Coperture
Coperture
Coperture
La tegola normale, la pi antica che si conosca, era anche la pi usata in Asia, in Asia Minore, in Italia e, in
particolare, in Sicilia, in Spagna ed in generale in tutti i Paesi lungo le coste meridionali del Mediterraneo.
Uno degli esempi pi importanti di copertura in laterizio costituito dal tetto del tempio sotterraneo di Hera, a
Paestum (costruito nella seconda met del VI secolo a.C.) dove le tegole ricoprivano una serie di lastre di
calcare.
Presso gli antici Romani, invece, era molto impiegato un particolare tipo di tegola piana denominata
embricus (lunga circa 43 cm e larga da 25 a 28 cm), rastremata nel senso della lunghezza per consentirne la
sovrapposizione l'una sull'altra, mentre la tenuta fra tegole adiacenti era realizzata grazie alla messa in
opera di un elemento a canale, simile al coppo, con la concavit rivolta verso il basso.
Gi allora questi prodotti da costruzione, piuttosto pregiati, portavano, in molti casi, stampigliato sulla
superficie, il nome del produttore, sistema precursore dei moderni Marchi di Origine e di Qualit. Lo sviluppo
maggiore delle coperture in cotto si ebbe comunque sotto lImpero Romano, durante il quale furono impiegati
elementi a sezione semicircolare da porre lungo le linee di colmo.
A Canterbury, in Inghilterra, stato rinvenuto un colmo molto singolare che presenta, nella parte inferiore dei
bordi, due aperture per linserimento dei coppi che sormontavano le tegole piane di copertura disposte sulle
falde.
NellEuropa nord-occidentale, invece, si diffuse un tipo di tegola di piccole dimensioni (simile alla tegola
piatta dei nostri giorni) che veniva impiegata in sostituzione delle tegole in legno (scandole) troppo vulnerabili
in caso di incendio.
Il tipo normale di tegola, opportunamente modificato nella forma e nelle dimensioni, ha continuato ad essere
prodotto ed utilizzato in tutti i Paesi del Mediterraneo fino ai giorni nostri. Oltre 2000 anni di vita, durante i
quali queste tegole hanno saputo rispondere alle esigenze tecniche ed architettoniche pi disparate,
adattandosi alle latitudini e ai climi pi diversi per arrivare fino a noi, immutate nel loro caratteristico color
cotto naturale, ma nettamente migliorate nella funzionalit della forma e nella qualit delle prestazioni, grazie
ai moderni sistemi di produzione e alle conoscenze accumulate in secoli e secoli di esperienze e collaudi.
Nel campo delle coperture in laterizio, i prodotti si possono raggruppare in due grandi famiglie: le tegole e i
coppi:
I pi noti sono:
Tegola portoghese
Risulta essere la tegola attualmente pi diffusa grazie alle sue caratteristiche estetiche (che ricordano il
classico tetto di epoca romana formato da coppi ed embrici) e soprattutto funzionali. E disponibile nelle
versioni destra e sinistra.
La parte piana di questo modello garantisce una buona superficie di deflusso e scorrimento dellacqua
piovana, mentre la parte convessa conferisce una adeguata resistenza meccanica allelemento, oltre al
caratteristico effetto estetico ad onda.
La posa in opera di queste tegole si esegue su file verticali allineate nel verso della pendenza, dopo aver
disposto una file di tegole di riferimento lungo la linea di gronda; ogni due o tre file opportuno controllare
lallineamento degli elementi con una staggia.
Tegola marsigliese
La posa in opera di questa tegola si esegue per file orizzontali successive, parallele alla linea di gronda.
La possibilit di posare queste tegole con i giunti sfalsati facilita il maggior deflusso delle acqua su tetti di
grande superficie in quanto lincastro aperto delle due tegole superiori va a cadere al centro della tegola
sottostante.
Per realizzare un corretto sfalsamento delle file, si utilizza il pezzo speciale mezza tegola, una fila si e una
no, posto allinizio della fila stessa.
Alcuni tipi di tegole marsigliesi possono essere posati anche in linea e quindi senza giunti sfalsati. In questo
caso non occorre limpiego della mezza tegola.
Sequenza di messa in opera di un manto di copertura in tegole marsigliesi. Questo modello consente
anche la posa per file sfalsate utilizzando il pezzo speciale mezza tegola.
Particolare della sovrapposizione sfalsata di due file successive di tegole marsigliesi. In tal modo si
ottiene un disassamento delle linee di sovrapposizione e una conseguente migliore tenuta allacqua.
Tegola olandese
Analogo alla tegola portoghese dal punto di vista funzionale, questo modello presenta una parte convessa
ad arco ribassato per rispondere a esigenze estetico-morfologiche pi moderne ed attuali.
Leffetto visivo che si ottiene quello di una copertura pi lineare ma pur sempre con caratteristiche
estetiche classicheggianti e tradizionali.
Le modalit di posa di questa tegola sono del tutto analoghe a quelle della tegola portoghese.
Tegole romane (embrici) con coppo superiore di copertura. Il coppo superiore deve scorrere in
avanti per 7-8 cm. rispetto allallineamento degli embrici.
Tetto in tegole romane in cui lembrice usato anche come copertura tra due elementi accostati.
Riprende il modello classico della tegola di Vitruvio, come viene tramandato dalla tradizione costruttiva
dellepoca.
Viene generalmente impiegata, in coppia con il coppo, per realizzare lo strato inferiore del manto di
copertura, mentre il coppo completa la parte superiore unendo fra loro due embrici accostati.
Una alternativa, meno frequente, prevede la messa in opera di embrici, rovesciati, anche nello strato
superiore.
Le modalit di posa di questo tipo di manto di copertura misto sono analoghe a quelle di un manto
interamente in coppi. Dopo aver posizionato lo strato inferiore degli embrici, con la concavit verso lalto,
vengono posati i coppi, con la concavit verso il basso , a proteggere le linee di accostamento degli embrici,
Le dimensioni degli embrici consigliano, tuttavia, di procedere per file successive (una file inferiore e una
superiore) per consentire una posa pi agevole ed un allineamento pi corretto.
Fra le coperture in laterizio il prodotto pi classico e ricco di tradizione. Rappresenta la soluzione ideale
per edifici con alto valore storico-architettonico e si adatta perfettamente anche alle coperture pi complesse
grazie alla morfologia degli elementi che consente unampia tolleranza di sovrapposizione(sia longitudinale
che trasversale).
La messa in opera a doppio strato (per file convesse inferiormente e concave superiormente consente, fra le
altre cose, unampia ed efficace circolazione daria nel sottotegola, che smorza i negativi effetti del vento:
Dimensioni cm. 45 cm. 50
peso per elemento Kg. 2ca. Kg. 2,8-3 ca.
peso per m Kg. 56 ca. Kg. 56-60 ca.
fabbisogno per m n. 28 ca. n. 20 ca.
pendenza min. della falda 30%
Per quanto concerne le modalit di posa, si consiglia di mettere in opera contemporaneamente non pi di tre
file di coppi dello strato inferiore partendo da un angolo in basso della falda
Qualora non siano previste delle sovrapposizioni obbligate, gli elementi andranno sormontati per circa 10
centimetri.
Terminata la posa di questi primi elementi e controllati gli allineamenti orizzontali (quelli verticali sono dati
dalle listellature di supporto) e le sovrapposizioni in modo che i coppi di file contigue non si tocchino fra loro,
potranno essere posate le due file dello strato superiore.
Naturalmente, anche durante la messa in opera delle file superiori, sar necessario controllare gli
allineamenti.
A seconda della tipologia questi elementi possono essere prodotti con la tecnica dello stampaggio o per
estrusione.
Le file contigue dello strato inferiore di un manto di copertura in coppi non devono toccarsi fra loro
(distanza circa 2-3 cm).
Queste indicazioni possono variare in funzione dellesposizione del tetto e della lunghezza di falda.
Oltre il 45% di pendenza la fila di gronda va sempre fissata.
Suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche (circ. Min. LL.PP. n. 22631 del 24.05.82)
La Circolare del Ministero LL.PP. n. 22631 suddivide il territorio nazionale in cinque regioni (A,B,C,D,E) e
quattro zone (1,2,3,4) in funzione, rispettivamente, delle prevalenti condizioni atmosferiche (vento, pioggia,
neve) e dellaltitudine sul livello del mare.
In base quindi alla localizzazione delledificio si consiglia una sovrapposizione dei coppi secondo la tabella
riportata accanto (le tegole, come noto, prevedono incastri fissi) onde assicurare una perfetta tenuta
allacqua meteorica.
Misura della sovrapposizione dei coppi (in centimetri) in funzione delle zone climatiche e della
lunghezza della falda.
colmo, mantiene la continuit di tenuta del manto lungo le linee di displuvio orizzontali e inclinate,
proteggendo la congiungente delle falde:
colmo finale e colmo di punta, elementi finali di testata che chiudono una linea di colmo;
colmo o crociera a quattro vie, analogo al precedente ma congiungente quattro linee di colmo;
tegola base per antenna, consente linstallazione di una antenna televisiva senza interrompere la continuit
del manto;
tegola laterale di bordo (destra o sinistra), consente la chiusura e la protezione della congiungente laterale
fra piano di falda e facciata senza necessit di scossaline metalliche;
tegola a doppia onda, consente la messa in opera della tegola laterale di bordo raccordandosi con lala della
tegola standard;
tegola di gronda, assicura la tenuta allacqua, ed eventualmente al vento, lungo le linee di bordo della
copertura;
mezza tegola, consente la messa in opera del modello marsigliese per file sfalsate;
sistema camino, sistema di basi multimodulari (compatibili con i modelli standard) e relativi comignoli per la
fuoriuscita di canne fumarie e di esalazione in copertura, senza interrompere la continuit del manto;
tegola e coppo fermaneve. Arresta lo scivolamento del manto nevoso;
- strutture portanti inclinate di falda costituite da un piano portante di tipo continuo (ossia con uguale
funzione portante in ogni punto: ad esempio i solai in latero-cemento);
Struttura portante inclinata di falda costituita da un piano portante di tipo continuo (ad esempio:
solaio in laterocemento).
Struttura portante inclinata di falda costituita da un piano portante di tipo discontinuo (ad esempio:
struttura in legno).
- strutture portanti inclinate di falda costituite da un piano portante di tipo discontinuo (ossia con funzione
portante solamente per linee e/o per punti: ad esempio le strutture lignee).
Con entrambe le tipologie sempre possibile posare correttamente sia le tegole che i coppi, adottando gli
opportuni sistemi. Il corretto funzionamento di un manto di copertura dipende, oltre che dalla qualit degli
elementi impiegati, anche e soprattutto dalla loro corretta messa in opera, che si realizza appoggiando ed
ancorando eventualmente tutti gli elementi, fila per fila, su appositi supporti.
Per completezza, opportuno ricordare, oltre a quelli illustrati nelle pagine che seguono, alcuni sistemi per
realizzare lorditura di supporto della copertura:
- elementi di acciaio al carbonio protetti contro la corrosione (profili metallici ad incastri predisposti);
- elementi termoformati in polipropilene (con culla di alloggiamento);
- pannellature presagomante in materiale di sintesi (polistirene, poliuretano, ecc.);
- listelli a culla in legno.
Tali sistemi, oltre a risolvere alcuni problemi riguardanti: pendenze elevate, neve e vento, vibrazioni da
traffico, si caratterizzano anche per:
- velocit di messa in opera;
- microventilazione calibrata e diffusa;
- pedonabilit del manto di copertura;
- riduzione e facilitazione della manutenzione;
- possibilit di ancoraggio mediante viti, perni e ganci.
Dimensioni tipo dellelemento di supporto (listello in legno) delle tegole.
Linterasse delle linee di supporto delle tegole sar in funzione del modello scelto.
Le linee di supporto delle tegole (listelli o cordoli) andranno interrotte per 2-3 cm. ogni 3-4 m.
A questi listelli gli elementi del manto dovranno essere fissati, in caso di pendenze elevate (superiori al 50%
per le tegole e al 45% per i coppi), tramite chiodatura (attraverso lapposito foro di fissaggio) o con filo di
ferro (nel caso di elementi con nasello forato).
Il fissaggio opportuno anche in caso di situazioni climatiche particolari (vento, neve, ecc.) bloccando gli
elementi, a seconda della necessit, da uno ogni cinque fino alla totalit degli elementi stessi.
Su strutture portanti di tipo continuo sono anche impiegabili cordoli di malta, purch precostituiti (la malta
deve aver fatto presa prima della posa degli elementi), che dovranno avere una forma a triangolo rettangolo
con base di circa 10 cm di lunghezza e circa 3 cm di altezza.
Naturalmente linterasse di messa in opera di queste linee di aggancio, di norma riportato nei cataloghi dei
produttori, in funzione del modello di tegole scelto, dovr essere verificato in cantiere.
Sia i listelli che i cordoli, tuttavia, dovranno essere interrotti ogni 3-4 metri per alcuni centimetri (2-3 cm) per
migliorare la circolazione dellaria e il deflusso di eventuale acqua infiltrata o di condensa.
Per mantenere la corretta inclinazione anche della fila di tegole, o dei coppi, sporgente sulla grondaia, il
listello (o il cordolo) che viene posizionato sulla linea di gronda dovr risultare circa 2 cm pi alto degli altri,
dato che per gli elementi di questa prima fila viene a mancare la sovrapposizione con quelli sottostanti.
Il listello di gronda quindi misurer generalmente 5x4 cm.
E importante ricordare che la prima fila di tegole o coppi, in prossimit della grondaia, deve sporgere su
questultima per circa 7-8 cm.
Una sporgenza minore potrebbe consentire ritorni dacqua nel sottomanto o travalicamenti dalla linea
posteriore della grondaia in caso di forte vento.
Una sporgenza maggiore potrebbe causare travalicamenti dellacqua piovana dalla linea anteriore della
grondaia, specie con falde molto lunghe (nelle quali lacqua raggiunge elevate velocit di deflusso) o in caso
di forte vento in direzione della linea di massima pendenza.
La sporgenza di 7-8 cm (un terzo circa del diametro della grondaia) risulta ottimale per grondaie di 20-25 cm
di diametro.
La sporgenza delle tegole o dei coppi della prima fila sul canale di gronda deve essere circa un terzo
del diametro della gronda stessa.
La messa in opera di coppi non muniti di dentello di aggancio avviene esclusivamente su una doppia
listellatura (alla piemontese).
La sezione di coppo rimanente, pi corta del coppo normale (cio il coppo intero meno la mezza), potr
essere utilizzata per realizzare la prima fila superiore del manto, sempre in corrispondenza della linea di
gronda; in questo modo si avr una prima fila superiore di coppi pi corta della fila immediatamente
sottostante, con il vantaggio di sfalsare fra loro le sovrapposizioni degli elementi dello strato superiore
rispetto a quelle dello strato inferiore e creare maggiori ostacoli ad eventuali risalite o infiltrazioni di acqua.
In una orditura doppia (alla piemontese) i coppi dovranno poggiare esclusivamente sui fianchi, senza
toccare il listello inferiore e senza toccarsi fra loro (circa 2 3 cm di distanza).
Per soluzioni diverse di orditura della falda si gi fatto un rapido accenno nel riquadro di pag. 15.
Linterasse dei listelli inferiori in una orditura doppia (alla piemontese) , di solito, funzione delle
dimensioni del pannello isolante generalmente interposto.
Sollevamento della prima fila di coppi in gronda con linserimento di una porzione di coppo (mezza).
Termoigrometria delle coperture
La microventilazione sottotegola
Il motivo per il quale necessario posare le tegole e i coppi su listelli di supporto quello di attivare nel
sottomanto la circolazione di una lama daria che fornisce una serie di importanti prestazioni:
- smaltire il vapore acqueo che sale dagli ambienti sottostanti prima che condensi sullintradosso freddo della
copertura;
- non permettere al calore che sale dalle abitazioni di causare irregolari scioglimenti e scivolamenti del
manto nevoso;
- contribuire destate a mantenere ventilato il solaio di copertura prima che il calore si trasmetta agli ambienti
sottostanti;
- assicurare una migliore conservazione della listellatura in legno.
La messa in opera delle tegole o dei coppi su elementi di supporto consente lattivazione della
indispensabile microventilazione sottotegola.
La ventilazione
La microventilazione sottotegola un accorgimento funzionale indispensabile al corretto funzionamento di
un manto di copertura realizzato con elementi di piccole dimensioni, quali sono le tegole e i coppi; ma esiste
anche un secondo tipo di circolazione daria in corrispondenza della copertura (la ventilazione) in grado
invece di contribuire positivamente al comfort igrotermico degli ambienti sottostanti.
Il sistema di ventilazione svolge delle proprie funzioni specifiche:
- destate consente un vera e propria aerazione della copertura espellendo, attraverso i moti convettivi, laria
riscaldata nel sottomanto prima che il calore si trasmetta agli ambienti sottostanti;
- dinverno (se viene mantenuta la circolazione dellaria) non permette al calore che sale dalle abitazioni di
causare irregolari scioglimenti e scivolamenti del manto nevoso;
- dinverno (qualora le aperture per la circolazione daria vengano chiuse con appositi sistemi mobili)
favorisce il contenimento dei consumi energetici in quanto la lama di aria stagnante, che si viene a creare
sotto la copertura, possiede ottime caratteristiche di coibentazione termica.
Questi due sistemi di aerazione della copertura (microventilazione e ventilazione) possono, naturalmente,
essere separati oppure coesistere.
Si ribadisce comunque che, mentre la microventilazione indispensabile al corretto funzionamento del tetto,
la ventilazione un accorgimento progettuale-funzionale facoltativo in relazione al comfort che si vuole
ottenere nel sottotetto.
A seconda della quota alla quale viene realizzata la ventilazione, questa pu prendere il nome di:
ventilazione sottotetto (o solaio aerato)
Non propriamente definibile come uno strato o una lama daria in quanto investe un intero ambiente )lo
spazio sottotetto) e cio quel volume daria posto al di sotto della copertura. Questa ventilazione attivata
generalmente dalla presenza di una struttura portante di tipo discontinuo, oppure da idonee aperture poste
sulle facciate verticali perimetrali, in corrispondenza del tetto.
Ventilazione sottotetto (solaio aerato) consentita da una struttura portante di tipo discontinuo (A), o
da apposite aperture lungo il perimetro della muratura verticale (B).
E in questo punto, in corrispondenza della prima fila di tegole sulla prevista listellatura di legno, che si
innesca un naturale moto convettivo: laria del sottomanto viene riscaldata dal sole e tende a salire
favorendo lingresso di aria nuova dalla linea di gronda.
Infatti la curvatura stessa delle tegole (o dei coppi) a costituire una bocca sufficiente allingresso dellaria.
Lingresso dellaria lungo questa linea risulta possibile soprattutto se esiste uno sfogo nella parte alta della
falda, lungo la linea di colmo. In caso contrario, se la linea di colmo non risultasse libera, si creerebbe un
tappo che ostacolerebbe ogni movimento.
Ne consegue che anche gli elementi che vengono collocati lungo la linea di colmo non devono essere
murati (allettati con malta cementizia) in quanto si chiuderebbe in questo modo ogni sfogo superiore, oltre
a innescare utti i problemi nel sottocolmo (porosit, fissaggio precario, rischi di gelivit, ecc.) gi citati in
ocasione della descrizione delle modalit di posa degli elementi di copertura sulla struttura portante.
E pi opportuno impiegare dei fissaggi meccanici (staffe metalliche o graffe chiodate ai listelli di legno
sottocolmo) che consentano una efficace circolazione dellaria, garantiscano il fissaggio dei colmi e
permettano lagevole sostituzione di eventuali elementi rotti o deteriorati senza necessit di smurare parte
della fila di colmo.
Il naturale punto di ingresso dellaria di ventilazione lungo la linea di gronda, attraverso le
concavit degli elementi del manto.
Sistema di fissaggio meccanico degli elementi di colmo per consentire la fuoriuscita dellaria di
ventilazione. Le modalit di sovrapposizione dovranno tenere conto della direzione dei venti
dominanti.
Nel caso si decidesse comunque di fissare i colmi con la malta indispensabile impiegarla esclusivamente
nella zona di contatto tra tegola e colmo, evitando di chiudere il passaggio dellaria al di sotto del colmo
stesso. In questo caso per altrettanto importante impiegare, almeno nella parte superiore della falda,
delle tegole di aerazione.
E inoltre buona orma posizionare gli elementi del colmo in modo che la sovrapposizione degli elementi
stessi risulti in direzione opposta a quella dei venti dominanti.
In caso di fissaggio degli elementi di colmo con malta, questa andr posta solo sui bordi degli
elementi e sar necessario prevedere una serie di tegole di aerazione.
Le tegole di aerazione andranno poste sulla penultima fila prima del colmo e sulla seconda fila a
partire dal cornicione di gronda, non allineate fra loro.
La coibentazione
Oltre alla indispensabile microventilazione sottotegola e alla opzionale ventialzione sottomanto, esiste un
secondo strato funzionale (sempre opzionale) che consente di migliorare il comfort degli ambienti sottotetto:
lo strato isolante (o coibentazione termica).
Coibentazione in falda (sottotetto abitato) e microventilazione sottotegola.
In presenza di entrambi gli strati (ventilazione e coibentazione) il secondo andr sempre posto in posizione
inferiore rispetto al primo, e pi precisamente , ad esempio:
- sul pavimento (cio allestradosso dellultimo solaio orizzontale) in caso di ventilazione sottotetto (solaio
aerato);
- sul piano inclinato del solaio di falda in caso di ventilazione sottomanto (tetto ventilato). In questo caso
lisolamento potr essere posto al di sotto dei listelli della ventilazione, oppure fra i listelli della ventilazione,
aumentando lo spessore di questi e curando attentamente gli accostamenti fra isolante e listello.
La guaina sottomanto
Un manto di copertura, correttamente realizzato con prodotti di qualit certificata e con gli accorgimenti
appena visti, in grado di garantire una adeguata impermeabilizzazione del coperto anche nelle condizioni
climatiche pi critiche. In questi casi la messa in opera di una guaina bitume-polimero nel sottomanto risulta,
nella maggior parte dei casi, inutile se non dannosa.
Una membrana impermabile sottotegola potrebbe essere utile in certe condizioni climatiche, qualora siano
previste particolari precipitazioni nevose. In questo caso lo scivolamento e laccumulo di neve (ed
eventualmente ghiaccio) lungo la linea di gronda potrebbe causare degli invasi dacqua, la quale
nellimpossibilit di defluire liberamente, potrebbe trovare delle linee di ingresso fra le tegole.
Una guaina sottomanto sotto le prime tre file di tegole (pu essere sufficiente laltezza di un rotolo) risolve
brillantemente questo tipo di problemi.
Una guaina sotto lintero manto di copertura pu invece essere necessaria in caso di pendenze di falda
molto ridotte (in caso di ristrutturazioni con pendenze obbligate al di sotto del 25% o in caso di falde
particolarmente articolate, non propriamente pensate per coperture discontinue).
In questi casi, comunque, nulla cambia nella messa in opera degli elementi del manto, che andranno sempre
posati su cordoli in malta precostituiti (la guaina dovr essere necessariamente ardesiata per consentire
laggancio della malta)o su listelli di legno chiodati alla sottostante struttura.
La foratura della guaina causata dal chiodo non costituisce un problema in quanto il foro che si viene a
creare protetto dal lsitelo sovrastante; inoltre le membrane possiedono una memoria elastica che fa si che
il foro tenda a richiudersi attorno al chiodo.
Poich, infine, questo secondo strato impermeabile presumibilmente destinato a svolgere le proprie
funzioni solo in casi di particoalre emergenza e per ridotte quantit di acqua , la presenza di alcune
bucature, per di pi protetto, ininfluente per la tenuta complessiva.