Le Precipitazioni Intense in Piemonte PDF
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INTENSE IN
PIEMONTE
Distribuzione regionale delle piogge e
caratterizzazione statistica dei valori
estremi
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi
Autori:
ANALISI CLIMATICA DEGLI EVENTI PLUVIOMETRICI ESTREMI
Marzia Ciampittiello, Claudia Dresti, Helmi Saidi - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per lo Studio
degli Ecosistemi
Fotografie in copertina
Archivio Arpa Piemonte
Impaginazione
Marcopolo srl, Torino
ISBN 978-88-7479-124-8
Progetto cofinanziato:
STRADA
STRATEGIE DI ADATTAMENTO
AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
PER LA GESTIONE DEI RISCHI
NATURALI NEL TERRITORIO
TRANSFRONTALIERO
INDICE
Introduzione..........................................................................................................5
1. Analisi climatica degli eventi pluviometrici estremi...............................7
1.1. Obiettivi.................................................................................................................................... 7
1.2. Raccolta di dati........................................................................................................................ 8
1.2.1 Stazione di Pallanza........................................................................................................ 8
1.2.2 Bra..................................................................................................................................... 9
1.2.3 Vercelli............................................................................................................................ 10
1.2.4 Digitalizzazione............................................................................................................. 11
1.3. Metodologia........................................................................................................................... 13
1.3.1. Indici di eventi estremi............................................................................................... 14
1.3.2 Test di Mann-Kendall................................................................................................... 14
1.3.3. Peaks-Over-Threshold (POT).................................................................................... 15
1.4. Analisi dei risultati................................................................................................................ 16
1.4.1 Massimi annuali............................................................................................................ 16
1.4.2 Massimi stagionali........................................................................................................ 17
1.4.3 Indicatore di frequenza................................................................................................ 17
1.4.4 Indicatore di intensit.................................................................................................. 18
1.4.5 Peaks over threshold..................................................................................................... 19
1.5 Conclusioni............................................................................................................................. 22
Bibliografia.........................................................................................................50
Capitolo 1...................................................................................................................................... 50
Capitolo 2...................................................................................................................................... 51
Capitolo 3...................................................................................................................................... 52
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Introduzione
I prolungati periodi siccitosi intercalati da intensi eventi alluvionali che si sono verificati nelle Alpi
occidentali negli anni recenti, unite alle previsioni dei modelli climatologici riguardo allaumento della
probabilit di eventi estremi (alluvioni e siccit) nellarea Mediterranea, inducono a studiare attenta-
mente la climatologia delle precipitazioni. La ricerca di trend nelle serie storiche di eventi estremi
pertanto diventata un tema di particolare interesse, sia perch la loro presenza potrebbe rappresentare
un segnale del cambiamento climatico in atto, sia perch la conoscenza dellevoluzione nel tempo pu
diventare uno strumento di supporto nella definizione di possibili scenari futuri, nella pianificazione
e nella gestione delle risorse di un territorio.
Al fine di fornire un contributo nella comprensione di questi fenomeni nel presente studio si
provveduto a ricostruire lunghe serie temporali di precipitazioni brevi ed intense disponibili sul terri-
torio del Piemonte attraverso il recupero e la raccolta dei dati cartacei, la loro digitalizzazione e vali-
dazione; su queste serie temporali sono poi state applicate tecniche di analisi statistica per verificare il
comportamento nel tempo degli eventi piovosi estremi.
Sulla base dei risultati ottenuti si poi potuto affrontare il tema dellaggiornamento dellatlante
delle precipitazioni intense assumendo che le serie delle precipitazioni massime annue fossero sostan-
zialmente stazionarie.
Il primo atlante regionale per la determinazione delle linee segnalatrici di possibilit pluviome-
trica veniva realizzato nel 1998 nellambito di due programmi Interreg di cooperazione interregionale
Italia-Francia ed Italia-Svizzera utilizzando le misure di precipitazione rilevate tra il 1928 e il 1985
dalle stazioni meccaniche dal Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN). Lo sviluppo di
reti meteorologiche automatiche avvenuto negli ultimi 20 anni consente oggi di disporre di uninfor-
mazione pluviometrica di maggior dettaglio spazio-temporale rispetto al passato. A partire dagli anni
90 infatti sono nate nuove reti di rilevamento regionali costituite da strumenti automatici che via via
si sono espanse andando ad integrare o sostituire gli stumenti meccanici generalmente obsoleti del
SIMN. Nel 2002, con il trasferimento delle competenze del SIMN alle Regioni, si definitivamente
consolidato il processo di ammodernamento della rete di misura che oggi costituita da strumenti
automatici in grado di fornire misure in tempo reale e con un elevato dettaglio temporale.
Nel presente studio si quindi valutata la possibilit di unire serie di dati di precipitazione acqui-
site da due differenti reti pluviometriche attive sul territorio in tempi diversi (strumenti meccanici ed
automatici), analizzando le differenze tra queste due fonti di informazione attraverso un confronto in
26 localit in cui si disponeva di un periodo di contemporaneo funzionamento.
Poich per oltre il 50% dei siti analizzati non risultato possibile unire le serie, si optato per
utilizzare un nuovo metodo operativo di ricostruzione spazio-temporale delle precipitazioni estreme
consistente nella ricostruzione mediante kriging dei valori massimi annui per ogni anno di osserva-
zione.
Il metodo, denominato kriging sequenziale, stato applicato alle serie di precipitazioni estreme
con durate 1-24 ore consentendo di stimarne le serie storiche ed i parametri della relazione intensit-
durata-frequenza su un grigliato regolare che copre lintero Piemonte. La relazione stimata localmente
poi stata estesa al campo delle durate sub-orarie introducendo una relazione compatibile con il com-
portamento reale delle precipitazioni nel campo delle durate inferiori allora. Nel complesso il metodo
fornisce, per ciascun punto griglia, tre parametri per la caratterizzazione della curva intensit-durata.
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
La disponibilit di serie storiche ricostruite in modo omogeneo nel tempo e nello spazio ha permesso
di aggiornare latlante delle precipitazioni e potr consentire ulteriori approfondimenti sulla distribu-
zione dei quantili per diversi periodi di ritorno.
Latlante regionale con cui determinare le linee segnalatrici di possibilit pluviometrica riveste
una grande importanza in numerosi problemi di ingegneria, quali ad esempio la progettazione di in-
terventi di opere idrauliche e di difesa del territorio oltre che nelle attivit di monitoraggio del Centro
Funzionale per caratterizzare la magnitudo delle precipitazioni in corso e valutarne i possibili effetti.
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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1.1. Obiettivi
I cambiamenti climatici e le conseguenti variazioni ambientali interessano oggi non solo la ricerca
scientifica, ma suscitano anche vivo interesse in ambito politico ed economico, a causa della crescente
incidenza che possono avere sulla qualit della vita. Gli impatti di tali cambiamenti sul territorio e
sulle risorse ambientali si presume possano essere di varia natura. Essi possono essere sintetizzati nella
riduzione della disponibilit di risorse idriche, nel deterioramento della qualit dei suoli, nellincre-
mento dei processi erosivi e nellaumento del rischio di alluvioni.
A questo proposito nel 1988 stato costituito lIntergovernmental Panel on Climate Change
(IPCC), allo scopo di valutare le informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche relative alla
comprensione del cambiamento climatico indotto dalluomo, dei potenziali impatti dei cambiamenti
del clima e le possibili forme di mitigazione degli stessi. Lo scenario climatico previsto dallIntergo-
vernmental Panel on Climate Change (IPCC) per il XXI secolo (IPCC, 2012) molto preoccupante;
maggiore frequenza degli eventi estremi, lunghi periodi siccitosi, diminuzione considerevole delle
precipitazioni estive e incremento dellintensit degli eventi brevi ed intensi, sono le tendenze mete-
orologiche attese e gi riconosciute in diverse aree del globo, tra cui lEuropa (Alpert et al., 2002). Gli
eventi caratterizzati da forti precipitazioni che vedranno aumentata la loro frequenza, faranno aumen-
tare il rischio di inondazioni (IPCC, 2007).
La situazione italiana per il futuro incerta e fortemente variabile e necessita di attenzione. Studi
recenti (Brunetti et al., 2002; 2004) hanno dimostrato che negli ultimi 50 anni, le condizioni climati-
che si sono evolute secondo i seguenti pattern:
il numero di giorni piovosi diminuito di circa il 14%, mentre le precipitazioni totali hanno
subito un decremento stimato in 47 mm/100 anni per il nord e in 104 mm/100 anni per il sud;
a livello stagionale si riscontra che la riduzione dei giorni piovosi molto pi elevata in inverno
rispetto alle altre stagioni;
sempre a livello stagionale, si riscontra una tendenza allaumento dellintensit delle precipita-
zioni e ad una diminuzione della loro durata, soprattutto in inverno;
aumentato il numero degli eventi estremi;
in particolare, sul nord dellItalia (Brunetti et al., 2000) lincremento dellintensit delle pre-
cipitazioni provoca un aumento della percentuale di precipitazione giornaliera (PG) se ci si
riferisce a classi di precipitazioni molto alte (25mm <PG< 50mm e PG>50mm), e ad una dimi-
nuzione di quelle di classi inferiori (0mm<PG<2.5mm e 2.5mm<PG<12.5mm).
A scala regionale, per il Piemonte (Bovo e Pelosini, 2007), si pu sottolineare una debole tenden-
za statisticamente significativa allincremento della lunghezza media e massima dei periodi secchi.
Un trend positivo nelle temperature estive ed unassenza di trend nelle precipitazioni, implicano un
aumento di condizioni di aridit nellarea in esame. In Piemonte le tendenze delle analisi statistiche
delle precipitazioni sono molto deboli e non significative.
La ricerca di trend nelle serie storiche di eventi estremi pertanto diventata un tema di parti-
colare interesse ed a tale fine si provveduto alla raccolta delle serie storiche di precipitazioni brevi
ed intense e al recupero di dati cartacei e allapprofondimento delle tecniche e dei metodi di analisi
statistica per gli eventi piovosi estremi e per le lunghe serie temporali.
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1 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Queste stazioni sono state selezionate tra quelle caratterizzate da un lungo periodo di funziona-
mento (superiore a 40 anni) e quelle dotate di misurazione pluviografica.
Per ciascuna stazione si sono cercate informazioni circa la tipologia di strumenti utilizzati nel
tempo, eventuali cambiamenti nella loro posizione, o del tipo di strumento, visto lelevato numero di
anni da analizzare; questo al fine di interpretare al meglio i dati digitalizzati, valutando se cambiamenti
nel trend o nelle caratteristiche pluviometriche dellarea, siano dovute ad un effettivo cambiamento
climatico o invece alleffetto dei cambiamenti strumentali avvenuti negli anni.
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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La posizione della stazione automatica, non si discosta di molto da quelle poste nel tempo, sulla
torretta, se non per la quota:
Latitudine 45 55 25 N
Longitudine 8 32 50 E
Quota 202 m s.l.m.
Dal 1996 la stazione meteorologica automatica di Pallanza entrata a far parte della rete meteo
idrografica regionale.
Durante il periodo relativo alla digitalizzazione dei dati di pioggia, dal 1951 al 1991, la stazione
sempre rimasta nella stessa posizione e si sono avuti due cambi di strumento, a diversa sensibilit.
1.2.2 Bra
La stazione di Bra (CN) presente da lungo tempo ed ha al suo attivo un lungo periodo continuo
di osservazioni termo-pluviometriche, dal 1862, ed posta allOsservatorio Museo Civico Craveri
(Cortemiglia, 1999). Nel tempo la stazione termo-pluviometrica ha subito alcuni spostamenti sia in
quota che in direzione orizzontale, riassunti nella tabella 2. Per quanto riguarda il periodo di interes-
se dellanalisi statistica condotta, ovvero dal 1933 al 2003 la stazione ha subito un solo spostamento
altitudinale.
Il pluviometro della stazione era inizialmente installato sopra il tetto della residenza Craveri a
10,87 metri dal suolo, ed era costituito da un cilindro del diametro di 0,357 cm con fondo collegato
con un tubo di piombo alla sottostante stanza, destinata a laboratorio; le osservazioni venivano effet-
tuate alle ore 10:00 (Cortemiglia, 1999).
Tab. 2. Posizioni dellOsservatorio Museo Civico Craveri dal 1859 ad oggi per quanto riguarda i rilievi pluviometrici (Cortemiglia, 1999).
Dal 1/12/1932 al 31/12/1971 la stazione meteorologica si trovava nella cosiddetta specola, ovvero
un terrazzo sul tetto, realizzato in posizione soprastante alla precedente in cui si trovavano un termo-
metro per la misura delle minime, un termometro per la misura delle massime, uno psicrometro, un
barometro, un pluviometro ed un anemometro. La strumentazione posta in questa torretta presentava
unaltezza sul suolo di 13 metri e le letture venivano eseguite alle ore 19:00. (Cortemiglia, 1999).
Dall11 marzo del 1972 la strumentazione di rilevamento dei dati venne trasferita in una capan-
nina meteorologica, sistemata nel sottostante giardino, con gli strumenti posti ad unaltezza di 1,5 m al
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suolo, mantenendo la stessa metodologia di acquisizione delle temperature adottata dal 1 gennaio del
1961, mentre, per la quantit di pioggia giornaliera, lorario di inizio registrazione fu portato alle ore
9:00 (Cortemiglia, 1999). In questa posizione rimasta fino al 2003. Nel 1993 ARPA Piemonte ha instal-
lato una stazione meteorologica automatica nel giardino dellOsservatorio, in prossimit della stazione
meccanica; alla sua dismissione la stazione automatica, di fatto ha sostituito la vecchia strumentazione,
continuando ad oggi la raccolta dei dati meteorologici. Per quanto riguarda il periodo di digitalizzazione
dei dati (1933-2003), la stazione ha subito un solo spostamento, sia in quota che in direzione orizzontale.
1.2.3 Vercelli
Le prime osservazioni meteorologiche nellarea del vercellese furono proposte dai medici dellOspeda-
le Maggiore nel 1853 e hanno inizio, anche se in modo irregolare nel 1855; dal 1871 al 1909 si hanno
informazioni sulla presenza di osservazioni regolari, interrottesi per in questa data. Successivamente
dal 1927 vennero riprese le rilevazioni meteorologiche, ad opera dellUfficio Idrografico del Po, presso
il Liceo Ginnasio Lagrange situato a circa 400 metri a Est dellOspedale Maggiore. Nel 1932 fu instal-
lato un vero e proprio Osservatorio Meteorologico a Villarboit, 15 km a Nord-Nord-Ovest da Vercelli,
dove fu costruita appositamente una torretta per le osservazioni, elevata di circa 10 metri dal piano
campagna. Nel 1940 gli strumenti furono trasferiti da Villarboit alla Cascina Boraso, posta a quota
134 m s.l.m. e a circa 3 km da Vercelli, in aperta campagna. Gli strumenti utilizzati a Cascina Boraso
sono gli stessi utilizzati nella sede di Villarboit, sistemati alle stesse altezze dal suolo e nelle stesse po-
sizioni; dal 1940 la stazione non stata pi spostata, fino al 2003 data della sua dismissione. Le misure
pluviometriche dellOsservatorio Meteorologico sono state condotte attraverso un pluviografo SIAP e
controllate con un pluviometro totalizzatore giornaliero (Mercalli, 2004 e Cat Berro et al., 2004). Una
sintesi degli spostamenti della stazione meteorologica riportata in tabella 3.
Tab. 3. Stazioni metereologiche di Vercelli dal 1871 al 2004 (Cat Berro et al., 2004).
Nel luglio 1993, a circa 1 km a Est della Cascina Boraso, alla periferia Ovest di Vercelli, stata in-
stallata una stazione meteorologica automatica, afferente alla rete Regionale e di competenza di ARPA
Piemonte, che misura la temperatura dellaria, le precipitazioni, lumidit, il vento e la radiazione sola-
re. Alla dismissione della stazione dellUfficio Idrografico ad oggi, questa nuova stazione automatica
che continua le rilevazioni meteorologiche, avendo verificato negli anni di sovrapposizione lomoge-
neit delle sue misure con quelle effettuate dalle precedenti.
I pluviogrammi digitalizzati per questa stazione, ovvero per gli anni 1927-2003 sono quelli deri-
vati dalla stazione dellUfficio Idrografico del Po, posta al Liceo Lagrange fino al 1939 e successivamen-
te, dal 1940, quelli della stazione a Cascina Boraso; quindi, la stazione di osservazione utilizzata stata
spostata una sola volta durante il periodo per il quale si sono digitalizzati e analizzati i dati.
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1.2.4 Digitalizzazione
Dallanalisi dei dati digitalizzati, per quanto riguarda le piogge di breve durata, per tutte e quattro le
stazioni oggetto di studio, non si sono rilevate particolari influenze o effetti dovuti al cambiamento
nella posizione o nel sito della stazione di misura, o della sensibilit strumentale.
Il recupero dei dati cartacei disponibili per le quattro stazioni riportate in tabella 1, quindi stato
effettuato attraverso la loro digitalizzazione e validazione, al fine di ottenere lunghe serie continue di
dati di pioggia a passo temporale elevato.
Sono stati utilizzati programmi adatti alla conversione dei dati di pioggia da un formato cartaceo
a un formato digitale per recuperare in tempi rapidi la grande quantit di informazioni registrate sui
pluviogrammi.
I programmi utilizzati per la lettura automatica sono:
GetData Graph Digitizer (http://getdata-graph-digitizer.com)
Plot2Data: Software sviluppato dal CNR-ISAC per la digitalizzazione automatica di serie tem-
porali registrati su cartogrammi (Leonardi et al., 2006).
Tutte quelle strisce che per diversi motivi non potevano essere lette in modo automatico con nes-
suno dei due software scelti, sono state lette manualmente; ad esempio non stato possibile leggere
quelle non ben conservate, o che hanno presentato tracce di muffa oppure quelle con linee scolorite
dal tempo.
Sono stati riscontrati diversi tipi di modelli cartacei, tra cui:
Modello1: foglio settimanale, pluviografo a bascula con tic di 0,2 mm fondo scala 10 mm con
inversione del senso di tracciamento (Fig. 1).
Modello2: foglio singolo con durata variabile, pluviografo a bascula con tic di 1 mm, scala oriz-
zontale illimitata (entro il limite della carta), ritorno della penna ogni 24 ore con inversione del
senso di tracciatura (Fig. 2).
Modello3: foglio settimanale, avanzamento costante, fondo scala 10 mm con ritorno veloce
della penna a zero (Fig. 3).
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Sono stati riscontrati diversi fattori limitanti nella digitalizzazione dei dati:
la conservazione del supporto cartaceo rappresenta un fattore critico. Con il passare degli anni,
la carta si impolvera e si rovina, mentre le tracce sbiadiscono e diventano sempre meno leggibili;
a volte lo stato di conservazione di questo supporto non consente neanche la lettura ad occhio
del valore di precipitazione;
in alcuni casi le tracce presentano vuoti maggiori di due ore (settimanali in un cartogramma);
alcune tracce sono confuse con altre, a volte con i segni delloperatore e, si nota la presenza di
molti spot (macchie) ad esempio di inchiostro e/o di muffa;
inoltre si sono trovati casi di saturazione, ovvero segni vicinissimi di salita e discesa del pennino
sulla carta; fotocopie di pessime qualit, grandi macchie e doppie tracce (Fig. 4a-d);
in tutti questi casi il software automatico di lettura (Plot 2Data) non in grado di restituire va-
lori corretti e coerenti e risulta necessaria una lettura manuale.
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1.3. Metodologia
La scelta della metodologia di analisi dei dati digitalizzati, stata fatta dopo una ricerca bibliografica
approfondita. LOrganizzazione Mondiale di Meteorologia (OMM o WMO) distingue le variazioni a
lungo termine in due grandi categorie o classi (Apadula e Cortesi, 2009), in altre parole in trend e in
change point. I segnali della prima classe si riferiscono a mutamenti caratterizzati da una graduale
crescita o decrescita del valor medio e/o della varianza, mentre quelli della seconda riguardano cam-
biamenti bruschi e permanenti di tali grandezze.
Le finalit del lavoro di analisi sono state quelle di individuare e valutare le eventuali variazioni
climatiche di alcuni aspetti specifici dei fenomeni piovosi, con particolare riguardo alle precipitazioni
molto intense, e di mettere in luce se i fenomeni di precipitazioni estreme siano aumentati nel corso
degli ultimi anni sia per quanto riguarda la frequenza degli eventi sia per quanto riguarda la loro in-
tensit.
Con il termine di trend si intende un andamento non stazionario privo di irregolarit accidentale,
che si evidenzia quando si considerano serie lunghe di dati. Il trend viene generalmente rappresentato
con una funzione matematica di tipo semplice, come, ad esempio, un polinomio o una funzione espo-
nenziale nel tempo.
In tutte le serie temporali sono sempre presenti delle irregolarit, di segno positivo e negativo
rispetto alla media del fenomeno, che sembrano prodotte da un comportamento di tipo aleatorio. Tale
componente si chiama casuale (Claps, 2002) ed assomma in s gli elementi di incertezza (o aleatoriet)
che caratterizzano i fenomeni naturali.
Esistono varie tecniche matematico/statistiche che permettono di valutare al meglio eventuali
trend di lungo periodo per gli eventi estremi; tra tali tecniche la scelta ricaduta sul test di Mann-
Kendall per la stima del livello di significativit del trend.
Tutte le serie storiche acquisite dopo la fase di digitalizzazione sono state analizzate con il test
non parametrico di Mann-Kendall, come descritto da Sneyers (1990), per individuare la presenza di
eventuali trend ed stato anche studiato il comportamento stagionale e annuale degli eventi estremi.
Il primo punto che stato necessario chiarire la definizione di ci che costituisce un evento
estremo: tale definizione risulta complessa in ambito scientifico, in quanto allinterno di categorie di
ragionamento tendenzialmente oggettive, un evento estremo pu essere selezionato in base o al supe-
ramento di una certa frequenza, o intensit o soglia oppure rispetto agli impatti fisici previsti (Ntegeka
e Willems, 2008). In sostanza, tale definizione dipende dalla finalit duso con cui si valuta levento
estremo, soprattutto in ambito di progettazione e programmazione.
Volendo dare una definizione pi completa di un evento estremo, si pu utilizzare quella del
Long Term Ecological Research Network (LTER) degli Stati Uniti (Apadula e Cortesi, 2009), secondo
la quale gli eventi estremi sono fenomeni rari nella frequenza, intensit e/o durata, per una singola
variabile o per una combinazione di grandezze meteorologiche, in un particolare ambiente e/o ecosi-
stema. La capacit di riconoscere e di individuare gli eventi estremi quindi fortemente dipendente
dalla lunghezza e dallaffidabilit delle serie osservative di variabili meteorologiche a disposizione.
Per poter quindi identificare ed isolare gli eventi estremi avvenuti durante gli anni di osservazione
analizzati, si sono utilizzati due indicatori di tali eventi: a) lindicatore di frequenza e di intensit e b) i
picchi oltre la soglia (POT Peaks Over Threshold).
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u(t) =
[t E(t)]
var(t)
Il test verifica lipotesi nulla (H0) di assenza di tendenza, associando ai valori di u(t) ricavati per
ciascuna serie, un valore di probabilit a1 che rappresenta proprio la significativit dellipotesi nulla:
1 = P ( u > u(t) )
La verifica della presenza di una tendenza avviene quindi in maniera indiretta, per rifiuto del-
lH0, quando la significativit a1 della serie esaminata risulta inferiore alla soglia di accettazione a0
(a1 < a0), assunta in questo caso pari a 0,05. La direzione del trend, negativa o positiva, viene data
dal segno delle variabili u(t).
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ca, il metodo che stato adottato per la scelta di questa soglia parte dalla stima dei due parametri della
distribuzione GPD per diversi valori di essa, e arriva ad osservare landamento della distribuzione, cos
da stabilire se il valore soglia scelto corretto oppure no.
I suddetti parametri presenti nellespressione che definisce la GPD sono:
1) il parametro di scala che rappresenta la dispersione della distribuzione
2) il parametro di forma.
Questi due parametri sono stati stimati usando il metodo degli L-moments (Hosking JRM and
Wallis JR. 1997).
Le elaborazione sono state effettuate tramite lo strumento di statistica: R Development Core Team
(http://www.r-project.org/).
Come indicato in precedenza, sono stati adottati diversi indici per lanalisi delle lunghe serie storiche
di precipitazioni, dato che non esiste un indice unico in grado di verificare e descrivere in modo com-
pleto i cambiamenti nelle serie temporali di eventi estremi. Le stagioni sono state definite secondo la
definizione standard: inverno (dicembre, gennaio, febbraio), primavera (marzo, aprile, maggio), esta-
te (giugno, luglio, agosto), autunno (settembre, ottobre, novembre). Per ogni stazione pluviometrica
sono stati calcolati i diversi indici per la valutazione degli eventi estremi e ciascun indice poi stato
sottoposto al test statistico di Mann-Kendall.
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Fig.6. Media mobile di 5 anni del valore massimo di precipitazione primaverile per la stazione di Bra: durata (sx) 3 ore (b)
e 6 ore (dx) 12ore
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Fig. 7. Media mobile di 5 anni dellindicatore di frequenza per le precipitazioni di durata 3ore: Bra (sx), Lombriasco (dx)
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La figura 10 mostra lesame diagnostico, rappresentato dal grafico, del modello GPD adottato. Si
pu notare che in questo caso la soglia scelta sembra appropriata.
La tabella 5 mostra le soglie selezionate per la stazione di Vercelli e per le diverse durate temporali
utilizzate per le analisi. Questi valori rappresentano il punto di partenza per il calcolo della serie POT
per ogni scala temporale.
Tab. 5. Esempio di soglia oltre la quale sono state calcolate le serie POT: stazione di Vercelli.
Le serie POT estratte dai dati di precipitazione raccolti nelle diverse stazioni con alta risoluzione
(5, 10, 15, 20, 30 minuti e 1, 2, 3, 6, 12 ore) sono state utilizzate per produrre curve di crescita attraver-
so una distribuzione dei valore estremi (GPD nel nostro caso).
stato quindi fatto un confronto tra le curve di crescita generate dalle serie POT, ricavate dalla
lunga seria storica, e quelle che fanno riferimento agli ultimi venti anni.
Esaminando la curva di crescita si visto che essa si accentuata ed i recenti eventi di precipita-
zione brevi ed intensi sono aumentati nel corso degli ultimi venti anni (1984-2003), rispetto alla serie
storica esaminata (1927-2003 per quanto riguarda Vercelli), nel caso di una scala temporale minore
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di unora. Questo andamento molto pi evidente nella stazione di Lombriasco (Fig.11) rispetto alla
stazione di Vercelli (Fig. 12).
Pi la scala temporale diventa grande, ovvero maggiore la durata degli eventi, pi questi, rispet-
to agli ultimi venti anni, cominciano ad avvicinarsi agli eventi ricavati per la serie storica utilizzata,
fino ad arrivare a una scala di 12 ore, dove si nota un decremento di questi eventi recenti rispetto al
passato (Fig. 13).
Fig. 11. Cambiamento negli eventi estremi rispetto agli ultimi venti anni: stazione di Lombriasco per durate: 5 min (sx) e 10 min (dx)
Fig. 12. Cambiamento negli eventi estremi rispetto agli ultimi venti anni: stazione di Vercelli per durate: 5 min (sx) e 10 min (dx)
Fig. 13. Diminuzione degli eventi estremi rispetto agli ultimi 20 anni: stazione di Vercelli (sx) e Bra (dx) per durate di 12 h.
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1.5 Conclusioni
La parte iniziale del lavoro stata quella di raccogliere le serie storiche attraverso la digitalizzazione
dei dati dal formato cartaceo; si poi proceduto alle analisi statistiche sulle serie temporali ottenute,
con dettaglio orario e sub-orario dove possibile, al fine di analizzare landamento degli eventi di breve
durata e forte intensit, che giocano un ruolo fondamentale nei processi di instabilit di versante, nella
formazione delle colate detritiche, nelle piene improvvise e nella globale gestione della risorsa idrica
e del territorio.
Le analisi dei trend degli eventi estremi, eseguite usando il test di Mann-Kendall e il calcolo di
alcuni indici di eventi climatici estremi, hanno dato i seguenti principali risultati:
su base annua, la precipitazione massima annuale stazionaria per tutte le stazioni studiate e
per tutte le durate eccetto per la stazione di Bra, dove stato registrato un aumento con una
scala temporale di 12 ore;
su base stagionale, si rilevata una crescita delle precipitazioni intense primaverili per le stazio-
ni di Lombriasco e Bra, stazioni abbastanza vicine tra loro rispetto alle altre due;
nella maggior parte dei casi, il segno positivo del trend dellindice di intensit estrema, corri-
sponde alla tendenza del massimo primaverile;
per la stazione di Pallanza lunica scala temporale che presenta un incremento significativo
quello di trenta minuti per quanto riguarda lindice di intensit. Questo dovuto al fatto che si
verificato che gli eventi intensi in questa zona, sono generalmente molto brevi in termine di
durata;
le stazioni di Bra e Lombriasco sono quelle con tendenze simili per quanto riguarda lindicatore
di frequenza, probabilmente legato alla vicinanza geografica delle due stazioni;
lunica tendenza al decremento stata registrata nella stazione di Bra per le precipitazioni di
durata di unora.
Le serie POT estratte dai dati di precipitazione raccolti nelle diverse stazioni sono servite alla
stima della curva di crescita per ogni stazione e per ogni scala temporale. Le curve cos ottenute
mostrano che gli eventi brevi di precipitazione sono aumentati nel corso degli ultimi venti anni per
scale temporali basse, ovvero da 5 a 60 minuti. Pi la scala temporale aumenta, per, pi questi eventi
risultano diminuire rispetto al passato.
22
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
2
2.1. Obiettivi
I dati di precipitazioni in Piemonte sin dallinizio del secolo scorso sono stati raccolti da stazioni di
misura in parte automatiche ed in parte meccaniche gestite dal Servizio Idrografico e Mareografico
Nazionale SIMN, costituito nel 1913, e pubblicati in Annali Idrologici. Ragioni di innovazione tec-
nologica e di economicit, hanno portato alla progressiva dismissione degli strumenti di misura gestiti
dal SIMN, ormai obsoleti, con strumenti pi moderni, completamente automatici ed elettronici, in
grado di fornire misure in tempo reale con elevato dettaglio temporale.
A partire dal 1988 presente sul territorio piemontese una rete meteoidrografica automatica,
gestita inizialmente dai Servizi Tecnici di Prevenzione della Regione Piemonte e, dal 2003, da ARPA
Piemonte. Sono pertanto disponibili dati di pluviometria dagli inizi del secolo scorso, ma provenienti
dalle due diverse reti di monitoraggio meteorologico: la rete SIMN, con dati rilevati fino al 2002 e la
rete delle stazioni automatiche dellArpa Piemonte, che forniscono informazioni a partire dal 1987.
La rete automatica in telerilevamento risulta oggi costituita da circa quattrocento stazioni di misura.
Al fine di poter effettuare raffronti e valutazioni, oggi molto attuali per la definizione del cam-
biamento climatico, di trend e scenari futuri, che si avvalgano di tutte le misure disponibili a partire
dagli inizi del secolo scorso, necessario esaminare lomogeneit delle serie di misure acquisite dopo i
cambiamenti di strumentazione e, per alcuni casi, di sito.
Si posta cos la questione relativa alla valutazione della correttezza di unire serie di dati consecu-
tive nel tempo ma provenienti da strumentazioni diverse. A tal fine, sono state ricercate e individuate
localit sul territorio regionale, nelle quali fossero presenti in contemporanea sia le stazioni meteo-
rologiche manuali che quelle automatiche in modo da analizzare limpatto, dovuto alla variazione di
strumentazione e di sito, sulle misure acquisite.
Sulle localit, distribuite nel modo pi omogeneo possibile sul territorio regionale, stato effet-
tuato un confronto tra le misure acquisite dalle due differenti strumentazioni, nel periodo di sovrap-
posizione delle registrazioni.
Attraverso questo confronto, sono state individuate le coppie di stazioni idonee al collegamento
delle due serie per le analisi climatiche sullintero periodo coperto dalle misure strumentali.
Per il confronto dei dati della rete del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, di seguito
indicata come SIMN, con quelli della rete ARPA Piemonte sono state individuate 26 localit, in cui
hanno funzionato contemporaneamente stazioni meteorologiche di entrambe le reti, dotate di uno
strumento per la registrazione delle precipitazioni, e di cui si hanno periodi di sovrapposizione tra le
misure (Tab. 1, Fig. 1).
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2 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Tab. 1. Localit per le quali stato svolto il confronto tra le serie di dati di precipitazione del SIMN e dellARPA: quota delle due
stazioni (m s.l.m.), differenza altimetrica assoluta tra di esse (m), loro distanza (m) e periodo di sovrapposizione tra le misure.
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
2
Fig. 1. Localit in cui stato svolto il confronto dei dati di precipitazione tra le stazioni meteorologiche SIMN e quelle ARPA.
Prima di affrontare lo studio sul confronto tra i dati, lattenzione stata rivolta alla caratterizzazione
degli strumenti utilizzati dalle due reti, mettendo in evidenza le differenze di strumentazione, di me-
todi di registrazione ed acquisizione del dato.
Le stazioni SIMN sono di tipo meccanico e richiedono la presenza di un rilevatore per la raccolta
dei dati. In una sola stazione (Piedicavallo) presente un pluviometro standard (misurazione manuale
giornaliera), mentre nelle restanti centraline sono installati pluviografi registratori: la registrazione av-
viene su diagrammi cartacei, ritirati a cadenza settimanale e letti per la trascrizione manuale dei valori
che richiedono una manutenzione settimanale per il cambio della carta diagrammale.
Nel caso delle misure dellARPA Piemonte, il principio di funzionamento del pluviometro il
medesimo di quello delle stazioni SIMN (vaschette basculanti). Lacquisizione delle misure avviene in
teletrasmissione da stazioni automatiche.
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2 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Fig. 2. A sinistra foto del pluviografo utilizzato dal Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, SIMN; a destra foto del pluviometro
utilizzato dallARPA Piemonte nella stazione di Varallo Sesia.
I dati acquisiti dalle due reti di rilevamento possono essere affetti da errori di tipo diverso a causa
delle differenze strumentali. Quelli della rete manuale possono contenere errori di acquisizione, legati
alla strumentazione, errori nella fase di trascrizione manuale dei dati e nel successivo passaggio degli
stessi dal formato cartaceo a quello digitale.
I dati di ARPA, invece, possono contenere errori di acquisizione, generalmente individuati trami-
te un controllo automatico che attribuisce un flag di validazione a ciascun valore.
26
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
2
Al fine di individuare eventuali anomalie nella registrazione della variabile durante gli anni di
funzionamento e reperire informazioni dettagliate sulle centraline stata effettuata unaccurata ricerca
storica sulle stazioni meteorologiche appartenenti ai due Enti.
Successivamente per ogni localit selezionata stata creata una scheda tecnica con ubicazione
delle stazioni meteorologiche, bacino di appartenenza, quota, differenza di quota, distanza tra le sta-
zioni, periodi di funzionamento ed anni di sovrapposizione delle misure. Inoltre la posizione delle
stazioni meteorologiche di ciascun sito visualizzabile anche su cartografie a diverso dettaglio, mentre
la documentazione fotografica completa il quadro delle informazioni raccolte. A titolo desempio sono
riportate le schede tecniche delle stazioni di Vercelli (Tab. 2, Fig.3 e 4) e di Bra (Tab. 3, Fig.5 e 6).
Fig. 4. A sinistra: stazione meteorologica SIMN di Vercelli; a destra: stazione meteorologica ARPA Piemonte di Vercelli.
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2 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Fig. 5. Carta della localizzazione delle due stazioni meteorologiche di Bra (CN).
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
2
Fig. 6. A sinistra: stazione meteorologica SIMN di Bra; a destra: stazione meteorologica ARPA Piemonte di Bra.
In accordo con la letteratura scientifica nazionale (Biancotti, 1990) ed internazionale (Wijngard, 2003),
il confronto tra le serie di dati di precipitazione stato svolto sui totali mensili, per ovviare al fatto che
il valore di precipitazione giornaliera spesso nullo, essendo la pioggia una grandezza discontinua.
Nel calcolo dei totali mensili sono stati presi in considerazione soltanto i mesi con la registrazione
di almeno l80% dei dati giornalieri (Klein Tank, 2002; Gokturk et al., 2008). I valori ottenuti per le due
serie sono stati confrontati tra di loro, calcolandone il rapporto:
Pmensile [SIMN]
R=
Pmensile [ARPA]
Dalla serie dei rapporti sono stati esclusi i valori estremi, eliminando le code della distribuzione
che risultano inferiori al 2 percentile e superiori al 98 percentile. La definizione di percentile per-
mette di stabilire la percentuale di valori al di sotto di una certa soglia e anche la percentuale tra le
due soglie. I valori compresi tra il 2 e il 98 percentile corrispondono al 96% dei valori scartando in
questo modo solo il 4% dei dati corrispondenti ai valori estremi posizionati nellestremit delle code
della distribuzione (Wilks, 2006).
Alle serie ottenute sono stati applicati i test statistici di Student e di Kolmogorov-Smirnov che,
richiedendo la presenza di un minimo di trentasei valori nella serie, hanno ridotto a venti il numero
dei casi studiati. Si sono quindi calcolati i coefficienti di correlazione delle serie mensili.
I dati di precipitazione sono stati analizzati anche a livello stagionale e annuale e confrontati con
la stessa metodologia impiegata per le serie mensili.
In tutte le localit i coefficienti di correlazione (Tab. 4) assumono valori superiori a 0,90, tranne
nella localit di Valprato Soana (0,86). Tali coefficienti indicano che generalmente gli strumenti regi-
strano gli stessi andamenti durante i diversi eventi piovosi.
Nella maggior parte delle localit lo strumento del SIMN a misurare una quantit di pioggia pi
elevata; soltanto in tre localit (Asti, Lanzo e Torino) si verifica la situazione opposta.
In undici delle ventuno localit il rapporto medio tra le precipitazioni dei due strumenti risulta
compreso tra 0,9 e 1,1 (Tab. 4), indicando una buona continuit tra le due serie di dati; anche lappli-
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2 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
cazione del test di Kolmogorov-Smirnov (K-S test) ha fornito una buona relazione tra la distribuzioni
delle due serie.
Nelle restanti dieci localit confrontate, invece, i test statistici hanno fornito esiti negativi (Tab. 4).
In generale il confronto dei dati a livello annuale e stagionale ha permesso di individuare periodi
di tempo in cui le misure dei due strumenti si differenziavano maggiormente; in alcuni casi, tramite
lanalisi dei dati di precipitazione registrati in stazioni limitrofe, stato possibile ipotizzare casi di mal
funzionamento di uno dei due strumenti.
Il confronto tra le serie ha consentito di individuare undici localit in cui si riscontrata una dif-
ferenza tra i dati non significativa dal punto di visto statistico. Il rapporto medio tra le precipitazioni
dei due strumenti risulta essere compreso tra 0,90 e 1,10, indicando che tra i totali di precipitazione
mensile esiste una differenza inferiore al 10%.
Lapplicazione del test statistico di Kolmogorov-Smirnov conferma che per queste undici localit
le due serie di dati possono essere considerate omogenee, derivanti dalla stessa popolazione. A titolo
di esempio, si riportano i grafici che illustrano e confrontano tra loro le due diverse situazioni otte-
nute: il caso in cui il confronto tra i dati non ha fornito buoni risultati, come a Locana L. Valsoera
(Fig. 7) e a Boves (Fig. 8), e il caso di localit, Bardonecchia (Fig. 9), la cui differenza tra le due serie
minore del 10%. Nelle localit di Locana L. Valsoera e Boves si calcola una differenza media an-
nua superiore al 30% (Fig. 7 e 8), mentre a Bardonecchia il rapporto medio annuo di 1,0 ed anche i
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Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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singoli rapporti annuali sono prossimi a 1, ad eccezione dellanno 1991. Studiando in dettaglio i valori
giornalieri registrati dalle due stazioni meteorologiche nellanno 1991 si osserva come lo strumento
ARPA nella stagione estiva non abbia registrato alcun evento precipitativo. Si cercato di indagare
sulla causa, prendendo in considerazione i dati giornalieri di pioggia e confrontandoli con quelli delle
stazioni limitrofe. Per Bardonecchia sono stati quindi utilizzati i dati della stazione di Salbertrand e si
constatato il malfunzionamento dello strumento ARPA (Fig. 10).
Fig. 7. A sinistra: precipitazioni annuali e cumulate di Locana L. Valsoera; a destra: rapporto tra i valori di precipitazione annuale di
Locana L. Valsoera.
Fig. 8. A sinistra: precipitazioni annuali e cumulate di Boves; a destra: rapporto tra i valori di precipitazione annuale di Boves.
Fig. 9. A sinistra: precipitazioni annuali e cumulate di Bardonecchia; a destra: rapporto tra i valori di precipitazione annuale di
Bardonecchia.
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2 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
Fig. 10. Confronto tra i dati giornalieri di pioggia della localit di Bardonecchia e quelli della vicina stazione di Salbertrand.
Per le undici localit, nelle quali il confronto tra le due serie di dati di precipitazione ha mostrato
differenze inferiori al 10%, stata valutata la possibilit di costruire una serie unica di dati. Osservan-
do i risultati ottenuti dal confronto e valutando la presenza di lacune allinterno di ogni singola serie,
per ciascuna delle undici localit stato individuato un possibile anno di collegamento tra la serie del
SIMN e la serie ARPA, che permetta la fruibilit di serie pi lunghe e complete, senza modificare il
reale andamento delle precipitazioni nel corso degli anni (Tab. 5). A titolo di esempio, si illustra gra-
ficamente un caso di collegamento delle serie di dati di precipitazione, riferito alla localit di Susa e
Piedicavallo (Fig. 11, 12).
Localit Anno
Bardonecchia (TO) 2002
Ceresole Reale (TO) 1999
Cumiana (TO) 1993
Luserna S.G. (TO) 1988
Salbertrand (TO) 1995
Susa (TO) 1997
Torino (TO) 2004
Valprato Soana (TO) 1999
Piedicavallo (VC) 2003
Varallo Sesia (VC) 1998
Tab. 5. Anno di possibile unione tra le serie appartenenti ai due
Vercelli (VC) 2003 Enti e situate nella stessa localit.
32
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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Fig. 11. A sinistra le due serie di precipitazioni annuali della localit di Susa e a destra la serie che ne rappresenta il loro collegamento.
Fig. 12. Le due serie di precipitazioni annuali della localit di Piedicavallo e la serie che ne rappresenta il loro collegamento.
2.4. Conclusioni
Il raccordo tra le misure derivate dalle stazioni della rete del SIMN, attive fino al 2003, e quelle della
rete dellARPA Piemonte installate progressivamente a partire dal 1987, non diretto e immediato. In
alcune stazioni (undici su ventisei), il confronto svolto su diverse scale temporali evidenzia rilevazioni
simili da parte degli strumenti delle due reti consentendo, a nostro parere, il collegamento delle due
serie.
Il possibile punto di unione stato accuratamente valutato analizzando, per il periodo di sovrap-
posizione, le lacune dei dati di entrambe le stazioni e selezionando la serie con le minori interruzioni.
Grazie ai risultati ottenuti dal confronto, stato possibile anche individuare dei casi di malfunziona-
mento delle stazioni. Il confronto effettuato tra le serie di dati mostra comportamenti molto differenti,
dipendenti probabilmente da cause strumentali e/o da fattori ambientali, questi ultimi legati alle diffe-
renti ubicazioni delle nuove stazioni dellARPA rispetto a quelle del SIMN.
Questo lavoro mette in luce, inoltre, la difficolt effettiva di paragonare le serie misurate nelle
stazioni meteorologiche dei due differenti Enti e lerrore che si verrebbe a commettere se si collegas-
sero semplicemente i dati, senza prima aver effettuato adeguati confronti dei dati negli anni di misure
contemporanee. Lanno di unione delle serie diventa quindi un metadato importantissimo di evidente
disomogeneit che deve essere conosciuto e corretto con lapplicazione delle pi recenti tecniche di
omogeneizzazione che permettono di evidenziare le variabilit di natura non climatica (Venema et al.,
2012) che si ripercuoterebbero sullanalisi climatica e in particolar modo sullindividuazione dei trend.
33
3 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
3.1. Obiettivi
Lanalisi delle precipitazioni di forte intensit e breve durata riveste una grande importanza in nu-
merosi problemi di ingegneria, quali possono essere ad esempio la progettazione delle reti fognarie
pluviali o la realizzazione di interventi di difesa dal dissesto idrogeologico, nei quali risulta fonda-
mentale giungere preliminarmente ad una valutazione affidabile dei valori che possono essere assunti,
allinterno di un certo orizzonte temporale, dalla sollecitazione pluviometrica. Lapproccio di tipo
probabilistico con cui si procede alla caratterizzazione delle grandezze pluviometriche di interesse
si basa sullanalisi dei campioni costituiti dai valori assunti dalle stesse in passato. Lanalisi statistica
delle precipitazioni estreme si concretizza in generale nella determinazione della relazione intensit-
durata-frequenza (IDF), che descrive appunto il legame fra il valore dellintensit media e la durata
della precipitazione caratterizzato da una determinata frequenza di non superamento allinterno di un
arco temporale posto pari ad un anno. E pratica corrente utilizzare, al posto della frequenza di non
superamento associata al valore assunto dalla variabile in esame, il corrispondente tempo di ritorno
T, definito come il numero medio di anni che bisogna attendere affinch si verifichi un superamento
di quel valore. Un caso di particolare interesse costituito dalla curva intensit-durata media, relativa
cio ai valori medi di intensit piuttosto che a quelli caratterizzati da un fissato periodo di ritorno.
In letteratura sono presenti varie formulazioni analitiche delle leggi IDF (Bernard, 1932; Yarnell,
1935; Chow, 1964; Bell, 1969; Chen, 1983; Garca-Bartual e Schneider, 2001) che nel tempo si sono af-
fermate rispetto a tabelle, curve sperimentali e mappe isoiete, ricavate localmente e per valori discreti
di durata e frequenza (Hershfield, 1961; McKay, 1970; Aron et al., 1987).
Fra queste, la forma pi frequentemente utilizzata in Italia la seguente:
i(d) = a d n1 (1)
con parametri a e n , di uso consolidato nel campo delle durate 1-24 ore.
Gli approcci per la determinazione della relazione IDF sono molteplici, generalmente basati sulla
regressione dei quantili di intensit di pioggia Ii (T, di), caratterizzati dal periodo di ritorno T e ricavati
per il set discreto di durate selezionate fra quelle per le quali sono disponibili i dati storici dinteresse,
usualmente costituiti dai valori massimi annuali. Uno studio completo include durate che vanno dai 5
minuti alle 24 ore (Wenzel, 1982).
Per periodi di ritorno inferiori alla lunghezza della serie di dati disponibili i quantili possono esse-
re ricavati con le formule di frequenza campionaria. Pi in generale si pu svolgere unanalisi statistica
delle serie finalizzata allindividuazione della distribuzione probabilistica adatta a interpretare le varia-
bili casuali in questione, da scegliere fra quelle usualmente adottate per i valori estremi (Chow, 1988).
Riguardo alla scelta della forma analitica della legge IDF fra quelle affermatesi in letteratura (ca-
ratterizzate da un numero di parametri generalmente variabile fra 2 e 4), va tenuto presente che allau-
mentare dei parametri migliora ladattamento dei quantili ma aumenta anche lincertezza nella stima
degli stessi e di conseguenza lincertezza nella valutazione della relazione IDF.
Per durate superiori allora sono generalmente disponibili serie storiche sufficientemente estese
dei massimi annuali di pioggia su intervalli di 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Le serie storiche dei massimi annuali
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Le precipitazioni intense in Piemonte
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3 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
lori di durate alle quali si osserva il cambio di comportamento. La dipendenza delle precipitazioni dal
tempo di ritorno potr essere ricostruita moltiplicando le relazioni (1) o (2) per un fattore di crescita
KT, supposto indipendente dalla durata. Il metodo descritto nel seguito prevede di fornire allutente le
serie storiche ricostruite relative alle precipitazioni con durata 1-24 ore, per qualsiasi sito anche non
strumentato ricadente nella regione di interesse (vedere paragrafo 3.3). La scelta della distribuzione
di probabilit pi adatta ad essere impiegata viene pertanto delegata allutente, e dovr essere basata
sulle peculiarit dei campioni disponibili in sito. A titolo di esempio si riportano al paragrafo 3.3.4 le
modalit operative in caso di scelta della distribuzione di Gumbel.
36
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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manuali, e per questo motivo la fase di reperimento del dato non ha presentato aspetti peculiari.
Complessivamente sono state considerate 565 stazioni pluviografiche, la cui disponibilit ha subi-
to notevoli variazioni nellarco temporale di studio, dal 1928 al 2006 (Fig. 1).
Fig. 1. Variazione della numerosit di stazioni pluviografiche attive nel periodo 1928-2006.
Il numero complessivo elevato dipende dal passaggio dalla rete di monitoraggio nazionale alla rete
regionale gestita da ARPA Piemonte, che ha comportato la duplicazione di alcune stazioni, anche se
per brevi periodi di tempo, listallazione di nuove stazioni e la ricollocazione di stazioni gi esistenti. In
questi casi, una stazione che presenti la stessa denominazione ma coordinate anche solo leggermente
diverse stata considerata come una nuova stazione, in modo da non alterare le informazioni spaziali
necessarie per la corretta esecuzione del kriging. Ne consegue che il numero di stazioni effettivamente
attive sul territorio piemontese inferiore alla totalit di stazioni considerate. In particolare si pu os-
servare come la massima copertura del territorio sia stata raggiunta nel 2005 con 292 punti di misura.
Alla scala sub-oraria il quadro dei dati pluviometrici estremi disponibili risulta pi complesso. Le
misurazioni sistematiche dei massimi annuali di pioggia cumulata su intervalli di durata sub-oraria
sono disponibili soltanto a partire dal 1987; si evidenzia inoltre che non si affermato un set di durate
riconosciuto (come accade invece alla scala oraria), per cui laggregazione dei valori di precipitazione
viene effettuata su intervalli temporali di ampiezza differente fra i vari enti. Prima del 1987 eventi
notevoli di durata inferiore allora erano comunque segnalati sugli Annali Idrologici pubblicati dal
SIMN, dove per una data stazione erano riportati il valore, la durata e la data delle precipitazioni di
notevole intensit e breve durata registrate nellanno. Allinterno di queste serie di dati, caratterizzati
per la singola stazione da una irregolare campionatura sia in termini di anni disponibili che di durate
sub-orarie considerate, sono presenti misurazioni che sicuramente non costituiscono altezze di piog-
gia massime annuali poich incompatibili con altre osservazioni dello stesso anno e che vanno quindi
escluse dalla base di dati.
Per le stazioni automatiche a partire dal 1986 invece sono disponibili valori di altezza di pioggia
massima annuale cumulata su prefissati intervalli di durata sub-oraria.
Nella figura 2 rappresentato, a titolo di esempio, landamento temporale della disponibilit dei
dati di pioggia cumulata per la durata 30 minuti, tenendo conto anche del periodo antecedente 1926-
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3 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
1986. Il numero complessivo di stazioni prese in considerazione sullintero arco temporale pari a 552.
3.3. Metodi
Le precipitazioni sono fenomeni naturali che si sviluppano su base spaziale e come tali possono essere
studiate per mezzo della geostatistica. Come per molte altre grandezze, infatti, la variabilit spaziale
delle precipitazioni non puramente casuale ed in essa spesso rintracciabile una struttura.
Grazie a questa propriet, formulando un opportuno modello geostatisco, possibile utilizzare
una serie si osservazioni distribuite nello spazio per stimare il valore che la precipitazione stessa as-
sume in tutti gli altri punti del dominio. La caratterizzazione della variabilit spaziale della precipi-
tazione avviene attraverso il variogramma campionario, che esprime la semivarianza di una variabile
regionalizzata P(x) in due punti x0 e x0+h:
1
( x 0, h ) = Var { P ( x0 + h ) P ( x0 )}
2 (3)
Il variogramma campionario caratterizzato da un andamento crescente che, pur con delle flut-
tuazioni, si attesta nellintorno di un valore che rimane poi costante, circa coincidente con la varianza
empirica. Tuttavia bene considerare che alcuni fenomeni naturali possono inglobare, allinterno del-
la correlazione spaziale, anche altri processi di dipendenza. Questo il caso, ad esempio, della precipi-
tazione nei confronti della quota. A meno di non considerare lopportunit di utilizzare altri algoritmi
di kriging (p.es., kriging con deriva, cokriging), per lapplicazione del kriging ordinario necessario
identificare ed eliminare le possibili dipendenze che la variabile regionalizzata presenta in funzione di
grandezze diverse dalla posizione (Philips et al., 1992).
Definito il variogramma sperimentale necessario trasformarlo in una funzione analitica, anche
detta variogramma modello o variogramma teorico, il quale fornisce un valore di y(h) per una qual-
siasi coppia di punti appartenenti al dominio di studio, consentendo quindi la spazializzazione della
variabile considerata. Nel variogramma modello si identificano alcune caratteristiche fondamentali,
rappresentate in figura 3, che sono:
Nugget: descrive la variabilit casuale dei dati campionari e rappresenta il valore di semivarian-
za per una distanza h nulla;
Sill: esprime il massimo valore della semivarianza quando si raggiunge la stazionariet;
Range: massima distanza per la quale si osserva la presenza di correlazione tra semivarianza ed
38
Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
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intervalli di distanza.
Le fasi necessarie per lapplicazione del kriging possono quindi riassumersi in:
i) ricerca di eventuali relazioni tra la variabile da regionalizzare ed altri descrittori diversi dalla
posizione (p.es., quota);
ii) calcolo del variogramma campionario;
iii) determinazione del variogramma modello;
iv) definizione della griglia di interpolazione del dominio di studio;
v) applicazione del kriging ordinario a scala annuale.
Le fasi dellapplicazione sono descritte nel seguito relativamente alle durate super-orarie. La pro-
cedura non stata invece applicata alle durate sub-orarie poich i dati non erano sufficientemente
numerosi da consentire lapplicazione di un algoritmo di interpolazione spaziale. Per tali durate si
quindi provveduto a mettere in relazione la variabilit spaziale con quella delle durate super-orarie.
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3 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
riportando ogni punto campionario ad una quota base pari ad 1 m s.l.m. attraverso le leggi di crescita
e decrescita determinate con la procedura di interpolazione lineare precedentemente descritta.
In particolare, stata applicata la relazione
M Int R2
P d=1h -3.75* 49.58 0.05
P d=3h -2.64* 55.96 0.01
P d=6h -0.39 55.14 2.13e-5
P d=12h 3.28* 51.25 0.04
P d=24h 7.98* 48.14 0.01
Le precipitazioni massime annue di durata pari a 1 e 3 ore presentano un trend decrescente con
la quota, che perde significativit per la durata pari a 6 ore e diventa infine di segno positivo nel caso
di durate pari a 12 e 24 ore. Questa variazione nella relazione che lega precipitazioni estreme e quota
trova una giustificazione nel diverso tipo di evento precipitativo, principalmente a carattere tempo-
ralesco per le brevi durate, e di tipo stratiforme per durate maggiori. Data la mancata significativit
della regressione tra quota e massima precipitazione annua per durata pari a 6 ore, nella procedura di
kriging, sono stati usati direttamente i dati osservati.
40
Le precipitazioni intense in Piemonte
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Una volta determinata la relazione spaziale sperimentale che lega i dati osservati, necessa-
rio interpolarla attraverso una funzione matematica che la trasformi in un modello continuo. Nel
presente lavoro si scelto di utilizzare come variogramma teorico il variogramma esponenziale:
( h ) = c1 (1 eh/c2 ) (6)
caratterizzato da sill pari a c1 e da un range infinito. Per avere una misura della distanza entro cui si
manifesta la correlazione spaziale dei dati viene tuttavia introdotto un range operativo, stimato in 5
volte il parametro c2. I parametri c1 e c2 stimati dallinterpolazione sono riportati in tabella 2.
41
3 Le precipitazioni intense in Piemonte
Distribuzione regionale delle piogge e caratterizzazione statistica dei valori estremi cinquantennio 1961-2010
adj
Fig. 5. Varianza di stima associata ai massimi di precipitazione di durata oraria ottenuti con il kriging per gli anni 1960 (sinistra) e
2000 (destra)
Il calcolo stato applicato alle precipitazioni riportate a quota nulla, con leccezione della massi-
ma precipitazione annua di durata pari a 6 ore per la quale il trend rispetto alla quota non risultato
significativo. Successivamente, le variabili sono state ricondotte alla quota reale, ricavata dal DTM,
utilizzando la legge di regressione lineare ricavata.
La scelta di applicare il kriging a scala annuale motivata dalla volont di costruire serie sinteti-
che di precipitazioni massime relative alle cinque durate caratteristiche di ugual lunghezza in ciascun
punto griglia. A valle dellapplicazione del kriging, ogni nodo sar dunque caratterizzato da cinque
serie sintetiche di massimi annui di precipitazione (una per ciascuna durata) e da cinque valori medi,
ottenuti come medie pesate rispetto allinverso della varianza di stima nel punto. Come gi detto, tale
procedura stata applicata solo ai massimi di durata oraria o super-oraria poich la dimensione dei
campioni relativi alle durate sub-orarie era troppo esigua e non adatta allapplicazione di un algoritmo
di interpolazione spaziale. Tale procedura sar identificata nel seguito come kriging sequenziale. In
figura 6 sono rappresentate, a titolo di esempio, le mappe delle precipitazioni massime orarie di durata
1 ora ottenute con il kriging sequenziale per alcuni anni compresi nel periodo di osservazione. inol-
tre riportata la serie sintetica dei massimi orari di precipitazione per un punto specifico appartenente
alla regione di studio. Si noti che la disponibilit delle serie storiche relative alle 5 durate consente di
poter stimare il fattore di crescita localmente, come se in ogni punto griglia fosse disponibile una sta-
zione di misura delle precipitazioni attiva ininterrottamente dal 1928 al 2006.
In figura 7 sono riportate, invece, le mappe dei valori medi dei massimi annui di precipitazione
per le durate 1 ora e 24 ore ricavate a partire dalle serie sintetiche ottenute con kriging sequenziale.
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Fig. 6. Precipitazioni massime orarie di durata 1 ora ottenute con il kriging sequenziale per alcuni anni compresi nel periodo di
osservazione e serie sintetica dei massimi orari di precipitazione per un punto specifico appartenente alla regione di studio.
Fig. 7. Valor medio della massima precipitazione annua per durata1 ora (sinistra) e 24 ore (destra), in millimetri.
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3
Fig. 9. Curve intensit-durata ricavate per durate 1 min - 48 h (da Madsen et al., 2009)
Lespressione (2), pi flessibile della (1), in grado di interpretare il comportamento reale della
legge intensit-durata anche per durate inferiori allora. Riguardo a i0 e , evidente lanalogia rispetti-
vamente con i parametri a e n della (1). Il valore del parametro B determina invece il range di durate in
cui la pendenza sensibilmente variabile sul piano bilogaritmico: al crescere del valore di B, infatti, il
cambio di pendenza si osserva in corrispondenza di durate sempre pi brevi (e quindi anche inferiori
alle risoluzioni disponibili) e la curva tenda ad assumere un andamento sempre pi rettilineo. Ci
evidente anche dal punto di vista analitico: landamento rettilineo infatti tipico dellespressione (1).
Il calcolo della relazione intensit-durata media nella forma (2) stato condotto in corrispon-
denza delle singole stazioni, non disponendo di serie sintetiche di massimi di precipitazione di durata
inferiore allora derivate dallapplicazione del kriging sequenziale.
Lapproccio adottato prevede di fissare come forma di riferimento della legge intensit-durata,
lespressione (2), mentre si ritiene valida per le durate orarie la legge intensit-durata media nella for-
ma (1) con parametri gi stimati sullintero territorio regionale in seguito alle operazioni di kriging
sequenziale. Per le durate sub-orarie si effettua la stima parametrica locale della legge (2), in una for-
mulazione modificata imponendo che la funzione intensit-durata complessiva (ossia riferita a durate
super- e sub-orarie) sia continua e derivabile per d = 1 ora:
a
i0 = (9)
(1+ B)
(n 1) (1+ B)
= (10)
B
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1 n
B> (12)
n
Poich vale n (0;1), imponendo la (12) risultano rispettati tutti gli altri vincoli sui parametri
della (1.2): B > 0, i0 > 0, b<0.
La stima puntuale del parametro B stata condotta per via numerica con il metodo dei minimi
quadrati, minimizzando la funzione:
N
2
FA = ioss, j i ( d j ) (13)
j=1
dove ioss,j sono i valori medi campionari di intensit di pioggia per le N durate sub-orarie dj e i(dj)
sono i corrispondenti valori calcolati con la (11). Il parametro B stato fatto variare allinterno di un
fissato intervallo (Bmin, Bmax), dove Bmin calcolato localmente con la (12), mentre Bmax stato fissato
pari a 1000 h-1. Per quanto precedentemente detto, il raggiungimento del valore massimo nella stima
di B coincide con un andamento pressoch rettilineo della relazione intensit-durata a 3 parametri,
che in questo caso degenera praticamente nellestrapolazione della forma a 2 parametri.
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Il parametro B, come gi detto, responsabile del tipo di andamento della curva (2) sullintervallo
di durate analizzato, ovvero localizza il cambio di pendenza della curva nel piano bilogaritmico. Se
allinterno del range di durate localmente considerato la disposizione dei punti sperimentali tale da
far assumere alla curva interpolante ottimale un andamento sensibilmente rettilineo, la stima del pa-
rametro B fornir valori molto elevati.
1+ B
y(d) = log10 (1+ B 10 log10 d ) log10 (1+ B) (16)
B
La (16), valida per durate d 1 ora, ricade nel 2 quadrante nel piano y - log10 d.
Per ognuna delle 173 stazioni selezionate stata applicata la trasformazione (14) dai valori medi
campionari di intensit di pioggia disponibili, utilizzando i valori ricavati localmente dei parametri a
e n, con risultati riportati in figura 11, dove sono stati inoltre evidenziati per ogni durata i valori medi
della trasformata y. Si nota una chiara tendenza dei punti a non discostarsi eccessivamente dallanda-
mento rettilineo. La minore variabilit riscontrabile per le durate pi lunghe attribuibile al fatto che
le precipitazioni sono normalizzate tramite la (14) utilizzando i parametri a ed n stimati localmente
sui dati relativi a durate superiori allora.
La stima globale del parametro B stata condotta sugli N valori trasformati associati alle du-
rate sub-orarie, con il metodo dei minimi quadrati per via numerica, minimizzando la funzione:
N
2
F = yoss, j y ( d j )
j=1 (17)
dove yoss,j sono le trasformate dei valori medi campionari di intensit di pioggia per le durate sub-orarie
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Fig. 11. Analisi globale: trasformate y dei valori medi campionari di intensit di pioggia per le stazioni selezionate
6 6 1
KT = 1 CV 0.5772 + ln ln 1 (18)
T
dove CV il coefficiente di variazione medio (sulle 5 durate) delle precipitazioni estreme.
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3.4. Conclusioni
Lanalisi regionale delle precipitazioni intense in Piemonte ha prodotto una base dati omogenea nel
tempo e nello spazio, finalizzata alla stima delle precipitazioni di progetto. I risultati ottenuti dalla
elaborazione delle serie nelle stazioni di misura sono di seguito riassunti:
1) le intensit medie di precipitazione per durate superiori allora possono essere determinate
utilizzando la relazione (1) con parametri a ed n stimati su una griglia a maglia quadrata di lato 250 m
che copre lintera regione (figura 8);
2) le intensit medie per durate inferiori allora possono essere determinate utilizzando la relazio-
= 136.5 h-1;
ne (11) con coefficiente B
3) la dipendenza delle precipitazioni dal tempo di ritorno pu essere ricostruita moltiplicando le
relazioni (1) o (11) per un fattore di crescita KT. Relativamente a tale fattore, sono stati calcolati a titolo
di esempio, i valori per la distribuzione di Gumbel, consentendo di procedere alla sua stima locale (os-
sia su ogni punto griglia) a partire dalle serie storiche ricostruite con il kriging sequenziale per durate
1-3-6-12-24 ore. Tale impostazione consente di evitare la scelta di ununica distribuzione regionale
delle precipitazioni intense, lasciando allutente la possibilit di procedere a dettagliate analisi locali
sulla appropriatezza dei vari modelli probabilistici.
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3 Le precipitazioni intense in Piemonte
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