7 Trasporto Solido PDF
7 Trasporto Solido PDF
7 Trasporto Solido PDF
appunti di
TRASPORTO SOLIDO
Estratto da appunti
a cura di: prof. Silvio Franzetti
prof. Alberto Guadagnini ing.
Francesco Ballio
Appunti di trasporto solido
1.1 INTRODUZIONE
Nel calcolo delle correnti a pelo libero la geometria dell'alveo (planimetria, altimetria, sezioni)
è solitamente considerata come un dato di ingresso del problema, nota sulla base di rilievi
topografici. In effetti, nel caso generale in cui l'alveo sia scavato in materiale incoerente, la
geometria non può essere considerata a priori fissa nel tempo, a causa dei fenomeni di erosione
e deposito del materiale costitutivo del fondo e delle sponde, mosso dalla corrente. Sotto
l'azione delle spinte idrodinamiche, infatti, i grani solidi possono essere messi in movimento e
trasportati verso valle; si differenziano inoltre il fenomeno del trasporto di fondo, in cui i
granelli si muovono sul fondo, con moti rotatori e/o di strisciamento, più o meno intermittenti,
dal fenomeno del trasporto in sospensione, in cui il solido percorre lunghi tratti trascinato
all'interno della corrente, e solidale ad essa.
In conseguenza dei processi descritti l'alveo di un corso d'acqua può subire mutamenti
progressivi nel tempo, in relazione alle sue caratteristiche planimetriche, e quindi al suo
percorso, altimetriche (pendenze), alla forma delle sezioni e alla distribuzione granulometrica
del materiale di fondo, cui sono legati i valori di scabrezza. Le modifiche dell'alveo possono
essere conseguenza di eventi limitati nel tempo (piene, alluvioni), ovvero al regime normale del
corso d'acqua: in ogni caso, terminato il transitorio evolutivo, si possono avere situazioni di
equilibrio statico, in cui i fenomeni di trasporto solido sono assenti, ovvero di equilibrio
dinamico tra erosione e deposito del materiale movimentato.
E' inoltre opportuno distinguere i fenomeni distribuiti, che coinvolgono l'intera sezione d'alveo
su tratti estesi longitudinalmente, dai fenomeni concentrati, limitati a zone specifiche della
sezione, ovvero a tratti limitati dell'alveo, e legati alla presenza di singolarità geometriche nel
corso d'acqua (curve, opere idrauliche, ...). Nel seguito si considereranno essenzialmente i
fenomeni di tipo distribuito, accennando solamente a quelli concentrati in un paragrafo finale.
Da un punto di vista fenomenologico, il moto di fondo delle particelle solide a causa delle forze
esercitate dalla corrente può essere inquadrato con diversi schemi concettuali. In ogni caso si
deve valutare la stabilità della particella di fronte alle forze attive di trascinamento della
corrente e alle forze resistive dovute al peso immerso della particella medesima ed
eventualmente al conseguente attrito sul fondo. A parità di ogni altro parametro, all'aumentare
della velocità le azioni fluidodinamiche riescono a vincere le azioni stabilizzanti, mettendo in
movimento la particella. Le condizioni di flusso in cui la particella si trova al limite del
movimento vengono indicate come "critiche", o di incipiente movimento.
Appunti di trasporto solido
Strisciamento (attrito)
"Saltelli"
L = Lift (portanza)
Umax D = Drag (resistenza)
G = spinta di Archimede
P = peso proprio
u(ζ)
δ R = reazione vincolare normale
A = reazione vincolare tangenziale
ζ ud G L (Attrito)
R = (P - G) cosθ - L
A = (P - G) sinθ + D
La velocità ud rappresenta la velocità efficace agli effetti delle forze fluidodinamiche, e può
essere considerata pari alla velocità della corrente ad una opportuna distanza dal fondo,
proporzionale alla dimensione del granello. Il pedice "c" si riferisce alle condizioni critiche.
Sia:
Appunti di trasporto solido
ud = u(ζ = α4 d)
Esprimendo il profilo di velocità (strato limite) secondo una forma di similitudine del tipo
u(ζ) / u* = f(ζ/d) (paragrafo 1.2) si ottiene evidentemente ud/u* = f(α4) = α5.
Tramite la forma del profilo di velocità si è riusciti a legare le condizioni idrodinamiche alla
velocità u*, rappresentante degli sforzi sul fondo - noti o facilmente calcolabili per una
corrente, anziché alla meno pratica ud. La relazione di incipiente movimento risulta pertanto:
uc*2 2 α3 tanβ
= cosθ (1 - tanθ / tanβ)
g [(ρs - ρ)/ρ] d (1 + KL tanβ) CD α1 α52
La frazione del termine di destra dipende, oltre che dalla granulometria, dal numero di
Reynolds tramite CD, KL, ed eventualmente α5. In sintesi risulta:
uc*2
φc = = f(Re) cosθ (1 - tanθ / tanβ)
g [(ρs - ρ)/ρ] d
Il termine adimensionale:
u *2 ρ − ρ
φ= = τ/ ρ ∆ = s
g∆d g∆d ρ
è denominato numero indice di Shields, e può essere interpretato come il rapporto fra le forze
di trascinamento della corrente (proporzionali a τ d2) e le forze stabilizzanti (peso
immerso, proporzionale a g(ρs-ρ)d3). Date le caratteristiche della corrente (e quindi ρ, τ) e
quelle dei sedimenti (∆, ρs, d), per valutare la stabilità delle particelle si deve confrontare il
valore di φ con la soglia critica individuata, in cui deve essere ancora definita la funzione
incognita f( ). Si avrà in sostanza:
per φ < φc granello stabile
per φ > φc granello in movimento
Il valore di φ per la corrente si calcola sulla base degli sforzi sul fondo, ricordando (paragrafo
1.2) che questi ultimi sono legati alla cadente:
τ/ ρ RJ
φ= = [ τ = γRJ ] =
g∆d ∆d
Si noti che il valore di φ è legato alla dimensione d dei granuli: il fenomeno di trasporto è
selettivo, agendo diversamente sui granelli di diversa dimensione.
Tipici valori per la densità dei materiali rispetto alla densità dell'acqua
Materiale ρs/ρ ∆
Quarzo (sabbia) 2.6 ÷ 2.7 1.6 ÷ 1.7
Argilla 2.6 ÷ 2.8 1.6 ÷ 1.8
Basalto 2.7 ÷ 2.9 1.7 ÷ 1.9
Carbone 1.3 ÷ 1.4 0.3 ÷ 0.4
Plastica 1.0 ÷ 1.5 0.0 ÷ 0.5
Appunti di trasporto solido
L = Lift (portanza)
Umax D = Drag (resistenza)
T = L + D (vettoriale!)
u(ζ) G = spinta di Archimede
δ P = peso proprio
ζ G L
ud d = dimensione del “granello”
D
P θ
Si impone l’equilibrio alla rotazione rispetto al punto C di contatto. Siano bT e bGP i bracci di rotazione
di T e G + P rispetto a tale punto. Risulta, in condizione limite di ribaltamento:
(P - G) bGP = T bT
I termini bx sono espressi medianti opportuni coefficienti legati alla forma e disposizione dei granelli:
bD = β 1 d bL = β 1 d bGP = β3 d
Esplicitate i termini D, L, P, G analogamente a quanto precedentemente descritto, e sostituendo le
espressioni nella relazione di equilibrio alla rotazione, si ottiene:
(ρs - ρ) g α3 d3 bGP = CD α1 d2 (0.5 ρ ud2) (1 + K L2)0.5 bT
da cui:
u d2 2 α3 bGP
=
g [(ρs - ρ)/ρ] d CD α1 bT (1 + K L2)0.5
La relazione è sostanzialmente analoga a quella ottenuta dallo schema di attrito radente; la dipendenza
da θ entra nel braccio bGP (bGP = 0 per θ = 0), mentre bT è, in linea di principio, indipendente da θ.
φ
oc
granelli in movimento
0.1
granelli stabili
0.01
1.E-1 1.E+0 1.E+1 1.E+2 1.E+3 1.E+4
Re*
Abaco di Shields
1:2 1:2
5m 3m
2) Nel campo ai maggiori numeri di Reynolds, la maggior parte dei punti sperimentali è
compresa in φc = 0.04÷0.06, ma si arriva anche a φc = 0.1. Scarti del 100% !
3) Molteplici cause giustificano la notevole dispersione dei punti:
Appunti di trasporto solido
• Sono stati di fatto trascurati i parametri caratteristici della forma e della disposizione dei
sedimenti (cfr. modello fenomenologico); tali parametri sono in effetti non determinabili,
e del tutto casuali per il singolo granello, sebbene si possa pensare di identificarne valori
"efficaci" rappresentativi dell'insieme dei sedimenti.
• Imperfetta similitudine dei profili di velocità, implicitamente contenuti nel confronto fra φ
e φc.
• Non univocità del criterio per identificare le condizioni di incipiente movimento, da
valutarsi sulla base del moto di una quantità finita di granelli.
Nel seguito sono discusse alcune estensioni ai risultati di Shields, per condizioni al di fuori dei
limiti sperimentali relative ai dati sopra discussi.
φ = φ o cos 1 − tan θ
c c
θ
tan β
L'andamento di tale fattore correttivo è diagrammato in figura.
i = 0.01 i = 0.1 i = 1.
↓ ↓ ↓
1.00
φc/φ c
o
0.75
0.50
0.25
0.00
0.10 1.0 10. 100.
θ [gradi]
Fattori correttivi differenti dalla (1.4.1) diversi sono proposti in letteratura, sulla base di schemi
concettuali diversi (si veda il paragrafo 1.7); gli andamenti risultano comunque qualitativamente
e quantitativamente paragonabili a quello di figura 3.
0.14 Shields
Armanini e Scotton
φoc Suszka
0.08
0.06
0.04
0.02
0.00
0.1 1.0 10. 100. 1000.
h/d50
11
Appunti di trasporto solido
0.08
0.06
0.04
0.02
0.00
1.00000 0.10000 0.01000 0.00100 0.00010 0.00001
i
0.08
0.06
0.04
0.02
0.00
1.E-1 1.E+0 1.E+1 1.E+2 1.E+3 1.E+4
h/d50
12
Appunti di trasporto solido
tan θ
Shields φc = 0.05 cos θ1 − h/d > 6 (5’)
tan β
Armanini e d
Scotton φoc = 0.06 1+ 0.67 (2)
h
Armanini e d tan θ
Scotton φoc = 0.06 1+ 0.67 cos θ1− (2’)
h tan β
−0 .266
Suszka φco = 0.0851 h cos θ tan β − ρ s tan θ h/d = 0.5÷50 (1’)
d 50 ρs − ρ
13
Appunti di trasporto solido
Moto superficiale
"Saltelli"
A partire dai diversi schemi concettuali si determinano varie formule che legano la quantità di
solido trasportata ai parametri del flusso. Non ci si addentra in alcuna di tali analisi; basti dire
che tutte conducono a formule del tipo:
14
Appunti di trasporto solido
d g∆
Nella successiva tabella sono riportate alcune formule per il trasporto di fondo. Le formule
devono essere considerate valide solo al di sopra della soglia critica.
i1.5 ( q − q )
2.5
Schocklitsch (1962) q = (A1)
s
ρs / ρ c
Φ= 8 ( φ* −φc ) 1.5
o
Bathurst et al. (1987)
(Meyer-Peter e Müller modificato) ρu*2 (B1)
φ* =
γ∆d cos θ (tan β − tan θ)
Suszka (1991) φc
Φ= 10.4 φ3/ 21−
o 5/2
(C1)
φ
qs = d τ 2 τ 1/6 τ
5/3
ρ 3 ρ τ
Pezzoli (1979) −1 (E1)
c
τ = (ρs − ρ)g d φ
15
Appunti di trasporto solido
fonte (ovvero dei dati su cui sono state tarate), al fine di minimizzare la dispersione del
risultato. Sono di seguito elencati alcuni possibili abbinamenti per le formule precedentemente
proposte.
qc
= 0.15 i −1.12
Schocklitsch → (A2)
gd 3
−0.266
Suszka → φoc = 0.0851 h (C2)
d
d
φoc = 0.06 1+ 0.67
h
Meyer-Peter e Müller, Pezzoli → tan θ
(D2) , (E2)
φ c = φoc cos θ1 −
tan β
16
Appunti di trasporto solido
qs 1.50
[m2/s] ho
1.5E-3
[m]
1.00
1.0E-3
0.50
0.5E-3
0. 0.00
0.00 1.00 2.00 3.00 4.00 5.00 6.00 7.00
q [m2/s]
qs 1.50
[m2/s] ho
3.E-5
[m]
1.00
2.E-5
0.50
1.E-5
0. 0.00
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50
q [m2/s]
17
Appunti di trasporto solido
Fiume di montagna:
confronto delle formule di trasporto per due valori di dimensione dei grani
qs 1.50
2 5.E-2
[m /s] ho
[m]
4.E-2
1.00
3.E-2
2.E-2
0.50
1.E-2
0.E+0 0.00
0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00
q [m2/s]
2.5E-2 (E1)+(E2)
ho
qs 1.50
2.0E-2
[m2/s] ho
[m]
1.5.E-
1.00
1.0E-2
0.50
0.5E-2
0. 0.00
0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00
q [m2/s]
18
Appunti di trasporto solido
In figura (fonte: Bathurst et al., 1987) è riportato il confronto fra un ampio campione di
dati sperimentali di laboratorio ed il modello di trasporto (A1)+(A2). Tali formule si sono
dimostrate le migliori per il confronto con i dati sperimentali considerati, caratterizzati da
valori elevati della dimensione dei sedimenti e delle pendenze. Il confronto fra il valore
misurato per qs e il corrispondente valore calcolato mostra un accordo di massima fra formule
e valori sperimentali, ma le discrepanze quantitative possono essere anche di notevole entità,
specie per i valori minori delle portate solide (fino al 1000%)3. Ben peggiore è in tal senso il
risultato di figura 11, in cui il modello di trasporto è confrontato con dati di campo (eccesso di
portata liquida rispetto alla soglia critica in ascissa, portata solida in ordinata). Lo scarto fra i
valori misurati e la previsione del modello arriva anche a due ordini di grandezza per fiumi di
grandi dimensioni; nella valutazione del trasporto in fiumi di dimensioni ridotte l'errore
connesso al modello risulta ancora più elevato.
Si noti che le notevoli discrepanze tra modello e dati sperimentali sono da associarsi alle
condizioni estreme scelte (bassi h/d, i elevate), caratteristiche dei fiumi e torrenti di montagna,
laddove i modelli di trasporto sono normalmente concepiti e tarati per situazioni tipiche dei
fiumi e dei canali di pianura, con sedimenti di dimensione ridotta e pendenze non eccessive.
Sulla base dei risultati mostrati si potrebbe concludere che, almeno per situazioni relativamente
estreme, non si possa ottenere, con un accettabile grado di confidenza, neppure una stima
dell'ordine di grandezza del trasporto solido. In realtà non si deve rinunciare alla possibilità di
stimare fenomeni quali quelli in discussione, purché si tenga ben presente che:
1. i risultati devono essere valutati con estrema cautela, e con la coscienza che, nel migliore dei
casi, si può arrivare alla stima degli ordini di grandezza connessi al fenomeno, e non certo a
valori precisi;
2. i modelli di calcolo devono necessariamente essere calibrati ed adattati ai valori di campo
relativi al tratto fluviale e al bacino di interesse, o al limite di situazioni confrontabili nelle
vicinanze. Sulla base dei dati storici relativi all'evoluzione planimetrica e altimetrica
dell'alveo, delle caratteristiche dei sedimenti, dei volumi solidi trasportati si deve scegliere il
modello di calcolo che si riveli più adatto alla situazione specifica ed eventualmente apporre
correzioni ragionate ai parametri relativi alla corrente e ai sedimenti da inserire nel modello
medesimo. I principali elementi di scelta e/o taratura sono:
a) la granulometria dei sedimenti, le caratteristiche delle sezioni trasversali, il coefficiente di
resistenza;
b) le formule per la valutazione della soglia di incipiente movimento;
c) le formule per la valutazione dell'entità del trasporto.
3
Si sarebbe potuto ridurre la dispersione dei valori qualora si fosse utilizzato il valore misurato per la soglia di
incipiente movimento, anziché quello calcolato mediante la (A2).
19
Appunti di trasporto solido
qs misurato
[m2/s]
Figura 10:
dati di laboratorio
qs calcolato [m2/s]
qs
[m2/s]
Figura 11:
dati di campo
q - qc [m2/s]
20
Appunti di trasporto solido
21
Appunti di trasporto solido
2 FENOMENI LOCALIZZATI
Oltre ai fenomeni erosivi distribuiti, caratterizzanti l'intera sezione d'alveo e determinati
dall'azione di trascinamento della corrente nel suo insieme, sono di importanza nei problemi
idraulici i fenomeni localizzati a zone ristrette dell'alveo, dovuti ad accelerazioni locali create a
loro volta da singolarità geometriche (curve, opere idrauliche, ...).
L'argomento non viene approfondito in questa sede; per una definizione quantitativa degli
effetti erosivi è necessaria una trattazione specifica per ogni situazione di campo di moto. Si
descrivono brevemente di seguito tre casi tipici, rimandando ai testi specializzati per i dettagli
quantitativi.
22
Appunti di trasporto solido
23
Appunti di trasporto solido
Erosione al piede
di una briglia
Erosione a valle
di uno scivolo
24