano con il
carbonio per formare carburi. Il vanadio, il titanio e il niobio sono elementi che
fom1ano molto facilmente carburi e negli acciai si trovano princìpalmente in
fonna di carburi. L'alluminio si combina con l'ossigeno e con l'azoto per fonnare
rispettivamente i composti Ah0 3 e AlN.
MateriaÌi·metallici 309
TABELLA s.s Distribuzione approssimata degli elementi dLlega negli acciai legati
Nichel Nì Ni3AI
Silicio Si Si~XOy
Manganese Mn Mn (Fe,Mn)3 )C MnS: MnO · Si02
Cromo Cr Cr (Fe.Cr)sC
Cr1Cs
Cr23Cs
Molibdeno Mo Mo Mo2C
Tungsteno w w W2C
Vanadio V V V4C3
Titanio lì T.i TiC
Niobio Cb Cb CbC
Alluminio Al Al20s; AIN
Rame Cu (piccola
quantità)
Piombo Pb
1300--------..---.---,-----,,--,----,
Molibdeno
~ 1200 2200
Titanio
,:1/-•gsteno I
2000
1000 J I
I' / 1800
/
; ; . /silicio
900 / /
I./. / __ .. 1600
800 1 / ... - - ... - -Cromo
FIGURA 8.35 Effetto ~ ,.,,,.,,t.
... "'
1400 e:;
dellapercentuale di elementi "O -o
di legasullatemperatura e e
~ Manganese l 200 ~
eutettoidica
dì 1
trasformazionedell'austenite f ~
in perli1e
neldiagramma di ~ 500 1--....1....--J"----'--'------.L.-.:.......-..J..--'--........J 1000 ~
statoFe-Fe3 C. [Da"Metals O 2 4 6 8 10 12 14 16 l8
Handbook': vol.8,9thed., Elementidella lega, % peso ·
American Society torMeta!s,
1973,p.191].
l"
8
(3 mm)
i
t~ l"
b-12.Smm
+
f
(100mm)
\" ~ //:-.::/
2 2 (6.,mm) ,:·::.{:.:·
l"(25mm)
provino
rotondo
...
f\~f:.,,
f ?J'.if
t...,__.. Acquaa24°C±2°
ml"
u..a--::;-( I 2.5 mm} ugello
(12.5mm) -
t
Dallavalvolaad aperturarapida
(a) (b)
Indurimentodell'estremità temprata
A
B
~
rf
.s
i
E
~
oc op
800
1400
700
1200
600
1000
500
800
400
600
300
200 400
100 200
o
o
FIGURA 8.37
Correlazione
tra Legenda
diagramma CCTe Diagrammaa velocità di raffreddamento continuo
risultalidellaprova Diagrammaa trasformazione isoterma
Jornìnyperun Curve di raffreddamento
acciaioal carbonio Trasformazionedurante il raffreddamento
eutettoidico.[Da
"lsothermal Tran-
sformation Dia- 0.1 0.2 0.5 10 102 103
grams·:United Tempo,s
StatesSteelCorp ..
1963,p.181].
312 Capitolo 8
65
60
55
u 50
] 45
.>i::
u
e 4340
~ 40
~ 35
N
9840
I:!
::, 4140
o 30
25
20
15
FIGURA 8.38 Curve
Jominydi diversiacciaitutti 10
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32
con0,40%C.[DaH. E
McGannon (ed.),'The Distanza dall'estremità temprata. sedicesimi di pollice
Making,Shaping, and
Treating
of Steer:9thed., o IO 20 30 40 50
UnitedStatesSteelCorp., Distanza dall'estremìtà temprata. mm
1971,p.1139).
struttura iniziale ha una grande inOuenza sulJa temprabilità, prima della prova il
campione viene solitamente normalizzato, successivamente esso viene nuova.
mente austenitizzato, appoggiato su un apposito appoggio {8.36b) e spruzzato
con un getto d'acqua (in condizioni standardizzate) su una estremità. Dopo il
raffreddamento il campione viene rettificato per tutta la lunghezza lungo due
linee generatrici opposte e vengono effettuate misure di durezza Rockwe.11C
(HRc) lune.o queste superfici, fino a 75 mm dalla estremità temprata.
La Figura 8.37 mostra il profilo di durezza, indice della temprabilità, in
funzione della distanza dalla estremità temprata di un acciaio al carbonio
eutettoidico AISI 1080; questo acciaio ha una temprabilità reià.tivamente bassa,
visto che la sua durezza diminuisce da un valore di HRc = 65 all'estremità
temprata fino ad HRç = 50 ad appena 4,8 mm dalla estremità stessa; se ne
deduce che pezzi con spessori elevati realizzati con questo acciaio non possono
essere resi martensitici attraverso tempra. La Figura 8.37 correla i dati di
profondità di tempra con le curve di trasformazione CCT per un acciaio AISI
1080 e indica le modifiche microstrutturali che.hanno luogo a quattro diverse
distanze A, B, Ce D dalla estremità temprata.
In Figura 8.38 sono mostrate le curve di temprabilità per alcuni acciai, ~u.tt!
con 0,40% di carbonio; l'acciaio legato AISI 4340 ha una temprab1bta
eccezionalmente elevata e può essere temprato ad una durezza di 40 HRc a 50
mm dalla estremità temprata del provino Jominy. Gli acciai basso legati, quindi,
Materiali metallièì · 313
1600
possono essere temprati con mezzi di tempra meno drastici, ad esempio olio,
ottenendo valori di durezza relativamente alti.
Gli acciai più legati, come l'acciaio AISI 4340, sono facilmente temprabili
perché, durante il raffreddamento dalla regione austenitica, viene ritardata la
trasformazione dell'austenite in ferrite e bainite e si ottiene la trasformazione
dell'austenite in martensite. anche con velocità di raffreddamento relativamente
basse; questo ritardo nella trasformazione dell'austenite in ferrite e bainite è
mostrato quantitativamente sul diagramma CCT di Figura 8.39.
Per la maggior parte degli acciai al carbonio e basso legati, su barre
314 Capitolo B
,,
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Olio gitato
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I I I} t I t· 1 t I I) I I l
in. o 1/J 'h 5/4 l in.
Distanza dall'estremitàtemprata,Dqc Dislanza dall'estremità1emprata,Dqe
(distanzaJominvl (distanzaJomìnv)
Eserciziario
Vedi Esercizio8.5.
Materiali metallici 315
Tipiche proprietà La Tabella 8.6 elenca le tipiche proprietà meccaniche e le principali applicazioni
meccaniche ed di alcuni acciai basso legati di uso comune. Per certi intervalli di resistenza
applicazioni degli meccanica gli acciai basso legati hanno migliori combinazioni di resistenza,
acciai basso legati tenacità e duttilità rispetto agli acciai al carbonio; tuttavia gli acciai basso legati
costano di più, anche perché spesso richiedono trattamenti termici di tempra e
rinvenimento, non possono essere saldati senza avere un decadimento delle
proprietà meccaniche nella zona del cordone di saldatura, e vengono pertanto
utilizzati solo quando è necessario. Gli acciai basso legati vengono ampiamente
utilizzati nella costruzione di automobili e autocarri per componenti che
richiedono resistenza e tenacità superiori, non ottenibili con gli acciai al
carbonio. Alcune tipiche applicazioni degli acciai basso legati negli autoveicoli
sono albeti, assi, ingranaggi e molle. Gli acciai basso legati contenenti circa lo
0,2% di carbonio possono essere cementati superficialmente, come visto in un
precedente capitolo, e successivamente sottoposti a tempra e rinvenimento a
bassa temperatura per ottenere una superficie dura e resistente alrusura ed una
struttura interna tenace.
Prima dì discùtere alcuni degli importanti aspetti della struttura. deHe proprietà
e delle applicazioni delle leghe di alluminio. esaminiamo il processo di
e
rafforzamento per precipitazione che utilizzato per aumentare la resistenza
delle leghe di alluminio e di altri metalli.
Rafforzamento Rafforzamento per precipitazione di una generica lega binaria 'Lo scopo
per precipitazione dell'indurimento per precipitazione è di produrre. in una lega trattata
termicamente, una distribuzione fine e dispersa di precipitati in una matrice
metallica deformabile. ciò in quanto la presenza dei precipitati ostacola il
movimento delle dislocazioni e quindi rinforza le leghe trattate termicamente.
Il processo di rafforzamento per precipitazione può essere spiegato in
generale facendo riferimento al diagramma di stato binario di due metalli A e B
mostrato in Figura 8.41. Perché una lega possa essere indurita per precipitazione
per una determinata composizione, deve esserci una soluzione solida limite per
la qua]e la solubilità allo stato solido diminuisce al diminuire della temperatura;
ad esempio il diagramma di stato di Figura 8.41 mostra la diminuzione della
solubilità allo stato solido nella soluzione solida limite a: dal punto a al punto b
lungo la linea di solvus indicata.
Esaminiamo ora, utilizzando tale diagramma, come si verifica un processo
di rafforzamento per precipitazione di una lega di composizione Xi, per la quale
si ha una notevole diminuzione nella solubilità della. soluzione solida a
diminuendo la temperatura da T2 a T3; il processo di indurimento per
precipitazione è caratterizzato daì seguenti tre stadi fondamentali:
316 Capitolo 8
TABELLA e.e Tipiche proprietà meccanichee principaliapplicazionidi alcuni acciai basso .legati
Accial al manganese
Accìai al cromo
Acciai al cromo-molibdeno
4140 0.40 e, 1.0 Cr, 0.9 Ricotto 655 421 26 Ingranaggiper motorì a
Mn, 0.20 Mo Rinvenuto'" 1550 1433 9 reazionedi aerei,
trasmissioni
Acciai al nichel-molibdeno
4340 {E) 0.40 C, 1.83 Nì, 0.90 Ricotto 745 469 22 Comgonentifortemente
Mn, O.SOCr, 0.20 Rinvenuto~ 1725 1587 10 solle&tati,carrelli di atter-
Mo raggio, parti dì camion
8620 0.20 C, 0.55 Ni, 0.50 Ricotto 531 407 31 Ingranaggidi trasmissione
Cr, 0.80 Mn, 0.20 Normalizzato• 635 359 26
Mo
8650 0.50 C, 0.55 Ni, 0;50 Ricotto 710 386 22 Piccoliassalì per motori,
Cr, 0.80 Mn, 0.20 Rinvenuto.. 1725 1552 10 alberi
Mo
l
Materiali metallici 317
a.+L
o.
a
e
Solvus
FJGURA8.41
Diagramma di statobinario
perduemetalliA e B aventi < b
~··
:d
t
l
(costringendo le dislocazioni ad attraversare le particelle di precipitato o
ad aggirarle)~ determinando in questo modo il rafforzamento voluto.
318 Capitolo 8
li livelloenergeticopiùalto eV,
corrisponde allasoluzione .E 3
solidasovrassatura, mentre Verso lo stato • Precipitato intermedio
il !!velloenergeticopiù d;eq~o • metastabile
.
bassocorrisponde al 2
precipitato di equilibrio.
La Precipitato
legapuòmodificarsi di equilibrio
spontaneamente dallivello
di energia piùaltaa quello I I
di energia piùbassa sec'è l
unasufficiente energiadi Più basso I
attivazione perla
Prodotti di decomposizioni formati mediante
trasformazione e sele invecchiamentodellasoluzionesolida soprassatura
condizioni cinetiche
sono
favorevoli.
1
Le zone diaddensamento sono anche chiamate di Guinier-Preston (o OP) dai nomi dei
ricercatori che per primi identificarono queste strutture attraverso diffrazione di raggi X.
Materiali metallici 31 e·
Nel caso della lega A-B di Figura 8.41, le zone saranno regioni ricche di atomi B
in una matrice costituita prevalentemente da atomi A; la fonnazione di queste
zone nella soluzione solida sovrassatura è indicata nello schizzo circolare al
livello energetico 3 di Figura 8.42. Dopo un ulteriote invecchiamento, se la
temperatura è abbastanza elevata da fornire una sufficiente energia di
attivazione, le zone si trasformano o vengono sostituite da un precipitato
intermedio metastabile più grossolano (di dimensioni maggiori) indicat0 nello
schizzo circolare al lìvello di energia 2, più basso dei precedenti. Infine, se
l'invecchiamento viene continuato (in genere è necessaria una temperatura più
alta) e se è. disponibile una sufficiente energia di attivazione, il precipitato
intermedio viene sostituito dal precipitato di equilibrio, caratterizzato dal livello
energetico 1 di Figura 8.42, che è anche il più basso possibile.
0®
,..
Soluzione solida
soprassatura
';;;vecch;a,o
al pkco (onim,Jed;m,ns;o.,.,
distribuzione dei precipitati ai fini del r.ifforz.amento
®· .·....
_
meccanica
di
.invecchiamento
(resistenza
o durezzain
\
Sovrainvecchiato
(ingrossamento dei precipitati)
Sottoinvecchiato(precipitati piccoli
Jr
@··· ...
· · '
funzione
deltempo) ad una non sufficieniementeinvecchiato) · :. ...
temperatura
particolare per
Tempo dì invecchiamentoin temperatura
unalegainduritaper
precipitazione.
320 Capitolo 8
700
660°C L+e 2
~ L+
É
= «
é 5,65 548°C 33,2 52,5 e +rii
~ 500
E
r.:: e
400 a.+ 0
8 +112
FIGURA 8.44 Porzione
deldiagramma
di statodi
unalegaAI-Cu,latoAl. IDa 3000 10 20 30 40 50 60 70
K. R. VanHorn(ed), Al
"Aluminium·:
vo/.1., )00%
Percernuale
in pesodì rame
AmericanSociety
torMetals,
1961,p.372J.
------------------------------------,-.
Materialimetallici 32i
0000000000 0000000000
FIGURA 8.45 Confronto 0000000000 o o o ç.>.o.~_o
0
ooo
schematico dellastruttura
di O O O-~ , ~-O O O O O O O• • O• •O O O
unprecipitato coerente
di unprecipitato
{a)e
incoerente
oo~o. ~ ~-o oo o o o:'?: o? :o o o
(b).Il precipitato
coerente è
000 ÒÒÒOOO o o op o o o o o o
00 0000000 000/0000000
associato adun'alta energia
òi deformazione e aduna (a) Precipitato (b) Precipitato
bassa energiasuperficiale, coerente incoerente
mentre Quelloincoerenteè (Questo tipo di precipitato
associato adunabassa ha una sua propria struttura)
energia di deformazionee ad
unaaltaenergia superficiale.
Zone GP2 (.fase 0"). Anche queste zone hanno una struttura teiragorale e
sono coerenti con i piani {100} della matrice della lega Al-4%Cu. Le loro
dimensioni, al procedere del)'invecchiamento vanno da circa l a 4 nm dì
spessore e da 10 a lOOnm dì diametro (Figura 8.46b).
Fase 0'. Questa fase nuclea in modo non omogeneo soprattutto sulle
dislocazioni ed è incoerente con la matrice; un precipitato incoerente è un
precìpitato con ha una propria struttura cristallina, differente da quella
della matrice [Figura 8.45(b)]. La fase 6' ha una struttura tetragonale con
uno spessore che va da IO a 150 nm (Figura 8.46c).
140
120
G:~{2}
_p~c (2W'F) 0
../
OP Oy,:"...
FIGURA 8.47 ,, '
Correlazionetra struttura
e ,/ 190°C(374°F)
durezzadi unalegaAl-
4%Cuinvecchiata a 130e a
/1
.;
,,
e·
190°c.[DaJ. M Silcock,r 60 a
J. Heal,eH.K.Haraly, come
presentatoin K R. vanHam 40 .__ _ __.______ .....__ __. __ .........
_
(ed.},"Aluminum·; vol.1,
American Societylor Metals, 0.01 O.I LO IO 100 1000
Tempo di invecchiamento,giorni
1967.p.1231.
Eserciziario
Vedi Esercizio8.6.
sulla crosta terrestre ed è sempre presente allo stato combinato con altri
elementi come ferro, ossigeno e silicio. La bauxi~, che è composta
principalmente da ossidi idrati di alluminio, è il principal~ minerale utilizzato
per la produzione delJ'alluminio. Nel processo Bayer, si fa reagire la bauxite con
idrossido di sodio caldo per convertire l'alluminio nel minerale in alluminato di
sodio; dopo la separazione del materiale insolubile, viene fatto precipitare
idrossido di alluminio dalla soluzione di alh1minato, l'idrossido di alJuminio
viene quindi raccolto e calcinato ad ossido di alluminio AhO 3 •
L'ossido di alluminio viene disciolto in un bagno fuso di criolite (Na 3AIF 6)
e sottoposto ad elettrolisi in una cella elettrolitica (Figura 8.48) con anodi e
catodi di carbonio; in questo modo al catodo si forma alluminio metallico allo
stato liquido che si adagia sul fondo della cella e viene periodicamente rimosso.
L'alluminio estratto dalla cella solitamente ha una pur,ezzadal 99,5 al 99,9% e le
maggiori impurezze sono costituite da ferro e silicio.
Dalle celle elettrolitiche l'alluminio viene portato in grandi forni con
rivestimento refrattario. dove viene raffinato 1 aggiungendo eventualmente anche
gli elementi di lega alla carica del fornò. Nell'operazione di raffinazione, il
metallo liquido viene trattato con cloro gassoso per rimuovere l'idrogeno
gassoso presente, a cui segue un'operazione di scorificazione deHasuperficie del
metallo liquido per rimuovere il metallo ossidato. Dopo che il metallo è stato
degasato e scarificato, viene colato in lingottiere ottenendo lingotti poi utilizzati
per una successiva fusi one· e ottenimento di pezzi finiti mediante getti oppure
lingotti per successiva deformazione per laminazione o estrusione.
Leghe di allumini.o Produzione primaria Lingotti di forme particolari, come quelli per
per deformazione laminazione o estrusione. vengono solitamente colati in modo semicontinuo
plastica con metodo a raffreddamento diretto. La Figura 4.8 mostra schematicamente
come viene. ottenuto un lingotto di alluminio con questo metodo, mentre la
Figura 4.1 è una fotografia di un grande lingotto ottenuto per colata
semicontinua che viene rimosso dalla fossa di colata.
Nel caso dei lingotti per laminazione, viene rimosso dalla superficie circa un
centimetro del metallo che sarà posto a contatto con i cilindrf'del laminatoio a
caldo; questa operazione di asportazione dello strato superficiale viene
effettuata per assicurare alle lastre e alle lamiere prodotte una superficie finak
pulita e liscia. Successivamente i lingotti vengono omogeneizzati ad un'alt~
temperatura per circa l 0·24 ore in modo da consentire che la dìffusione atomica
renda la composizione del lingotto uniforme; l'omogeneizzazione deve essere
effettuata ad una temperatura inferiore ai punto di fusione del costituente che
ha minor temperatura di fusione.
Dopo il riscaldamento i lingotti vengono laminati a caldo usando un
laminatoio sbozzatore reversibile a quattro cilindri. Il lingotti vengono
solitamente laminati fino a circa 75 mm di spessore, quindi vengono di nuovo
riscaldati e laminati fino a 20 o 25 mm di spessore con un laminatoio intermedio
Materiali metallici 325
Corrente elettrica
Contenitore d'acciaio
Alluminio fuso
FIGURA8.48 Cella
elettrolitica
utilizzata
perla
produzione delralluminio. Rivestimento
catodico di carbone
[Perconcessione della
Alumìnum Company of
America].
(Figura 6.1). La successiva riduzione viene in generé' effettuata a caldo con una
serie di laminatoi doppi per ottenere uno spessore del metallo di drca 2,5 mm.
La Figura 6.8. mostra invece una tipica operazione di laminazione. a freddo,
solitamente, se deve essere prodotto un foglio sottile, è richiesta più di una
ricottura intermedia.
Leghe di alluminio per deformazione plastica che non possono essere trattate
termicamente Le leghe di alluminio per deformazione plastica possono essere
suddivise in due classi: leghe che nonpossono essere trattai e termicamentee leghe
che possono essere trattate termicamente.Le prime non possono essere indurite
per precìpìtazione ma, per aumentare la loro resistenza, possono solamente
essere deformate a freddo. Le tre principali classi di leghe di alluminio per
deformazione plastica che non possono subire trattamenti termici sono le classi
lxxx, 3xxx e 5xxx. La TabelJa 8.8 ele~ca la composizione chimica, le tipiche
proprietà meccaniche e le principali applicazioni di alcune leghe di alluminio per
deformazione plastica di rilevanza industriale.
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Materialimetallici 329
FIGURA 8.49
Trattamento
industriale
di
rattorzamento
per
di unalegadi
precipitazione
fPer
alluminioestrusa.
concessionedellaReynalds
MetalsCo.].
Leghe 6xxx. J principali elementi di lega per la classe 6xxx sono il magnesio
e il silicio che si combinano insieme per formare un composto
ìntermetallico. Mg 2 Sì, che sotto forma di precipitato conferisce resistenza
a queste leghe. La lega 6061 è una delle più importanti di questa classe e ha
una composizione approssimata di 1,0% di magnesio, 0,6% di silicio,
0,3% di rame e 0,2% di cromo: questa lega nelle condizioni T6 ha carico
di rottura di circa 290 MPa ed è usata per ,applicazioni strutturali di
carattere generale.
Leghe ?xxx. I principali elementi di lega per le leghe di alluminio della c1asse
7xxx sono lo zinco, ìl magnesio e il ranie. Zinco e magnesio si combinano
per formare il composto intermetallico MgZn2, il precipitato base che
conferisceresistenza a queste leghe quando sono trattate termicamente;la
solubilità relativamente alta deJlo zinco e del magnesio nell'alluminio
330 Capitolo 8
Modello Anima
Parte superiore
~Pona,nim,
~t~•infcrio,.
Piano di dìvisione del modello
del modello 2) Preparate la parte inferioredello stampo
Tavolo
portastampo
Canale
dì colata
Parte inferiore
5) Separate le s1::tffe.
togliere i modell~
Coppa posizionare l'anima.chiudere le staffe
di colata ~~-...-.J=,_....,,, Sfiati
t
fluidità e la capacità di riempire lo stampo, che in funzione di proprietà quali la
resistenza meccanica, la duttilità e la resistenza alla corrosione; di conseguenza,
I.a loro composizione chimica differisce notevolmente da quella delle leghe di
alluminio per deformazione plastica. La Tabella 8.8 elenca la composizione
chimica, le tipiche proprietà meccaniche e le principali applicazioni di alcune
leghe di allumino per getti. La classificazione più utilizzata è quena americana
della Aluminum Association; in accordo con questo sistema le leghe di
alluminio per getti sono designate in base ai principali elementi dì lega. usando
una notazione a quattro cifre con un punto tra le ultime due, come mostl'.ato in
Tabella 8.9.
Il silicio, in tenori compresi tra il 5 e il l 2%, è il più importante elemento di
lega delle leghe di alluminio per getti. dato che aumenta la fluidità del metallo
fuso e la sua capacità di rìempire lo stampo ed inoltre conferisce resistenza
meccanica all'alluminio. Il magnesio. in tenori compresi tra 0.3 e 1%. è aggiunto
per aumentare la resistenza meccanica. principalmente attraverso il rafforza-
mento per precipitazione durante il trattamento termico. Anche il rame, viene
aggiunto ad alcune leghe di alluminio per getti in tenori tra 1 e 4% per
aumentare la resistenza meccanica, in particolare alle alte temperature. Infine a
particolari leghe di alluminio per getti possono essere aggiu'nti zinco. stagno.
titanio e cromo.
In alcuni casi. se la velocità di raffreddamento del 2:etto solidificato nello
stampo è sufficienteme11tee1evata, una lega che può subi;e trattamento tem1ico
può essere prodotta in condizioni di soluzione solida sovrassatura. Quindi
possono essere omessi i trattamenti termici di solubiliz:zazione e tempra di
soluzione e, dopo aver rimosso il getto dallo stampo, è necessario solo il
trattamento di invecchiamento per ottenere l'indurimento per precipitazione. Un
buon esempio dell'applicazione di questo tipo di trattamento termico è la
produzione dei pistoni per automobili rafforzati per precipitazione. come nel caso
mostrato in Figura 6.3a, in cui i pistoni dopo essere stati rimossi dalJo stampo
richiedono solamente un trattamento di invecchiamento, denominato T5.
Materiali metallici 333
Proprietà generali Il rame è un importante metallo, molto usato sia allo stato puro che combinato in
del rame lega con altri metalli. Il rame puro ha una straordinaria combinazione di
proprietà per certe applicazioni industriali, fra cui: alta conducibilità elettrica e
termica, buona resistenza alla corrosione, facilità di lavorazione, medio carico di
rottura, ricottura controllabile e buone caratteristiche di saldabilità e di giunzione
in generale. Più elevate caratteristiche meccaniche sono ottenute con una serie di
leghe quali ottoni e bronzi, indispensabili per molte applicazioni tecnologiche.
Produzione La maggior parte del rame prodotto viene· estratto da minerali che contemwno
del rame solfuri di rame e ferro. Il solfuro di rame concentrato, ottenuto da mi;erali
poveri, viene fuso i11un forno a riverbero per produrre una metallìna, che è un
insieme di solfuri di rame e di ferro, che viene poi separata dalla scoria
(materiale di scarto). Il solfuro di rame nella metallina viene quindi convertito
chimicamente in rame grezzo (con tenore maggiore·del 98%) per mezzo di aria
insufflata. In questa operazione il solfuro di ferro viene ossidato per primo e
rimosso come scoria. In seguito, la maggior parte delle impurezze presenti neì
rame grezzo vengono rimosse in un forno di raffinazione ed eliminate come
scoria. Il rame raffinato alla fiamma è chiamato rame "tough pitch" e, benché
possa essere usato per molte applicazioni, la maggior parte viene ulteriormente
raffinata per via elettrolitica per ottenere un rame ra.ffinato elettrolirico al
99.95%.
Classificazione La classificazione più utiiìzzata per il rame e le sue leghe è quella amei:icana
delle leghe della Copper Development Association {CDA). In questo sistema i numeri che
di rame vanno da C10100 a C79900 designano le leghe per deformazione plastìca e i
numeri che vanno da C80000 a C99900 designano le leghe ·per getti. La Tabella
8'.10mostra gli elementi di lega di ogni classe principale e la Tabella 8.11 elenca
le composizioni chimiche, le tipiche proprietà meccaniche e le principali
applicazioni di alcune leghe di rame.
Leghe di rame Ramenon legato Il rame non legato è un importante metallo e grazie alla sua
per deformazione alta conducibilità elettrica è largamente usato 11ell'il14ustria elettrica. Fra i vari
plastica tipi di rame non legato, il rame raffinato è il meno costoso ed il più usato, sotto
forma di barre •.fili, lamiere e nastri. Il rame raffinato ha un contenuto nominale
di ossigeno dello 0,04%; rossigeno nel rame raffinato è quasi insolubile e forma
un ossido Cu20 interdendritico durante la colata del rame. Per la maggior parte
delle applicazioni, l'ossido di rame presente nel rame raffinato è una impurezza
trascurabile, tuttavia, se il rame raffinato viene riscaldato a temperatura
superiore a circa 400°C in un'atmosfera contenente idrogeno, l'idrogeno può
334 Capitolo 8
Leghe lavorate
Ottoni rame-zinco Gli ottoni rame-zinco sono una serie di leghe dì rame con
aggiunta di zinco in tenore tra il 5 a J1 40%. Come mostrato nel diagramma di
stato Cu-Zn di Figura 7 .25, il ràme forma soluzioni solide sostituzionali ( con lo
zinco fino a tenori superiori al 35%: solò quando il contenuto di zinco
raggiunge circa il 40%, si fonnano le leghe bifasiche a: e (3.
Conseguentemente una lega come la 70%Cu-30%Zn (C26000, ottone
cartridge), ha microstruttura monofasica a:, come mostrato in Figura 8.52,
mentre una lega 60%Cu-40%Zn (C28000, metallo Muntz) ha microstruttura
bifasica a:+ /3,come mostrato in Figura 8.53.
Materiali metallici 335
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e all'ossidazione
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rattato ter- 1035 96Q 1 componenti plastici, camme, bronzine,
icamente cuscinetti, valvole,parti di pqmpe,
ingranaggi
ello 255 117 30 Valvole,flange, raccordi per tubazioni,
prodotti idraulici,getti per pompe,
giranti e casse di pompe per acqua,
oggetti ornamentali,piccoli ingn;maggi
etto 379 172 30 Cuscinetti,cinghie,componenti dì
giranti, pompe e valvole,raccorderia
marina, getti resistentialla corrosione
etto 310 145 30 Cuscinetti, bronzine,giranti dl pompe,
fasce elastiche,componenti di valvole,
anellidi guarnizione,raccorderiaper
impianti a vapore, ingranaggi
etto 586 242 18 Cuscinetti, ingranaggi,viti senza frne,
altato ter- 725 373 8 bronzine.sedi e guide di valvole,gànci
icamente per decapàggio
etto 469 255 28 Valvole,corpi di pompe, flange,
raccorderiaa gomito resistentealla
corrosione marina
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resistenza a trazione fino a 1460 MPa, che è la più alta resistenza meccanica di
una lega commerciale di rame. Le leghe Cu-Be vengono utilizzate per
applicazioni che richiedono elevata durezza e per le loro caratteristiche di
antiscintiJlamento nell'industria chimica. La eccellente resistenza alla corrosio-
ne, la elevata: resistenza alla fatica e la resistenza meccanica di queste leghe le
rendono utili per la fabbricazione di molle, ingranaggi, diaframmi e valvole.
Tuttavia, questi materiali hanno lo svantaggio di essere relativamente costosi.
Acciai inossidabili Gli acciai inossidabili .ferritici sono essenzialmente delle leghe binarie ferro-
ferriticì cromo contenenti il 12-30% di cromo. Sono chiamati ferritici ìn quanto la loro
struttura, dopo i normali trattamenti termici, rimane ferritica {CCC). Il cromo.
dato che ha struttura cristallina CCC, come il ferro 6 e a:, estende il campo di tali
fasi e restringe quello della fase -y, di conseguenza nel diagramma di stato Fe-Cr
si determina per un tenore di cromo superiore al 12% la chiusura del campo 1'
(Figura 8.55). Poiché gli acciai inossidabili ferritici contengono più del 12% di
cromo, non vi sono più le trasformazioni 6 ---+ -y ---+ a:, e conseguentemente essi
raffreddano dalle alte temperature fino a temperatura ambiente come soluzioni
solide di cromo nel ferro CCC (ferrite).
La Tabella 8.12 elenca le composizioni chimiche, le tipiche proprietà
meccaniche e le principali applicazioni degli acciai inossidabili ferritici AISI 430
e AISI 446.
Gli acciai inossidabili ferritici costano relativamente poco, poiché non
contengono nichel, vengono utilizzati principalmente come materiali per
340 Capitolo 8
Percentualeatomica di cromo
1600
1538° 1516°
21%
(a-Fe, Cr)
-12.7
821(,:46%
800
831°:-7% ~-----
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Fe 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Cr
Percentualein peso di cromo
Acciai inossidabili Gli acciai inossidabili martensitici sono essenzialmente delle leghe ferro-cromo
martensitici con cromo 12-l 7% e carbonio 0,15-1 % tale da far assumere all'acciaio ad alta
temperatura struttura austenitica che si trasforma in martensite durante la
tempra a temperatura ambiente. Poiché la composizione degli acciai inossidabili
martensitici viene fissata per consentire di avere le trasformazioni dì fase citate.
che consentono di ottenere elevata resistenza meccanica e durezza, la resistenza
alla corrosione di questi acciai è relativamente bassa rispetto a quella degli acciai
inossidabili ferritici e austenitici.
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342 Capitolo 8
Acciai inossidabili Gli acciai inossidabili austenìtici sono essenzialmente delie leghe ternarie ferro-
austenitici cromo-nichel contenenti circa 16-25% di cromo e 7-20% di nichel. Queste leghe
vengono chiamate austenitiche dato che la loro struttura rimane austenitica
(CFC, tipo Fe- 1 ) a tutte le normali temperl!,ture di trattamento termico e anche
a temperatura ambiente. La struttura cristallina CFC giustifica l'elevata
formabilità degli acciai inossidabili austenitici. La Tabella 8.12 riporta la
composizione chimica, le tipiche proprietà meccaniche e le principali
applicazioni degli acciai inossidabilì austenitici di tipo AISI 301, 304 e 347.
Gli acciai inossidabili austenitici normalmente hanno una migliore
resistenza alla corrosione di quelli ferritici e di quelli martensitici in
quanto i
carburi possono essere mantenuti in soluzione solida attraverso un
raffreddamento rapido dalle elevate temperature. Tuttavia, se queste leghe
devono essere saldate o raffreddate lentamente dalle alte temperature attraverso
l'intervallo che va da 850 a 500°C, possono diventare suscettibili a corrosione
intergranulare, a causa della precipitazione di carburi di cromo al bordo di
grano. Questa difficoltà può essere parzialmente superata sia abbassando il
contenuto massimo di carbonio a circa 0,03% {acciai AISI 304L e AISI 316L)
sia aggiungendo elementi di lega come il niobio (acciaio AISl 347) o il titanio
(AISI 321)che si combinano con il carbonio della lega (vedi Paragrafo 12.5 sulla
corrosione intergranulare). La Figura 8.58 mostra la microstruttura di un
acciaio inossidabile di tipo AISI 304 solubilizzato a l 065°C e raffreddato in aria:
si noti che nella microstruttura non sono visibili carburi, al contrario degli acciai
di tipo AISI 430 (Figura 8.56) e AISI 440C (Figura 8.57). .
344 Capitolo 8
FIGURA8.58 Nastro di
acciaioinossidabile
di tipo
AISI304(austenitico)
solubilizzato
5 minutia
1065QC e raffreddato
inaria.
Lastrutturaè caratterizzata
dagranieQuiassici di
austenite,
si notilapresenza
di geminati.(Attacco:
HN03
- acidoacetico - HCI-
glicerina;
ingrandimento
250x).[Perconcessione
dellaAllegheny Ludlum
SteelCoJ
8.8 GHISE
J
Proprietà generali Le ghise sono una famiglia di leghe ferrose con una vasta gamma di proprietà.
In inglese sono chiamate cast iron (cast = getto e iron = ferro) per indicare la
loro specifica attitudine ad essere colate nella forma finale desiderata. mentre
non possono in genere essere deformate né a caldo né a freddo. Diversamente
dagli acciai, che solitamente hanno un contenuto di carbonio inferiore airl %. le
ghise normalmente hanno un tenore di carbonio tra il 2 e il 4/Vo e un contenuto
di silicio tra r 1 e il 3%: possono essere presenti altri elementi di. lega per
controllare o modificare determinate proprietà.
Come detto, le ghise sono delle ottime leghe per getti, visto che sono
facilmente fusibili, sono molto fluide allo stato liquido, non formano pellicole
superficiali in.desiderate quando vengono colat.e e infine solidificano con un
ritiro basso o moderato sia durante la solidìficazione che durante il
raffreddamento. Queste leghe hanno un ampio campo di valori di resistenza
meccanica e di durezza e nena maggior parte dei casi sono facili da lavorare alle
macchine utensili. Possono essere legate per ottenere elevate resistenze all'usura.
all'abrasione e alla corrosione. Tuttavia. le ghise hanno resilienza e duttilità
relativamente basse, che ne limitano l'utilizzo per determinate applicazioni. In
Materìalìmètallici 345
Fonte: C. F. Walton (ed), "lron Castìngs Handbook", lron Castings Society, 1981.
Tipi di ghise In base alla distribuzione del carbonio nella loro microstruttura, possono essere
distinti quattro principali tipi di ghisa: ghisa bianca, grigia, malleabilee sferoidale;
a cui può essere aggiunta la classe delle ghise legate. Invece dato che le
composizioni chimiche delle diverse ghise si sovrappongono, esse non possono
essere distinte in base alla composizione chimica. La Tabella 8.13 elenca gli
intervalli di composizione chimica dei quattro tipi fondamentali di ghisa e la
Tabella 8.14 mostra le loro tipiche proprietà meccaniche e principali applicazioni.
Ghise bianche Le ghise bianche si formano quando~ duran.tc la solidificazione, la maggior parte
del carbonio presente nella ghisa forma carburi di ferro invece che grafite; la
microstruttura di fusione della ghisa bianca non legata contiene quindi grandi
quantità di carburo di ferro in una matrice perlitica (Figura 8.59). Le, ghise
bianche vengono chiamate in questo modo perché quando si rompono danno
origine ad una superficie di frattura ·'bianca .. o cristallina lucente. Per ottenere i1
carbonio nella forma di carburo di ferro, i tenori di carbonio e di silicio.delle ghise
bianche devono essere mantenuti relativamente bassi {cioè 2,5*3% di carbonio e
0,5-1,5% di silicio) e la velocità di solidificazione deve essere relativamente alta.
Le ghise bianche vengono per lo più utilizzate per via della loro eccellente
resistenza all'usura e all'abrasione: ciò è legato alla presenza in grande quantità
nella loro struttura dei carburi di ferro, ma essendo molto fragili il loro impìego
è comunque limitato. Le ghise bianche sono anche utilizzate come materia
prima per ottenere ghise malleabili.
Ghise grigie Si forma una ghisa grigia quando i1contenuto di carbonio nella lega è superiore
aHa quantità che può essere disciolta nelraustenite e quindi precipita come lamelle
di grafite. La superficie di frattura di un getto di ghisa grigia appare grigia a causa
della presenza sulla superficie dì molte piccole partice]]e di grafite, che è nera.
La ghisa grigia è un importante materiale grazie al suo basso costo e al]e sue
346 Capitolo 8
N CO (O N
1
CO
N
CO
Q)
§
'.!3
~
8
Materléilimetallici 347
FIGURA8.59
Microstrutturadi unaghisa
grigia.
Il costituente
biancoè
carburo di ferro,learee
grigiesonoperlite. (Attacco:
2%nilal;ingrandimento
100x).{Perconcessione
dellaCentrai Foundry].
FIGURA8.60 Ghisa
grigiadi classe
30 dopo
fusionein unaformain
sabbia.Lastrutturaè
costituita
dalametle dì
grafite
di tipoA in una
matricecon20%di ferrite
(composto chiaro)
e 80%di
perlìte
(composto scuro).
(Attacco:
nital3%;
ingrandimento 100x). [Da
"Metals Handbook'; vo/.7,
8thed.,American Sotiety
torMetals, 1972,
p.82J.
348 Capitolo 8
FIGURAS.61
Micrografiaal microscopio
elettronico
di unaghisa
grigiaipereutettica
in cui la
matriceè statarimossa
dall'attacco
permostrare la
posizionedellagrafite
ditipo
~ acetato
B, (Attacco: di
metile·bromoliquido.
Ingrandimento 130x).[Da
"Metals Handbook': voi.?,
8thed.,American Sociely
torMetals,1972, p.BZ).
Ghise sferoidali La ghisa sferoidale combina i vantaggi di facile ottenimento di della ghisa
grigia con i vantaggi tecnologici dell'acciaio. La ghisa sferoidale ha una buona
fluidità e colabilìtà. una eccellente lavorabilità e una buona resistenza
,1•
airusura.
Inoltre, la ghisa sferoidale ha una serie di proprietà simili a quelle delracciaio
quali: elevata resistenza meccanica, tenacità, duttilità,. lavorabilità a caldo e
tempra bili tà.
FIGURA 8.63
Microgra1iaal microscopio
a scansione
elettronico di
unaghisasferoidale dopo
getto.Lamatrlce è stata
attaccala
permostrare la
grafite
secondaria e laferrite
adocchiodi bueattorno aì
noduliprimaridi grafite.
(Attacco:
3:1acetato di
metile~ bromo liquido.
Ingrandimento 130x). [Da
"Metals Handbook''. voi.7,
8thed,,Amerìcan Society
torMetals,1972,p.BBJ.
350 Capitolo 8
Grado120-90-02.temprarein olio
120
30 Grado 60-40-18.solubilizzma
solidificazione della ghisa. Ciò grazie al fatto che i tenori di zolfo e ossigeno.
elementi che possono interferire con la fonnazione dei noduli sferoidalì, sono
ridotti a livelli molto bassi grazie all'aggiunta alla ghisa fusa, appena prima del
lo
getto, di magnesio, elemento che lega a sé zolfo e l'ossigeno.
La microstruttura della ghisa sferoidale non legata è in genere del tipo ad
Materiali metallici 351
FIGURA8.65
Microstrutturadi unaghisa
malleabile ferritica
(tipo
M3210), ricottain duestadi
attraversola permanenza a
954°Cper4 ore,il
raffreddamento a 704°Cin 6
oree il raffreddamento in
aria.Nodulidi grafite di
ricotturain unamatrice
(Attacco:
ferritica. nilal2%;
ingrandimento 100x).[Da
"Metals Handbook'; vo/.l,
8thed.,American Saciety
torMetals,1972,p.95].
occhio di bue, mostrata nella Figura 8.62; questa struttura è composta da sferoidi di
grafite circondati da ferrite in una matrice di perlite. Altre strutture di fusione con
matrice completamente ferritica o perlitìca possono essere ottenute aggiungendo
elementi di lega, inoltre per cambiare la struttura di fusione ad occhio di bue e
conseguentemente la proprietà meccaniche della ghisa sferoidale, possono essere
effettuati successivi trattamenti termici, come mostrato in Figura 8.64.
Leghe Il magnesio è un metallo leggero (densità = 1,74 g/cm 1), che, per certe
di magnesio applicazioni in cui il peso è un aspetto preponderante, rappresenta una
alternativa all'alluminio (densità = 2,70 g/cm 3). Il magnesio e le sue leghe
hanno tuttavia molti svantaggi che ne limitano l'impiego su vasta scala:
innanzitutto il magnesio costa più dell'alluminio (3,3 dollari al kg il magnesio.
contro 2 dollari al kg l'alluminio, nel 1989), inoltre è difficile realizzare getti di
magnesio, perché allo stato fuso esso brucia all'aria e quindi il processo di
fusione deve essere effettuato in atmosfere controllate, poi le leghe di magnesio
hanno una resistenza meccanica relativamente bassa e una modesta resistenza a
creep, a fatica e a usura, infine il magnesio ha una struttura cristallina EC che
rende difficoltosa la deformazione a temperatura ambiente, in quanto sono
disponibili solo tre piani principali di scorrimento. Comunque, grazie alla densità
Materiali·metallici 353
Eserciziario
Vedi Esercizio8.7.
· Proprietà e struttura Il magnesio ha una struttura cristallina EC e quindi la
deformazione a freddo delle leghe di magnesio può essere effettuata solo
parzialmente; ad elevate temperature nel magnesio divengono attivi alcuni piani
354 Capitolo8
,.
FIGURA 8.66
Microstrutturadellalegadi
magnesio EZ33A dopogetto,
chemostra il composto
Mg9R (terrarara)
reticolare
al bordodi grano.(Attacco:
glicol;ingrandimento:
500x).[Perconcessione
dellaDowGhemical Co.].
Leghe di titanio Il titanio è un metallo relativamente leggero (densità = 4,3'4 g/cm 3) ma con
un'alta resistenza {660 MPa per ii titanio puro al 99,0%), cosicché assieme alle
sue leghe può competere con le leghe di alluminio per alcune applicazioni. an.:h:
se costa molto di più Ol dollari al kg per il titanio 1 contro 2 dollari al kg p..!t
l'a11uminio, nel 1989). Il titanio è inoJtre utilizzato in applicazioni in cui ha una
elevata resistenza alla corrosione come in molti ambienti chimici quali soluzioni
di cloro e soluzioni inorganiche di cloruri.
Il titanio è costoso in quanto è difficile da estrarre come metano puro dai
o
N
N
e.o
N
Cl)
e:
o
';;:j o
~
o
e:.
o ~
cc
8
N
(")
z
115
356 Capitolo 8
suoi composti; alle alte temperature i1titanio si combina. con l' ossigenoJl'azoto.
l'idrogeno, il carbonio e il ferro e così per fondere e lavo,a.reil metallo devon~
essere utilizzate tecniche speciali. ;
Il titanio a temperatura ambiente ha una struttura cristallina esagonale
compatta (a), che si trasforma in una struttura cubica a corpo centrato (3) a
883°C.Elementi come Palluminio e l'ossigeno stabilizzano la fase~ aumemando
la temperatura in cui la fase o: si trasforma nella fase {3. Altri elementi come il
vanadio e il molibdeno stabilizzano la fase /3,abbassando la temperatura in cui
la fase /J è stabile. Altri elementi ancora, come il cromo e il ferro, abbassano la
temperatura di transizione a cui la fase /3è stabile causando una trasformazione
eutettoidica che produce una struttura bifasica a temperatura ambiente.
La Tabella 8.16 elenca le tipiche· proprietà meccaniche e le principali
applicazioni del titanio commercialmente puro (titaniq al 99,0%) e di alcune sue
leghe. La lega di. titanio Ti6Al4V è la più diffusa in quanto abbina ad un·a1ta
resistenza una buona lavorabìlità. il carico di rottura di questa lega raggiunge i
1170 MPa dopo trattamento termico e invecchiamento.
RIASSUNTO
DEFINIZIONI
Paragrafo8.2
Austenite (fase 'Y nel diagramma di stato Fe-Fe~C): soluzione solida interstiziale di
carbonio nel ferro CFC; la solubilità massima del carbonio nell'austenite è del 2,08%.
Austènitizzazione:riscaldamento di un acciaio nel campo di temperature austenitiche,
cosicché la sua struttura diventi austenitica, la temperatura di austenìtizzazione varia
in funzione della composizione dell'acciaio.
Ferrite-a (fase a nel diagramma di stato Fe-Fe 3C): una soluzione solìda interstiziale di
carbonio nel ferro CCC; la solubilità massima del carbonio nel ferro CCC è deUo
0.02%.
Cementite:composto intermetallico Fe3C; sòstanza dura e fragile.
Perlite:costituente fonnato da laminette parallele delle fasi ferrite-a e cementite (Fe3C)
prodotto per trasformazione eutettoidica detl'austenite.
Ferrite-a,eutettoidica:ferrite-a che si forma durante la trasformazione eutettoidìca
dell'austenite; è la ferri te-o nella per lite.
Cementite eutettoidica (Fe 3 C): cementite che· si forma duranie la trasformazione
eutettoidica dell'austenite; è la cementite nella perlite.
Acciaio eutettoidico (acciaio al carbonio): un acciaio con 0,8% di carbonio.
Acciaio ipoeutettoidico(acciaio al carbonio): un acciaio con meno di 0,8% di carbonio.
Acciaio ipereutettoidico (acciaio al carbonio): un acciaio con 0.8+2.08% di carbonio.
Ferrite-a proeutettoidica: ferrite-a che sì fonna per decomposizione dell'austenite a
temperatura superiore alla temperatura eutettoidìca.
Cementite (Fe 3 C) proeutettoidica: cementite che si forma per decomposizione
dell'austenite a temperatura superiore alla temperatura eutettoidica.
Pan1grafo8.3 .
Martensite:soluzione solida interstiziale sovrassatura di carbonio nel ferro con struttura
TCC.
Bainite:costituente formato da ferrite-a e particelle molto piccole di Fe3C prodotte dalla
decomposizione dell'austenite; prodotto non lamellare della decomposizione
eutettoidica dell'austenite.
Sorbite:particelle di cementite {Fe3 C) in una matrice di ferrite-o che si formano durante
il rinvenimento della martensite.
Diagramma di trasformazioneisotermica (ITT): diagramma trasformazione-tempo-
~temperatura che indica il tempo di trasformazione isotermica di una fase a differenti
temperature.
Diagramma di trasformazione per raffreddamento continuo (CCT): diagramma
trasformazione-tempo-temperatura che indica il tempo di trasformazione di una fase
a differenti velocità di raffreddamento continuo.
Tempra:processo di rapido raffreddamento di un acciaio in condizioni austenitiche al di
sotto della temperatura Mr, tale da determinare la trasformazione di non equilibrio
della austenile in martensite, senza che si verifichi la trasfom1azione di equilibrio in
Perlite (più ferrite proeutettoidica o cementite proeutettoidica.
Tempramartensiticadifferita: processo di tempra per cui un acciaio in condizioni
austenitiche viene temprato in un bagno di sali fusi ad una temperatura superiore alla
360 Capitolo 8
Paragrafo8;4
TemprabiUtà: attitudine di un acciaio a fonnare martensit.e dopo tempra dalle condizioni
austenitiche. Un acciaio altamente temprabiie è un acciaio in cui si forma martensìte
anche a cuore in pezzi di spessore elevato; la temprabilità di un acciaio è principalmente
una funzione della composizione chimica e della dimensione del grano.
Provadi temprabilìtàJominy:prova in cui un provino di diametro di 25 mm e lungo l 00
mm viene austenitizzato e quindi temprato su una estremità e vengono poi realiv:· t:·
prove di durezza lungo due generatrici opposte che vengono diagrammate in funzione
della distanza dalrestremità temprata.
Paragrafo8.8
Ghisebianche:leghe ferro-carbonio-silicio con 1,8-3,6% d carbonio e 0,5- l ,9% di silicio:
le ghise bianche contengono una grande quantità di carburo di ferro éhe le rende dure
e fragilì.
Ghisegrigie:leghe ferro-carbonio-silicio con 2,5-4,0% di carbonio e l ,l),-3,0% di silicio: le
ghise grigie contengono una grande quantìtà di carbonio sotto forma di lamelle di
grafite, sono facili da lavorare e hanno una buona resistenza a.ll'usura.
Ghise sferoidali:leghe ferro-carbonio-silicio con 3,0-4,0% di carbonio e 1,8-2.8~;; dì
silicio: le ghise sferoidali contengono una grande quantità di carbonio sotto forma dì
sferoidi di grafite, l'aggiunta di magnesio (circa lo 0,05%) prima çhe la ghisa sia colata
pennette la formazione dei noduli; le ghise sferoidali sono generalmente più duttili
delle ghise grigie.
Ghise malleabili: leghe ferro•carbonio•silicio con 2,0-2,6% di carbonio e l,1·1,6% di
silicio; I.e ghise malìeabili vengono prima colate come ghise bianche e in seguito
subiscono un trattamento termico a 940"'C per un periodo di tempo che va da 3 a 20
ore; il carburo di ferro nella ghisa bianca si decompone in noduli di grafite dalla
forma irregolare.
MATERIALIPOLIMERICI
9.1 INTRODUZIONE
1 La parola plastico ha molti significati. Come nome, plastico si riferisce a una classe di
materiali che possono essere stampati o modellati in forme; come aggettivo, plastico può
significare capace .di essere stampato. Un altro uso di plastico come aggettivo è quello di
descrivere la deformazione permanente residua di un metallo senza rottura, come nella
diziorie "deformazione plastica dei metalli".
362 Capitolo 9
(a} (b)
(d)
(e)
Legame covalente: La molecola dell'etilene, C2H4, ha una struttura chimica costituita da un doppio
struttura di una legame covalente fra gli atomi di carbonio e da quattro legami covalenti fra gli
mo.lecola di etilene atomi di carbonio e quelli di idrogeno (Figura 9.2). Una molecola contenente
carbonio, con uno o più doppi legami carboniowcarbonio, è.·una molecola
insatura. Quindi, per il fatto che l'etilene contiene un doppio legame carbonìo-
carbonio, esso è una molecola insatura contenente carbonio.
,,..
Legame covalente: Quando la molecola dì etilene viene attivata in modo tale che il doppio legame
struttura di una fra i due atomi di carbonio. viene ''aperto'\ il doppìo legame covalente viene
molecola di etilene sostituito da un singolo legame covalente, come è mostrato nella Figura 9.3.
attivata Come risultato di questa attivazione ogni atomo di carbonio della primitiva
molecola di etilene ha un elettrone libero per legarsi covalentemente con un
altro elettrone libero proveniente da un'altra molecola. Nella trattazio.ne che
segue vedremo come si possa attivare una molecola dì etilene e, di conseguenza,
quante unità di etilene monomero possano essere legate covalentemente assieme
venendo a fonnare una lunga catena molecolare, cioè un polimero. È questo il
processo che viene definito polimerizzazione a catena. n polimero che risulta
dalla polimerizzazione dell'etilene si chiama polietilene.
Materiali polimerici 365
Singolo
HH/~~~~H H
FIGURA 9.2
Rappresentazione deilegami
covalenti nellamolecola di
etilenecon{a}puntini,(b)
trattiniperindicare gli .. .. I I
elettroni di valenza.Nella
molecola di etilene
undoppiolegame
carbonio-carbonio
singolilegami
vì sono:
covalente
e quattro
covalenti
t\t _11.
l
carbonio-idrogeno. Il doppio \_ Doppio
legame è chimicamente più legame
(a) covalente (b)
reattivo dellegame singolo.
Reazione generale La reazione generale che si verifica per la polimerizzazione a catena del
per la monomero etilene in polietilene può essere scritta nel seguente modo:
polimerizzazione
del polietilene
e grado di Unità monomerica
polimerizzazione
H
I Hl
I
[I I
n C=C iH
l Ht
I
I I ..
calore
~
pre~ione .
C-C
H H . eatahzzatore H H n
Monomero Polietilene
etilene (polimero)
H H
l I
·~t:~-
/
-Àr.
Singolo
legame
covalente
1 Singolo
legame
covalente
{a) (b)
Eserciziario
Vedi Esercizio9.1.
Elettrone libero
/ (Y.~l
H-0-0-H 2H-o·
Perossidodi idrogeno Radicaliliberi
Elettrone libero
/ (9.3)
R-0-0-R ~ 2R-0"
Perossidoorganico Radicali liberi
Elettrone libero
0
o
11
c-o-o-cD
o
"~
-
..
0 ,,
2 I/_ '
" o
e-o·
/
.I' (9.4)
Uno dei radicali liberi che si originano dalla decomposizione del perossido
organico, può reagire con una molecola di etilene per formare un nuovo radicale
libero a catena più lunga, come si può vedere nel1areazione
Elettrone Elettrone
libero libero
~
R--o· + C=C
H H
I I
~R-o-c-c·
7 f/ (9.5)
I I I I
H H H H
Radicale libero Etilene Radicalelibero
1 L'anello esagonale rappresenta la struttura del benzene come viene qui indicato. Vedere
- 'J:J;Mi (9.8)
Mm= '5:,f;
peso medio molecolare del termoplastico
media del peso molecolare di ogni singola frazione ponderale
frazione ponderale del materiale costituito da pesi molecolari
di un ben preciso intervallo
Materiali·polimerici 369
Eserciziario
Vedi Esercizio9.2.
Funzionalità Perché un monomero polimerizzi, esso deve avere almeno due funzioni reattive.
di un monomero Quando un monomero ha due funzioni reattive. esso può reagire con altri
monomeri e, a seguito di ripetizione del legamei formare un polimero a lunga
catena, o lineare. Quando jnvece un monomero ha più di due funzioni reattive,
la polimerizzazione può avvenire in più di due direzioni, e quindi si possono
formare molecole con reticolo tridimensionale.
Il numero di funzioni reattive di un monomero è detto funzionalità del
monomero stesso. Un monomero che utilizza due funzioni reattive per la
polimerizzazio,ne di lunghe catene è detto bifunzionale, un esempio dì monomero
bifunzionale è l'etilene. Un monomero che utilizza tre funzioni reattive per
formare un materiale polimerico reticolato è detto trifunzionale, un esempio di
monomero trifunzìonale è il fenolo, C6HsOH.
Carbonio
Idrogeno
,.
FIGURA 9.5
Rappresentazione
schematica di unpolimero.
Lesfererappresentano
l'unitàripetitivaòellacatena
polimerica, e nonatomi
specifici.[DaW.G.Moffatt,
G. W.Pearsall e J. Wulff,
"TheStructure and
Properties otMaterials''.
voi.
I: Structure''. Wiley,1965,
p.104].
Polimeri vinilici e Sostituendo uno o più atomi di idrogeno dell'etilene con altri tipi di atomi
vinilidenici gruppi di atomi, si possono sintetizzare molti materiali polimerici utili
addizione (polimerizzazione a catena), aventi una struttura di catena a base Cl
carbonio come queUa del polietilene. Se viene sostituito un solo atomo di
idrogeno del monomero etilene con un altro atomo o gruppi di atomi, il polimero
che si ottiene è chiamato polimero 1·inilico.Esempi di polimeri vinilici sono il
polivinilclorura, il polipropilene, il polistirene, il poliacrilonitrile e il poiivi-
nilacetato. La reazione generale di polimerizzazione dei polimeri vinilici è:
,,..
n [U].--+1Ut
I I ,,,
H ·R1
- l
H
I
R1n
-J~-~1 _fLJ_l
lHHI
Polietilene
lUJ
Polipropilene
p.!.:110-137"C pJ.: 165-l'iT'C
H H
FIGURA 9.6 Formule
di I I
struttura<.lialcunipolimeri c-c-------i--
vinilici(essendo il 1 I ~o
polistireneperusigenerali H o-e
unmateriale
si riferiscono
intervallo
amorfo,
adun
i valori
di rammollimento
n
" CHs n
Polistirene Poliacrilonitrile Polivinilaeetato
e nonadunafusione). p.C.:1so.243•c (nonfonde) p.f.:177"C
nH- H
HR!
[HRl 1H R H Rs n
H
I Clr
1
H CH3
I · I I
e-e C-C----+-
~ ~l n
j 1~0
H e,
FIGURA9.7 Formule di OCH3
struttura
dìalcunipolimeri Polivinilcloruro Polimetilmetaerilato
vinilidenicì. p.f.: 17T'C p.f.:160"0
372 Capitolo9
(ti)
(b)
-
FI.GURA9.8 Tipidi
struttura
deicopoHmeri. (a)
Copolìmero in cui le diverse (e)
unitàsonodistribuite a caso
lungola catena (random).
(b) Copolimero in cui le
unitàsi alternano
regolarmente. {e)
Copolimero a blocchi.(dJ
Copolimero a innesto. [Da (d)
W G.Moffatt,G. W
PearsealleJ. Wultt," The
andPraperties
structure of
Voi.I:
Materials':
·"Structure';
Wiley,1965,
p.108].
--··--~---·- .. -----------------
Materiali polimerici 373
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA (Figura9.8d)
B B
B B
B B
Eserciziario
Vedi Esercizi 9.3, 9.4, 9.5.
FIGURA9.9 Reazione
generale dl polimerizzazione
deimonomeri
vinilee acetato
clorurodi
di vinileper
m[H] H Cl
+n
H
I I
C=C
I I
H 0-C
H
/
o ~
fI l
I I
H Cl X
I I
C-CH] c,_,_c
H
I
H 0-C
H
I ~o
la produzione
copolimero
polivinile
di un
di clorurodi
e di acetatodi Monomero Monomero
" CH3
" CHs y
Copolimeropolivinilcloruro-
polivinile. clorurodi vinile vinilaeet.ato polivinilacet.ato
----------
37 4 Capitolo 9
/
' N-(CHz)s-N /
H
.~---'-r',
'+
O
C-(CH2)4-C
. ~
'
O
-#
H I H HO I OH
Esametilendiammina Acidoadipìeo
FIGURA9.1O Reazione
di polimerizzazione
della
esametilene
diammina con
acidoadipicoperprodurre Esametileneadipa:mmide Acqua
(nylon6,6}
unaunitàdi nylon6,6. I
1...i..r.--Agitatore I
,...._Reattore
~··
Camiciariscaldante
e refrigerante
Monomerofì)
più solvente
Monomero(i)
FIGURA 9.12
Illustrazione
schematicadi (a) (b)
alcunideiprocessi
industriali
di
polimerinazione
comunemente usati: Mezzo acquoso
(a) polimerinazione
in Mezzo acquoso con iniziatore
massa, (b) polimerizzazione
Gocce di monomero
ìn soluzione
in soluzione, con iniziatore
(e)polimerizzazione
in Gocce di monomero
Agitatoreper con tensioattivo
sospensione, manienere per mamenere
(d) polimerizzazione
in le panicelle le particelle
in sospensione in sospensione
emulsione. [DaW.E.Driver,
"Plastics
Chemistryand (e) (d)
Techno/ogy':VanNostrand
Reinhold,1979; p.19].
Reattore
a letto fluido
Ciclo di
raffreddamento
I D
•. Al.imentatore
del cu.talizzatore
1
• I
t
Etilene ! !Azoto
Comonomero. I Polietilene granulare
verso la miscelazione.
e lo stoccaggio
(b)
vecchio processo) e una minore pressione (0,7 invece di 2 MPa). Molti impianti
industriali stanno già adottando il processo Unipol.
Struttura dei E ancora dubbio il modo esatto nel quale sono organizzate le molt:cok
materiali polimeriche in una struttura cristallina e -sono necessarie ulteriori ricerche a
termoplastici questo proposito. La maggior lunghezza delle regioni cristalline, o cristalliti, nei
parzialmente materiali polimerici policristallini è compresa di solito tra i 5 e i 50 nm, valore
cristallini che rappresenta solo una piccola percentuale della lunghezza di una molecola
polimerica completamente estesa, che può essere di circa 5000 nm. Un primo
modello chiamato model1o della 111.icellafrangiata (/Hnged-micelle)immaginava
lunghe catene polimeriche di circa 5000 nm disposte in successione in regioni
ordinate e disordinate per tutta la lunghezza della molecola polimerica (Figura
Materiali"polimerici 379
l.17
e Prova]
::,. Prova Il
'3fLl6 ... Prova lii
• ProvalV
E
g
i.::
·g 1.15
FIGURA 9.15 Dati f7.-
sperimentali dell'andamento :.!
§
delvolume specificoin
funzione dellatemperatura ~ 1.14
l
FIGURA 9.17 1 =IOOmomi
di carbonio
Rappresentazione schemati-
ca·dellastrutturaa catena
ripiegata
di unalamella di
polietilene
a bassa densità.
[DaR.L. Boysen, Olefin
Polymers (High-Pressure
Polyethylene),in
"Encyc/opediaot Chemical
Technology: vol.16,Wiley,
1981,pAOSJ.
Materiali polimerici 381
ritiene che il polietilene cristallizzi in una struttura a catena ripiegata con tma
cella ortorombica. come è rappresentato nella Figura 9.19. L'altezza dì ogni
tratto di catena tra le pieghe è di circa I 00 atomi di carbonio e ogni singolo
piano della struttura a catena ripiegata viene definito una lamella. In condizioni
di laboratorio il polietilene a bassa densità cristallizza in una struttura di tipo
sferulitico, come si vede nella Figura 9.18. Le regioni sferulitiche che consistono
di lamelle cristalline sono le aree scure. mentre le aree bianche sono le zone non
cristalline. La struttura sferulitica di Figura 9J 8 si sviluppa solarì1ente in
condizioni di laboratorio strettamente contro1late e in assenza di sollecitazioni.
Il grado dì cristalHnità nei materiali polimerici lineari parzialmente
cristallini varia airìncirca dal 5 al 95% del loro volume totale. Anche con
mate;rialipolimerici altamente cristallizzabili non si può ottenere una completa
cristallizzazione a causa degli allacciamenti e delle sovrapposizioni incrociate
delle molecole. La quantità dì materia cristallina a!Pinterno di un termoplastico
influenza la sua resistenza a trazìone. In generale, con J'aumento del grado di
crìstallinità vi è aumento della resistenza del materiale.
I processi in uso per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti come fogli,
barre, oggetti estrusi, tubi o parti stampate sono molti e differenti. Il processo
che viene usato dipende in certa misura dal fatto che si tratti di un materiale
termoplastico o di uno termoindurente. In genere i termoplastici vengono
riscaldati sino al rammollimento e quindi rimodellati prima del raffreddamento.
Per i materiali termoindurenti, invece, che non sono stati completamente
polimerizzati prima di venire lavorati nella forma definitiva, si adotta un
processo mediante il quale awiene una reazione chimica per cui le catene
polimeriche vengono legate tra loro in modo da formare un materiale polimerico
a rete tridimensionale. La polimerizzazione finale si può ottenere mediante calore
e pressione oppure per azione catalitica a temperatura ambiente o a più alte
temperature.
In questo capitolo verranno descritti alcuni dei processi più importanti che
vengono usati per i materiali termoplastici e tem1oindurenti.
,.
Motore ~
idrm{lìco
Ii
Interruttori
(regolabili)dei limiti
di sconimenlodella vite Tugiper il fluido
idraulico
FIGURA9.21 Sezione
di unamacchina
avitereciproca .aIniezione
perlostampaggio di materie
plastiche.
[DaJ. Bown,"lnjeclion
Moldìng
ot PlaslicComponents·:
McGraw-Hill,
1979,p.28J.
l'iniezione del fuso. Il vantaggio del metodo a vite reciproca rispetto a quello a
pistone è che l'avanzamento de11avite consente una fusione più omogenea della
sostanza da iniettare.
Nel processo di stampaggio ad inie·zìone i granuli di materia plastk,1
vengono caricati da una tramoggìa, attraverso un'apertura nel cilindro <li
iniezione, sulla superficie dì una vite rotante che li spinge avanti verso lo stampo
(Figura 9.22a). La rotazione della vite forza i granuli contro le pareti riscaldate
del cilindro, provocandone la fusione a causa del calore di compressione,
dell'attrito e del riscaldamento delle pareti del cilindro (Figura 9.22b). Quando
una quantità sufficiente di materia plastica fusa arriva allo stampo che si trova
alla fine della vite, questa si arresta e con un movimento a stantuffo inietta un
getto della materia plastica fusa in un canale dì alimentazione é\uccessivamente
neHe cavità dello stampo (Figura 9.22c). L 'albero della vite mantiene in
pressione per breve tempo il materiale plastico alimentato nello stampo. in
modo da permettergli di diventare solido, quindi si ritrae. Lo stampo viene
raffreddato ad acqua per far solidificare rapidamente il pezzo in materia
plastica. Da ultimo, lo stampo viene aperto e il pezzo stampato viene espulso
dallo stampo per mezzo di aria o di perni d'eiezione a molla (Figura 9.22d). Lo
stampo viene quindi chiuso ed è pronto per un altro ciclo.
I maggiori vantaggi dello stampaggio a iniezione sono:
(el
' r
r
!Il
Zona raffreddata
della tramoggiae
zona di trasporto
del materialesolido
td------ru
~ -
: -~
s~~n~-----·~
t.:5J~
~
0
Zona di
traspone
del materiale fuso
(a}
-
FIGURA 9.24 Letappesuccessive dellostampaggìopersoffiatura
di unabottigliadi plastica.
(a)Una
sezione tubolarevieneintrodotta nellostampo.{b}Lostampo vienechiusoe il tondodeltubovienechiuso
dallostampo. (e)Dell'aria
compressa vieneintrodotta
attraverso
lo stamponeltobo,chesi espande
riempiendo lo stampo.Segue il raffreddamento
delpezzomentrevienemantenuto sottoariacompressa.
A=
viadi introduzionedell'aria
..8 = matrice.C stampo. D= sezione deltubo.[DaP.N. Richardson, Plaslics
Processing, in "Encyc/opediaof Chemical Technalogy';
vol.18,Wiley,1982,p.19BJ.
Processi utilizzati Stampaggio per compressione Molte resine termoindurenù come la fenolo-
anche per materiali formaldeide, l'urea~formaldeide e la melamina-fom1aldeide, vengono lavorate in
termoindurenti fom1e solide col processo di stampaggio per compressione. Con questo metodo
la resina, che può essere eventualmente preriscaldata, viene introdotta in uno
stampo riscaldato, contenente una o più cavità {Figura 9.25a). La parte
superiore dello stampo viene forzata contro la resina, e la pressione ed il calore
applicati provocano la liquefazione della resina, spingendola dentro la o le
cavità (Figura 9.25b). Continuando il riscaldamento (ìn genere uno o due
minuti) si ottiene la completa reticolazione della resina termoindurente. pezzo n
viene quindi espulso dallo stampo. Le sbavature vengono eliminate dal pezzo in
un tempo successivo.
388 Capitolo9
t.
FIGURA 9.25
Stampaggioper
rI
compressione.{a)Sezione
di unostampo
trasversale
I
aperto
contenente resina in .
polvere
nellacavitàdello
stampo.(b)Sezione .
trasversale
di unostampo
chiusochemostra un
campionestampato
sbavature
e le
in eccesso.
B. Seymour,Pfastics
!DaR. ri
in
Technology,
(a) (b)
otChemical
"Encyctopedia
vol.15,Wiley,
Technology';
1968,p.802J.
1. Data la relativa semplicità degli stampi. i costi iniziali degli stampi sono
bassi.
2. Il flusso relativamente lento del materia.le riduce le possibilità di usura e di
abrasione dello stampo
3. È più facile realizzare la produzione dì grandi pezzi.
4. Sono possibili forme più compalte data la semplicità dello stampo.
5. I gas generati dalla reazione di reticolazione possono essere espulsi durante il
processo di stampaggio.
(d)
(e)
In questa sezione verranno discussi alcuni importanti aspetti della struttura, dei
metodi di produzione, delle proprietà e delle applicazioni dei seguenti materiali
termoplastici: polietilene; polivinilcloruro, polipropilene, polìstirene, resine
ABS, polimetilmetacrilato, acetato di cellulosa e materiali ad esso collegati. e
politetrafluoroetilene.
In primo luogo analizziamo i volumi di vendita, i prezzi e alcune importanti
proprietà di questi materiali.
TABELLA9.2 Volume di vendita USA (1988*) e prezzi all'ingrosso (gennaio 1988t) per alcuni
termoplastici per uso generico
Polietilene:
bassa densità 9865 17.3 1.1 -1.2 Da stampaggio per uso generale
alta densità 8244 14.5 1.2- 1.25 Da stampaggioper uso generale
Polivinilcloruroe 8323 14.6 0.9 Omopolimero per uso generale
copolimeri
Polipropilenee 7304 12.8 1.1 -1.2 Omopolimero per uso generale
copolìmeri
Polistirene 5131 9.0 1.2-1.3 Omopolimero per uso generale
Stirene-acrilonitrile 137 0.2 1.8-2.0
ABS 1238 2.2 W-2.3 Media resistenzaall'urto
Acrilati 665 1.2 1.9 Per uso generale
Cellulosici 90 0.16 2.6 Tìpo acetato
Politetrafluoroetilene 11.0 12.0
Resistenza Rigidità
Materiale Densità Resistenza all'impatto, dielettrica, Massima temperatura
g/cm 3 trazione. MPa lzod, J/m V/mm d'uso (senza carico), "C
Polietilene:
bassadensità 0.92-0.93 6-17 1900 80- 100
alta densità 0.95 0.96 20-37 20- 750 1900 80-120
PVCrigido,cloru.rato 1 ..49-1.58 52-62 50-300 110
Polipropilene, 0.90-0.91 33-38 20- 120 25000 110-150
uso generale
Stìrene-acrilonitrile 1.08 69-83 20-27 70000 60-105
(SAN)
AB$, uso generale 1.05-1.07 41 320 1500 70-95
Acrilatì,uso generale 1.11 1.19 76 120 17700 - 19100 55-110
Cellulosici,acetati 1.2 1.3 21 55 60-360 9800-23500 60....,105
Politetrafluoroetilene 2.1 -2.3 7-28 130-210 15800 19700 290
Fonte:MaterìalsEngineering,May 1972.
dielettrica delle materie plastiche di Tabella 9.3 va da 15 a 70 V/m (da 385 a 1775
V/mil}.
La massima temperatura d'uso per la maggior parte delle materìe plastiche
è relativamente bassa e per la maggior parte dei materiali termoplastici varia da.
54 a I 50°C. Tuttavia alcuni termoplastici hanno una temperatura massima dì
utilizzo più alta, come per esempio il politetrafluoroetilene che può sopportare
temperature superiori ai 290°C.
r~-~1
1HHI
Polietilene
p.f.: 110-137°C
Tipi di polietilene Vi sono due tipi di poJietilene: (1) a bassa densità (LDPE,
low-density) e (2) ad alta densità (HDPE, high-density). Quello a bassa densità
ha una struttura a catena ramificata (Figura 9.28b), mentre il polietilene ad alta
densità ha una struttura a catena lineare (Figura 9.28a).
Materiali polimerici 393
Lancetta e pendolo
dopo aver colpito
Estremitàurtante
del pendolo
\
\
\
I
I
Lancetta/
I
/
/
,.., Morsetto
di suppone
(a) (b)
l
i.
FIGURA9.27 (a)Prova
d'urtolzod.(b)Provino
usatoperlematerie perlaprovad'urtolzod.!DaWE Driver,
plastiche "Plastics
Chemistry
andTechnofogy':
VanNostrana Reinhold;1979,
pp.196-197].
I
(a)
(b)
_,·----
.........
~~-
.; -~'7--,,:...
-·
:)
Polivinilcloruro Il polivinilcloruro (PVC) è una materia plastica sintetica largamente usata che
e suoi copolimeri detiene la seconda posizione nei volumi di vendita degli Stati Uniti (Tabella 9.2).
L'utilizzo assai diffuso del PVC è attribuibile principalmente alla sua elevata
resistenza chimica e alla sua capacità unica di essere mescolato con additivi per
produrre un gran numero di preparati con ampio campo di proprietà fisiche e
chimiche.
394 Capitolo 9
I,
(O)
(b)
I
f
;;
FIGURA9.29 11
filmdì rivestimento
in polietilene
adalladensità
di unpozzofaapparire
piccolii lavoratori
chelo installano
Foglisìngoli
possono
avere
unasuperficie
di mezzo
acroe pesarefinoa 5 tonnellate.
!FotoSchlegel
UningTechnology, lnc.].
'
IHl Polivinilcloruro
p.t: =204"C
1HCJ.
Struttura e prop1·ietà La presenza del grosso atomo di cloro su atomi alterni
di carbonio nella catena principale del polivinilcloruro (PVC) dà luogo ad un
mat~riale polimerico che è essenzialmente amorfo che non è in grado di
ricristallizzare. Le intense forze coesive tra le catene polimeriche nel PVC sono
dovute principalmente ai fortì momenti dipolo generati dagli atomi di cloro. 1
grossi atomi elettronegativi di cloro, tuttavia, causano impedimento sterico e
repulsione elettrostatica che riducono la f)essibilità delle catene del polimero.
Questa immobilità molecolare causa djfficoltà nella lavorazione detromopoli~
mero, e solo in poche applicazioni il PVC può essere utilizzato senza essere
miscelato con un certo numero di additivi in modo da potere essere lavorato e
convertito in prodotti finiti.
Il PVC omopolimero ha resistenza meccanica relativamente alta (fra 52 e 62
MPa), accompagnata da fragilità. Il PVC ha una temperatura di distorsione al
calore media (fra 57 e 82°C a 0,45 MPa), buone proprietà elettriche (la rigidità
dielettrica varia da 17 a 51 Vm1) e elevata resistenza ai solventi. L'alto contenuw
di cloro del PVC impartisce al materiale resistenza chimica e alla fiamma.
5000.------------------
~ Dinonilflalato
30
...
_~ 4000
.....
_ , ;.;
~ ....... Tritolil fosfato
... ~
ci'
e
~
-~ ... g
·~ 3000
l;
/
Dioctil
~-',
~ ... 20
o
·;;;
É
"'~\
:,;
sebacato ~'..,..
~
e
.':!
...~
--::: ~~
FIGURA 9.30 Effetto
di IO c.,
diversiplastificanti
sulla 1000 °'
resistenza
a trazionedel Dloctil ftalato
polivinllcloruro.
[DaC.A.
Bn'ghton,VinylChloride O'------'----~_.__----'------' o
Polymers (Compounding), 20 30 40 50 60
in "EncyclopedìaofPolimers Contenuto in plastificante,%
Science andTechnology':
vol.14,Wiley,1971, p.398J.
Polipropilene Il polipropilene è la terza materia plastica dal punto di vista dei volumi di
vendita (Tabella 9.2) ed è uno dei materiali meno costosi da.t.oche può essere
sintetizzato da derivati petrolchimici grezzi a basso costo.
H±
Struttura e proprietà
1HI
e-e
H
I
I I
CH,,
-
Polipropilene
p.f::165-177"C
H H
I I Polistirene1
~ò
e-e p.f: 150·240°c
Polibutadiene
1
Ii polistirene non ha in realtà una vera e propria temperatura di fusione, ma piuttosto di
rammollimento in quanto è un materiale amorfo.
400 Capitolo 9
Poliacrilonitrile Questo materiale polimerico di tipo acrilico è spesso usato sotto forma di fibre, e
grazie alla sua resistenza e stabilità chimicà, è anche usato come comonomero di
alcuni termoplastici per uso ingegneristico.
Poliaerilonit.rile
{nonfonde)
ABS ABS è il nome dato ad una famiglia di termoplastici. L'acronimo è derivato dai
tre monomeri usati per produrre l'ABS: acrilonitrile, butadiene e stirene. I
materiali in ABS sono famosi per le loro ·.proprietà costruttive come buona
resistenza all'impatto e meccanica in combinazione con la facilità di lavorazione.
H H
A:.Poliacrilonitrile
1
HHHHt
f-b-L{
H H
B: Polibutadiene
y
I
e--· e
hò
I
S: Polistirene
Resistenzaall'urto:
J/m 375-640 215-375 105- 320
Resistenzaa trazione:
MPa 33 41 41 48 41 52
Allungamento,% 15-70 10-50 5-30
Materiali pÒlimeÌ'Ìci 403
FIGURA9..32
Micrografiaal microscopio
di unasezione
elettronico
ultrafine
di unaresinaABS
tipoGmostrante leparticelle
di gomma nelcopolimero di
stirene-acrilonitrile.
[DaM.
Matsuo, Polym. Eng.Sci.,
9:206(1969)].
U11itàstl'uttu,-aleripetitiva
H CH3
I I
c-c----
1 i ~o Polimetilmetacrila.to
p.f.:160°C
H C"'-
OCH3 11
Materie plastiche Queste materie plastiche sono ottenute da monomeri contenenti uno o più atomi
fluorurate di fluoro. Le materie plastiche fluorurate possiedono tyia serie dì proprietà
particolari per le applìcazioni tecnologiche. Come classe di ~ateriali, esse hanno
una alta resistenza agli ambienti chimici ostili ed eccezionali proprietà di
isolamento elettrico. Questi materiali,;contenendo un'alta percentuale di fluoro.
hanno un basso coefficiente di attrito che conferisce loro proprietà
autolubrificanti e antiaderenti.
Vengono prodotte molte materie plastiche fluorurate, ma le due
maggiormente diffuse, il polìtetrafluoroetilene (PTFE) (Figura 9.33) e il
policlorotrifluoroetilene (PCTFE), vengono descritte qui di seguito.
Politetrafluoroetilene
(PTFE)
Unità st,•utturaleripetiti,,a
Policlordtrifluoroetilene
(PCTFE)
1 F
I Fl
e-e
I
.~Ln
p.f.:218°C
(PCTFE)
Policforotrifluoroetilene
TABELLA 9.6 Volumi di vendita USA {1988,.)e listino dei prezzi all'ingrosso
(gennaio 1990t) per alcuni importanti tecnopolimeri
% in peso
Vendite delle vendite Prezzi
negli USA totali negli USA di all'ingrosso
Materiale in 1000 t materie plastiche $/kg Tipo di materiale
Poliammide(Nylon) 558 0.98 3.9-4.1 Nylon 6,6
Poliacetale 128 0.2 3.0-3.2 Omopolimero
Policarbonato 430 0.75 3.9-4.2 Per iniezione
Poliestere,termoplastico 2007 3.5 3.1 -3.3 PBT, per iniezione
Poltfenelìnossidomodificato 180 0.3 3.0-3.6 Per iniezione
Poiisolfone 8.5 35% vetro • 35%
Polifenilsolfuro 3.7 Riempitivo
9.7 TECNOPOUMERI
Poliammidi (Nylon) Le poliammidi o nylon sono termopla~tici lavorabili per fusione in cuì la
struttura della catena principale contiene un gruppo ammidico ripetitivo. 1
nylon sono membri della famiglia dei tecnopolimeri e mostrano eccezionali
capacità di sopportare carichi ad elevate temperature, buona tenacità, proprietà
antifrizione e buona resistenza chimica.
O H
li I Legameammidico
-C-N-
408 Capitolo 9
1 H
I O
Il
N-(CH,).-i-C-(CH,),~C
Or
Il
•n
Nylon6,6
p.f: 250-266"C
i-Caprolattame Nylon6
p.f.:216-225"C
1 La designazione 6,6 del nylon 6,6 si riferisce al fatto che ci sono 6 atomi di carbon\0
nella diammina di partenza (esametilenediammina), e ancora 6 atomi di carbonio
nell'acido organico di partenza (acido adipico).
Materiali polimerici 409
FIGURA9.34 Complessa
struttura
sferuliticadelnylon
9,6formatasì a 210cc.Il
fattochepossono formarsi
sferuliti
in questo nylon
evidenzia la capacitàdei
nylondi cristamzzare. [Per
concessione di J. H.Magill,
Univesity of Pittsburgh].
41 O Capitolo 9
FIGURA9.35 Rappresentazione
schematica
deilegarne traduecatene
idrogeno molecolari.
[DaM. I. Kohan
(ed.},"Nylon
Plastics';
Wiley.
1973,
p.274J.
--, ;.ot.
Unità strutturale ripetitiva di base
fr-~/
/ O , ·CHs
1 Policarbimato
o-e-o
lltO-\1/·· '\ eI . 1/. '\ .• p.t::270"O
\ I - I -
FIGURA 9.36 Struttura CH, •
delpolicarbonato
termoplastico. Legamecarbonato
Materiali polimerici 411
Struttura e proprietà I due gruppi fenilici e i due gruppi metilici attaccati allo
stesso atomo di carbonio nella unità strutturale ripetitiva (Figura 9.36) causano
un elevato impedimento sterico e rendono la struttura molecolare molto rigida.
Tuttavia, i singoli legami carbonio-ossigeno nel legame carbonato forniscono una
certa flessibilità alla molecola lungo l'intera struttura, cosa che conferisce una
elevata resistenza agli urti. La resistenza a trazione dei policarbonati a
temperatura ambiente è relativamente elevata, attorno ai 62 MPa, e la resistenza
all'urto è molto alta e compresa tra 640 e 854 J/m, come rilevato dalla prova Izod.
Altre importanti proprietà dei policarbonati per applicazioni tecnologiche sono la
loro elevata resistenza al distorsione termica, le buone proprietà di isolame11to
elettrico e la trasparenza. Anche la resistenza al creep di questi materiali è buona.
I policarbonati sono re~istenti a numerosi agenti chimici, ma vengono attaccati
dai solventi. La loro elevata stabilità dimensionale li abilita ad essere usati per
parti strutturali di precisione dove sono richieste tolleranze strette.
Ottenimento chimico
Rt. o
.n
Polifenilenossido
1
L ·anello fenilico è un anello benzenico legato chimicamente ad altri atomi come:
-o-
Legami eon altri atomi
412 Capitolo 9
impedimento sterico che si oppone alla rotazione della molecola del polimero e
attrazioni elettroniche, dovute agli elettroni che vanno inp:-isonanza negli anelli
benzenici delle molecole adiacenti. Questi fattori portano ,ad un materiale con
alte caratteristiche di: rigidità, resistenza meccanica, resistenza chimica a molti
agenti ambientali, stabilità dimensionale e resisten~ alla distorsione termica.
Per soddisfare i requisiti di una vasta gamma di applicazioni tecnologiche
questi materiali vengono prodotti con gradi tecnici ampiamente differenti. Tra i
principali vantaggi applicativi delle resine a base di polifenilenossido vi sono le
eccellenti proprietà meccaniche nell'intervallo di temperature tra -40 e 150°C,
l'eccellente stabilità dimensionale con basso creep, modulo elevato, basso
assorbimento d'acqua, buone proprietà dielettriche, eccellenti proprietà antiurto
e eccellente resistenza agli ambienti acquosi.
I
Applicazioni Le tipiche applicazioni per le resine a base di fenilenossido sono
connettori elettrici, sintonizzatori televisivi e bobine di deflessione magnetica.
piccoli componenti e alloggiamenti di macchine contabili, cruscotti di
autoveicoli, griglie e parti esterne.
Acetali Gli acetali rappresentano una fra le classi di termoplastici con migliore
resistenza meccanica (la resistenza a trazione è di circa 70 MPa) e rigidità (il
modulo in flessione è di circa 3 GPa)~ hanno inoltre ottima resistenza a fatica e
stabilità dimensionale. Altre importanti caratteristiche includono bassi coef.
fidenti di attrito, buona lavorabilità, buona resistenza ai solventi ed un'alta
resistenza al calore fino a 90°C in assenza di carico.
Poliossimetilene
p.t: 115Qc
,.
Applicazioni Gli acetali hanno sostituito molti metalli in getto quali lo zinco,
l'ottone, l'alluminio e gJi acciai per stampaggio grazie al loro basso costo. Dove
non è richiesta l'elevata resistenza propria dei metalli, i costi per le operazioni di
finitura e assemblaggio per molte applicazioni possono essere ridotti o eliminati
usando gli acetali.
Nel settore automobilistico, gli acetaìi sono usati per la realizzazione di
componenti del sistema di alimentazione del combustibile, per cinture di
sicurezza e per maniglie dei finestrini. Le applicazioni per macchinari degli
acetali comprendono accoppiamenti meccanici, giranti di pompe, ingranaggi,
camme e a1loggiamenti. Gli acetali sono anche usati in un largo campo di
prodotti di consumo quali le chiusure-lampo, i rocchetti per i mulinelli da pesca
e le penne per scrittura.
U11itàstrutturali'l'ipetitive
~ r. /,..-~o-')
r ~ ?it
t 0-C-C-4-0-C
I I e_'"·_.,...,/' -
H H
Legameest.ere
Polietilenet.ereftalato(PET)
C
n t JJJ4T1nJf
o-:. 1
I I I IL"--,T\J·
H H H H
Legameestere
Polibutilenetereftalato (PBT)
n
414 Capitolo 9
I~ ~ o~fhot
fo- t.r\_
CH3
1
~11:'J
Polisol!one
p.f.:3l5°C
__
_
\O/\_
'~"' \_
n
Grupposolfonico
Materiali polimerici 415
Struttura e proprietà Gli anelli fenilici .delle unità strutturali ripetitive del
polisolfone limitano la rotazione delle catene polimeriche e originano forti
attrazioni intermolecolari che forniscono al materiale resistenza meccanica e
rigidità elevate'. Gli atomi di ossigeno in posìzione para I rispetto al gruppo
solfonico dell'anello fenilico forniscono l'elevata stabilità all'ossidazione dei
polimeri solfonici. Gli atomi di ossigeno tra gli anelli fenilici (ponti etere)
determinano la flessibilità e la resistenza agli urti della catena.
Le proprietà del polisolfone di particolare interesse ingegneristico sono
l'elevata temperatura di distorsione al calore~ fino a 174"C a 1,68 MPa, e la
possibilità di un utilizzo per tempi prolungati nell'intervallo di temperature tra
150 e 174°C. ·I polisolfoni hanno un'elevata resistenza a trazione (per i
termoplastici), pari a _70 MPa, e una relativamente bassa predisposizione aJ
creep. I polisolfoni résistono alridrolisi in ambienti acquosi acidi o alcalini
grazie al ponte ossigeno tra gli anelli fenilici, idroliticamente stabile.
Polifenilensolfuro
p.f.:288°0
1
Le posizionj para sono ai capi opposti dell'anello benzenico.
-o
Posizionipara
41·5 Capitolo 9
caloree basso
in parte
(parte
Il PPS
resistenza
altaresistenza
elettrica, al
ritirodurante
,_
\'
•
.
•, • ... ,,.
.
lo stampaggio. [Per
concessione dellaTexas
lnstruments].
Materiati'polimerici 417
~OD+OO~
N~ CH
CHs
~N
n
Polieterei.mmide Legameimmide
TABELLA9.9 Volumi di vendita USA (1988*) e lìstinò"dei prezzi (gennaio 1989} per alcune
importanti materie plastiche termoìndurenti
o/oin peso
Vendita delle vendite Prezzi
negli USA totali negli USA di all'ingrosso
Materiale in 1000 t materie plastiche t $/kg Tipo di plastica
Fenoliche Le resine termoindurenti fenoliche sono state la prima materia plastica utilizzata
industrialmente. Il brevetto originale per la reazione del fenolo con Ia
formaldeide per produrre la resina fenolica Bakelite è stato pubblicato da
L.H. Baekeland nel 1909. Le resine fenolic}1e sono ancora oggi utilizzate per il
loro basso costo e per le buone proptietà di isolamento elettrico e termico. unile
a buone proprietà meccaniche: Esse vengono stampate facilmente ma hanno
colori limitati (in genere nero o marrone). ·
Chimica Le resine fenoliche sono prodotte usualmente per reazione del fenolo
con formaldeide con una polimerizzazione per policondensazione, in cui l'acqua è
il sottoprodotto. Tuttavia in pratica si può utilizzare qualsiasi fenolo o aldeide
reattivi. Resine fenoliche per stampaggio (novolac) sono comunemente prodotte
Materiali polimerici 421
per convenienza con un processo a due stadi. Nel primo stadio viene prodotta una
resina termoplastica fragile, che può essere fusa ma ,non reticola in una forma
solida tridimensionale. Questo materiale viene preparato facendo reagire meno di
una mole di formaldeide con una mole di feno1o in presenza di un catalizzatore
. acido. La reazione di polimerizzazione viene mostrata in Figura 9.11.
L'aggiunta di esametilene~tetra-ammina (ESA), che è un catalizzatore
basico per la resina fenolica del primo stadio, rende possibile la creazione di
legami metilenici a ponte, con la formazione di un materiale termoindurente.
Quando si applicano calore e pressione alla resina novolac contenente ESA,
l'ESA si decompone con produzione di ammoniaca, che fornisce i legami a
ponte metilenici per formare la struttura reticolata. ·
La temperatura richiesta per la reticolazione (indurimento) della resina novo-
lac varia da 120a 180°°C. Preparati per stampaggio vengono fatti combinando la
resina con vari riempitivi che talvolta raggiungono fino al 50-80% del peso totale
del preparato da stampaggio. I riempitivi riducono il ritiro durante Io stampaggio~
abbassano i costi e aumentano la resistenza meccanica. Essi possono anche essere
usati per aumentare le proprietà isolanti elettriche e termiche.
l. Preparati per usi generale. Questi materiali sono usualmente caricati con
farina di legno per aumentare la resistenza all'urto e per abbassare i costi.
2. Preparati ad elevata resistenza agli urti. Questi materiali sono caricati con
cellulosa (fiocco dì cotone e tessuto spezzettato), cariche minerali e fibre di
vetro per ottenere resistenze all'urto che raggiungono i 960 J /m.
3. Preparati ad elevato potere di isolamento elettrico. Si tratta di materiali
caricati con minerali (ad esempio mica) per aumentare la loro resistenza
elettrica.
4. Preparati resistenti al calore. Si tratta di materiali caricati con minerali (ad
esempio amianto), capaci di sopportare l'esposizione prolungata a
temperature tra 150 e 180°C.
quantità di resine fenoliche sono utilizzate come materiale legante per sabbia in
fonderia e per fonnatura di invo]ucri.
Mezzolegamecovalente
O""- . disponfbilea legarsi
c'-c-/ I
2
idrogeno provenienti dalla diammina formano gruppi -OH che sono siti di
reazione per ulteriori reticolazioni. Una caratteristica Jllportante di questa
reazione è quella che non si forma sottoprodotto. Per" reticolare ]e resine
epossidiche si possono utilizzare svariati tipi di ammine.
L'anello si apre
-CH2-CH-CH2
/o/
+
FIGURA 9.40 Reazìone -CH2-CH-CH2
deglianelliepossidici
terminali
di duemolecole
"ox
epossidichelinearicon
· etilendiamminaperformare Anelli epossidici Etilendiammina
un pontedi·reticolazione. all'estremità di 2
molecole lineari epossidiche Legame formato tra
Notarechenonsi forma due molecole lineari
sottoprodotto. epossidiche
Materiali polimerici 425
Poliesteri insature Le poliesteri insature hanno doppi legami .covalenti carbonio-carbonio reattivi
che possono venire reticolati per dare materiali termoindurenti. Combinate con
fibre di vetro, le poliesteri insature possono essere reticolate per dare materiali
compositi rinforzati, ad alta resistenza meccanica. ·
Chimica Il legame estere si può formare per reazione di un alcol con un acido
organìco, cioè
'\.Legame estere
o lo I
Il r, ,·~ c lo e I Il I
R-C-Oi_~l..! __~'.~~~) ~ R+c-o+w + H20
Acido organico Alcool Estere Acqua
H H O O
I I II Il
HO-C-C-OH + HO-C-C=C-COH ~
I I I I
H H H H
Etilen glicol (alcol) Acido maleico
(acido-organico)
1 I I(
0-C--C-\O-C-fC-C-C
Il \ · Il
I I ,,__...,, I I
H H
+
H H
Poliestere lineare
n
H20
i HH O Ot
ò
Hl Hl· Perossido
o-t.-t-o-~-c=c-~
I I I I
+ C=C
~
catalizzatore
~
attivatore
H H H H n
Poliesterelineare Stirene
H 1-f O H O
I I Il I I Il
-o-?-y-0-c-,~7-c
. H H H
H-y-Q- CH2
7Y i I 7~
-o-c-c-o-c-c-c-c
1 I I I
H H H
Poliestere reticolata
Resine amminiche Le resine amminiche sono materiali polimerici termoindurenti ottenuti dalla
(ureiche e reazione controllata della formaldeìde con vari composti che contengono il
melamminìche)_ gruppo amminico -NH2. I due tipi più importanti di resìne amminiche sono
l'urea-formaldeide e la melammina-formaldeide.
Chimica Sia l'urea· che >la mel.ammina reagìscono con la formaldeide per
polimerizzazioné per condensazione, producendo acqua come sottoprodotto.
La reazione di condensazione dell'urea con la formaldeide è la seguente:
c- o I. - o ---, o
H, ' Il ',H ----1,----- ·--,'
/--.:.---- H{ Il '/.H catalizzatore
·;..,
calore
- H
/
N-C-N
. "-
+
H
C
H
/
+
'-,
N-C-N
H H
/ '-,H
___,.....,---+
c-
Molecola di urea-formaldeide
I gruppi amminici terminali della molecola illustrata sopra reagiscono con più
molecole. di formaldeide per dare una struttura polimerica reticolata molto
rieida. Come nel caso delle resine fenoliche, l'urea e la formaldeide sono
d;pprima polimerizzate solo parzialmente per produrre un polimero a basso
peso molecolare che viene macinato in una polvere e miscelato con riempitivi,
pigmenti e un catalizzatore. Il composito può quindi essere stampato per
compressione nella forma fina1e, per applicazione di ,~alore [da 130 a 170°C) e
pressione [da 14 a 55 MPa],
Anche la melammina reagisce con formaldeide attraverso una reazione di
condensazione, dando luogo a molecole di melammina.formaldeide polime-
rizzate, con produzione di acqua come sottoprodotto 1:
1
Viene rimosso solo un atomo di idrogeno da ogni gruppo NH2 per formare una
molecola di H20.
L.
428 Capitolo 9
_......,..
calore
9.9 ELASTOMERI
Gomma naturale Produzione La gomma naturale viene prodotta commercialmente dal lattice
del]'albero Hevea brasiliensis,coltivato in piantagioni soprattutto neHe.regioni
tropicali dell'Asia sudorientale, specialmente in Malesia e in Indonesia. La fonte
della gomma naturale è un liquido lattiginoso noto come lattice (latex), una
sospensione contenente piccolissime particelle di gomma. Il lattice liquido viene
raccolto dagli alberi e portato ad un centro di lavorazione dove il lattice nativo
viene diluito fino ad un contenuto pari al 15% di gomma e coagulato con acido
formico (un acido organico). Il materiale coagulato viene quindi compresso
attraverso rulli per rimuovere l'acqua a per produrre fogli di materiale; I fogli
vengono essiccati con correnti di aria calda oppure per mezzo del riscaldamento
del fumo di fuoco (fogli di gomma affumicata). I fogli compressi dai rulli e altri
tipi di gomma grezza vengono generalmente laminati tra pesanti rulli in cui
l'azione meccanica dì taglio rompe in ·parte le lunghe catene polimeriche e riduce
il loro peso medio molecolare. La produzione di gomma naturale nel 1980
rappresentava circa il 30% del mercato mondiale delle gomme.
1 7I (f-Yì
H
...,..·~.t
C-+-C=C-,!-C
,, _____ I
H
cis-1.4 poliisoprene
n
H I \ .Ht
1 I{ /cH;,,
H
C+-C=C~C
I\
I
I JI
_!'!./
',, .. H n
truns-1A polìisoprene
Unità strunuraleripetitivadella guttaperca
1
Gli isomeri strutturali sono. molecole che hanno uguale formula molecolare. ma una
diversa disposizione nello spazio degli atomi costituenti.
2
11prefisso trans viene dal latino e significa ..attraverso".
Materiali polimerici 431
FIGURA9.41
Rappresentazione schemati·
cadellavulcaniz.zazione
H CH3 H H
I l
-C-C===C-C-
I I ·rrH7 7
-e-e-e-e-
3
dellagomma. Nelprocesso
atomi di zolfoformano ponti.
tracatene
di reticolazione di
H
1 I
H h sI sI h
H H
1.4poliisoprene.
di cis·
(a)catena
1,4 poliisoprene
primadellareticolazione con
I
-C-C=C-C-
I 7I I7
-e-e-e-c-
zotto.(b)catena di cis·1.4 1 I I I l I I I
poliisoprenedopola H CH3 H H H eH3 H H
conzollain
reticolazione (a) (b)
corrispondenza delle
tunzìonireattive(doppi
legami).
polimeriche vengono unite da ponti di reticolazione in molecole più grosse per
limitare i movimenti molecolari. Nel 1839 Charles Goodyear 1 scoprì un
processo di vulcanizzazione per la gomma utilìzzando zolfo e carbonato basico
di piombo. Goodyear trovò che quando una miscela di gomma naturale, zolfo e
carbonato di piombo veniva riscaldata, la gomma si ,!rasformava da materiale
termoplastico in elastomero. Benché ancora oggi la complessa reazione dello
zolfo con la gomma non sia stata completamente compresa, il risultato finale
consiste neB'apertura di alcuni doppi legami poliisoprenici con la formazione di
ponti di reticolazione formati da atomi di. zolfo. come mostrato in Figura 9.41.
La Figura 9.42 mostra schematicamente come la reticolazione con atomi di
zolfo impartisca rigidità alle molecole della gomma, mentre la Figura 9.43 fa
vedere come la resistenza a trazione della gomma naturale venga aumentata con
la vulcanizzazione. La gomma e lo zolfo reagiscono molto lentamente anche a
temperature elevate, per cui si usa gencra]niente miscelare alla gomma qegli
acceleranti chimici. ìnsieme ad altri additivi come riempitivì. plastificanti.
antiossidantì. per accorciare il tempo dì reticolazione a temperature elevate.
Generalmente le gomme morbide vulcanizzate contengono cìrca il 3% in
peso di zolfo e vengono riscaldate nell'intervallo tra 100 e 200cc per la
vulcanizzazione o indurimento. Se si aumenta il contenuto di zolfo. aumenta
anche la quantità di reticolazioni. dando un materiale più duro e meno flessibile.
Una struttura completamente rigida dì gomma dura può essere ottenuta con
circa il 45% di. zolfo.
Anche l'ossigeno e l'ozono reagiscono con i doppi legami di carbonio delle
molecole dì gomma in modo simile alla reazione di vulcanizzazìonc con zolfo.
provocando quindi infragilimento della gomma. La reazione di ossidazione può
1
Charles Goodyear (1800-1860). Inventore americano che per primo realizzò il processo
dì vulcanizzazione della gomma naturale utilizzando zolfo e piombo carbonato come
reagenti chimici. ll brevetto americano 3633 fu concesso a Charles Goodyear il 15 giugno
1844, per un "miglioramento dell'Industria i.ndiana della gomma".
432 Capitolo 9
Temperatura
Resistenza a Allungamento Densità, di esercizio
Elastomero trazione, (MPa) % g/cm 3 ,,. raccomandata
oc
Gomma naturale" 17-24 750 850 0.93 da -50 a 82
(cis- poliisoprene}
SBR o Buna s· 1.4 24 400-(500 0.94 da -50 a 82
(butadiene-stirene)
Nitrileo Buna N· 3.4-6.2 '450- 700 i.O da ....50 a 120
(butadiene-
acrìlonìtrile)
Neoprene* 21 - 28 800- 900 1.25 da -40a 115
(policloroprene)
Silicone 4.1 9.0 100 - 500 1.i - 1.6 da -115 a 315
(polisilossano)
40
Gomma
naturale
vulcanizzata
30
FIGURA 9.43 Diagrammi
sforzo-deformazione della } Gomma
gomma naturale primae é
i::: 20 naturale
dopovulcanizzazione. La
~
retìcolazionedegliatomidi v:i
zolfotracatene polimeriche
delcis-1,4poliisoprene 10
dopovulcanizzazione
aumenta la resistenza
meccanica dellagomma.
[DaM. Eisenstadt,
200 400 600 800 1000
"Jntroduc/ion to Mechanical Deformazione'ii-
Properties ot Materials",
Macmillan, 1911, pB9].
Gomme sintetiche Le gomme sintetiche nel 1980 rappresentavano il 70% dei consumi mondiali di
materiali gommosi. Alcune delle gomme sintetiche importanti sono le stirene-
butadiene, le gomme nitrile, i policloropreni.
rp'q1
1H HI
Unilà strutturale del policloroprene (neoprene)
dove X e X' possono essere atomi di idrogeno o gruppi come ìl metilico (CH3-)
o il fenilico (C6H5-). I polimeri siliconici contenenti silicio e ossigeno nella
catena principale sono chiamati siliconi...Tra i molti elastomeri siliconici, il tipo
più comune è quello in cui X e x~
nella unità ripetitiva sono gruppi metilici:
Eserciziario
Vedi Esercizio 9.6.
,.
Meccanismi della La deformazione de1 materiali termoplastici può essere principalmente elastica,
defo'rmazione dei plastica (permanente), o una combinazione di entrambi i tipi. Al di sotto della
termoplastici loro temperatura di transizione vetrosa, i termoplastici si deformano
principalmente in modo elastico, come indicato dai diagrammi sforzo/
deformazione in trazione a -40 e 68°C del polimetilmetacrilato (PMMA) in
Figti.ra 9.45. Al di sopra della loro temperatura .di transizione vetrosa, i
termoplastici si deformano principalmente in modo plastico, come indicato dai
diagrammi sforzo/deformazione in trazione a 122e 140°C del PMMA in Figura
9.45. Perciò i termoplastici vanno. incon~ro a una transizione duttile-fragile
quando vengono riscaldati oltre la loro temperatura di transizione vetrosa. Il
PMMA va incontro a transizione dutti1e~fragile tra 86 e 104°C perché la Tg del
PMMA si trova in quell'intervallo di temperature.
La Figura 9.46 illustra schematicamente i principali meccanismi atomici e
molecolari che avvengono durante la deformazione dì polimeri a lunga catena in
un materiale termoplastico. In Figura 9.46a la deformazione elastica è
rappresentata come uno stiramento dei legami covalenti all'interno delle
catene molecolari. In Figura 9.46b la deformazione elastica o plastica vien~·
rappresentata dalla distensione degli avvolgimenti di catena in polimeri lineari.
Infine, in Figura 9A6c la deformazione plastica è rappresentata dallo
slittamento delle catene molecolari le une sulle altre attraverso la rottura e la
nuova formazione di forze di legame secondario dipolo.
Irrigidimento dei Consideriamo ora i seguenti fattori, ognuno dei quali determina ìn parte la
termoplastici resistenza meccanica di un termoplastico: (l) massa media molecolare delle
catene polimeriche, (2) grado di cristallinità, (3) effetto dì gruppi laterah
voluminosi sulla catena principale, (4) effetto di atomi altamente polari sulla
catena principale, (5) effetto di atomi di ossigeno, azoto, e zolfo nèlla catena
principale di carbonio, (6) effetto degli anelli benzenici nella catena principale, e
(7} aggiunta di rinforzo in fibra di vetro. -
/
10,000
8.000 68"C
1
a / /86°C
::E 6000
§ • I
'I
..e 11 ,, 104°c
V) I I /'
#-·
4.000
,,i/ /·
·, ..__
FIGURA 9.45 Curve
sforzo/deformazione
peril
polirnemmetacrilato
a varie
2.000 /
.. a I.3
Unatransizione
temperature.
duttile-fragile
si verifica
tra 0,10 0.20 .30
85e 104°C.[Da T.Alfrey, Deformazione,mm/mm
''Mechanical
behavioro!
Polymers",Wi/ey-
lnterscience,
1967].
FIGURA 9.46
Meccanismi
di de1ormazione
polimerici:
neimateriali (a)
elastica
deformazione per
distensione
deilegami
covalenti
di carboniodella (a)
catenaprincipale,
(b)
deformazioneelasticao
plastica
perdistensione
degliavvolgimentidella
catenaprincipale
e (e)
(b)
deformazioneplasticaper
scivolamentodellecatene.
IDaM. Eisenstadt,
"fntroduction-
to Mechanical
Properties
of Materials':
Macmillan, 1971,p.264J.
438 Capitolo 9
30r--------------------,---,
20
FIGURA 9,47 Curve
storzo~deformazione peril
polietilene a bassa e alta Polietilenea alta densità
densità. Il polietilene
a alta ,~ _, ______ _
.............
densità è piùrigidoe ha - .... _fil"!" ____ _
maggiore resistenza
meccanica a causadelgrado lO,.:'- Polietilenea bassadensità '
di cristaliinitàpiùelevalo.
'' \
[DaJ.A Sauere K D.Pae,
\
Mechanical Propertlesof \
HìghPolimers. in H S.
Kautman eJ. J. Fa/celta 0o....._
__ o.......
2_--10.-4--0.1...6 __ 0_..._8
__ 1.,_.0--.-,..11.-2--1.1,...4---1.J
(eds.),''lntroductionto
Palymer Science and Deformazione, m/m
Technology," Wiley,1971,
p.397j.
rigidità del materiale, passa da 410 - 1030 MPa per il polietilene a alta densità a
1030 - 1520 MPa per il polipropilene. che ha gruppi metilici pendenti attaccati
alla catena principale di atomi dì carbonio. Il modulo elastico a trazione del
polietilene aumenta ancora ulteriormente fino a 2800 - 3450 MPa, nel caso del
polistirene, con l'introduzione sulla catena principale di gruppi pendenti fenilici,
più voluminosi. Tuttavia, l'allungamento a rottura viene drasticamente ridotto
dal 100-600% dei polietilene a alta densità all'l-2,5% del polistirene. Di
conseguenza, ì gruppi laterali voluminosi sulla catena principale di atomi dì
carbonio nei termoplastici fanno aumentare rigidità e resistenza meccanica, ma
fanno diminuire la duttilità.
rf. 80
:a
o 70 o
eI.>
E 60 o o
FIGURA 9.48 Punto di ~CJ 50
snervamento dluna ~
poliammide anidra
(nylon :s 40 o
o
6,6)in funzione della
[DaR.J.
cristallinità. = 300
:::;
c. 10 20 30
Welgas, Patyamides Cristallinità.% in peso
(Generai),in "Encyc/opedia
of Ghemical Technology,"
vol.18,Wiley,1982, p.3311.
e di
Irrigidimentodei termoplasticiattraversol'introduzionedi a~omidi o~sigeno_
azoto nella catena principale di atomi di carbonio L 'mtroduz1one d1 un
I
legame -C-0-C- I · 1a ng1
, etere, nella catena principale fa aumentare · ·a· ·
na
I I
dei termoplastici, come nel caso del poliossimetilene {acetale) che t,
compresa tra 62 e 70 MPa, quindi molto più elevata di quella tra 17 e 38 MPa del
polietilene a alta densità. L'atomo di ossigeno nella catena p~in~ì~ale fa aumentare
anche il legame permanente di tipo dipolo tra le catene pohmenche.
L'introduzione di azoto nella catena principale di un termoplastico, come
nel caso del legame ammide
l
Materiali polimerici 441
FIGURA 9A9
Diagrammi sforzo/
deformazione a trazione per
il polivinilcloruro amorfo
IPVC]e Upolistìrene(PSJ.
Glischizzi indicano i diversi
tipidi deformazione del Polivinilcloruro
provino a varilivellidella
curvasforzo/deformazione
[DaJ. A. Sauer e K.D.Pae,
Mechanical Properties of
HighPolymers, in H.S.
Kautman e J. J. Fa/celta 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
feds.},"lntroduct;on to Deformazione,mm/mm
Polymer Science and
Technology, '' Wiley,1971,
p.331].
Irrigidimento delle Le materie plastiche senza riempitivi vengono rinforzate creando un reticolo di
materie plastiche legami covalenti attraverso l'intera struttura del mat~rialt. I~ r~ticolo ovalent~
termoindurenti viene prodotto per reazione chimica all'interno ?e1 matenab t~rmomdure.nu
7
dopo la colata o durante la formatura per azione di calore e press1~n~. Le res~n:
fenoliche, le epossidiche e le poliestere (insature) sono e~emp1 d1 z:natenal:
irrigiditi in questo modo. A causa del reticolo ~i leg~~ ~~valen~1, questi
materiali hanno resistenza meccanica, modulo elasuco e ng1d1tarelativamente
elevate per una materia plastica. Per esempio, la resistenza a trazione del1e resine
fenoliche stampate è di circa 62 MPa. quella delle poliesteri ~ttenute per colat~
circa 70 MPa, e quella delle epossidiche ottenute per colata circa. 83 M~a. Tutt~
questi materiali hanno bassa duttilità ~er la loro struttura a reticolo di legami
covalenti.
La resistenza meccanica dei termoindurenti puq venire considerevolmente
aumentata per addizione di materiali di rinforzo. Per esempio, la resistenza a
trazione delle resine fenoliche rinforzate con vetro può venire aume11tata fino a
120 MPa. I materiali compositi in fogli {sheet-molding compounds) a base di
poliesteri rinforzate con fibre di vetro posson.o av~re ~na _re_sist~nì:a~ trazion~
maggiore di 140 MPa. Con la preparazione d1 lam1nat1 umdtrez1onah a bas~ d~
resine epossidiche rinforzate con fibre di carbonio ~i posson~ o!tenere mater~al:
con una resistenza a trazione anche di 1700 MPa m una d1rez10pe. I matenah
compositi rinforzati a alta resistenza dì questo tipo verranno trattati nel
Capitolo 13 sui Materiali Compositi.
Effetto della Una caratteristica dei 1ennoplas1icì è che essi rammolliscono gradualmente cc;,
temperatura sulla l'aumentare della temperatura. La Fìgura 9.50 mostra quest0 comportamento pl?r
resistenza un gruppo di termoplastici. Con raumento della temperatura. !e forze di legai_ne
meccanica delle secondario tra le catene molecolari diventano più deboli e la resistenza meccamca
materie plastiche del termoplastico diminuisce. Quando un materiale termoplastico viene riscald~to
oltre la sua temperatura di transizione vetrosa T g. la sua resistenza meccamc~
diminuisce sensibilmente a causa di una pronunciata dìminuzione delle forze d1
legame secondario. La Figura 9.45 mostra questo effett~ P}:ril polim~tilmeta-
crilato (PMMA) che ha una Tg dì circa l 00°C. La resistenza a. traz1?ne del
PMMA è di circa 48 MPa a 86°C, cioè al di sotto della sua Tg, e viene ndotta a
circa 28 MPa a 122°C, temperatura al di sopra della Tg. Le massime tempera!urt'
d'uso di alcuni termoplasticj sono elencate nelle Tabelìe 9.3 e 9.9.
Le materie plastiche tennoindurenti subiscono anch'esse un rammollimento
se risca1date, ma dal momento che i loro atomi sono legati insieme in un reticolo
ill primo luogo da forti legami di tipo covalente, non diventano viscose a ele~·ate
temperature ma degradano e carbonizzano al di sopra della 1~:o ma_s~1m~
temperatura d'uso, In generale, le resine te~moindurenti ~ono prn sta~1:1dei
tennoplastici a elevate temperature, ma c1 sono alcuni t~rmoplast1c1 che
possiedono una notevole stabilità a alta temperatura. Le massime temperature
d'uso di alcune resine termoindurenti sono. elencate ìn Tabella 9.10.
Materiali polimerici 443
60
Polietilenead
alta densità
40
~
FIGURA 9.50 Effetto
dellatemperaturasulla
a snervamento
resistenza a
trazionedi alcuni 20
fDaH E.Baker
termoplastici Polietilenea/ ·
e A. E Javitz,Pfasting bas.sadensità
MoldingMaterials tor O -50 o 50 100 150
Structural
andMechanical 200 250
Applicalions,
Electr.Manu!., Carico di snervamentoa trazione. MPa
maggio196{JJ.
I
18
23.8 MPa
-----18MPa
_____________ 13 MPa
2
FIGURA 9.51 Curve di o
creepperil polistirene
a
77°Fsottosforzovariabile o 200 400 600 800 1000
[DaJ. A. Sauer,J Marine Tempo, h
C. C. Hsiao,
J. Appl.Phys
..
20:507(1949)}.
Rilassamento dello Il rilassamento dello sforzo avviene quando un materiale polimerico sotto
sforzo dei materiali sforzo viene mantenuto a deformazione costante e consiste nella diminuzione
polimerici dello sforzo con il tempo. La causa del rilassamento dello sforzo è che si verifica
Materiali· polimerici 445
Tempo di prova, h
10 100 1000
Entità dello
Modulo di Creep, MPa sforzo, MPa
Materialinon rinforzati
Polietilene,Amoco 31-36081 430 250 79
Polipropilene,Profax 6323 530 400 320 10
Polistirene.FyRid KS1 2140 2000 1450 modfficato,antiurto
Polimetilmetacrilato, 2830 2590 2360 7
PlexiglasG
Polivinilcloruro,Bakelìte 1725 1260 10
CMDA2201
Policarbonato,Lexan 141-111 2310 2210 2140 27
Nylon 6,6, Zytel 101 850 700 570 7 equi!. al 50% Ah
Acetale, Delrin 500 2485 1930 1655 10
ABS, Cycalac DFA_.R 2345 2280 2070 7
Materialirinforzati:
Acetale, Thermocomp KF-1008, 9110 7935 ss.24°c
30% fibre di vetro
Nylon 6,6, Zytel ?0G-332, 4830 4415 4035 28, 24°C
33% fibre di vetro
Poliestere,composito 9040 7590 6420 14
termoindurenteda
stampaggio, Cyglas 303
Polistirene,Thermocomp 12420 11800 11450 34, 24"C
CF-1007
un flusso viscoso nella struttura interna del materiale polimerico ossia le catene
polimeriche scivolano lentamente le une sulle altre, si rompono e si
ricostituiscono legan1i secondari tra le catene, le catene si disaggrovigliano e si
riavvolgono meccanicamente. Il rilassamento dello sforzo permette al materiale
di raggiungere spontaneamente uno stato di minore energia, se l'energia di
attivazione è sufficiente a che il processo avvenga. Il rilassamento dello sforzo
dei materiali polimerici è perciò temperatura-dipendente ed associato ad una
energia di attivazione.
La velocità con cui si verifica il rilassamento deHo sforzo dipende dal tempo
di rilassamento r, che è una proprietà del materiale e viene definito come il
tempo necessario per lo sforzo (u) di diminuire a 0,37 (1/e) dello sforzo iniziale
ao. La diminuzione del1o sforzo con il tempo t è dato dalla
(9.9)
dove u = sforzo al tempo t, o-0 = sforzo iniziale, e ,,. tempo di rilassamento.
446 Capitolo 9
Eserciziario
Vedi Esercizio9.7.
Dal momento che il tempo di rilassamento r è il reciproco di una velocità.
possiamo correlarlo aUa temperatura in gradi kelvin -attraverso una equazione di
tipo Arrhenius [vedi Equazione (4.12)), come
=
dove C costante di velocità indipendente dalla temperatura, Q = energia di
attivazione per il processoè T = tempera.tura in kelvin, e R = costante molare dei
gas = 8,314 J/(mole.K}. L'Esempio 9.8 mostra come !'Equazione (9.10) può
essere usata per determinare renergia di attivazione per un materiale
elastomerico che subisca rilassamento delìo sforzo.
Eserciziario
Vedi Esercizio9.8.
Frattura Come nel caso dei metalli, la frattura dei materiali polimerici può essere
dei materiali considerata fragile o duttile o intermedia tra i due estremi. In generale. si
polimerici considera che le materie plastiche termoindurenti non rinforzate vadano
incontro a frattura fragile. I termoplastici, d.'altro canto, possono andare
incontro a frattura in moda fragile o duttile. Se la frattura di un termoplastico si
verifica al di sotto della sua temperatura di transizione vetrosa. il suo modo di
andare incontro a frattura sarà primariamente fragile. mentre se la frattura si
verifica a1 di sopra della Tg del materiale. essa sarà duttile. Quindi la
temperatura può influenzare enormemente il modo in cui i termoplastici vanno
incontro a frattura. Le materie plastiche termoindurenti riscaldate al di sopra
della temperatura ambiente diventano più deboli e vanno incontro a frattura a
sforzi infe1iori ma la frattura rimane sempre principalmente fragile perché il
reticolo di le2ami covalenti rimane intatto a temperature elexate. La velocità di
deformazion; è pure un fattore importante nel comportame~to alla franura dei
materiali termoplastici, in quanto più basse velocità di deformazione
favoriscono la frattura duttile perché basse velocità di deformazione
permettono alle catene molecolari di riallinearsi fra loro.
RIASSUNTO
Le materie plastiche e gli elastomeri sono materiali importanti dal punto di vista
ingegneristico princìpalmente grazie all'ampia ·variabilità delle loro proprietà,
alla relati.va facilità con cui vengono modellati nelle. fom1e desiderate, e al costo
relativamente basso. Per comodità, le materie plastiche possono essere divise in
due classi: termoplastici e materie plastiche termoindurenti (termoinduremi). I
termoplastici richiedono calore per poter essere modellati e dopo il
raffreddamento mantengono la forma loro impressa. Questi materiali possono
venire nuovamente riscaldati e riutilizzati ripetutamente. 1 termoindurenti
vengono usualmente modellati permanentemente ìn una forma per intervento del
448 Capitolo9
,.
FIGURA 9.52
Rappresentazione
del
cambiamentodella
microstruttura
di uncraze In
untermoplastico
vetroso
(a) {b) (C) (d),
quandoquestosi ispessisce
[DaP. Beahan,
M. Bevise
J. Mater.
D. Hu/1, Scì.,
8:162(1972)].
Catene
ripiegatecasualmente
F
p
Catene orientate
p
nella regionedel craze s
m
s
FIGURA 9.53 m
Illustrazione
schematica d
dellastruttura
di uncraze s
vicinoallafinedi unacricca Sforzo· c
(crack)in untermoplastico r
vetroso. fr
Materialipolimerici 449
}S.,f
. ·h
Sforzo
Catene
/ca~~:r~~~le
molecolari
ompono
si
provocando
Selo
è troppoelevato.
la
le ! Sforzo
rattura
delmateriale,
450 Capitolo 9
DEFINIZIONI
Paragl'afo9.1
Termoplastico(sostantivo): una materia plastica che richiede calore per essere resa
modellabile (plastica) e dopo raffreddamento mantiene la sua forma. I termoplasiicì
sono composti da caten.e polimeriche, in cui i legami tra catene sono secondari di tipo
dipolo permanente. I termoplastici possono venire ripetutamente rammolliti sotto
riscaldamento e induriscono sotto raffreddamento. Tipici termoplastici sono il
polietilene, i vinilici, gli acrilici, i cellulosici e i nylon.
Materia plastica termoindurente(termoindurente):una materia plastica che subisce una
reazione chimica per .8:!one-di calore, catalizzatori. ecc., per da.r luogo a una struttura
macromoleco1ar~ reticolata. Le materie plastiche termoindurenti non possono venire
nuovamente fuse e processate perc1"1ése riscaldate degradano e si decompongono.
Tipici materiali termoindurenti sono le resìne fenoliche, poliesteri insature ed
epossidiche.
Paragrafo 9.1
Monomero:una sostanza molecolare semplice che può essere legata covalentemente in
modo reciproco per formare lunghe catene molecolari (polimeri). Esempio, l'etilene.
Catenapolimerica:una sostanza con massa molecolare elevata la cui struttura consiste di
un largo numero di piccole unità ripetitive dette meri (unità monomerkhe). La
maggior parte delle catene principali della maggior parte dei polimeri è formata da
aromi di carbonio.
Mero (unitàmonomerica):una unità ripetitiva nella molecola della catena polimerica.
Polimerizzazione:la reazione chimica in cui vengono formate molecole ad elevata
massamolecolare da monomeri
Copolimerizzazione:la reazione chimica in cui molecole ad elevata massa molecolare
vengono formate da d.ue o più monomeri (chimicamente diversi).
Polimerizzazionea catena: il meccanismo dì polimerizzazione attraverso cui molecole dì
polimero aumentano velocemente di dimensioni una volta che la crescita ha avuto
inizio. Questo tipo di reazione avviene in tre stadi: (l) iniziazione. dì catena, (2)
propagazione di catena, (3) terminazione di catena. li nome implica una reazione a
catena ed è usualmente iniziata da una fonte esterna. Esempio: la polimerizzazione a
catena dell'etilene in polietilene.
Grado di polimerizzazione:La massa molecolare di una catena polimerica divisa per la
massa molec9lare della sua unità monomerica (mero).
Funzionalità:il numero di siti di legame attivi in un monomero (funzioni), Se il
monomero ha due funzioni reattive è detto essere bifunzim.iale~
Omopolimero:un polimero consistente di un solo tipo di unità monomerica.
Copolimero:una catena polimerica consistente di due o più tipi di unità monomeriche.
Reticolazione(cross-linking):la formazione di legami di valenza primaria tra molecole di
polimero a catena. Quando sì verifica una estensiva reticolazione, come nel caso delle
resine termoindurenti, la reticolazione trasforma gli atomi in una unica
supermolecola.
Polimerizzazione a stadi: il meccanismo di polimerizzazione con cui la crescita della
molecola di polimero procede attraverso una reazione intermolecolare a stadi. È
452 Capitolo 9
coinvolto un solo tipo di reazione. Unità di monomero possono reagire le une con le
altre o con una molecola di polimero di q1:,1alunquedimensio,e. Il gruppo attivo alla
fine di un monomero è assunto avere la ,stessa reattìvità di quello di un polimero.
qualunque sia la lunghezza di quest'ultimo. Spesso si ha 'la produzione di un
sottoprodotto come l'acqua nel processo dì polimerizzazione. Esempio: fa
polimerizzazione del nylon 6,6 da acido adipico e esametilene diammina.
Parag1·afo9.3
Polimerizzazionein massa: la polimerizzazione diretta di un monomero liquìdo in un
polimero, in un sistema di reazione in cui il polimero rimane solubile nel suo stesso
monomero.
Polimerizzazionein soluzione:in questo processo viene utilizzato un solvente che scioglie
il monomero, il polimero e ]'iniziatore di polimerizzazione. La diluizione del
monomero con il solvente riduce la velocità di polimerizzazione, e il calore rilasciato
dalla reazione di polimerizzazione viene assorbito dal sdlvente.
Polimerizzazionein sospensione: in questo processo si utilizza acqua come mezzo dì
reazione. e il monomero viene disperso anziché disciolto nel mezzo. I polimeri
prodotti vengono ottenuti in forma di picçole sfere che vengono filtrate, lavate ed
essiccate nella forma di polveri da stampaggio.
Parag1·afo9.4
Cristallinità (nei polimeri):l'impacchettamento di catene molecolari in arrangiamenti
stereoregolari con elevato grado di compattezza. La cristallinità nei materiali
polimerici non è mai il 100 percento ed è favorita nei materiali polimericì in cui le
catene sono simmetriche. Esempio: il polietilene ad alta densità può essere cristallino
per il 95%.
Temperaturadi transizionevetrosa:il punto centrale di un intervallo di temperature in :,•ì
un materiale termoplastico riscaldato passa, dopo raffreddamento, da uno :.-t:..ì,•
gommoso coriaceo a quello di vetro fragile.
Stereoisomeri: molecole che hanno la stessa composizione chimica, ma diverso
arrangiamento strutturale.
Isomero atattico: questo isomero ha gruppi dì atomi pendenti arrangiati casualmente
lungo una catena polivinilica. Esempio: il polipropilene atattico.
Isomeroisotattico: questo isomero ha gruppi di atomi pendenti dalla stessa parte di una
cà'tena polivinilica. Esempio: polipropilene isotattico.
Isomero sindiotattico: questo isomero ha gruppi di atomi pertdenti in posizione
regolarmente alternata su entrambi i lati di una catena polivinHìca. Esempio.
polipropilene sindiotattico.
Catalizzatorestereospecifico:un catalizzatore che crea principalmente un tipo specifitl' di
stereoisomero durante la polimerizzazione. Esempio: il catalizzatore Ziegler usato per
polimerizzare il propìlene nella. forma principale di isomero isotattico.
Paragrafo 9.5
Stampaggio per iniezione:processo di stampaggio in cui una materia plastica portata a
rammollimento per azione del calore viene forzata attraverso un cilindro fornito dì
vite rotante in uno stampo cavo relativamente freddo che impartisce al materiale la
forma desiderata.
Stampaggioper soffiatura:metodo di fabbricazione delle materie plastiche in cui un tubo
Materiali polimerici 453
cavo viene forzato e formato all'interno di .uno stampo cavo per azione della pressione
interna di aria.
Estrusione:processo in cui una materia plastica fatta rammollire viene forzata attraverso
un orifizio per ottenere un prodotto continuo. Ad esempio, un tubo di materia
plastica.
Stampaggio per compressione:processo di formatura soprattutto di resine tennoindu-
renti, in cui la miscela da stampare (generalmente riscaldata) viene inizialmente posta
in uno stampo cavo. In seguito lo stampo viene chiuso e vengono applicati calore e
pressione fino a che il materiale indurisce.
Stampaggio per trasferimento: processo di stampaggio in cui la miscela da stampare viene
fatta rammollire per azione del calore in una camera di trasferimento e quindi forzata
sotto pressione elevata in uno o più stampi cavi per l'indurimento definitivo.
Paragrafo 9.7
Plastificanti:agenti ·chimici aggiunti ad una materia plastica per aumentarne la fluidità e
la processabilità e per ridurne la fragilità. Ad esempio il caso del polivìnilcloruro
plastificato.
Riempitivo:sostanza inerte a basso costo aggiunta alle materie plastiche per diminuirne il
costo. I riempitivi possono anche fare aumentare alcune proprieta fisiche, come la
resistenza a trazione, la resistenza all'urto. la durezza, la resistenza all'usura, eccetera.
Paragrafo 9.8
Elastomero:materiale che a temperatura ambiente viene stirato souo· basso sforzo ad
almeno il doppio della sua lunghezza e quindi ritorna velocemente alla sua lunghezza
originale. o quasi, a seguito della rimozione dello sforzo.
cis-1,4 Poliisoprene:l'isomero dell'l .4 pòliisoprene che ha il gruppo metilico e l'idrogeno
dalla stessa parte del doppio legame centrale della sua unità monomerica. La gomma
naturale consiste principalmente di questo isomero.
trans-1,4 Poliisoprene: l'isomero dell'l,4 poliisoprene che ha il gruppo metilico e ·
l'idrogeno in posizione opposta rispem.) al doppio legame centrale della sua unità
monomerica.
\'ukanizzazione: reazione chimica che produce reticolazione delle catene polimeriche. Il
termine vulcanizzazione in genere è riferito alta reticolazione delle catene molecolari
dì gomme con zolfo, ma è anche usato per indicare altre reazioni di reticolazione dei
polimeri come quelle che avvengono in alcune gomme siliconiche.
,.
,..
MATERIALICERAMICI
10.1 INTRODUZIONE
Turbina di gassificazione
I
~~-parti i~dicate sono
.in materiali ceramici
AGT100
(a)
(b)
Legame ionico Innanzitutto consideriamo alcune semplici strutture cristalline dei materiali
e covalente ceramici. In Tabella 10.1 sono elencati alcuni composti ceramici con struttura
in composti cristallina relativamente semplice, con i rispettivi punti di fusione.
ceramici semplici Nei composti ceramici elencat1, il legame atomico è un insieme dei tipi ioni-
co e covalente. Valori approssimati delle percentuali di carattere ionico e
covalente nei legami tra gli atemi in questi composti possono essere ottenuti
considerando le differenze di elettronegatività tra i diversi tipi di atomi presenti
nei composti e applicando l'equazione di Pauling per la detem1inazione della
percentuale di carattere ionico [Equazione (2.10)). La Tabella 10.2 mostra che la
TABELLA 10.1 Alcuni composti ceramici semplici con i rispettivi punti di fusione
Punto Punto
Composto ceramico di fusione,°C Composto ceramico di fusione, °C
* Cristobalite.
458 Capitolo 1O
TABELLA 10~2 Percentuale di carattere ionico e covalente nel legame dì alcuni composti
ceramici ,.
,
Atomi di Differenza di % di carattere % di carattere
Composto ceramico legame elettronegatività ionico covalente
Quando si forma i1 legarne ionico tra gli atomi allo stato solido, le energie
degli atomi diminuiscono a causa della formazione degli ioni e del legame tra
loro per formare un solido ionico. I solidi ionici tendono ad assumere una
disposizione dei loro ioni più compatta possibile per ridurre al minimo l'energia
globale del solido. I limiti all'ottenimento di una struttura densa sono le
dimensioni relative degli ioni e la necessità di mantenere la neutralità
,. di carica.
FIGURA 10.2
Configurazioni
di
coordinazione
instabile
[DaW.D.Kingery,
Bowen
e
stabile
persolidiionici.
H. K.
e D. R.Uhlmann,
"lntroduction
to Ceramics·:
2nded.,Wiley,19761.
88ffi 88
Stabile Stabile Instabile
Spigoli ~.414
dell'ottaedro
Spigoli >-0.225
del tetraedro
Eserciziario
Vedi Esercizi10.1i 10.2.
Struttura La fqpnula chimica del cloruro di cesio solido è CsCl e, poiché questa struttura
cristallina del è formata principalmente da legami ionici, ìl numero di1ioni es+ e ci- è uguale.
cloruro di cesio Poiché il rapporto tra i raggi ionici per il CsCl è 0,94, il cloruro di cesio ha una
(CsCI) coordinazione cubica (CN = 8), come mostrato in Fìgura 10.4. Pertanto, otto
ioni cloruro circondano un catione centrale dì cesio nena posizione ( 1/2.1/2, ½)
della cella elementare di CsCl. Altri composti ionici che hanno la struttura
cristallina del CsCl sono CsBr, TiCl e TiBr. Anche i composti intermetallici
AgMg, LiMg, AlNi e 0-Cu-Zn hanno questa struttura. La struttura del CsCl
non è di grande importanza per i materiali ceramici, ma evidenzia come elevati
rapporti tra i ionici conducano a numeri di coordinazione più elevati nelle
strutture cristalline ioniche.
Eserciziario
Vedi Esercizio 10.3.
Eserciziario
Vedi Esercizi 10.4, 10.5, 10.6.
Posizioni Tra gli atomi o gli ioni che sono raggruppati in un reticolo di una struttura
interstiziali nei cristallina vi sono degli spazi liberi, o vuoti. Questi vuoti sonq posi=ioni
reticoli cristallini in1ets1iziali nelle quali si possono sistemare atomi o ioni diversi da quelli del
CFC e EC reticolo principale. Nelle strutture cristalline CFC e EC, che sono strutture
compatte, vi sono due tipi di posizioni interstiziali: ollaedriche e tetraedriche.
Nelle posizioni ottaedriche ci sono sei atomi o ioni equidistanti dal centro del
vuoto, come mostrato in Figura 10.6a. Questa posizione è chiamata ottaedrica
poiché gli atomi o gli ioni che la circondano formano un ottaedro. Nella
posizione tetraedrica vi sono quattro atomi o ioni equidistanti dal centro, come
mostrato in Figura 10.6b. Congiungendo i centri dei quattro atomi che
circondano il vuoto, si forma un tetraedro regolare.
Nel reticolo della struttura cristallina CFC le posizioni interstiziali
ottaedriche sono posizionate al centro della cella elementare e degli spigoli del
cubo, come indicato in Figura 10.7. Vi è l'equivalente di quattro posizioni
interstiziali ottaedriche in ogni cella elementare CFC. Poiché vi sono quattro
atomi in ogni cella elementare CFC, c'è una posizione interstiziale ottaedrica
per ogni atomo nel reticolo CFC. La Figura l0.8a indica le posizioni nel reticolo
delle posizioni interstiziali ottPMfriche di una· cella ~lementare CFC.
Nel reticolo CFC le posizwni tetraedriche sono localizzate nelle posizioni di
tipo (¼, ¼, ¼)? come indicato nelle Figure l0.7 e 10.8b. Nella cella
462 Capitolo 1O 55
JO-½,½)
(o,o,¾) (½,½,½)
FIGURA 10.5 (a}Cella
elementare di NaCIcon (½.o,½)
indicazionedelleposizioni
reticolari
degliioniNa+
. {raggio=0,102nm}e Cl-
(raggio= 0,181nm).(b)
Ottaedrochemostra la
coordinazione ottaedrica
di
seianionic1-attorno a un
oci- fz, Na+
(a) (b)
cationecentraleNa+.
elementare CFC ci sono otto posizioni tetraedriche per ogni cella elementare
cioè due per atomo della cella elementare CFC. Anche nella struttura cristallina
EC, a causa del compattamento analogo a quello della struttura CFC. vi è un
numero di posizioni interstiziali ottaedriche pari al numero degli atomi nella
cella elementare EC e un numero doppio di posizioni tetraedriche rispetto agli
atomi.
Struttura La struttura del solfuro di zinco ha la formula chimica. ZnS e la. cel.la elementc:re
cristallinadel mostrata in Figura 10.9, che contiene requivalente di quattro atomi di zinctì e
solfuro dì zinco quattro di zolfo. Un tipo di atomo (S oppure Zn) occupa i.punti del reticolo ài
{ZnS) una cella elementare CFC e l'altro tipo (S oppure Zn) occupa la metà delle
FIGURA 1.0.7Localizzazione.
delleposizioni
in.terstiziali
ottaedrichee tetraedrichenellaceliaelementare CFCdi una
struttura
cristallinaionica.l.eposizioni ottaedriche sonoal centro
dellacellae neipuntimedideglispigolidelcubodellacella
elementare.Poiché cisono12spigolideicubo,all'interno delcubo
è localizzato
unQuarto di unvuotosuognispigolo. Quindi, vi è
l'equivalente
di 12x ¼ = 3 vuotiall'interno dellaCf:!llaelementare
CFCin corrispondenza aglispìgolidelcubo.Perciòvi è
l'equivalente
di quattro vuotiottaedriciin ognicellaelementare
CFC(unoal centroe l'equivalente di treai bordidelcubo).I vuoti
tetraedrici
sonolocalizzati nelleposìzim:iidi tipo(¼,¼,¼) che
sonoindicate in figuradai.punticoni ragginelledirezioni
tetraedriche.
Quindic'èuntotaledi ottovuotìtetraedrici all'interno
dellacellaelementare CFC.[DaW.D:Kingery, ''lntroduction)o
Ceramics'; Wiley;1960,p.104J. ·
(LO,½)
(tUJ
.L--::...,__.MC--4---Y
- - - - -·
X
X
(a) (b)
i/6-~ ~L~
tetraedriche(quattroatomi).
Ogniatomo Zno S haun
numero di coordinazione
4 e formalegami
di
covalenti e;:-:.-:.~=n~~
conglialtriatomi.
tetraedrici
IDaW.D.Kingery,
Bowen
H.K
e D.R. Uhlmann, 2n Os
"lntroductiontoCeramics';
2nded.,Wiley,1976J.
interstiziali tetraedriche della cella elementare CFC, come indicato dai cerchi
pieni. Le coordinate di posizione degli atomi S e Zn nella struttura cristallina
ZnS possono quindi essere indicate come:
atomi S: (O.O.O) (½,½,O) (½,O,}) (O,½,½)
atomi Zn: (¾l¼)
Secondo requazione di Pauling [Equazione (2.10)], il legame Zn-S ha una
percentuale di carattere covalente parì a 87 e quindi la struttu:ra cristallina del
cristallo si ZnS sarà legata principalmente in modo covalente. Di consegucnzai
la struttura ZnS ha legami covalenti tetraedrici e gli atomi Zn e S hanno un
numer,o di coordinazione di 4. Molti composti semiconduttori come CdS, InAs.
InSb e ZnSe hanno la struttura cristallina del solfuro (blenda)'ai zinco.
Eserciziario
Vedi Esercizio 10.7.
FIGURA10.1O Struttura
cristallina
delfluoruro
di
calcio{CaF2) (chiamato
anche fluorite).
In questa
cellaelementare gliioni
ca2+ sononelleposizioni
dellacellaelementare CFC
(quattroioni).Ottoioni
fluorurooccupano tuttele
posizioniinterstiziali
[DaW.D,
tetraedriche.
Kingery,H.K.Bowen eD.R. F Qca
Uhlmann, "lntroductionlo
Ceramics·; 2nded.,Wiley,
7916'J. -·--~·--·-~----
grande numero di posizioni interstiziali ottaedriche libere nel composto U02
consentono l'uso di questo materiale come combustibile nucleare (materiale
fissile), poiché in queste posizioni vacanti possono essere sistemati i prodotti di
fissione.
Eserciziario
Vedi Esercizio 10.8.
Struttura cristallina Nella struttura del corindone (A}:i03) gli ioni di ossigeno sono nelle posizioni
del corindone reticolari di una cella elementare esagonale compatta. come mostrato in Figura
{Al203) I 0.11. Nella struttura cristallina EC come nella struttura CFC, ci sono tante
posizioni interstiziali ottaedriche quanti sono gli atomi nella cella elementare.
Tuttavia, poiché l'alluminio ha una valenza di +3 e l'ossigeno una valenza di
-2, ci possono essere solo due ionì AI3+ ogni tre ioni 0 2- per mantenere Ia
neutralità elettrica. Quindi gli ioni di alluminio possono occupare solo due terzi
delle posizioni ottaedriche del reticolo EC del Ah03 e questo porta a una certa
distorsione della struttura.
466 Capitolo 1O
FIGURA10.11 Struttura
cristallina
delcorindone --t---J!::==f:==t:-Posizìonionaedricbe
(Al203). Gliioniossigeno occupateper due terzi
daAJ3+
(02-} occupano leposizioni
dellacellaelementareEC.
Gliionidi alluminio(Al3+)
occupano solodueterzi
delleposizioniinterstiziali
permantenere la neutralità
elettrica.
Struttura NeBa struttura della perovskite {CaTiO3) gli ioni Ca 2+ e 0 2- formano una cella
cristallinadella elementare CFC con gli ioni Ca 2+ agli angoli della cel.la elementare e gli ioni O 2-
perovskite nei centri delle facce {Figura 10.12). Lo ione Ti 4 +, con una elevata carica, è nella
(CaTiO3) posizione interstiziale ottaedrica al centro della cella elementare ed è coordinato
a sei ioni 0 2-. Il BaTiO3 ha la struttura della perovskite sopra i 120°C, ma sotto
questa temperatura la sua struttura è leggermente diversa. Altri composti con
questa struttura sono SrTiO 3 , CaZrO 3 , SrZrO 3 , LaAlO~ e moiti altri. questa
struttura è importante per i materiali piezoelettrici (vedi Paragrafo 10.6).
Molti materiali ceramici contengono dei silicati che sono strutture formate
da atomi (ioni) di silicio e di ossigeno legati assieme in modi differenti. Anche un
elevato numero di materiali che si trovano in natura come l'argilla, il feldspato e
la mica sono dei silicati; infatti l'ossigeno e il silicio sono i due elementi più
abbondanti nella crosta terrestre. Molti silicati sono utili iome materiali tecno-
logici grazie alle loro caratteristiche di basso costo, reperibilità e proprietà
speciali. I silicati sono particolarmente importanti in relazione a materiali da co-
struzione quali il vetro, il cemento porUand e i laterizi. Anche molti isolanti elet-
trici sono realizzati con silicati.
Unità strutturale di L'elemento di base per la realizzazione dei sìlicati è il tetraedro SiO 4 4 - (Figura
base dei silicati 10.14). Il legame Si-O nella struttura SìO4 4 - è per il 50% covalente e per il 50%
ionico, in accordo ai calcoli effettuati con }'equazione di Pauling [Equazione
(2.1O)J. La coordinazione tetraedrica del SiO4 4 - soddisfa le esigenze di
dir~ttonalità del legame covalente e di rapporto tta i raggi ionici richiesto dal
legarrte ionico. Il rapporto tra i raggi ionici del ltgame Si-O è 0,29 ed è
nell'intervallo di coordinazione tetraedrica per il compattamento stabile di ioni.
A causa dello ione Si4 +, piccolo e di carica elevata, si creano forti forze di
legame all'interno dei tetraedri di SiO4 4 -. e, di conseguenza, le unità SiO4 4 -
sono normalmente legate angolo-angolo e più raramente spigolo-spigolo.
Strutture dei Poiché ogni ossigeno del tetraedro dei sìlìcati ha un elettrone disponibile per
silicati a isola, a legarsi, possono essere prodotti mohi tipi di strutture di silicato. Si producono i
catena e ad anello silicati a isola quando gli ioni positivi si legano con gli ioni di ossigeno del
tetraedro SiO 4 4 -. Per esempio, gli ioni Fe 2+ e Mg2+ si combinano con il SiO4 4-
per formare il minerale a isola silicato di olivina che ha la fonnula chimica di
base (Mg.Fe)2 SiO4.
Se due angoli di ogni tetraedro di SiO4 4 - sono legati con gli angoli di ahri
tetraedri, si ottiene una struttura a catena (F1gura 1O.15a) o ad anello con la
formula chimica elementare SiO3 - 2 . 11 minerale di estati te (MgSiO3) ha una
struttura di silicato a catena e il minerale di berillio [Be3Ab(SiO 3)6] ha una
struttura di silicato ad anello.
FIGURA 10.14 La
disposizione dellegame tra
gli aiomi(ioni)deltetraedro
di Si04 4-. Inquesta
strutturaquattroatomidi
ossigeno circondano un
atomocentrale dì silicio.
Ogniatomodi ossigeno ha
Si
unelettrone perHlegame
conunaltroatomo.
Materialiceramici 469
Silicati con Le strutture di silicato a strati si formano quando tre angoli complanari di un
struttura a strati tetraedro di silicato sono legati agli angoli di tre altri tetraedri di silicato, come
mostrato in Figura l0. l 5b. Questa struttura ha la formula chimica elementare di
ShOs 2-. Gli strati di silicato possono legarsi con altri tipi di strati strutturali
poiché c'è ancora un ossigeno libero su ogni tetraedro di silicato (Figura
10.15b).Per esempio, uno strato dì silicato a carica negativa può legarsi con uno
strato a carica positiva di Ah(OH) 4 2+ per formare uno strato composito di
caolinite, come mostrato schematicamente in Figura 10.16. Il minerale caolinite
è costituito (nella sua forma pura) da piccolissimi piani con forma atrincirca
esagonale, con una dimensione media di circa 0,7 µm di diametro e 0,05 µm di
spessore (Figura 10.17). Le lamelle cristalline sono composte da una serie ài
strati paralleli (fino a 50 circa) legati con legami deboli secondari. Molte argille
di qualità sono formate principalmente da minerale di caolinite.
Un altro esempio di silicato a strati è il talco minerale~ nel quale uno strato
di Mg3(0Hh 4+ si lega con due strati esterni di Si20 5 2- {uno per ogni lato) per
470 Capitolo 1O
FIGURA 10.16
Diagramma schematicodella
formazione
stratidi A1
dellacaolinite
2
2(0H)4+ e
da '
Al2(0H)4Si205
2
Si,05 -. Tuttii legami lettricamente.
neutro
primaridegliatominello
stratodi caolinite
sono Caolinite
soddisfatti.
[DaM.
Elsenstaadt,"Mechanical
Propertiesof Materials'"
1971,p.83}.
Reticoli di silicati Silice Quando tutti e quattro gli angoli del tetraedro di Si04 4 - condividono
atomì di ossigeno, si produce un reticolo Si02 chiamato silice(Figura 10.18). La
silice cristallina esiste in diverse forme polimorfe che corrispondono a differenti
modi nei quali i tetraedri di silice sono disposti in modo da condividere tutti gli
angoli. Vi sono tre strutture base della silice: quarzo, tridimite e cristobalite e
ognuna di loro ha due o tre modificazioni. Le fanne più stabili della silice e gli
FIGURA10.18 Struttura
di unaaltacristobalite, una
formadi silice(Si02). Si
noticheogniatomo di
silicioè circondato da
Quattro atomidi ossigeno e
cheogniatomo di ossigeno
forma unapartedeidue
tetraedridì Si04. [Da W.D.
Kingery, H.K.Bowen eD.H
Uhlmann, "lntraduction to Q Atomodi silicio @ Atomo di ossigeno
Ceramics·: 2nded.,Wiley,
1976'1.
Feldspati Vi sono molti silicati naturali che hanno infiniti reticoli di silicato
tridimensionali. Un tipo di silicati reticolati importanti per l'industria sono i
feldspati che sono anche uno dei maggiori componenti delle ceramiche
tradizionali. Nella rete strutturale dei feldspati alcuni ioni AJ3+ sostituiscono
alcuni ioni Si4+, formando un reticolo con una carica negativa netta. Questa
carica negativa è bilanciata da grandi ioni alcalini e alcalino terrosi quali Na+ ~
K+, Ca 2+ e Ba2+ che si sistemano nelle posizioni interstiziali. La Tabella 10.3
riassume le composizioni ideali di alcuni minerali di silicato.
Silìce:
Quarzo Fasi cristallinecomuni nel Si02
Tridimite
Cristobalìte
Silicatodi alluminio:
Caolinite(caolino) Al20s · 2Si02 · 2H20
Pirofillite Al20s · 4Si02 · H20
Metacaolinite Al20s · 2Si02
Sillimanite Al20s · 2S102
Mullite 3AI20a · 2Si02
Silicatodi alluminioalcalino:
FeldSpatopotassico K20 · Al20s · 6Si02
Feldspatosodico Na20 · Al203 · 6Si02
Muscovite(mica) K20 · 3Al20a · 6Si02 · 2H20
Montmorlllonlte Na20. 2Mg0 · 5Al20a · (6 + n)fi20
Leucite K20 · Al20a · 4Si02
Silicatodi magnesio:
Cordierite 2Mg0 5Si02 · 2Al20s
Steatite 3Mg0,4Si02
Talco 3Mg0 · 4Si02 ·H20
Crisofilo(amianto) 3Mg0 · 2Si02 · 2H20
Forsterite 2Mg0,Si02
1 La produzione dei prodotti vetrosi e il getto del calcestruzzo sono le due maggiori ecce-
zioni.
Materiali ceramici 473
Formatura I prodotti ceramici realizzati con particelle agglomerate possono essere formati
con vari metodì, sia a secco che nelle condizioni plastica o liquida. Nelrindusttia
ceramica sono predominanti i processi di formatura a freddo, ma in alcuni casi
vengono usati anche i processi a caldo. La pressatura, il colaggio e l'estrusione
sono i metodi comunemente usati nella fonnatura della ceramica.
FIGURA10.20
Pressaturaa seccodi
particeneceramiche: (a)e
(b)riempimento, (c)
pressaturae (r!Jespulsione.
[DaJ. S. Reede R.B.Runk,
"Ceramic Fabrication
Processes~ vol.9:'Treatise
(b)
(a) (e) (d)
in MateriaJsScience and
Technology·: Academic,
1976.p.74].
FIGURA10.22 Stadi
dellafabbricazione
dell'isolantedi unacandela
conil metodo della
pressatura isostatica,(a)
Isolantegrezzo pressato. (b)
Isolantetornilo.(c) Isolante
cotto.(a) isolantefinito,
lucidatoe decorato. (e)
Sezione trasversale dì una
candela perautomobili
assemblata chemostra la
posizione dell'isolante.
[Per
concessione dellaChampion
Spark PlugCo.J. (a) (b) (e) (d) (e)
L_asospensioneliquida
viene colatanello stampo ,.
Drenaggiodello stampo Raddrizzamenlo Pezzo
finito
(a)
o
,~ sospensioneJigulda
vienecolatanello stampo
/ Assorbimentodi acqua
Pezzo
finito
Al
Cameradi vuoto
impastoargilla
Matrice di
estrusione
Vite
deareatrice
Orificiper sminuzzare
· la colonnadi argilla Vite di
estrusione
dei pezzi e per la produzione dì piccole serie. Diverse nuove varianti del processo
processo di colaggio sono il colaggio in pressione e a vuoto nelle. quali la
barbottìna viene modellata sotto pressione o sotto vuoto.
Trattamenti termici Il trattamento termico è un passo essenziale nella fabbricazione della maggior
parte dei prodotti ceramici. In questo paragrafo considereremo i seguenti
trattamenti termici: essiccamento, sinterizzazione e vetrificazione.
478 Capitolo 10
FIGURA 10.25
Formazione di uneolio
durantela sinterizzazione
di
dueparticellefini.Al
contattodellesuperfici
awiene ladiffusione
e aumenta
atomica
l'areadi contatto
s,.Jritiro /
I
Formazionedì un collo
di raggiop
formando
Brophy,
uncollo.[DaJ. H.
R.M. Rosee J;
Wulff,'1he.Structure and
I
PropertiesatMaterials", voi.
Il: "Thermodynamìcs o!
Structure''.
Wlley,1964,
p.139].
FIGURA10.26
Micrografìe a scansione
elettronicadi superfici
di
rottura
dì prodottisinterizzati
di MgO(polveri compresse)
sinterizzati
a 1430{Cin aria
fermaper{a)30 minuti
(porositàfrazionaria= 0,39);
(b)303minuti(p.f.= 0,14);
(e}mo minuti{p.f.=
0,09);in (a) è mostrata la
superficiericottadì (e).[Da
B.Wong eJ.A Pask, J.Am.
Ceram. Soc.,62:141{1919A.
Materiali ceramici I materiali ceramici tradizionali sono prodotti con tre componentì base: r argilla,
tradizionali la silice e il feldspato. L'argilla è costituita principalmente da alluminosilìcati
idrati (Ali03·Si02·H20) con piccole quantità di altri ossidi, quali Ti0 2, Fe 20 3,
480 Capitolo 1O
P8 =0.54 '
0.50
Mg-Odrogatocon CaO
sinterizzato in aria statica
0.40
1330°
0.30
p o
Caolino 37.4 45.5 1.68 1.30 0.004 0.03 0.011 0.005 13.9
Tenn. ball clay 30.9 54.0 0.74 1,50 0.14 0.20 0.45 0.72
Ky. ball clay 32.0 51.7 0.90 1.53 0.21 0.19 0.38 0.89
Porcellanadura 40 10 25 25
Oggetti.isolantielettrici 27 14 26 33
Idrosanitarivetrosi 30 20 34 18
Isolantielettrici 23 25 34 18
Piastrellevetrose 26 30 32 12
Porcellanabiancasemivetrosa 23 30 25 21
Caolino d'ossa 25 15 22 38 cenere
Caolino Hotel 31 10 22 35 d'ossa
Porcellanadentale 5 95 2 CaCOs
Silice
1713° Si02
Porcellana dura,
porcellana bianca semivetrosa
Piastre}levetrose,
idrosanitari. vetrosi
Isolanti elettrici
-----
MetncaÒlino
Al203 · 2Si0i
Porcellana dentare .....,.,_
Temperatura, 0
c Reazioni
,.
FIGURA10.29
Micrografia di
elettronica
unaporcellana isolante
elettrica 10s, 0°c,
(attacco:
HF40%,replicain silice).
[DaS. T.Lundincome
mostrato in W. D.Kingery,
H. K.Bowen e D. R.
Uhlmann, "lntroduction
to
Ceramics·: 2nded.,Wiley,
1976,p.539].
FIGURA10.30
Microstruttura
dell'ossidodi
alluminiosinterizZato.
macinato e drogato con
ossidodi magnesio. La
temperaturadi
è statadi
sinterizzazione
1700°C. Lamicrostruttura è
Quasisenza porosità, con
solopochiporiall'internoai
grani.(Ingrandimento 500().
rPerconcessione di c.
Greskovich e K. W.Lay].
Proprietà Ci sono tre importanti proprietà comuni a tutti gli isolanti o dielettrici: (1) la co~
principali dei stante dielettrica, (2) la resistenzadielett,-ica e (3) ilfanore di perdita dielettrica.
dielettrici
Costante dielettrica Si consideri un semplice condensatore 1 ad armature
piane paral1ele con piastre metaniche di area A separate da una distanza d, come
mostrato in Figura 10.31. Si consideri innanzitutto il casom cui nello spazio tra
le armature ci sia il vuoto. Se tra le armature viene applicata una tensione V,
un'armatura acquisterà una carica netta +q e l"altra una carica netta -q. La
carica q è.direttamente proporzionale alla tensione. applicata V:
q = CV oppure e = iV (10.1)
f d l coulomb
1 ara =--v-o_l_t_
Dal momento che il farad è un 'unità di misura di capacità troppo grande rispetto
ai valori che si incontrano normalmente nei circuiti elettrici, le unità nom1almente
usate sono il pico.farad(1pm = 10- 12F} e il microfarad (lµm = 10- 6 F).
La capacità di m1 conde11satore è una misura della sua attitudine a
immagazzinare la carica elettrica. Maggiore è la carica immagazzinata nelle
armature del condensatore, maggiore è.la sua capacità.
La capacità C di un condensatore ad armature piane parallele le cui
dimensioni superficiali sono molto maggiori della distanza di separazione tra k
armature è data da:
(10.2)
t
Differenza
Carica +q
di voltaggioV + ++
Batteria
esterna
PiastreLL.....J.--,..é====::;::::==='
capacitive
C= (10.3)
Costante
dielettrica k Fattofe di perdita
Resistività Rigidità dielettrica
Materiale di volume, n-m kV/mm 60 Hz 106 Hz 60 Hz 10 6 Hz
Fonte.'.Materia!sSelector,Mater E.ng.,December1982.
Eserciziario
Vedi Esercizio10.9.
Materiali isolanti I materiali ceramici hanno proprietà elettriche e meccaniche .che li rendono
ceramici particolarmente adatti per molte applicazioni come isolanti nella industria
elettrica ed elettronica. I legami ionici e covalenti nei materiali ceramici limitano
la mobilità degli elettroni e degli ioni e quindi rendono questì materiali buoni
isolanti elettrici. Questi legami rendono resistenti, ma relativamente fragili, la
maggior parte dei materiali ceramici. La composizione chimica e ìa
microstruttura dei ceramici per applicazioni elettriche ed elettroniche devono
essere controllate con maggiore atten;ione rispetto ai ceramici strutturali come i
mattoni o le tegole. Verranno ora illustrati alcuni aspetti della struttura e delle
proprietà di alcuni materiali ceramici isolanti.
Materiali ceramici I materiali ceramici vengono comunemente usati come materiali dielettrici per
per condensatori condensatori; i condensatori ceramici a disco sono il tipo più comune (Figura
10.34). Questi condensatori ceramici con dischi piani molto sottili sono formati
principalmente da titanato di bario (BaTìO 3) con altri additivi (Tabella 10.8). n
BaTiO3 viene utilizzato per la sua costante dielettrica molto alta, intorno a 1200-
1500. Con gli additivi, la sua costante dielettrica può essere aumentata a valori di
molte migliaia. La Figura 10.34b mostra gli stadi di fabbricazione di un tipo di
condensatore a dischi ceramici. In questo tipo di condensatore uno strato di
argento sulle superfici superiore ed inferiore costituisce le "amiature'' metalliche
del condensatore. Per realizzare capacità molto alte con dispositivi di mìnime
dimensioni, sono stati sviluppati piccoli condensatori ceramici multistrato.
490 Capitolo 1O
FIGURA10.33 Alcuni
componenti di isolanti
elettrici
edelettronici
realizzati
insteatite.
IPer
concessionedella
Wisconsin PorcelainCo.].
Fili di piombobrasati
00
all'elettrnddi argento (3) (4)
Brasatura
.,,,_
___ -,-_ Rivestimento
fenolicoper
immersione,.
~-
Dielemic
ceramico
(a) (b)
FIGURA 10.34
Condensatori ceramici. (a)
Sezione chemostra i
In questa struttura glì ioni di ossigeno occupano le posizioni del reticolo CFC,
particolaricostruttivì.[Per mentre gli ioni Fe 2+ sono in posizione ottaedrica e gli ioni per meta m
concessione dellaSprague posizione ottaedrica e metà tetraedrica. La buona conducibilità elettrica della
Products Co.}.(b) Stadidi Fe~O4. è attribuibile alla disposizione casuale degli ioni Fè·,· e Fe 3+ nelle
fabbricazione: (1) dopola posizioni ottaedriche cosicché il trasferimento degli elettroni avviene tra g:)j ioni
i
Ceramici Domini ferroelettrici Molti materiali ceramici cristallini ionici hanno celle
ferroelettrici elementari senza un centro di simmetria e, così, le loro celle elementari
contengono piccoli dipoli elettrici. Un materiale ceramico di importanza
industriale appartenente a questa classe è il titanato di bario, BaTiO 3 • Al di
492 Capitolo 1O
Costante
dielettrica k Fonnulazione
108
·~,._..
FIGURA 10.35
Resìstività
specificadi 10<?
-----
.,, ;: :::...
:.:,,.,,,. _.....
.. _,,..
--- ---
solidedì Fe304 e
soluzioni
dì MgCr204.Lape1centua1e
molaredi MgCr204 è
sullecurve.[Da E
ìndìcata
P. w.Haagman
J. Verwey, e
F C.Romeijn, J Chem.
Phys.,15:18(1947)1.
agli
r 002-
2
ioni0 - adiacenti nella 0 Ba2+
singolacella.Inquesta cella
elementareasimmetrica è • Tj4+
presenteunpiccolo
momento di dipoloelettrico.
[DaK.M.Ra/1s, T.H.
Courtney e J. Wultt.''An
(ti) (b}
lntroductionto Materials
ScienceandEngineering·:
Wiley,1976, p,610].
FIGURA 10.37
Microstruttura
deltitanatodi
barìochemostra diversi
orientamenti
del.domini
ferroelettrici
comerivelato
conunattacco chimico.
(Ingrandimento500x). {Da
R.D.DeVries e J. E Burke,
J. Am.CeramSoc.,40:200,
(1957)].
Materiaii ceramici 495
t •·+-·-
...
........... -;,~+
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.......
II4
<? '7 ·~ ~ ld
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••• ---·· ... -. < ·-.
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I II
• ' , ~ '
Contfuitore
Fattori che La rottura meccanica dei materiali ceramici avviene principalmente a causa di
influenzano la difetti presenti nella struttura dei materiali stessi. Le principali cause dì innesco
resistenza della rottura nei n1ateriali ceramici policristallini sono da attribuire alla presen:;-:,
meccanica dei di cricche superficiali prodotte durante la finitura del materiale, di VU,<i
materiali ceramici (porosità) presentì al1'interno del materiale è di inclusioni e e:rani di eccessiva
dimensione prodotti durante la lavorazione 1• -
I pori nei materiali ceramici fragili sono regioni in cui si concentrano gli
sforzi e, quando la sollecitazione in un poro raggiunge un valore critico, si fom1a
una cricca che si propaga, in quanto in questi materiali non ci sono processi con
elevato assorbimento di energia come quelli che avvengono durante la
deformazione neì materiali duttili. Quindi, una volta cltè le cricche sono
innescate, continuano a propagarsi fino alla rottura del materiale. I pori sono
dannosi per la resistenza dei materiali ceramici anche perché diminuiswno
l'area della sezione resistente trasversale sulla quale è applicato il carico e qui!1di
diminuiscono lo sforzo nominale che il materiale può sopportare. Pertanto: la
dimensione e la frazione volumetrica dei pori nei materiali ceramici sono fattori
che influenzano notevolmente la loro resistenza. La Figura 10.41 mostra come
un aumento della frazione volumetrica dei pori diminuisce la resistenza a
trazione deirallumina.
Tenacità dei I materiali ceramici, per la loro com binazione di legami covalenti e ionici, hanno
materiali ceramici una intrinseca bassa tenacità. Negli anni passati è stato effettuato molto lavoro
di ricerca con l'obiettivo di aumentare la tenacità dei materiali ceramici. Con
processi come la pressatura a caldo dei ceramici con l'uso di additivi o processi
che detenninano legami mediante reazioni chimiche, sono stati prodotti
materiali ceramici avanzati con tenacità più elevata (Tabella 10.9).
Su campioni di materiali ceramici possono essere eseguite prove di tenacità
alla frattura per detem1inare i valori di K 1c. in modo analogo aUe prove di
tenacità alla frattura dei metalli (vedi Paragrafo 6.5). I valori di Kic per i
materiali ceramici sono ottenuti di solito utilizzando mm prova di flessione in
quattro punti con un campione a forma di trave con un solo intaglio oppure un
campione con intaglio chevron (Figura 10.42). L'equazione della tenacità alla
frattura:
(10.4)
che lega i valori di tenacità alla frattura allo sforzo e alla dimensione massima
dei difetti, può essere utilizzata per i materiali ceramici. Nell'Equazione ( 10.4)
Kic è misurato in MPa./m, lo sforzo ur in MPa. e a (metà della dimensione del
massimo difetto interno) in metri. Y è una costante adimensionale, pari circa a
1. Questa equazione può essere utilizzata per determinare il massimo difetto che
un particolare materiale ceramico, con una tenacità alla frattura e una resistenza
note, può toBerare senza rompersi.
Eserciziario
Vedi Esercizio10.1O.
500 Capitolo 1O
,.
270
240 S
p
210 s
c
180
60
30
FIGURA 10.41 Effetto
dellaporosità
sulla
resistenza
a trazione o O.I 0.3 0.4 0.5 0.6
perl'allumina.
trasversale Porosità in frazione volumetrica
[DaR. L Coblee W.D.
Kingery,
J. Am.Ceram.
Soc.,39:377(1956)].
Aumento per
-·
Recentemente è stato scoperto che le trasformazioni di fase nel1a zirconìa
trasformazione combinata con altri ossidi refrattari {come CaO, MgO e Y 203) possono
della tenacità della produrre materiali ceramici con una tenacità alla frattura straordinariame~i~
zirconia alta. Consideriamo ora i meccanismi che prqducono l'aumento della tenacna
parzialmente per trasformazione in un materiale ceramico di composizione ZrOi-9°~ mo~are
stabilizzata {PSZ) di MgQ. La zirconia pura, Zr0 2 , esiste in tre diverse strutture cnstallme:
monoclina dalla temperatura ambiente fino a 1l 70°C, tetragonale da 1170 a
2370°C e cubica (la struttura della fluorite di Figura 10.10) al dì sopra di
2370°C.
La trasformazione della Zr0 2 pura dalla struttura tetragonale a quella
monoclina è di tipo martensitico e non può essere arrestata mediante un rapido
Materiali ceramici 501
FIGURA 10.42
Schematizzazione di una
prova di tenacitàallafrattura
perflessione ìn·quattropunti
suunatravedì unmateriale
ceramico utilizzandoun
intaglio
singolo.
Rotturaper fatica Nei metalli la rottura per fatica avviene in presenza di sforzi ciclici ripetuti, a
dei materiali causa della nucleazione e della crescita di cricche all'interno di un 'area incrudita
ceramici di un campione. A causa dei legami iono-covalenti degli atomi, in un materiale
502 Capitolo 1O
Materiali ceramici L'elevata durezza di molti materiali ·ceramici li rende utili come. materiali
abrasivi abrasivi per il taglio, la rettifica e la levigatura di altri m.ateriali con durezza
inferiore. L'allumina (ossido di alluminio) e il carbriro di silicio fusi sono due
degli abrasivi ceramici più comunemente utilizzati. Prodotti abrasivi come le
carte o le mole sono fabbricati legando insieme singole particelle di materiale
ceramico. I materiali leszanti includono· i materiali ceramici cotti, le resine
organiche e le gomme. L; particelle di materiale ceramico devono essere dure e
avere spigoli vivi taglienti. Inoltre, il prodotto abrasivo deve avere una struttura
con un certo grado di porosità per garantire la presenza di canali per il flusso
dell'aria o del liquido di raffreddamento. I grani di ossido di alluminio sono pìù
tenaci di quelli di carburo di silicio ma non sono altrettanto duri, e quindi il
carburo dì silicio viene normalmente utiiizzato per i ma.terialì più duri.
Combinando l'ossido di zirconio con quello di alluminio, sono stati
sviluppati 1 abrasivi migliori che hanno resistenza, durezza e affilatura maggior:
del solo ossido. di alluminio. Una di queste leghe di materiali ceramici contiene il
25% dj Zr02 e il 75% di Ab0 3 e un'altra il 40% di Zr01 e il 60% di Ab03. Un
altro importante abrasivo ceramico è il nitruro di boro cubico, che ha il nome
commerciale di Borazon 2 • Questo materiale è duro quasi come il diamante, ma
ha una stabilità termica maggiore.
1
Le leghe abrasive ceramiche Zr0 2 -A!i0 3 sono state sviluppate dalla Norton Co. negli
anni sessanta.
2 Borazon, un prodotto della Genera! Electric Co., è stato sviluppato negli anni cinquanta.
Materiali ceramici 503
3000----------.------,----~--------,
2500
Soluzione SQlidacubica + liquido
5-'
è
o Soluzione solida cu~-------
i! 2000 Soluzione
o
c..
solida cubica
e + soluzionesolid
~ tetragon~e I Soluzionesolida cubica + MgO
SolUZlonesolida1
tetragonale 1 1 /
1500 1400 I I I /
cr
Matrice
Precipitato
tetragonale
Precipitato
monoclino
intorno alla cricca
cr
(e)
(a) (b)
Materiali ceramici Molti composti ceramici puri con alto punto di fusione, come l'ossido di alluminio 1:
refrattari l'ossido di magnesio, potrebbero essere utilizzati'come materiali refrattari industriali.
ma i loroprocessi tecnologici sono complessi e costosi. Quindi, la maggior parte dei
refrattari industriali è costituita da miscele di composti ceramici. La Tabella 10.10
elenca la composizione di alcuni mattoni refrattari e le loro applicazioni.
Importanti proprietà dei materiali ceramici refrattari sono ·1aresistenza alle
alte"e basse temperature, la densità e la porosità. La maggior parte dei refrattari
ceramici ha una densità che varia da 2, l a 3,3 g/cm 3 • I refrattàri densi, con bassa
porosità, hanno alta resistenza alla corrosione, alla erosione e alla penetrazione
dei liquidi e dei gas. ln'1ece, per i refrattari isolanti è desiderabile una porosità
elevata. I refrattari isolanti vengono ùtilizzati soprattutto come 1inforzo pc'r
mattoni o materiali refrattari di de1}sità é refrattarietà maggiori.
I materiali ceramici refrattari 'industriali sono di solito suddivisi nei tipi
acido e basico. I refrattari acidi si basano principalmente su Si0 2 e Al203 e
quelli basici su MgO, CaO e Cr203. La Tabella 10.10 elenca le composizioni di
alcuni tipi di refrattari industriali e alcune delle loro applicazioni.
Refrattari acidi I re/rattari di silice hanno una elevata refrattarietà, una elevata resistenza
meccanica e rigidità fino a temperature prossime al loro punto di fusione.
Materiali ceramici 505
!~Platino
----- Grafite
___ B_eo_
denso puro
fB
~ 0.01
u
e
-~
.B
,.5 Mauoni refrattari
:~ isolantifino a 1540°C.
-g 0.001 Mattonirefrattari
é isoh:mtifino a I 090"C
Composizione, % in peso
Tipi acidi:
Mattone silicico 95-99
Mattone dì argllla ad altissime 53 42
prestazioni
Mattone di argillaad alte 51-54 37 -41
prestazioni
Mattone aUuminioso 0-50 ~6-99+
Tipibasici:
Magnesite 0.5-5 91 ,98 0.6-4 CaO
Magnesite-cromo 2-7 6 13 50-82 18-24 Cr203
Dolomite 38-50 38-58 CaO
Tipi speciali:
Zirconia 32 66Zr02
Carburo di silicio 6 ·2 91 SiC
Refrattari basici I refrattari basici sono formati principalmente da magnesia (MgO), calce (CaO),
minerale di cromo o da una miscela di due o più di questi materiali. In generale.
i refrattari basici hanno alta densitit, alte temperature di fusione e buona
resistenza all'attacco chimico da parte delle scorie basiche e degli ossidi. m::1
sono molto costosi. l refrattari basici che contengano una alta percentuale di
magnesia (92·95%) vengono utilizzati soprattutto per rivestimento dei
convertitori ad ossigeno utilizzati per la produzione dell'acciaio.
Piastrelle isolanti Lo sviluppo del sistema di protezione termica per le navette spaziali è un
ceramiche esempio eccellente della moderna tecnologia dei materiali applicata al progetto
per la navetta tecnologico. Perché la navetta spaziale possa essere utilizzata per almeno 100
Space shuttle missioni, sono stati sviluppati nuovi materiali isolanti per piastrelle in materiale
ceramico.
Materiali ceramici 507
10.9 VETRI
FIGURA 10.46
Microstruttura
di unisolante
di tipoU900peralte
temperature
persuperfici
riutilizzabili
(materiale
per
piastrelle
di materiale
ceramico utilizzate
per
navicellespaziali);
la
è composta
struttura dafibre
di siHcepuraal 99.7%.
(Ingrandimento 1200x).
fPerconcessione della
Lockheed Missi/es
and
Space Co.].
508 Capitolo 10
• Carbonio l'inforzatocon
carbonio (RCC}
[I Syperficie isolantead
alta temperaruro
riutilizzabile
~ Superficie isolante a
bassa temperatura
riutilizzabile
~ Feltro ricoperto con
Nomex
D Metallo o vetro
Struttura dei vetri Ossidi che formanovetri La maggior parte dei vetri inorganicì sono costituiti
dall'ossido di silicio, SiO2, che ha la caratteristica di formare strutture vetrose.
La unità elementare nei vetri a base di silice è il tetraedro SiO 4 4 - nel quale un
atomo (ione) di silicio (Si4 +) nel tetraedro è legato, con legame covalente-ionico,
a quattro atomi (ioni) di ossigeno, come mostrato in Figura 10.49a. Per
esempio, nella silice cristallina, la cristobalite, i tetraedri Si-O sono uniti angolo-
angolo in una disposizione regolare, generando un ordinamento ad ampio
raggio. come schematizzato in Figura 10.49b. In un semplice vetro di silice.
invece, ì tetraedri sono uniti angolo-angolo per formare su ampio raggio un
reticolo disordinato {Figura 10.49c).
Anche l'ossido dì boro, B2O3, è un ossido che forma dei vetri e, di per sé.
forma unità elementari costituite da triangoli piani con l'atomo di boro
leggermente esterno al piano fonnato dagli atomi di ossigeno. Tuttavia, nei vetri
al borosilicato. a cui si aggiungono ossidi alcalini e alcalino terrosi. i triangoli di
B03 3- possono essere trasformati in tetraedri di B0 4 4 -. con i cationi alcalini e
alcalino terrosi che garantiscono la elettroneutralità. L ·ossido di boro è un 'ag"
giunta importante per molti tipi di vetro commerciale, come i Vetri borosilicati~e
alluminoborosilicati.
Liquido /~
'x,../
Liquido ,//,/
FIGURA 10.48
superraffreddato
,.:
~-
,.,,/'
/
-r--
contrazione dovutn
Solidificazionedi materiali Vetro ,,,,, al raffreddamemo
e vetrosi
cristallini
conindicazione
(amorfi)
delle
" "X~--,
/4"
-t_--
B
variazionidi volume ------
D I
specifico.70 è la ~Solido
temperatura·di transizione e 1 cristallino
vetrosadelmateriale
vetroso. Trnè latemperatura T11
di fusionedelmateriale Temperatura
cristallino.
51 O Capitolo 10
J.
I'
(a)
FIGURA 10.49
Rappresentazione schematìca
di {a}untetraedro di silicio-
ossìgeno,(b)silicecristallina
(cristobaltte)
ideale,nella
qualei tetraedrihannoun
ordineadampioraggio, e (e)
unvetrodi si.licesemplice
nelqualei tetraedrinon
hannounordineadampio (b) (cl
raggio.!Perconcessione
dellaCorning GlassWorks].
Ossidi che modificano.i \'etri Gli ossidi che rompono il reticolo vetroso sono
detti modificatori di reticolo. Gli ossidi alcalini, come Na1O e K1O, e gli ossidi
alcalinoterrosi, come CaO e MgO, vengono aggiunti ai vetri di silice per
diminuirne la viscosità, in modo che possano essere lavor~ti e formati più
facilmente. Gli atomi di ossigeno di questi ossidi entrano nel reticolo della silice
nei punti di unione dei tetraedri e lo rompono, generando atomi di ossigeno con
elettroni non condivisi (Figura 10.50a). Gli ioni Na+ e K"""provenienti da Na1O
e K 2O non entrano nel reticolo ma rimangono come ioni metallici legati
ionicamente negli interstizi del reticolo: Riempiendo alcuni degli interstizi
questi ioni favoriscono la cristallizzazione del vetro.
invece del valore +4 necessario per i tetraedri, i cationi alcalini devono fornire
gli altri elettroni necessari per garantire la neutralità elettrica. Gli ossidi
intermediari sono aggiunti al vetro di silice per ottenere particolari proprietà.
Per esempio, i vetri aHuminosilicati sono in grado sopportare temperature
superiori rispetto ai vetri comuni. L·ossido di piombo è un altro esempio di
ossido intermediario aggiunto a certi tipi di vetro. In funzione della
composizione del vetro, gli ossidi intermediari possono talvolta agire come
modificatori del reticolo o anche prendere parte al reticolo stesso del vetro.
Composizione Le composizioni di alcuni importanti tipi di vetri sono elencate in Tabella I0.11
dei vetri con alcune osservazioni sulle loro proprietà e applicazioni. Il vetro di silice fuso,
che è il più importante vetro monocomponente, ha una alta trasmissione
spettrale e non è soggetto a danneggiamenti da radiazioni che provocano
l'imbrunimento di altri tipi di vetro. È dunque il vetro ideale per i finestrini di
veicoli spaziali, le finestre per i tunnel del vento e per i sistemi ottici di
apparecchiature spettrofotometriche. Tuttavia, il }letro di silice è difficile da
lavorare ed è costoso.
J
512 Capitolo 10
(10.5)
2. 96% silice 96.3 <0.2 <0.2 2.9 0.4 Prodotto da vetri al borosilicato
relativamenteteneri; riscaldato
per separare le fasi SiO2 e
B2Os: la fase B2O3viene
rimossa per attacco acido,
riscaldato per consolidarei pori.
3. Sodico-calcico 71- 73 12-14 10-12 0.5 - 1.5 MgO, 1 -4 Fabbricato facilmente. Molto
usato ìn gradì con piccole
differenzeper finestre,
contenitori e lampadine.
4. Silicatodi piombo: 63 7.6 6 0.3 0.2 0.6 PbO, 21 Facileda fondere e fabbricare,
elettrico MgO, 0.2 con buone proprietà elettriche.
L'alto piombo assorbe i raggi-X:
altamente rifrattivo è usato per
5. Alto piombo 35 7.2 PbO, 58
lenti acromatiche. Usato per
cristalli decorativi.
7. Bassa perdìta 70.0 0.5 28.0 1.1 PbO, 1.2 Bassa perdita dielettrica.
elettrica
8. Afluminoborosifteato 74.7 6.4 0.5 0.9 9.6 5.6 820, 2.2 Con allumina aumentata, la
tipo normale minor presenza di ossido di
boro aumenta la durabilità
chimica.
9. Bassi alcali: 54.5 0.5 22 8.5 14.5 Molto usato per fibre in
vetro E compositi con fibra di vetro.
Fonte:O, H, Wyatt and D. Dew-Hughes, "Metals, Ceramics,and Polymers", Cambridge, 1974, p. 261.
514 Capitolo 10
Eserciziario
Vedi Esercizìo 10.1i.
Formaturadi fogli e lastredi vetro Circa P85% del vetro piano prodotto negli
Stati Uniti è realizzato mediante processo a galleggiamento (processo "floaf'),
nel quale un nastro di vetro esce dal forno di fusione e fluisce sulla superficie di
un bagno dì stagno fuso (Figura 10.52). Il nastro dì vetro viene raffreddato
mentre si muove attraverso lo stagno fuso e in atmosfera chimicamente
controllata (Figura 10.52). Quando le sue superfici sono abbastanza dure, la
lastra di vetro viene tolta dal forno senza essere segnata dai rulli trasportatori e
passa attraverso un lungo forno di ricottura ("lehr"), nel quale vengono rimossi
gli sforzi residui.
Materiali ceramici 515
I' 16 15
Puntodi deformazione
14
-------- 13
Puntodi ro.ttura
------
12 li
N
2
Cl. 10 9 $.
1d z
-~ ~
~
1F. 7
·::: 8
·;;
~ e
j 6 5 ~
.3
FIGURA 10.51 Ettetto
dellatemperaturasulla 3
viscositàdi alcunitipidi
vetro.I numerisullecurvesi
riferiscono
allecomposizioni 2
dellaTabella 10.11.[DaO.
H Wyatt e 0; Dew~Hughes, o
"Metals. Ceramics, and 200 400 60() 800 1000 lWO 1400 1600
Pofymers''.Cambridge, Temperatura,"C
1914,p.25g"j.
Vetro temprato Questo tipo di vetro è rafforzato mediante un rapido raffreddamento in aria
della sua superficie dopo che è stato scaldato quasi fino al suo punto di fusione.
La superficìe del vetro si raffredda per prima e si contrae, mentre la parte
interna resta calda e compensa le variazioni dimensionali con piccoli sforzi
(Figura 10.54a). Quando l'interno si raffredda e si contrae, le superfici sono già
516 Capitolo 1o
I-
Atmosfera
controllata
rigide e quindi sì creano sforzi residui di trazione all'interno del vetro e sforzi dì
compressione sulle superfici (Figura 10.54b e Figura 10.55). Questo trattamento
di "tempra" aumenta la resistenza del vetro perché gli sforzi applicati devono
superare gli sforzi residui di compressione sulla superficie, prima che avvenga la
Sforzidi
~. . compression~
t \Ù\\\\\\\
C
I-
_ Sfo~idi_
trazione
::I
~
FIGURA10.54 Sezione
trasversaledi unvetro r- -i
temprato (a)dopochela ~111111111111111111 111~
superficieè stataraffreddata .____ Sforzidi ~
daunatemperatura vicinaa compressione
quelladi rammollimento del (a) (b)
vetroe (b)dopocheè stato
raffreddatoil centro.
rottura. Il vetro temprato .ha una maggiore resilienza rispetto al vetro ricotto e
ha una resistenza meccanica quasi quattro volte maggiore del vetro ricotto. I
finestrini laterali delle automobili e i vetri di sicurezza per porte sono articoli che
vengono temprati.
Vetro rafforzato La resistenza del vetro può essere aumentata con speciali trattamenti chimici.
chimicamente Per esempio, se un vetro sodico alluminosilicato viene immerso in un bagno di
nitrato di potassio a una temperatura di circa 50°C al di sotto del _suopunto di
deformazione (500°C) per 6-10 ore, i piccoli ioni sodio vicino alla superficie del
Sforzoresiduo.Pn
residuinellesezionidi vetro
tempratoe rìnforzato
chimicamente. [DaE.B. ·· Tratturochimicamente
Shand,"Engineering Glass''. Superficie
vol.6:"Modem Materials':
Academic, 1968,p.27{1j.
518 Capitolo 1O
vetro vengono sostituiti dagli ioni di potassio più grandi. L'introduzione deì
grossi ioni di potassio. nella superficie del vetro produce sforzi di compressione
sulla superficie e corrispondenti sforzi di trazione nella ZQlla centrale. Questo
processo di tempra chimica può essere utilizzato in presenza di sezioni
trasversali più sottili di quanto sia possibile con la. tempra termica poiché lo
strato di compressione è molto più sottile, come mostrato in Figura 10.55. Il
vetro rafforzato chimicamente viene utilizzato per le vetrate di aerei supersonici
e le lenti oftalmiche.
RIASSUNTO
I
stato solido ad alta temperatura. Nella vetrificazione, una fase vetrosa serve
r
I
come mezzo dì reazione per legare insieme le particelle non fuse.
I vetri sono prodotti ceramici inorganici di fusione che vengono rafw
iI
freddati a uno stato rigido solido senza cristallizzazione. La maggio.r parte dei
vetri inorganici si basa su un reticolo di tetraedri di silice (Si0 2} legati
ionicamente e covalentemente. Aggiunte di altri ossidi come Na20 e CaO mo-
dificano il reticolo della silice e rendono più lavorabile il vetro. Altre aggiunte
ai vetri creano un intero spettro di proprietà. I vetri hanno particolari
proprietà come la trasparenza, la durezza a temperatura ambìente e una eccel-
lente resistenza in molti ambienti. che li rendono importanti per molte applica-
zioni tecnologiche.
DEFINIZIONI
Paragrafo 10.1
Materialiceramici:materiali inorganici. non metalìici, formati da elementi metallici e non
metallici legati insieme principalmente con legami ionici e/o covalenti.
Paragrafo 10.2
Numerodi coordinazione(C:N):numero di atomi adiacenti equidistanti da un atomo o da
uno ione in una cella elementare di una struttura .cristallina. Per esempio, nel NaCl si
ha CN = 6 poiché sei anioni di c1-equidistanti circondano un catione centrale di
Na•.
Rapportotra i raggi ionici (perun solidoionico):rapporto tra il raggio del catione centrale
e quello degli anioni circostanti.
Rapportotra i raggi ionici critico (minimo):rapporto tra il catione centrale·e quello degli
anioni circostanti quando gli anioni circostanti si toccano appena l'uno con l'altro e
con H catione centrale.
Posizioneinterstizialeottaedricai11una strutturacristallina CFC: spazio racchiuso tra i
nuclei di sei atomi (ioni) circostanti che fonnano un ottaedro.
Posizioneinterstizialetetraedricain una strutturacristallina CFC: spazio racchiuso tra i
nuclei di quattro atomi (ioni) circostanti che formano un tetraedro.
Paragrafo ]0.4
Stampaggioa freddo:simultanea compattazione e sagomatura unidirezionale di particelle
granulate (e legante) di un materiale ceramico in uno stampo.
Stampaggio isostatico: simultanea compattazione e saigomatura di una polvere d.i
materiale ceramico (e legante) mediante pressione applicata uniformemente in tutte le
direzioni.
Colaggio:processo. di fonnatura di un materiale ceramico nel quale una sospensione
di particelle ceramiche e acqua viene versata in uno stampo poroso e successivamente
parte dell'acqua dal materiale colato diffonde nello stampo, lasciando una fonna
solida nello stampo. Qualche volta il liquido all'interno del solido colato viene versato
dallo stampo, lasciando una matrice di colata.
520 Capitolo 10
Paragrafo 10.6
Dielettrico:materiale isolante elettrico.
Condensatore:dispositivo elettrico formato da due armature conduttrici separate da
sttàti di materiale dielettrico e in grado di i~1magazzinard carica elettrica.
Capacità:misura della capacità di un condensatore di immagazzinare la carica elettrica.
La capacità viene misurata in farad; le unità comunemente utilizzate nei circuiti
elettrici sono il picofarad ( 1 pF = l 0- 12 F) e il microfarad ( I µF = 1o-6 F).
Costantedielettrica:rapporto tra la capacità di un condensatore con un certo materiale
tra le armature e quella dì un condensatore con il vuoto tra le armature.
Resistenza dielettrica:tensione per unità di lunghezza (campo elettrico) alla quale un
materiale dielettrico pennette la conduzione, cioè il campo elettrico massimo che un
dielettrico può sopportare senza rottura elettrica.
Termistore:dispositivo semiconduttore ceramico che varia la sua resistività al variare
della temperatura ed è usato per misurare e controllare la temperatura.
Materiale ferroelettrico:materiale che può essere polarizzato applicando un campo
elettrico.
Polarizzazione:allineamento dei piccoli dipoli di un materiale dielettrico che genera un
momento dipolare netto nel materiale.
Temperaturadi Curie(di un materialeforroelettrico):temperatura alla quale un materiale
fertoelettrico durante il raffreddamento subisce una variazione della struttura
cristallina che produce una polarizzazione spontanea nel materiale. Per esempio, la
temperatura di Curie del BaTiO 3 è pari a 120°C.
Effetto piezoelettrico:effetto elettromeccanico per il quale le forze meccaniche su un
materiale ferroelettrico possono produrre una risposta elettrica e )s: forze elettriche
producono una risposta n1eccanìca.
Trasduttore:dispositivo che è attivato dalla potenza di una sorgente e trasmette potenza
in un'altra forma ad un secondo sistema. Per esempio, un trasduttore può convertire
l'energia sonora entrante in una risposta elettrica in uscita.
Paragrafo10.8
Materialerefrattario(ceramico):matèi-iale a bassa conducibilità termica.
Pa,.agrafo10.9
Vetro:materiale ceramico non cristallino (amorfo) formato da materiali inorganici.
Temperaturadi transizionevetrosa: centro dell'intervalio dì temperature nel quale un
solido non cristallino passa da un comportan1ento vetroso-fragile a uno viscoso.
Ossido che forma ,•etri: ossido che forma facilmente un vetro; anche un ossido che
Materiali ceramici 521
,..
MATERIALICOMPOSITI
11.1 INTRODUZIONE
Fibre di vetro per Le fibre di vetro sono utilìzzate per rinforzare matrici polimericke e d~re origine a
rinforzare le resine compositi strutturali e composti da stampaggio. I materiali polimerìcì compo:;iti
polimeriche rinforzati con fibre di vetro hanno le seguenti caratteristiche favorevoli: un
elevato rapporto resistenza meccanica-peso; buona stabilità dìmènsional!!: hul,na
resistenza al calore. al freddo, all'umidità e alla corrosione~buone proprictj di
isolamento elettrico; facilità di fabbrjcazione~ costo relativamente contenuto.
I due principali tipi di vetro utilizzati per produrre fibre di vetro per
compositi sono i vetri E (elettrico) e S (ad alta resistenza).
1 Una fibra aramidica è una fibra polimerica poliammidica aromatica con una struttura
(e)
,.
Alimentatoredel vetro: componenti
del vetro grezzo o marmi
FIGURA11.2 Processo
di fabbricazione
dellefibredi
vetro.!DaM. M.Schwartz,
Fabbricazione della
matassadi fibre di vetro
/
Rastrell.ier'a
Trefolo
o •
D.
\
Fabbricazione del filatCl
Disavvoleìmento:trefolo
sul sistenÌadì formazione
Rìtorcilura:filato sul
"CompositeMaterials sistema di ritorcitura
Handbook';McGraw-Hm
1984,pp.2-24].
Produzione delle fibre di vetro e tipologia dei materiali rinforzati con fibre di
vetro Le fibre di vetro sono prodotte per stiratura di monofilamenti di vetr~
da vetro fuso all'interno di un forno e per assemblaggio di un numero elevato di
questi filamenti per formare un trefolo di fibre di vetro (Figura J1.2). I trefoli
sono quindi utilizzati per fabbricare filati di fibre di vetro (Figura 11.3a) ~
stoppini formati da un insieme di fasci di filamenti continui (Figura 11.3c). Gh
stoppini possono essere fonnati da filamenti continui o intrecciati per formare
Materiali compositi 527
Fibre di carbonio I materiali compositi fabbricati utilìzzando fibre di carbonio come rinforzo di
per il rinforzo delle matrici dì resine polimeriche come le epossidiche sono ·caratterizzati dall'avere
materie plastiche una buona combinazione di peso leggero, elevata resistenza meccanica e alta ri-
gidità (modulo di elasticità). Queste proprietà rendono particolarmente in-
teressante l'utilizzo dei materiali polimerici compositi con fibre di carbonio per
applicazioni aerospaziali, come nel caso dell'aeroplano mostrato in Figura 11. l.
Sfortunatamente, il costo relativamente elevato delle fibre di carbonio
esclude di fatto il loro utilizzo in molti settori industriali, come quello
automobili stico.
528 Capitolo 11
FIGURA11.4 Feltri
rinforzantidi fibredi vetro:
{A)feltroa filatocontinuo,
(B)feltrosuperficiale, (C)
feltroa filatotritatoe (D)
combinazione dl feltroa
stoppino intrecciatoe a filo
tritato.[Perconcessione
dellaOwens/Corning
Fiberglass Co.].
TABELLA 11.1 Confronto delle proprietà dei filati per il rin.forzocon fibre delle materie pias: :· -:::
FIGURA11.5 Fasidi
lavorazioneperprodurre l
fibredi carbonioaòalta Fibradi carbonioad Fibra di carbonio ad
resistenzameccanicaea alla resistenza alto modulo
elevatomodulo partendodal
poliacrilonitriie
(PAN)come
materialeprecursore.
Fibre aramidiche Fibra ammidica è il nome generico utilizzato per indicare le fibre poliammidiche
per il rinforzo delle aromatiche. Le fibre aramidiche sono state commercializzate per la prin1a volta
materie plastiche nel 1972 dalla Du Pont sotto il nome commerciale di Kevlar e, allo stato attuale.
ne esistono in commercio due tipi diversi: Kevlar 29 e 49. Il Kevlar 29 è una
fibra aramidica a bassa densità e alta resistenza meccanica utilizzata per
applicazioni come protezione balistica, funi e cavi. Il Kevlar 49 è caratterizzato
Confronto tra le La Figura l 1.8 confronta i tipici diagrammi sforzo~deformazione per le fibre di
proprietà carbonio, aramidiche e di. vetro; si può vedere come la resistenza delle fibre sia
meccaniche delle compresa tra I 720 e 3440 MPa, mentre l'allungamento a rottura è compreso tra
fibre di carbonio, 0.4 e 4,0%. Il modulo dì elasticità a trazione di queste fibre è compreso tra 68,9 e
aramidiche e di 413 GPa. Le fibre di carbonio forniscono la. migliore combinazione tra elevata
vetro per il rinforzo resistenza meccanica! elevata rigidità (elevato modulo) e b~;;sa densità\ ma
dei materiali presentano una bassa capacità di allungamento. La fibra aramidìca di Kevlar 49
compositi ha una buona com binazione tra elevata resistenza a trazìone, modulo elevntc1
polimerici (ma minore delle fibre di carbonio)} bassa densità e elevato allungamcn: ,'
(resistenza all'urto). Le fibre dì vetro hanno resistenza a trazione e moduìo
elastico più bassi e densità più elevata (Tàbella 11.1). Nell'ambito delle fibre di
vetro, le fibre di vetro S hanno resistenza a trazione ed allungamento maggiori
delle fibre di vetro E. Le fibre di vetro~ essendo molto meno costose. sono le più
utilizzate.
La Figura 11.9 confronta la resiste11zaa trazione sulla densità e il modulo
elastico (rigidità} sulla densità di diversi tipi di fibre di rinforzo. Questo
confronto mostra gli eccezionali rapporti resistenza meccanica-peso e rigìdità-
peso delle fibre di carbonio e aramidiche rispetto alle stesse proprie1à
Materiali compositi 531
4137 Trefoli
impregnali di resina
'\.
/
3447 /
Fibra di
boro I
• Filato di / Matassa di
Filato/§
2758. grafite
tìpoHM
o-
[:,:_
grafite
tipoHT
// fibra di
Kevlar49
(filmosecco}
Marassadi
fibrn dì
vetro tipo S
Il_
I
"'
c..
...~ ti..~ . ,,~I
&/
~
'-'
.g 2068 I .:S'/
I/ :
:._f./
É Matassa di
"' • fibru di
§ / "' - vetro lipo E
2 I <J,'•/
V: f '01:r:,':' _,
1379 ~ ,,..~
~;\,/
689
____ .,r-:ome:,.;
FIGURA 11.8
Comportamento sforzo-
deformazione òi varitipl dì o 2
{Da·'J<evlar
fibredi rinforzo.
Dcformazionea 1mzione.9r
49DataManuar: E 1.du
PonideNemours & Co.,
19741i,
275
Kevlar49
250 •
trefoloimpregnatodi resina
E 225
E
S 200
175
• Vetro S •
GrafiteHT
150 (alta resistenza)
Boro
125 /. Altri materialiorganici •
FIGURA11.9 Resistenza
100 •
Grafite HM
a trazione specifica • Vetro E (alto modulo)
(resistenza a trazionesulla
densità) e modulo elastico
a • Acciaio
trazione specifico(modulo
elastìco sulladensità)
divari • Alluminio
tipi di fìbredi rinforzo.
[Per 2,5 7.5 lO . 11.S 15 17.5
concessione dellaE.I. Du
PontdeNemaurs & Co., Modulo a trazione specifica. 10'1mm _mo<lu~::,:;:ume
Wilmington, De/J
Materiali per la Le resine poliestere insature e le resine epossidiche sono due fra le più
matrice di materiali importanti resine polimeriche utilizzate come matrice per la preparazione di
compositi materie plastiche rinforzate con fibre. Le reazioni chimiche responsabili della
polimerici reticolazione di queste resine termoindurenti sono già state descritte nel
rinforzati con fibre Paragrafo 7;9. ~·
Alcune delle proprietà delle resine poliestere ed epossidiche non rinforzate
rigide da colata sono elencate in Tabella 11.2. Le resine poliestere costano meno
ma non sono così resistenti come le resine epossidiche. Le poliesteri insa1v:1.:
vengono largamente utilizzate come matrici delle materie plastiche rinforzate
con fibre. Alcune applicazioni dj quésti· materiali includono scafi di
imbarcazioni, pannelli per edifici e pannelli della carrozzeria di autoveicoli.
aeromobili e apparecchiature. Le resine epossidiche costano di più ma hanno
vantaggi peculiari come buone caratteristiche di resistenza meccanica e minore
ritiro dopo la reticolazione rispetto alle resine poliestere. Le resine epossidiche
sono comunemente utilizzate come matrici dei compositi con fibre di carbonio e
aramidiche.
Materiali compositi 533
TABELLA 11.2 Alcune proprietà delle resine poliestereed epossidiche da colata non rinforzate
Poliestere Epossidica
FIGURA 11.10
di unasezione
Micrografia
trasversale
di unmateriale
fibredi vetro-
composito
resina
poliestere.
[DaD.
· Hu/1,''.Anfntroduction
lo
Composite
Materials
'',
Cambridge, p.63l
1981,
534 Capitolo 11
Composito
Tessuto Matassa 1
.in foglio da
intrecciato spezzettata stampaggio
dando luogo a una disposizione casuale celle fibre di vetro, la resistenza in una
specificadirezione è più bassa. ma essa è uguale in tutte )e direzioni (Tabella 11.3).
Fonte: Hercules,lnc.
Materiali compositi 535
1.4
Grafite/epossidica .
1.2
Kevlar/epossidica
\ \oro/epossidka~~
a:. I.O
o
FIGURA t 1.11 Proprietà é
a fatica(sforzo massimo in E
~~ 0.8 Boro/alluminio
funzione delnumero di cicli
E
a rottura)di unmateriale e
composito confibredì i: 0.6
..2
carbonio unidirezionalì e V::
Es~rciziario
Vedi Esercizio 11.1.
Unidirezionale
'
lncrociat9
quasi-isotropìco
oc..-:;..;.~...,.'"'...,..~:--: O"
o·..c.........,.....,........,....,..~1/.:
90°
oo..c;...::;;...;,...,.~....;..~;;...-: +45"
oo~'-'!,....,..~..+..,..,::1/.;
O"........"-'-...._......_
__ .,._,,.
+75•
90°
o•
_._._ ___
_
FIGURA 11.12 Strati
sovrapposti
unidirezionali
e
multidirezionaH
di
compositostratificato.
[Per
concessionedellaHercules,
lncJ
uguale alla somma del carico sugli strati di fibre e del carico sugli strati ài
matrice. cioe:
(]LI
(l l.2)
dove ac. a 1. e am sono gli sforzi e A<. A.r,e Am sono rispettivam&me le porzioni di
area del cÒmposito, della fibra e della matrice. Dato che la lunghezza degli stra ti
delia matrice e della fibre sono uguali, le aree A ... A.re A 111 nell'Equazione ( 11 : l
possono essere sostituite dalle frazioni di volume V1·· Vi e Vm:
(1] .3)
F
Dato che la frazione in volume di tutto il composito è 1. Vi-==1 e l'Equazione c
d
(11.3) diventa: s
i
(1 l.4) d
O
J
Materialicompositi 537
FIGURA 11.13
Micrografia di un materiale
composito a matrice
epossidica confibredl
carbonio formato dacinque
stratibidirezionali.
[DaJ. J.
Dwyer, Composìtes,Am.
Mach., July13,1979,
pp.87-96J.
(I 1.5)
Ur o-rVr O'mVm
- =· -·-· =·-- (r I.6)
ét· é:.r E:m
Strato dì fibra
o
/strato di matrice
_ (11.: ì
Equazioni dei carichi sulle regioni delle fibre e della matrice di una struttu,·a
composita laminata sollecitata in condizi_onidi isodeformazione Il rapporto dei
carichi sulle regioni delle fibre e della matrice di un materiale composito binario
sollecitato in condizioni di isodeformazione, può essere ottenuto dai rapporti
P = oA. Quindi, dato che cr= Be e che e1= em,
Pm (11.9,
dove Pc, P_re Pm sono i carichi agenti rispettivamente sul composito nel ·
insieme. sulla regione delle fibre e sulla regione della matrice. Combina:··-··
l'Equazione (l 1.9) con l'Equazione (l 1.8). se i valori E__r.
E 111, VJ, Fm e P, sono
noti, può essere determinato il carico su ciascuna regione delle fibre e della
matrice.
Eserciziario
.._ ______
I
_.· Vedi Esercizio 11.2.
Condizioni di isosollecitazione Si consideri il caso di una s{fottura composita
laminata ideale formata da strati di fibre e di matrice in cui gli strati so:w
perpendicolari agli sforzi applicati, come mostrato in Figura 11.15. In qn._:.;:,,
caso lo sforzo sulla struttura del composito origina una uguale condizione: dì
sollecitazione su tutti gli strati, e per .questa ragione viene chiamata deforma·
zione in condizioni di isosollecitazione.
Per derivare una equazione del modulo elastico di un composito a strati per
·questo· tipo di condizioni <li carico, bisogna considerare una equazione che
stabilisca che lo sforzo sull'intera struttura del composito sia uguale allo sforzo
sugli strati di fibre e allo sforzo sugli strati di matrice. Quindi:
La deformazione totale del composito nelle direzioni degli sforzi è quindi uguale
alla somma delle deformazioni degH strati di fibre e di matrice,
(11.11)
Assumendo che l'area perpendicolare ano sforzo non cambi dopo che lo sforzo è
stato applicato e assumendo unitaria la lunghezza del composito cui è stato
applicato lo sforzo. sì ha:
(I 1.12)
cr
(11.13)
(I l.14)
Ci
Strato di fibra
/
trnto.di mau'ice
FIGURA11.15 Struttura
composita formata dastrati
di fibree di matrice
sollecitata
in condizioni
di a
isosollecitazione.
{Volume
delcomposito Ve= areaA,
perlunghezza le),
540 Capitolo 11
(11.16)
Elaborando:
_ ì~rEm+ VinE/
E,. - E_rEm
oppure:
(11.17)
Eserciziario
Vedi Esercizio 1i .3.
Una rappresentazione schematica che confronta carichi in condizioni ,
isodefom1azione rispetto a carichi in condizioni di isosollecitazione di una str.
tura composita a strati (Figura 11.16) mostra che i valori dì modulo più alti. p-:;
un uguale volume di fibre. sono ottenuti in condizioni dì isodeformàzìone.
Processo manuale Questo è il metodo più semplice per produrre.pezzi in materiale rinforzato con
di laminazione fibre. Per fabbricare pezzi con qnesto processo utilizzando fibre di vetro e una
resina poliestere, si stende dapprima una mano di gel ne1lo stampo apeno
(Figura 11.17a). Le fibre di vetro di rinforzo. che nom1almente sono nella forma
di tessuto o di tappetino, vengono poste manualmente nello stampo. La resina
base, mescolata con catalizzatori e acceleranti, viene quindi applicata mediante
colata. col pennello o a spruzzo. Per impregnare di resina il materiale dì rinforzo
e per rimuovere l'aria intrappolata vengono utilizzati rulli (Figura l 1.l 7hl o
Materialicompositi 541
FIGURA 11.16
Rappresentazione schematica
delmodulo elastico a I
trazionein funzione della Condizioni di 1
frazione
in volume dellefibre isodefonnazione 1
I
in uncomposito laminato a ,,.
matricepolimerica rinforzata ,,.,, "
confibreunidirezionali, .,. .- .,.Condizioni di
sollecitato
in condizioni dl isosollecitazione
isodetormazione e
isosollecitazione.
Peruna Em
-- ....- .........
datafrazione di volume dì
0'------''-----..1.-a-.--.....L..---.J
fibrenelcomposito, il o 0.25 0.50 0.75 1.0
materialesoggetto acaricoin Frazionevolumetricadi fibra
condizionidi
ormazione
isodef
modulo
haun
piùelevato. I
raschiatoi. Al fine di aumentare lo spessore della parete del pezzo che si sta
fabbricando, vengono aggiunti strati di tessuto o di tappetino di fibre di vetro e
resina. Applicazioni che comportano ruso di questa metodologia includono
chiglie di imbarcazioni. serbatoi, custodie e pannelli per costruzioni.
···················-························ .. ···----------·············'··--········---···'"---------
542 Capitolo 11
I
Stampo a contatto
Rivestimento dì gel
(al (/>)
Murns,a Laminalo
FIGURA 11.18 Metodo Resina
di applicazionea spruzzo
per cutaliz.zatu
fabbricaremateriali
compositi a matrice
polimericarinforzali
con
fibredi vetro;i vantaggi
di
questo metodo
comprendono la possibilità Smmuzzatorc/
di otteneretormepiù pistola spray
ivestimento
complesse
e di di gel
I . I
automatizzare
il processo. Matassa Stampo a
[Perconcessione
della continua contatto
Owens/CorningFiberglass di trefoli
Co;].
Materiali compositi · 543
Processo per Un altro importante processo a stampo aperto per produrre cìlindri cavi ad
avvolgimento di elevata resistenza meccanica è il processo per avvolgimento difilamemi. In questo
filamenti (filament processo la fibra di rinforzo è fatta passare attraverso un bagno di resina e
winding) quindi avvolta su un opportuno mandrino (Figura 11.22). Quando sono stati
/· I
I I l'\1andrino
I I
I I
FIGURA11.22 Processo peravvolgimento di I I
filamentiperla produzione di materiali
polimerici
compositi rinforzaticonfibre.Lefibresonoprima
impregnate conresina polimericae quindiarrotolate
attorno adunmandrino rotante{tamburo).Il carrello
contenente le fibreimpregnatedi resinasi muove
Carrello
trasversalmente durantel'awolgimento,depositando trasversale Fibre impregnate
le fibreimpregnate. [DaH. G.DeYoung, Plastic di resina
Composites Fighttor Status,HighTechnology
Publishing Go.1.
Stampaggio per Questi s0110 due dei più importanti ptocessì ad elevato volume di produzione
compressione e utilizzati per la fabbricazione di materie plastiche rinforzate con fibre in stampi
iniezione chiusi. Questi processi sono essenzialmente gli stessi di quelli discussi nel
Paragrafo 7.6 per i materiali polimerici eccettuato il fatto che qui il materiale di
rinforzo viene mescolato alla resina prima dello stampaggio.
FIGURA 11.23
Avvolgimentodl filamenti
perl'alloggiamentodi un
motore dìmissileutilizzando
fibredi Kevlar
49e resina
epossidica.
[Per
concessionedellaDuPoni
Co.].
11.6 CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo è un materiale tra i più utilizzati nel campo delle costruzioni. Gli
ingegneri civili, per esempio, utilizzano il calcestruzzo per la costruzione di
ponti, edifici, dighe, muri e barriere dì contenimento e per pavimentazioni
stradali. Nel 1982 sono state prodotte negli Stati Uniti circa 50 x 107 tonnellate
di calcestruzzo, una quantità considerevolmente maggìore delle 6 x 107
tonnellate di accìaio prodotte nello stesso anno. Come materiale da costruzione
548 Capitolo 11
FIGURA 11.25 Il
pannelloesterno delcofano
dellaChevrolet
anteriore del
1984.Questo pannello è
fattoconcomposito in foglio
dastampaggio (SMC)per
pressaturaa 150°Ce 7
MPa,perun periodo di
tempo trai 60 e i 90 s. !Per
concessione dellaGenerai
TireandRubber Go.,
Southfield.Mich.J.
Stampo
riscaldato
Contenitore del Rulli di tiro
bagno di resina
Alimentatore delle
fibre di rinforzo
Cemento portland Produzione del <?emento portland Le materie prime per la produzione del
cemento portland sono la calce (CaO), la silice (SiO2), l'allumina (Ah0 3 ) e
rossido dì ferro (Fe2O3). Questi componenti vengono dosati opportunamente
per produrre diversi tipi di cementi portland. Le materie prime selezionate
vengono frantumate, macinate e quindi miscelate nelle proporzioni richieste per
ottenere le composizioni desiderate. La miscela viene quindi posta in un forno
rotante dove viene riscaldata a temperature tra 1400 e 1650°C Durante questo
processo la miscela viene convertita chimicamente in un clinker di cemento che
viene successivamente ·raffreddato e macinato finemente. Durante ia
macinazione, al cemento viene aggiunta una piccola quantità di gesso
(CaSO4 · 2H 1O) per controllare il tempo di presa.
Composizione chimica del cemento portland Dal punto di vista pratico. si può
considerare che il cemento portland sia costituito da quattro componenti
fondamentali. che sono:
1
li cemento portland prende il suo nome da una piccola penisola sulla costa meridionale
dell'Inghilterra in cui vi sono rocce calcaree simili al cemento portland.
550 Capitolo 11
,
FIGURA11.27 Sezione
di uncampione
trasversale
di calcestruzzo
indurito.La
pastacementizia ricopre
completamente ciascuna
particella
di aggregato e
riempiegli spazitra le
performare
particelle un
materiale
composito
ceramico.[Da"Design and
Contro/of Concrete
Mixtures·:12thed.,Partland
Cement Assaciation, 19791.
Normale 1t 55 20 12 9
A moderatocaloredi idratazione. Il 45 30 7 12
Modestaresistenzaai solfati
A indurimentorapido lii 65 10 12 8
A basso calore di id.ratazione IV 25 50 5 13
Resistenteai solfati V 40 35 3 14
70
"'
"' 56 ,
~
(
cJ
§
*~ 42
i:'
e::.
eo
<.>
:s 28
).,_,,//
FIGURA 11.28 ~
..:::.
Resistenza
a compressione ~ /
I
di paste
deicostituentipuri / C::iA+CSH:i
delcemento ìn funzionedel
14
~-------------
tempodi maturazione.Si
nolicheCSH 2è
o 20 40 60 80 100
l'abbreviazione
dellaformula Tempo.giorni
CaS04x 2H20. {Da J. F.
Young,
J. Educ.Module
Mater.Sci.,3:420(1981)!.
Acqua La maggior parte delle acque naturali potabili possono essere utilizzate co111i.'
acqua di miscela per il confezionamento del calcestruzzo. Possono ess,;n.
utilizzati anche alcuni tipi di acque non potabili, ma se il livello di impurcut.
raggiunge specifici limiti, dovrebbero essef'e e,ffettuate delle prove per valutare
l'effetto dell'acqua sulla resistenza· dél calcestruzzo.
Aggregati Gli aggregati normalmente costituiscono circa il 60-80% del volutne del
calcestruzzo e influenzano notevolmente le sue proprietà. Gli aggregati del
calcestruzzo vengono di solito divisi in aggregato fine e grosso. L'aggregato fine
è costituito da granuli di sabbia fino a 5 mm~ mentre raggregato grosso è
costituito dalle particelle trattenute da un setaccio numero 16 (pertanto di
Materialicompositi 553
----·
Il.IV, V_
40 .,,,.., I
Contenuto .,,,..
crescente
dì C3 S ,'lo
.,,f)
30
1//
7·½·/
Ili
,
1,.'
,,
,
/
/
20 / /
11.V/
/·
FIGURA 11.29 JV
IO
Resistenza
a compressione
di calcestruzzi
conlezionati
condiversitipi di cementi o .___.___....._
____...._
_ _,___ _._____....__
portland
ASTMin funzione .::s
7 14 90 l 80 tlanno112anno1
deltempodi maturazione.
WaJ. F. Young, J. Educ. Tempo.giorni
ModuleMater. Se!.,
3:420(1981)!.
Additivi aeranti Vengono prodotti dei calcestruzzi contenenti bolle d'aria al loro interno per
aumentare la resistenza ai cicli di gelo e disgelo e. in alcuni casi, anche per
migliorare la lavorabilità. Ad alcuni tipi di cementi portland vengono aggiunti
additivi aeranti; questi cementi vengono classificati facendo seguire la lettera A
al numero del tipo, come ad esempio i tipi IA o IIA Gli aa:enti aeranti
contengono sostanze attive superficiali che diminuiscono la tensìon; superficiale
all'interfaccia aria-acqua cosicché si formano bolle d'aria estremamente piccole
(il 90% sono meno dì 100 µ,m) {Figura 11.30). Per una efficace protezione dal
gelo i calcestruzzi aerati devono contenere il 4-8% in volume di aria.
Mix design Per il mix design del calcestruzzo devono essere presi in considerazione
seguenti fattori:
42
ci: 35
:: 'I, ,_ Calcestruzzo
normale
(.J
e:
e ' 'I,
-~
~
28 ''
s-
e: ''
B ' ' ...
FIGURA 11.31 Effetti
del :.s 21 ...
E aeralo' ,
Calcestruzzo
rapporto
acqua-cemento .-9
espressi
in pesosulla V:
14
resistenza
acompressione di
uncalcestruzzo
normalee di
uncalcestruzzo
aeralo(A-E).
[Da"Design andContraiot 03 0..4 O.:'\ 0.6 O.i 0.8
ConcreteMixtures·:
12th Rapportoncquu/ccmenlO
ed,,Portland
Cement
Association,
1979,p,61].
Eserciziari.o
Vedi Esercizio11.4.
556 Capitolo 11
Cemento armato Visto che la resistenza a trazione del calcestruzzo è circa 10-15 volte inferiore
alla sua resistenza a compressione, esso viene utilizzato nelle strutture in modo
che sia soggetto a compressione. Pertanto. quando un elemento strutturale in
calcestruzzo, come ìn una trave, è soggetto a sforzi di trazione viene gettato CC'"
dei tondini di acciaio di armatura, come mostralo in Fìgura 11.33. .'<,
calcestruzzo armato, le forze di trazione vengono trasferite per aderenza (L:
calcestruzzo all'acciaio di armatura. Il calcestruzzo contenente racciaio di
armatura sotto forma di tondini. reti elettrosaldate. ecc•. è denominato cememo
armato.
Cemento armato La resistenza a trazione del cemento armato può essere ulteriormente aumentata
precompresso introducendo sforzi dì compressione e realizzando calcestrll2;4i precompressi o
post-tesi con armature di acciaio chiamate cavì di precompressione. li cavo di
precompressione può essere un tondino o un cavo di acciaio posto in tensione. Il
vantaggio del calcestruzzo precompresso è la presenza di una sollecitazione
compressione che deve essere controbilanciata prima che il calcestruzzo po~~a
essere soggetto a sforzi di trazi~ne. /
Ancoraggio
delcavodi /.
) Cavo di compresione
eassa ,orma
(a)
FIGURA 11.34 Disegno
schematico raffigurante
i
metodi perottenere(a)una
travedi calcestruzzo
precompressa e (b)una
travedi calcestruzzo
post~
tesa.!DaA. H.Nilson,
"Designot Prestressed Cavo nella guida
Concrete~ Wiley,1978, (/J)
pp.14,17J.
11.8 LEGNO
Macrostruttura Il legno è un prodotto naturale con una struttura complessa e pertanto non ci si
del legno può attendere un materiale da costruzione omogeneo come una barra in acciaio
o un pezzo in materiale termoplastìco stampato per iniezione. Tutti sappiamo
che la resistenza del legno è altamente anisotropa, con la resistenza a trazìone
che è molto maggiore nella direzione parallela al tronco dell'albero.
In Fie:ura 11.35 sono anche indicati i raggi midollari che collegano i diversi
strati dal- midollo alla corteccia e che sono utilizzati per immagazzinare e
trasferire il nutrimento.
Legno dolce e legno duro Gli alberi vengono classificati nei due grandi grnp1 ·
dei legni dolci {gimnosperme) e legni duri (angiosperme). Dal punto di vista
botanico. se il seme deiralbero è esposto sia ha un albero del tipo con legno
dolce, mentre se ii seme è ricoperto ralbero è di legno duro. Con poche
eccezioni, il legno dolce è tipico delle conifere, mentre un albero con legno duro
perde ogni anno le sue foglie. Le piante con legno dolce sono spesso indicate
come'' alberi sempreverdi, mentre quelle con legno duro sono ~Iberi decidui. La
maggior parte dei legni dolci sono fisicamente teneri. mentre la maggior parte
dei legni duri sono duri. ma ci sono delle eccezioni. Esempi di legni doh: 1
orio'inari degli Stati Unitì sono l'abete, rabete rosso. il pino e il cedro. me111:,:
ese~pi di legni duri sono la quercia, l'olmQ, racero, la betulla e il ciliegio.
Anelli annualidi crescita Nei, èlimi temperati, ogni anno durante la stagione
di crescita. attorno al tronco dell'albero si forma un nuovo strato di legno.
Questi stratL particolarmente evidenti nelle sezioni dei legni dolci. sono chiamati
anelli annuali di crescita (Figura 11.36). Ogni anello ha due sottoanelli: legno
primaverile e legno autunnale. Nel legno dolce, il legno primaverile ha un colore
chiaro e le dimensioni delle cellule sono più grandi.
Materiali compositi 561
Microstruttura Il legno duro, al contrario del legno dolce. ha vasi di ampio diametro per la
del legno duro conduzione del nutrimento. I vasi hanno una struttura a parete sottile formata
da singole cellule allineate nella direzione longitudinale del tronco dell'albero.
Il legno duro viene classificato sia come poroso ad anelli che come a porosi1cì
diffusa! in funzione della disposizione dei vasi negli anelli di cre.scita. In un kgw
duro poroso ad anelli i vasi formatisi nel legno primaverile sono più amrì ·· ·
quelli formatisi nel legno autunnale (Figura 11.39). In un legno duro a struttu:·
porosa diffusa, i diametri dei vasi sono essenzialmente uguali in tutto ranello di
cres.cita (Figura 1l .40).
Le cellule longitudinali responsabili del sostenimento del tronco di un
albero con legno duro sono le fibre. Le fibre del legno duro sono cellule
alìungate~ affusolate alle estremità e di solito con pareti spesse. Le fibre hanno di
solito· una lunghezza compresa tra O,7 e 3 mm e hanno un diametro medio
minore di circa 20 ttm. La percentuale in volume delle fibre 11éllegno duro varia
considerevolmente. Per esempio, il volume delle fibre nel legno duro delralhcrc•
della gomma è del 26%, mentre per il noce americano è del 67%.
Le cellule del legno duro che conservano il nutrimento sono le parenchimd
radiali (trasversali) e longitudinali che hanno una forma tozza. I raggi del legno
duro sono generalmente molto più grandi di quelli del legno dolce, avendo
molte più cellule lungo la loro larghezza.
Struttura delle Esaminiamo la struttura ad alti ingrandimenti di una cellula del legno. come
pareti delle cellule quella rappresentata in Figura 11.4 l. La parete della cellula che si è inizialmente
formata per divisione cellulare nel periodo di crescita è chiamata parete
primaria. Durante il suo sviluppo. la parete primaria si accresce in direzione
Materiali compositi 563
FIGURA 11.38
Micrografia al microscopio
elettronicodi unlegnodolce
(pino)mostrante treanellidi
crescitanellasezione
trasversale.Sì notichele
cellulesonopìùampienel
legnoprimaverile (LP)che
nellegnoautunnale (LA).!
raggimidollari, chehanno la
funzione di immagazzinare il
nutrimento, corrono
perpendicolarmente alla
direzionelongitudinale.
(Ingrandimento 75x ). !Per
concessione delN. C.Brawn
Center tor Ultrastructure
Studies,SUNYCollege of
Environmental Scienceand
Forestry].
FIGURA 11.39
Micrografia al microscopio
elettronicodi unlegnoduro
porosoadanelli(olmo
americano) chemostra il
cambiamento neldiametro
deivasidellegno
primaverile(LP)e deivasi
del legnoautunnale (LA),
comesi osserva nella
sezione trasversale.
(Ingrandimento 50x). [Per
concessione delN C.Brawn
Center tor Ultrastructure
Studìes, SUNYCollege ot
Environmental Scienceand
Forestry].
564 Capitolo 11
FIGURA 11.40
Micrografia almicroscopio
elettronicodi unlegnoduro
construttura porosadiffusa
{acero)chemostra deivasi
di diametro relativamente
uniforme gli anelli
attraverso
di crescita.Èchiaramente
visibilela struttura
delvasi
costituitadacellule
individualisovrapposte.
(Ingrandimento 110x). [Per
concessione delN.C.Brawn
Centet tor Ultrastructure
Studies, SUNYCollege ot
Enitironmental Scìenceand
Forestry].
t l
Pareteprimaria
schematico dellastruttura·
delleparetidi unacelluladel
legnoraffigurante lo
spessore relativodellepareti
primariae secondaria. Le
lineelungole pareti
indicanol'orientamentodelle
microfibrìlle.[DaR.J.
Thomas e J. Edic,Module
Mater.Sci.,2:85(1980)).
Proprietà Contenuto di umidità Il legno. a meno che non venga essiccato, contiene una
del legno certa umidità. L'acqua nel legno è presente sia assorbita nelle pareti delle cellule.
sia come acqua libera nel lume delle cellule. Per convenzione. la percentuale di
acqua nel legno è definita dalla relazione:
H OH H OH
H·o~·H20H0 o
H o
H . O H H
H,OH
OH H o H H
HO .H
o o
H OH H OH
di unamolecola
FIGURA 11.42 Struttura di cellulosa.
[DaJ. D. Wellons,
"Adhesìve
Bonding andOtherStructural
o! Woods Materials''.
Unìversity
Park,Pa.. Materials
Education
Council,1983'J.
566 Capitolo 11
Eserciziario
Vedi Eserciziot 1.5.
Ci si riferisce alle. condizioni di umidità del legno di un albero vivente con il
termine legno verde.Il contenuto medio di umidità dell'alburno del legno dolce
in condizioni dì legno verde è circa del 150%, mentre quello del durame della
stessa specie è di circa il 60%. Nel legno duro la differenza di contenuto di
umidità tra l'alburno e il durame è generalmente meno evidente, con entrambi.
attestati attorno all'80%.
Ritiro U legno verde quando viene eliminata l'umidità subisce un ritiro e pU{ì
distorcersi, come mostrato in Figura 11.43 per le direzioni radiale e tangenziale
di una sezione del tronco, 11legno si ritira molto di più in direzione trasversale
che in direzione longitudinale, con valori di 10-15% in direzione trasversale
rispetto a 0,1 % nella direzione longitudinale ..
Quando l'acqua viene eliminata daJle zone amorfe delle parti esterne delle
microfibrille, queste si avvicinano e il legno diventa più denso. Dato che la
dimensione maggiore delle microfibrille è lungo la direzione longitudinale del
tronco della pianta, il legno si ritira principalmente in direzione trasversale.
Materiaii.éompositi 567
<'?
,...
,...
-~
c.
Cl)
568 Capitolo 11
Sandwich con Strutture sandwich a nido di ape sono state utilizzate come materiali da
struttura a nido costruzione per più di 30 anni nell'industria aerospaziale. La maggior parte degli
d•ape aeroplani che oggi volano sono realizzati con questo materiale da costruzione.
La maggior parte delle strutture a nido di ape oggi utilizzate è composto da leghe
di allwninio come la 5052 e la 2024, da materiali compositi fenolici o poliesteri
rinforzati con fibre di vetro oppure da materiali rinfoq;ati con fibre aramidiche.
I pannelli a nido di ape di alluminio sono prodotti incollando le lastre di
alluminio alla struttura interna di alluminio a nido di ape, come mostrato in
Figura 11.44. Questo tipo di struttura permette di ottenere un pannello sandwich
con buone caratteristiche di durezza, rigidità, resistenza meccanica e leggerezza.
Strutturemetalliche Una struttura placcata viene utilizzata per produrre dei compositi con uno strato
placcate interno metallico e sottHi strati esterni di un altro metallo o metalli (Figura
I L45). In genere, i sottili strati metallici esterni vengono laminati a caldo sullo
Adesivo
Pannello
sandwich
r--
1
l
Stratiesterni sottili
Cuoremetallicoimemo di metallo placcmo
Resistenza Modulo
a trazione elastico Deformazine
MPa GPa a rottura, %
è stata portata da 31O a 1417 MPa. mentre il suo modulo elastico è passato da
69 a 231 GPa, Le applicazioni dei compositi A-B comprendono alcune parti
della fusoliera delia navicella space shuttle.
Altre fibre continue di rinforzo che.sono state utilizzate per gli MMC sono
le fibre di carburo di silicio. grafite. allumina e tungsteno. Un composito di Al
6061 rinforzato con fibre continue di SiC verrà utilizzato per la sezione del
tìmone di coda di un aereo da caccia avanzato (Figura l I. le). Di partic9lare
interesse è il progetto dì utilizzo di fibre continue di SiC per il rinforzo in una
matrice di alluminuro di titanio per aeroplani supersonici come raereo National
Aerospace. (Figura 1.1).
MMC rinforzati con fibre discontinue e con particelle Sono stati prodotti
molti tipi di MMC rinforzati con fibre discontinue e particelle. Questi materiali
offrono il vantaggio di possedere una più alta resistenza meccanica. una
maggiore rigidità e una migliore stabilità dimensionale delle leghe metalliche
non rinforzate. In questa breve esposizione dei materiali MMC. verranno
trattati gli MMC delle. leghe di ailuminio.
Gli MMC rinforzati con particelle sono MMC abasso costo in lega di
alluminio prodotti utilizzando particelle di forma irregolare di allumina o
carburo di silicio con diametri compresi tra 3 e 200 (m. Le particelle, che qualche
volta vengono opportunamente rivestite, possono essere mescolate alle leghe di
alluminio fuse e colate in lingotti di rifusione o in billette di estrusione per la
successiva lavorazione. La Tabella l l. 7 mostra che la resistenza a trazione a
rottura della lega di Al 6061 può essere aumentata da 31 O a 496 MPa con
572 Capitolo 11
l'aggiunta del 20% di SiC, mentre il modulo di elasticità può passare da 69 a 103
GPa. Le applicazioni di questo materiale riguardarlo l'equipaggiamento
sportivo e i componenti di motori automobilistici.
Gli MMC rinforzali con fibre discontinue sono prodotti principalmente
tramite processi di metallurgia delle polveri e di infiltrazione di metallo fuso. Nei
processo di metal1urgia delle polveri, whisker aghiformi di carburo dì silicio dal
diametro compreso tra 1 e 3 (m e lunghi tra 50 e 200 {m {Figura 11.47)vengono
mescolati alla polvere del metallo, compattati con pressatura a caldo, quindi
estrusi o forgiati nelle forme desiderate. La Tabella 11.7 mostra che la resistenza
a trazione a rottura della lega di Al 6061 con l'aggiunta del 20% di SiC può
passare da 310 a 480 MPa, mentre il modulo di elasticità può passare da 69 a
115 GPa. Sebbene con l'aggiunta di whiskers possano essere raggiunti valori di
resistènza maggiori rispetto all'aggiunta di particell~ i processi di metallurgia
delle polveri e di infiltrazione di metallo fuso sono più costosi. Le applìcazìonì
per le leghe di alluminio MMC rinforzate con fibre discontinue comprendon1.'
componenti per ìa guida di missili e. pistoni per autoveicoli ad elevate
prestazionL
Compositi a Sono stati recentemente sviluppati dei compositi a matrice ceramica che hanno
matrice ceramica migliorato le proprietà meccaniche di resistenza e tenacità di matrici ceramiche
(CMC) non rinforzate. Di nuovo, i tre principali tipi di rinforzo possibili sono fibre
continue, fibre discontinue e particelle.
Eserciziario
Vedi Esercizi 11.6 e 11.7.
CMC rinforzati con fibre continue I due tipi di fibre continue che sono stati
usati perì CMC sono il carburo di silicio e l'ossido di alluminio. In un processo
di fabbricazione di un composito a matrice ceramica, le fibre SiC sono intessute
in un feltro e quindi viene utilizzata la tecnica di deposizione chimica in fase
vapore (Chemical Vapor Deposition. CVD) per impregnare le fibre del feltro di
SiC. rn un altro processo le fibre SiC ·sono racchiuse da un materiale vetro~
ceramico. Le applicazioni di questi materiali comprendono tubiper scambiatori
di calore, sistemi di protezione termica e materiàli per ambienti soggetti a
corrosione e a erosione.
Contenuto di Resistenza
whìsker di SiC, a flessione Tenacità a frattura
Matrice % in volume MPa MPaym
Eserciziario
Vedi Esercizio11.8.
RIASSUNTO
FIGURA 11.48
Diagramma schematico che
mostra comele libredi
rinforzo
possono inibirela
propagazione di cricche nei
materialia matrice ceramica
mediante la creazionedi
pontiall'interno
dellecricche
e l'assorbimento di energia
persfilamento dellefibre.
Materiali compositi 575
DEFINIZIONI
Pa1·ag1·afo11.1
Materiale com~sito: un materiale composto da una miscela o da una combinazione di
due o più micro o ma.crocostituenti che differiscono nella forma e nella composizione
chimica e che sono essenzialmente insolubili runa nell'altro.
Paragrafo I 1.2
Materie plasticherinforzatecon fibre: materiali compositi formati da una miscela di una
matrice di materiale polimerico, come una resina poliestere o epossidica, rinforzata
con fibre di elevata resistenza come le fibre di vetro, di carbonio o aramidiche. Le
fibre forniscono elevata resistenza e rigidità, la matrice polimerica tiene assieme le
fibre e le sostiene.
576 Capitolo 1 1
Fibre di vetro E: fibre composte da vetro E(elettrico), che è un vetro borosilicato e che è il
vetro più comunemente utilizzato nelle materie plastiche rinf <fzate con fibre di vetro.
Fibre di vetro S: fibre composte da vetro S che è un vetro con ossido di magnesio.
allumina e silicati, utilizzato per fibre di rinforzo per materie"plastiche quando sono
richieste fibre ad altissima resistenza.
Stoppino: un insieme di fasci di fibre continue attorcigliate o non attorcigliate.
Fibre di carbonio (per un materiale composito): fibre di carbonio prodotte principalmente
dal poliacrilonitrile (PAN) o dalla pece che sono stirate per allineare la struttura
reticolare delle fibre all'interno di ogni singola fibra di carbonio e che vengono
riscaldate per rimuovere l'ossigeno, l'azoto e l'idrogeno dalle fibre di partenza, o
precursori.
Corda di fibre: un insieme di molte fibre in un fascio diritto che è composto da un
determinato numero di fibre, per esempii;:,6000 fibre per corda.
Fibrè"·aramidiche: fibre prodotte per sintesi chimica e utilizzate per il rinforzo delle
materie plastiche. Le fibre aramidiche hanno una struttura lineare dì poliammidi
aromatiche (ad anello come il benzene) e sono prodotte e commercializzate dalla Du
Pont Co. sotto il nome commerciale di Kevlar.
Resistenza a trazione specifica: resistenza a trf3zio11edi un materiale divisa per la sua
densità.
Moduloelastico specifico:modulo elastico di un materiale diviso per la $1.Ia densità.
Paragrafo U .3
Laminato:Prodotto composto da fogli di un materiale uniti solitamente tramite calore e
pressione.
Laminatomonodirczionale: laminato plastico rinforzato con fibre prodotto unendo strati
di fogli rinforzati con libre in cui le fibre continue net laminato hanno tutte la stessi:l
direzione.
Laminatomultidirezionale: laminato plastico rinforzato con fibre prodotto unendo stra.:
di foglì rinforzati con fibre in cui le fibre contiìrne nel laminato hanno differenti
orientamenti.
Ply {lamina):uno strato di un laminato multistrato.
Preimpregnato:una tela o un feltro impregnato di resina polimerica pronto per essere
formato che può contenere delle fibre di rinforzo. La resina è reticolata parzialmente a
uno stadio ·'B" e viene fornita al fabbricante del composito che utilizzerà il materiale
per formare gli strati del composito la~1inato. Dopo che gli stra9_sono stati disposti
per produrre una forma finale. essi vengono uniti. solitamente con calore e pressione.
attraverso la reticolazione del laminato.
Parug1·afo11.4
Processo manuaJedì laminazione:processo manuale di posa (e lavorazione) di strati
successivi di materiale di rinforzo in uno stampo 'per produrre un materiale composito
rinforzato con fibre.
Processodi applicazionea spruzzo:processo in cui è utilizzata una pistola a spruzzo per
produrre un composito rinforzato con fibre. In un tipo di processo di applicazione a
spruzzo, le fibre tritate sono mescolate con la resina polimerica e sono spruzzate in
uno stampo per formare un pezzo di materiale composito;
Processo sacco a vuoto-autocla,,e:processo per lo stampaggio di un pe1.zo di materia
plastica rinforzata con fibre in cui alcuni fogli dì materiale flessibile trasparenti sono
Materiali compositi 577
posti a tenuta su una parte dì laminato che non è ancora stato indurita. Tra i fogli e il
laminato viene prodotto il vuoto in modo che l'aria intrappolata venga rimossa
meccanicamente dal laminato e infine avviene rindurimento in autoclave.
Avvolgimentodi filamenti:processo per produrre materie plastiche rinforzate con fibre
mediante l'avvolgimento su un mandrino rotante di fibre continue precedentemente
impregnate con resina polimerica. Quando è stato applicato un numero sufficiente di
strati, la fonna avvolta viene indurita e il mandrino rimosso.
Paragrafo 11.5
Compositoin foglio da stampaggio(Sheet-moldingcompoundSMC): composito di resina
polimerica, riempitivo e fibra di rinforzo utilizzato per fabbricare materiali compositi
polimerici rinforzati con fibre. Un SMC è solitamente composto per il 25-30% da fibre
lunghe circa 2,5 cm e solitamente le fibre di vetro sono le più utilizzate. Il materiale
SMC viene in genere maturato per un certo periodo in modo che possa sostenersi da
solo e quindi viene tagliato nella giusta forma e posto in uno stampo in pressione.
Poltrusione: processo per produrre un pezzo in materia plastica continua rinforzata con
fibre, di sezione costante. Il pezzo poltruso è realizzato trafilando un insieme di fibre
impregnate di resina attraverso una matrice riscaldata.
Pa1·ag1'afo JJ.6
Calcestruzzo (di cemento portland): miscela di cemento portland, aggregato fine.
aggregato grosso e acqua.
Cementoportland:cemento fonnato princìpalmente da silicati di calcio che reagiscono
con acqua per formare una massa indurita.
Aggregato:materiale che viene mescolato al cemento portland e all'acqua per produrre il
calcestruzzo. Le particelle dì dìmensione maggiore sono chiamate aggregato grosso
(es. pietrisco) mentre quelle più piccole sono chiamate aggregato fine (sabbia).
Reazione di idratazione: reazione dell'acqua con un altro composto. La reazione
dell'acqua con il cemento portland è una reazione di idratazione.
Calcestruzzo aerato:calcestruzzo in cui è stata formata una dispersione uniforme di piccole
bolle d'aria. Circa il 90% delle bolle d"aria hanno un diametro inferi ore ai l 00 11.m.
Cemento armato: calcestruzzo contenente armature dì acciaio che resistono alle
sollecitazioni di trazione.
Cementoarmatopost-teso:cemento armato in cui sono stati introdotti degli sforzi interni
di compressione per contrastare gli sforzi di trazione dovuti a forti carichi.
Cementoarmatoprecompresso: cemento armato precompresso in cui il calcestruzzo viene
gettato su ànnature dì acciaio poste in trazione.
Paragrafo J1.7
Asfalto: bitume formato principalmente da idrocarburi con un ampio spettro di pesi
molecolari. La maggior parte delrasfalto è ottenuto dalla raffinazione del petrolio.
Miscele di asfalto: miscele di asfalto e aggregati utilizzate principalmente per la
pavimentazione stradale.
Paragrafo 11.8
Legno: materiale composito naturale formato prevalentemente da una complessa
sequenza di fibre di cellulosa in una matrice di materìale polimerico composta
principalmente da lignina.
578 Capitolo 11
,.
CORROSIONE
._EPROTEZIONE
DEI MATERIALI
12.1 GENERALITÀ
(a) (b)
La reazione può essere scritta in forma semplificata. trascurando gli ioni cloro.
come:
Zn + 2H~ Zn 2+ + H2 (12.2)
Potenziale di elettrodo, Ec
Reazione di ossidazione {volt rispetto all'elettrodo
(corrosione} standard a Idrogeno)
1,;.'..3CELLE GALVANICHE
Celle ga1vanìche Poiché la maggior parte dei processi corrosivi dei metalli imp~ca il verificarsi di
r::on elettroliti reazioni elettrochimiche, è importante capire i principi di funzionamento di una
1 M coppia elettrochimica (cella). Una macrocella galvanica può e5.~t'rc
costruita con due elettrodi di metalli diversi, ognuno immerso in una soluzìn:ic
dei propri ioni. Un cella galvanica dì questo tipo è mostrata in Figura 12.4, che
mostra un elettrodo di zinco immerso fn una soluzione 1 M di ioni zn:: ....e un
elettrodo di rame immerso in una soluzione 1 M di ioni Cu 2+ a 25 °C; le due
soluzioni sono separate da un setto poroso per impedire il loro rimescolamento
e i due elettrodi sono collegati da un conduttore elettrico esterno con posti in
serie un interruttore e un voltmetro. Ne1 momento in cui il circuito viene chiuso.
gli elettroni fluiscono dalrelettrodo di zinco aJrelettrodo di rame attraver.so il
conduttore elettrico esterno e il voltmetro misura un potenziale di 1,10 V.
Corrosione e protezione dèi materiali 585
Interruttore -1.J O V
Setto
poroso
I
GURA 12.4 Macrocella
alvanica
conelettrodi
di
_... Zn 2 -l Cu2~
I
ncoe di rame.Nel . ~ I ~
omento in cuiil circuito -- so4- t"'I- so~-
enechiusoe gli elettroni !
Anodo I Cat0do
uisconoe la differenzadi IM I IM
otenziale
tral'elettrododi Zn2- I Cu 2-
Zn _. Zn 2- + 2e- ..._ ____ --1. ____ ...._--.1 Cu~- + 2<,- -. Cu
mee quellodi zincoè
,10 V. L'elettrododi
ncoè l'anodo dellacellae
corrode.
Ec = +0,337 V
Si osserva che la reazione dello Zn ha il potenziale più negativo (-0, 763 V per lo
zinco rispetto a +O, 337 V per il rame). Dunque l'elettrodo di Zn sarà ossidato a
2
ioni Zn + e gli ioni Cu 2+ saranno ridotti a Cu alrelettrodo di rame. Il potenziale
elettrochimico complessivo della cella si ottiene sommando il potenziale di
ossidazione della semicella di zinco al potenziale di riduzione della semicella di
rame. Si noti che il potenziale di ossidazione deve essere cambiato di segno
quando la reazione è scritta come reazione di riduzione.
586 Capitolo 12
Eserciziario
Vedi Esercizio 12.1 .
Celle galvaniche La maggior parte degli elettroliti delle celle galvaniche di corrosione reali non
con elettroliti sono 1 ·M, ma sono generalmente costituiti da soluzioni diluite di
non 1 M concentrazione inferiore, Se la concentrazione degli ioni in un elettrolita in
cui è immerso un elettrodo che si comporta da anodo è minore di 1 M. il lavoro
motore per la reazione di dissoluzione o corrosione dell'anodo è maggiore. visto
che c·è una più bassa concentrazione di ioni che provocano la reazione
contraria. Quindi la reazione anodica avrà un potenziale più negativo:
(L.:
E:::::E0
0,0592
+--- 1og~
eioni (12.7)
n
dove: E = potenziale della semi.cella
E0 = potenziale standard della semicella
n = numero di elettroni che reagiscono (per esempio. M - M"+ n,.: I
1
Walter Hermann Nernst (1864-1941). Chimico e fisico tedesco che realizzò lavori
fondamentali sulle soluzioni elettrolitiche e sulla termodinamica.
Corrosione e protezione dei materiali 587
1.
Fe2+ H.
Elettrolita acquoso
FIGURA 12.5 Reazioni
dì elettrodo
in unacella Semìreazione Semireazione
galvanica Fe-Cuin cui anodìca catodica
Fe0.- Fe~- + 2r- 2H- + 2e- - H1 i
inizialmentenell'elettrolita
nonsonopresenti ioni
metallìci.
[DaJ. Wulftet al.. Ambiente neutro o basico
"TheStructure and O: + 2H20 + 4e- -- 40W
Propertieso!Materìals·: voi.
Il; Wiley,1964.p.164).
Eserciziario
Vedi Esercizio12.2.
Celle galvaniche Consideriamo ora una cella galvanica in cui elettrodi di ferro e di rame sono
con elettro.liti senza immersi in una soluzione elettrolitica acida priva di ossigeno dove inizialmente non
ioni metallici sono presenti ioni metallici. Gli elettrodi di ferro e di rame sono collegati esterna-
mente da un connenore elettrico, come mostrato in Figura 12.5. 11potenziale elet-
trodicostandard per rossidazione del ferro è -0, 440 V e quello del rame è +O~337
V. Perciò in questa coppia il ferro si comporta da anodo e si corrode poiché ha un
potenziale di ossidazione più negativo. La reazione anodifa del ferro è:
Poiché nell'elettrolita non ci sono ioni rame che possono essere ridotti ad
atomi di rame dalla reazione catodica, gli ioni idrogeno H-1, presenti nella
soluzione acida saranno ridotti ad atomi di idrogeno. che successivamente si
588 Capitolo 12
(12.8b)
12.Sclì
Ferro
Soluzione di HCJ
H+Cl-
l
Fe !OH)~
(precipitato)
(li) (b)
Corrosione nelle Consideriamo ora il caso di un metallo immerso in una soluzione omogenea che
microcelle non contiene, almeno inizialmente, suoi ioni. Questo è in realtà il caso di
galvaniche di maggior interesse pratico, alla base della maggior parte dei fenomeni di
elettrodi singoli corrosione. Esaminiamo in primo luogo il caso di un singolo elettrodo di zinco
posto in una soluzione diluita di acido cloridrico priva di ossigeno; in tali
condizioni lo zinco subisce un attacco corrosivo di tipo elettrochimico dato che.
a causa di eterogeneità nella struttura e nella composizione. sulla sua superficie
si formano anodi e catodi localizzati (Figura 12.6a). La reazione dì ossidazione
che avviene agli anodi locali è:
Cosi come nei due esempi citati si possono corrodere in modo generalizzato tutti
i metalli immersi in ogni ambiente aggressivo non contenente suoi ioni, purché il
potenziale del processo anodico di dissoluzione del metallo sia inferiore a quello
del processo catodico complementare di sviluppo di idrogeno o riduzione di
ossigeno.
La possibilità termodinamica che un metallo si corroda in soluzione
acquosa può conseguentemente essere facilmente valutata.
Eserciziario
Vedi Esercizio12.3.
Eserciziario
Vedi Esercizio12.4.
Confrontiamo il potenziali ·cti un elettrodo di :,ferro immerso in una
soluzione diluita 0.,001 M dell'elettrolita Fe 2+ con il potenziale di un altro
elettrodo di ferro immerso in soluzione diluita 0,0 I M di ·Fe2+, con i due
elettrodi collegati da un conduttore elettrico esterno, come mostrato in Figura
12.7. L'equazione di Nernst per la reazione di ossidazione Fe - Fe 2+ + 2e-,
essendo n = 2, è:
= E
0
+ O, 0296 log Cioni (12.11)
592 Capitolo 12
F
C
g
b
d
c
g
v
c
Per la soluzione O.00 l M : E fr~ .. = -0. 440 V.+ O.0296 log O.00 I = -0. 5~(j l
Per la soluzione O,01 M : EFe:• = -0. 440 V+ O.02396 log O.OI = -0. 499 \'
Dato che -0, 529 V è più negativo di -0, 499 V. l'elettrodo di ferro nella
soluzione più diluita sarà l'anodo della cella elettrochimica e pertanto verrà
ossidato (corroso): quindi la cella dì concentrazione ionica dà lùogo a
corrosione nella tegione in cui l'elettrolita è più diluito.
FIGURA 12.9
Corrosione al bordodi GranoA
____
Bordodi grano
(catodo)
/
granoo vicinoadesso.(a)Il (catodo)
bordodi granoè l'anodo GranòA
dellacellagalvanica e si
corrode.(b}Il bordodi
granoè il catodoe le regioni (a) (b)
vicineal bordodi granosi
comportano
daanodi.
FIGURA12.11 Residuo
di grafite
conseguente
alla
corrosionedi ungomitodi
ghisa.[Perconcessionedel
LaQue CentertorCorrosion
Technology,/ne.].
Celle galvaniche Celle galvaniche microscopiche possono formarsi nei metalli o nelle leghe a
per disuniformità causa di differenze di composizione. struttura e sollecitazione, questi fattorì
di composizione, metallurgici possono infatti seriamente influenzare la resistenza alla co.rrosione
struttura di un metallo o di una lega; essi danno origine a regioni anodiche e catodiche è:
e sollecitazione dìff erenti dimensioni che possono dar luogo a corrosione per formazione di ..:,., .
galvaniche. Alcuni importanti fattori metallurgici che influenzano la resistt:.'!fr,,
alla corrosione. sono:
Celle gah·aniche al bordo dei grani Nella maggior parte "dei metalli e delle
leghe i bordi dei grani sono chimicamente più attivi (anodi) rispetto al cuore d~i
grani, quindi i bordi dei grani vengono corrosi, come mostrato in Figura 12.·h•.
La ragione del comportamento anodico dei bordi di grano è da ricercare ndb
loro alta energia. dovuta alla distorsione del reticolo atomico e nella migrazione
delle segregazioni di soluto e di impurezze verso i bordi dì grano stessi. Per
alcune leghe la situazione è ribaltata e le segregazioni portano i bordi di grano a
essere più nobili. o catodici, rispetto alle regioni adiacenti ai bordi di grano
stessi; questa situazione porta a corrosione preferenziale delle regioni adiacenti
ai bordi di grano, come mostrato in Figura 12.9b.
Celle galvanichein presenzadi fasi multiple Nella maggior parte dei casi una
Corrosione e protezione dei materiali 595
r\ J\1anensì1e
/ \ rinvenuta
/ \
o
~
4
'
I \\
FIGURA 12.12 Effetto ~3 Il! '\
deltrattamento
termicosulla ~
diunacciaio
corrosione
0,95%C in unasoluzione
1% H2S04. I campioni
con et'.
2
Manensite /
1~~_,,,A.
/
~·-
-~
lucidali
misurano ol ; I
2,5 x 2,5 x O,6 cm.il I >
200 400 600 800 IOOO
tempodì tempra è Temperatura,"'C
probabilmente
di 2 ore.
[HeynandBauer].
lega costituita da una singola fase ha una resistenza alla corrosione più alta di
una lega a fasi multiple, per il fatto che in una lega con più fasi si possono creare
ceUe elettrochimiche in cui una fase funziona da anodo e un'altra da catodo:
quindi la velocità dì corrosione è maggiore per una lega a fasi multiple. Un
classico esempio di corrosione in presenza di più fasi si verifica nena ahisa
perlitìca. La microstruttura della ghisa grigia perlitica consiste .dt
lamelle ài
grafite in una matrice di perlite (Figura 12.10), poiché la grafite è molto più
catodica (più nobile) della matrice di perlite circostante. si creano delle celle
galvaniche molto attive tra le lamelle di grafite e la matrice anodica perlìtica. ln
casi estremi di corrosione galvanica della ghisa' grigia perlitica, la matrice sì può
corrodere a tal punto che della ghisa non rimane che una rete di lamelle di
grafite interconnesse (Figura 12.1i).
Un altro esempio dell'effetto della presenza di una seconda fase sulla
riduzione della.resistenza alla corrosione di una lega è reffetto del rinvenimento
sulla resistenza alla corrosione di un acciaio ad alto tenoredi carbonio. Quando
questo acciaio è portato mediante tempra dalle condizio.ni austenitiche a quelle
martensitiche, la sua velocità di corrosione risulta relativamente bassa (Fhrnra
12.12) perché la martensite è una soluzione solida monofasica sovrassatu~ di
carbonio in posizione interstiziale in una struttura cristallina di ferro tetragonale
a corpo centrato. Dopo rinvenimento nell'intervallo tra 200 e 500°C, si forma un
fine precipitato di carburo E e di cementite (Fe 3 C}; questa struttura bifasica dà
origine a celie galvaniche che aumentano la velocità di corrosione dell'acciaio,
596 Capitolo 12
elettricità e magnetismo, mostrando come gli ioni di un composto migrino sotto J'effett<' 2
di una corrente elettrica applicata verso elettrodi di polarità opposta.
Corrosione e protezione dei materiali 597
iA
w= (12.14)
n
dove i= densità dì corrente (A/cm 2) e A = area (cm 2), se si usa il centimetro
come unità di lunghezza. Le altre grandezze sono le stesse dell'Equazione (12.13).
Eserciziario
Vedi Esercizi12.5, 12.6.
La corrosione. uniforme su11a superficie di un metano esposto ad un
ambiente corrosivo può essere misurata in diversi modi. Un metodo diffuso è la
misura deUa perdita dì peso di un campione esposto ad un particolare ambiente
per un certo periodo di tempo e il calcolo della velocità di corrosione come
perdita in peso per unità di superficie esposta per unità di tempo, ad esempio, la
corrosione unìforme è spesso espressa in milligrammi al decimetro quadrato al
giorno (mg/dm 2 • giorno). Un altro metodo comunemente usato è la misura della
Vèlocità di corrosione in termini di diminuzione di spessore del materiale
nell'unità di tempo, ad esempio in milfimetri per anno {mm/anno). Per la
corrosione unifonne in ambienti acquosi, la velocità di corrosione può anche
essere espressa come densità di corrente, in .ampere (o milliampere) per
centimetro quadro (A/cm2 o mA/cm-'.!).È possibile passare dall'una alle altre
grandezze attraverso semplici calcoli, utilìzzàndo la (11. l 3) o la (12.14).
Eserciziario
Vedi Esercizi 12.7, 12.8.
.. ~
Zinc·o.· Soluzionedi HCI
Zn2+
{ H'CI-
FIGURA 12.13
Dissoluzioneelettrochimica
~
dellozincoin acido
clorìdrico.
Zn- Zn2.+ 2e-
{reazioneanodica)
2H++ 2e-(H2
(reazionecatodica)
598 Capitolo12
+0.2
-O.O
-0.2
FIGURA 12.14
Comportamento cinetico
dell'elettrodo
di zincopuro
in soluzioneacida
(schematico).[DaM. G.
Fontana e N.D.Greene,
"Corrosion Engineering':
Densitàdi corrente,A/cm2
2nded.,McGraw-Hi/1, 1978,
p.314].
Reazioni di Consideriamo ora la cinetica della reazione di corrosione dello zinco che si
corrosione e discioglie in acido cloridrìco, come mostrato in Figura 12.13. La reazione
polarizzazione anodica per questo sistema elettrochimico è:
ìo2 + 4H+f2Hl0
I
I
EH::IH"" 't
+J.2 <- - -
t
B
+0.8
FIGURA 12.16
Polarizzazione di + -0.4
concentrazione durantela ~
:;:
reazionedi riduzione
~
catodicadi ossigeno. La l.:J
velocitàdi corrosione haun o
massimo corrispondente al -'liii - - - - - Ecorr - - - - ! -
consumo totaledi tuttele i0zn2+/Zn '°'e ~
molecole dl ossigeno che -0.4 I 1,~"'..",,
I .,-'I
giungono perdiffusione
A 'lt..t 1''; ./ zn2+ + 2c•""'Zn
dall'elettrolita
finoalta
-0.8
+ - - ... - . Ezn12n2+- - - - -V '
L..-...;...-_~-L-------"-L-------...;._'-i'-
superficfedelmetallo; L.-----_.JL..,;. ___
l0-1~ 10-io 10-s JQ-6 10-1 l 0-1
pertanto il trattoverticale
dellacaratterìstit:a
catodica
Densità di corrente.A/cml
corrisponde allacosiddetta
correntelimitedi ossigeno.
delle aree anodiche e catodiche locali non sono più all'equilibrio, mi.! ,1
modificano per raggiungere un valore intermedio costante Ecorr· La variazione
dei potenziali elettrodici rispetto ai loro valori di equilibrio verso un potenziale
costante ad un valore intermedio. in presenza di un flusso di corrente è chiamato
pp_lq_r;;;azione.
La polarizzazione nelle reazioni elettrochimiche può essere di due tipi:
polar'iz;azionedi attiva:ione e polari::::azione
di concentra=ione,:.
•
+
- - - - - - -.-E.,- - - - - ~ - - - -1--
Transpassìvo
1 Passivo
1 l
...,......Epp- - - - -
f t
Attivo
FIGURA12.17 Curva
polarizzazione
di
di unmetallo
1
CI !
[DaM. G.Fontana
passivo. ]O 100 1000 10.000
e N. O.Greene.
"Corrosion Densitàdi corrente,~ci&la
logi:irìtmica
Engineering':
2nded.,
McGraw·Hill,
1978,p.321}.
g}t~:I I I
CJ tega da ;aldatura 1 Pb-Sn ~50!50)
D Bionzo al banuanése ·
O Brohzo al silicio - I I I
CJ 6ttone ammìragliato. Ottone all'a ltlminio
D Brhnzo ail4st~g~otG&'.'1) .
CJ I- Acc1a10mossidab!le -Tipi 410. 4 6
CJArg7nto al n~chel
Cl 90s I O Rame-nichel
I I I
t-
D 80-2Ò Rame-~ichel
Acciaio inossidabile Tipo 430
;~~~ ,:ame-nlchel 1 I
Bronzo.al nichcil-allumiio ·
1
O Legh~.da b~~~:tt
..
I~:r:;~::~:::t:oo.l
I
O l
Nichel 200
OArgento l..- -f>cciaioi1nossidabile - Tipi 302. 3 4. 321. 47
c::J Nichel-rame leghe 400. K-500 I I
. J . ~.Accì~io inossidabile _Tipi 31~. 317
A_cc1ai0 moss1qab1leLefa "20 .. in getto e semilavorato
1
Nichel-ferro-cromo lee. 8'5
1
'ì-Cr-Mo-Cu-Si lega B~ -
Titanio I
Nì-Cr~Mo lega C
Le leghe son~ el~ncate nelto~dine dei potenziali che assumono in acqua di mare fluente.
Alcune leghe md1cat~ con il su~bolo - a bassa velocità o acqua poco aerata e in aree
schermate possono diventare amve e assumere un potenziale di circa -0. 5 volt
Fonte: Courtasy of 1he LaOve Center for Corroslon Technology. lnc.
604 Capitolo 12
protettivo, che rende molto più difficile il passaggio di ioni metallici nella
soluzione aggressiva. Al di sopra del potenziale di passi"tà (Ep) la densità di
corrente (ip) rimane più o meno costante per un ampio int~rvallo di potenziale
(campo di passività). Superato però un certo valore di potenziale, detto di
transpassività (Er, ), il film protettivo si distrugge ed il materiale diventa di
nuovo attivo (o meglio transpassivo) con conseguente nuovo forte aumento
della densità di corrente.
Le serie Poiché molti importanti materiali metallici formano film passivi, nelle celle
galvaniche galvaniche essi non hanno il comportamento previsto in base ai potenziali
elettrodici standard. Dunque, per lo studio del comportamento anodico o
catodico nelle applicazioni pratiche in ctii la corrosione è un fattore importante.
sonO stati sviluppati nuovi tipi di serie, chiamate seriegp.lvaniche.Quindi per ogni
ambiente corrosivo dovrebbe essere determinata sperimentalmente una serie
galvanica. Una serie galvanica per i metalli e le leghe esposte all'acqua di mare è
riportata in Tabella 12.3. Come sì vede. nella tabella, gli acciai inossidabili
assumono potenziali molto diversi se sono in condizioni attive oppure in
condizioni passive; si può inoltre, ad esempio, notare che lo zinco risulta essere
più attivo delle leghe di allum:inio, al contrario di quanto si potrebbe pensare in
base alla serie dei potenziali elettrodici standard di Tabella 12.1.
FIGURA 12.18
Comportamento anodico-
catodico dell'acciaio con
stratiesterni di zincoe Catodo
stagno esposti all'atmoslera.
(a)Lozincoè anodico Zinco
rispettoall'acciaioe sì
corrode {Estandard delloZn
=-0,763V e delFe= -0,440
V).(b)l'acciaioè anodico
rispettoallostagnoe si Anodo
corrode{lostrato dìstagno è (a) (b)
statoforatoprimachela
corrosione iniziasse) {E
standard delFe= -0,440 Ve
delloSn= -0,136V).[Da M.
G.Fontana e N. D. Greene,
"Corrosion Engìneering': 2d
ed.,McGraw-Hi/1, 19781.
Corrosione La corrosione per contatto galvanico tra due metalli diversi è stata discussa nei
(o protezione) per Paragrafi 12.2 e 12.3. Bisogna porre attenzione nel mettere in contatto due
contatto galvanico metalli diversi, perché la differenza del loro potenziale elettrochimico può
portare a corrosione. L'acciaio zincato, cioè l'acciaio ricoperto con zinco, è un
esempio di un metallo (lo zinco) che viene sacrìficato per proteggerne un altro
(l'acciaio). Lo zinco, depositato con un bagno caldo o elettrochimicamente
sulr~ccìaio,_è a~odico rispetto alracciaio e quindi si corrode e protegge l'acciaio
che e catodico m questo sistema (Figura 12.18a). La Tabella 12.4 mostra tipici
valori di perdita di peso di zinco e acciaio non accoppiati e accoppiati in ambienti
acquosi. Quando lo zinco e racciaio non sono accoppiati, si corrodono entrambi
con circ? la stessa velocità. invece, . quando vengono accoppiati, lo zinco si
corrode m quanto anodo della cella galvanica e quindi protegge l'acciaio.
Un altro esempio di uso di due metalli diversi in un prodotto industriale sono
le scatolette e lattine stagnate. La cosiddetta banda stagnata è prodotta per elet-
trodeposizione di un sottile strato di stagno su un lamierino di acciaio. La natura
non tossica dei sali di stagno rende la latta un materiale adatto per la realizzazione
di cont~nitori alimentari. Lo stagno (potenziale standard pari a -0,136 V) e il ferro
(potenziale standard pari a -0,441 V) hanno un comportamento elettrochimico
~im.ile.Basse vari~ioni nena disponibilità di ossigeno e nella concentrazione degli
ioru sulla superficiecambiano la loro polarità relativa. In condizioni di esposizione
atmosferica, lo stagno è in genere catodico rispetto airacciaio, quindi se la banda
stagnata fosse esposta a nonnale atinosfera aerata, si corroderebbe l'acciaio e non
lo st~gno. (Figura 12.18b); tuttavia, in assenza di ossigeno, lo stagno diventa
~no~1~0nspe~!o all'acciaio (si corrode cioè lo stagno, non tossico, proteggendo
I acc1a10)e c10 rende Io stagno un utile materiale per Conservare alimenti e
~evande. Come può essere notato da questo esempio la presenza di ossigeno è un
importante fattore nella corrosione per contatto galvanico.
606 Capitolo 12
Aree relative
Perdita di peso
Catodo Anodo dell'anodo"', g
1.01 0.23
2.97 0.57
5.16 0.79
8.35 0.94
11.6 1.09
18.5 1.25
lastre di rame (catodo) originano una forte corrosione sui chiodi 'cù acciaio
(anodi)~ come mostrato in Figura 12.19b. Quindi un alto rapporto tra l'area
catodica e quella anodica deve essere evitato.
(a) (b)
FIGURA 12.20
Corrosione
pervaiolatura
di
unacciaio
inossidabile
inun
ambiente
aggressivo.
[Per
concessione
delLaQue
Center
tor Corrosion
Technology,
/ne.].
corrosione per vaiolatura è stata accelerata, mentre nella pratica essa può
richiedere mesi o anni per perforare unà parete metallica. essendo per altro
spesso la fase di innesco quella cineticamente critica.
La maggior parte delle vaiolature si sviluppano e crescono nella direzione
della gravità e sulla parte inferiore delle costruzioni meccaniche.
Le vaiolature si innescano nelle zone dove si hanno aumenti locali della
velocità di corrosione: inclusioni, altre eterogeneità strutturali e di composizione
sulla superficie del metallo sono le più comuni zone di innesco delle vaiolature:
anche differenze di concentrazione degli ioni e dell'ossigeno, che creano celle di
concentrazione, possono innescare le vaiolature. Il processo di propagazione di
una vaiolatura in un metallo ferroso in un ambiente aerato di acqua marina è
illustrato in Figura 12.21. La reazione anodica del metallo sul fondo della
vaiolatura è M M.,.+ e-; la reazione catodica, che ha luogo sulla superficie
,.
FIGURA 12.21
Diagramma schematicodella
di unavaiolatura
crescita su
acciaio
inossidabilein una
salinaaerata.
soluzione !Da
M G.Fontana e N.D.
Greene,"Corroslon
Engineering';
2nded.,
McGraw--Hill,1978J.
Corrosione e protezione-·dei materiali 609
TABELLA12.6 Resistenza relativa alla corrosione per vaiolatura di alcune leghe resitenti alla
corrosione
del metallo attorno alla vaiolatura, è la reazione dell'ossigeno con l'acqua e con gli
elettroni che provengono dalla reazione anodica: 02 + 2H20 + 4e- -. 4OH··;
quindi il metallo che circonda la vaiolatura è protetto catodicamente. Deve essere
sottolineato che l'area anodica (pareti interne della vaiolatura) è molto più piccola
delrarea catodica (superficie del metallo), determinando in questo modo l'elevato
potere penetrante della corrosione per vaiolatura {molto più elevata ad esempio
della velocità di corrosione generalizzata di un acciaio non legato nello stesso am-
biente). Inoltre l'aumento della concentrazione degli ioni metallici nella vaiolatura
favorisce l'ingresso per trasporto elettroforetico degli ioni alogenidrici (cloro) per
.mantenere la neutralità della carica complessiva. I cloruri metallici in seguito
reagiscono con l'acqua per fom1are idrossidi metallici e ioni acidi liberi come:
(12.16)
FIGURA 12.22
Corrosionein fessura
sotto
il manicotto
di connessione
di uncavodi acciaio.
[Per
concessionedelLaQue
Centerlor Corrasion
TectmologJ;lnc.J.
1
"Corrosion Engineering",2nd ed., McGraw·Hill, 1978.
j
Corrosione e protezione dei materiali 611
2nded.,McGraw-Hill.
1918].
(12.18)
(12.19)
I. Nelle costruzioni usare giunti ben saldati, invece di giunti rivettati o forzati,
2. Progettare in modo da avere un drenaggio completo per impedire la
formazione di soluzioni stagnanti.
3. Se possibile, usare guarnizioni non assorbenti, come il Teflon, che è
idrorepellente.
j 1
M. H. Peterson, T. J. Lennox e R. E. Groover, Mater. Prot., Gennaio 1970, p. 23.
612 Capitolo 12
~~ Zona impoverita
in cromo
I LI
I li I
Perdiladi metaijo
Ij I per corrosione
Precipitati di Ili.~1
~. Bordi di
carburo di cromo
__ ....
#,-:;,r~'\.
J~ l· grano
d.
ea.;:c:: ·Grane
~-,..........,~.__',
--- _,.A.A.,,.. ,,, '
11
,~'
'~\' .....__,,.
(a) (b)
Quindi, quando per esempio un acciaio inossidabile AISI 304 o AISI 316 in
condizione sensibilizzata è esposto a un ambiente aggressivo blandamente o
fortemente ossidante, in cui le zone al bordo dei grani sono in condizioni di
attività e si comportano anodicamente, mentre le zone al cuore dei grani sono in
condizioni di passività e si comportano catodicamente, le regioni prossime ai
bordi di grano vengono severamente attaccate. Questo meccanismo è mostrato
schematicamente in Figura 12.24b.
A seguito dello stesso meccanismo di precipitazione di carburi di cromo
appena descritto, può avvenire anche il cedimento di saldature per un acciaio
inossidabile AISI 304, AISI 316 o su leghe simili. Questo tipo di rottura è
chiamato decadimento della saldarura ed è caratterizzato da un leggero
spostamento della zona corrosa rispetto al centro della saldatura, come
mostrato in Figura 12.25; durante il ciclo di saldatura l'acciaio rimane per un
tempo troppo lungo neU'intervallo di temperatura di sensibilizzazione (da 500 a
850°C) e i carburi di cromo precipitano ai bordi di grano nelle zone
termicamente alterate da1la saldàtura. Se una saldatura in condizioni di
sensibilizzazione non viene successivamente riscaldata per disciogliere i carburi
di cromo, quando essa viene esposta ad un ambiente corrosivo promotore dì
corrosione intergranulare si verifica il fenomeno di corrosione, e la saldatura, se
soUecitata meccanicamente, può cedere.
La corrosione intergranulare degli acciai inossidabili austenitici può essere
controllata attraverso i seguenti metodi:
FIGURA 12.25
Corrosione intergranularedi
unasaldatura di acciaio
inossidabile,Lezonedi
decadimento dellasaldatura
durante il raffreddamento
successivo allasaldatura
rimangono nell'intervallo
critìcodi temperatura in cui
awienela precipitazione dei
carburidi cromo. [DaH. H.
Uhtig,''Corrosion and
Corrosion Contro/'; Wiley;
1963, p.267J.
614 Capitolo 12
Corrosione La rottura per corrosione sotto sforzo (SCC, stress corrosìon cracking) è dovuta
sotto $forzo alla formazione di cricche nel metallo, provocate dall'effetto combinato di una
sollecitazione di trazione e di uno specifico ambient, corrosivo. Durante un
attacco per SCC. la superficie del metallo viene in genere corrosa molto poco.
mentre all'interno del metallo si propagano cricche fortemente localizzate come
mostrato per esempio in Figura 12.26, G.Ji sforzi che causano SCC possono
essere applicati o residui; el.evati sforzi residui che provocano SCC possono
derivare, per esempio, da sollecitazioni di origine termica introdotte da velocità
di raffreddamento eterogenee, da una errata progettazione meccanica, da
trasformazioni di fase durante i trattamenti termici. da deformazioni a freddo e
da saldature.
Solo particolari combinazioni metallo-ambiente possono causare SCC: la
Tabella 12.7 elenca alcune combinazioni metallo-ambiente in cui tale forma dì
corrosione può avvenire. Come si può osservare. non possono essere fan,.:
generalizzazioni sugli ambienti promotori di corrosione sotto sforzo; per
esempio, gli acciai inossidabili si criccano negli· ambienti che contengono cloro.
ma non in quelli che contengono ammoniaca. al contrario gli ottoni (leghe Cu-
Zn) sono soggetti a rottura negli ambienti che contengono ammoniaca. ma non
in quelli che contengono cloro. Nuove combinazioni di metalli e ambienti in cui
si può verificare SCC vengono continuamente scoperte. Anche la temperatura e
l'ambiente sono importanti fattori nella rottura per corrosione sotto sforzo.
I possibili meccanismi coinvolti nella SCC non son·o ancora stati
completamente chiariti a causa dell'elevato numero di possibili sistemi
metallo-ambiente, che spesso implicano differenti meccanismi. In
comunque in un fenomeno di SCC si ha una fase di innesco e una dì
propagazione della cricca; spesso in.oltre le cricche si innescano ìn
corrispondenza ad una vaiolatura o ad un'altra discontinuità sulla superficie
del metallo.
_
.........._
1
D. K. Priest, F. G. Fontana, Trans. ASM, 47:473 (1955).
TABELLA 12.7 Ambienti che possono causare corrosione sotto sforzo di metalli e leghe
Direzionedi propagazione
della cricca f.
Sforzo di Sforzodi
- trazione trazione -
FIGURA 12.27
Propagazione
per
dìssoluzione
anodicadi una
criccadacorrosione
sotto
sforzo(meccanismo Dissoluzioneanodica del
l
scorrimento-dìssoluzicme).
!DaR. W Staehlel.
metallo alrapice della cricca
1. Abbassamento degli sforzi nelle leghe sotto ìl limite che causa insorgenza
deila SCC, individuabile caso per caso. Questo può essere realizzato o
diminuendo il carico agente sulla lega o prevedendo per il materiale un
trattamento di distensione, in caso dì presenza di sforzi interni. Gli acciai al
carbonio possono essere distesi tra 600 e 650°C, mentre gli acciai inossidabili
austenitici nell'intervallo tra 815 e 925°C.
Corrosione e protezione dei materiali · 617
FIGURA 12.28
Superficiesoggettaa
corrosioneerosione da
fanghidi silice{3,5m/s)su
untuboin acciaio. Si
osserva:(a)corrosione per
vaiolatura
dopo21giornie
(b) unasuperficieincrespata ., :)
irregolare
dopo42giorni. Flusso-
[DaJ. Postlethwaiteetal.•
Corrosion,34:245(1978)]. (a) (b)
618 Capitolo 12
FIGURA 12.29
Micrografia
al mìcroscopio
elettronico
a scansioneche
mostracorrosioneper
sfregamento
sullasuperficie
di unalegadi Ti-6A1·4V
duranteunaprovadi usuraa
6000C conunaampiezza di
di 40µm edopo
scorrimento
3,5x106cicli.!DaM. M
Hamaly e R.8; Waterhause,
Wear, 71:237(1981)].
I
Corrosione La co1·rosioneper cavitazione è causata dalla formazione e dal collasso. in un
per cavitazione liquido in contatto con la superficie metallica, di bolle d'aria o cavità riempite di
vapore. La corrosione per cavitazione avviene sulla superficie dei metalli in
presenza di un'alta velocità del flusso del'liquido e di variazi~ni di pressione,
come nel caso delle pompe centrifughe e delle eliche delle navi. E stato calcolato
che il rapido collasso di bolle di vapore può produrre pressioni localizzate pari a
420 MPa. Il ripetuto collasso di bolle di vapore può arrecare un considerevole
danneggiamento alla superficie del metallo, rimuovendo i film superficiali e
strappando particelle metalliche. dalla superficie del metallo. la cavitazione può
aumentare la velocità di corrosione e causare usura superficìale.
1. Dissoluzione dell'ottone.
2. Permanenza in soluzione degli ioni dì zinco.
3. Rideposizione del rame sulFottone.
Dato che il rame residuo non ha la resistenza dell'ottone, la resistenza della lega
si abbassa considerevolmente.
La dezincificazione può essere minimizzata o prevenuta scegliendo un
ottone a basso CO!J.tenutodi zinco (ad esempio 85%Cu-15%Zn) o un
cupronicbel ·(70-90%Cu· 10-30%Ni). Altre possibilità sono modificare ram-
biente corrosivo o ricorrere alla protezione catodica.
Strati di ossidi Il grado di protezione che uno strato di ossido offre ad un metallo dipende da
protettivi molti fanorL raggiungendo una situazione ottimale se vengono rispettate le
seguenti condizioni:
Metallo4- Ossido--+--
.,· ~
/
/
Metallo ,. Ossido Gas Metallo Ossido Gas
·•
.....
,/
~"'·4
/
.-'
/
../ Movimento Movimento
,..,,.-i'
dell'osi,ido
+--·
'
......
........
dell'ossido
.... I marcatori
.,~ I marcaiorì ""'- rimangono
/ ...,_ \'engono sepolti in superficie
/
./
Eserciziario
Vedi Esercizio 12.9.
Lineare
.,. - Parabolico
Lognritmko
.9
5
i=
E
<
o Tempo
FIGURA 12.31 Leggi
dellevelocità
di ossidazione.
622 Capitolo 12
w = ke log(Ct+ A)
Eserciziario
Vedi Esercizio 12.10.
Comrollo della
COITOSione
FIGURA12.32 Metodicomuni
peril controllo
dellacorrosione.
624 Capitolo 12
Scelta dei Matétiali non metallici I materiali polimerici com~ le plastiche e le gomme
materiali non subiscono fenomeni di degrado in molti ambienti e pertanto possono essere
Fonte:M. G. Fontana,
and N. D. Greene,"Corrosion Engineering",2d ed., McGraw-Hill,1978.
certo punto dì vista meno resistenti dègli ordinari acciai da costruzione, nelle
soluzioni che contengono cloruri (tipo acqua di mare) e, in vari ambienti, sono
anche maggiormente suscettibili a corrosione sotto sforzo. Bisogna quindi porre
molta attenzione per evitare di usare acciai inossidabili in applicazioni per i
quali essi non sono consigliabili.
Progettazione Una corretta progettazione delle apparecchiature può essere importante per la
prevenzione della corrosione, tanto quanto la scelta dei materiali adatti. Il
progettista deve scegliere i materiali sulla bas.e delle proprietà meccaniche,
elettrìche e termiche; tutte queste considerazioni devono essere confrontate con i
vincolì economici. Nella progettazione di un sistema, specifici problemi
corrosionistici possono richiedere l'opinione di esperti di corrosione. Tuttavia
anche in questo caso possono essere indicate alcune importanti regole generali
di progettazione 1:
1
Da M. G. Fontana e N. D. Greene, ..Corrosion Engineering'', 2nd ed., McGraw-Hill.
1978. . ,
628 Capitolo 12
+
Corrente
Raddri:wuore
:~:+-Ghiaia
-.;.,;.;,i.......; ... I .
FIGURA12.33 Protezione i Lettodi posa
catodica
di unserbatoio
interrato
concorren!l
Serbatoio ------
Corrente
V
I
iDaM G.Fontana
impresse.
e N. D.Greene,
"Corrosion
, __
I ...... ,,/ I
Engineering~
2nded.,
McGraw·Hill,
1978,p.2071.
1
Per un interessante articolo sulla protezione catodica di un acciaio in acqua di mare
(Golfo Persico) si veda R, N. Duncan e G. A. Haines, Forty Years of Successful
Cathodic Protection in the Arabian Gulf, Mater. Perform.,21:9(1982).
630 Capitolo 12
Livellodel suolo
FIGURA 12~34
Protezione
interrata
di unatubazione
conunanodo di
--- Anodo
di Mg umo di pos3
magnesio.!DaM. G.Fontana
e N.D. Greene,"Corrosian
I
Engineering''.
2nded., lj
McGraw~Hilf,1978,p.20TJ.
Eserciziario
Vedi Esercizio12.11.
Corrosione e protezione_geimateriali 631
RIASSUNTO
DEFINIZIONI
Parag,·afo12.1
Corrosione:il degrado di un materiale dovuto all'attacco chimico dell'ambiente in cui si trova.
Paragrafo 12.2
Anod9: elettrodo metallico in una cella elettrochimica che si discioglie fonnando ioni e
fornisce elettroni al circuito esterno.
Catodo: elettrodo di una cella elettrolitì.ca che consuma elettroni.
632 Capitolo 12
Serie dei potenziali elettrochimici standard: scala degli elementi metallici in funzione dei
loro potenziali elettrodicì standard. ,
Paragrafo 123
Cella galvanica: due metalli diversi in contatto elettrico all'interno di un elettrolita.
Cella di concentrazione ionica: cella galvanica che si fonna,quando due pezzi dello stesso
metallo sono elettricamente connessi in un elettrolita, ma sono immersi in due
soluzioni a concentrazione ionica differente.
Cella di concentrazione di ossigeno: cella galvanica che si fonna quando due pezzi dello
stesso metallo sono elettricamente connessi in un elettrolita, ma sono immersi in
soluzioni a diversa concentrazione di ossigeno.
Paragrafo J2.4
Pol:rrlzzazione catodica: rallentamento o interruzione delle reazioni che avvengono al
èatodo di una cella elettrochimica causato: (]) da uno sta,dio lento nella sequenza delle
reazioni all'interfaccia metallo-elettrolita (polarizzazione di auivazione) o (2) dalla
mancanza di reagente o dall'accumulo di prodotti di reazione all'interfaccia metallo
elettrolita (polarizzazione di concentrazione).
Passivazione:formazione di un film di ossido ocomunque di prodotti di corrosione sulla
superficie di un anodo cosicché la corrosione viene rallentata o fennata.
Serie galvanica{in acquadi mare):scala dei potenziali pratici degli elementi metaìlici in un
particolare ambiente (acqua di mare) rispetto ad un elettrodo standard.
Pa,·agrafo 12.S
Corrosioneper vaiolatura(pitting corrosion):attacco corrosivo localizzato conseguente
alla formazione di piccole aree anodiche sulla superficie del metallo, per rottura
localizzata del film di passività.
Corrosioneintergranulare:corrosione preferenziale che avviene ai bordi di grano o nell1:
regioni adiacenti ai bordi di grano, impoveriti di un particolare elemento di lega
(cromo) a seguito di sensibilizzazione del materiale per precipitazione di composti di
quel particolare elemento di lega (carburi di cromo).
Corrosione sotto sforzo: attacco corrosivo localizzato di un metallo soggetto a
sollecitazioni in un ambiente corrosivo, che può :avvenire per specifici accoppiamenti
metallo-ambiente.
Decadimento della saldatura: attacco corrosivo su una saldatura o nelle zone
tennicamente alterate ad essa limitrofe, dovuto all'azione gawanica risultante da
differenze strutturali introdotte a seguito della saldatura.
Attacco selettivo: attacco preferenziale di un elemento di una lega solida a seguito di
processi corrosivi.
Paragrafo 12.6
Rapportodi Pilling-Bedworth(P.B·.):rapporto tra volume di ossido formato e volume di
metallo consumato nell'ossidazione.
Paragrafo 12.7
Protezione catodica.:protezione di un metallo mediante collegamento con un anodo
sacrifizia}e o l'imposizione di una corrente continua che lo renda catodico.
Protezioneanodica:protezione di un metallo mediante applicazione di una corrente
anodica impressa esternamente, formando così un film di .passivazione.
PROPRIETÀELE I I RIGHE
E MATERIALI
PER L'ELE I IRONICA
Modello classico Nei solidi metallici gli atomi sono disposti in un reticolo cristallino (per esempio.
per la conduzione CFC, CCC e EC) e sono legati tra loro dagli elettroni di valenza più esterni
elettrica nei metalli attraverso il legame metallico (vedi Paragrafo 2. 7). Il legame metallico rende
634 Capitolo 13
l Corporation,
Catif.).
Santa Clara.
(b}
I
!
possibile il libero movimento degli elettroni di valenza, in_qu~n!o ques.ti sono
condivisi da molti atomi e non sono legati a nessuno di essi m partlcolare:
I Qualche volta gli elettroni di valenza vengono descritti come u~a nuvol~ d~
__
valenza sono considerati come elettro.ni singoli liberi, non Jegat1 a nessun atomo
particolare,come mostratoin Figura 13.2b.
Proprietà elettriche e materiali per ì'elettronica 635
0 0
0-0-0-0
FIGURA 13.2
Disposizionischematiche
degliatomiin unpianodi
0-0 0-0
unmetallo monovalente
comeil rame,l'argento, 0 0
oppure il sodio.In (a)gli 0~
di valenza
elettroni sono j.
disegnati comeun"gas Elettronidi valenza raffigurati
come cariche individualinegative
elettronico··.
mentre in (b)
sonovisualìzzaticome (al (IJ)
liberidi carica
elettroni
unitaria.
Legge di Ohm Si consideri un filo di rame le cui estremità sono collegate ad una batteria, come
mostrato in Figura 13.3. Se al fi1o viene applicata u~differenza di potenziale V,
fluisce una corrente i, inversamente proporzionale alla resistenza R del filo.
Secondo la legge di Ohm, il flusso di corrente elettrica i è proporzionale al
potenziale applicato V ed inversamente proporzionale alla resistenza del filo,
cioè:
_J_ .
l=-
V
R
(13.1)
636 Capitolo 13
I
i41 AV (cadutadi potenziale)
1...j -----..........-c(S)Vòltmetto
I R::!._ (13.2)
R p- oppure p
A I
2
p = R-Al = n-mm = ohm - metro = l"I
H • m
,.
cr (13.3)
p
Eserciziario
Vedi Esercizi13.1 e 13.2.
L'Equazione (13.1) è detta.forma macroscopica della legge di Ohm poiché i
valori di i, V e R dipendono daBa forma geometrica di un particolare. conduttore
elettrico. La legge di Ohm può anche essere espressa in una forma microscopica
indipendente dalla forma del conduttore elettrico:
E
J=- oppure J =aE {13.4)
p
Velocità di deriva A temperatura ambiente, i nuclei ionici positivi del reticolo cristallino di un
degli elettroni conduttore metallico vibrano attorno alle posizioni neutre e pertanto
in un conduttore possiedono un'energia cinetica. Gli elettroni liberi scambiano continuamente
metallico energia con gli ioni del reticolo mediante urti elastici e anelastici. Poiché non
esiste un campo elettrico esterno, il moto degli elettroni è casuale e, poiché non
638 Capitolo 13
. V J=~
t=R p
dove i =corrente,A dove J = densitàdi corrente,Afm2
V = tensione,V E= campo elettrico, V/m
R = resistenza,n p = resistivitàelettrica,n · m
(13,5)
.,.
- - - - - - ~- - - - - - - - - - - i ··-,
- - ""':'- - -· - - - - - - . 1·a,
FIGURA 13.4 Velocità
di
derìvain funzionedeltempo
peril modello classicodi Tempo
conducibilitàelettrica
di un
elettroneliberoln un
metallo.
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 639
FlussQdi corrente
ttlus~o di curica posilìva)
~]
FIGURA 13.5 Una
differenza
di potenziale \
lungounfilo di rame
provoca unflussodi
elettroni,
comeindicato
neldisegno. A causadella
caricanegativa
dell'elettrone,
la dìrezione
delflussodì
è opposta
elettroni a Quella
delflussodi corrente
convenzionalecheassume
unflussodi cariche
positive.
J 111'.''t,j (13.6)
La resistività La resistività elettrica dì un metallo puro può essere approssimata alla somma di
elettrica dei metalli due termini: una componente termica fJT ed una componente residua Pr:
Ptotale . PT + Pr ( 13.7)
La componente termica deriva dalla vibrazione dei nuclei ionici positivi attorno
alle loro posizioni di equilibrio nel reticolo cristallìno del metallo. Con
l'aumentare della temperatura. i nuclei vibrano sempre di più e un gran
numero di onde elastiche eccitate termicamente (dette fononi) provocano la
dispersione degli elettroni di conduzione e diminuiscono i percorsi medi liberi e i
tempi di rilassamento tra le collisioni.
640 Capitolo 13
30 Fe/
I
I,
25 I
Rb I Os
/
20
/ lr
E
I
a /
~ 15 /
10
(13.8)
resistività
dellaresistività
di unmetallo
assoluta.
chea temperature
conla
Si noti
piùaliela
è la
elettrica
o
----------------- I
Pr Componentelegato
alla temperatura
Temperatura.K
somma dì unacomponente
residuaPr eduna
componente termìca Pl·
Eserciziario
Vedi Esercizio13.3.
Gli elementi di lega aggiunti ai metalli puri provocano una dispersione ag-
giuntiva degli elettroni di conduzione ed in questo modo aumentano la resistività
elettrica dei me1a1Iipuri. In Figura 13.8è mostrato reffeuo di piccol~ aggiunte di
vari elementi sulla resistività elettrica del rame puro a temperatura ambiente. Si
noti che l'effetto deì diversi elementi varia considerevolmente. Degli elementi
mostrati, l'argento provoca il minimo aumento della resistività, mentre il fosforo.
con la stessa quantità aggiunta, provoca il massimo aumento. L'aggiunta di tenori
maggiori di elementi di lega. come dal 5 al 35% di zinco per produrre ottoni
rame-zinco, aumenta la resistività elettrica e quindi diminuisce notevolmente la
conducibilità elettrica del rame puro, come mostrato in Figura 13.9.
Coefficiente di resistività
Resistività ·elettrica legato alla temperatura
Materiale a 0°C, µf! · cm Oj, 0
c- 1
Alluminio 2.7 0.0039
Rame 1.6 0.0039
Oro 2.3 0.0034
Ferro 9 0.0045
Argento 1.47 0.003$
642 Capitola 13
,.
p Si
Fe As
I /
2.5 X }()--8 I / Cr
I /
I //
I
I // .,....Mn
e I / .,.....,....
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2.0X }(}-S I .,.... ...-Al
I .,....
.,.... ...----~sn
_·l/. / / ~/. ...-· _.....--· __..
__ -N1 .
1 // ___..··. _ _,-- Pb
1/~~::==---- --A.g
Pr(293)
1.5 X J(}-8
FIGURA13.8 Ettetto
di
piccoleaggiuntedì vari
elementisullaresistività o 0.05 0.10 0.15 0.20
delramepuroa
elettrica Percentualein peso dì impurezza
temperatura
ambiente. WaF.
Pawfek e K.Reiche!,Z:
Metallkd.,
41:347(1956)).
100
80
60
40
20
FIGURA13.9 Effetto di o IO
di zincoal rame
aggiunte Percentualein peso di Zn
1009cCu
puroperridurrela
conducibilità
elettrica
del
rame.[DadatìASML
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 643
Modello delle Consideriamo ora il modello delle bande di energia per gli elettroni nei metalli.
bande di energia poiché ci aiuta a comprendere il meccanismo di conduzione elettrica nei metalli
per i metalli stessi. Per spiegare il modeìlo utilizziamo il sodio metallico, poiché r atomo di
sodio ha una struttura elettronica relativamente semplice.
Gli elettroni degli atomi isolati sono legati ai loro nuclei e possono avere
solo livelli energetici che sono rigorosamentedefiniti dagli stati 1s 1, 2s 1, 2s 2, ...
come richiesto dal principio di Pauli. In caso contrario, sarebbe possibile che
tutti gHelettroni di un a,tomo occupassero il livello energetico più basso, 1s 1! Così
gli 1l elett:ronì nell.),atomoneutro di sodio occupano 2 stati 1s, 2 stati 2s, sei stati
2p e uno staio 3s, come illustrato in Figura 13.lOa. Gli elettroni nei livel1i più
bassi (li!. 2s1, 2p 6) sono saldamente legati e costituiscono gli eleuronidegli stra:1i
più interni dell'atomo di sodio (Figura 13.J0b). L'elettrone 3s1 più esterno può.
invece, partecipare a legami con gli altri atomi ed è chiamato elettrone di valenza.
In un blocco solido di metallo, gli atomi sono ravvicinati e si toccano. Gli
elettroni di valenza, che sono delocalizzati (Figura 13.l la) interagiscono e si
compenetrano così che i loro ben definiti livelli iniziali di energia sono espansi in
regioni più ampie dette bande di energia (Figura 13. llb). Gli elettroni più
interni, poiché sono schermati dagli elettroni di valenza 1 non formano bande.
Ogni elettrone di valenza in un blocco di sodio metallico, per esempio. deve
avere un livello di energia leggermente differente secondo il principio dì
esclusione di Pauli. Così. se ci sono.Natomi di sodio in un blocco dì sodio. dove
Singolo livello
energetico Elettrone di v;llenzaI3s I J
..,····~··
......I
FIGURA 13.1O (a) Livelli
in unsingolo
di energia
2p --:
2s f:"o~
•&.t
~~
:.•.
~
·"'·
.. ·j
~ Elenroni del
1:;i,:,••...-;·· nucleo
atomodi sodio.(b) • ~·· (ls~.2s~.2p1'J
Disposizione deglielettroni
in unatomodi sodio.
di valenza
L'elettrone più
esterno3s1 è legato
debolmente edè liberodi (a)
partecipare
a un legame
metallico.
644 Capitolo 13
/.
FIGURA 13.11 (a) Bandadi liyelli
3s energeticipergli
Elettronidi valenza elettroni3s
delocalizzatiin unbloccodi
sodiometallico. (b)Livellidi 2p-
energia ìnun bloccodì 2s-
sodiometallico; sì noti
l'espansione dellivello3sin
unabanda di energia e che
la banda 3s è mostrata più ls-
vicinoal livello2p dal
momento cheil legame ha
provocato unabbassamento
(a)
deilivelli3s degliatomi
isolatidi sodio.
I
I Spaziatura
1---di equìlib~io
-10 1 mtcratom1ço
I
FIGURA 13.13
t~raTa···
Diagrammi schematici delle
bande di energia di alcuni
conduttorimetallici.
Sodio,3s1 : la banda
(a)
3s è
11, 3
.. 3
'1, lpl .. .
~1. ~I~···
riempitaametàperché c'è
i j
1
solounelettrone 3s • (b)
Magnesio, 3s2:la banda3s 3
è pienae si sovrappone alla
banda 3p vuota.(e) (a) (b) (e)
Alluminio,3s2p1: la banda
3s è pienae si sovrappone
allabanda 3p parzialmente
riempita.
La Figura 13.12 mostra una parte del diagramma delle bande di energia per
il sodio metallico in funzione della distanza interatomica. Nel sodio metallico
solido le bande di energia 3s e 3p si sovrappongono (Figura 13.12). Comunque,
poiché c'è solo un elettrone 3s ne11'atomo di sodio, la banda 3s è riempita solo a
metà (Figura 13.13a). Di conseguenza, nel sodio è richiesta una piccola quantità
di energia per eccitare gli elettroni dagli stati pieni più alti a quelli vuoti più
bassi. Il sodio è, quindi, un buon conduttore poiché è richiesta una quantità
molto piccola di energia per produrre un flusso di elettroni al suo interno.
Anche il rame, l'argento e raro hanno le bande s più esterne semipiene.
Nel magnesio metallico sono riempiti entrambi gli stati 3s. Comunque. la
banda 3s si sovrappone alla banda 3p e lascia alcuni elettroni in essa. creando
una banda combinata 3sp parziah11ente riempita (Figura l 3.13ò). Cosi.
nonostante la banda 3s sia riempita.. il magnesio è un buon conduttore. Allo
stesso modo, anche l'alluminio che ha riempiti sia gli stati 3s che uno stato 3p. è
un buon conduttore perché la banda 3p semipiena si sovrappone alla banda
piena 3s. (Figura 13.Bc).
Bandadi conduzionevuota
FIGURA 13.14
Diagramma dellebande di
energiaperon isolante. La
banda di valenza è
completamente piena
edè separata dallabanda Bandadi valenza piena
dì conduzione vuota
daungrande intervallo
dì energiaf9.
646 Capitolo 13
Modello delle Negli isolanti, gli elettroni sono saldamente legati e non sono "liberi" dì
bande di energia condurre elettricità se non sono fortemente eccitati. Il modelJo delle bande di
per gli isolanti energia per gli isolanti prevede una banda inferiore di valenza piena e una banda
superiore di conduzione vuota. Queste b.ande sono separate da un intervallo
(gap) di energia relativamente grande Ei; (Figura 13.14). Per liberare un
elettrone per la conduzione. questo deve essere eccitato per ··saltare" l'intervallo
di energia. che può arrivare a 6· 7 eV, come per esempio nel diamante puro. Nel
diamante, 2li elettroni sono tenuti saldamente da un lee:ame CO\'akni~·
tetraedrico ;p 3 (Figura 13.15). ~
FIGURA 13.16
Rappresentazione schematica +
bidimensionaledelreticolo
cubicoa diamante del silicio
o delgermanio chemostra i
nucleidi ionipositivi
elettroni
di valenza.
e gli
Un
-I
Una lacunacaricata
positivamenteviene Elettrone libero
è staioeccitato
elettrone dal creatain questo punto di conduzione
legame inA e si è mosso nel quando un elettronesì allontana
puntoB.
+
+
!;lettrone +
+
Polo Polo
negativo positivo
FIGURA 13.17 +....,_ +
Conduzione elettrica
in un Lacuna +
semiconduttorecomeil
silicioconindicazionedella +
migrazione e
deglielettroni +
dellelacunenelladirezione
di uncampo elettrico
applicato.
elettrolii si separa dal suo orbitale di legame e si sposta nella lacuna deU'orbìtale
di legame dell'atomo A. La lacuna ora è nell'atomo B e in effetti si è mossa
dall';tomo A all'atomo B nell; direzione del campo applicato (Figura l 3.18b).
Con un meccanismo simile, la lacuna viene trasportata dall'atomo B alratomo
C attraverso il movimento di un elettrone da C verso B (Figura 13.l 8c). Il
risultato nena di questo processo è il trasporto di un elettrone da C ad A. c.,,,;
nella direzione opposta a quella del campo applicato. e il trasporto di t: .:
lacuna da A a C, cioè nella direzione del ~ampo elettrico. Pertanto. 11..·:.. :
conduzione elettrica in un semiconduttore puro come il silicio. gli elettroni. Ji
carica negativa. si muovono in direzìone opposta a quella del campo applicato
(flusso convenziona.le di corrente) verso il polo positivo. mentre le lacune, di
carica positiva, si muovono nella direzione del campo applicato verso il polo
negativo.
Diagramma delle Un altro metodo per descrivere l'eccitazione degli elettroni né{ semiconduttùri
bande di energia dai loro legami di valenza per divenire elettronì di conduzione sono i diagrt1111mi
peri delle bande di energia. Questa rappresentazione considera solo renu~:;.
semiconduttori richiesta per il processo e non viene descritto il movimento degli elettroni ne;
intrinseci reticolo cristallino. Nel diagramma delle oançle di energia dei semiconduttori
elementari intri~secì elementari (per esempio-, Si~ Ge), gli elettroni di valenza di legaine del
cristallo legato covalentemente occupano i livelli di energia nella banda di
valenza più bassa, che è quasi piena a 20°C (Figura 13.19).
Al di sopra della banda di valenza c'è un intervallo di energia proibito. in
cui non ci sono stati di energia possibili, che per il silicio è di 1, l eV a 20°C. Al <:li
sopra dell'intervallo di energia c'è una banda di conduzione quasi vuota <a
20°C). A temperatura ambiente l'energia termica è sufficiente per eccitare alcuni
Proprietà elettriche e materiali per l'elèttronica 649
E•• •• •• E • • • • • •
:o:G~O:
•• ··1~
:0:0:0:
• il • • • •
•• Q •• \JY.
,.:'\·Q•• Lacuna ·o·e·o·
••••••
:o:w:o:
••••••
;o;~~;
...... ~
Lacuna
<a) (b)
FIGURA 13.18
Illustrazione
schematica del E •• •• ••
movimento dellelacune
deglielettroniin un
e :0:0:0:
•• •• ••
semiconduttore
purodurante
di silicio
la conduzione
:0:0:0:
• •. • • ~Lacuna
elettrica
provocata
dall'azione
di uncampo :o:@.u:
•• •• ••
elettrico.
[DaS. N. Levine.
"Principles
ot SolidState !e)
Microelectronìcs,
" Holt,
1963].
elettroni dalla banda di valenza alla banda di conduzione. lasciando nella banda
di valenza siti vacanti o lacune elettroniche. Quindi, quando viene eccitato un
elettrone attraverso rintervallo di energia fino alla banda di conduzione. si
creano due portatori di carica. un elettrone di carica negativa e una lacuna dì
carica positiva. Sia gli elettroni che le lacune trasportano la corrente elettrica.
FIGURA 13.19
Diagramma dellebande di
energia perun
semiconduttore intrinseco Elettronedi
cond.uzione
elementare comeil silicio
puro.Quando
vieneeccitato
l'intervallo
creata
unelettrone
attraverso
unacoppia
viene
di energia.
elettrone-
Differenzadi energia
'-'
lE,
poiché misurano la velocità con cui gli elettr~m e le lac~~e s1 1:1uovono m ·.;n
campo elettrico applicato. 1 simboli /J'fle Jip vengono usau rìspett1vamente p~r.l,_i
mobilità degli elettroni e delle lacune. Sostituendo vn/E e,·µ/~~~~ le mo.b1ht.:
dell'elettrone e della lacuna nell'Equazione (l3J0), la conduc1b1hta elettrica di
un semiconduttore può essere espressa come:
a= nqµn + pqµp
, . ( 13.1I)
v m/s m2
E= V/m=rs
Nei semiconduttori intrìnsecì elementari. gli elettroni e ìe lacune sono creati
a coppie e pertanto il numero degli elettroni di conduzione è uguale al numero di
lacune prodotte. così:
(13.J:!)
Proprietà elettric.he e materiali per l'elettronica .651
dove: ni =
concentrazione intrinseca dei portatori di carica, portatori/volume
unitario.
L'Equazione (13,ll) diventa:
( 13.13}
La Tabella 13A elenca alcune delle proprietà importanti del silicio e del
germanio intrinsecì a 300 K.
Le mobilità degli elettroni sono sempre maggiori di quelle d~lle lacune. Per
il silicio intrinseco, la mobilità dell'elettrone, pari a 0,135 m 2/(V·s), è 2,81 volte
maggiore della mobilità della lacuna, che è 0.048 m 2/(V· s) a 300 K (Tabella
13.4). La velocità della mobilità dell'elettrone rispetto a que]la della lacuna per iì
germanio intrinseco è 3,05 a 300 K.
Eserciziario
Vedi Esercizi 13.4 e 13.5.
Silicio Germanio
I
T,K
1200 800 500 300
104
FIGURA 13.20
Conducibilità
funzione
elettrica
delreciproco
in
della
"b
i J02
\\
temperatura assolutaperil 0,001 0.002 (l.003
siliciointrinseco.
[DaC.A. IIT. K-l
Werte R.M. Thomson,
"Physics ofSo/ids,
"2nded.,
McGraw-Hil!, 1070,p.282l
(13.15a)
cioè: ,.
(13.!5hì
(1 == (13.16a)
dove u0 è una costante globale che dipende principalmente dalle mobilità degli
elettroni e delle lacune. La modesta dipendenza dalla temperatura di ereviene
trascurata in questo libro.
Poiché l'Equazione (13.16b) è l'equazione di una linea retta, i] valore di
Eg/1k, e quindi Eg, può essere determinato dalla pendenza del diagramma di
ln u rispetto a 1/T, K- 1• La Figura 13.20 mostra un diagramma sperimentale di
In a rispetto a l/T, K- 1 per il silicio intrinseco.
Eserciziario
Vedi Esercizio13.6.
FIGURA13.21 (a)
L'aggiunta di unatomodi
impurezza di fos1oro
pentavalente (PS+)al
reticolodelsilicio
tetravalente(Si4+) fornisce
unquintoelettrone cheè
debolmen.te legato all'atomo
di fosforo.Unapiccola
quantitàdi energia
eV)rendemobilee
(0,044 . ®·
conduttivo questo
(b)Sottol'azione
elettrone.
dì un
I:I
campo elettricol'elettrone
ìn
eccesso diventa conduttivo
ed.è attrattodalpolo
(b)
posìtìvodelcircuito
elettrico.
Conla perdila
dell'elettrone
in eccesso,
l'atomodi fosforo è ionizzato
· edacquista unacarica,. 1.
Semiconduttori Quando un elemento del gruppo trivalente3A come il boro (B 3+) viene intwdono
estrinseci di tipo p sostituzionalmente nel reticolo tetraedrico del silicio, viene a mancare uno degli
(tipo positivo) orbitali di legame e si fonna una lacuna nella struttura di le2.ame del silicio
(Figura 13.24a). Se si applica un campo elettrico esterno. uno degli elettroni vicini
di un altro legame tetraedrico può avere energia sufficiente per s~ccarsi da questo
legame e muoversi verso il legame mancante (lacuna) dell'atomo di boro (Figura
13.24b). Quando la lacuna associata all'atomo di boro viene riempita d:i ll:·;
elettrone di un atomo di silicio vicìno, l'atomo dì boro si ionizza ed acquista una
carica negativa. L'energia di legame associata alla rimozione di un elettrone
dall'atomo di silicio, con conseguente forn1azione di una lacuna, e al successivo
trasferimento dell'elettrone all'atomo dì boro è solo di 0,045 eV. Questa quantità
di energia è piccola in confronto alrenergia di 1,1 eV richiesta per trasferire un
elettrone dalla banda di valenza a quella di conduzione del silicio. In presenza di
un campo elettrico esterno, la lacuna creata dalla ionizzazione di· un atomo di
boro sì comporta come un portatore di carica positivo e si sposta nel reticolo di
silicio verso il polo negativo, come descritto in Figura 13.17.
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 655
Bandadi valenzapiena 4A SA
e N
Si p
Ge As
Sn Sb
FIGURA13.22 Diagramma
dellebande
di energia
perunsemiconduttore
estrinseco
di tipon chemostra
la posizione
dellivellodonatore dell'elettrone
aggiuntivodl unelemento delgruppo5AcomeP,Ase Sb
contenutonelreticolocristallino
di silicio(Figura13.21a). Glielettroni
al)iveUodì energiadeldonatore
richiedono
solounapiccola quantità di energia (!::.E= Ec- E<1) peressere eccitaliallabandadi
conduzione.
Quando l'elettrone
aggiuntivo saltadallivellodonatoreallabanda di conduzione,rimane
uno
ionepositivoimmobile.
r
Sb p A~
.044 .049
Silicio
ER= I.I eV
.057 .065
l
FIGURA13.23 Energie
di ionizzazione
(espresse
in
l™' B Al Ga
I
t·
elettronvolt)
impurezze
pervaritip[di
nelsìlicio.
I!.
656 Capitolo 13
-~±~-
-~- -~¾~.·if
-~A~.-~- ~mtl~~~
1:I f:l I:l
. ·@· • ®· ·®·
f• \ I· l I· l ca)
-~-~~~-(hl
Una nuova lacuna viene
creata Ìl1 questo punto
viene elevato al livello accettore e crea uno ione di boro nel?ativo. In t)t:•::-,,.
processo viene creata una lacuna elettronica n~l reticolo cristallino del silicio che
agisce come portatore di carica positivo. Gli atomi degli elementi del gruppo 3A
come B, Al e Ga forniscono livelli accettori nei semiconduttori di silicio e sono
chiamati atomi accettorf Dal momento che la maggior parte dei portatori di
carica in questi semiconduttori estrinseci sono le lacune nella .banda di valenza.
vengono chiamati semiconduuori estrinseci di tipo p ( tipo positivo).
,.
Drogaggio Il processo di aggiunta di piccole quantità di atomi sostituzionali di impurezze al
dei materiali silicio per prodùrre materiali semiconduttori estrinseci di silicio è chiarn:1tr,
semiconduttori drogaggio, mentre gli atomi di impurezze sono detti elementi drogami. Il met(,do
estrinseci di silicio più comunemente utilizzato per il drogaggio di semiconduttori di silicio è il
processo planare. In questo processo: gli atomi droganti vengono introdotti da
una superficie in aree selezionate del silicio per formarè regioni di materiale dì
tipop on. Le fette di silicio (wafer) hanno di solito un diametro di circa 10 cm e
uno spessore di poche centinaia di mìcrometri 1• La Figura 4. I 3 mostra alcuni dì
questi wafer di silicio.
Gruppi 3A e 4A
della tavola periodìca
3A 4A
I
B e
Al Si
Elettrone
-t Livello 1
•=tt•ff
/
·/E,-~
l
Lacunapositiva T
Ga
In
Ge
Sn
Nel processo di diffusione per il drogaggio dei wafer di silicio, gli atomi
droganti di solito sono depositati sulìa superficie del wafer stesso. o vicino ad
essa. con uno stadio di deposizione gassosa. seguito da un processo diffusivo che
introduce gli atomi droganti più in profondità nel wafer. Per questo processo
diffusivo è richiesta un'alta temperatura. di circa 1100 °C. Maggiori dettagli di
questo processo verranno descritti nel Paragrafo 13.6 riguardante la
microelettronica.
Effetto degli Legge dell'azione di massa Nei semiconduttori come il silicio e il germanio,
elementi droganti vengono costantemente generati e ricombinati elettroni e lacune mobili. A
sulle temperatura costante e in condizioni di equilibrio, i1 prodotto tra la
concentrazionidei concentrazione degli elettroni liberi negativi e quella delle lacune positive è
portatori nei costante. La relazione generale è:
semiconduttori
estrinseci np = n; {13.17)
dove ni è la concentrazione intrinseca dei portatori in un semiconduttore ed è
una costante ad una determinata temperatura. Questa relazione è valida sia per i
semiconduttori intrinseci che per quelli estrinseci. In un semiconduttore
estrinseco, l'aumento di un tipo di portatore (n op) riduce la concentrazione
delraltro attraverso la ricombinazione in modo che il prodotto dei due (ne p) sia
costante ad ogni temperatura.
658 Capitolo 13
Concentrazione · Concentrazione I,
dei portatori dei portatori
Semiconduttore di maggioranza di minoranza
(13.19)
(13.20)
(13.21)
e
(13.22)
Eserciziario
Vedi Esercizi 13.7 e 13.8.
Concentrazione di La Figura 13.26 mostra come le mobilità degli elettroni e delle lacune nel silicio
impurezze a temperatura ambiente siano massime alle minori concentrazioni di impurezze;
ionizzate e le mobilità degli elettroni e delle lacune diminuiscono con l'aumentare della·
mobilità dei concentrazione di impurezze, raggiungendo un valore minimo alle elevate
portatori di carica concentrazioni.
.._e_s_e_rc_i_zi_a_ri_o
__ ,..·f Vedi Esercizio 13.9.
660 Capitolo13
Elettroni
Lacune
\i
~I lntern11lodi
compo11amentointrinseco
Pendenza= -E/:!k
\
lmervallo di
{~1~-6
\_ Intervallo di comportamento
,,i,;,~.1
·.. Poodon,o ,•
= - (Ec- E,1) 1k
. / ~
FIGURA 13.27
Diagramma schematicodi In Alta l/C293KJ Bassa
(i (conducibilità)
in funzione temperatura temperacura
di 1/T,K-1, perun 1/T.K- 1
semiconduttoreestrinseco
di
tipon.
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 661
T,K
3,...,oo......-s.,...o_,_.;;;2;.;.o
___ ...;10
T.K
104 3...,oo,...._
....
so
___ 2_0___ ....,10
FIGURA 13.28 (a)
Diagramma di In q in
104 C8 = 1.5 x JO:?S/m3
funzionedi 1/T,K-1 perSi
drogatoconAs.Al livello ~ Si drogato con B
piùbassodi impurezze il
contributointrinseco è
appena visibileallealte
temperature; la pendenza
dellarettaa 40 K è datada ~C,•2x JO'l/ml
~ = O,048eV.{b)
Diagramma
funzione
drogato
di In a in
di 1/TperSi
conB. la pendenza
10-2
...
; i Cs=
JQ-.:?
dellarettaal di sottodi 50K 3. l X 1020/rn·~
è datada~ = O,043eV.
[DaC.A Wel1e R. M. 0.04 0.08 o 0.04 0.08
Thomson, ''Physics of IIT, K- 1 JIT. K-l
Solids,"2nded.,McGraw- W) {hl
Hill, 1970,p.282'1.
Conta.lii metallici
la diffusione
giunzione
maggioranza
versola
deiportatori
(lacune
di
nel
Tipo p
portatori dì
maggioranza -1
Tipo p
rTipo n
~~~~tore '
i
materiale di tipop e elettroni I
nelmateriale di tipon).(b) 0·010 010• (±)•
formazione dellaregione di Lacune r
svuotamento vicìnoe sulla
0 018(±)10•(±)•
giunzione pn causata dalla lone e :e 010 e
accettore ......,_
__ __,I_-+--'---.;:._µ
perdiladi portatori di
maggioranza dovuta alla I
Giunzione
Elettroni.
ricombinazione. In questa Giunzione portatori
regione. rimangono dì maggioranza
(a)
solamente ioninelleloro (b)
posizioni reticolari.
Gli ioni vicino o sulla giunzione, poiché sono fisicamente pìù grandi e più
pesanti degli elettroni e delle lacune, rimangono nelle loro P?sizi~ni del reti~ol~
del silicio (Figura 13.30b). Dopo poche rìcombinaziom. dei portator~ d~
maegioranza in corrispondenza alla giunzione. il processo s1 ferma perche gli
eleu;oni che attraversano la giunzione verso il materiale di tipo p. vengon_o
respinti dai grandi ioni negativi. Allo stesso modo. le lacune che at_trave:sanc· ;;1
~iunzione sono respinte dai grandi ioni positivi presenti nel matenale di t~f'-
Gli ioni immobili presenti sulla giunzione. creano una zona impo:·e:·1t..:_.
portatori di maggioranza chiamata regione di Sl'UOtamem~. In co~dlZlorn di
equilibrio (cioè a circuito aperto) esiste una di~fer~nza d~. potenziale o un~
barriera al flusso dei portatori di maggioranza. Qumd1non e e un flusso netto di
corrente in co11dizionidi circuito aperto.
Diòao con giunzione p11a polarizzazione inversa Quando ;'!~ne ~pplic~ta una
tensione esterna. si dice che la giunzione pn è polari=zata.Cons1denamo I effetto
dell'applicazione, ad una giunzione pn. di una tensione esterna mediante 1~na
pila. Si dice che la giunzione pn è polari:~aw invers~meme _seil m~terial_e e.i.~-:i_i~l:
n della oiunzione è collegato al polo positivo della pila e se 11matenaìe di tq,,; 11 1.:
r
collega;o al polo negati~o (Figura J3.3 l Con questa disposizione. gli el~ttri,11~1
(portatori di maggioranza) de1 materiale di tipo n ~erigono allontanatt d~ll~
giunzione perché attratti dai polo positivo della batteria e le lacu_ne (~orta ton d.1
maggioranza) del materiale di tipo p vengono allontanate dalla gmnz1~ne perch:
attratte dal polo negativo della batteria (Figura 13.32). 11 movimento ~ 1
allontanamento . dalla giunzione degli elettroni e delle lacune aumenta
l'ampiezza della barnera e, di conseguenza, non fluisce la corrente tr~sportali.1
dai portatori dì maggioranza. I portatori di minoranza generati tenmcamentc
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 665
il diodocon
giunzione
pn.
pnè polarizzata
modoinverso si hauna
in
)
dovuta
di dispersione
corrente
allaricombinazione Polarizzazioneinversa _/V,volt
deiportatori di minoranza. Polarizzazionediretta
Corrente di dispersìone
Quando il diodoè dovuta ai portatori di
polarizzatoin mododiretto, minoranza
si haunelevato flussodi
corrente
dovuto alla
ricombinazione deiportatori
di maggioranza.
Alimentatoreesterno
FIGURA 13.33
direttadì un
Polarizzazione
diodocongiunzione
portatori
pn.I
di maggioranza
+ve .. +ve
sonorespinti
versola
giunzione
e la attraversano Tipop Tipon
perricombinarsiin modo
taledaprovocare un Polarizzazione diretta
considerevole
flussodi
corrente.
Alcune applicazioni Diodi raddrizzatori Una delle più importanti applicazioni dei diodi v ,;
dei diodi giunzione pn è la conversione della tension.e alternata in tensione dirctt.,.
con giunzione pn processo noto come raddri=:amento.I diodi utilizzati per questo processo sono
detti diodi raddrizzatori. Applicando un segnale in corrente alternata (AC) ad un
diodo con giunzione pn, il diodò conduce solo quando la tensione applicata è
positiva nella regione p rispetto alla regione n. Di conseguenza,· si ottiene un
raddrizzamento a semionda, come mostrato in Figura 13.34. Questo segnaìe di
uscita può essere -smorzato con altri dispositivi o circuiti elettronici in modo da
ottenere un segnale in corrente continua (DC) costante. I raddrizzatori al silicio
vengono utìlìzzati in un ampio intervallo di correnti che va dai decimi di ampi:rc
a diverse centinaia di ampere o ancora di più. Le tensioni possono essere di 1110•!
V o anche maggiori. La Figura 13.35 mostra alcuni esempi dei d1ùdi
raddrizzatori al silicio. ·
FIGURA 13.34
r Correntein uscita
Diagramma tensione-
correntecheillustral'azione
di raddrizzamentodi un
diodocongiunzione pn per
convertire
la corrente
alternata(ACfin corrente
continua (DC).Lacorrente
in uscitanonè
completamente corrente ---+---1 1 Tensione in entrata
continua maè
principalmentepositiva.
Questo segnaleDCpuò
V(t)
essere smorzato utilizzando
allridisposilivì
elettronicL
. -:J,--
...__ \\.
~
\.\ """-
.. , I'
\, :
"
,
'11.
~ •
Ì1
I i' . .
·,~
'i:' \
:~
i
..:w
t,11
Corrente t
diretta, mA .
Tensionedi polarizzazione
inversa,V
.--
)~
Tensionedi polarizzazione
Remone dil
tensione
diretta.V
lIinversa.
Iironùra ..
Corrente
FIGURA 13.36 Curva mA,
caratteristica
di undiodo 1
zener.
Nellaregionedì
tensione
di scarica
circola
unaelevatacorrente
inversa.
· attrarre gli elettroni direttamente dai legami covalenti del reticolo cristallino. Le
coppie elettrone~lacuna cosi create producono una alta corrente inv:rsa. A
tensioni di polarizzazione inversa superiori a quella di scarica zener avviene un
effetto valanga e la corrente inversa diventa elevatissima. Una teoria pe-r
spiegare reff;tto valanga è quella secondo ia quale gli ~~ettroni g.uad~gm1;. '
attraverso 2:liurti, una energia sufficiente per .sbalzare p1u elettroni dai legami
covalenti che possono quindi raggiungere livelli di energia abb~stanza a_lti?e~
diventare conduttori. I diodi di sicurezza possono essere prodotti con tensioni d1
scarica da pochi volt a molte centinaia di volt e sono utHizzat.i per_applic~z~on~
in cui è necessario limitare la tensione e per stabilìzzare la tensione in cond1z1om
di corrente molto variabile.
Transistor con Un transistor a giunzione bipolare (BJT) è un dispositivo el~ttronico che può
giunzione bipolare funzionare come- amplificatore di corrente. Questo dispositivo consiste di due
giunzioni p11in sequenza in un monocristallo di un materiale semic~nduw· rl?
come il silicio. La Figura 13.37 mostra schematicamente un trans1sto~ ç,m
giunzione bipolare di. tipo npn ~. ideptifica' le. tre parti p~incipali del ~rans1s1or:
l'emettitore, la base e il collettore: L'emettitore di un transistor emette 1 portato~,
di carica. L'emettitore di un transistor npn, essendo di tipo n, emette elettroni.
La base del transistor controlla il flusso dei portatori di carica ed è di tipo P pe~
un transistor npn. La base è molto sottile (circa 10- 3 cm di spesso_re) ed :
leggermente drogata, in modo che solamente una piccola frazione dei port~to~
di carica provenienti dall'emettitore si ricombinano con i portatori. d:
maggioranza di carica opposta della base. Il collettore del BJT raccoglie 1
Proprietàelettrichee·materialiperÌ'elettronica 669
Polarizzazionediretta Polarizzazioneinversa
,____-
.......
,,t-+
__ B -----41
..... Ii--+__ _
FIGURA 13.37
Illustrazione
schematica di
untransistor congiunzione
bipolare npn Laregione na
sinistraè l'emettitore,
la
regione sottilep centrale è la
basee la regione n a destra
è il collettore.
Durante il e
normale funzionamento, la
giunzione emettitore-base è
polariziatadirettamente e la
giunzione
collettore-base
è
polarìziata
inversamente.
[DaC.A. Holt,"Electronic -x
Circwts,"
Wiiey,1978,
p.49j,
FIGURA13.38
Movimento di unportatore
di caricadurante il normale Emettitore Base Colletfore
funzionamento diun n p n ,
transistornpn.Lamaggior
partedellacorrente è
trasportatadaelettroni che, Elettroni
attraversola base. vanno
direttamente al collettore. (1,-o:)iE I
Alcunideglielettroni, cìrca
I
1~5%si ricombinano conle Ricombinazione I
laetmeprovenienti dalflusso (1-
di correntedellabase. Come Lacune'., . } ic,o
~~
è anche
indicato, presente
unabassa corrente inversa
dovuta ai portatorigenerati I
I
termicamente. [DaR.J.
Smith,"Currents,
andSystems·:
Devices
3ded;,Wifey,
--------------1 Ìp
1976,p.343J.
è così chiamato perché sono coinvolti nel suo funzionamento entrambì i tipi dì
portatori di carica (elettroni e lacune).
13.6 MICROELETTRONICA
Transistor
I transistor microelettronici bipolari planari sono costruiti sulla superficie di un
microelettronico
wafer dì silìcio monocristallino con una serie di operazioni che richiedono di
bipolare planare
accedere soio ad una superficie del wafer di silicio. La Figura 13.40 mostra un
disegno schematico della sezione trasversale di un transistor bipolare planare di
tipo npn. Nella sua fabbricazione dapprima viene formata un'isola abbastanza
grande dì silicio di tipo n su una base, o substrato, di silicio di tipo p, in seguito
vengono create isole, più ·piccole di silicio. di tipo p e di tipo n ne11'iso1a più
grande di tipe n (Figura 13.40). In questo modo vengono formate in una
configurazione piana le tre parti fondamentali di un transistor bipolare npn~
l'emettitore, la base e il collettore. Come nel caso di un singolo transistor
bipolare npn descritto precedentemente nel Paragrafo 13.5 (vedi Figura 13.37).
la giunzione emettitore-base viene polarizzata direttamenttt e la giunzione base-
collettore viene polarizzata inversamente. Quando gli elettroni vengono iniettati
dall'emettitore nella base, la maggior parte di questi entra nel collettore e
solamente una piccola percentuale (,-..:1-5%)si ricombina con le lacune dalla
base (vedi Figura 13.38). Il transistor microelettronico bipolare planare può
perciò svolgere la funzione di amplificatore di corrente allo stesso modo dì un
singolo transistor bipolare macroelettronico.
Transistor In molti degli attuali sistemi microelettronici viene utilizzato un altro tipo di
microelettronico transistor, detto transistor a effetto di campo, per il suo basso costo e la sua
piano a effetto compattezza. Il transistor a effetto di campo più diffuso negli Stati Uniti è il
di campo trankìstor semiconduttore a ossidi metallici di tipo r; ad effetto di campo, o
MOSFET. Nel MOSFET di tipo n, o NMOS, si creano due isole di silicio di tipo
n nel substrato di silicio di tipo p, come mostrato in Figura 13.41. Nel
dispositivo NMOS il contatto dove entraµo gli elettroni è detto sorgente e il
,.
i
contatto dove escono è detto drenaggio.Tra il silicio di tipo n della sorgente e del
drenaggio, c'è una regione di tipo p sulla cui superficie si è formato un sottile
strato di biossido di silicio che agisce come isolante. Sopra lo strato di biossido
di silicio si deposita un altro strato di polisilicio (o metallo) per formare il terzo
contatto del transistor, detto porta. Poiché il biossido di silicio è un eccellente
isolante, la porta non è in diretto contatto elettrico con il materiale al di sotto
dell'ossido.
i
Polisilicio o f
metallo I
t
1
Semiconduttore di
/ tipon
Drenaggio;;-,, ./
Substrato p '-. ><
Rappresentazione
schematica
(a)
SiO;i
( Ossido
Sorg:nte
.,
V
;
., ,
I
,C,X \P=a:We;....::::=~===::i
Pbrta dielettrica
Si02
p~
r-- L {biossido di
FIGURA 13.41 Schema
di untransistorNMOS ad
Lunghezza del
canale L
silicio) TI µm scala
effetto
di campo: {a)struttura Corpo di tipo p, B l verticale
generale; (b)vistadella
sezione trasversale.
[DaD. 5 µm
A. Hodges e H G.Jackson, scala
"Analysis andDesign of orizzontale
(b)
DigitailntegratedCircuits':
McGraw"Hi/1, 1983, p.40].
674 Capitolo 13
Canale
indotto
di tipo 11
Fabbricazione di
H disegno di un circuito integrato microelettronico viene dapprima progettato
circuiti integrati
su larga scala. di solito con l'assìstenza di un computer, ìn modo che possa
microelettronici
essere minimizzato lo spazio del circuito (Figura 13.43). Nel processo di
fabbricazione più comune il progetto è utilizzato per preparare una serie di foto-
maschere, ognuna delle quali contiene il modello per un singolo strato di un
circuito integrato multistr~to (Figura 13.44).
I
j
FIGURA 13.43 Un
tecnìcochestaprogettando
unaretedi circuitiintegrafi.
(Perconcessionedella
HarrisCorporalion].
676 Capitolo13
Film fotoresistente
/ indurito
4 '
,·
..,
Ioni droganti ad
alta velocità
contiene fosforo (o boro}. Gli atomi di fosforo entreranno nella superficie non
protetta del silicio e si diffonderanno nella massa del wafe.t, come mostrato in
Figura 13.46a. .,,
Le variabili importanti che controllano la concentrazione e la profondità di
penetrazione sono temperatura e tempo. Per raggiungere il massimo controllo
della concentrazione, la maggior parte delle operazioni di diffusione sono
effettuate in due stadi. Nel primo stadio, o predeposizione, si deposita sulla
superficie del wafer una concentrazione relativamente alta di atomi droganti.
Dopo lo stadio di predeposizione. i wafer sono posti in un altro forno, di solito
ad una temperatura più elevata, per lo stadio di diffusione "drive-in" che
permette di raggiungere la necessaria concentrazione di atomi droganti ad una
particolare profondità al di .sotto della superficie del wafer di silicio.
I
La tecnica di impiantazioneionica Un altro processo di drogaggio seletti,·o
dei wafer di si1icio per circuiti integrati è la tecnica di impìantazione ionica
(Figura 13.46b), che ha il vantaggio di introdurre le impurezze droganti a
temperatura ambiente. In questo processo gli atomi droganti vengono ionizzati
(gli elettroni vengono rimossi dagli atomi per formare ioni) e gli ioni sono
accelerati con alta energia da una ele.vata differenza di potenziale. di 50~100 kV.
Quando gli ioni colpiscono il wafer di silicio, vengono inglobati a diverse
profondità a seconda della loro massa ed energia e del tipo di protezione
presente sulla superficie di silicio. Uno s.trato di photoresist o biossido di silicio
può mascherare le regioni della superficie nelle quali non è desiderata
l'impìantazione ionica. Gli ioni acceìerati causano alcuni dannì al retic0k,
cristallino del silicio, ma la maggior parte dei danni può essere risanai,:
mediante una ricottura a temperatura moderatà. L'ìmpiantazione ionica è utile
quando il fa·eHo di drogaggio deve essere accuratamente controllato. Un altro
importante \'antaggio dell'irnpìantazione ionica è la sua capacità di introdurre
impurezze droganti attraverso un sottile strato di ossido. Questa tecnica rende
possibile regolare le tensioni di soglia dei transistor MOS. Per mezzo
deffimpiantazione ionica i transistor NMOS e PMOS possono esserecostruiti
sullo stesso wafer. ,•
1
Da D.A.Hodges e H.G.Jackson, "Analysis and Design of Digitai lntegrated
McGraw-Hill.1983.pp. 16-18.
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 679
Substrato p
(a)
i------- Polisilicio
;::====:::;::=;::====:::
Si02
p
(b)
Isolante depositato
FI.GURA13.47 Stadi
~~
dellafabbricazione di
transistorNMOSadeffetto
di campo: (a)prima
maschera; (b) seconda p- n p-
maschera: portadi silicio (e)
policristallino;
diffusione Porta
sorgente-drenaggio; (e)terza
maschera: superficidi
conla!to:
(a) quarta
maschera: schema metallico.
[DaD.A Hodges e H. G.
Jackson, ''Analysisand
Designof Digitaifntegrated
Circui!s''.
lvicGraw-Hill. Sorgente (cl)
1983,/J,17].
2. Figura 13.47b - Il SiJN 4 viene poi rimosso con un attacco che non agisce sul
SiO2. Nelle aree del transistor viene fatto crescere un os,ido termico pulito di
circa 0,1 µ,m di spessore, ancora mediante esposizion~ all'ossigeno in un
forno. Un altro processo CVO deposita uno strato di silicio policristallìno
suJrintero wafer. n secondo stadio fotolitografico definisce lo schema
desiderato per gli elettrodi della porta. Il silicio policristallino non desiderato
viene rimosso da un attacco chimico o al plasma (gas reattivo). Un drogante
di tipo n (fosforo o arsenico) viene introdotto nelle regioni che diventeranno
la sorgente e il drenaggio del transistor. Per questo processo dì drogaggio
possono essere utilizzate sia la diffusione termica che l'ìmpiantazione ionica.
Lo spesso campo di ossido e la porta di silicio policristallino sono barriere al
drogaggio~ ma nel processo lo strato di silicio policristallino diventa
pesantemente drogato di tipo n. 1
3. Figura 13.47c - Un altro processo CVO deposita suìl'intera superficie del
wafer uno strato isolante, frequentemente di Si0:1, Il terzo stadio definisce
rarea in cui devono essere posti i contatti dei transistor. L'attacco chimico o
il plasma espone selettivamente sillcio nudo o lo strato di silicio
policristallino nelle aree di contatto.
4. Figura 13-47d - L'alluminio (Al) viene depositato sull'intera superficie del
wafer mediante evaporazione da un crogiolo caldo in un evaporatore a vuoto.
Il quarto stadio dìsegna l'Al ìn modo da realizzare le connessioni del circuito.
5. Uno strato protettivo passivante viene depositato sulrintera superficie. Uno
stadio finale rimuove questo strato isolante delle aree dove saranno saldati i
contatti. 1 circuiti sono controllati mediante rutilìzzo di puntali posti su;
contatti. 1 componenti difettosi vengono marchiati e il wafer è poi tagliato
singoli chip. 1 chip buoni vengono montati ·e inviati al controllo finale.
lmpianuuore ionico
Forno CVD Maschera l
Forno di ossidazione
-
Sorgente
di ioni
Wafer di silicio
Definizione
delle zone dei
transistor
Impiantazione
nelle regioni
Crescita
dell'ossido
l
esposte
Forno di ossidazione
~--
Forno CVD. Maschera 2
Forno di diffusione Forno CVD
4"
-
.
Crescita
dell'ossido
della porta
Deposizione
di pòlìsilicio
Definizione
della porta di
polisilicio
Diffusione di
in sorgente e
11-
drenaggio
Deposizione
di Si02
l
_N_j41
Maschera 3 Evaporatore sotto vuoto
Definziooedelle
zone dei contatti
~
Deposizione dì Al Definizione del
metallo
Maschera 5 Passivazione
Esposizione delle aree---- protettiva ___ _,
Ltl-(fv-
Esame del Separazione
dì saldatura
FIGURA 13.49
Transistorcomplementari di
tipoMOS(CMOS} adeffetto
di campo. Transistor siadi
tipon chedi tipop sono Corpo di tipo n
fabbricati
sullostesso
substratodi silicio.!DaD. 5-µm
A. Hodges
"Analysis
e H. G.Jackson,
anddesign
digitaiIntegra/ed
of
Circuits·:
1-µm_scala
verticale
I
I ~
orizzontale
Ci sono molti composti di diversi elementi che sono semiconduttori. Uno tra i
maggiori tipi di composti semiconduttori è quello MX. nel quale M è un
elemento più elettropositivo e X un elemento più elettronegativo. Tra i comp('St1
semiconduttori di tipo MX. due gruppi importanti sono i composti 3-5 ,, ~-,.
formati da elementi adiacenti al gruppo 4A della tavola perìodica (Fig,,r~,
13.50).1 composti semiconduttori 3-5 sono formati da elementi M del gruppo ?
come Al. Ga e In combinati con elementi X del gruppo 5 come P. As e Sb. I
composti 2-6 sono formati da elementi M del gruppo 2 come Zn. Cd e Hg
combinati con elementi X del gruppo 6 come S, Se e Te.
,.
Metallo porta
Métàllo di
interconnessione
Metallo
FIGURA 13.51 Vistain di contano Si 80 Kev
sezione di unMESFET a ohmico
Substrato di GaAs semi~isola:nte
basedi GaAs. lDaA. N.Sato
etal.,IEEE Electron.
Devices
Lett.,9 (5):238(1988)].
1. Gli elettroni viaggiano più velocemente nel GaAs di tipo 11. come è indicato
dalla loro mobilità maggiore rispetto a quella del Si [µn = O, 7:.0m 2/(V
per il GaAs rispetto a 0,135 m2/(V-s) per il Si).
2. Grazie al maggiore intervallo di energia, pari a 1.47 eV, ed all'assenza di un
ossido critico nella porta, i dispositivi a base di GaAs hanno una migliore
resistenza alle radiazioni. Questa considerazione è importante per k
applicazioni spaziali e militari.
Eserciziario
Vedi Esercìzio13.10.
RIASSUNTO
Nel modello classico della conduzione elettrica nei metalli si assume che gli
elettroni di valenza più esterni degli atomi del metallo siano liberi di muoversi
tra ì nuclei ionìci positivi (atomi senza i loro elettroni di valenza) del reticolo
metallico. In presenza di un potenziale elettrico esterno. gli elettroni liberi
acquisiscono una velocità di deriva orientata. li moto degli elettroni in un
Proprietà elettriche e materialì per l'elettronica 685
DEFINIZIONI
Paragrafo 13.1
Correnteelettrica:velocità di passaggio della carica elettrica attraverso un materiale: la
corrente elettrica i è il numero di coulomb per secondo che passa in un punto del
materiale. L'unità di misura della corrente elettrica nel sisteh1a internazionale è
l'ampere (l A= l C/s).
f
686 Capitolo 13
Densità di corrente elettrica J: corrente elettrica per unità di superficie. L'unità di misura
nel sistema SI è: ampere/rnetri2 (A/m2 ). /,.
ResistenzaelettricaR: misura. della difficoltà che incontra la correpte elettrica per passare
attraverso un dato volume di materiale.La resistenza aumenta con la lunghezza e con
il decrescere della superficie della sezione trasversale del materiale attraverso il quak
passa la corrente, Unità in SI: ohm (11). '
ResistivitàelettricaPe:misura della difficoltà che incontra la corrente elettrica per passare
attraverso un volume unitario di materiale. Per un dato volume di materiale.
Pe = RA/1, dove R = resistenza del materiale, 11;I = lunghezza, m; A = superficie
della sezione trasversale, m2 • In unità SI, Pe = ohm-metro (11· m).
Conducibilità elettrica u..: misura della facilità con cui la corrente elettrica passa
attraverso il volume unitario dì un materiale. Unità di misura: (51· mr 1• ue è il
reciproco di Pe·
Conduttore elettrico: materiale con un'alta conducibilità e\ettrica. L'argento è un buon
conduttore ed ha ar = 6.3. 107 {11·m)- 1 • ·
Isolante elettrico: ma.teriale con una bas.sa conducibilità elettrica. Il polietilene è t:::
cattivo conduttore ed ha Cc da 10.,.15 a 1Q-l 7 (11· mr 1.
Semiconduttore:materiale la cui conducibilità elettrica è alrincirca compresa tra i valori
dei buoni conduttori e degli isolanti. Per esempio, il silicio puro è un elemento
semiconduttore ed ha O'e = 4.3 · 10-4(51· m)- 1 a 300 K.
Pa,·agrafo13.2
ModeUodeUebandedi energia:in questo modello le energie degli elettroni di valenza degli
atomi di un solido formano una banda di energia. Per esempio. gli elettroni di valenza
3s in un pezzo dì sodio formano una banda di energia 3s. Dal momento che c·è solo
un elettrone 3s (l'orbitale 3s può contenere due elenronì). la banda di energia ), nL·1
sodio metallico è riempita a metà.
Bandadi valenza:banda di energia che contiene gli.elettroni di valenza. In un condui '.n:,
la banda di valenza si sovrappone a quella di conduzione. La banda di conduzion" in
un metallo conduttore non è piena e quindi alcuni elettroni possono essere attivatì ..ii
Hvellienergetici atrìnterno della banda di valenza e diventare elettroni di conduzione.
Bandadi conduzione:livel1idì energia non riempiti nei quali gli elettroni possono essere
eccitati per diventare elettroni di conduzione. Nei semiconduttori e negli isolanti c·è
un grande intervallo (gap) di energia tra la banda di valenza inferiore piena e la banda
di conduzione superiore vuota. ,·
Paragtafo 13.3
Semiconduttoreintrinseco:materiale semiconduttore che è essenzialmente puro e p.~·
quale l'intervallo di energia è abbastanza piccolo (circa I eV) da essere superato pc·
eccitazione termica; i portatori di corrente sono elettroni nella banda di conduzione 1.•
lacune nella banda di valenza.
Elettrone:portatore di carica negativo, con una carica di 1, 60 . 10- 19 C.
Lacuna:portatore di carica positivo, con una carica dì l, 60 · 10- 19. C.
ParagraftJJJ.4
Semiconduttoreestrinsecodi tipo n: materiale semiconduttore che è stato drogato con un
elemento di tipo n (per esempjo il silicio drogato co.n fosforo). Le impurezze dì tipo 11
donano elettroni che hanno energie vicine alla banda di conduzione.
Proprietà elettriche e materiali per l'elettronica 687
Paragrafo 135
Giunzione pn: unione o bordo tra regioni di tipo p e di tipo n all'interno di un
monocristallo di un materiale semiconduttore.
Diodo rettificatore:diodo con giunzione pn che converte la corrente alternata in corrente
continua (da AC a DC).
Polarizzazione:tensione applicata a due elettrodi di un impfànto elettronico.
Polarizzazionediretta: polarizzazione applicata ad una giunzione pn n.ella direzione di
conduzione; in una giunzione pn in condizioni di polarizzazione diretta, gli elettroni e
le lacune. portatori di maggioranza. fluiscono verso la giunzione e generano un
elevato flusso di corrente.
Polarizzazionehwersa:polarìzzazione applicata ad una giunzione pn che dà luogo ad un
modesto flusso di corrente: in una giunzione pn in condizioni di polarizzazione
inversa. gli elettroni e le lacune. portatori di maggioranza. fluiscono lontano dalla
giunzione.
Transistorbipolare:dispositivo semìcondunore a tre elementi e a doppia giunzione. I tre
elementi fondamentali del transistor sono: remettìtore, la base ed il collettoie. I
transistor a giunzione bipolare (BJT) possono essere di tipo npn o dì tipo pnp. La
giunzione emettitore-base è a polarizzazione diretta e la giunzione collettore-base è a
polarizzazione inversa. in modo che il tra11sistorpuò essere utilizzato come dispositivo
per amplificare la corrente.
J
,.
'
PROPRIETAOTIICHE
E MATERIALI
SUPERCONDUTIORI
14.1 INTRODUZIONE
Crìostato ad elio
Ruota ausiliaria
Contenitore di guidu
di elio
'"- Magneti
superconduttori
-'per sospensione.
guida e
propulsione
Parete guida
laterale
I I
Avvolgìmento di Ruota Tracciato Pattino
terra per guida e ausiliaria per la ruota di Avvolgimento
propulsione emergenza dì terra per
sospens1onf'
J
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 691
hc
L'::.E= In· (14.1)
Eserciziario
Ved.iEsercizio 14.1.
i Uhrm·ioleno
---------v-"-J
Molto !omano
..__ .--
:,,....,..._,,
______
Lonta1~0 Vicino lnaennedìo _,,,_.,,.._
hifra.rosso
__,,__Molto....,...,._
Lontano. __ -.
lontano
I regione a quella
ultravioletta
infrarossa.
Lunghe120d'onda.µm ___.,_
J
692 Capitolo 14
Indice di rifrazione Quando i fotoni vengono trasmessi attraverso un materiale trasparente, perdono
parte della loro energia e, di conseguenza, la velocità della luce diminuisce e il
raggio di luce cambia direzione. La Figura 14.3 mostra schematicamente come
un fascio di luce viene rallentato quando entra dall'aria in un mezzo più denso
come un comune vetro per finestre. Quindi, in questo caso, }'angolo di incidenza
del raggio luminoso è maggiore dell'angolo di rifrazione.
La velocità relativa della luce che passa attraverso un mezzo è espressa
dalla proprietà ottica detta indice di rifrazione n. Il valore n di un mezzo è
definito come rapporto tra la velocità della luce nel vµoto, e, e la velocità deila
luce nel mezzo considerato, 11:
. d' 'f .
Ind1ce 1 n razione n = v e(veloc1ta
(velocità della luce nel vuoto)
. . .della luce m. un mezzo) (14.2)
Gli indici di rifrazione medi tipici di alcuni vetri e solidi cristallini sono elencati
nella Tabella 14. l. Questi variano tra l,4 a 2,6 circa e la maggior parte dei vetri
silicei ha valori compresi tra 1,5 e 1,7. Il diamante ad elevata rifrazione
(n 2, 41) consente ai gioielli di diamante con molte facce di "scintillare" in
seguito alle moltissime riflessioni interne. L'ossido di piombo (litargirio) con un
valore di n 2, 61 viene aggiunto ad alcuni vetri a base di silicati pe:
aumentarne l'indice di rifrazio.ne in modo che possano essere utilizzati pr.
motivi decorativi (vedi Tabella 10.11). Va .anche notato che gli indici di
rifrazione dei materiali dipendono dalla lunghezza d'onda e dalla frequenza. Per
esempio, rìndice di rifrazione della luce per il vetro ''flint" passa da 1.60 alla
lunghezza d'onda di 0,40 µma 1,57 a 1,0 1.1,m.d
Legge di Snell Gli indici di rifrazione per la luce che passa da un mezzo con indice di rifrazione
per la rifrazione n attraverso un altro me1.zo con indice di rifrazione n' sono legati alrangolo di
della luce incidenza </>e all'angolo di rifrazione </)1 dalla relazione: '
n sen
·-= (Legge di Snell) (14.]i
n' sen
Eserciziario
Vedi Esercìzio14.2.
Proprietà ottiche e materiali supe;conduttori 693
Raggio incidente
1)';::]
1 = 30°
e.g. <l>
Vuoto
di aria Interfaccia aria-vetro
11'=1.51
Vetro e.g. <l>,= 19.3"
sodico-calcico
FIGURA 14.3 Rifrazione
di unraggioluminoso
nel
vuoto(aria)quando
attraversa
unvetro.
Metallo Indice di
rifrazionemedio
Composizionedei vetri:
Vetro di silice 1.458
Vetro sodico-calcico 1.51 -1.52
Vetro al borosilioato(Pyrex) 1.47
Vetro di selce ("flint") denso 1.6-1.7
ComposiZionìcristalline:
Corindone,Al2 0 3 1.76
QuarzoSi02 1.555
LitargirioPbO 2.61
Diamante,e 2.41
Plasticheottìèhe:
Polietilene 1.50- 1.54
Polistirene 1.59-1.60
Polìmeti!metacrilato 1.48- 1.50
Politetrafluoroetilene 1.30-1.40
694 Capitolo 14
FIGURA14.4
Diagramma cheindica n'(basso)
l'angolocritico</Jcdi
riflessione
totaleinterna Raggio l
11(altol
dellalucechepassa daun
mezzo conunaltoindicedi Raggio2
11>11'
rifrazione
n adunoconun
basso indice n'.
di rifrazione
Si nolicheil raggio 2, che
haunangolo di incidenza /
Raggio 2
<hmaggiore è
di </Jc,
totalmenteriflesso nelmezzo
·conindicedi rifrazione Raggio I
maggiore.
Ogni materiale assorbe una certa quantità di luce pe: rint~razio~e. d~i foto,i;i
della luce con la struttura elettronica e di legarne degh atomi. degh 10m o dc: -'
molecole che costituiscono il materiale stesso. La frazione di luce trasmessa
un particolare materiale dipende quindi dalla quantità di luce riflessa ed
assorbita dal materiale. Per una particolare lunghezza d'onda,\. la somma delle
frazioni riflessa. assorbita e trasmessa della luce incidente è uguale ad uno:
Consideriamo ora come variano questi r~pporti per alcunì t'ipi di materiali.
Metalli Ad eccezione del caso dì sezioni molto sottili, i metalli riflettono e/o assorboP ·
1
le radiazioni incidenti con lunghezze d'onda da lunghe (onde r~dio) a v~lon ,•:
centro della zona ultravioletta. Dal momento che la banda d1 conduzione ::.'.
sovrappone alla banda di valenza, la radiazione i~cid:nte .e.ccita.fa~il~ente ~h
elettroni ai livelli di energia più alti. Ricadendo poi a hveìh mfenon di ener~1a.
l'energia dei fotoni diminuisce e la loro lunghezza d'onda aumenta. Qu~sto. t1?o
d'azi;ne dà luogo a raggi luminosi fortemente riflessi da una su~e:fi~1e hsc1~.
come si osserva con molti metalli come l'oro e rargento: La ~uantI_ta d1 ~nergia
assorbita dai metalli dipende dalla struttura elettronica d1 ogm particolare
metallo. Per esempio, nel rame e nelroro c'è un maggiore assorbimento delle
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 695
lunghezze d'onda più corte del blu e del verde ed una riflessione maggiore delle
lunghezze d'onda del giallo, dell'arancione e del rosso e le superfici lisce di questi
metalli mostrano i tipici colori riflessi di questi elementi. Altri metalli come
l'argento e l'alluminio riflettono tutte le regioni dello spettro visibile e m.ostrano
un colore bianco "argentato".
Vetri silicei Riflessione della luce da una singola superficie di una lastra di vetro La
proporzione di luce incidente che viene riflessa da una singola superficie di una
lastra di vetro lucida è molto piccola. Questa quantità dipende principalmente
daffindice di rifrazione del vetro n e dall'angolo di incidenza della luce che
colpisce il vetro. Nel caso la luce incida normalmente (cioè <Pi 90°), la frazione
di luce riflessa R (detta· rfflettMid) da una .singola superficie può essere
determinata· dalla relazione:
R = (~):i
n+I (14.5)
dove n è l'indice di rifrazione del mezzo ottico rifletfente. Questa formula può
anche essere utilizzata con buona approssimazione per angoli di incidenza fino a
20° circa. Utilizzando l'Equazione (14.5). un vetro a base dì silicati con n =
L 46
ha un valore calcolato di R di 0.035 o una riflettività percentuale del 3.5%.
Eserciziario
Vedi Esercizio14.3.
Assorbimentodella luce in una la.stradi vetro Il vetro assorbe energia dalla
luce che trasmette, cosicché rintensità della luce diminuisce al. crescere del suo
percorso. La relazione~ tra la frazione di luce entrante. / 0 e la frazione di luce
uscente, /, da una lastra di vetro di spessore 1 che non contiene centri dì
dispersione. è:
(14.6)
Eserciziario
Vedi Esercizio14.4.
Riflessione, assorbimentoe trasmissione della luce in una lastra di vetro La
quantità di luce incidente trasmessa attravers~ una lastra di vetro è determinata
dalla quantità di luce riflessa dalle superfici superiore ed inferiore e dalla
quantità assorbita all'interno della lastra. Consideriamo la trasmissione della
luce attraverso una lastra di vetro, come mostrato in Figura 14.5. La frazione di
696 Capitolo 14
IoR (raggioriflesso)
Io (raggioincidente)
Superf(cie superiore
/ della lastra di vetro
Primariflessione
r·,---------:,i'l-----_.....------.------
1 (ì -R)lo
Assorbimento ~ {R)(l - R)loe-'11 Spessore della
lastra di vetro
FIGURA 14.5
Trasmissione dellaluce
attraversounalastradi vetro Secondariflessi1.':!:e----.....,...-----'I------------------
in cuisi hala riflessione //
sullesuperficisuperioreed Superficieinferiore
interiore
e l'assorbimento della lastradi vetro
all'interno
dellalastra.
luce incidente che raggiunge la superficie inferiore del vetro è (1 - R) (10 e-'01 ).
La frazione di luce ìncidente riflessa dalla superficie inferiore sarà {R) (l - R)
01
(/ 0 e- ). Pertanto) la differenza tra la luce che raggiunge la superficie inferiore
della lastra di vetro e quella che viene riflessa .dalla superficie inferiore è la
frazione di luce trasmessa, I, che è:
I = [0 R)(Joe- 01
)]-[(R)(l - R)(l 0 e- 01 )]
(14.T
= (1 - R)(loe- 01
)(1 - R) =;=(1 - R) 2 (loe-at)
La Figura 14.6 mostra che circa il 90% della luce incidente viene trasmessa
dai vetri silicei se la lunghezza d'onda della luce in ingresso è maggiore di circa
300 nm. Per le lunghezze d'onda inferfori della luce ultravioletta, si ha un
assorbimento molto. maggiore e la trasmissione è considerevolmente minore.
Ultravioletto
Visibile
/~ Vetrodi .silice96%chiaro
FIGURA 14.6
I Vetroal borosilicatochiaro
Percentuale di luce I
trasmessa in funzione
della 200 300 400 500 600
lunghezza d'onda (nm)per 700
Lunghez.2.a
d'onda,nm
alcunitipi dìvetrilucidi.
Semiconduttori
N~i semiconduttori, i fotoni della luce possono essere assorbiti in di've s'
(Frn:u 14 8) N . . d. .. . r., mo I
a·
.. ra ·. . e1sem1con uttori mtrmseci (puri) come Si Ge e ·G· A · r ·
osso b' . , a s. 1 1otom
.P . n~ e5.sereassor m per cr~.are coppie elettrone-lacuna che permettono agli
elettroni d1 saltare attraverso l mtervaHo di enerrzia dalla banda d' 1· . .
b d d· d · . -- 1 va enza a11a
. a~ a 1 con uz1one (Figura 14.8a). Perché questo possa avvenire. il fotone
mc1d~nte deve ~vere ~n valore di ~mergiauguale O maggiore alrintervaHo dì
energia E~. Se I energia del fotone e mage:iore di· E l'e e · · .·
d' · . . - · g, n rg1a m eccesso viene
1ss1pata c~me calore. I sem1condunori che contengono impurezze di donatori
e? acceuon, assorb~n~ fotoni di energia molto inferiore (e quindi con lun!!hezze
d onda m~l~o 1~agg1on) che consentono agli elettroni di saltare dalla ba~da di
valenza ai· hvelh ac.cettori. (Fie:ura 14·8b) o donatori alla banda d'1 eon d uz10ne
·
( p·1gu~a ·14.8c). . --
J sem1conduttori sono pertanto opachi ai fotoni ad alta e media
energia {lunghezze d'onda corte e medie) e trasparenti ai fomni d' b ·
con lunghezze d'onda molto elevate. . i assa energia,
Eserciziario
Vedi Esercizio 14.5.
Luce incidente
FIGURA 14.7 Riflessìonì
multiple interne
all'interfaccia
conla regione
cristallina
cheriducela
trasparenzadi materiali
termoplasticiparzialmente
cristallini. Luce diffusa
698 Capitolo 14
t
FIGURA 14.8
Assorbimentootticodei
tl,,,,_;_:. l
1~
0 ..... ;...;<~,.
fotoni.neisemiconduttori. Banda di valenza Bandadi valenza
Banda di valenza
l'assorbimento
awiene(a) (e) tipo11
(a) Intrinseco (b) tipo p
seh. > E0, (b)seh. > Ea
e (e) seh.> fii.
14.5 LUMINESCENZA
r
Emissione Livello attivatore
allabanda di conduzione oad ...... stato donatore
unatrappola. (2) Gli elettroni
possono essere eccitati ...
Eccitazione
CD 0 ®3 " .."' ..,. Emissione
. . Differenza
d.' ·
1 energia
termicamente daunatrappola tra le ande
all'altra
o nellabandadi Livelloattivatore Livelloattivatore
conduzione. (3) Glielettroni -- stato accettore
possono cadere ai livemdi '0,.,..;;,
attivatori
(donatori) piùaltie Band~·.di·valenza
poisuccessìvarnente ai livelli f·
accettoripiùbassi,che
emettono lucevisibile.
Catodo- Questo tipo di luminescenza viene prodotto da un catodo che genera un fascio
luminescenza di bombardamento elettronico ad alta energia. Le applicazìoni di questo
processo includono il microscopio elettronico, l'oscilloscopio. a raggi catodici e
la luminescenza degli schermi dei televisori a colori. La fosforescenza dello
schermo dei televisori a colori è particolarmente interessante. I moderni
televisori hanno righe verticali molto strette (con una larghezza di circa 0.25
mm) di fosfòri ad emissione rossa, verde e blu depositati sulla superficie interna
dello schermo (Fìgura 14.11). Utilizzando una maschera d'ombra di acciaio con
piccoli fori ovali (circa O.I5 m.mdi larghezza). il segnale in ingresso nel televisore
viene scandito sulrintero schermo 30 volte al secondo. La piccola dimensione e
il grande numero di zone di fosfòro esposte consecutivamente nella rapida
scansione di 15750 linee orizzontali al secondo e la persistenza dell'immagine
nell'occhio umano rendono possibile l'ottenimento di una chiara. immagine con
buona risoluzìone..I fosfòri di solito utilizzati per i colori sono il solfuro di zinco
(ZnS) con Ag+ come accettore e ci- come dona.tore per il blu, (Zn,Cd)S con
accettore cu+ e donatore Al 3+ per il verde e l'ossisolfato di ittrio (Y 20 2 S) con
700 Capitolo 14
FIGURA14.1O Sezione di
unalampada a fluorescenza Luce visibile Radiazione
Elettroni ultravioletta
chemostra la generazione di
a unelettrodo
elettroni e \\ti
l'eccitazione
degliatomidi
mercurio cheforniscono la ----·....-- ___......
.
luceUVpereccitare il
rivestimento di fosforo
all'interno
deltubodella Rivestimento
Atomi dì Atomi di
lampada. Il rivestimento di Elettrodo
mercurio gas inerte di fosforo
fosforo eccitato fornisce luce
visibilemediante la
luminescenza.
In~= (l4.8)
lo 'i
FIGURA14.11 Schema
delladisposizione
delle
strisce
verticali
di rosso(R),
verde(G)e blu(B)d1fosfòro
in unoschermo di un Schermoa matricelineare
televisore
a colori.Sono
anche mostratealcune
aperturea formaovalizzata
dellamaschera d'ombradi
acciaio.{RCAl.
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 701
Eserciziario
Vedi Esercizio14.6.
Elettroni
Stato eccitato
Specchio
esterno
(riflettente)
Barra laser
di rubino
Sorgente di energia
FIGURA 14.13
Diagramma schematico
dì inferiori, provocando l'emissione di fotoni di determinate lunghezze d'onda. Le
un lasera rubinopulsato,
estremità della barra di rubino sono rettificate parallele per l'emissione ottica.
Uno specchio totalmente riflettente è posto parallelo e vic;ino all'estremità poste-
riore den·asta di cristallo, mentre uno specchio parzialmente trasmittente è posto
all'estremità anteriore del laser e consente il passaggio del fascio laser coerente.
Un segnale ad alta intensità proveniente da una lampada flash alìo xeno può
fornire l'energia necessaria per eccitare gli ioni Cr 3+ dallo stato di base ai livelli di
energia più alti. come indicato dalla banda E3 di Figura 14.14. Questa azione.
nella terminolo2ia dei laser, è chiamata pompaggio del laser. Gli elettroni eccitati
degli ioni Cr 3; possono poi rica.dere al liveHo base o al lìvello energetico
metastabi1e E2 di Figura 14.14. Comunque. prima che possa avvenire remissione
stimolata di fotoni nel laser. ci devono essere più elettroni pompati nell'alto
livello di energia metastabile di non equilibrio E~ che nel Hvello di ba.se (E1 ).
Questa condizione viene chiamata inversione della popola::ione degli stati di
,.
E,
Emissione.spontanea
5:! E __ _;,_________________ Livello energetico
e :
~
metasrnbile
~ Emissionespontanea
u"0 e stimolata
FIGURA 14.14 ,; (uscita del laser}
Diagramma semplificato '§
g
deilivellidi energiain un UJ E __ .,.:_...:... _______________ Livello dì terra
sistemaa trelivellidi 1
emissione di lucelaser.
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 703
' 00000.00000000000
00000000000000000
00•00000000000000
••
••
• ••• •o
o • o • .
•• e .•. 'o te
••
O.•
• • o • • • • • ••
Cristallo di rubino drogato con Cr
(a) (b)
• •o•oo/o••••,•o•c•
•o••o•••o•o.•~·
•;:roo•o••••o•••••o
o • • o o.
• • o• • •
• • • o •• •
Subito prima
~-
mo
• o•
• o •
ooe
••
oo
A metà Dopo la
della successiva cristallo riflessione
riflessione
(e) (d)
Tipi di laser Ci sono molti tipi di laser a gas, a liquido e a solido utilizzati nella tecnologia
moderna. Descriveremo brevemente alcuni degli aspetti importanti di questi laser.
Applicazioni
1. Saldatura
2. Foratura
Tipo di
laser
YAG'
YAG
CWC02t
Commenti
I
4. Trattamenti CWC02 lndurime.otodi superficìmetallicheper autotemprada
superficiali temperatureaustenitizzanticon raggio a scansione
detocalizzata
5. Tracciamento YAG Tracciamentodì grandì superficidi ceramicie wafer di
CWC02 silicio per realizzaresubstrati di circuiti
6. Fotolitografia Eccimeri Processifotolitograficinella realizzazionedi
semiconduttorlcon eccimeri
* YAG= il granatolttrioalluminio
e un cristalloospitanteusatoneilaserallostatosolidoal neodimio
t CWC02 = laserall'anidridecarbonicaa onda continua(cioènon pulsante).
Proprìetà ottiche e materiali superconduttori 705
Contano
metallico
p-GaAs
Raggiolaser
(a) (b)
lacune all'interno del piano attivo p-GaAs. I piani AlGaAs hanno intervalli di
banda più ampi e indici di rifrazione più bassi e quindi co!:jf.ringonola luce laser
a muoversi in una guida d'onda molto piccola. L'applic:µione maggiore dei
laser a diodo GaAs è nei compact disc.
Dispersione della Le fibre ottiche utilizzate per i sistemi di comunicazione devono avere una
luce nelle fibre dispersione della luce estremamente bassa (attenuazione} cosicché il segnale
ottiche luminoso codificato. in ingresso possa essere trasmesso a lunga distanza (ad
esempio 40 km) ed essere ancora ricevuto soddisfacentemente. Per i vetri a
dispersione di luce estremamente bassa utilizzati per le fibre ottiche. le impurezze
(in particolare di Fe:i-) nel vetro di SiO:i devono essere pochissime. Lu
dispersione della luce {attenuazione) di una fibra di vetro ottica viene di solih 1
misurata in decibel per chilometro (dB/km). La dispersione in dB 1km di ,.··
materiale che trasmette la luce per un tratto dì lunghezza I è legata alrinte:;
luminosa in ingresso / 0 e affintensità luminosa in uscita /mediante la relazion-.::
Separatore di 11-InP
,.
11-lnGaAsP
Substrato dì 11-lnP
Eserciziario
Vedi Esercizio14.7.
Fibre ottiche Le fibre ottìche per la trasmissione della luce servono come guide d'onda per i
a modo singolo segnali di luce nelle comunicazioni ottiche. La ritenzione della luce all'interno
e multimodali della fibra ottica è resa possibile dal passaggio della luce attraverso H vetro del
nucleo centrale che ha un indice di rifrazione maggiore di quello dello strato di
vetro esterno (Figura 14.18). Per il tipo a modo singolo. che ha un nucleo dì
diametro di circa 8 µm ed uno strato esterno di diametro di 125 µm circa, esiste
solamente un percorso guidato per il raggio di luce (Figura 14.18a). Nel tipo
multimodale, che ha un nucleo con indice di rifrazione graduato, molti tipi di
onde passano simultaneamente attraverso la fibra, provocando una dispersione
del segnale maggiore di quella prodotta nel modo singolo (Figura 14.18b). La
maggior parte dei nuovi sistemi di comunicazione a fibre ottiche utilìzzano il
modo singolo perché si ha una minore dispersione e irfoltre la fabbricazione è
meno costosa e più semplice.
Produzione delle Uno dei metodi più importanti per la produzione di fibre ottiche di vetro per i
fibre ottiche sistemi di comunicazione è il processo "modified chemical vapour depositicm··
(MCVD) (Figura 14.19). In questo tipo di processo: un vapore secco moho puro
di SiCl4 con diversi contenuti di vapore di GeCl 4 e idrocarburi fluorurati viene
fatto passare attraverso un tubo rotante di silice pura assieme ad ossigeno puro.
Un cannello ossigeno-idrogeno esterno viene mosso lungo il diametro ·esterno
del tubo rotante, consentendo al contenuto di reagire per formare particelle di
vetro di silice drogate con la combinazione desiderata di germanio e fluoro. Il
Ge0 2 aumenta l'indice di rifrazione dell'Si01. mentre il fluoro lo diminuisce. A
valle della zona di reazione, le particelle di vetro migrano verso la parete del
tubo dove si depositano. La stessa torcia mobile che aveva provocato la
reazione per formare le particelle di vetro. passa sopra queste particelle e le
sinterizza in uno strato sottile di vetro drogato. Lo spessore dello strato drogato
dipende dal numero di strati che si sono depositati durante i ripetuti passaggi
della torcia. Ad ogni passaggio la composizione dei vapori viene regolata per
ottenere il profilo di composizione desiderato cosicché la fibra di vetro
successivamente prodotta possa avere il profilo di indice di rifrazione voluto.
Nello stadio. successivo~ il tubo di silice viene riscaldato ad una temperatura
sufficientemente alta da farlo avvicinare al SU() punto di rammollimento. La
tensione superficiale del vetro provoca poi i1collasso uniforme del tubo formato
dagli strati di vetro depositati, per fom1are una barra solida detta preforma
(Figura 14.lb). La preforma di vetro proveniente dal processo MCVD viene poi
inserita in un forno ad alta temperatura dal quale vìene trafilata una fibra di
-
708 Capitolo 14
FIGURA14.18 Confronto
trafibreottiche (a)a modo
0 _JL ~-------------!-
,j\ j\ (a) Modo singolo
1
,,+=~
singoloe (b) fibre
multimodali in unasezione
trasversale
a!l'indlce
percorso
segnale
in relazione
di rifrazione,
dellalucee al
di entrata
Si preferisceil segnale
uscitapiùstrettodelmodo
al
e di uscita.
di
@_/\__
Sèzìone
trasversale
Profilo
dell'indice di
d/ j\ /\Parte trasparente Segnale Segnale
di entrata di uscita
singolo peri sistemi di della fibra rifrazione
di vetro
comunicazione otticia lunga (b) Multimodale
distanza.
Esausto
Vetro simerizzato Accumulazione di
Vapori e gas
Tubo di sìlice \ particelle a \'alle
del cannello t
-
reagenti
n i] _Applicatore
I -Cowollo
del nvestimemo
della concentricità
Tamburo
i M · tenditore
Rullo di ov1me,,,,,n~ta_1o_re~+------,,---..,..
trascinamento ...-,,,-
1 • ;.,,./"'
(a) (h)
Moderni sistemi La maggior parte dei moderni sistemi dì comunicazione a fibre ottiche
di comunicazione a utilizzano fibre a modo singolo con un trasmettitore laser a diodo con doppia
fibre ottiche eterogiunzìone InGaAsP (Figura 14.22a) che funziona alla lunghezza d'onda
dell'infrarosso dì l,3µm, dove le dispersioni di luce sono minime. Come
rilevatore viene di solito utilizzato un fotodiodo InGaAs/InP (Figura 14.22b).
Con questo sistema, si possono mandare segnali ottici finò a distanze di 40 km
prima che .il segnale debba essere ripetuto. Nel Dicembre 1988 è entrato in
funzione il primo sistema di comunicazione transatlantico a fibre ottiche con
una capacità di 40000 chiamate telefoniche simultanee.
71 O Capitolo 14
FIGURA14.21 Rotolodi
fibraottica.
[Perconc~ssione
dellaAT&71.
.In
p~-lnGaAs
ì.InGaAsP SiN
! (attivo) 11-lnGaA~
11-lnP
(separatore\
n-lnP
(substrat,·
Con1a110
Au-Sn
(a) (h)
FIGURA14.22 .(a)Diodo
laserconeterostruttura
lnGaAsP
immerso
inunsubstrato
chìmico,
utilizzato
persistemi
di comunicazione
a fibre
ottiche
su lunghe
distanze.Si notilafocalizzazione
delfasciolasermediante
uncanale
a V. (b)Fotorilevatore
PINpersistemi
comunicazione
ottici.!DaAT&TTech. J. 66(1987)].
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 711
Rame
normale
di unmetallo
elettrica
(Cu}confrontata
con
Q.
/'
_,,,,./ Mercurio
quelladi un metallo f superconduttore)
superconduttore(Hg)in
funzionedellatemperatura
vicinoa OK. Laresistività
delmetallo
elettrica
superconduttorediminuisce
bruscamente adunvalore o 4,2
moltopiccolo non T,K__..,
misurabile.
I
superconduttività nei materiali. La curva di Hc in funzione di T (K) può essere
approssimata da:
(14.10)
O.JO
l 0.15 -
Nìi.,bio
l Staio
normale
c..
E 0.05
é ......
Stato
superconduttore Mercuri'ò,
Piombo
o.._____ ..,.._____
,AlluminkÌ,, 5___________ ...
lO
t
o Te
Temperatura. K --+ Temperatura.K --+ a
(a) (/>) c
Eserciziario
Vedi Esercizio 14.8.
A seconda di come si comportano quando viene applicato un campo
magnetico, i superconduttori metallici e intermetallici vengono classificati come
superconduttori di tipo I e di tipo II. Se un lungo cilindro di superconduttore di
tipo I come Pb o Sn viene posto in un campo magnetico a temperatura
ambiente, il campo magnetico penetrerà normalmente attraverso il metallo
(Figura 14.25a). Invece, se ia temperatura del superconduttore di tipo I è
abbassata sotto la sua Te (7 ,19 K per il Pb) e se il campo magnetico è al di sotto
di Hc, i1 campo magnetico verrà allontanato dal campione eccetto che per uno
strato superficiale di penetrazione molto sottile di circa l o-scm sulla superficie
(Figura 14.25b). Questa proprietà di esclusìone del campo magnetico nello stato
di superconduttività è detta effetto Meissner.
I superconduttori di tipo lI si comportano differentemente in un campo
magnetico a temperature inferiori a Te. Essi sono fortemente diamagnetici come
i superconduttori di tipo I fino ad un campo magnetico critico detto campo
critico inferiore Hc1 (Figura 14.26} e quindi il flusso magnetico viene escluso dal
materiale. Sopra Hci il campo inizia a penetrare 11elsuperconduttore di tipo II e
continua gradualmente finché viene raggiunto il campo critico superiore Hc:,
Tra Hc1 e Hc2-il superconduttore si trova nello stato misto e sopra Hc1 ritorna
allo stato normale. Nella regione tra Hc1e Hc2, il superconduttore può condurre
corrente elettrica all'interno dal materiale, così questa regione di campo
magnetico può e~sere utilizzata per superconduttori ad alta corrente e ad alto
campo come il NiTi ed il Ni.,Sb. che sono superconduttori di tipo II. ·
·••••· Tlpo I t
--TipoII,,
Flussodi correntee I supercònduttori dì tipo I sono cattivi portatori di corrente elettrica poìché i;;
campi magnetici corrente può fluire solo nello strato .superficiale esterno del campione
nei superconduttori superconduttore (Figura 14.27a). La ragione di questo comportamento è che
il campo magnetico può penetrare solo nello strato superficiale e la corrente può
fluire solo in questo strato. Nei superconduttori di tipo II sotto Hr:1, i campì
magnetici si comportano nello sresso modo. Se il campo magnetico è invece
compreso tra Hr:1 ed Hr:2 (stato misto). la corrente può essere trasportata
all'interno del superconduttore da filamenti. come indicato in Figura 14.2ìh.
Nei superconduttori di tipo II. quando viene applicato un campo magnet:cci
compreso tra Hc1 ed Hc2, il campo penetra nella massa del supercondun
sotto forma di singoli fasci di flusso quantizzati detti f7ussoidi (Figura 14._
Ogni flussoide è circondato da un vortice cilindrico dì supercorrente. Con
l'aumento della resistenza dei campo magnetico. un numero sempre maggiore di
flussoidi entra nel superconduttore e fonna una disposizione periodica ordinata.
A Hc':. la struttura a vortici di supercorrente collassa ed il materiale ritorna al
normale stato di conducibilità.
J
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 715
Vonici di supercorrente
FIGURA 14.28
lllustrazione
schematica dei
flussoidi
magnetici in un Flussi di magnetici
· superconduttore
di tipoli
conil campo magnetico tra
Hc,edHa.
J
716 Capitolo 14
F
c
o
Y
p
FIGURA 14.29 Sezione trasversale di uncavo
compositodi rameconNb-46,5% Ti fabbricato
peril
supercollisore
superconduttore. Il filohaundiametro di
0,0808cm.un rapporto volumetrico di 1,5,
Cu:NbTl
contiene7250filamentidi diametro 6 µm,eJc= 2990
A/mm2 a5 Te Jc= 1256 Nmm2 a8 T (ingrandimento
200x). [Perconcessione dellaJGC AcJvanced
Superconductors lncJ
Ossidi Nel 1987 sono stati scoperti superconduttori con temperature critiche imomc,
superconduttori 90 K. sorprendendo l'ambiente scientifico dal momento che fino a q,i.
ad alta momento la temperatura Te maggiore per un superconduttore ~radi circa 13 k.
temperatura critica Il materiale più studiato con alta Te è il composto YBa 2 Cu 3 O\. e quind.i la
(Te) nostra attenzione sarà focalizzata su alcuni aspetti della sua strun~ra e delle sue
proprietà. Dal punto di vista della struttura cristallina. si può ritenere che
quest6 composto· abbia una struttura difettosa di tipo perovskite con tre celle
unita.rie cubiche dì perovskite sovrapposte runa su Jr estremità delraltra (Figura
14.30), la struttura perovskite del CaTiO 3 è mostrata in Figura 10.16. Per una
sovrapposizione ideale di tre celle unitarie cubiche con struttura perovskite. il
composto YBa:2Cu3Oy dovrebbe avere la composizione YBa::!Cu3O 9 , con :·
uguale a 9. Però le analisi hanno 111ostratoche perché questo materiale poS!>.t
essere superconduttore, y varia da 6.65 a 6,~0. Per .r 6, 90. la sua Tr:è massima
=
(~ 90 K) e per y 6, 65 scompare ia superèonduttività. Quindi, le lacune di
ossigeno giocano un ruolo nel comportamento superconduttivo del
YBa2Cu3Oy.
Il composto YBa.'.!Cu3Oy quando viene raffreddato lentamente da
temperatura superiore a 750°C in presenza di ossigeno, subisce un cambiamento
della struttura del cristallo da ortorombica a tetragonale {Figura 14.31a). Se il F
contenuto di ossigeno è vicino a y = 7, la sua Te è circa 90 K (Figura 14.31b) e hl f
Proprietàottichee materialisuperconduttori 717
Piani Catene
Co0 2 lineari
r
a= ~.82A
Pianì(001J
3.LJ----------~---. 12
11;8 ~
·r;.
g
-o
60 - I.- . !
~
3..82
11.75
~
i:
= 40 -
~c..
I
u
:;
J:
IL7 ~
d:. ~
20- I
3.8 ,__ _ _,_ _ __._______-'---'_ __,__
7.0 6.8 M 6.4 6,2
_ __, 11.65
6.0
o
7.0
I
6,8
I
6.6
I -
6.4 6,2
I - 6.0
Contenmo dì ossigeno y Contenuto di ossigeno y
(li) (h)
FIGURA14.31 (a)Costantidellacellaunitaria
delcomposto
YBa2Cu
3Oyinfunzione
delcontenuto (b) Tcperil YBa
di ossigeno. 30yin
2Cu
funzione
delcontenuto !DaJ. M. Tarascon
di ossigeno. MRSBui/.,January
e 8. G.Bagley. 1989,
p.55].
718 Capitoloi 4
,.
FIGURA14.32
Micrografia
al TEMadalta
risoluzione
nelladirezione
[100Jlungocatene rame-
ossigenoe righedì atomidi
Bae di Y nellacellaunitaria
di Y8a2Cu3Oy, come
indicalo
dallefrecce.[DaJ.
Narayafl,
JOM,January
1989,p.181,
DEFINIZIONI
,.
Paragrafo 14.3
Indicedi rifrazione:rapporto tra la velocità della luce nel vuoto e quella attraverso un
altro mezzo di interesse.
Pa,.agrajo 14.4
Coefficiente di assorbimento:frazione di luce incidente che viene assorbita da un
materiale.
Paragrafo I 4.S
__
Luminescenza:assorbimento di luce o di altra energia da parte di un materiale e
successiva emissione di luce a lunghezza d'onda maggiore.
Fluorescenza:assorbimento di luce o di altra energia da parte di un materiale e successiva
emis~onedi luce entro 10-• s dall'eccitazione.
Proprietà ottiche e materiali superconduttori 719
Paragrafo 14.6
Laser: sigla per luce amplificata mediante emissione stimolata di radiazioni.
Fascio laser: fascio di radiazione ottica coerente monocromatica generata dall'emissione
stimolata di fotoni.
inversionedi popolazione:condizione nella quale ci sono più atomi in uno stato di energia
più alta che in uno ad energia più bassa. Questa condizione è necessaria per il
funzionamento del laser.
Pa,·agrafo14.7
Comunicazione ottica:me_!..odol)erla trasmissione delle informazioni per mezzo della luce.
AttenuazionedellaJuce:diminuzione dell'intensità della luce.
Guida d'onda ottica: fibra con un sottile rivestimento lungo la quale la luce si può
propagare mediante la riflessione e la rifrazione totale interna.
Paragrafo I 4.8
Stato di superconduttività:un solido nello stato di supe:,conduttività non possiede
resistenza elettrica.
Temperaturacritica Te: temperatura al di sotto della. quale un so!jdo non possiede
resistenza elettrica.
Oens.itàdi corrente critica Je: densità di corrente al di sopra della quale scompare la
superconduttività.
Campo magnetico. critico Hc: campo magnetico sopra jl quale scompare la
superconduttività.
Effetto Meissner:espulsione del campo magnetìco da parte di un superconduttore.
Superconduttoredi tipo I: superconduttore che mostra la completa repulsione ~el flusso
magnetico tra lo stata normale e quello di superconduttività.
Superconduttoredi tipo Il: superconduttore nel quale il. flusso magnetico penetra
gradualmente tra lo stato normale e quello di superconduttività.
Campo critico inferiore Hc,: campo al quale il flusso magnetico inizia a penetrare un
superconduttore di tipo II.
Campo critico superiore Hc2 : campo al quale la superconduttività scompare in un
superconduttore di tipo Il.
Flussoide: regione microscopica circondata da supercorrenti circolanti in un
superconduttore di tipo II in campi magnetici tra Hc2 e Hr:1,
_J_
~
i
'
PROPRIETAMAGNETICHE
E MATERIALIMAGNETICI
(a) (b)
Campi magnetici Iniziamo il nostro studio dei materiali magnetici richiamando alcune delle
proprietà fondamentali del magnetismo e dei campi magnetici. Il/erro. il coba/Jo
ed il nichel. che sono gli unici tre metalli che quando vengono magnetizzati a
temperatura ambiente possono produrre un forte campo magnetico attorno a
loro, vengo110 detti ferrornagnetici. La presenza di un campo magnetico attorno a
una barra di ferro magnetizzata può essere rilevata spargendo piccole particelle di
ferro su un foglio di carta posto appena sopra la barra di ferro (Figura 15.~!.
Come mostrato in Figura 15.2, il magnete ha due poli magnetici e si osservane·
linee del campo magnetico che escono da un polo ed entrano nell'altro.
In generale, il magnetismo è di natura bipolare e non sono mai stati scoperti
monopoli magnetici. Ci sono sempre due poli. o centri di un campo magnetico.
che sono separati da una distanza finita e questo tipo di comportamento. si può
estendere ai piccoli bipoli magnetici trovati in alcuni atomi.
I campi magnetici sono prodotti anche da conduttori in cuì circola corrente.
La Figura 15.3 illustra la formazione di un .campo magnetico attorno a una lun-
ga bobina di filo di rame, chiamata solenoide,la cui lunghezza è maggiore ri-
spetto al raggio. Per un solenoide di n spire e di lunghezza l, rintensità del campo
j
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 723
magnetico H è pari a:
4rrni
H= (15.1)
I
t
I
724 Capitolo 15
ampere per metro (A/m) e in unità cgs di oersted (Oe). La conversìone tra unità
SI e cgs per H è I A/m = 4,r x 1o-3 Oe. i
I
Induzione Poniamo ora una barra di ferro smagnetizzata all'interno del solenoide ed
magnetica applichiamo una corrente di magnetizzazione al soli:moide, come mostrato in
Figura 15.2b; si osserva che il campo magnetico all'esterno del solenoide è più
intenso per la presenza della barra magnetizzata all'interno del solenoide.
L'accentuazione del campo magnetico all'esterno del solenoide è dovuta alla
somma del campo del solenoide stesso e del campo magnetico esterno della
barra magnetizzata. Il nuovo campo magnetico è detto induzione magnetica o
densità di flusso o semplicemente induzione e gli viene attribuito il simbolo B.
Vinduzìone magnetìca B è la somma del campo applicato H e del campo
esterno dovuto alla magnetizzazione della barra jnterna al solenoide. n
momento magnetico indotto per unità di volume dovuto alla barra è detto
intensità di magnetizzazione o semplicemente magnetizzazione ed è indicato co:-,
il simbolo M. Nel sistema di unità SI,
(15.2)
_J
1 Nikola Tesla (J 856· 1943). Inventore americano di origine jugoslava che sviluppò in Ì
parte il motore a induzione polifase e inventò la bobina Tesla (un trasformatore ad aria). i
IT = JWb/m 2 = JV. s/m 2• i
2
!Wb=JV,s.
Proprietàmagnetichee materiali magnetici 725
B
µ (15.3)
li
Se il campo magnetico è applicato nel vuoto, allora:
(15.4)
dove µ 0 = 4ri x 10-'T · m/A = permeabilità magnetica nel vuoto, come visto in
precedenza.
Un metodo alternativo utilizzato per definire la permeabilità magnetica è la
grandezza permeabilità relativa ftr, che è il rapporto Jt/ µ 0 • Quindi:
(15.5)
(15.6)
J
indica come vengono misurate per un materiale magnetico µ 1 e ILraax dalla
pendenza della curva di magnetizzazione iniziale B - H. I materiali magnetici
che sono facilmente magnetizzati hanno un'alta permeabilità magnetica.
726 Capitolo 15
M
'.\m= (15.7!
.._1s_._2_T_IP_1_0_1
_M_A_G_N_E_T_1s_M_o
________________ , l
I campi e le forze magnetiche sono origina ti dal moto della carica elettrica ài
base, l'elettrone. Quando gli elettroni sì muovono in un filo conduttore. viene
prodotto un campo magnetico attorno al filo, come mostrato in Fìgura 15.3.
Anche il magnetismo nei materiali è dovuto al moto degli elettroni, ma in questo
caso i campi e le forze magnetiche sono causati dalla rotazione intrinseca (spin)
degli elettroni e dal loro moto orbitale attorno al nucleo degli atomi (Figura
15.5).
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 727
Diamagnetismo Un campo magnetico esterno che agisce sugli atomi di un materiale sbilancia
leggermente Forbita dei suoi elettroni e crea dei piccolì bipoli magnetici negli
atomi che si oppongono al campo applicato. Questo meccanismo produce un
effetto magnetico negativo detto diamagnetismo. L'effetto diamagnetico produce
-10- 0
una suscettibilità magnetica negativa molto piccola, dell'ordine di Xm :::::::
(Tabella 15.2). Il diamagnetismo avviene in tutti i materiali, ma in molti il suo
effetto magnetico negativo viene annullato da effetti magnetici positivi. Il
comportamento diamagnetico non ha una importanza tecnologica significativa.
Paramagnetismo l materiali che mostrano una piccola suscettibilità magnetica positiva in presenza
di un campo magnetico sono detti paramagnetici. L~effetto paramagnetico nei
materiali scompare quando viene tolto il campo magnetico applicato. Il para-
magnetismo, che produce nei materiali una suscettibilità magnetica compresa tra
10-6 e 10-2, è presente in molti materiali. La Tabella 15.2 e.lencala suscettibiljtà
magnetica dì materiali paramagnetici a 20°c. Il paramagnetismo è prodotto
dalra1lineamento dei momenti dei singoli dipoli magnetici di atomi o molecole in
un campo magnetico esterno. Poiché l'agitazione termica distribuisce
Suscettibilità Suscettibilità
Elemento magnetica, Elemento magnetica,
diamagnetico Xm x 10-G paramagnetico Xm x 10- 6
Momento Ogni elettrone che ruota attorno al proprio asse (Figura 15.5) si comporta come
magnetico di un un dipolo magnetico e ha un momento di dipolo detto 1nagne10nedi Bohr µ,b.
elettrone spaiato Questo momento di dipolo ha un valore di:
eh
(15.8)
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 729
4 Fe 26 [TI] [II] 2
o Cu 29
~ [illJ [illJ. [illJl' [illJ
FIGURA15.6 Momenti
magnetici
di atomineutridi elementi
di transizione
3d.
Ferrimagnetismo In alcuni materiali ceramici, ioni differenti hanno momenti magnetici di diversa
grandezza e, quando questi momenti magnetici sono allineati in modo
antipara11elo, c'è un momento magnetico risultante lungo una direzione
(Figura 15.Sc). l) gruppo di materiali· ferrimagnetici viene identificato come
ferriti. Ci sono molti tipi di ferriti. Un gruppo è bas~to sulla magnetite, Fe 3O4
che è il minerale magnetico dell'antichità. Le ferriti hanno una bassa
conducibilità che li rende utili per molte applicazioni elettroniche.
Al di sotto della temperatura di. Curie, i momenti di dipolo magnetico degli atomi
di materiali ferromagnetici tendono ad allinearsi secondo direzioni paraUele in
piccole regioni dette domini magnezici.Quando un materiale ferromagnetico come
il ferro o il nichel è smagnetizzato mediante raffreddamento lento da una
temperatura sopra quella di Curie, i domini magnetici sono allineati casualmente
cosicché non c'è un momento magnetico risultante nel campione (Figura 15.10).
--------
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 731
1nrn
FIGURA 15.8
Allineamentodeidìpoli
magnetici perdiversi!ipi
di magnetismo:
(a)ferromagnetismo,
(aJ
(b)antilerromagnetisrno
e (e)terrimagnetismo.
I
momenti magneticL
j
--------·-'
732 Capitolo 15
FIGURA 15.1O
Illustrazione
schematica
deidominimagnetici in un
materialeferromagnetico.
Tuttii dipolimagnetici
in
ognidominio sonoallineati,
mai doministessisono
allineati
casualmentecosì
chenonvi è una
magnetizzazionenetta.
[Da
R.M. Rose,L. A. Shepartd
e J. Wultt,"Structure
and
Properties vol
o! Materials':
IV:"ElectronicProperties",
Wiley,1966,p.193].
M
Rotazìone del dominio. Alla saturazione
magnetizzazione
~
magnetizzato
finoalla
saturazione
mediante un
campo magnetico esterno.
[DaR.M. Rose, L. A. Casuale
~
Shepartde J. Wulff,
"Structure
andProperties ot
Materiafs':
voi.IV:"Electronic ,..::::;;;
___ --'-----------:r--.,,.H
Wi/ey,1986,
Properties':
p.193].
J
Proprietà magnetiche e materiali magnetici ·733
ossido di ferro viene depositata su1la superficie lucida del ferro. Il moto del
bordo è seguito dall'osservazione con microscopio ottico. Utilizzando questa
tecnica, si sono ottenute molte informazioni riguardanti il movimento del bordo
del domìnio in presenza di campi magnetici applicati.
-t
E
E
I
1/ fi
11
•/ J_
H=O
-·-- H e-·--
-----H H-----
FIGURA15.12 Movimento deibordideidominiin uncristallo di ferro,provocato
dall'applicazione
di uncampo magnetico.Si notiche
all'aumentare
delcampo i dominiconì dipoliallinealinelladirezione
applicato, delcamposi allarganoe quelliconi dipoliopposti
si
restringono. di R. W.DeBlois,
[Perconcessione TheGenerai Electrìc Co.,e C. D. Graham,theUniversity
ot Pennsylvania}.
Capitolo 15
Energia Prima di considerare l'energia del bordo del dominio (parete). guardiamo gli
di anisotropia effetti de1l'orientamento del cristallo sulla magnetizzazione dei materiali
magnetocristallina ferromagnetici. Le curve di magnetizzazione in funzione del campo applicaH 1
FIGURA 15.13
Illustrazione
schematicache tlt!
mostra comela riduzione
delladimensione del
dominio in unmateriale
magnetico diminuisce Bordi dei
l'energia
magnetostatica domini
Un Due magnetici Quattro
med.lantela riduzionedel domini
domini.o domini
campo magnetico esterno. (a) (b) (e)
{a)Undominio, (b)due
dominie (e)quattro domini.
_J
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 735
Energia di bordo Il bordo di un dominio è il bordo tra due domini i cui momenti magnetici totali
del dominio sono a diverso orientamento ed è analogo al bordo di grano dove
l'orientamento del cristallo cambia da un grano alraltro. A differenza del
bordo di grano nei quali i reticoli cambiano orien.tamento bruscamente in un
tratto ampio circa 3 distanze atomiche, un dominio cambia orientamç!nto
gradualmente con un bordo di dominio che ha una ampiezza di circa 300 atomi.
La Figura 15.15amostra un disegno schematico di un bordo dì domini con una
variazione di 180° della direzione del momento magnetico, che avviene
gradualmente attraverso il bordo.
La grande ampiezza dì un bordo di dominio è dovuta ad un bilancio tra due
forze: di scambio e di anisotropia magnetocristallina. Quando c'è solo una
piccola differenza nell'orientamento tra i dipoli (Figura 15.15a), le forze di
scambio tra i dipoli sono minime e l'energia di scambio è ridotta (Figura
15.15b). Quindi, le forze di scambio tendono ad ampliare il bordo del dominio.
Però, più ampio è il bordo, maggiore è il numero d{'dipoli forzati a stare in
direzioni diverse da quelle di facile magnetizzazione e aumenta l'energia di
anisotropia magnetocristallina (Figura 15.15b). Quindi l'ampiezza del bordo di
equilibrio sarà raggiunta in corrispondenza al valore in cui è minima la somma
delle energie di scambio e di anisotropia magnetocristallina (Figura 15.15b).
J
magnetostrittiva cambiano leggermente e il campione si espande o si contrae nella direzione di
736 Capitolo 15
M0nocristallì J
di ferro
FIGURA 15.14
Anisotropiamagnetocristal-
linanelferroCCC.Il ferrosi o 15 30
magnetizzapiùfacilmente Campo magnetico H. kA/m
<100>chein
nelledirezioni
quelle<111>.
J
Proprietà magnetiche e materiali·magnetici 737
I
I I
tt tll/~'li-~\P H
L t
l I l ·, l •
Tf Tt ///,,;,_...'li.,\~-t}~ ~
l/
I I
l -' \ Il : l
Ì 1';1/.?" ~~ ':itf t i'
I l
t//~~~\~.:
I Bordo di I 100nm
I- dominio --,.I
Ampiezza del bordo
(al (b)
FIGURA15.15 Illustrazione
schematica(a)delladisposizione
deidipolimagnetici
in unbordodi dominio
e (b) relazione
tra l'energia
di
scambiomagnetico,
l'energia
di anisotropia
magnetocristallina
e l'arnpiezza
delbordo.L'ampiezza è di circa100nm
di bordodi equilibrio
[Adattato w D. Nixe A. S. Tetelman,
daC.S. Barrett, "ThePrinciples
ot Engineering
Materials''.
Prentice-HalJ.
1973.p.485].
IO
"-.,......._
-
X
:::;;
<l
~
-10
o.
--- ·-.-- ---Ferro
-:.,
=e
-~
FIGURA15.16 ·.:
Comportamento magneto-
strittivodeglielementi
I
e:
::t;
-20
~ -30
ferromagnetici Fe,Coe Nì.
Lamagnetostrizione è un
' ··,...__ Nichel
Domini di
1 chiusura
,A
FJGURA15.17
I
Magnetostrizione in
materialimagnetici cubici. Domini di
chiusura
Schematizzazione di una
magnetostrizione (a)
negativae {b)positiva che
allontanai bordideldominio
di un materialemagnetico.
(e) Riduzionedeglisforzidi Magnetos!fizione Magnetostrizione Dimensionedei
magnetostrizione mediante negativa · positiva dominiridotta
(a) (b) (e)
la creazionedi unastruttura
condominidi dimensione
ridotta.
B
A
B, - ...,- ··"""-~. ·-~~
B, - - - C .t -t~
-«
FIGURA 15.18 Ciclo I
di isteresi
dellainduzione J Ciclo di isteresi
magnetica B rispetto al
campo applicato H perun -Hc 1
-----------------+-H
:
materialeferromagnetico. La
curvaOAtraccia la relazione
tra B e H perla
iniziale
magnetizzazione di un
campione demagnetizzato.
Ciclidi magnetizzazione e di
smagnetizzazione finoalla
induzione di saturazione
permettono di tracciare.il E
ciclodi isteresiACDEFGA.
740 Capitolo 15
ristretti con basse forze coercitive (Figura I 5.19). Invece, i materiali magnetici
duri utilizzati per .magneti permanenti hanno cicli di istere~ ampi con alte forze
coercitive (Figura 15.19b).
Proprietà Perché un materiale ferromagnetico sia "dolce", il suo ciclo di isteresi dovrebbe
desiderate avere una forza coercitiva il più possibile bassa. Cioè, il suo ciclo di isteresi
per i materiali dovrebbe essere il più ristretto possibile perché il materiale si magnetizzi
magnetici facilmente e avere un'alta permeabilità magnetica. Per la maggior parte delle
applicazioni, anche un'alta induzione di saturazione è una importante proprietà
dei materiali magnetici dolci. Quindi, è desiderabile un ciclo di isteresi molto
sottile e allungato per la maggior parte dei materiali magnetici dolci {Figura
15.19a). · ...
Perdite di energia Perdite di energia di isteresi Le perdite di isteresi sono dovute alla eneri!ia
per materiali dissipata per muovere avanti e indietro i bordi dei domini durante"' la
magnetici dolci magnetizzazione e la smagnetizzazione d~l materiale magnetico. La presenza
di impurezze, di imperfezioni cristalline e di precipitati in materiali magnetici
dolci agisce come barriera che impedisce il movimento dei bordi dì dominio
durante il ciclo di magnetizzazione, aumentando così le perdite di energia di
isteresi. Anche le deformazioni plastiche, incrementando la densità delle
dislocazioni in un materiale magnetico, aumentano le perdite dì isteresi. 1n
generale, l'area interna ad un ciclo di isteresi misura la perdita di energia dovuta
alla isteresi magnetica.
Nel nucleo magnetico di un trasformatore di potenza elettrica a corrente
------- ------·----------------
B
B
alternata che utilizza una corrente elettrica. a 60 cicli/s l'intero ciclo di isteresi
viene ripetuto 60 volte al secondo e in ogni ciclo c'è una perdita di energia
dovuta al movimento dei bordi di dominio del materiale magnetico. Pertanto,
aumentando la frequenza della corrente elettrica alternata in ingresso di
dispositivi elettromagnetici aumentano le perdite di energia di isteresi.
Leghe ferro-silicio I materiali magnetici dolci maggiormente utilizzati sono le leghe di ferro con 3-
4% di silicio. Prima del 1900 per applicazioni di potenza a bassa frequenza (60
cicli) come i trasformatori. ì motori e i generatori venivano utilizzati gli acciai a
basso tenore di carbonio. Tuttavia~ co; questi materiali magnetici. le'"' perdite al
nucleo erano relativamente alte.
L'aggiunta del 3-4% di silicio al ferro per ottenere leghe Fe-Si. .ha diversi
effetti benefici che riducono le perdite al nucleo dei materiali magnetici:
spessore compreso tra 0,025 e 0,035 cm con un sottile strato di isolante tra esse.
Il materiale isolante ricopre da entrambe le partì Je lamine,.di Fe-Si e previene il
flusso delle correnti parassite perpendicolannente. alle. lamì,ne.
Un 'altra riduzione delle perdite di energia nel nucleo dei trasformatori è
stata ottenuta nel 1940 mediante la· produzione di lamine di Fe-Si a grani
orientati. Utilizzando una combinazione di lavorazione a freddo e di trattamenti
dì ricristallizzazione, sono state prodotte su scala industriale lamine di Fe-3% Si
a grani orientati lungo lo spigolo del cubo {110} <001 > (Figura 15.20). Dal
momento che la direzione [001] è un asse di facile magnetizzazione delle leghe
Fe-3% Si, i domini magnetici nei materiali a struttura spigolo del cubo sono
orientati per la facile magnetizzazione una volta applicato un campo ìn
direzione parallela alla direzione di l'aminazione. Pertanto, il materiale a
struttura spigolo del cubo ha una permeabilità più,alta e perdite di istere.si
minori di una lamina Fe-Si con orientamento casuale {Tabella 15.3).
Vetri metallici I vetri metallici sono una classe dì materiali di tipo metallico relativamente
nuova la cui caratteristica principale è la struttura non cristallina, a differenza
delle normali leghe metalliche che hanno una struttura cristallina. Gli atomi dei
metalU e delle leghe comuni quando vengono raffreddati dallo stato liquido si
dispongono in un reticolo cristallino ordinato. La Tabella 15.4 elenca le
composizioni atomiche di otto vetri metallici di importanza tecnologica. Questi
materiali hanno importanti proprietà magnetiche dolci e sono composti
essenzialmente da diverse combinazioni di materiali ferromagnetici come Fe,
Co e Ni con metalloidi come B e Si. Le applicazioni dì questi materiali magnetici
dolci includono trasformatori a bassa dissipazione di energìa, sensori magnetici
e testine di registrazione.
I vetri metallici sono prodotti mediante un processo di rapida
solidificazione nei quale il vetro metallico fuso viene raffreddato molto
rapidamente (circa 106 °C/s) nella forma di un film sottile su un nastro
girevole ricoperto di rame (Figura 15,21a). Questo processo produce un nastro
continuo di vetro metallicodi spessore circa 0,0025 cm e larghezza 15 cm.
I vetri metallici hanno alcune proprietà notevoli. Sono molto resistenti (fino
a 4500 MPa), molto duri con una certa flessibilità e molto resistenti alla
corrosione. I vetri metallìci elencati in Tabella 15.4 sono magneticamente molto
dolci, come indicato dalle loro massime permeabilità e quindi possono essere
magnetizzati e smagnetizzati molto facilmente. I b~rdi di dominio in questi
materiali sono in grado di muoversi con estrema facilità, principalmente perché
non ci sono bordi di grano e non c'è una anisotropia macroscopica nel cristallo.
La Figura 15.21bmostra alcuni domini magnetici in un vetro metallico, prodotti
piegando il nastro di vetro metallico. Magneticamente i vetri metallici. hanno cicli
di isteresi molto stretti. come indicato in Figura 15.2lc e quindi hanno perdite di
energia di isteresi molto basse. Questa proprietà ha permesso lo sviluppo di nu-
clei di trasformatori di potenza con vetri metallici multistrato che hanno il 70%
in meno di perdite nel nucleo rispetto ai convenzionali nuclei di Fe-Si (Figura
15.1). Si stanno effettuando diverse ricerche e lavori per lo · svil~ppo
dell'applicazione dei vetri metallici a trasformatori di potenza a basse perdite.
Fonte: G. Y. Chin and J. H. Wemìck, "Magnetic Materials, Bulk". voi. 14: "Kirk-Othmer
Encyclopedìa of ChemicalTechnology", 3d ed.. Wiley, 198i, p. 686.
744 Capitolo i 5
CD
@ Vetro metanlco pronto
- per essere introdotto nel
sistema di solidificazione'
;. IA L'.? LO 0.8 0.6 0.4 0.2 O.'.:!0.4 0.6 0.8 I.O 1.2 IA
0.4
Oerstcd
Acciuio al silicio
<M-4l ---..., 0.8
(e)
(h) l.6
,.. ..
Leghe nichel-ferro Le permeabilità magnetiche del ferro dì purezza commerciale e delle leghe Fe-Si
sono relativamente basse per campi bassi applicati. Tuttavia una bassa
permeabilità iniziale non è ìmportante per applicazioni di potenza come i nuclei
dei trasformatori. in quanto tali apparecchiature operano a magnetizzazioni
elevate. Tuttavia, per apparecchiature di comunicazione ad elevata sensibilità
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 745
Induzione dì
saturazione Massima
Lega, % atomica Bs, T permeabilità Applicazioni
Cuscinetto inerte
(composto siliconico
per alta temperatura)
-::,1· •
(a)
..::!-.- ... ~ .. :~'1_~
I,
15
(a)
//
__..---
IO ,;'/
//
//
//
§2 5 I I
X
o
.. I
r::i' I
o
I:
o I
e (b)
-~
.a I
! -5 I I
FIGURA15.23 Effetto
dellaricotturain campo I/
//
magnetico sullacurvadi
--
//
,,,,,.,....
isteresidi unalega65%Ni~ -IO ...........
35%Fe. {a)65 Permalloy
ricottain uncampo
magnetico. (b)65Permalloy
ricottasenza campo
magnetico. IDaK M. Forza del campoH: Oe
Bozorth, "Ferromagnetism·:
VanNostrand, p.121].
1951,
1.4
1.2
I.O
0.8 f-
:::::
0.6
FIGURA15.24 Curvedi
smagnetizzaiionedi diversi
materiali
magnetici duri.1: 0.4
Sm(Co,Cu),.4;2: SmCo 5: 3:
~
SmCoS legato:4: alnico. 5:
5: Mn-AI-C;6 alnìco8: 7: o.:
Cr-Co-Fe;8:territe:9:ferrite
legata.
[DaG.Y.ChineJ. H
Wernick,"Magnetic
Materials.
Bufk''.voi.14. 800 600 400
"Kirk-OthmerEncyclopedia -H. kA/m
of ChemicalTechnology';
3ded.,Wiley,1981, p.67JJ.
B,
FIGURA 15.25
.......
Diagramma schematico ' '\
dell'andamento delprodotto
I
energetico(8 vs BH)di un
materialemagnetico duro, ,,•
comeunalegaalnico(linea / I
/I I
tratteggiata
alladestra , I.
dell'asseB).Lamassima
.,.,,,. I
energia prodotta è
(BH)max
...1f ......,.
_________ ---1,;.,._- - - - .1 _ ... + BH
indicaladall'intersezione O (BH}mf.l~
dellalineatratteggiata
verticale
conl'asseBH.
I materiali magnetici duri sono difficili da smagnetizzare una volta che sono
stati magnetizzati. La curva di smagnetizzazione di un materiale magnetico
duro, che si trova nel secondo quadrante del ciclo di isteresi. può essere
utilizzata per confrontare le forze dei magneti permanenti. La Figura 15.24
confronta le curve di smagnetizzazione di diversi materiali magnetici.
La potenza. o energia esterna. di un materiale magnetico permanente
(duro) è in relazione diretta alla dimensione della sua curva di isteresi. L·energia
potenziale magnetìca di un materiale magnetico duro è misurata dal suo
prodotto energetico massimo, che è il valore massimo del prodotto di B
(induzione magnetica) per H (campo di smagnetizzazione) determinato dalla
curva di smagnetizzazione del materiale. La Figura 15.25 mostra la curva di
energia esterna (BH') di un ipotetico materiale magnetico duro e il suo prodotto
energetico massimo, (Bfflmax· T1prodotto energetico massimo di un materiale
magnetico duro è rarea occupata dal più grande rettangolb' che può essere
inscritto nel secondo quadrante della curva di isteresi del materiale. Le unità del
sistema S1 deì prodotto di energia BH sono kJ/m 3 e, nel sistema cgs. G · Oe. Le
unità nel sistema SI del prodotto di energia (BH)maxespresso in joule su metri
cubi sono equivalenti al prodotto di B espres_soin tesla per H espresso in ampere
su metro come mostrato sotto.
[B(T·W~
m- _ (~·-J
m V · A . s)·]
_!_·~)][H
T Wb
=BH(~)
m3
Eserciziario
Vedi Esercizio i 5.4.
Proprietà m~gnetiche e materiali magnetici 749
Massimo
Induzione Forza prodotto
residua coercitiva energetico
Materialee composizione Br, T Hc, kA/m (BH)max•kJ/m3
Leghe di terre rare Negli Stati Uniti ìe leghe magnetiche di terre rare v,.mgono prodotte su larga
scala. Esse hanno forze magnetiche più elevate di ogni altro materiale magnetico
commerciale. Esse possiedono un prodotto energetico massimo (BH)max fino a
240 kJ/ml\ (30 MG-OeJ e coercitività fino a 3200 kA/m (40 kOeJ. L'origine del
magnetismo negli elementi di transizione delle terre rare è dovuto quasi
esclusivamente ai loro elettroni spaiati 4f analogamente al magnetismo di Fe,
Co e Nì che è dovuto ai loro elettroni 3dspaiati. Ci sono due principali categorie
di materiali magnetici commerciali a base di terre rare: una basata sul SmCo,; a
fase singola, e l'altra basata su leghe indurite per precipitazione di composizi~ne
approssimata Sm(Co,Cu)7 5 ,
--~."-:""'-~·---
l00
Co
Ni Co
80
o
R Al
~=60
.S:!
Cu (')
:;
.:!
ii 40 -
~
u
c.. Fe Fe
FIGURA 15.26 Sviluppo Fe Fe
dellacomposizionechimica 20 - Fe
deHeleghealnico.Lalega Fe
originale
fu scoperta
da
Mishima in Giapponenel O-
1931.[DaB. D. Cullity, Lega 2 5 6 8 9
Mishima IL ti
'1ntroduction
to Magnetic
Materials':
Addison-Wesley, """"""
Alnìco
1972,p.566j.
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 751
FIGURA 15.27
Mìcrografia elettronica
per
replicadellastrutturadi una
legaalnico8 (Al-Ni-Co-Fe--
Ti} dopotrattamento termìco
a 800°Cper9 minutiin un
campo magnetico. Lafasea
(riccadì Ni-AI)è chiara.e la.
1ase a' {riccadi Fe-Co) è
scura.Lafasea',. allungata
in direzionedelcampo
applicato,è fortemente
ferromagneticae origina
anisotropia nellaforza
coercitiva.[Perconcessione.
di K.J. deVos.1966].
752 Capitolo 15
Leghe magnetiche I materiali magneticì duri Nd-Fe~B con (BH)mv. fino a circa 300 kJ/m 3 (45
neodimio-ferro- M G·Oe) sono stati scoperti nel 1984 e oggi questi materiali sono prodotti
boro mediante la metallurgia delle polveri e mediante processi di splidificazione rapida
su nastro C'melt spun ribbon process"). La Figura 15.29a mostra la
microstruttura di un nastro di Nd2Fe 14B solidificato rapidamente. In questa
struttura i grani della matrice Nd 2 Fe 14B fortemente ferromagnetica sono
circondati da una sottile fase intergranùlare ricca di Nd non ferromagnetica.
L'alta coercitività e ]'elevato prodotto di energia (BH)maxdi questo materiale
derivano dalla difficoltà di nucleare domini magnetici inversi, che di solito
nuc1eano ai bordi dei grani della matrice {Figura 15.29b). La fase intergranulare
fine ricca di Nd non ferromagnetico costringe i grani della matrice di Nd2Fe 14B a
nuclettre i loro domini in senso inversò per invertire la magnetizzazione del
materiale. Questo processomassimizzaHc e (BH}ma.x pçr l'intera massa ìnerte del
materiale. Le applicazioni per i magneti permanenti delle leghe Nd-Fe-B
includono tutti i tipi di motori elettrici, specialmente ì motori di awiarnento
degli autoveicoli nei quali la riduzione di peso e la compattezza sono
particolarmente importanti. ·
so.--------- 400
Massimo prodotto
energetico statico
(BHJmax
40
Nd-Fe-B-..._._
300
Sm-Co. Fe. TM
"2-17" ---....,._
30
o
,.
FIGURA 15.28
Progressonellaqualità
dei
magnetipermanentinel
ventesimosecolomisurato
dall'energia
massima
prodotta(BH)max-!DaK.J.
Strnat,
SoftandHard
Magnetic Materials
with
Applications,
ASMInter., Anno
1988,p.84].
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 753
(a) (b)
Leghe magnetiche Una famiglia delle leghe magnetiche Fe-cr ..co è stata sviluppata nel 1971.
ferro-cromo- Queste leghe sono analoghe alle leghe alnico nella struttura metallurgica e nelle
cobalto proprietà magnetiche permanenti. ma sono lavorabili a freddo a temperatura
ambiente. Una composizione tipica di una lega di questo tipo è 61 % Fe-28%Cr-
l l %Co. Le proprietà magnetiche tipiche delle leghe Fe-Cr-Co sono Br = 1.0-
=
1.3 T(l0-12 kG). Hc = 150-600 A/cn1 (190-753 Oe) e (BH)max 10 - 45 kJ/m 3
(1.3-U MG,Oe). La Tabella 15.5 elenca alcune proprietà caratteristiche della
lega magnetica Fe-Cr-Co.
---·--- --·--------------·-·-,-·_
754 Capitolo 15
8.00
~a1oe
~ n;wi·~~'ato
600
sezione
delmagnete
permanente
ricevitore
e (b)vistadella
indicala posizione
magnete
Jinetal.,IEEE
11:2935
del
trasversale
telefonìco
che
del
permanente.
Trans.
(1981)};
[DaS.
Magn.,
.0 /
{a) (b)
Spirale
Espansione polare
Supporto non
magnetico
Proprietà magnetiche e materiali magneticr 755
15.9 FERRITI
TABELLA 15.6 Disposizionedegli ioni metalliciin una cella unitaria di uné?ferrite a spinello con
composizioneMO·Fe2O3
dello spinello c'è una disposizione diversa degli ioni: gli 8 ioni M 2+ occupano 8
siti ottaedrici e i 16 ioni Fe 3+ sono divisi cosicché 8 occupano siti ottaedrici e 8
occupano siti tetraedrici (Tabella 15.6).
Momenti magnetici netti nelle ferri ti con struttura a spinello inversa Per
determinare il momento magnetico risultante in ogni molecola di ferrite MO,
Fe2O3, dobbiamo conoscere la configurazione degli elettroni 3d più interni degli
ioni di ferrite. La Figura 15.35 fornisce questa informazione. Quando l'atomo
Fe è ionizzato per formare lo ione Fe2+, rimangono quattro elettroni spaiati 3d
dopo la perdita di due elettroni 4s. Quando l'atomo Fe è ionizzato per formare
lo ione Fe 3+, restano cinque elettroni spaiati dopo la perdita di due elettroni 4s e
di uno 3d.
Poiché ogni elettrone spaiato 3d ha un momento magnetico di I magnetone
di Bohr, lo ione Fe 2+ ha un momento di 4 magnetoni di Bohr e lo ioni Fe 3+ un
momento di 5 magnetoni di Bohr. In un campo magnetico, i momenti magnetici
degli ioni ottaedrici e tetraedrici sono in contrapposizione (Figura· 15.34b).
Quindi, nel caso della ferrite FeO-Fe 2O 3, i momenti magnetici degli otto ioni
Fe 3+ nei siti ottaedrici cancelleranno i momenti magnetici degli otto ioni Fe 3+
nei siti tetraedrici. Il momento magnetico risultante di questa ferri te sarà dovuta
agli otto ioni Fe 2+ negli otto siti ottaedrici, che hanno momenti di 4 magnetoni
di Bohr ciascuno (Tabella 15.7).
Eserciziario
Vedi Esercizio15.5.
Le ferriti di ferro, cobalto e 11icbelhanno tutte struttura a spinello inversa e
sono tutte ferrimagnetiche a causa del momento magnetico risultante deUe loro
struttura ioniche. Le ferritì dolci industriali sono di solito formate da una
miscela di ferriti poiché così si aumenta la magnetizzazione di saturazione. Le
due ferriti più comunemente utilizzate sono la ferrite Ni-Zn (Ni1-xZnxFe2-yO 4 )
e la ferrite Mn-Zn (Mn1-xZnxFe2+yO4).
758 Capitolo15
TABELLA15.7 Disposizionedegli ioni e momenti magnetici netti per molecola nelle ferriti con
struttura a spinello normale e inversa
1
Siti tetraedrici Siti ottaedrici ,.Momentomagnetico
Ferrite Struttura occupati occupati neto (J.Ls/molecole)
Perdite per .corl'enti pOJ'assite nei materiali magnetici Le ferriti dolci sono
importanti materiali magnetici perché oltre a possedere utiH proprietà
magnetiche, sono isolanti ed banno alte resistività elettriche. Un'alta resistività
elettrica è. importante nelle applicazioni magnetiche che richiedono alte
frequenze poiché, se il materiale magnetico è conduttivo, le perdite di energia
di correnti parassite potrebbero essere grandi a alte frequenze. Le correnti
parassite sono causate da gradienti di tensione indotti e così più aìta è la
frequenza, maggiore è l'aumento delle correnti parassite. Poiché le ferriti dolci
FIGURA15.35 Configurazioni
elettroniche
e momenti
magnetici
ioniciperionidi elementì
di transizione
3d
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 759
sono isolanti, possono essere usate pe:r applicazioni magnetiche come i nuclei dei
trasformatori che operano ad alte frequenze.
Applicazioni delle ferriti dolci Le ferriti dolci trovano principale impiego nella
realizzazione di nuclei di memoria, testine di registrazione, applicazioni
audiovisive, trasformatori e induttori a bassa energia. Impiego in grande
quantità avviene per nuclei di bobine dj deflessione magnetica, trasformatori di
ritorno e bobine di convergenza per i ricevitori televisivi.
Le ferriti a spinello Mn-Zn e Ni-Zn sono utilizzate nelle testine magnetiche
di ,registrazione in diversi tipi di registratori magnetici. Le testine di
registrazione sono prodotte con ferri te policristallina Ni-Zn dal momento che
le frequenze di funzionamento richieste (100 kHz - 2,5 GHz) sono troppo alte
per le testine in lega.-mefallica a causa delle alte perdite di correnti parassite.
Memorie ·a nucleo magnetico basate sulla logica binaria 0/l vengono usate
in molti tipi di computer. Il nucleo magnetico è utile dove la perdita di potenza
non deve provocare perdita di informazioni. Poiché le memorie a nucleo
magnetico non hanno parti in movimento, sono utilizzate quando è necessaria
un'alta resistenza ai colpi, come in alcune applicazioni militari.
Ferriti Un gruppo di ferriti dure che sono usate per magneti permanenti hanno la
magneticamente fqnnula generale MO-6Fe 2O 3 ed hanno una struttura cristallina esagonale. La
dure ferrite più importante di questo gruppo è laferrile di bario (BaO·6Fe 20 3). che è
stata introdotta in Olanda dalla PhiHps Company nel 1952 con il nome
ferroxdure, Negli anni recenti le ferriti di bario sono state in parte sostituite
dalle ferriti di stronzio, che hanno la formula generale (SrO·6Fe2O3) e che
hanno proprietà magnetiche superiori rispetto a quelle di bario. Queste ferriti
sono prodotte quasi con lo stesso metodo utilizzato per le ferriti dolci, con
pressatura a umido in un campo magnetico per allineare glì assi di' facile
magnetizzazione delle particelle al campo applicato.
Le ferriti esagonali hanno un costo minore, minore densità, ed hanno
un'alta forza coercitiva, come mostrato in Figura 15.24. La alta resistenza
magnetica di questi materiali è dovuta principalmente alla loro alta anisotropia
magnetocristallina. Si ritiene che la magnetizzazione di questi materiali avvenga
per la nucl.eazione e il movìmento dei bordi di dominio in quanto la dimensione
dei loro grani è troppo elevata per giustificare un singolo dominio. Il prodotto
di energia (BH)maxvaria da 14 a 28 kJ/m 3 •
Questi magneti permanenti ceramici di ferrite dura trovano ampio utilizzo
nei generatori, nei relè e nei motori. Le applicazioni elettroniche includono
magneti per altoparlanti, suonerie telefoniche e ricevitori. Sono anche utilizzati
per dispositivi di bloccaggio per chiusure di porte, guarnizioni e serrature e in
molti modelli dì giocattoli.
760 Capitolo 15
RIASSUNTO
DEFINIZIONI
Paragrafo 15.1
Materialeferromagìletico: n1ateriale che è in grado dì essere notevolmente magnetizzato,
Il ferro, il cobalto e il nichel sono materiali ferroma1metici.
Campo magnetico H: campo magnetico dovuto ad ;n campo magnetico applicato
dall'esterno o campo magnetico prodotto da corrente che passa attraverso un filo
conduttore o una bobina di filo (solenoide).
MagnetizzazioneM: misura dell'aumento del flusso magnetico dovuto all'inserimento di.
un detenninato materiale in un campo magnetico di intensità H. Nelle unità SI la
magnetizzazione è uguale alla permeabilità del vuoto (µ 0 ) moltiplicata per la
magnetizzazione, cioè JL0 M. (µ 0 = 4,r x J0-4T. m/A).
Induzionemagnetica B: somma del campo magnetico H e della magnetizzazione M
dovuta all'inserimento di un detem1inato materiale nel campo applicato. In unità SI,
B=µo(H+M);
Permea?mtà magneticaµ: rapporto tra l'induzione magnetica B e il campo magnetico
applicato H per un materiale; µ = B/ H.
PermeabilitàrelativaJ.Lr:rapporto tra la permeabilità di un materiale e la permeabilità del
vuoto; JLr= µ/ µ 0 •
Suscetti~ità magnetica :x-m:rapporto tra M (magnetizzazione) e H (campo magnetico
apphcato ); À'.m= M / H.
Paragrafo 15.2
Diamagnetismo: reazione debole, negativa e repulsiva di un materiale ad un campo
762 Capitolo 15
Parag,·afo15.3
Temperaturadi Curie;temperatura alla quale un materiale ferromagnetico quando viene
completamente scaldato. perde il suo ferromagnetismo e diventa paramagnetico.
Paragrafo 1S,,f.
Dominiomagnetico:regione in un materiale ferro o ferrìmagnetìco in cui tutti i momenti
dì dipolo magnetico sono allineati.
Paragrafo 15.5
Energia di scambio:energia associata con l'accoppiamento di singoli dipoli magneticì in
un dominio magnetico. L'energia di scambìo può essere positiva o negativa.
Energia magnetostatica: energia potenziale magnetica dovuta al campo magnetico
esterno che circonda un campione di materiale ferromagnetico.
Energiadi anisotropiamagnetocristallina: energia richiesta durante la magnetizzazione dì
un ma.teriale.ferromagnetico per ruotare i domini magnetici causata dall'anisotropia
cristallina. Per esempio, la differenza tra la direzione di difficile magnetizzazione [111]
e quella di facile magnetizzazione [100] nel Fe è circa 1.4 x 104J/m 3•
Energia di bordo dei domini:energia potenziale associata al disordine dei momenti di
dipolo nei bordi tra i domini magnetici.
Magnetostrizione:variazione in lunghezza di un materiale ferromagnetico nella direzione
di magnetizzazione dovuta ad un campo· magnetico applicato.
Energia di magnetostrizione:energia dovuta alla sollecitazìone meccanica causata dalla
magnetostrizione in un materiale ferromagnetico.
Paragrafo 15.6
Ciclo di isteresi: curva di B in funzione di H oppure di M in funzione dì H ricavata dalla
magnetizzazione e dalla smagnetizzazione di un materiale ferro o ferrimagnetico:
Induzionedi saturazione B., o magnetizzazionedi saturazione MI: valore massimo di
induzione Bs o magnetizzazione Ms per un materiale ferromagnetico.
Proprietà magnetiche e materiali magnetici 763
InduzioneresiduaBr o IJlagnetizzazione
residuaM,.: valore dì B o di M in un materiale
ferromagnetico dopo che H è diminuito fino a zero.
Forza coercitivaHc: campo magnetico necessario per diminuire l'induzione magnetica di
un materiale ferro o ferrimagnetico fino a zero.
Paragrafo 15.7
Materiale magnetico dolce: materiale magnetico con alta permeabilità e bassa forza
coercitiva.
Perdite di energiaper isteresi:lavoro o energia perduta durante un ciclo di isteresi B-H.
La maggior parte della perdita di energia è data dal movimento dei bordi di dominio
durante la magnetizzazione.
Perditadi energiaper correntiparassite:perdita di energia nei materiali magnetici mentre
si usano campi oscillanti;la perdita è dovuta a correnti indotte nel materiale.
Leghe magneficbe ferro-silicio: leghe dì ferro con 3-4%Si che sono materiali maimetici
dolci con alte induzioni dì saturazione, Queste leghe vengono usate nei motori e nei
trasformatori di potenza a bassa frequenza .e nei generatori.
Leghe magnetichenichel-ferro:leghe magnetiche dolci con alta permeabilità, usate per
applicazione elettriche nelle quali è richiesta alta sensibilità come trasformatori audio
e strumentL Due composizioni comunemente ut4lizzate sono 50%Ni-50%Fe e
79%Nì-21 ¾Fe.
Paragrafo.15.8
Materiale magnetico duro: materiale magnetico con alta forza coercitiva ed alta induzione
di saturazione.
Prodotto di energia {Bfflm11.x: valore massimo del prodotto dì B per H nella curva dì
smagnetizzazione di un materiale magnetico duro. Il valore (BH)max nelle unità SI si
mìsura in J;mJ.
Leghe magnetiche alnico: famiglia dì leghe magnetiche permanenti che hanno
composizione base di Al, Ni e Co e 25-50% Fe. Una piccola quantità di Cu e di Ti è
aggiunta ad alcune di queste leghe.
Ricottura magnetica: trattamento termico di un materiale magnetico in un campo
magnetico che allinea parte della lega nella direzione del campo applicato. Per
esempio, il precipitato a/ nella lega alnico 5 è allungato e allineato da questo tipo di
trattamento.
Leghe magnetichedi terre rare:famiglia dì leghe magnetiche permanenti con prodotti di
energia estremamente alti. SmCos e Sm(Co, Cuh,4 sono le due composizioni
commercialmente più importanti di queste leghe,
Leghe magneticheferro-cromo..cobalto:famiglia di leghe magnetiche permanenti che
contengono circa 30%Cr e l0-23%Co, resto ferro. QìJ:~Steleghe hanno ii vantaggio di
essere deformabili a freddo a temperatura ambiente.
Paragrafo 15.9
Ferriti dolci: composti ceramici con formula generale MO,Fe 2O 3, in cui M è uno ione
bivalente come Mn 2+, Zn 2+ o Ni 2"". Questi materiali sono ferrimagnetici e sono
isolanti e quindi possono essere usati per nuclei di trasformatori ad alta frequenza,
Struttura a spinello normale: composto ceramico che ha formula generale MO·M'.!O;i.Gli
ioni ossigeno in questo composto formano un reticolo CFC, con gli ioni M 2+ che
occupano i siti interstiziali tetraedrici e gli ioni M 3+ che occupano i siti ottaedrici.
764 Capitolo 15
Struttura a spinello inversa: composto ceramico che ha formula 8$nerale MO·M:10 3• Gli
2
ioni ossìgeno in questo composto formano un reticolo CFC. con gli ioni M + che
occupano i siti ottaedrici e gli ioni M 3+ che occupano sia i siÙ ottaedrici che quelli
tetraedrici.
Ferriti dure: materiali magnetici permanenti ceramici. Li famiglia più importante di
questi materiali ha composizione base MO-Fe20 3 • dove M è uno ione di bario (Ba) o di
stronzio (Sr). Questi materiali hanno una struttura esagonale ed hanno basso costo e
bassa densità.
APPENDICI
,•.
APPENDICE
[O
'
PROPRIETA
DI ALCUNI ELEMENTI
~
GRANDEZZEFISICHE
E LORO UNITÀ DI MISURA
Lunghezza pollici in
metri m
Lunghezzad'onda >. metri m
Massa m chilogrammi kg
Tempo t secondi s
Temperatura T gradi Celsius oc
gradi Fahrenheit OF
kelvin K
hertz Hz [s-,1
Frequenza V
Forza p newton N [kg· m · s- 21
Sforzo:
Trazione (J pascal Pa [N · m- 2 1
Taglio r libbre x pollice quadro lb/ìn2 or psi
Energia. lavoro, joule J [N·m)
quantità di calore
Potenza watt w [J .5-1]
Intensità di corrente i ampere A
Carica elettrica q coulomb e [A·S]
Differenzadi potenziale, V.E volt V
forza
elettromotrice
Resistenzaelettrica A ohm n [V ,A-,]
Induzionemagnetica B tesla T IV·S • m- 21
772
Alfabeto greco
Alpha a A Nu Il N
Beta /3 B Xi. ç
Gamma 'Y r Omicron o o
Delta
Epsilon
lii A Pi 7r n
E Rho p p
Zeta ( z Sigma (1 I
Eta 1J H Tau 'i T
Theta e e Upsilon V y
Iota L I Phì a, <I>
Kappa K K Chl X X
Lambda À A Psi 1P \Ji
Mu µ M Omega w Q
10-12 pico p
10-9 nano n
,o-6 micro µ
10- 3 milli m
10-2 centi e
10- 1 deci d
1
10 deca da
102 etto h
3
10 chilo k
106 mega M
109 giga G
1012 tera T
~
CORRISPONDENZA
TRA DUREZZA-
E PROPRIETÀMECCANICHE
Scala di durezza Carico di
Rockwell Vickers Brinell rottura
Ra Re HV HB (MPa)
70 "1076
68 942
66 854
64 789
62 739
60 695 614
58 655 587
56 617 560
54 580 534 1996
52 545 509 1873
50 513 484 1749
48 485 460 1626
46 458 437 1516.
44 435 415 1420
42 413 393 1331
40 393 372 1249
38 373 352 1173
36 353 332 1111
34 334 313 1050
32 317 297 988
30 301 283 933
28 285 270 885
26 271 260 844
24 257 250 803
99.0 22 246 240 768
97.8 20 240 227 741
95.5 220 210 700
92.3 206 195 645
89.0 188 179 597
85.0 171 163 542
80.8 156 149 501
76.4 143 137 460
72.0 132 126 432
67.6 122 116 398
I-
r•
BIBUOGRAf
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Matematica e statistica
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