Criteri Di Resistenza - Scienza Delle Costruzioni

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Introduzione:

Per Criteri di Resistenza si intende una serie di teorie elaborate sui materiali per definire quali
sono le condizioni che portano al collasso tali materiali. Ogni materiale possiede un determinato
comportamento meccanico. Di solito si analizzano i materiali compresi in 2 grandi categorie:
1 Classe di materiali duttili: (Acciai)
Sono materiali che hanno la tendenza a deformarsi in maniera vistosa sotto lazione dei carichi e
assorbono notevoli quantit denergia prima di arrivare a rottura. Le resistenze a trazione e a
compressione sono allincirca uguali. Questa classe di materiali ha un diagramma tensioni-deformazioni
del tipo:

2 Classe di materiali fragili: (Materiali lapidei)
Sono materiali caretterizzati da grandi resistenze a compressione, ma molto piccole a trazione,
con un tipo di rottura repentina e priva di fenomeni deformativi apprezzabili. Questi materiali hanno la
propensione ad assorbire piccolissime quantit di energia per effetti dissipativi. Il diagramma tensioni-
deformazioni sar quindi il seguente:

Per poter applicare i criteri di resistenza si deve conoscere la tensionoe o
p
limite tra
comportamento elastico-lineare e comportamento plastico. Il modo migliore di determinare o
p

mediante prove di laboratorio a trazione e compressione, ma nei casi pi complessi occorre valutare
delle funzioni teoriche che vanno a caratterizzare i criteri stessi.
Campo Elastico-Lineare Campo Plastico Incrudimento
Strizione

E
P

S'

P
S
S'
R
Strizione e formazione
delle Bande di Luters
R
Incrudimento S'
Snervamento S
Limite di Proporzionalit P
Rottura T

R
R=T

Stati di Tensione Monoassiali:
Per stati di tensione monoassiali possibile istituire un confronto diretto fra lo stato
tensionale nel generico punto del continuo, valutato per via teorica, e i risultati sperimentali
conseguibili in laboratorio mediante prove di carico. Infatti, mediante le prove sperimentali si pu
individuare un intervallo entro il quale sono contenute tutte le tensioni ammissibili, che proprio il
dominio di sicurezza.

Assegnato uno stato di tensione o*, essendo o
0T
e o
0C
i valori limite di tensione a trazione e a
compressione, si pu calcolare il coefficiente di sicurezza S, che dato dal rapporto tra la tensione
limite e la tensione applicata o*. Ad esempio, il coefficiente di sicurezza a trazione sar il seguente:
S =
o
01
o

1

Stati di Tensione Biassiali:
Per stati di tensione biassiali, le variabili da confrontare sono 2, e quindi per confrontare con le
prove sperimentali di laboratorio occorre fissare una variabile e far variare laltra e poi ripetere il
confronto utilizzando la variabiole precedentemente bloccata. Si costruisce cos un dominio nel piano a
2 variabili:

La tensione limite o
lim
combinazione lineare tra i limiti a trazione e a compressione di o
1
e o
2
,
quindi la costruzione del dominio in questo caso molto pi elaborata del caso monoassiale. Il
coefficiente di sicurezza sar:
S =
o
Im
o

0T

0C
0
Dominio di sicurezza
P*
*

1
0
Dominio di sicurezza
*

lim
Stati di Tensione Triassiali:
La situazione limite, stavolta, dipende da ben 3 tensioni principali, le quali si influenzano a
vicenda. Il confronto con lesperienza si pu fare solo se si ricorre a prove di tipo triassiale, cimentando
il provino secondo 3 direzioni mutuamente ortogonali, fissando dapprima i valori di due tensioni e
facendo variare la terza, modificando le prime due, una per volta, fino a pervenire alla costruzione per
punti di una superficie limite nello spazio euclideo. Questo modo di procedere per troppo laborioso e
non offre sufficienti garanzie nei risultati, data lenorme complessit nelleseguire le prove. Tale
complessit si supera introducendo dei Criteri di Resistenza, che trasformano lo stato di tensione
pluriassiale in uno stato monoassiale ideale (o equivalente), dotato della stessa pericolosit di quello
effettivo nei confronti del raggiungimento della situazione limite.
Supposto di individuare lo stato di tensione nel generico punto del continuo attraverso le 3
tensioni principali o
1
, o
2
e o
3
, un criterio di resistenza pu essere definito assegnando una superficie
limite convessa di equazione: f(o
1
, o
2,
o
3
) = 0. Tale superficie costituisce il dominio di sicurezza,
entro il quale il materiale analizzato si mantiene a comportamento elastico-lineare.

Attraverso la funzione f(o
1
, o
2,
o
3
) si pu confrontare lo stato tensionale triassiale reale con
uno stato di tensione ideale monoassiale, il quale racchiude le condizioni di crisi del materiale.
Analizzando i materiali duttili, come ad esempio lacciaio, la superficie limite rappresenta la frontiera
oltre la quale avviene lo snervamento e quindi la crisi del materiale stesso. Si pu inoltre osservare che,
se il materiale anche isotropo, la tensione ideale non dipende dai coseni direttori, quindi dipende
esclusivamente dalla parte deviatorica dello stato tensionale. Per definizione di tensione deviatorica
sappiamo che il primo invariante delle tensioni nullo, quindi lo stato di tensione monoassiale
equivalente dipende esclusivamente dal secondo e dal terzo invariante delle tensioni. Tali
considerazioni derivano dal fatto che lo snervamento del materiale non influenzato da un regime
di tensioni di tipo idrostatico, e ci stato dimostrato da varie esperienze sperimentali. Si pu quindi
affermare che lo snervamento del materiale un fenomeno da attribuire alle tensioni tangenziali, e da
ci prendono spunto i criteri di Huber Von Mises e di Tresca, che hanno riscosso i maggiori consesni e
conferme sperimentali.


1
0
Dominio di sicurezza
*

lim
2
f(
1
,
2
,
3
) = 0
Criterio di Huber Von Mises:
Il Criterio si basa sullosservazione sperimentale che un materiale pu sopportare senza
pervenire a crisi valori molto elevati di compressione idrostatica, ma valori molto inferiori di trazione
uniforme. Si pu definire come criterio energetico, nel senso che la crisi sopraggiunge per effetto
dellenergia di deformazione , e pi precisamente, per effetto di unaliquota relativa alla parte
deviatorica dellenergia di deformazione
D
(detta anche energia distorcente). Quindi, secondo tale
criterio, lo snervamento avviene quando la tensione tangenziale media associata allo stato di tensione
reale eguaglia la tensione tangenziale media che si ha in regime monoassiale allatto dello snervamento.
In altre parole, la crisi provocata dalla parte deviatorica del tensore delle tensioni, la quale genera un
contributo energetico distorcente.
Le ipotesi di base per enunciare il criterio sono:
Materiale duttile elastico-lineare e isotropo
Validit dellipotesi dei piccoli spostamenti
Applicazione quasi statica dei carichi

Sia lo stato di tensione o che di deformazione sono composti dalla somma della parte
idrostatica e della parte deviatorica, quindi lenergia di deformazione si pu scrivere come:
=
1
2
|o] |e] =
1
2
(|o
m
] + |o

]) (|e
m
] +|e

]) =
m
+

+
m
+
m

Quindi, lenergia di deformazione composta da 4 contributi, di cui i primi 2 riguardano solo la
parte sferica e quella deviatorica rispettivamente, mentre gli ultimi 2 sono composti dai termini di
scambio. Tali termini di scambio dipendono dalla traccia dei tensori deviatorici, infatti:

m
=
1
2
(|o

] |e
m
]) =
1
2
|o

] _
1
S
tr|e] |I]] =
1
6
tr|e] (|o

] |I])
Il prodotto scalare tra la parte deviatorica del tensore delle tensioni e la matrice identit non
altro che la traccia del tensore deviatorico stesso, infatti:
|o

] |I] = _
o
1

u u
u o
2

u
u u o
3

_ _
1 u u
u 1 u
u u 1
_ = tr|o

]
Per definizione di tensore deviatorico sappiamo che:
tr|o

] = o
1

+ o
2

+ o
3

= tr|e

] = e
1

+e
2

+ e
3

= u
Di conseguenza, i termini di scambio saranno anchessi nulli, quindi:

m
=
1
6
tr|e] tr|o

] =
m
=
1
6
tr|o] tr|e

] = u
Questo comporta che
m
e
D
sono energeticamente ortogonali. Come gi detto, il parametro di
crisi che ci interessa dato solo da
D
, che in termini di componenti si pu scrivere come:

=
1
2
((o
1

e
1

) +(o
2

e
2

) +(o
3

e
3

))
A questo punto occorre scrivere le componenti di tensione e deformazione in funzione delle
componenti principali di tensione o
1
, o
2,
o
3
. Per le componenti di tensione avremo:
|o] = |o

] +|o
m
] |o

] = |o] |o
m
]

o
1

= o
1
o
1
m
= o
1
_
o
1
+o
2
+o
3
S
] =
1
S
(2o
1
o
2
o
3
)
o
2

= o
2
o
2
m
= o
2
_
o
1
+o
2
+o
3
S
] =
1
S
(2o
2
o
1
o
3
)
o
3

= o
3
o
3
m
= o
3
_
o
1
+o
2
+o
3
S
] =
1
S
(2o
3
o
2
o
1
)

Per ottenere le componenti di deformazione baster applicare le equazioni di legame, per cui:

e
1

=
1
E
(o
1

v (o
2

+ o
3

)) =
1 + v
SE
(2o
1
o
2
o
3
)
e
2

=
1
E
(o
2

v (o
1

+ o
3

)) =
1 + v
SE
(2o
2
o
1
o
3
)
e
3

=
1
E
(o
3

v (o
1

+ o
2

)) =
1 + v
SE
(2o
3
o
2
o
1
)

Sostituendo e ordinando il tutto possiamo riscrivere lenergia distorcente come:

=
1
60
(o
1
2
+ o
2
2
+o
3
2
(o
1
o
2
+o
1
o
3
+ o
2
o
3
))
Facendo le stesse considerazioni per uno stato di tensione equivalente monoassiale o
o
, lenergia
distorcente sar:

=
1
60
(o
o
2
)
Secondo il criterio di Huber Von Mises, affinch ci sia sicurezza deve essere sempre
verificata la disequazione:

_(o
1
2
+ o
2
2
+ o
3
2
(o
1
o
2
+o
1
o
3
+o
2
o
3
)) o
o

La superficie limite (o dominio di sicurezza) un cilindro a sezione circolare avente per asse la
trisettrice dellottante positivo del sistema di riferimento principale o
1
, o
2
, o
3
. Proiettando sul piano
ortogonale alla trisettrice il dominio assume la forma di una circonferenza.

1
0
Dominio di sicurezza
proiettato sul piano

3
2
T
r
is
e
t
t
r
i
c
e

90
'
3
'
2
'
1
Dominio di sicurezza
Per uno stato di tensione piano (o
3
=0), si avr un dominio di forma ellittica che soddisfa la
seguente disequazione:
_o
1
2
+ o
2
2
o
1
o
2
o
o


Osservando il dominio possiamo osservare che tensioni dello stesso segno producono resistenze
maggiori, mentre nei quadranti in cui ci sono tensioni discordi, ovviamente, le resistenze hanno valori pi
bassi, e ci riscontrato dalle prove sperimentali.
Ritornando alla disequazione relativa allo stato tensionale triassiale, la si pu scrivere anche in
funzione degli invarianti della tensione, che rispetto alle direzioni principali di tensione possono essere
scritti come:
_
I
1
= o
1
+ o
2
+o
3

I
2
= o
1
o
2
+o
1
o
3
+o
2
o
3
I
3
= o
1
o
2
o
3


Elevando al quadrato il primo invariante avremo:
I
1
2
= (o
1
+ o
2
+ o
3
)
2
= o
1
2
+o
2
2
+o
3
2
+ 2 (o
1
o
2
+ o
1
o
3
+o
2
o
3
) = o
1
2
+o
2
2
+o
3
2
+ 2 I
2

Esplicitando la somma delle 3 componenti principali al quadrato avremo:
o
1
2
+o
2
2
+ o
3
2
= I
1
2
2 I
2

Sostituendo nella disequazione:

o
1
2
+ o
2
2
+o
3
2
(o
1
o
2
+ o
1
o
3
+ o
2
o
3
) (o
o
)
2
I
1
2
2 I
2
I
2
(o
o
)
2

I
1
2
S I
2
(o
o
)
2

Scrivendo gli invarianti rispetto ad un generico sistema di riferimento x,y,z avremo:
_
I
1
= o
x
+o

+ o
z

I
2
= o
x
o

+o
x
o
z
+ o

o
z
(
x
2
+
xz
2
+
z
2
)

Sostituendo nella disequazione:
(o
x
+ o

+ o
z
)
2
S [o
x
o

+ o
x
o
z
+ o

o
z
(
x
2
+
xz
2
+
z
2
) (o
o
)
2

1
0
Dominio di sicurezza

o
Questa formula valida in generale per qualsiasi stato di tensione, ma presenta una notevole
complessit di calcolo se non si dispone di strumenti automatizzati. Per semplificare i calcoli si pu
ricorrere alle semplificazioni relative al solido di Saint Venant, ovvero:
Per sollecitazioni di sforzo normale centrato N e flessione retta M
x
, M
y
lunica componente non
nulla o
z

Per le sollecitazioni di taglio T
x
, T
y
e torsione M
z
sappiamo che in generale
z
=
zx
2
+
z
2

Per qualsiasi sollecitazione le componenti o
x
, o
y
e z
xy
sono nulle.

Alla luce di queste considerazioni, la disequazione pi utilizzata per le applicazioni relative alle
verifiche di tresistenza alla Huber Von Mises la seguente:
o
z
2
+S
z
2
o
o




Criterio di Tresca:
Nel criterio di Tresca si assume che lo snervamento avviene quando la massima tensione
tangenziale associata allo stato di tensione reale eguaglia la massima tensione tangenziale che si ha in
regime monoassiale allatto dello snervamento.
Anche per il criterio di Tresca valgono le stesse ipotesi di Mises, ovvero:
Materiale duttile elastico-lineare e isotropo
Validit dellipotesi dei piccoli spostamenti
Applicazione quasi statica dei carichi

Possiamo descrivere il generico stato di tensione triassiale secondo i cerchi di Mohr, ordinando
le tensioni in modo tale che o
1
o
2
o
3
:

Dalla teoria dei Cerchi di Mohr sappiamo che la tensione tangenziale massima equivale al raggio
del cerchio maggiore, quindi in termini analitici:

mux
=
1
2
(HAX{|o
1
o
2
|, |o
1
o
3
|, |o
2
o
3
|])
0

max

1

2

3
Arbelo di Mohr
Anche in questo caso il confronto da farsi con uno stato tensionale monoassiele equivalente,
del quale la rappresentazione secondo i cerchi di Mohr la seguente:

o mux
=
1
2
o
o

Affinch ci sia sicurezza deve essere sempre rispettata la disequazione:

mux

o mux
HAX{|o
1
o
2
|, |o
1
o
3
|, |o
2
o
3
|] o
o

Si tratta in realt di ben 6 disequazioni da soddisfare per la presenza del valore assoluto, e tali
disequazioni ci permettono di tracciare un dominio a forma di cilindroide a sezione esagonale inclinato
lungo la trisettrice dellottante positivo.

Nel caso biassiale, invece il dominio assume la forma di un esagono irregolare contenuto
nellellisse di Mises e avente con esso 6 punti in comune:

0

max

o
Arbelo di Mohr

o
/2

1
0

3
2

90
Dominio di sicurezza
Dominio di sicurezza
proiettato sul piano
'
3
'
2
'
1
0

1
0
Dominio di sicurezza

o
Ellisse di Mises
La disequazione rappresentativa del dominio la seguente:

mux

o mux
HAX{|o
1
o
2
|, |o
1
|, |o
2
|] o
o

Possiamo osservare che anche in questo caso se le componenti sono dello stesso segno si hanno
migliori resistenze, mentre nei quadranti in cui hanno segni opposti le resistenze sono ridotte.
Rappresentendo lo stato di tensione biassiale secondo i Cerchi di Mohr, e supponendo di conoscere tale
stato di tensione per una generica giacitura dato dalle componenti o
x
, o
y
e z
xy
:

Osservando la figura possiamo dire che I = o


c
x
+c
j
2

Possiamo quindi fare delle semplici considerazioni geometriche relative al triangolo rettangolo
evidenziato in figura di cateti L e z
xy
ed ipotenusa R:
R =
mux
= _I
2
+
x
2
=
_
_o


o
x
+o

2
]
2
+
x
2
=
_
1
4
(o
x
2
+ o

2
2o
x
o

) +
x
2

Riordinando e mettendo in evidenza 1/4 otteniamo:

mux
=
1
2

_
(o
x
o

)
2
+ 4
x
2

Riscrivendo la disequazione di Tresca con questo valore di tensione tangenziale ideale, e
tenendo conto delle semplificazioni del solido di Saint Venant, avremo:

mux

o mux

1
2

_
(o
x
o

)
2
+4
x
2

1
2
o
o
o
z
2
+4
z
2
o
o


Confronto tra Mises e Tresca:
I 2 criteri mensionati derivano dalle stesse considerazioni sperimentali, ovvero, dallassunto che
condizioni di carico idrostatiche non provocano crisi nel materiale. Il criterio di Mises meno
cautelativo di quello di Tresca, e ci lo si evince confrontando le disequazioni dei due criteri, infatti, il
criterio di Mises prevede una tensione tangenziale di snervamento allincirca del 15% maggiore rispetto
a quella dedotta da Tresca. Facendo un confronto grafico immediato osservare che il dominio
ottenuto applicando Mises leggermente maggiore di quello ottenuto applicando Tresca, e questo
significa che meno conservativo nei riguardi della sicurezza.
0

max

1

2
Arbelo di Mohr
R

xy

x

y
x+y
2
L
_
o
z
2
+S
z
2
o
o
(Eubcr Ion Hiscs)
o
z
2
+4
z
2
o
o
(Ircsco)

In conclusione possiamo dire che Tresca ha il vantaggio di essere pi conservativo, e quindi a
vantaggio di sicurezza, per meno impiegato nei casi pratici di verifica per 2 motivi fondamentali; il
primo sta nel fatto che non necessario il calcolo delle tensioni principali, e il secondo di natura
pratica perch si ha ununica disequazione da soddisfare anche per gli stati tensionali triassiali, mentre
se si applica Tresca si arriva a ben 6 disequazioni da soddisfare contemporaneamente, e ci ovviamente
implica calcoli pi lunghi.

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