Calzaturiero - ISPESL
Calzaturiero - ISPESL
Calzaturiero - ISPESL
Ciclo produttivo,
rischi per la sicurezza
e la salute, misure
generali di tutela nel
COMPARTO
CALZATURIERO
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE
E LA SICUREZZA DEL LAVORO
Ciclo produttivo,
rischi per la sicurezza e la salute,
misure generali di tutela nel
COMPARTO
CALZATURIERO
D. De Merich
ISPESL - Dipartimento Documentazione Informazione e Formazione
La parte descrittiva del ciclo produttivo e delle macchine impiegate nel comparto
calzaturiero stata compilata utilizzando quale guida i quaderni dinnovazione per il
settore calzaturiero prodotti dallassociazione nazionale costruttori macchine ed
accessori per calzatura, pelletteria e conceria (Assomac) - via Matteotti, 4/a Vigevano
(Pavia). Tali quaderni sono il risultato della profonda conoscenza del settore dellIng.
Sergio Stella, responsabile del settore tecnologico Assomac.
2
Premessa
Profili di rischio
di comparto Sistema di gestione
della sicurezza/costi
Legislazione
e benefici
3
Indice
PARTE I
1. Definizione e descrizione delle parti componenti la calzatura 7
2. Sintesi del processo produttivo - Definizione e descrizione 8
3. Classificazione delle aziende incluse nel comparto calzaturiero 12
4. Materiali impiegati 13
4.1. Materiali 13
4.2. Materiali impiegati in riferimento ai componenti della calzatura 18
4.3. Materiali impiegati nel corso della lavorazione 22
5. Principi generali per il contenimento del rischio
da adesivi e prodotti di finitura 29
6. Processo produttivo dettagliato - Divisione in aree di lavoro 31
7. Descrizione della fase di modelleria 32
8. Descrizione della fase di taglio e tranciatura 35
9. Descrizione della fase di lavoro giunteria e orlatura 36
10. Descrizione della fase di lavoro montaggio 37
11. Descrizione della fase di lavoro fondo 39
12. Descrizione della fase di lavoro finissaggio fondo e guarnitura 41
13. Descrizione della fase di lavoro confezionamento e magazzino 42
14. Produzione di calzature con materiali sintetici 42
Allegato 1 Schemi del ciclo produttivo calzaturiero 44
Allegato 2 Sintesi dei rischi nel comparto calzaturiero 47
Allegato 3 Sintesi dei rischi nel comparto calzaturiero suddivisi per reparti 48
Allegato 4 Sorveglianza sanitaria nel comparto calzaturiero 50
PARTE II
1. Generalit sul comparto e sul campione indagato 58
2. Analisi del rischio rumore 59
2.1. Risultati delle osservazioni: rumorosit delle fasi di lavoro 59
2.2. Risultati delle osservazioni: livelli equivalenti di esposizione Lep,d 60
3. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di modelleria 62
3.1. Descrizione dei fattori di rischio nella fase di modelleria 62
3.2. Descrizione del danno nella fase di modelleria 62
3.3. Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi
prevenzionistici nella fase di modelleria 62
4
4. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di lavorazione taglio e tranciatura 63
4.1. Macchine impiegate 63
4.2. Descrizione dei fattori di rischio nella fase di taglio e tranciatura 65
4.3. Descrizione del danno nella fase di taglio e tranciatura 66
4.4. Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi
prevenzionistici nella fase di taglio e tranciatura 67
5. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di lavorazione giunteria e orlatura 68
5.1. Macchine impiegate 69
5.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine
nella fase di giunteria ed orlatura 72
5.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine 72
5.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di adesivi 74
5.5. Risultati dellindagine in riferimento alla composizione degli adesivi 74
5.6. Risultati dellindagine in riferimento allimpiego di adesivi meno nocivi 75
5.7. Risultati dellindagine in riferimento alle misure di contenimento
del rischio da adesivi 76
5.8. Descrizione del danno nella fase di giunteria e orlatura 77
5.9. Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi
prevenzionistici nella fase di giunteria e orlatura 78
6. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di lavorazione montaggio 79
6.1. Macchine impiegate 79
6.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine
nella fase di montaggio 82
6.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine 82
6.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di adesivi 83
6.5. Risultati dellindagine in riferimento allimpiego di adesivi meno nocivi 85
6.6. Risultati dellindagine in riferimento alle misure di contenimento
del rischio da adesivi 86
6.7. Descrizione del danno nella fase di montaggio 87
6.8. Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi
prevenzionistici nella fase di montaggio 88
7. Analisi dei rischi e delle soluzioni per fase di lavorazione fondo 90
7.1. Macchine impiegate 90
7.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine
nella fase fondo 95
7.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine 95
7.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di adesivi 96
5
7.5. Risultati dellindagine in riferimento alla composizione degli adesivi 96
7.6. Risultati dellindagine in riferimento allimpiego di adesivi meno nocivi 99
7.7. Risultati dellindagine in riferimento alle misure di contenimento del rischio 99
7.8. Descrizione del danno nella fase fondo 101
7.9. Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi
prevenzionistici nella fase di lavoro fondo 102
8. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di lavorazione finissaggio 103
8.1. Macchine impiegate 103
8.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine
nella fase di finissaggio 105
8.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine 105
8.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di prodotti chimici 107
8.5. Risultati dellindagine in riferimento alla composizione dei prodotti 107
8.6. Risultati dellindagine in riferimento allimpiego di prodotti meno nocivi 109
8.7. Risultati dellindagine in riferimento alle misure di contenimento del rischio 109
8.8. Risultati dellindagine in riferimento al rischio polveri 110
8.9. Descrizione del danno atteso nella fase di finissaggio 111
9. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di lavorazione
confezionamento e magazzino 111
9.1. Macchine impiegate 111
9.2. Descrizione dei fattori di rischio nella fase di lavoro
confezionamento e magazzino 112
9.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi
alla movimentazione dei carichi 112
9.4. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine 113
9.5. Descrizione del danno atteso nella fase di confezionamento e magazzino 113
9.6. Norme di buona tecnica in fase di carico e scarico 113
9.7. Risultati delle osservazioni nella fase di lavoro
confezionamento e magazzino 114
Bibliografia 115
6
PARTE I
Lindustria calzaturiera include tutte quelle lavorazioni che portano alla produzione di
calzature, indumenti che servono a coprire e proteggere il piede (scarpa), e talvolta
anche la caviglia (stivaletto) e parte della gamba (stivale).
La calzatura si compone delle seguenti due parti ben distinte:
1) Tomaia: parte superiore che fascia il piede.
2) Fondo: parte inferiore che posa in terra, venendo a contatto con il suolo.
La tomaia , di norma, composta da diversi pezzi:
dalla mascherina e dalla puntina che formano la parte anteriore della tomaia;
dai quartieri che formano la parte posteriore;
da pezzi accessori quali riporti (pezzi staccati che servono a completare i quartieri e
la mascherina); listini, linguetta, soffietto, decorazioni, rinforzi, ecc. che vengono
usati, o meno, a seconda del modello prescelto per la confezione della tomaia.
In alcuni casi sul bordo della tomaia applicata una striscia di pelle o di altro materiale
chiamata bordino. Si usa la parola diritto per identificare la vera e propria tomaia; la
fodera costituisce invece il pellame che ricopre internamente la calzatura. Per il diritto si
usano i pellami pi resistenti e meglio rifiniti; per le fodere quelli pi leggeri e morbidi. Il
rinforzo, a volte inserito, rappresentato da una tela a maglie larghe (di norma in cotone)
che viene applicata sul rovescio della tomaia, interposto quindi tra questa e la fodera.
Il puntale o cappellotto un rinforzo inserito tra la parte anteriore della tomaia (cio
la mascherina) e la fodera, al fine di dare una forma ed una linea stilistica alla calzatura,
nonch per proteggere le dita del piede.
Il contrafforte o sperone un componente di rinforzo inserito tra la parte posteriore
della tomaia e la fodera al fine di dare forma e mantenimento della struttura e per
permettere un giusto contenimento del calcagno.
Nel gergo calzaturiero la parola fondo comprende i seguenti componenti: suola,
sottopiede, arco plantare o cambriglione o cambrione, riempimento, guardolo,
giretto e tacco.
La suola la parte del fondo che viene a contatto con il suolo, proteggendo il piede
dalle eventuali asperit del terreno. In alcuni tipi di scarpa, da donna con tacco alto, la
suola viene prolungata a coprire il tacco. Tale parte di suola chiamata coda.
La zeppa il rialzo in sughero o legno o gomma espansa microporosa che viene
realizzato per certe calzature come sandali o zoccoli. Quando la suola viene realizzata
in gomma; si chiama battistrada la parte della suola che viene a contatto con il terreno.
Il sottopiede si distingue in:
sottopiede di costruzione che rappresenta la base per la costruzione della
calzatura ed ha la funzione di elemento di giunzione tra la tomaia e la suola;
7
sottopiede di pulizia o soletta che ha la funzione di ricoprire il sottopiede di
costruzione al fine di abbellire la scarpa finita.
La tallonetta un rinforzo in cartone fibrato, talvolta anche con lamina dacciaio
rivettata, che si unisce al sottopiede nella parte del calcagno.
Larco plantare o cambriglione o cambrione o campione un rinforzo che si applica
nella parte stretta del sottopiede di costruzione fra tacco e pianta. La parte pi stretta
della calzatura, vicino al calcagno, chiamato fiosso; le due parti laterali del fiosso
sono chiamate rasce.
Il riempimento il materiale che viene posto tra sottopiede e suola per colmare gli
eventuali spazi vuoti.
Il guardolo (detto giretto quando ha la forma a ferro di cavallo) un componente, a
volte usato, costituito da una stretta striscia di materiale con funzione estetica e di
guarnizione; facilita la buona applicazione della suola alla tomaia.
Il tacco la parte che sostiene il tallone del piede contribuendo, specie nella scarpa
da donna, a dare forma e linea stilistica alla calzatura. Il tacco rappresenta la parte di
maggior consumo della scarpa e deve perci poter essere facilmente sostituito.
Quando il tacco realizzato in cuoio, si chiamano sottanelle le parti del tacco di
spessore uniforme che vengono sovrapposte le une alle altre per ottenere laltezza
desiderata. Il perimetro della parte superiore del tacco chiamato corona del tacco.
Il copritacco viene ancorato al tacco e costituisce la parte che viene a contatto con
il suolo.
Il fondo pu essere costituito da un solo pezzo che raggruppa tutti o alcuni dei
componenti sopra dettagliati; si realizza, con questa modalit produttiva, un
monoblocco fondo ottenuto frequentemente mediante stampaggio su dime(1).
Tra gli elementi di chiusura della calzatura si ricordano le stringhe, i ganci, gli
occhielli, le fibbie, i bottoni, le guarnizioni elastiche e le chiusure a lampo.
(1)
Le dime vengono preparate in modelleria tramite sistemi computerizzati CAD o pantografi. Si costruisce
dapprima la dima del campione-base e, a partire da questa, tutta la serie relativa alla forma di calzatura
che si intende produrre. Le dime vengono impiegate nella fase di taglio e tranciatura; sono inoltre usate
per il controllo di macchine impiegate per la produzione in serie delle calzature.
(2)
Il reparto tranceria, nel quale un tempo venivano tagliati tutti i componenti del fondo, praticamente
scomparso dal moderno ciclo produttivo, in parte a causa del costo elevato di pelli e cuoio, sostituiti a
partire dagli anni cinquanta da prodotti in gomma, ed in parte perch tale operazione viene ora
assegnata ad aziende specializzate.
8
trance; si preparano, nel reparto taglio, tomaie, fodere, rinforzi e sottopiedi; nel
reparto tranceria, si realizzano invece suole, tacchi, sopratacchi, guardoli, giretti,
cambriglioni ed altri accessori. Nella fase di preparazione della tomaia si procede alla
ingegnerizzazione(3) delle parti con operazioni di segnatura del diritto, di spaccatura
ed egualizzatura dello spessore, di smussatura e scarnitura, di bucatura ornamentale
e dentellatura, di accoppiamento e di garbatura; nella fase di giunteria si procede al
confezionamento della tomaia mediante lassemblaggio e cucitura delle parti; nel
reparto orlatura, con apposite macchine da cucire, sono montate sulle tomaie le
eventuali guarnizioni. Sempre a fini decorativi, su tomaie in pelle o di materiale
plastico, si possono eseguire anche rilievi e saldature ad alta frequenza, ottenendo
motivi di varia geometria e decori. Segue loperazione di montaggio della tomaia
sulla forma con luso di apposite macchine. Sinseriscono nella tomaia il contrafforte, il
puntale e gli altri rinforzi; a seconda della modalit produttiva impiegata, il sottopiede
viene assemblata alla tomaia. La tomaia montata ed assemblata al sottopiede, dopo
essere passata nel forno di stiraggio, preparata per lapplicazione della suola
(cardaggio e spalmatura dei collanti). Per la realizzazione di un buon montaggio,
vengono realizzati numerosi e differenziati trattamenti di climatizzazione della tomaia
da montare e della calzatura montata.
Nel reparto fondo la suola ancorata alla tomaia con vari metodi (si citano i pi
impiegati: sistema incollato o cementato, sistema Good-year, sistema con cucitura
Blake, sistema Ideal); in sintesi: suola incollata alla tomaia gi montata sul sottopiede,
con impiego di apposita pressa; suola cucita alla tomaia gi montata sul sottopiede,
con impiego di apposite cucitrici; tomaia senza sottopiede cucita alla suola; suola
applicata alla tomaia mediante il guardolo. Sempre nel fondo si provvede
allapplicazione finale del tacco, mediante apposite macchine pianta tacchi o
mediante pressofusione. Il tacco pu essere rivestito con fascette in cuoio o fasciato
con materiale della tomaia. Nel caso di suole in gomma, simpiega unapposita pressa
che provvede al fissaggio della tomaia con un monoblocco formato da suola e tacco.
Il successivo finissaggio del fondo consiste nella rifinizione delle parti componenti il
fondo: smerigliatura, a mezzo di macchine utensili rotanti, del tacco e della suola;
coloritura ed inceratura della parte perimetrale della suola con limpiego di macchine
munite di utensile rotativo chiamato lissa, lucidatura del tacco e della suola intera;
seguono le operazioni di abbellimento della calzatura eseguite nel reparto
guarnitura: ceratura della suola, pulitura della tomaia con solventi e/o spazzole,
apprettatura e lucidatura prima dellinscatolamento.
Il numero e la difficolt delle operazioni per ciascuna delle fasi descritte dipendono in
buona parte dal tipo di calzatura prodotta: molto automatizzata la lavorazione di
scarponi da sci, ginnastica, training. Un altro fattore rilevante la qualit dellarticolo,
se pregiato o di serie, in quanto anchesso condiziona la tecnologia da impiegare,
nonch lorganizzazione del lavoro ed i materiali usati. Infine la tecnologia si diversifica
notevolmente nella produzione di scarpe fatte con materiali sintetici.
(3)
A partire dal modello della calzatura, per ingegnerizzazione sintende sia lo sviluppo di tutte le parti che
compongono la tomaia ed il fondo, sia la programmazione della produzione necessaria per il loro
ottenimento.
9
Nella Tabella 1 vengono dettagliate le operazioni unitarie presenti nel ciclo e la relativa
denominazione corrente della mansione, indicata al maschile o femminile sulla base
del sesso di appartenenza di chi normalmente la svolge. Si vedano anche gli schemi
del ciclo produttivo allegati.
(4)
La boetta corrisponde al calcagno, cio alla parte posteriore del piede.
10
26. Boettatura Boettatore
27. Fasciatura zeppa Masticiatore
11
3. Classificazione delle aziende incluse nel comparto calzaturiero(5)
La realizzazione dei numerosi componenti che entrano a far parte di una calzatura,
come sono stati descritti al punto 1, richiede competenze, materiali e tecnologie
specifiche. Altrettanto complessa risulta la fase di assemblaggio delle parti e
sottoparti, specie quando il mercato richiede unelevata diversificazione del
manufatto. Tutte le fasi e sottofasi della fabbricazione calzaturiera erano nel passato
realizzate in ununica azienda; da qualche decennio invece si osserva un
decentramento del ciclo produttivo, con nascita di numerose aziende medie e
piccole, dedite alla produzione di componenti ed accessori (suole, tacchi, contrafforti,
tomaie, stringhe, fibbie, occhielli, ecc.).
La separazione del ciclo, con le varie fasi realizzate in aziende specializzate, ha dato luogo
ad un vero e proprio comparto nel quale il calzaturificio svolge la funzione dassemblatore
finale. In aree geografiche delimitate si possono cos riscontrare dei sistemi produttivi
calzaturieri specializzati (area-sistema), integrati ed autosufficienti, composti da tutte
quelle aziende coinvolte nelle fasi produttive e commerciali delle calzature.
Si cos prodotta una classificazione merceologica particolareggiata delle aziende minori
della quale si propone una sintesi nella Tabella 2. Peraltro, a loro volta, alcune delle tipologie
aziendali elencate nella tabella decentrano ulteriormente ad altre unit operative, ancor pi
specializzate, lesecuzione di alcune componenti elementari (es.: suolifici).
Risulta infine molto diffuso anche il lavoro a domicilio, specialmente per la produzione
ed assemblaggio degli elementi che compongono la tomaia (lavorazioni delle fasi di
giunteria ed orlatura).
Tabella 2: Definizione merceologica delle principali aziende incluse nel comparto calzaturiero
(5)
Classificazione ISTAT delle attivit economiche - anno 1991.
La classe 19.30 corrisponde alla fabbricazione delle calzature ed suddivisa in 3 categorie che
comprendono:
19.30.1 - Fabbricazione di calzature non in gomma:
la fabbricazione di calzature, a prescindere dalluso a cui sono destinate, dal materiale impiegato e dal
procedimento utilizzato (stampaggio compreso);
la fabbricazione di ghette, gambali e articoli simili.
19.30.1 - Fabbricazione di parti ed accessori per calzatura non in gomma:
la fabbricazione di parti di calzatura: fabbricazione di tomaie e loro parti, suole esterne ed interne,
tacchi, ecc.
19.30.2 - Fabbricazione di calzature, suole e tacchi in gomma e plastica.
La classe 19.30 non comprende:
la fabbricazione di calzature ortopediche cfr. 33.10;
la fabbricazione di calzature in materie tessili senza suole applicate cfr. 18.24.
12
4. Materiali impiegati
4.1. Materiali
Cuoio
La pelle bovina, dopo che stata resa inalterabile ed imputrescibile con un
procedimento di concia, viene chiamata cuoio. Viene chiamata crosta la parte
inferiore della pelle, quella del lato carneo o rovescio; viene chiamata fiore la parte
superiore. Le due parti vengono separate con unoperazione di taglio chiamata
spaccatura.
Il cuoio arriva nel ciclo produttivo calzaturiero in forma di schiappa (mezza pelle
ottenuta sezionando una pelle intera lungo la linea dorsale), in forma di groppone
(schiappa a cui si tolto le parti della testa, collo e fianco); in forma di frassame, cio
teste, fianchi e zampe separati. La parte migliore del cuoio serve per suole e
sopratacchi; le restanti parti sono invece impiegate per tutti i pezzi del fondo non
soggetti ad abrasione.
Il cuoio impiegato per suole ed altri componenti.
Cuoio rigenerato
Il cuoio rigenerato, succedaneo dello stesso cuoio, si compone di due parti:
i materiali fibrosi;
i materiali non fibrosi.
Appartengono al primo gruppo le fibre animali ottenute con la macinazione degli scarti
di pelle e sfridi di cuoio presenti nei calzaturifici e nelle concerie o trattando la rasatura
delle pelli al cromo con processi di sfibratura, raffinazione e conciatura (vedi Tabella 3).
Al secondo gruppo appartengono leganti come il lattice di gomma, altre resine
sintetiche ed altri materiali adoperati per fornire speciali propriet (come ad esempio
gli oli). Laggiunta di lattice di gomma o di un legante resinoso permette di
trasformare il prodotto in un foglio continuo, uniforme di spessore, che viene
successivamente rifinito in funzione della destinazione duso.
Nella lavorazione calzaturiera chiamata salpa il prodotto ottenuto da fibre di cuoio
trattate con latice di gomma puro o altri leganti resinosi(6).
(6)
Leganti resinosi naturali sono ad esempio la guttaperca, la gomma arabica, la gomma adragante, la
cerasina e tutte le gommoresine.
13
Il cuoio rigenerato impiegato per suole ed altri componenti.
Composti Percentuale
Pellami
Le pelli bovine sono le pi utilizzate; si usano pelli di vitello intere, pelli di vitello
tagliate a met (mezzine), o tagliate in quattro parti (quartine). Vengono usate anche
pelli di mucca o vitellone per suole e calzature ordinarie e pelli tipo anfibio, pelle di
vitellone opportunamente ingrassata.
Impiegate pelli equine, pelli suine, pelli di cinghiale (pcari la pelle del cinghiale
americano); pelli di rettili per calzature di lusso, specialmente lucertola, pitone,
coccodrillo, tartaruga, ecc.; pelli di struzzo, pelli caprine (il capretto impiegato per
le scarpe di lusso) ed ovine (per fodere); si definiscono pelli scamosciate le pelli
conciate allolio e lavorate in modo che si presentino vellutate come quelle di
camoscio (es.: nabuk); per vernice sintende un pellame, proveniente da pelli di
origine diversa o da croste, che viene trattato con una vernice brillante e lucente.
I pellami sono impiegati per tomaie ed altri componenti.
Similpelle
Sono materiali sostitutivi della pelle costituiti da un supporto di natura fibrosa ad uno
o pi strati chiamato nappa, consolidato con un legante polimerico, eventualmente
sotto forma di fibride, e da uno strato di copertura microporoso - lato fiore -
permeabile al vapore ma relativamente impermeabile allacqua.
(7)
I tessuti non tessuti si ottengono da veli o tappeti di fibre non orientate che vengono coesionate con
collante o per termofusione o per agugliatutra/cucitura/trapuntatura.
14
Filati
Vengono usati per la cucitura nella fase dassemblaggio delle tomaie e per la cucitura
del fondo; simpiegano filati naturali di cotone, lino e seta; oppure fibre sintetiche quali
le poliammidiche e poliestere; sono utilizzate anche le fibre sintetiche combinate ed
i filati a due strati (sintetico ricoperto da cotone).
Cartone fibrato
Il cartone fibrato si ottiene partendo da materiali cellulosici, come polpa di legno o
ritagli di carta, disintegrandoli e formando un impasto bagnato di fibre. Il materiale viene
combinato con sostanze chimiche e normalmente colorato di rosso o marrone scuro.
Elementi di chiusura
Stringhe, ganci, occhielli, fibbie, bottoni, guarnizioni elastiche e chiusure a lampo
sono normalmente fabbricati con metalli, materiali sintetici e tessuti. Si possono
incontrare fibbie in acciaio, argento ed altri metalli, decorate con pietre.
(8)
Il sughero si ottiene dalla corteccia leggera e spugnosa di una specie di quercia.
15
Prodotti sintetici
I molti materiali sintetici a disposizione per la produzione calzaturiera si possono cos
classificare:
Termoplastici
- Cloruro di polivinile plastificato (PVC)
- Gomma termoplastica (TR)
- Poliuretano termoplastico (TPU)
Copolimeri
- Etil-vinil-acetato (EVA)
Termoplastici(10)
Cloruro di polivinile o polivinilcloruro plastificato (PVC)
Si ottiene aggiungendo al PVC agenti poroforici, stabilizzanti, coloranti e cariche. Il cloruro
di vinile monomero lelemento base per la formulazione del PVC. Si presenta nelle forme:
(9)
Si valutano: prestazioni antiscivolamento, resistenza allabrasione, leggerezza, morbidezza, traspirabilit,
isolamento dal terreno, estetica, coibentazione, propriet antiallergiche, mantenimento delle
caratteristiche nel tempo, facilit di recupero ecologioco.
(10)
I materiali termoplastici sono polimeri sensibili al calore per effetto del quale diventano morbidi e facilmente
lavorabili; una volta sottratti alla sorgente termica, mantengono la forma e riacquistano le caratteristiche
possedute allorigine. Appartengono a questo gruppo i seguenti polimeri sintetici (o resine sintetiche):
polietilene;
politetrafluoetilene (Teflon);
polipropilene isotattico (Moplen);
cloruro di polivinile o PVC (Vipla);
acetato di polivinile e suoi derivati;
polistirolo o polistirene - polistirolo ad alto impatto (SB);
acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS);
polimetilacrilato e altri polimeri acrilici (Plexiglas);
polieteri;
polimeri poliammidici;
policarbonati ed altri poliesteri lineari, ottenuti per condensazione di un acido bibasico (ftalico,
tereftalico, adipico) con un alcool bivalente (glicoli: etilenico, propilenico, ecc.);
policarbonati elaborati.
Con la sigla EVA si denomina un compound, molto ulizzato nella fabbricazione delle calzature, costituito
da resina di etilvinilacetato con percentuali varie di etilene.
16
compatto, usato per suole destinate alla fabbricazione di scarpe classiche, sandali
e stivali;
semiespanso, utilizzato nella produzione di intersuole;
superespanso (forma leggera e morbida), ottenuto aggiungendo agenti espandenti,
ed utilizzato per le ciabatte da mare.
(11)
Le gomme sintetiche sono classificate sulla base dei polimeri che le costituiscono:
gomma poliisoprene cis ottenuta polimerizzando lisoprene (il polimero identico a quello presente
nella gomma naturale);
gomma polibutadiene cis;
gomma etilene - propilene;
gomma SBR (Stirene Butadiene Rubber);
gomma allolio, ottenuta aggiungendo alla gomma SBR un olio minerale (paraffinico, naftenico o
aromatico);
gomma neoprene, policlorobutadiene, ottenuto per polimerizzazione del cloroprene;
gomma butile, polimero dell isobutilene;
gomma nitrile, copolimero del butadiene ed acrilonitrile;
gomme carbossiliche;
gomme poliacriliche;
gomme poliuretaniche;
elastomeri fluorurati;
gomme siliconiche.
Con la sigla TR si identificano le gomme sintetiche termoplastiche, molto impiegate nella produzione
calzaturiera, la cui struttura di base data dalla gomma sintetica SBS, Stirene Butadiene Stirene.
Il neoprene il prodotto impiegato per la formulazione degli adesivi.
(12)
Nellindustria della gomma vengono impiegate numerose sostanze con funzione di acceleranti della
vulcanizzazione oppure con funzioni di antiossidante-antiivecchiante:
antiinvecchianti a base p-fenilendiammina - difenil-p-fenilendiammina;
antiosssidanti a base di difenilammina - difenilammina alchilata;
antiossidanti a base di fenoli e cresoli;
antiinvecchianti: mercaptobenzoimidazolo, fenil-beta-naftilammina, fenil-alfa-naftilamina;
acceleranti a base mercaptobenzotiazolo;
acceleranti a base guanidina - difenilguanidina;
acceleranti a base tiourame - disolfuro di tetrametiltiourame;
acceleranti a base ditiocarbammati;
altri acceleranti: tiocarbanilide o difeniltiourea, esametilentetrammina, 2-6-di-terz-p-cresolo,
dietilditiocarbammato di zinco.
Usati anche la colofonia e lolio di pino.
17
Poliuretani bicomponenti (PUR)
PUR a base poliestere
PUR a base polietere
Si presentano come prodotti compatti o espansi.
Il poliestere formulato si presenta allo stato solido e deve essere liquefatto prima
dellimpiego alla temperatura di circa 70 per qualche ora.
Il polietere formulato si presenta invece allo stato liquido.
Entrambi i prodotti vengono forniti ai calzaturifici in bidoni metallici.
I compatti vengono impiegati per scarpe invernali, calzature di sicurezza e di lavoro e
per stivali. Gli espansi vengono invece impiegati per calzature sportive.
Copolimeri
Etil-vinil-acetato (EVA)
Sono composti di etil-vinil acetato con percentuali variabili di etilene (15-25%) a cui si
aggiungono reticolanti ed espandenti. Si utilizza prevalentemente per la produzione
di ciabatte da mare.
Tomaia
Simpiegano pellami, similpelle e materiali sintetici(13). Sempre pi diffuso luso di materiali
combinati; ad esempio: lo strato esterno costituito da PVC, lo strato medio da PVC
espanso ed il lato fodera da pelle o altro materiale. I materiali pi adeguati per operazioni
di saldatura ornamentale su tomaie con stampaggio ad alta frequenza risultano essere il
PVC, le poliammidi, lacrilonitrile-butadiene-stirene (ABS) e gli esteri di cellulosa(14).
(13)
Qualsiasi materiale utilizzabile per la confezione di tomaie: in Norvegia, durante lultima guerra,
simpiegarono carta e pelle di pesce.
(14)
Gli esteri della cellulosa, ottenuti dalla esterificazione della cellulosa, rappresentano dei polimeri naturali
modificati in modo da poter acquistare propriet termoplastiche.
Appartengono ai polimeri naturali modificati i seguenti prodotti:
cellulosa rigenerata (cellophane, rayon viscosa);
nitrato di cellulosa o nitrocellulosa;
acetati di cellulosa;
esteri misti della cellulosa;
eteri della cellulosa.
18
I materiali per tomaie vengono normalmente colorati(15). Per alcune tomaie vengono
impiegati anche la lana (pantofole domestiche) e la lana infeltrita e compressata
(stivale russo Valenk).
Forme
Le forme, una volta fabbricate in legno, vengono oggi prodotte in plastica, gomma
plastica e in alluminio in aziende specializzate (formifici).
Puntale o cappelloto
Si realizza con dei materiali che devono essere compatibili con quelli usati per fare la
tomaia e con la destinazione duso della calzatura.
Puntali di materiale termoplastico: vengono ottenuti da tessuti di cotone (supporto)
impregnati con resine naturali o sintetiche (resine per impregnazione). Per ridurre il
costo, i tessuti di cotone sono sostituiti con materiali in tessuto non tessuto in fibre
poliestere. In molti casi i puntali termoplastici sono termoadesivizzati mediante
spalmatura di adesivo su un lato e vengono applicati a caldo al momento
dellaccoppiamento alla mascherina della tomaia. Simpiegano adesivi poliuretanici
quando la tomaia costituita da pelli grasse o altro materiale di difficile incollaggio.
Puntali termoplastici estrusi: sono costituiti da compound che combinano in modo
diverso copolimeri poliuretanici, etilvinile acetato e altri componenti. Anche in questo
caso il puntale viene spesso termoadesivizzato prima dellapplicazione.
Puntali direttamente stampati sulla mascherina: simpiega per questo tipo di puntale
una resina termoplastica poliammidica solida o in granuli che viene fusa ed applicata
mediante uno stampo alla mascherina.
Puntali di gomma: prodotti ottenuti attraverso limpregnazione di una tela di cotone
leggera con della gomma fusa.
Puntali in resine termoindurenti(16): prodotti che non necessitano dincollaggio, ma che
devono essere immersi in acetone prima della loro applicazione.
Puntali di sicurezza: sono costituti da acciaio al carbonio o da materiali sintetici
resistenti come ad esempio i policarbonati (i materiali devono soddisfare i requisiti di
resistenza previsti dalla norma europea EN 345).
(15)
Simpiegano comunemente i colori nero, blu, caki e rosso marocchino per le calzature da uomo. Per le
calzature da donna sono possibili molti pi colori. La moda attuale prevede limpiego di tutti i colori
purch siano in sintonia con i colori del resto dellabbigliamento.
(16)
I termoindurenti sono polimeri sintetici che con il riscaldamento formano delle strutture reticolate; sono
polimeri sintetici termoindurenti(o resine) i seguenti prodotti:
resine fenoliche (fenoblasti o bacheliti);
amminoresine: ottenute per condensazione della formaldeide con melammina (melamminiche), con
urea (resine ureiche), con tiourea (tioureiche), con ciannamide (resine ciannamidiche) e con guanidina
(resine guanidiniche);
resine epossidiche;
resine poliuretaniche;
resine siliconiche o polisilossani;
resine alchidiche;
polimeri solfonati.
19
Contrafforte
Si realizza con dei materiali che devono essere compatibili con la destinazione duso
della calzatura.
Contrafforte in cuoio: prima di essere applicato ammorbidito con un liquido adatto
per facilitare la sagomatura e spalmato di adesivo.
Sottopiede
Il sottopiede pi diffuso costituito da uno strato di materiale, mordido e flessibile, assemblato
con collante ad una tallonetta di cartone fibrato e rinforzato con una lamina di acciaio.
Sottopiede in cuoio: realizzato con cuoio conciato al vegetale o con croste conciate al
cromo, rinforzate nella zona della cava e della boetta con una tallonetta in cartone fibrato.
20
Suola
La suola lo strato di materiale che copre il fondo della scarpa venendo a contatto
con il terreno. Esistono vari tipi di suola pensati e costruiti per le varie destinazioni
duso. Inoltre sono vari i materiali impiegati: cuoio, gomma vulcanizzata ad imitazione
del cuoio, gomma compatta e microporosa, ecc.
Suola in cuoio: ottenuta dal taglio dei mezzi gropponi conciati in genere al vegetale.
Suola in materiali ad imitazione del cuoio: si tratta di suole in gomma vulcanizzata. La
gomma rappresenta il materiale pi impiegato per produrre ciabatte, sandali,
calzature casual, sportive, da lavoro, calzature da passeggio per uomo e donna.
Queste suole vengono ricavate da lastre in gomma vulcanizzata che presentano un
lato carteggiato, pronto pere essere spalmato con collante. In alcuni casi vengono
sottoposte ad un trattamento di verniciatura o di pomiciatura con vernici di varia
composizione.
Fondo monoblocco
Fondo costruito da un solo pezzo che raggruppa molti componenti quali suola, tacco,
intersuola, guardolo e cambriglione.
Vengono impiegati materiali sintetici semplici o compositi.
Tacco e copritacco
Tacco in gomma: la gomma usata per tacchi bassi; la parte interna viene svuotata per
alleggerire il manufatto.
Tacco costruito in cuoio: si ottiene con la sovrapposizione di sottanelle, strati di
materiale che vengono assemblati mediante collante, pezzo su pezzo, sino ad
ottenere laltezza del tacco voluta.
Tacco costruito in cuoio rigenerato: i tacchi vengono ottenuti da fogli o liste o stecche
preassemblate.
Tacco costruito in materiali cellulosici: i tacchi vengono ottenuti da fogli di materiali
cellulosici. Questi fogli (come nel caso sopra chiamati anche liste o stecche
preassemblate) sono ottenuti da polpa di legno e ritagli di carta, dopo formazione di
impasto con sostanze chimiche e coloranti.
21
Le liste vengono incollate sino ad ottenere lo spessore richiesto e poi tagliate.
La tecnologia di fabbricazione dei tacchi a partire da liste preassemblate ha
progressivamente rimpiazzato la produzione di tacchi con i metodi a tacco costruito.
Tacco costruito in legno o in sughero: si costruiscono tacchi in legno di faggio. Usati
anche, specie per le zeppe, il sughero e il suo sottoprodotto, la suberina.
Guardolo
Guardolo in cuoio: il cuoio deve essere di tipo soffice e malleabile; questo cuoio
ottenuto mediante concia con elevato impiego di grassi e oli vegetali.
22
sigillante se serve per otturare e sigillare. Si user qui la denominazione adesivo
per tutti i prodotti sopra menzionati.
Gli adesivi usati nei calzaturifici sono ancora oggi, nella maggioranza dei casi, costituiti
da una soluzione di polimeri in solventi organici, anche se altri adesivi meno tossici,
quali quelli termofusibili o allacqua, si sono sempre pi diffusi con implicazioni
positive dal punto di vista dellinquinamento.
Gli adesivi in solvente organico sono costituiti da una fase solida e da una fase liquida.
a. Fase solida o sostanza base. La sostanza base stabilisce una prima classificazione
degli adesivi; essa caratterizza inoltre il tipo di adesivo sotto il profilo applicativo e,
seppure entro un margine di variabilit in cui i prodotti possono differenziarsi luno
dallaltro, ne definisce anche la formulazione (ad una certa base devono
obbligatoriamente corrispondere alcuni solventi).
Distinguiamo adesivi a base di:
gomma naturale o para ottenuta per coagulazione mediante affumicamento del
lattice dellHevea brasiliensis;
neoprene;
poliuretani;
altre resine; gruppo poco rappresentato che include resine e gomme sintetiche quali
polimeri SBR, gomma butile, gomma nitrile, polivinilici, poliacrilici, polivinilacetati,
poliammidi, ecc. oppure derivati della cellulosa quali nitrocellulosa, etilcellulosa, ecc.
Adesivi di largo impiego sono quelli a base gomma naturale e a base neoprene. Di
notevole importanza sono anche gli adesivi poliuretanici, il cui uso si sempre pi
diffuso nellultimo ventennio perch indispensabili in alcune lavorazioni delle suole in
gomma naturale o sintetica(17). Gli adesivi neoprenici e poliuretanici possono essere
utilizzati anche come adesivi a due componenti, aggiungendo cio al momento
delluso una determinata quantit di un secondo componente, il cosiddetto
attivatore, poliisocianato in cloruro di metilene (diclorometano) nel caso dei
poliuretani, che ne esalta e migliora le propriet adesive.
b. Additivi. Tra gli addittivi della sostanza base si citano solo i plastificanti, tra i quali il
pi noto, sotto il profilo tossicologico, il triorto-cresilfosfato. Vengono impiegati
altri additivi quali resine terpeniche, fenoliche, ossidi metallici (Mg, Zn), cariche
minerali inerti (silice amorfa), ecc.
c. Fase liquida o solventi. La funzione del solvente quella di consentire la
distribuzione uniforme della resina collante e, quindi, di evaporare per permettere la
perfetta adesione tra le parti da incollare. La scelta di solventi ad alta volatilit consente
di accelerare le fasi dincollaggio. Pur se abrogata dal D.Lgs. 25/02 (Decreto Legislativo
di recepimento della direttiva europea Protezione agenti chimici), per comodit ed
utilit, i solventi contenuti negli adesivi possono continuare ad essere classificati nei
gruppi che venivano elencati nella tabella di cui allarticolo 33 del D.P.R. 303/56:
(17)
Simpiegano adesivi poliuretanici nellincollaggio tra sottopiede e suola sintetica. In questo caso si
applica dapprima un primer che viene attivato con esposizione a radiazione ultravioletta o con un flash
a raggi infrarossi.
23
gruppo 30: eteri di petrolio e benzina (idrocarburi paraffinici bassobollenti quale n-
esano, cicloesano, eptano, pentano, metilpentano, metilciclopentano, ecc.);
gruppo 32: glicoli e loro derivati (glicole etilenico, monobutiletere, glicole etilenico,
monoetiletere acetato, ecc.);
gruppo 33: idrocarburi benzenici (benzolo, toluolo, xilolo ed omologhi);
gruppo 38: derivati alogenati degli idrocarburi alifatici (tetracloroetano, trielina,
cloruro di metilene, ecc.);
gruppo 39: acetone e derivati (meti-etil-chetone, metilisobutilchetone, ecc.);
gruppo 40: alcoli (etilico, amilico, butilico, ecc.);
gruppo 41: esteri (acetato di etile, acetato di butile, ecc.).
Una classificazione per grandi gruppi dei solventi presenti comunemente impiegata
la seguente:
chetoni (acetone, metiletilchetone);
esteri (acetato di etile e metile);
idrocarburi alifatici (esano e suoi isomeri).
Sotto il profilo applicativo e della presenza obbligata di alcuni solventi, si distinguono:
(si veda anche la Tabella 4)
a. Mastici leggeri. Adesivi impiegati per lo pi in giunteria; possiedono minor forza
adesiva e minor resistenza alla temperatura. Possono essere:
a base di gomma naturale (poliisoprene), in un passato recente disciolta in esano
tecnico(18), sostituito nellultimo decennio da isoesano, con n-esano ridotto al 3%.
Nel gergo calzaturiero, questo adesivo chiamato tenacio;
(18)
Modifiche avvenute negli ultimi decenni nella composizione delle miscele di solventi presenti negli
adesivi. noto che nel periodo tra il 1963 e il 1980, lesano commerciale o tecnico ha progressivamente
sostituito il benzolo, il cui impiego era stato limitato con lemanazione della legge 245/63.
Lesano tecnico, per il suo alto contenuto di n-esano, venne successivamente scoperto neurotossico e
responsabile di polinevriti. Per questo motivo, a partire dalla seconda met degli anni 80, alcuni produttori
iniziarono la sostituzione dellesano tecnico con leptano tecnico o con distillati di petrolio contenenti
cicloesano (80%) ed altri idrocarburi C5-C7 con n-esano al di sotto del 10% del peso del solvente.
Negli anni 90 divenne disponibile sul mercato lisoesano contenente isomeri dellesano (2-etilpentano,
3-metilpentano) e n-esano inferiore al 5%. Tale scelta trov il favore dei produttori di calzature,
nonostante lisoesano fosse pi costoso dellesano tecnico (circa del 30%), in quanto offriva vantaggi
commerciali e di immagine in relazione alla normativa sulla classificazione, limballaggio ed etichettatura
dei prodotti pericolosi (mantenere ln-esano al di sotto del 5% consente infatti di non indicare
nelletichetta la dizione ed il simbolo di prodotto nocivo).
La maggior parte dei produttori di collanti sostitu cos lesano tecnico con isoesano; tale sostituzione
risultava particolarmente facile per le soluzioni di gomma naturale, ovvero i mastici leggeri. Per i mastici
forti, si cercato di modificare la miscela di solventi sempre nella direzione di contenere la percentuale
di n-esano al di sotto del 5%.
Agli inizi degli anni 90, si affermata anche la scelta di ridurre la percentuale di metiletilchetone e di
clorurati nelle miscele e di aumentare la percentuale di acetone ed etilacetato.
Il fatto pi rilevante del periodo recentissimo lulteriore abbassamento nellisoesano della percentuale
di n-esano fino a concentrazioni inferiori al 3%.
In conclusione, linquinamento attuale da solventi nei calzaturifici sensibilmente modificato rispetto al
passato. In particolare il n-esano presente in un numero limitato di colle e rappresenta meno del 5%
sulla miscela-solventi.
24
a base di neoprene (policlorobutadiene), anchesso disciolto essenzialmente in
esano tecnico, ultimamente sostituito da isoesano.
b. Mastici forti. Utilizzati per lincollaggio delle suole e dei tacchi. La fase solida
rappresentata da neopreni, poliuretani e, in pochi casi, da altre resine. La fase liquida
per basi neopreniche o altre resine costituita da miscele di vari solventi: isoesano,
acetato di etile, metiletilchetone, cicloesano, distillati di petrolio, eptano tecnico,
esano tecnico. Per basi poliuretaniche, la base liquida costituita da acetone e
metiletilchetone, soli o in miscela con esteri (di norma acetato di etile); questo tipo
di adesivo risulta esente da esano.
possibile unulteriore classificazione sulla base della modalit con cui viene
effettuata loperazione di incollaggio. Si distinguono i seguenti metodi:
incollaggio umido: ladesivo viene applicato su una o tutte e due le superfici da
fare aderire e la giuntura viene eseguita immediatamente. Ladesivo agisce
pertanto mentre ancora presente il solvente. Una variante di frequente
osservazione, introdotta perch facilita la lavorazione, consiste nel lasciare
evaporare il solvente per poi aggiungerne di nuovo al momento dellincollaggio
delle parti (riattivazione con solvente);
incollaggio secco: ladesivo viene spalmato su entrambe le superfici da incollare
ed il solvente viene fatto evaporare. Le parti vengono lasciate distaccate fino a
quando tutto il solvente evaporato e poi unite con lausilio di macchine che
agiscono per pressione. Il film di adesivo formatosi sulle superfici viene spesso
riattivato con calore (sono impiegate lampade ad infrarossi), con pressatura ed
unione delle parti a caldo.
infine impiegata una classificazione degli adesivi sulla base della loro funzione
produttiva. Si distinguono adesivi temporanei (forte adesivit immediata e scarsa
adesivit finale) ed adesivi permanenti (elevata adesivit finale).
Sotto laspetto tossicologico rilevante il dato relativo al contenuto liquido
percentuale delladesivo. Unitamente al consumo giornaliero dei prodotti, questo
valore determina la quantit di solventi che vengono immessi nellambiente di
lavoro. A parit di prestazioni applicative di prodotti aventi la stessa formulazione
base, sotto il profilo del contenimento del rischio, saranno da preferire i composti
che contengano solvente in quantit minore. Si segnala come particolarmente
nociva la pratica di rigenerare adesivi invecchiati aggiungendo solventi e/o
plastificanti. Alcuni produttori artigianali di adesivi segnalano che, per contenere il
prezzo finale del collante, viene aggiunto il dicloropropano, sostanza molto
economica.
25
Tabella 4: Adesivi con solventi organici
Tipo di adesivo Natura della fase solida Natura della fase liquida Settore applicativo
Tipo di adesivo Natura della fase solida Natura della fase liquida
Hot melts poliammidi di acidi grassi naturali oppure non sono presenti solventi
(adesivi termofusibili) poliesteri (da acido tereftalico + glicoli (si tratta di adesivi al 100% di solido)
a catena lunga)
26
Adesivi allacqua
Si stima che una percentuale discretamente rappresentativa degli adesivi impiegati
nel comparto (il 30%, secondo alcuni produttori) sia gi attualmente costituita da
questo tipo di prodotti(19).
Sotto il profilo sanitario, si segnalano possibili rischi in relazione al contenuto di
ammoniaca e formaldeide (impiegata per la protezione antibatterica) che possono
essere presenti in questi adesivi, anche se in minima concentrazione.
Prodotti di finitura
Sono costituiti da vernici, lucidi, appretti, cere, ammorbidenti, ravvivanti, tinture, ecc.
e da solventi per pulitura, utilizzati nelle fasi di lavoro di finissaggio del fondo e
(19)
Il vantaggio tecnologico del loro impiego rappresentato dalla possibilit di mantenere elevata la
percentuale della componente solida rispetto alla parte volatile, contrariamente agli adesivi a base
solvente (rispettivamente 40% contro il 20%).
Altri vantaggi generali consistono in:
possibilit di non installare sistemi di aspirazione localizzata a presidio delle postazioni di incollaggio;
mancato obbligo di visite mediche periodiche per i lavoratori che impiegano tali prodotti a bassa pericolosit;
riduzione del pericolo di incendio, essendo i prodotti acquosi non infiammabili e riduzione delle
emissioni di inquinanti in atmosfera.
Per converso, le resistenze per un loro impiego diffuso sono:
levaporazione dei prodotti allacqua richiede tempi pi lunghi;
comportano introduzione di diverse modalit e procedure di lavoro;
sono pi costosi.
La formulazione dei prodotti a base acquosa permette di ottenere sia composti di consistenza liquida sia
composti pastosi, secondo luso cui sono destinati (applicazione a pennello, a spruzzo o su spalmatrici).
Risultano perlopi utilizzati nelle seguenti operazioni:
applicazione di componenti minuti, in particolare in giunteria;
ripiegatura della tomaia e la messa in fodera con pellami naturali;
applicazione del puntale con pennello;
applicazione delle suole alle tomaie con macchina spalmatrice;
applicazione del guardolo;
fasciatura di tacchi e zeppe.
27
guarnitura. Le vernici sono per lo pi a base di coloranti sintetici(20), resine sintetiche(21)
disciolte in solventi(22) o in emulsioni acquose, plastificanti(23). Anche i solventi come tali
trovano impiego nel finissaggio. Lo sgrassaggio delle suole, dopo stampaggio di
componenti in gomma o sintetico, viene effettuato con tetracloroetilene (o
percloroetlene), prodotto che ha sostituito il tricloroetilene (o trielina).
I prodotti impiegati possono essere classificati nel seguente modo:
appretti: sono liquidi cerosi che danno lucentezza alla pelle;
colori alla cera: si distinguono i coloranti coprenti e coloranti trasparenti; i primi,
una volta applicati, non lasciano pi vedere il colore naturale del cuoio; i secondi
donano al cuoio una leggera brunitura;
cere: servono a lucidare i fondi tinteggiati con i colori alla cera che si presentano
altrimenti ruvidi ed opachi;
vernici;
lucidi;
solventi;
prodotti vari non classificabili nei precedenti gruppi.
Lacetone costituisce il solvente pi impiegato; a volte utilizzato puro per la pulizia
della scarpa e dei pennelli.
Le operazioni che comportano limpiego di questi prodotti comprendono:
pulitura e lavatura della scarpa: si utilizzano solventi passati sulla superficie della scarpa;
coloritura bordi suole e tacco, con applicazione di vernici a mano o con pistola a spruzzo;
apprettatura, lucidatura: vernicette, appretti o lucidi vengono spalmati a mano con
limpiego di pennelli.
Si possono includere in questo gruppo anche i prodotti utilizzati nelle operazioni di
pulizia dei pennelli e delle attrezzature.
(20)
I coloranti organici si dividono nelle seguenti grandi classi:
nitrocoloranti;
coloranti azoici: contengono il gruppo -N=N- legato a residui organici;
coloranti del gruppo dellindaco;
coloranti benzochinonici e naftochinonici;
coloranti antrachinonici;
coloranti allo zolfo;
coloranti del trifenilmetano o fucsonici;
coloranti chinonici a catena lunga;
ftalocianine;
cianine o polimetine.
(21)
Le resine sintetiche che entrano a far parte delle vernici sono del tipo poliesteri, poliuretaniche, fenoliche,
epossidiche, polistiroliche, acriliche e poliviniliche. Possono essere impiegati anche esteri cellulosici. Tra
gli elastomeri risultano utilizzati i copolimeri butadiene-stirene e il policloroprene.
(22)
I solventi pi frequentemente presenti sono: alcoli, esteri, aldeidi, chetoni, idrocarburi aromatici (toluene
e xilene), idrocarburi alogenati (tricloroetilene, 1.1.1 tricloroetano).
(23)
I plastificanti sono usati per rendere i polimeri pi flessibili. I pi comuni sono ftalati di butile, ftalati di
iso-ottile e il triortocresil-fosfato.
28
5. Principi generali per il contenimento del rischio da adesivi e
prodotti di finitura
29
Nella seconda linea di contenimento dellinquinamento si collocano i seguenti
possibili interventi:
installazione di sistemi di captazione nellapplicazione ed essicatura del collante;
riduzione della quantit di collante impiegato;
modificazione della modalit di masticiatura, passando dalle modalit a pennello a
quelle con erogatori o rulli applicati su macchine dotate daspirazione.
Per quanto concerne linstallazione di sistemi di captazione valgono i seguenti criteri:
la manovia deve essere munita di tunnel con pannelli di materiale trasparente
(plastica o vetro), possibilmente scorrevoli e dotata allinterno di bocche
daspirazione dal basso. La lunghezza del tunnel deve essere tale da garantire
lasciugatura del collante prima delluscita dei pezzi dalla manovia;
le cappe aspiranti devono permettere la captazione dei solventi dal basso, con
portata aspirante adeguata, per tutte le postazioni dincollaggio e per tutti i banchi
di lavoro dove vengono utilizzati prodotti collanti;
le stazioni di asciugatura sulle quali vengono poste ad essiccare suole, tomaie, ecc.,
precedentemente spalmate di colla, devono essere schermate e le esalazioni
devono essere convogliate in ambiente esterno;
le superfici dei piani di lavoro con uso di solventi non devono essere coperte da
tavole o da oggetti analoghi (es.cartoni). Devono inoltre essere sempre ripulite
dalle incrostazioni che vi si depositano;
i contenitori di colle e prodotti con solventi devono avere le caratteristiche di
dispensatori a collo doca. In caso dimpossibilit alluso di tali dispensatori,
necessario che i contenitori utilizzati siano provvisti di coperchio. I contenitori non
in corso dimpiego devono rimanere chiusi;
gli impianti di aspirazione degli inquinanti devono assicurare un valore di velocit
di cattura pari ad almeno 0,25 m/sec. (Industrial Ventilation ACGIH ). Pure
consigliato in letteratura il valore di 0,76 m/sec. (Irving Sax - Dangerous
properties of industrial materials; Section 2: Industrial Air Contaminant Control).
Ancora, alcuni Servizi di Prevenzione e Sicurezza delle ASL raccomandano il valore
di 1,25 m/sec.
Nella terza linea dazione si collocano le seguenti misure preventive:
le materie prime non in corso di lavorazione, i prodotti e i rifiuti con propriet
tossiche o caustiche, devono essere custoditi in recipienti a tenuta e muniti di
buona chiusura, con lindicazione del contenuto e lapposito contrassegno;
le materie nocive alla salute o che sviluppano emanazioni sgradevoli non devono
essere accumulate nei locali di lavoro in quantit superiore a quella strettamente
necessaria per la lavorazione;
il datore di lavoro tenuto ad effettuare, ogni qualvolta sia possibile, le lavorazioni
pericolose o insalubri in luoghi separati, allo scopo di evitare lesposizione ai rischi
per i lavoratori addetti ad altre mansioni;
deve essere evitato ogni contatto con i materiali in questione fornendo ai lavoratori
idonei mezzi protettivi personali (guanti);
30
deve essere evitato di impiegare solventi per operazioni di pulizia;
deve essere evitato di mangiare, di bere con mani sporche di prodotto;
deve essere evitato di fumare nellarea di lavoro.
Per il contenimento del rischio dei prodotti di finitura, alcuni produttori segnalano le
seguenti positive tendenze:
impiego delle vernici a base acqua per suole;
eliminazione di pigmenti contenenti cromo e piombo;
eliminazione dei prodotti classificati come Xn o T, quali ad esempio gli etil- e
metil-glicoli sostituibili con propilengligoli o propanolglicoli;
sostituzione di solventi clorurati, quali il percloroetilene, con solventi costituiti da
miscele di idrocarburi non clorurati o da soluzioni saponose.
Il ciclo produttivo del comparto calzaturiero pu essere diviso nelle fasi di lavorazione
progressive:
Modelleria
Taglio e tranciatura
Giunteria e orlatura
Montaggio
Fondo
Finissaggio fondo e guarnitura
Confezionamento e magazzino
Manutenzione
(si vedano gli allegati schemi sul ciclo produttivo)
31
7. Descrizione della fase di modelleria
La fase iniziale nella produzione della scarpa consiste nella ideazione della stessa
definendo, attraverso il lavoro di stilisti, i modelli caratteristici della moda in corso.
Progettazione tradizionale
Lo stilista o modellista propone un modello di calzatura eseguendo schizzi o disegni
su dei fogli di carta. Il modello rappresenta la sagoma della calzatura che si vuole
fabbricare.
I formisti, in collaborazione con i modellisti, a partire da tali disegni, realizzano il primo
campione della calzatura (forma).
Nel caso di calzature complesse, il modellista, preferendo tracciare le linee stilistiche
su una struttura tridimensionale, riveste interamente la forma con carte adesive o
gusci e su questi disegna profili, cuciture, allacciature e tutti gli altri eventuali motivi
rispondenti al modello. Nel caso invece la calzatura sia semplice (es.: scarpa sportiva)
il modellista disegna direttamente su un foglio le linee stilistiche, semplificando in tal
modo la realizzazione della successiva fase di riproduzione del modello su un piano.
Viene a questo punto realizzato il modello piano della calzatura, chiamato camicia del
modello, attraverso spianamento e scambratura dei disegni presenti sulla carta
adesiva o sui gusci.
Si ottiene cio il modello su camicia piana (chiamata semplicemente camicia).
Segue la realizzazione su camicia di tutti gli altri pezzi che compongono la calzatura.
Dopo queste operazioni, partendo dal modello base di taglia campione, si procede,
allo sviluppo di tutte le taglie(24) o grading ed allingegnerizzazione del modello:
aggiunta dei margini di montaggio, incisione dei riferimenti per la cucitura e
lincollaggio, ecc.;
ottenimento dei modelli in cartone dei vari pezzi della tomaia che serviranno per
la realizzazione del prototipo, per la produzione della serie di fustelle (nel caso di
taglio con trance), oppure per il taglio a mano.
In collaborazione con tacchifici e suolifici, vengono in seguito realizzati il prototipo
del tacco e il prototipo della suola.
Si ottiene infine il prototipo della calzatura costituito dagli elementi della tomaia in
cartoncino e da fondi, tacchi e suole in cera o legno. Il modello finale viene giudicato
dal produttore, eventualmente modificato, ed infine inserito nel campionario.
(24)
Lo sviluppo completo delle varie taglie era, di norma, nel passato effettuato per mezzo dei pantografi
manuali od automatici.
Il pantografo uno strumento che permette la riproduzione secondo una progressione di misure
corrispondenti ai numeri delle scarpe (dal 34 al 41 per la donna; dal 38 al 46 per luomo). costituito da
un parallelogramma articolato ad aste, le quali possono essere di tipo graduato o a rapporti fissi, munite
da un lato di punta conduttrice e dallaltro di punta scrivente. Successivamente, con macchine da taglio
laser, si prepara il modello della scarpa desiderata, dal quale si ricavano delle dime di materiale rigido che
definiscono il numero e le forme dei pezzi di pelle o tessuto da tagliare.
32
Progettazione CAD
Nella progettazione computerizzata, introdotta a partire dagli anni ottanta, si usano
programmi CAD (Computer-Aided Design) e CAM (Computer-Aided Manufacturing),
applicazioni software, caratterizzate da interfacce grafiche.
Questa tecnologia semplifica le fasi di disegno, di appiattimento e scambratura su
camicia e di grading ed ingenerizzazione.
Sindividuano due principali sistemi CAD:
i programmi tridimensionali (CAD 3D) che permettono al modellista di interagire a
video con un oggettotridimensionale (oggetto nello spazio), quale forma, tomaia,
tacco e suola, in modo analogo a come si lavora tradizionalmente;
i programmi bidimensionali (CAD 2D) nei quali il processo di progettazione al
calcolatore relativo soltanto alla tomaia, e comincia un gradino pi a valle, cio
dalla camicia gi sviluppata nel piano.
33
Periferiche CAD
Il taglio di modelli in cartone, cartone fibrato, plastica, con i quali si preparano dime
(impiegate nel taglio manuale) e fustelle (per il taglio con macchina)(25), avviene
frequentemente su periferiche CAD. Si utilizzano:
tavoli di taglio a lama;
tavoli di taglio laser;
punzoni.
Ugualmente con periferiche CAD pu essere effettuato il taglio di pelli o altri materiali.
Anche le macchine da cucire a controllo numerico vengono collegate come
periferiche CAD.
Si sta infine diffondendo limpiego di periferiche CAD per la prototipazione rapida
(realizzazione del modello della calzatura in tempi rapidi) con metodi di
stereolitografia, in cui viene impiegato del materiale plastico, e metodi LOM
(Laminated Object Manufacturing) in cui loggetto viene riprodotto sovrapponendo
strati di carta.
(25)
La fustella un utensile preformato, di norma dacciaio, che viene utilizzato dalle macchine che
effettuano loperazione di taglio mediante pressione; ha la forma a tronco di piramide o a cono
rovesciato, con base pi piccola e contorni taglienti ed affilati. La base viene appoggiata sul piano della
fustellatrice e messa su a contatto con il materiale da tagliare.
34
8. Descrizione della fase di taglio e tranciatura
Questa fase di lavorazione consiste nel taglio del pellame naturale o dei materiali
sintetici, impiegando attrezzature manuali o sistemi di taglio a fustella o privi di
fustella, per arrivare ad ottenere i vari componenti che saranno successivamente
assemblati per la preparazione di tomaie, fodere e altre parti di rivestimento e di
guarnizione della scarpa. Con loperazione di tranciatura si provvede inoltre a formare
la suola, il tacco, il soprattacco e il sottopiede.
Attrezzature manuali
Il taglio effettuato con utensili manuali quali:
coltelli, forbici;
taglierine: eseguono il taglio e la rifilatura di vario materiale. Si compongono di
basamento di ghisa con due spalle fra le quali si muove una lama tagliente che
recide il materiale;
torchietti: comprimono gradatamente il materiale da tagliare tra due piastre
parallele.
35
Nel reparto taglio vengono infine svolte operazioni di preparazione dei componenti
della tomaia, quali:
egualizzatura o spaccatura: riduzione dello spessore di un materiale (cuoio, pellami,
materiali sintetici, ecc.), mediante lazione di una fresa, di modo che risulti uniforme
e corrispondente a valori predefiniti. Si utilizza una macchina chiamata spaccapelli;
scarnitura o smussatura o bisellatura o assottigliatura: riduzione dello spessore di un
materiale (cuoio, pellami, materiali sintetici, ecc.) limitatamente al bordo, di modo
che questo si assottigli progressivamente (sezione a becco di clarino) e permetta
la successiva ripiegatura o aggiuntatura di diversi pezzi senza aumenti di spessore.
Si utilizzano macchine scarnitrici.
La fase di giunteria porta alla produzione della tomaia, attraverso congiunzione per
cucitura delle varie parti prodotte nel reparto taglio(26), previa incollatura con adesivi e
previa eventuale raspatura e ripiegatura di alcune sue parti. Le fasi di lavorazioni
possono essere cos riassunte:
Assemblaggio fodera: si realizza con particolari macchine da cucire (aggiuntatrici) e
con eventuale incollaggio di bordi e cuciture.
Assemblaggio tomaia, spalmatura mastice: viene effettuata manualmente dalle
orlatrici o preparatrici.
Ripiegatura o Bordatura: il contorno della tomaia in corrispondenza del collo della
scarpa (bordo superiore) viene ripiegato e incollato, successivamente cucito con una
ripiegatrice. Sul contorno ripiegato viene in alcuni casi applicata una striscia di pelle o
altro materiale (bordino) mediante incollatura e cucitura a mano e/o con macchina
bordatrice. Il bordo pu essere rifinito con una macchina chiamata a bruciare che
effettua a caldo una leggera arricciatura.
Cucitura della tomaia: la tomaia assemblata viene cucita ed in alcuni punti incollata. La
cucitura si esegue con cucitrici di diversi tipi: cucitrici piane o cucitrici a colonna.
Applicazione nastrino: un nastro di tela della larghezza di 1-2 cm viene incollato
allinterno della tomaia sulle giunture per rinforzarle, soprattutto sulla giuntura
posteriore.
Applicazione occhielli: con occhiellatrice vengono applicate alle tomaie degli occhielli.
Incollaggio della fodera sulle tomaie, cucitura della fodera sulla tomaia: effettuata lungo
i bordi (messa in fodera) con collante o con macchine da cucire.
(26)
La divisione della tomaia in sezioni fu introdotta con lobiettivo di favorire ladesione della stessa alla
forma: il materiale viene prima tagliato in pezzi e questi vengono poi cuciti insieme, in una nuova
posizione pi consona alla sagoma della forma.
36
10. Descrizione della fase di lavoro montaggio
37
Raffredamento della calzatura montata: eseguita al fine di dare stabilit alla forma
assunta dalla calzatura; si effettua in unit di raffreddamento o stazione di
refrigerazione che consente labbassamento della temperatura della calzatura a valori
di 26 - 28 in 5 minuti.
Di seguito si riporta lelenco delle macchine di norma utilizzate nella fase di montaggio:
applicapuntale: pressa che effettua lapplicazione del puntale tra fodera e tomaia;
garbasperone o sagomatice di contrafforti: macchina che fissa lo sperone fra la
fodera e la tomaia;
premonta/monta: monta la parte anteriore o pianta della calzatura; svolge
operazioni che un tempo impegnavano due macchine, ed esattamente la
premonta che piantava tre chiodi attaccando la parte anteriore della tomaia al
sottopiede e la montapunte che chiudeva completamente la punta della tomaia
attorno alla forma e al sottopiede;
tirafodere: ha lo scopo di tirare i lembi che sopravanzano dalla tomaia in modo da
rendere la fodera aderente e tesa tra tomaia e forma; questa operazione realizzata
molto spesso in concomitanza con il premontaggio da una sola macchina;
montafianchi: utilizzata per il montaggio dei fianchi della tomaia sul sottopiede
mediante iniezione di termoplastico (o collante al neoprene) e/o mediante
chiodatura. Loperatore tiene la scarpa con due mani e inserisce i bordi della tomaia
su una pinza. Il comando di chiusura della pinza e il consenso per la spalmatura del
termoplastico o la chiodatura avviene premendo un pedale. Tra le montafianchi si
ricorda la montafianchi a collante del tipo Kamboria;
montaboetta o calzera o calzerino: monta ed effettua la stiratura, garbatura e
spigolatura della boetta (parte della tomaia corrispondente al tallone); sempre pi
impiegate la combinata, macchina che esegue le operazioni sia della montafianchi
che della montaboetta;
ribattitrice: macchina a rulli che ribatte eventuali pieghe della tomaia nella zona del
calcagno e spiana la superficie inferiore della scarpa;
boettatrice o battiboetta: effettua battitura in corrispondenza del calcagno per
produrre lincavo nel quale andr applicato il tacco delle scarpe da donna in
corrispondenza del calcagno;
attrezzature ed apparecchi di climatizzazione: sono quelli sopra descritti presenti
nella fase di montaggio per realizzare la umidificazione e stabilizzazione della
tomaia, lessicazione e riattivazione dei collanti spalmati ed il raffreddamento della
calzatura montata.
Il montaggio la fase produttiva che maggiormente ha beneficiato dei vantaggi
offerti dalle nuove tecnologie introdotte nel settore. Le moderne premonte,
montafianchi e montaboette agevolano notevolmente loperatore, riducendo il suo
intervento alla sola operazione dinserimento della calzatura sul supporto specifico e
sottraendo le mani da ogni pericolo di schiacciamento.
38
11. Descrizione della fase di lavoro fondo
Per reparto fondo sintende larea di lavoro dove si eseguono lassemblaggio della
tomaia con la suola e lapplicazione del tacco. Vengono inoltre effettuate operazioni
di fresatura, smerigliatura e garbatura delle parti.
(27)
Si fa notare che nella lavorazione a guardolo la tomaia non unita direttamente alla suola ma ad un
listino di cuoio, il guardolo appunto; questo metodo per questo chiamato ad unione indiretta e
consente la produzione di calzature molto resistenti.
39
Mocassino: la tomaia passa sotto il piede e viene cucita ad unintersuola che viene, a
sua volta, cucita alla suola. Una variante di questo metodo impiegata per la
produzione delle pantofole.
Fondo vulcanizzato: la tomaia viene montata ad un sottopiede ed il bordo viene
raspato e coperto di adesivo come per una scarpa incollata normale; la suola di
gomma e il tacco sono poi stampati e vulcanizzati in situ sotto la tomaia montata, a
mezzo di stampi riscaldati e pressanti.
Fondo iniettato: la tomaia ed il sottopiede vengono preparati come per il fondo
vulcanizzato; gli stampi usati per la fabbricazione del fondo sono per caricati per
iniezione.
Negli ultimi due casi, la tomaia viene preparata con il sottopiede a sacchetto o di tipo
tubolare e viene montata sulla forma senza impiegare i metodi di premonta - monta,
monta fianchi e monta boetta descritti sopra.
Di seguito si riporta lelenco delle macchine utilizzate nella fase di lavoro fondo:
macchine cardatrici o raspatrici: loperazione di cardatura (o raspatura) della tomaia
montata, ha lo scopo di asportare lo strato superficiale della parte di tomaia
ripiegata sul sottopiede, al fine di realizzare una superficie ruvida su cui permettere
una migliore presa dei collanti. Si possono impiegare: cardatrici lineari, cardatrici
con dime e cardatrici programmabili;
macchine raspatrici di ciuffo e cardatura bordo: effettuano la spianatura del ciuffo
punta - tacco e la cardatura del bordo di montaggio;
macchine incollatrici;
macchina pressasuole: la suola, raspata e incollata, viene applicata mediante
pressatura su uno stampo;
macchine prefissatacchi e inchiodatacchi: queste macchine vengono utilizzate per
tutti i fondi che si presentano con il tacco separato e che richiedono quindi
lapplicazione del tacco alla suola;
fresatrici, sgrossatrici, smerigliatrici(28) per suole e tacchi: eseguono lasportazione di
materiale dal tacco o dalla suola per raggiungere le forme e le dimensioni richieste.
(28)
Lo smeriglio un minerale dalluminio (ossido di alluminio), contenente impurezze di ferro, usato per la
sua durezza come abrasivo.
40
12. Descrizione della fase di lavoro finissaggio fondo e guarnitura
Ultima fase del ciclo produttivo del settore calzaturiero, eseguita lateralmente alla
manovia, rappresentata dal finisaggio del fondo e dalla guarnitura della calzatura.
Si distinguono le seguenti operazioni.
Finissaggio Fondo
Rimozione delle sbavature di mastice con solventi.
Pomiciatura, Levigatura della suola: leggera raspatura della suola allo scopo di facilitare
ladesione del colore e migliorare quindi la qualit del prodotto; si effettua con tessuti
abrasivi (carborundum(29)).
Coloritura suola: operazione realizzata attraverso lapplicazione manuale di cere naturali.
Coloritura, inceratura dei bordi della suola o lissatura: applicazione di cera con macchine
o utensili (lissa).
Lucidatura suola e tacco: operazione di finitura della suola e del tacco realizzata
mediante macchine a spazzole rotanti.
Rimozione della scarpa dalla forma: si esegue con macchina levaforme.
Guarnitura
Coloritura scarpa: indicata anche come operazione di messa in colore della scarpa; si
realizza con vernici contenenti coloranti organici applicate a mano o con pistola a
spruzzo.
Pulitura e lavatura della scarpa: tale operazione viene effettuata manualmente
utilizzando spugne o pezze di stoffa imbevute di solventi, benzina o acqua passati
sulla superficie della scarpa.
Applicazione tallonetta: la tallonetta, gi timbrata, viene cosparsa di collante e inserita
allinterno della scarpa. Frequentemente le tallonette sono autoadesive.
Apprettatura: unoperazione realizzata impiegando vernicetta o appretto che pu
essere spalmato a mano con limpiego di pennellini.
Lucidatura scarpa: operazione di spalmatura del lucido che pu essere effettuata in
alternativa alla apprettatura.
Stiratura della scarpa: in tale fase si utilizzano ferri da stiro per distendere la pelle sulla
superficie della scarpa. Talvolta per raggiungere lo stesso obiettivo, si utilizzano becchi
bunsen, detti lumette, sulla cui fiamma libera viene rapidamente fatta passare la
scarpa stessa.
Per le calzature con la suola in gomma le operazioni di rifinitura del prodotto
consistono nel taglio delle parti eccedenti della suola con apposite taglierine.
(29)
Il carborundum carburo di silicio; viene impiegato come abrasivo per la sua durezza.
41
Nel reparto sono impiegate le seguenti macchine:
spazzolatrici: macchine pulitrici a spazzola o a rullo, operanti con smeriglio o carte
abrasive, in grado di realizzare unazione di lucidatura sulla superficie della pelle
della calzatura;
ferri da stiro;
timbratrici: imprimono su suole, tomaie e fodere marchi di fabbrica, numeri e
clich. Sono macchine simili alle presse.
42
Stampaggio ad iniezione
Si parte dal materiale polimerico che viene caricato in una tramoggia montata sul
gruppo di iniezione. Il materiale viene rammollito facendolo passare, attraverso
lazione di una vite, in un cilindro riscaldato a circa 250 C; viene poi iniettato,
mediante pistone, in adatto stampo; lo stampo si chiude ed il materiale assume,
raffreddandosi, la forma voluta. Quando il materiale solidificato, il gruppo di chiusura
si apre consentendone lestrazione. Nei sistemi di produzione di materiali poliuretanici
il poliolo e lisocianato vengono miscelati dalla vite di iniezione.
Si utilizzano le seguenti macchine:
macchine statiche;
macchine rotative.
Queste macchine, a seconda della tipologia del prodotto finito, vengono distinte in:
macchine per iniezioni di suole;
macchine per iniezione diretta della suola su tomaia;
macchine per iniezioni tuttoplastico;
macchine per iniezione di stivali;
macchine per iniezioni di scarponi.
Lo sgrassaggio delle suole, dopo stampaggio di componenti in gomma o sintetico,
viene effettuato con tetracloroetilene (percloroetlene).
Per la pulizia degli stampi a fine turno vengono utilizzati N, N-dimetilformamide
(DMF) e/o altri solventi.
43
Allegato 1
Modelleria
Taglio
Tranciatura
Giunteria
Orlatura
Montaggio
Fondo
Finissaggio fondo
Guarnitura
Magazzino
44
Modelleria
Disegno del modello
Ingegnerizzazione
Sviluppo del modello in serie
Taglio
- delle tomaie
- dei rinforzi
- delle fodere
- dei sottopiedi
Spaccatura ed egualizzatura
Smussatura, scarnitura, assottigliatura
Garbatura, bucatura, dentellatura ornamentale, timbratura
Tranciatura
- delle suole
- dei tacchi e copritacchi
- dei sottopiedi
- dei guardoli, giretti, cambriglioni
Raspatura suola
Giunteria-orlatura
Giunteria tramite cucitura od incollaggio di tomaie e fodere
Ripiegatura, bordatura
Assemblaggio fodera, tomaia e rinforzi
Applicazione di occhielli, nastrini ed altre guarnizioni
Montaggio
Applicazione del sottopiede su forma
Incollatura del sottopiede
Applicazione del puntale
Applicazione del contrafforte
Incollaggio tomaia e sottopiede
Garbatura e stiratura
45
Fondo
Raspatura della tomaia
Applicazione della suola alla tomaia
- sistema incollato o cementato
- sistema good-year
- sistema con cucitura blake
- sistema ideal
Fresatura, spianatura della suola
Applicazione del tacco
Smerigliatura del tacco e della suola
Coloritura della suola
Finissaggio fondo
Pomiciatura suola
Coloritura suola
Lucidatura suola e tacchi
Guarnitura
Stiratura della scarpa
Timbratura della tallonetta
Aprettatura e lucidatura
Inscatolamento
Magazzino
Manutenzione
46
Allegato 2
47
Allegato 3
Descrizione dei fattori specifici di rischio nella fase di lavoro giunteria ed orlatura
Rischi connessi allimpiego di macchine
Rumore
Movimentazione manuale di carichi
Movimenti ripetitivi
Postura scorretta protratta
Rischi connessi allesposizione ad agenti chimici presenti in adesivi, solventi, materiali,
semilavorati, ecc.
48
Descrizione dei fattori specifici di rischio nella fase di lavoro fondo
Rischi connessi allimpiego di macchine
Rumore
Vibrazioni
Movimentazione manuale di carichi
Movimenti ripetitivi
Postura scorretta protratta
Rischi connessi allesposizione ad agenti chimici presenti in adesivi, solventi, materiali,
semilavorati, ecc.
Rischi da polveri, in particolare cuoio
Descrizione dei fattori specifici di rischio nella fase di lavoro finissaggio fondo e
guarnitura
Rischi connessi allimpiego di macchine
Rumore
Movimentazione manuale di carichi
Movimenti ripetitivi
Postura scorretta protratta
Rischi connessi allesposizione ad agenti chimici presenti in adesivi, solventi, prodotti
di finitura, materiali, semilavorati, ecc.
Rischi da polveri, in particolare cuoio
49
Allegato 4
50
al mantenimento di posture inadeguate (es.: cucitura a macchina, in assenza di
adeguati punti di appoggio per gli avambracci);
alleffettuazione di operazioni comportanti movimenti ripetitivi (sovraccarico
biomeccanico lavorativo dellarto superiore);
allimpiego di videoterminali per progettazione tipo CAD nella fase di modelleria.
Allatto della visita medica deve essere posta una particolare attenzione, oltre a
puntuali riscontri anamnestici, alla sintomatologia riferita dal lavoratore.
Al riguardo, sar necessario, sulla base della conoscenza della diversa tossicit dei
prodotti impiegati, ricercare con attenzione sintomi e segni di sofferenza e/o
patologia degli organi bersaglio.
Gli effetti da controllare nellambito della sorveglianza sanitaria in esposti a solventi
sono riportati in termini generali nella Tabella 2.
51
Tabella 2 allegato 4 (da Linee guida SIMLI Solventi)
Classe chimica Effetti generali della classe Effetti specifici della sostanza
52
un valore limite biologico, il medico competente dovr informare individualmente i
lavoratori ed il datore di lavoro e provvedere alleffettuazione di una visita medica
straordinaria per tutti gli altri lavoratori che hanno subito unesposizione simile.
I lavoratori esposti agli agenti chimici devono essere sottoposti a sorveglianza
sanitaria anche allatto della cessazione del rapporto di lavoro. In tale occasione il
medico competente deve fornire le eventuali indicazioni relative alle prescrizioni
mediche da osservare.
Agenti cancerogeni
La consistenza del rischio attuale di cancro professionale nel comparto calzaturiero
ad oggi invalutabile in quanto i dati disponibili sono raccolti da fonti non sistematiche
e non in contesti epidemiologici formali.
Le esperienze pi consistenti correlano lesposizione professionale a polveri di cuoio
ad una aumentata incidenza di tumori delle cavit nasali e dei seni paranasali. Il
medico competente dovr porre attenzione a sintomi o segni specifici ed includere
tra gli accertamenti richiesti una rinoscopia anteriore. E stato inoltre osservato un
incremento dellinsorgenza di tumori della vescica nei lavoratori calzaturieri. Sipotizza
che i prodotti responsabili siano i coloranti azoici presenti in pellami, cuoio, materiali
sintetici, nei prodotti di finissaggio e guarnitura, e le amine aromatiche impiegate
come antiossidanti o antiinvecchianti della gomma. Unattenzione alla questione
cancerogeni pertanto dovuta.
Lapplicazione del Titolo VII del D.Lgs. 626/94 Protezione da agenti cancerogeni e
mutageni avviene, cos come indicato dagli art. 60 e 61, in presenza di sostanze o
preparati riconosciuti come agenti cancerogeni o mutageni di categoria 1 o 2 in base
ai criteri stabiliti ai sensi del D.Lgs. 52/97 e ai sensi del D.Lgs. 285/98, e qualora in
presenza di sostanze, preparati, processi di cui allallegato VIII del D.Lgs. 626/94.
Rumore
La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rumore obbligatoria ai sensi dellart.
44 del D.Lgs. 277/91. Tale norma prevede che il controllo sanitario si attui per i
lavoratori che hanno una esposizione quotidiana personale superiore a 85 dB(A)
indipendentemente dalluso di mezzi individuali di protezione.
Il controllo sanitario comprende:
una visita preventiva integrata da un esame della funzione uditiva (audiometria)
eseguita nellosservanza dei criteri riportati nellallegato VII del D.Lgs. 277/91, per
accertare lassenza di controindicazioni al lavoro specifico ai fini della valutazione
dellidoneit dei lavoratori;
visite mediche periodiche, integrate dallesame della funzione uditiva, per controllare
lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneit. Esse devono tener
conto, oltre che dellesposizione, anche della sensibilit acustica individuale. La prima
di tali visite effettuata non oltre un anno dopo la visita preventiva.
La frequenza delle visite successive stabilita dal medico competente. Gli intervalli
non possono comunque essere superiori a due anni per i lavoratori la cui esposizione
53
quotidiana personale non supera 90 dB(A) e ad un anno nei casi di esposizione
quotidiana personale superiore a 90 dB (A) e nei casi di deroga previsti dagli art. 47 e
48, D.Lgs. 277/91.
Il controllo sanitario esteso ai lavoratori la cui esposizione quotidiana personale sia
compresa tra 80 e 85 dB(A) qualora i lavoratori interessati ne facciano richiesta e il
medico competente ne confermi lopportunit, anche al fine di individuare eventuali
effetti extrauditivi da rumore.
Lallegato VII (criteri per lesecuzione dellesame della funzione uditiva del D.Lgs. 277/91)
indica che ogni esame, deve comprendere almeno unotoscopia ed un controllo
audiometrico a 8000 Hz. Il controllo audiometrico deve rispettare le disposizioni della
norma ISO 6189-1983 ed buona norma che sia effettuato dopo almeno 16 ore di riposo
acustico in quanto si presume che in tale periodo (tra la fine di un turno di lavoro e linizio
del successivo) il lavoratore sia esposto solo al rumore presente nellambiente di vita.
Ai fini della completezza del protocollo di sorveglianza sanitaria laudiometria deve
essere integrata da consulenza otorinolaringoiatrica o audiologica e da idonei
approfondimenti strumentali ogni qualvolta la sola audiometria non sia sufficiente
per concludere un giudizio diagnostico e diagnostico eziologico. In caso contrario il
medico si troverebbe nellimpossibilit di formulare correttamente il giudizio di
idoneit e di dare indicazioni relative alle opportune misure preventive e/o protettive
individuali.
Vibrazioni
Lart. 33 del D.P.R. 303/56 Norme generali per ligiene del lavoro impone, alla voce 48
della tabella allegata, un controllo sanitario preventivo e periodico a cadenza annuale
per i lavoratori esposti a vibrazioni e scuotimenti. Anche se le categorie di lavoratori
citate nella sopra menzionata tabella sono limitate a quelle che impiegano utensili ad
aria compressa o ad asse flessibile, lo stato attuale delle conoscenze cliniche ed
epidemiologiche sui danni alla salute provocati dalle vibrazioni meccaniche
suggerisce che controlli medici preventivi e periodici dovrebbero essere eseguiti sui
lavoratori professionalmente esposti a vibrazioni mano braccio generate da macchine
utensili. La necessit di sorveglianza sanitaria, nei casi di esposizione non tabellata,
deriver dalle conclusioni della valutazione del rischio.
In occasione della visita medica preventiva, il medico competente dovr porre
particolare attenzione a tutte quelle condizioni patologiche pre esistenti che possono
essere aggravate dallesposizione a vibrazioni mano braccio.
Le informazioni deriveranno:
dallanamnesi fisiologica, con riferimento a fattori di rischio individuali quali il
consumo di tabacco ed alcool;
dallanamnesi lavorativa, con dettagliata registrazione delle esposizioni passate e
attuali a vibrazioni mano braccio in termini di tipologia delle macchine e/o utensili
vibranti usati e di durata dellesposizione, sia giornaliera (ore/die) sia totale (anni);
attivit extralavorative comportanti luso di strumenti vibranti; eventuali pregresse
esposizioni lavorative ad agenti tossici per lapparato vascolare e nervoso;
54
dallanamnesi patologica remota e prossima, con particolare riferimento a disturbi
e/o malattie acute o croniche a carico dellapparato vascolare, neurologico e
muscolo scheletrico delle estremit superiori; pregressi eventi traumatici o
interventi chirurgici al collo e/o agli arti superiori; uso abituale di farmaci; sintomi
alle estremit degli arti superiori ed inferiori quali ipersensibilit al clima freddo,
comparsa di pallore cutaneo, acrocianosi (colorito bluastro della cute), parestesie
(formicolii) ed ipoestesie (torpore) vanno attentamente indagati.
Nel corso delle visite periodiche laccertamento dello stato di salute dei lavoratori
dovr prendere in considerazione eventuali sintomi ascrivibili allesposizione
lavorativa, quali torpore intermittente alle dita, ridotta sensibilit tattile, termica,
dolorifica, ridotta destrezza manuale, ecc.
Poich i sintomi ed i segni clinici della sindrome da vibrazioni mano braccio non
hanno caratteristiche di specificit e possono essere comuni ad altre condizioni
patologiche, in occasione dei controlli sanitari il medico competente dovr
considerare la possibilit di utilizzare vari strumenti e test clinici e di laboratorio per
poter formulare una corretta diagnosi differenziale.
55
cause locali (microtraumi ripetuti, fratture ed anomalie delle ossa carpali, deformit
ossee post traumatiche);
cause sistemiche (diabete, emodialisi, amiloidosi, artrite reumatoide, collagenopatie,
gravidanza, menopausa);
malattie neurologiche (neuropatie periferiche, lesioni da traumi);
malattie vascolari (fenomeno di Raynaud primitivo o secondario).
Nellambito dellaccertamento sanitario effettuato dal medico competente sar
importante una corretta raccolta dei sintomi riferiti dal lavoratore, quali dolore,
formicolio, limitazione della forza. La sintomatologia riferita per spesso aspecifica,
scarsamente localizzata, ad andamento episodico anche in fasi avanzate di malattia.
Lesame obiettivo sar quindi integrato da specifici test di provocazione con
caratteristica esplicitazione di sintomi in caso di positivit.
La diagnosi di patologie muscolo tendinea potr essere confermata da esami
strumentali di secondo livello.
Videoterminali
La sorveglianza sanitaria dei lavoratori addetti a videoterminali prevista dal Titolo VI
del D.Lgs. 626/94, modificato successivamente dal D.M. 02/10/2000 e dalla legge
29/12/2000.
Nel complesso la normativa vigente prevede che i lavoratori che utilizzano
attrezzature munite di videoterminali in modo sistematico ed abituale, per 20 ore
settimanali, dedotte le interruzioni di cui allart. 54 del D.Lgs. 626/94, siano sottoposti
a sorveglianza sanitaria, ai sensi dellart. 16 dello stesso decreto.
La visita preventiva destinata ad evidenziare eventuali malformazioni strutturali e
comprende un esame degli occhi e della vista, effettuati dal medico competente. Pu
essere integrata da esami specialistici qualora il medico competente lo ritenga
opportuno.
La periodicit delle visite successive quinquennale, tranne per i lavoratori risultati
idonei con prescrizioni o che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di et,
sottoposti in questi casi valutazione biennale. A discrezione del medico competente
in casi particolari pu essere stabilita una periodicit pi ravvicinata.
Lattenzione del medico competente deve essere orientata alla prevenzione di
qualsiasi effetto negativo sulla salute correlato allimpiego prolungato di
videoterminali: prevenzione quindi dellinsorgenza di sintomi dellapparato oculare,
osteoarticolare e muscolare o connessi allaffaticamento fisico e mentale.
Nel formulare il giudizio di idoneit dovr essere esaminato in modo integrato posto
di lavoro, tipologia dellattivit svolta, quadro clinico del lavoratore.
In relazione agli aspetti oculo visivi devono essere considerati sintomi astenopici,
alterazioni dellacuit visiva, della refrazione, della motilit oculare e le patologie della
superficie oculare.
In presenza di lavoratori affetti da patologie oculari che per loro naturale evoluzione
possono progressivamente ridurre lacuit visiva, la visita del medico competente,
56
eventualmente integrata da visita oftalmologica, sar prevista con periodicit da
valutare caso per caso. Tra queste patologie ricordiamo il cheratocono, il glaucoma, la
cataratta, la miopia degenerativa, retinopatie evolutive
Giudizio di non idoneit transitoria potr essere formulato in caso di patologie oculari
in fase acuta, condizionanti riduzione del visus al di sotto dei limiti necessari per
lesecuzione del compito visivo abituale, o determinanti un significativo disagio
soggettivo, quali cheratiti, uveiti, congiuntiviti. Seppure in rari casi, patologie oculari
non correggibili o curabili, incompatibili con gli impegni visivi richiesti dai compiti
lavorativi, potranno comportare leventuale definizione di giudizio di non idoneit alla
mansione specifica.
57
PARTE II
Nella seconda parte di questo documento si riportano i risultati dellindagine sui rischi
e danni nel comparto, realizzata nellarea di Vigevano (provincia di Pavia) nellambito
del progetto ISPESL, Azienda Sanitaria Pavia (ex ASL 43 Vigevano), ricerca I profili di
rischio nei comparti produttivi delle piccole e medie industrie e pubblici servizi:
Calzaturifici RE/14196).
58
2. Analisi del rischio rumore
59
Risulta che:
26 misurazioni (4,5%) documentano una rumorosit superiore a 90 dB (A);
85 misurazioni (14,7%) documentano una rumorosit compresa fra 85 e 90 dB (A);
102 misurazioni (17,7%) documentano una rumorosit compresa fra 80 e 85 dB (A);
363 misurazioni (63%) documentano una rumorosit inferiore a 80 dB (A).
Le misurazioni riferite al primo gruppo derivano da attivit meccaniche, ovvero da
attivit che comportano luso delle macchine elencate nella Tabella 6, di cui sindica il
valore massimo di rumorosit.
Battiboette 99,7
Ribattitrice 99,5
Pianta tacchi 97,0
Cucitrice Black 97,0
Apriincrene 95,8
Fresa cuoio 95,5
Montagancetti 94,8
Inchioda fodere 93,0
Cucitrice suole 91,6
Smeriglia 91,0
Pistola-spara gancetti 91,7
Montafianchi 95,3
Calzera 93,0
60
Viene dunque evidenziato che:
1) il reparto con pi alti livelli di esposizione a rumore il reparto fondo, dove si
collocano anche due dei tre valori di Lep,d che superano i 90 dB(A). In questo
reparto sono presenti alcune delle macchine a pi alta rumorosit sopra citate, ed
esattamente:
frese 95,5 dB (A);
cucitrici Black 97,0 dB (A);
montafianchi 95,3 dB(A);
2) nel reparto montaggio, i lavoratori sono esposti a valori di Lep,d moderatamente
alti, spesso conseguenza del rumore prodotto da macchine tipiche delle
operazioni di fondo collocate in aree limitrofe. Nel caso dei reparti di montaggio
ubicati nello stesso locale del fondo (5,5% dei casi) si ha una rumorosit pi elevata
che nei reparti montaggio ubicati in locali separati;
3) i reparti meno interessati dal rumore sono la modelleria, la giunteria, il finissaggio
e la guarnitura.
stato osservato che nel campione di 860 lavoratori presenti nelle 20 aziende
valutate, solo 218, pari al 24,7%, risulta esposto a livelli di rumorosit personale
giornaliera (Lep,d) superiori a 80 dB(A).
Questa percentuale di esposti cos si ripartisce nei singoli reparti:
1) il 53,6% addetto alle operazioni di fondo, di cui:
23,5% di addetti esposti a Lep,d compresi fra 80 e 85 dB(A);
28,1% di addetti esposti a Lep,d compresi fra 85 e 90 dB(A);
2,0 % di addetti esposti a Lep,d > 90 dB(A);
2) il 29,3 % addetto alle operazioni di montaggio, di cui:
22,8% di addetti esposti a Lep,d compresi fra 80 e 85 dB(A);
5,2% di addetti esposti a Lep,d compresi fra 85 e 90 dB(A);
1,3% di addetti esposti a Lep,d > 90 dB(A);
3) il 7,8% addetto alle operazioni di giunteria, con unesposizione di Lep,d compresa
fra 80 e 85;
4) il 9,3 %, addetto alle operazioni di finissaggio, di cui:
8,7% addetti esposti a Lep,d compresi fra 80 e 85 dB(A);
0,6% di addetti esposti a Lep,d compresi fra 85 e 90 dB(A).
In sintesi, i dati di rumorosit rilevati nel settore documentano un livello di rischio
contenuto.
Come rilevato dalle indagini fonometriche effettuate, ci da riferirsi principalmente
a fattori organizzativi: il lavoratore, nellarco della giornata, svolge diverse mansioni cui
corrispondono livelli sonori diversi con tempi di permanenza variabili. Ne deriva che
lesposizione conseguente alluso di macchine rumorose abbattuta perch alternata
ad attivit a basso livello di rumorosit.
61
3. Analisi dei rischi e delle soluzioni per la fase di modelleria
62
1. 5/6 delle ditte che fanno uso di sistemi CAD ha adottato i seguenti provvedimenti;
il datore di lavoro, nella distribuzione delle mansioni e dei compiti lavorativi
comportanti luso di videoterminali, ha evitato il pi possibile la ripetitivit e la
monotonia delle operazioni;
al lavoratore stato garantito il diritto di ottenere uninterruzione di 15 minuti
dellattivit se opera per due ore consecutive;
2. 2/6 delle stesse ditte ha adottato questi ulteriori provvedimenti;
informazione e formazione adeguata ai lavoratori in ordine alle modalit di
svolgimento dellattivit, comportante luso di videoterminali, ai rischi connessi
e alle misure per evitarli;
uso di schermi adeguati (antiriflesso, con immagine stabile, a bassa emissione di
radiazioni regolabili in posizione);
uso di tastiere per lintroduzione di dati aventi le necessarie caratteristiche
(inclinazione, spazio, superficie opaca);
scelta di piano di lavoro con superficie poco riflettente, di dimensioni sufficienti
e in grado di permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera,
e del materiale accessorio;
scelta di sedile stabile, che permetta allutilizzatore libert di movimento e una
posizione comoda;
3. una sola ditta ha omesso lidentificazione di tale rischio nel proprio documento di
valutazione, allineandosi in ci alla diffusa posizione di molte grandi aziende
italiane che considera il lavoro al video per disegni CAM/CAD non incluso nel
campo di applicazione del D.Lgs. 626/94.
Lattivit di taglio/tranciatura svolta nell80% delle ditte indagate; nel restante 20%
dei casi la fase affidata a ditte esterne. Il numero degli addetti alloperazione di taglio
risulta pari a 136 operatori, 67 donne e 69 uomini. Si verifica spesso limpiego di
collaboratori domiciliari, presenti nellindagine svolta, in numero pari a 60, di cui 48
donne e 12 uomini.
63
Fustellatrici a braccio o a bandiera (Figura 1): si tratta di presse dotate di un braccio
rotante intorno ad un gruppo pistone/cilindro che viene manovrato dalloperatore,
manualmente o automaticamente, sopra un piano di taglio. Su questo piano viene
appoggiato il materiale e posizionata la fustella, utensile dacciaio a tronco di
piramide a base variabile, o a cono rovesciato, con base pi piccola e contorni
taglienti ed affilati.
64
Figura 2: Fustellatrice a carrello
65
Questi infortuni occorrono spesso per linadeguatezza degli strumenti di lavoro o per
lerrato impiego degli stessi, nonch per scarsa manutenzione.
Le ferite da taglio e/o lacero-contusioni, con lesioni personali gravi o gravissime e le
lesioni da schiacciamento, risultano eventi a bassa percentuale daccadimento.
Possibile il rischio di contatto accidentale con parti di macchine o attrezzature.
Nellimpiego delle attrezzature la scarsa formazione del personale, lo scorretto utilizzo
degli attrezzi taglienti (coltelli, taglierine o pi semplicemente forbici), la ripetitivit
delle operazioni di taglio costituiscono i fattori di rischio responsabili del verificarsi di
infortuni, in genere di scarsa entit, quali ferite o abrasioni delle dita con inabilit
temporanea al lavoro di 4-5 giorni.
Il rischio da taglio o puntura, provocato da lame sottili o aghi e simili, stato indicato
in qualche azienda come potenziale rischio infettivo, per la possibile presenza di
germi patogeni sugli attrezzi non sterilizzati. In due sole aziende delle venti esaminate
questo rischio, giudicato ad elevata probabilit di evenienza e causa di danni lievi,
stato oggetto di un intervento mirato.
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di taglio.
66
Tabella 7: Frequenza degli infortuni nella fase di taglio/tranciatura
67
- conservazione in buono stato di pulizia;
- collocazione ordinata in spazi appositi (scaffali, armadi, cassetti, ecc.).
nel 55% dei casi, il rischio non stato riconosciuto, quindi non stato valutato.
Relativamente allimpiego di attrezzature meccaniche, stato rilevato che, nel 30%
dei casi, la fase di taglio a trancia affidata a ditte esterne. Laddove venga eseguita
internamente, i dispositivi di sicurezza adottati sono:
sistemi a fotocellula, affiancati da doppi comandi posti sul carrello nel 25% delle
aziende;
comando a due mani ed ad uomo presente (pressione continua) nel 40% delle
aziende.
Alcune presse fustellatrici che richiedono il collocamento a mano delle fustelle fra le
due piastre sono attrezzate con fustelle che presentano altezza di circa 30 mm, non
rispondenti alla norma vigente.
stato osservato che nella maggioranza dei casi gli addetti alla fase di taglio, manuale
e meccanica, non utilizzano dispositivi di protezione individuali adeguati.
Sono state esaminate 17 giunterie sul totale delle 20 aziende interessate dallindagine,
in quanto in tre situazioni tale fase di lavorazione affidata esternamente.
Gli addetti alle operazioni di giunteria sono risultati prevalentemente di sesso
femminile. Il numero totale di lavoratrici interessate pari a 271, mentre il numero di
addetti di sesso maschile pari a 11.
Operazioni dincollaggio sono svolte in 16 giunterie, pari al 94% delle ditte che
effettuano tale fase. Dei 282 lavoratori considerati, allincirca il 30% impiega adesivi
nello svolgimento della propria mansione e risulta quindi direttamente esposto.
La restante percentuale di lavoratrici risulta addetta a mansioni che implicano un
impiego sporadico e di bassa entit di prodotti collanti, o non viene mai a contatto
diretto con essi. in ogni caso possibile lesposizione indiretta ai solventi presenti
nellambiente di lavoro.
Infine, nelle giunterie di frequente osservazione la presenza di lavoratori che non
hanno una mansione fissa ma che sostituiscono o sopperiscono le esigenze
produttive del momento (jolly). Anche questi operatori possono svolgere
periodicamente mansioni che implicano impiego di adesivi, esponendosi cos
direttamente ai solventi contenuti in essi.
Spesso le ditte coinvolte si avvalgono della collaborazione di lavoratori a domicilio,
riscontrati, nellindagine svolta in numero pari a 53, di cui 42 donne e 11 uomini. Tali
lavoratori, ai sensi della normativa vigente, non possono essere adibiti ad attivit che
68
comportano limpiego di sostanze nocive o pericolose per la salute. Nel caso sia
necessario lincollaggio, devono pertanto essere utilizzati collanti a base acquosa in
sostituzione di quelli a base organica. (L. 18/12/73 n. 877 - D.Lgs. 9/09/94).
Scarnitrice
una macchina utilizzata per assottigliare i bordi delle tomaie (Figura 4). La
lavorazione eseguita da una lama posta su una puleggia, affiancata ad un rullo di
trasporto che realizza lo scorrimento del materiale. La scarnitrice solitamente
movimentata da un motore che aziona il gruppo di lavoro tramite una cinghia di
trasmissione. In dettaglio: il motore trasmette il moto alla lama che si pone in
rotazione ed esegue loperazione di scarnitura; tramite una seconda trasmissione
viene messo in funzione il rullo di trasporto per scorrimento del materiale da lavorare.
Figura 3: Spaccapelle
69
Figura 4: Scarnitrice computerizzata
Ripiegatrice
una macchina utilizzata per ripiegare i bordi scarniti della tomaia e per fissarli con
colla (Figura 5). In alcuni casi un filo di nylon viene inserito come rinforzo allinterno
del bordo ripiegato. Sono disponibili ripiegatrici capaci di effettuare operazioni di
termo-incollaggio programmate: le regolazioni di tutti gli organi di ripiegatura sono
affidate a servocomandi controllati dalloperatore tramite consolle.
70
Cucitrice
La cucitura si esegue con cucitrici di diversi tipi. Sono soprattutto impiegate le cucitrici
piane (Figura 6), per le parti che possono essere distese su un piano, o le cucitrici a
colonna (Figura 7), per le cuciture di parti tubolari. Possono essere a uno o pi aghi.
Occhiellatrice/Rivettatrice
Impiegata per il fissaggio di ganci, rivetti, occhielli, bottoni, predisposta per
lapplicazione di una fila di occhielli su di un lembo della tomaia, con la possibilit di
escludere il dispositivo di caricamento in modo da ottenere la sola foratura
passalaccio. Lazionamento della macchina pu avvenire tramite programma oppure
in maniera manuale.
71
5.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine nella fase di
giunteria ed orlatura
I rischi caratteristici delle fasi di giunteria sono di natura infortunistica, connessi
allutilizzo delle macchine sopra descritte. E a causa di errori nella gestione di tali
macchine che spesso si verificano lesioni alle mani delloperatore, quali tagli o
schiacciamenti.
Scarnitrice
Per esigenze di lavorazione, allo stato attuale della tecnologia, non possibile proteggere
completamente la zona di lavoro situata tra il gruppo piedino, lama e rullo di trasporto.
Risultano perci possibili, specie quando loperatore non pone attenzione alluso della
macchina, lesioni lievi quali tagli alle dita o alle mani.
Spaccapelli
Durante linserimento a mano del materiale allinterno della macchina, pu verificarsi
che il gruppo lama intercetti le dita degli operatori, ferendole. Anche gli interventi di
sostituzione delle lame usurate, effettuati da operatori inesperti, possono essere causa
di tagli alle mani.
Cucitrice
I rischi rilevati consistono nella possibilit di ferite da puntura alle dita delle mani,
causate dal movimento dellago, spesso durante le operazioni di sostituzione dello
stesso per usura. Allo stato attuale della tecnica, la zona di cucitura non pu essere
protetta completamente; si segnala che lutilizzo di dispositivi di protezione come
schermi di protezione o salvadita non adeguatamente fabbricati ed installati possono
aumentare il rischio dinfortunio.
Lilluminazione localizzata pu agevolare le operazioni ed evitare un eccessivo
affaticamento oculare.
Ripiegatrice
A causa dellimpossibilit di collocare un dispositivo di protezione nella zona di
ripiegatura, loperatore esposto al rischio di tagli alle dita. Inoltre, nei casi in cui si
effettua contemporaneamente lincollatura, loperatore pu procurarsi scottature,
venendo a contatto con la zona di riscaldamento della colla.
72
In particolare, sono indicate protezioni fisse da situare a sufficiente distanza dalla
zona di pericolo o dispositivi di protezione che garantiscono linaccessibilit agli
elementi mobili. Ove non risulta possibile, sindica di segnalare il pericolo; si
segnala per il personale addetto lobbligo dinformazione e formazione.
Il 10% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
le protezioni fisse, in caso di apertura restano correttamente unite alla macchina;
gli organi di azionamento e di arresto dei motori non sono collocati al di fuori delle
zone di pericolo; la loro manovra comporta rischi supplementari o posizioni
ergonomicamente scorrette;
non esistono manuali di istruzione in cui si specifichi come realizzare in modo
sicuro le distinte operazioni sulla macchina: messa a punto, funzionamento,
manutenzione, pulizia;
non esistono protezioni mobili in grado di eliminare il rischio di proiezione di materiali.
Il 20% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
la rimozione delle protezioni mobili non sempre associata a meccanismi che
determinano larresto e impediscano la messa in marcia della macchina. Negli
interventi di bonifica contenuti nei documenti di valutazione, indicata la
necessit di asservire tutte le protezioni mobili di microinterruttori di sicurezza che
interrompano il funzionamento della macchina o ne blocchino la messa in marcia,
in caso di apertura delle protezioni stesse;
i comandi di azionamento e di arresto di motori e macchine non sono sempre
chiaramente visibili mancando iscrizioni o pittogrammi chiari per la loro
identificazione da parte degli operatori.
Il 25% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
non esistono avvisi chiaramente visibili che fanno esplicito divieto di pulire, oliare,
ingrassare, riparare o registrare a mano gli organi e gli elementi delle macchine
durante il moto.
Il 5% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
non formalizzato un programma per gli interventi di manutenzione preventiva e
periodica di tutti i macchinari;
non sono contrassegnati i macchinari in stato di fuori servizio , con segregazione
degli stessi se in disuso;
esiste il rischio di contatto accidentale con parti di macchine o attrezzature;
gli alberi delle macchine che sporgono dai supporti per pi di 1/4 del loro diametro
non sono adeguatamente protetti mediante custodia fissata su parti della
macchina non soggette a movimento;
non esistono protezioni mobili delle macchine;
non esistono protezioni regolabili che limitano laccesso alle zone di operazione in
lavori che esigono lintervento delloperatore nelle loro vicinanze;
linterruzione ed il successivo ritorno dellenergia elettrica non comporta il
riavviamento automatico della macchina.
73
5.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di adesivi
Operazioni di incollaggio in giunteria ed orlatura
In giunteria vengono svolte varie operazioni che comportano lutilizzazione di
adesivi con potenziale rischio da esposizione a solventi. Si richiamano
sinteticamente tali lavorazioni:
assemblaggio fodera: incollaggio di bordi e cuciture;
spalmatura mastice per assemblaggio tomaia;
ripiegatura ed incollaggio del contorno della tomaia in corrispondenza del collo
della scarpa;
bordatura: consiste nellapplicazione di una striscia di pelle sul contorno superiore
della tomaia mediante incollatura;
applicazione nastrino: un nastro di tela viene incollato allinterno della tomaia o
allinterno della ripiegatura;
incollaggio della fodera sulle tomaie.
A volte loperazione di ripiegatura eseguita con lausilio di ripiegatrice dotata di
sistema di alimentazione di adesivo termoplastico.
Si presentano di seguito i dati relativi alle osservazioni effettuate nella fase di lavorazione
di giunteria.
74
Sotto laspetto della composizione, questi adesivi hanno le seguenti caratteristiche:
contengono n-esano ed isomeri con percentuali variabili da 2,5-4,5%;
contengono isoesano con percentuali comprese da 67% all85%;
contengono cicloesano (percentuale massima del 18%), etile acetato (percentuale
massima del 78%) ed acetone (percentuale massima del 45%).
La fase liquida composta da solventi organici varia da un minimo dell80% ad un
massimo del 91%.
Questi prodotti sono utilizzati in 9 giunterie delle 17 esaminate (pari al 53%),
generalmente come adesivi nellassemblaggio della tomaia.
- totale adesivi in dispersione acquosa: n. 2
Si tratta di adesivi a base di acetato di polivinile.
Una sola azienda (pari al 5,8%) impiega tali prodotti nelle operazioni di messa in
fodera, ripiegatura, sormontatura e accoppiamento dei rinforzi della tomaia. In alcuni
casi i prodotti a base acqua sono affiancati con adesivi a base solvente.
- totale adesivi termoplastici solidi: n. 7
In 7 giunterie (41,2%) si eseguono operazioni di ripiegatura con ripiegatrici caricate
con adesivi termofusibili.
75
Figura 8: Distributore a spruzzo per collante a base acqua
76
Idoneit di aspirazione delle cappe presenti
Le cappe installate sui banchi dincollaggio risultano idonee nel 55% dei casi. Linidoneit
dovuta, per la maggioranza delle cappe, allaspirazione dallalto ed allassenza di piano
grigliato (semplice bocchettone di aspirazione collocato sul piano di lavoro).
Le cappe idonee presentano le seguenti propriet:
il 57% presenta aspirazione dal basso, il 28% aspirazione laterale ed il 15% presenta
aspirazione frontale.
Relativamente alla manutenzione e pulizia delle stesse, si constata che:
solo il 12,5% delle cappe di aspirazione manifesta un adeguato livello di pulizia e
gestione del piano grigliato.
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di
giunteria.
77
5.9 Risultati delle osservazioni e descrizione degli interventi prevenzionistici
nella fase di giunteria ed orlatura
Interventi sulle macchine
Gli interventi sostenuti o programmati, al fine di risolvere le esposizioni ai rischi
sopradefiniti, risultano essere:
1. macchina da cucire:
installazione di un riparo (salvadito) contornante lago;
copertura delle cinghie e delle relative pulegge con carter fissi;
predisposizione di sistemi di illuminazione localizzata per esecuzione di lavori di
precisione;
copripedale di protezione per evitare azionamento accidentale della macchina;
2. spaccapelli, scarnitrice:
lutensile viene reso inaccessibile ad esclusione della parte strettamente
necessaria alla lavorazione;
cuffie di protezione al di sopra di cilindro portalame;
protezione della cinghia di trasmissione;
copripedale di protezione per evitare azionamento accidentale della macchina;
3. occhiellatrice:
la zona di lavoro viene protetta con un riparo avvolgente associato ad un
dispositivo salvadito;
per assorbire le vibrazioni trasmesse dalla macchina in fase di lavorazione, il
basamento viene isolato dalla pavimentazione mediante interposizione di
piedini di gomma.
Relativamente ai rischi connessi allutilizzo di macchine in fase di giunteria, lindagine
svolta ha evidenziato la realizzazione, da parte delle ditte, dei seguenti interventi:
1. in tutte le ditte visitate in cui vengono utilizzate scarnitrici (75%), vengono adottati
dispositivi di protezione e prevenzione sufficientemente efficaci da ridurre il rischio
di infortunio, quali:
inaccessibilit della zona dimbocco impedendo completamente un possibile
trascinamento delle mani o di altre parti del corpo, come stabilito dallart.132
del D.P.R. 547/55;
predisposizione di cuffie di protezione al di sopra di cilindro portalame;
protezione della cinghia di trasmissione.
Nel 16,7% delle ditte indagate stato predisposto il copripedale per impedire
lazionamento accidentale causato dalla caduta di un oggetto sul pedale stesso.
Sono stati installati sistemi di captazione delle polveri a presidio delle macchine nel
16% delle ditte.
2. per quanto concerne gli interventi di prevenzione adottati sulle cucitrici, presenti
nel 100% delle ditte che svolgono la fase di giunteria, si constatato:
78
nel 25% delle ditte, ai sensi dellart. 155 del D.P.R. 547/55, sono stati predisposti
dispositivi di protezioni per lago;
nel 33% delle ditte, ai sensi dellart. 55 del D.P.R. 547/55, si predispongono carter
di protezione posti sopra le cinghie di trasmissione.
Per le lavorazioni che comportano luso delle cucitrici, sono stati predisposti sistemi di
illuminazione localizzata per lesecuzione di lavori di precisione nel 50% delle ditte
(art. 29 D.P.R. 547/55; art. 10 del D.P.R. 303/56).
Sono stati esaminati 17 reparti di montaggio sul totale delle 20 aziende interessate
dallindagine.
In tre situazioni tale fase di lavorazione non viene eseguita.
Nelle fasi montaggio osservate si svolgono, parzialmente o totalmente, le operazioni
relative al ciclo lavorativo sottodescritto. Gli addetti alle operazioni di montaggio sono
risultati 149, dei quali 120 di sesso femminile e 29 di sesso maschile.
Operazioni di incollaggio vengono svolte in tutte le 17 situazioni considerate.
Le operazioni di masticiatura nellarea di montaggio dipendono dal tipo di scarpa
prodotto (esempio: maggiore impiego di collante nella produzione della scarpa
invernale rispetto allestiva). Ne deriva che alcuni operatori alternano, in base alle
esigenze produttive, mansioni diverse con o senza esposizione a collanti.
Alcune aziende si avvalgono, in questa fase, della collaborazione di lavoranti a domicilio;
nellindagine svolta risultano presenti 11 lavoratori a domicilio, esclusivamente di sesso
maschile.
Il montaggio consiste nellapplicazione della tomaia sulla forma su cui stato
preventivamente fissato il sottopiede o soletta. La forma, attualmente realizzata in
resine sintetiche (non pi in legno), riproduce il piede umano e serve da supporto per
la realizzazione della calzatura.
79
pellami e prodotti in similpelle. Si utilizza su queste macchine un collante termoplastico,
con iniettori in grado di soddisfare una grande variet di modelli; anche le forme
hanno una configurazione che si modifica in funzione dello stile della punta (sfilata,
rotonda o quadra) e dellaltezza del tacco.
Terzo livello: sono comprese le tecnologie rivolte a rispondere al mercato del
cosiddetto Pronto Moda e alle esigenze delle calzature di alta qualit.
Loperatore, in presenza di un modello caratterizzato da un certo stile, realizzato con
definiti materiali, su una determinata forma, regola e predispone la macchina. Le
operazioni di regolazione vengono archiviate in memoria da un microprocessore,
preprogrammate per ogni cambiamento di modello e/o di taglia, adeguando il
profilo delle pinze e delliniettore. Queste registrazioni, eseguite durante le prove di
modello, saranno riprodotte esattamente al momento della produzione.
Le macchine sono dotate di iniettori di collanti in grado di seguire la linea di filoforma
della calzatura in lavorazione, applicando una quantit controllata di adesivo
esattamente nella posizione richiesta.
Figura 9: Premonta-monta
80
montafianchi Kamboria con collante del tipo al neoprene o al termoplastico (a filo
o in blocchi cilindrici o in granuli).
Nella versione al neoprene, la macchina attrezzata con unapparecchiatura che
dirige un getto dacqua calda sul punto desecuzione del montaggio per riattivare
il collante precedentemente applicato.
Nella versione al termoplastico, la macchina dotata di dispositivi che permettano
lerogazione automatica delladesivo che fuoriesce in una piccola quantit.
La montaboette una macchina che effettua la stiratura, garbatura e spigolatura
della boetta che accoglier il tacco; sono presenti sul mercato differenti versioni
di questa macchina: con funzionamento solo con colla, solo con chiodi e con
colla e chiodi.
81
6.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine nella fase di
montaggio
Le moderne premonte, montafianchi e montaboette agevolano notevolmente
loperatore, riducendo il suo intervento alla sola operazione dinserimento della
calzatura sul supporto specifico. Realizzata questa manovra, loperatore si limita ad
avviare la macchina con il pedale o con il doppio comando, sottraendo le mani da
ogni pericolo di schiacciamento.
82
Il 5% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
non formalizzato un programma per gli interventi di manutenzione preventiva e
periodica di tutti i macchinari;
non sono contrassegnati i macchinari in stato di fuori servizio, con segregazione
degli stessi se in stato di disuso;
esiste il rischio di contatto accidentale con parti di macchine o attrezzature;
gli alberi delle macchine che sporgono dai supporti per pi di 1/4 del loro diametro
non sono adeguatamente protetti mediante custodia ;
non esistono protezioni mobili delle macchine;
non esistono protezioni regolabili che limitano laccesso alle zone di operazione in
lavori che esigono lintervento delloperatore nelle loro vicinanze;
linterruzione ed il successivo ritorno dellenergia elettrica comportano il
riavviamento automatico della macchina.
83
n. 9 contengono isoesano con percentuali comprese da 10% a 80%;
n. 7 contengono cicloesano (percentuali fino al 50%);
n. 6 contengono etile acetato (percentuali variabili dal 2.5 all80%);
n. 5 contengono acetone (percentuali variabili dal 2,5% al 15%);
n. 2 contengono toluene (percentuale massima 2,5%, prodotti pertanto conformi
ai requisiti della legge n. 245/63 sulla limitazione dellimpiego del benzolo ed
omologhi nelle attivit lavorative).
In 6 prodotti viene dichiarata la presenza di dicloropropano.
Ladesivo a base poliuretano contiene acetone, in percentuale maggiore, cicloesano
ed etilacetato.
La fase liquida composta da solventi organici varia da un minimo dell80% ad un
massimo del 91%.
Questi prodotti sono utilizzati in tutte le 17 fasi di montaggio (fase presente nell85%
delle aziende coinvolte nellindagine).
- totale solventi/diluenti/primer costituiti da solventi organici: n. 3
Sotto laspetto della composizione, questi prodotti, costituiti unicamente dalla fase
liquida, hanno le seguenti caratteristiche:
n. 3 contengono n-esano con percentuali variabili da 2,5-4,5%;
n. 6 contengono isoesano con percentuali comprese da 2,5% al 15%;
n. 2 contengono etile acetato (percentuali variabili dal 15 al 75%);
n. 2 contengono acetone (percentuali variabili dal 5% al 15%);
n. 1 contiene acetone (percentuale del 90%);
n. 2 contengono toluene (percentuale dal 2,5% al 5%);
n. 1 contiene toluene (percentuale del 10%).
84
Figura 11: Distributore di termocolla in cartucce
85
Considerando le tre operazioni dincollaggio pi comuni della fase e la tipologia
delladesivo impiegato, si ottiene la seguente distribuzione:
1. applicazione sperone:
impiego di adesivi termofusibili in nove ditte;
impiego di adesivi a base acqua in due ditte;
impiego di adesivi a base solvente in sette ditte;
2. applicazione puntale:
impiego di adesivi termofusibili in sei ditte:
impiego di adesivi a base acqua in una ditte;
impiego di adesivi a base solvente in due ditte;
3. spalmatura collante bordo tomaia:
impiego di adesivi a base solvente in otto ditte;
impiego di adesivi a base acqua in una ditta.
86
il 50% delle cappe presenta caratteristiche giudicabili mediocri per la scarsa pulizia
del piano grigliato, per trascurata manutenzione e per inefficienza di aspirazione
(coperture della griglia aspirante);
il restante 50% presenta caratteristiche giudicabili pessime del piano grigliato che
non viene mai ripulito dei residui di colla.
Tunnel
risultato assente in due situazioni (11,8%). Laddove presenti, i tunnel di manovia
risultano in generale ben dimensionati e di lunghezza opportuna, anche se non
interamente sfruttata; i sistemi di captazione di solventi, realizzati dal basso, sono
presenti nel 60% delle ditte indagate; i tunnel sono comunque complessivamente
inidonei (73% delle osservazioni). Linidoneit determinata:
dallinsufficiente aspirazione;
dallaspirazione dallalto anzich dal basso;
dallubicazione della bocca daspirazione, eccessivamente bassa rispetto al piano di
appoggio dei pezzi;
dal mantenimento dei pannelli di chiusura scorrevoli, in posizione costantemente aperta.
87
Tabella 9: Frequenza degli infortuni nella fase di montaggio
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di
montaggio.
88
lavorazioni di calzature molto particolari - 5% dei casi); queste macchine
dispongono di idonea protezione del pedale di avvio al comando nel 76,5%, di
dispositivo a doppio comando nel 53% dei casi e dispositivo di emergenza nel
100% dei casi;
la montafianchi (presente nel 64,7% delle ditte) presenta dispositivo a doppio
comando nel 61,5% dei casi; il copripedale sempre adottato; ulteriori
dispositivi di emergenza o di arresto sono stati osservati nel 54% dei casi;
presente nel 35% dei calzaturifici la ribattitrice (Figura 12), dotata di dispositivo
di sicurezza conforme al D.P.R. 459/96 (Direttiva Macchine) nel 67% dei casi. I
dispositivi di aspirazione delle polveri sono presenti nel 55,5% dei casi;
nel 64,7% delle aziende indagate utilizzata la smeriglia in questa fase di
lavorazione: essa dotata di sistemi a sacco per la raccolta delle polveri
generate. Si registra frequentemente per queste macchine linosservanza
dellart. 94 del D.P.R. 547/55 in quanto risultano totalmente prive o parzialmente
dotate di protezione della parte abrasiva rotante; diffusi anche sistemi precari ed
inadeguati di protezione.
89
7. Analisi dei rischi e delle soluzioni per fase di lavorazione fondo
Sono stati esaminati 16 reparti di fondo sul totale delle 20 aziende interessate
dallindagine, in quanto nelle altre situazioni tale fase di lavorazione non viene
eseguita. Gli addetti alle operazioni di montaggio risultano 151, dei quali 26 di sesso
femminile e 125 di sesso maschile.
Operazioni di incollaggio vengono svolte in tutte le ditte considerate.
90
Cardatrici con dime: la cardatura resa possibile da dime che gestiscono il tracciato
della movimentazione delle spazzole in filo di metallo garantendo continuit e
precisione delloperazione.
Cardatrici programmabili: operano secondo la logica del controllo numerico, cio
attraverso la predisposizione di un modello tridimensionale che consente di definire i
punti dove la spazzola deve cardare.
91
Figura 15: Forno
92
Macchina prefissatacchi e inchiodatacchi (Figura 17)
Queste macchine vengono utilizzate per tutti i fondi che si presentano con il tacco
separato e che richiedono quindi un ancoraggio tacco-suola.
Le macchine inchiodatrici sono presse che hanno subito modifiche per essere
adeguate alle esigenze del settore calzaturiero. Dovendo operare su tacchi, spesso
molto delicati (per struttura, per materiale di composizione, per presenza di
copritacco, ecc.), stato necessario trovare soluzioni che combinassero efficienza
operativa a delicatezza di intervento, risolvendo i problemi creati da eccessivi carichi
di pressatura:
bloccaggio idropneumatico: consiste nel bloccaggio del tacco prima che esso venga
sottoposto alla spinta esercitata dagli organi preposti alla inchiodatura dello stesso;
inchiodatura a sequenza programmabile: riduce gli sforzi cui vengono sottoposti i
tacchi durante lapplicazione dei chiodi. La presenza di caricatori a pi scomparti
consente a queste macchine un utilizzo simultaneo di chiodi e viti, abbattendo i
tempi morti ed aumentando la produttivit;
inclinazione dei chiodi: inclinazioni diverse della punta dei chiodi nellapplicazione
di tacchi particolarmente stilizzati;
braccio e piantoni snodabili e mobili: il braccio di alimentazione dei chiodi,
snodabile, in caso di inceppamento durante la fase di caricamento dei chiodi, si
sblocca in modo immediato ed automatico.
93
Fresatrici per suole e tacchi
Eseguono lasportazione di materiale dal tacco o dalla suola per raggiungere le forme
e le dimensioni richieste. Lutensile a taglienti multipli e opera ad elevatissimo
numero di giri.
Sgrossatrici
Esegue unoperazione di fresatura con asportazione grossolana di materiale dalla suola.
Aprincrena
Pratica nella superficie inferiore della suola lincrena, cio un lembo libero ribaltabile
(una sorta di nicchia) destinata ad accogliere la cucitura tipo Blake.
94
7.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine nella fase
fondo
Le operazioni di cardatura, incollaggio e pressatura rappresentano fasi molto curate
dai produttori di calzature per le implicazioni che esse comportano sulla qualit del
prodotto.
Ancora oggi pertanto, nella maggior parte dei calzaturifici, tali operazioni, eseguite
manualmente, sono affidate alle capacit professionali di addetti esperti. Limportanza
di questa fase ha dato luogo, negli ultimi anni, a una continua ricerca di soluzioni
innovative, automatizzando le operazioni e riducendo i rischi connessi.
95
Nel 5% dei casi:
non formalizzato un programma per gli interventi di manutenzione preventiva e
periodica di tutti i macchinari;
non sono contrassegnati i macchinari in stato di fuori servizio, con segregazione
degli stessi se in disuso;
esiste il rischio di contatto accidentale con parti di macchine o attrezzature;
gli alberi delle macchine che sporgono dai supporti per pi di 1/4 del loro diametro
non sono adeguatamente protetti mediante custodia fissata su parti della
macchina non soggette a movimento;
non esistono protezioni mobili delle macchine;
non esistono protezioni regolabili che limitano laccesso alle zone di operazione in
lavori che esigono lintervento delloperatore nelle loro vicinanze.
96
b. natura della fase liquida:
solventi organici;
soluzioni acquose.
Sono stati considerati i prodotti con funzioni di diluenti, attivatori ed induritori degli adesivi.
Sono state infine analizzate le schede degli ammorbidenti.
Nel corso dellindagine sono state esaminate le schede tecniche relative a n. 44
prodotti impiegati nella fase di fondo:
n. 20 adesivi in solventi organici;
n. 9 adesivi dispersi in acqua;
n. 5 solventi/diluenti per collanti;
n. 6 attivatori/prodotti vari;
n. 2 prodotti di riempimento;
n. 2 ammorbidenti.
Sulla base delle classificazioni sopra descritte, si ottenuta la seguente distribuzione:
- totale adesivi in soluzione di solventi organici: n. 20
nessuno a base di gomma naturale;
n. 15 a base neoprene;
n. 5 a base di poliuretani.
Questi adesivi risultano usati in tutte le situazioni osservate; nel 65% delle ditte si rileva
un loro impiego congiuntamente con prodotti adesivi in dispersione acquosa.
Non sono impiegati in questa fase gli adesivi a base di gomma naturale; diffusissimi,
al contrario, gli adesivi a base di neoprene, per le loro propriet di maggiore
resistenza, utilizzati, di fatto, in tutte le ditte. Gli adesivi a base di poliuretani sono
impiegati dal 25% delle ditte.
Sotto laspetto della composizione, questi adesivi hanno le seguenti caratteristiche:
- Per i n. 15 adesivi a base neoprene:
tutti contengono n-esano con percentuali variabili da 2,5-4,5%;
tutti contengono isoesano con percentuali comprese dal 3% al 44%;
n. 7 contengono miscele di idrocarburi alifatici e cicloalifatici paraffinici con
percentuali fino al 44 %;
n. 4 contengono etile acetato con percentuali variabili dal 2,5 al 16%;
n. 2 contengono acetone con percentuali variabili dal 8% al 13%;
n. 3 contengono metiletilchetone con percentuali variabili dal 7% al 19%;
n. 3 contengono eptano tecnico percentuali fino al 32%.
- Per i n. 5 adesivi a base poliuretanica:
nessuno contiene n-esano;
n. 5 contengono acetone con percentuali variabili dal 70% al 90%.
97
Si rammenta che gli adesivi a base poliuretanica contengono acetone in percentuale
maggiore, con presenza nella miscela di cicloesano ed etilacetato.
La fase liquida composta da solventi organici varia da un minimo del 75% ad un
massimo del 82%.
- Totale adesivi in dispersione acquosa: n. 9
Adesivi a base di acetato di vinile omopolimero o a base di prodotti amidacei con
resine sintetiche e cariche minerali.
n. 11 aziende (pari al 64,7%) hanno introdotto tali prodotti nelle operazioni di
preparazione ed applicazione del fondo.
- Totale solventi/diluenti/primer per adesivi costituiti da solventi organici: n. 5
Sotto laspetto della composizione, questi prodotti, costituiti unicamente dalla fase
liquida, hanno le seguenti caratteristiche:
n. 1 costituito unicamente da isoesano;
n. 1 contiene n-esano con percentuale inferiore al 4%;
n. 3 contengono cicloesano (percentuali variabili dal 43 al 73%);
n. 1 contiene etile acetato (percentuale del 95%);
n. 3 contengono etile acetato (percentuali variabili dal 27 al 40%);
n. 1 contiene acetone (percentuale del 90%);
n. 2 contengono acetone (percentuali variabili dal 5% al 15%);
n. 2 contengono toluene (percentuale inferiore al 5%).
- Totale attivatori/induritori/preparatori/altri prodotti: n. 6
Risultano costituiti da:
attivatore contenente acido tiofosforico-tris (p-isocianatofenilestere) al 27%,
clorobenzene in concentrazione minore al 2%, acetato di etile al 7%;
induritore incolore e promotore di adesione, contenente acido tiofosforico-tris (p-
isocianatofenilestere) al 27%, clorobenzene in concentrazione minore al 3%;
attivatore reticolante per adesivi, contenente 2,4/2,6 - toluendiisocianato in
concentrazione minore al 0,5% e acetato di etile (70-80 %);
preparatore alogenante a 2 componenti;
prodotto a base di tricloro-s-triazina 2,4,6-trione impiegato in due delle ditte
indagate;
miscela di cere e silicone in ragia minerale e frazione terpenica;
distaccante in idrocarburi alifatici paraffinici in percentuale del 50-60%.
- Totale prodotti di riempimento: n. 2
Risultano costituiti dai seguenti composti:
stucco adesivo per il livellamento del fondo a base di elastomeri sintetici, cariche e
polveri di legno dispersi e sciolti in solventi organici;
pasta riempitiva a base di nitrocellulosa, cariche e polvere di legno sciolti in
acetone con nitrocellulosa.
98
- Totale ammorbidenti: n. 2
Risultano costituiti dai seguenti composti:
ammorbidente a base di acqua demineralizzata con tensioattivo anionico
biodegradabile;
ammorbidente contenente alcool isopropilico in percentuale minore al 10% e
polisilossano.
99
Considerando il totale delle cappe presenti rispetto al numero di postazioni
dimpiego di adesivi in solventi organici, emerge una copertura pari al 69%.
In particolare, per le operazioni di preparazione del fondo svolte nell88% delle ditte
che svolgono questa fase, si constata che le cappe di aspirazione sono presenti nel
73% delle situazioni.
Nel 82% dei casi la captazione avviene tramite le normali cappe daspirazione
impiegate in operazioni di incollaggio manuale, mentre nel restante 18% dei casi la
captazione ottenuta con cappa installata direttamente sulla macchina dotata di
sistema dincollaggio.
Laddove assente un sistema di captazione (4 aziende pari al 27% delle osservazioni),
le operazioni di incollaggio sono eseguite su banconi di lavoro, evidenziando
condizioni di elevato rischio per loperatore, per la necessit, in molte operazioni, di
avvicinare il viso alla zona dincollaggio.
Per le operazioni di applicazione del fondo, presenti nel 65% delle ditte, si evidenzia che
le cappe di aspirazione sono presenti nel 63% delle ditte ed assenti nel restante 37%.
Tunnel
Una volta effettuata la spalmatura del collante, le calzature incollate vengono
adagiate sul tunnel della manovia, affinch possano asciugare e passare alla fase
successiva di lavorazione.
Il tunnel risultato assente in due situazioni (11,8%). Laddove presenti, i tunnel di
manovia risultano in generale ben dimensionati e di lunghezza opportuna, anche se
non interamente sfruttata. I sistemi di captazione di solventi, realizzati dal basso, sono
presenti nel 60% delle ditte indagate; i tunnel sono comunque complessivamente
inidonei (73% delle osservazioni).
100
Linidoneit determinata:
dallinsufficiente aspirazione;
dallaspirazione realizzata dallalto anzich dal basso;
dallubicazione della bocca daspirazione, eccessivamente bassa rispetto al piano di
appoggio dei pezzi;
dal mantenimento dei pannelli di chiusura scorrevoli, in posizione costantemente
aperta.
Frequentemente, i tempi di produzione veloci impongono agli addetti di intervenire
prima che possa essere realizzata lasciugatura del collante sulla calzatura in uscita
dalla manovia. Il ritmo elevato implica, inoltre, che i lavoratori mantengano
costantemente aperti gli sportelli del tunnel, se non per lintera lunghezza, almeno in
corrispondenza della zona incollaggio. Infine che gli operatori debbano impiegare
carrelli non aspirati, a latere della manovia, per il trasporto rapido dei pezzi.
Frequente anche losservazione di stazioni di asciugatura extra-tunnel, dove vengono
posti ad essiccare le suole spalmate di colla, prive di aspirazione.
Altrettanto negativo il giudizio sui sistemi di aspirazione a braccio mobile. Tali
apparecchiature vengono, infatti, agevolmente spostate dagli operatori in posizioni
scorrette (ad esempio sopra la testa), a distanze lontane dai punti di emissione e con
aggravamento dellesposizione.
101
La Tabella 10 riassume i dati ricavati dallindagine, in base ai seguenti criteri:
natura dellinfortunio (strumento o macchina responsabile dello stesso);
numero di infortunati;
calcolo della media dei giorni di assenza per inabilit.
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di
fondo.
102
nel 21% dei casi si riscontrato limpiego di macchine cardatrici - incollatrici dotate
di moderni sistemi di sicurezza;
le aprincrene, presenti nel 15% delle ditte campionate, presentano idonea
protezione del pedale di avvio al comando (art. 7 del D.P.R. 547/55) e dispositivi di
protezione delle componenti affilate e taglienti;
le frese per le suole, presenti nel 35% dei calzaturifici, risultano frequentemente
prive, o precariamente dotate di protezione fissa sulla parte abrasiva rotante;
la pressa idraulica, presente nel 85% delle aziende, dotata, in tutti i casi in cui sia
stato predisposto un pedale di avviamento, di copripedale per impedire
lazionamento accidentale della macchina (art. 7 del D.P.R. 547/55) e nel 76,4% dei
casi di un dispositivo a doppio comando;
la piantatacchi, presente nel 55% delle ditte, presenta dispositivo a doppio
comando nel 54,5% dei casi ed accensione automatica nel 27,3% dei casi; solo in
una ditta, a lavorazione tradizionale ed altamente artigianale (produzione stivali da
cavallerizza) la piantatacchi veniva azionata manualmente a leva.
Gli addetti alle operazioni di finissaggio risultano 93 (10,5% sul totale impiegato nel
settore calzaturiero), dei quali 79 di sesso femminile (85%) e 14 di sesso maschile (15%).
In due calzaturifici rientranti nel campione indagato vengono fabbricate calzature
con la suola in gomma.
103
Spazzolatrice
Si tratta di macchine pulitrici a spazzola o a rullo, operanti con smeriglio o carte
abrasive, in grado di realizzare unazione di lucidatura sulla superficie della pelle della
calzatura. Le polveri generate, particolarmente fini, derivano per lo pi dallo strato di
vernice applicato nelle precedenti operazioni. Tali polveri vengono raccolte in sacchi
di ricambio predisposti sulle stesse macchine.
104
Figura 20: Timbratrice
8.2. Descrizione dei fattori di rischio connessi alle macchine nella fase di
finissaggio
I rischi dinfortunio sono rappresentati dal contatto delle mani con parti delle
macchine durante le azioni di avvicinamento della calzatura agli organi rotanti.
inoltre frequente linfortunio provocato dalla scarpa stessa, proiettata contro
loperatore, sempre durante operazioni davvicinamento agli organi rotanti.
Possibile rischio, derivante dalle operazioni di stiratura della calzatura con ferri da stiro,
la scottatura di parti delle mani.
Analogamente, un rischio di scottatura si presenta nellimpiego delle lumette,
fiamme libere generate da becchi bunsen, su cui loperatore passa rapidamente la
scarpa affinch la pelle possa efficacemente distendersi.
105
Ove non risulta possibile, sindica di segnalare il pericolo; si segnala per il personale
addetto lobbligo dinformazione e formazione.
Il 10% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
le protezioni fisse, in caso di apertura, restano correttamente unite alla macchina;
gli organi di azionamento e di arresto dei motori non sono collocati al di fuori delle
zone di pericolo; la loro manovra comporta rischi supplementari o posizioni
ergonomicamente scorrette;
non esistono manuali di istruzione in cui si specifichi come realizzare in modo
sicuro le distinte operazioni sulla macchina: messa a punto, funzionamento,
manutenzione e pulizia;
non esistono protezioni mobili in grado di eliminare il rischio di proiezione di
materiali.
Il 20% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
la rimozione delle protezioni mobili non sempre associata a meccanismi che
determinano larresto e impediscano la messa in marcia della macchina. Negli
interventi di bonifica contenuti nei documenti di valutazione sindica la necessit
di asservire tutte le protezioni mobili di microinterruttori di sicurezza che
interrompano il funzionamento della macchina o ne blocchino la messa in marcia,
in caso di apertura delle protezioni stesse;
i comandi di azionamento e di arresto di motori e macchine non sono sempre
chiaramente visibili mancando iscrizioni o pittogrammi chiari per la loro
identificazione da parte degli operatori.
Il 25% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
non esistono avvisi chiaramente visibili che fanno esplicito divieto di pulire, oliare,
ingrassare, riparare o registrare a mano gli organi e gli elementi delle macchine
durante il moto.
Il 5% dei documenti di valutazione dei rischi indica che:
non formalizzato un programma per gli interventi di manutenzione preventiva e
periodica di tutti i macchinari;
esiste il rischio di contatto accidentale con parti di macchine o attrezzature;
gli alberi delle macchine che sporgono dai supporti per pi di 1/4 del loro diametro
non sono adeguatamente protetti mediante custodia fissata su parti della
macchina non soggette a movimento;
non esistono protezioni mobili delle macchine;
non esistono protezioni regolabili che limitano laccesso alle zone di operazione in
lavori che esigono lintervento delloperatore nelle loro vicinanze;
linterruzione ed il successivo ritorno dellenergia elettrica non comporta il
riavviamento automatico della macchina.
106
8.4. Descrizione dei fattori di rischio connessi allimpiego di prodotti
chimici
Operazioni di finissaggio con prodotti chimici
Nel finissaggio vengono svolte varie operazioni che comportano lutilizzazione di
prodotti con potenziale rischio da esposizione a solventi o ad altre sostanze nocive:
pulitura e lavatura della scarpa: si utilizzano solventi o acqua passati sulla superficie
della scarpa;
coloritura bordi suole e tacco: applicazione di vernici realizzata a mano o con
pistola a spruzzo;
apprettatura, lucidatura: operazione realizzata impiegando vernicette, appretti o
lucidi spalmati a mano con limpiego di pennelli.
I prodotti possono essere classificati nel seguente modo:
appretti, vernici, lucidi, cere, ammorbidenti, ravvivanti, coloranti, tinture, ecc.: sono
prodotti perlopi a base di coloranti sintetici e resine sintetiche in emulsioni
acquose o disciolte in solventi appartenenti ai gruppi descritti per gli adesivi;
solventi tal quali per pulitura;
piccole quantit di adesivo nelloperazione di applicazione della tallonetta
allinterno della scarpa.
107
90%); n. 3 con presenza di 2-butanone impiegati per la pulitura di materiali in
gomma o plastica (percentuali variabili dal 10% al 20%); n. 1 costituito
unicamente da 2-butanone; n. 3 con presenza di metiletilchetone (percentuali
fino al 5%);
n. 2 con presenza di acetato di etile (percentuali fino al 40%);
n. 1 costituito unicamente da alcool etilico;
n. 2 contengono toluene in percentuale del 5%;
n. 2 contengono miscele di idrocarburi alifatici, aromatici e terpenici.
In altri prodotti viene dichiarata la presenza di acido cloridrico (percentuale del 10%),
di diclorometano (percentuale minore dell 1%) e del tricloroetilene (percentuale
minore del 2%), di didecilmetilammonio (percentuale del 4,5%) e isodecanoletossilato
(percentuale del 6%).
- Totale prodotti di pulitura in dispersione acquosa: n. 3
Prodotti a base di terpeni (estratti dalla buccia di agrumi) e tensioattivi.
- Totale appretti, vernici, lucidi, cere, ammorbidenti, ravvivanti, coloranti, tinture, ecc. in
dispersione acquosa: n. 24
Sono prodotti a base di cere naturali o sintetiche (polietileniche o acriliche)
contenenti additivi quali emulsionanti, saponificanti, antifermantativi e coloranti.
- Totale coloranti e ravvivanti per suole e tacchi in alcool: n. 5
Sotto laspetto della composizione, questi prodotti hanno le seguenti caratteristiche:
tutti contengono alcool etilico (percentuali dal 20% al 50%);
tutti contengono alcool isopropilico (percentuali dal 15% al 20%);
alcuni contengono metossipropanolo (percentuale del 3%), alcool benzilico
(percentuale del 3%), trementina (percentuale del 10%) e diidrossietiletere
(percentuale del 3%).
In relazione allutilizzo dei prodotti sopradescritti emergono le seguenti considerazioni.
La fase di finissaggio viene eseguita in tutte le ditte indagate impiegando:
prodotti di pulizia a base solvente: utilizzati in tutte le ditte, includono anche i
prodotti per operazioni di pulizia dei pennelli e delle attrezzature;
coloranti, tinte, vernici: utilizzati nel 25% delle ditte, vengono talvolta applicati a
spruzzo;
prodotti di rifinizione e ritocco: utilizzati nel 20% delle aziende indagate, includono
per il maggior numero prodotti coloranti in alcooli;
ammorbidenti: utilizzati nel 15% delle ditte;
emulsioni miste di cere naturali e sintetiche o dispersioni acquose di tensioattivi:
utilizzati nel 70% delle aziende nella fase di spazzolatura della scarpa.
108
8.6. Risultati dellindagine in riferimento allimpiego di prodotti meno
nocivi
Per quanto concerne la sostituzione dei prodotti a rischio elevato con altri a minor
rischio o privi di rischio, emergono le seguenti conclusioni:
nessun impiego di prodotti che riportano sulletichetta il simbolo Prodotto
Nocivo, ovvero tutti i prodotti osservati contengono miscele di isomeri dellesano
con un massimo del 5% di n-esano (D.M. 16/2/1993 - classificazione e disciplina
delletichettatura delle sostanze pericolose);
generalizzato impiego di prodotti che contengono percentuali sempre pi alte di
isoesano in sostituzione dellesano tecnico (contenente n-esano);
significativo impiego di prodotti a base dacqua per le operazioni di coloritura ed
apprettatura;
mediocre impiego di questi prodotti dispersi in acqua nelle altre operazioni (es.
impiego delle vernici allacqua per le suole);
lacetone costituisce il solvente di pulitura pi impiegato;
alcool etilico ed isopropilico costituiscono i solventi pi impiegati nei coloranti;
nessuna presenza di pigmenti contenenti cromo e piombo;
nessuna presenza di prodotti classificati come Xn o T perch contenenti etil e
metilglicoli;
nessun impiego di nastri biadesivi;
impiego limitato di prodotti che contengono toluene;
presenza in alcuni prodotti di tricoloroetilene e diclorometano.
109
Laspirazione nel 75% dei casi rappresentato da cabine (situazioni di applicazione a
spruzzo di vernice) e nel 25% dei casi da cappe a carboni attivi.
Gli addetti, per la precisione richiesta nelloperazione, sono spesso costretti ad
avvicinare notevolmente la calzatura al viso con conseguente maggior rischio di
esposizione a solventi.
Frequentemente le operazioni di coloritura, pulitura e lucidatura vengono realizzate nella
medesima area di lavoro sfruttando lo stesso sistema di captazione qualora predisposto.
110
nel restante 33% delle ditte, le condizioni risultano mediocri per bassa qualit dei
sacchi filtranti e/o per manutenzione insufficiente.
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di
finissaggio.
111
Mezzi di sollevamento o di trasporto
Nella maggior parte delle aziende, in particolare in quelle di piccole dimensioni, le
operazioni di carico e scarico delle merci, vengono effettuate manualmente. Gli
operatori di norma sollevano un numero massimo di sei confezioni.
Talvolta, per agevolare e velocizzare le operazioni di trasferimento delle merci
confezionate, gli operatori si avvalgono di muletti elettrici o, pi semplicemente, di
carrelli.
Timbratrici
Il rischio pi frequente legato allutilizzo di tale macchina rappresentato dalle lesioni
alle dita o alle mani per schiacciamento. Loperatore sinfortuna provocando
lazionamento accidentale del pedale di comando e la successiva discesa del blocco
mobile di timbratura.
9.3. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alla movimentazione dei
carichi
Risultano frequenti tra gli addetti gli episodi di lombalgia legati alleccessiva
sollecitazione della colonna vertebrale.
Si constata che:
le operazioni di carico e scarico vengono eseguite manualmente nel 29% dei casi;
con ausilio di carrello trasportatore nel 45%; con ausilio di muletto elettrico nel 8.5%;
e con ausilio di entrambi i mezzi nella restante quota percentuale, pari al 17.5%;
nel 70% dei casi le confezioni di calzature vengono accumulate a terra, per essere
successivamente caricate; nel 30% dei casi, le ditte hanno provveduto ad
organizzare scaffalature su cui ordinare la merce prima del carico.
Dai documenti di valutazione risulta che:
nel 35% delle ditte indagate i lavoratori non hanno ricevuto informazione e
formazione sui rischi da movimentazione di carichi;
nel 25% dei casi le scaffalature su cui viene riposta la merce non sono ancorate alle
pareti con rischio di ribaltamento e di investimento del personale;
nel 15% delle ditte non sono stati organizzati depositi con separazione del
materiale, attrezzati per limmagazzinamento, delimitati e segnalati.
112
9.4. Risultati delle osservazioni sui rischi connessi alle macchine
Lindagine svolta ha evidenziato che:
il 45% delle ditte utilizza la macchina timbratrice. Questa macchina risulta dotata di
copripedale per impedirne lazionamento accidentale nel 67% dei casi; alla
restante quota percentuale appartengono le timbratrici azionate manualmente.
Non sono emerse malattie professionali causate da rischi connessi alle operazioni di
magazzinaggio.
113
Se limmagazzinamento effettuato mediante pallets (bancali):
i bancali dovranno essere in buono stato di conservazione;
i carichi dovranno essere in buono stato di conservazione;
i carichi dovranno essere ben sicuri e fermi sui bancali;
dovranno essere adottate misure per evitare limpilamento diretto di bancali gi
carichi;
dovr essere previsto un limite massimo di carico per ogni pallets.
Se limpilamento effettuato mediante supporti:
le caratteristiche dei supporti dovranno essere tali da facilitare limmagazzinamento
e lutilizzo dei materiali impilati;
gli estremi degli elementi di forma lineare immagazzinati orizzontalmente devono
essere protetti.
Se limmagazzinamento sar effettuato mediante scaffalature:
le scaffalature dovranno essere stabili;
le scaffalature dovranno essere protette frontalmente contro possibili urti;
le scaffalature dovranno avere forma e caratteristiche di resistenza adeguate ai
materiali che si immagazzinano.
114
Bibliografia
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2005
a cura della Global Media System
Roma 06 52200552