MD153 Trascrivere Per Bambini PDF
MD153 Trascrivere Per Bambini PDF
MD153 Trascrivere Per Bambini PDF
ANNO XXXIX - N. 153 - DICEMBRE 2009 - † 5,00 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/B - L. 662 DEL 1996 - MILANO
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Racconto musicale
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Trascrivere_______________
per bambini
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Comporre e registrare con adolescenti
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Musica da Terezin
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Educazione musicale e ricerca
153
NUMERO
In copertina: 3
Indice
di Michele Cantoni
DOMANI
Trimestrale di cultura e pedagogia musicale
Organo della SIEM
Società Italiana per l’Educazione Musicale
www.siem-online.it
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 411 Editoriale
del 23.12.1974 - ISSN 0391-4380 5 Mariateresa Lietti
Anno XXXIX, numero 153 dicembre 2009
Il rischio della rassegnazione
Direzione responsabile
Mariateresa Lietti Pratiche educative
Redazione 6 Marco Ghilarducci
Alessandra Anceschi, Lara Corbacchini, Racconto in musica
Anna Maria Freschi
Impaginazione e grafica Fabio Cani / Nodo
Strumenti e tecniche
14 Paolo Perezzani
Segreteria di redazione
Via Dell’Unione, 4 - 40126 Bologna Trascrivere Stravinsky per bambini
e-mail: [email protected] Ricerche e problemi
Stampa 26 Graciano Lorenzi
Stampatre, Torino
Comporre e registrare con adolescenti
Editore 32 Arlena Stringo
EDT srl, 17 Via Pianezza, 10149 Torino
Musica dal lager di Terezin
Amministrazione
Tel. +39 011 5591816, Fax +39 011 2307034 Confronti e dibattiti
e-mail: [email protected] 40 Luca Marconi (a cura di)
Promozione
Eleonora Bianco, EDT: [email protected],
Educazione musicale e ricerca: problemi e prospettive
tel. +39 011 5591849 Interventi di: Mario Baroni, Anna Modesti, Tim Cain
Pubblicità Libri e riviste
Antonietta Sortino, EDT: [email protected],
tel. +39 011 5591828 50 Anna Maria Freschi, Una filosofia empirica della musica
Abbonamenti (su Levitin, Fatti di musica, Le Scienze)
Anna Bruna Lampis, EDT: [email protected], 51 Gianni Nuti, Il piacere del gesto sonoro
+39 011 5591831 (su Delalande, La nascita della musica, FrancoAngeli)
Un fascicolo 52 Mariateresa Lietti, Scheda
Italia euro 5,00 - Estero euro 6,50 (su Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, rueBallu)
Fascicoli arretrati
Italia euro 7,00 - Estero euro 8,50
52 Alessandra Anceschi, Idee per il laboratorio
Abbonamenti annuali (su Strobino, Tra il dire e il fare, Progetti Sonori)
euro 18,00 - Estero euro 22,00, comprensivo di 54 Lara Corbacchini, Scheda
quattro fascicoli della rivista. Gli abbonamenti (su Bisutti, Le parole magiche, FeltrinelliKids)
possono essere effettuati inviando assegno non 55 Fiorella Cappelli, Suono vocale: energia del benessere
trasferibile intestato a EDT srl, versando
l’importo sul c.c.p. 24809105 intestato a EDT srl,
(su Tosto, La voce musicale, EDT)
tramite carta di credito CartaSì, Visa, 56 Luca Marconi, Da non perdere
Mastercard, con l’indicazione “Musica Domani”. 57 Roberto Albarea, Rassegna pedagogica
La rivista è inviata gratuitamente ai
soci SIEM in regola con l’iscrizione. Rubriche
Quote associative SIEM 5 Alessandra Anceschi (a cura di), MATERIALI DI CLASSE
Soci ordinari e biblioteche euro 43,00 - Studenti 12 Massimiliano Viel, LA FABBRICA DEI SUONI: Composizione a pattern
euro 28,00 - Soci sostenitori da euro 86,00 - 21 SEGNALAZIONI di Claudia Caldi, Michele Cantoni, Augusto Dal Toso,
Checco Galtieri, Franca Mazzoli, Arlena Stringo
Triennali ordinari e biblioteche euro 110,00 -
Triennali sostenitori da euro 220,00 - Soci giovani
euro 8,00. 24 Arrigo Cappelletti, NOTE A MARGINE: Filosofia e improvvisazione
Le quote associative si ricevono sul c.c.p. 19005404,
intestato a Società Italiana per l’Educazione
30 Antonio Giacometti, CANTIERI SONORI: Montagne Russe
Musicale, Via Dell’Unione, 4 Bologna. Per 38 Susanna Pasticci (a cura di), PROVE DI ANALISI: Reflets dans l’eau [Claude
comunicazioni e richieste: tel. 051-2916500 Debussy] di Francesco Spampinato
fax 051-228132 - cell. 339-1031354 - e-mail 49 Arianna Sedioli, L’ATELIER DEI PICCOLI: Oggetti sonanti
[email protected] - recapito postale SIEM -
Casella Postale 94 - Succursale 22 - 40134 Bologna 58 GIORNALE SIEM: I corsi estivi della SIEM: un consuntivo
Iscrizione all’ISME per l’anno 2009
International Society for Music Education
Socio individuale per un anno, senza riviste, US$
35; con le riviste US$ 59. Socio individuale per due
anni, senza riviste US$ 65; con le riviste US$ 113.
Le riviste sono: International Journal for Music
Education, 2 numeri l’anno; Music Education
International, 1 numero l’anno. Le quote possono
essere versate con carte di credito Visa, American
Express, Master Card o chèque bancario a: ISME
International Office, PO Box 909, Nedlands, 6909
Western, Australia - fax 00 61-8-9386 2658.
Sarebbe opportuno che l’iscrizione e il pagamento
con carta di credito venissero accompagnati dal
modulo d’iscrizione debitamente compilato e
reperibile presso il sito web dell’ISME: Materiali e approfondimenti su
www.isme.org/application. www.musicadomani.it
Redazione:
Mariateresa Lietti docente di Violino, Scuola Secondaria di primo grado a indirizzo musicale, Como
[email protected]
Alessandra Anceschi docente di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Reggio Emilia
[email protected]
Lara Corbacchini docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Trento
[email protected]
Anna Maria Freschi docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Perugia
[email protected]
Editoriale
Il rischio della rassegnazione
È veramente difficile di questi tempi parlare di musica e
di scuola senza cadere nella “lamentazione”. I problemi sono
sul passato e sul presente, sono emerse davvero tante idee
e tanti spunti di lavoro per costruire un possibile futuro
davvero tanti ed è sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti il (per rendere patrimonio di tutti quanto emerso in quella
tentativo di distruzione della scuola pubblica, così come, sede, gli atti del convegno verranno messi a disposizione
d’altra parte, la scarsa capacità di opporvisi. Ma il lamento dei lettori di “Musica Domani” e dei soci SIEM attraverso un
impedisce di agire, si esaurisce in se stesso e induce poi a CD-ROM che verrà distribuito con uno dei numeri della rivi-
continuare con rassegnazione, come se niente fosse o si sta nel 2010).
potesse fare. Uno degli argomenti trattati in quella sede e che riprendia-
Credo sia invece necessario trovare, frequentare, sostenere mo in questo numero è quello relativo alla ricerca. Siamo
le relazioni, gli spazi e le situazioni che ci caricano di quelle consapevoli del fatto che i meccanismi in cui il sistema
energie indispensabili per poterci poi impegnare nel com- scuola incastra i propri insegnanti lascino veramente po-
pito di modificare la realtà (non solo scolastica). che possibilità (in termini di spazi, tempi, riconoscimenti,
Questi spazi per me sono quelli del fare musica, ma anche incentivi) ai docenti per una crescita professionale quale
quelli del confronto sulla musica. quella suggerita in questo “Confronti e dibattiti”; ma cre-
Per quanto riguarda i primi credo che la carica di energia diamo anche che è proprio attraverso questo aspetto che la
(oltre ovviamente al piacere) che può dare il cantare in un scuola può riqualificarsi e riacquistare dignità e autorevo-
coro o il suonare in un’orchestra, in un quartetto o in una lezza. Bisogna però operare affinché tutto ciò non resti
qualsiasi formazione da camera, sia davvero ineguagliabi- solo una bella utopia (cosa che, a lungo andare, porta allo
le. Lo si può fare a livello amatoriale o professionale (non sconforto e alla rassegnazione), ma si concretizzi in possi-
serve nessun diploma per cantare bene in un coro, è quindi bili sbocchi nella realtà scolastica quotidiana.
accessibile a tutti), ma è importante farlo, direi indispensa- Anche per questo abbiamo deciso di prorogare il bando
bile per chi insegna musica. indetto dalla SIEM per due borse di studio relative a ricer-
Per i secondi le occasioni possono essere tante: convegni, che che abbiano al centro le problematiche dell’educazio-
seminari, corsi. Sentire opinioni diverse, mettersi in gio- ne musicale viste attraverso la rivista (vedi l’annuncio a p.
co nel confronto, imparare cose nuove è indispensabile 37 e consulta il sito www.musicadomani.it). È il nostro pic-
per rinnovare la voglia di spenderci nel nostro lavoro. colo contributo per sostenere chi non si rassegna e crede
Questo è stato per me, ad esempio, il convegno della SIEM ancora che un’altra scuola e un’altra musica (come contri-
a Milano nel settembre 2009, dove, insieme alle analisi buto a un altro mondo?) siano possibili.
Materiali di classe
a cura di Alessandra Anceschi
(www.musicadomani.it _ Le rubriche _ Materiali di classe)
In corrispondenza con l’uscita di questo numero, sono scaricabili dalla rubrica on-line
materiali relativi a:
- Un bolero multimediale di Graziana Giansante
L’accesso e lo scaricamento sono riservati ai soci che possono richiedere nome uten-
te e password scrivendo a: [email protected]
Eventuali proposte vanno inviate a [email protected] con le modalità indicate
sul sito.
Racconto
in musica
Pratiche educative
- considerare il bambino come potenziale compositore, in gabbiani, con risultati considerati soddisfacenti (qualche
quanto nessuna competenza, che sia di comprensione, bambino ha suggerito la classica conchiglia in cui soffiare,
di ascolto, esecutiva o culturale, può prescindere dal- memore di gite sulla spiaggia). Più difficile è risultata l’imi-
l’atto di sperimentare e di inventare; tazione di pioggia, onde e battito d’ali. L’insegnante ha
- essere coronato da un’esecuzione finale, che mantenga quindi distribuito lo strumentario Orff, con la consegna di
diritta la barra dell’impegno e della motivazione di bam- esplorarlo alla ricerca degli effetti sonori più efficaci al-
bini e docenti, responsabilizzi ciascuno su tempi e l’imitazione. Sono stati creati gruppi (l’ideale sarebbe di
fattibilità e che cementi il gruppo attorno al senso di cinque-sei bambini, ma nelle nostre realtà siamo spesso
un’impresa comune. costretti a gruppi più numerosi) ai quali sono stati dati in
La scelta è caduta infine sul racconto musicale, cioè la dotazione strumenti uguali o simili per timbro o modalità
sonorizzazione di un testo letterario, considerata come la di produzione del suono.
più fertile di spunti interdisciplinari, di occasioni esplora- Ogni gruppo ha ricercato possibili soluzioni e le ha poi
tive del suono, della forma musicale e dell’organizzazione esposte e confrontate con le altre, cercando di operare una
esecutiva e quindi in grado di attivare molte delle compe- sintesi in base all’efficacia descrittiva, alla facilità esecuti-
tenze correlate a tali attività. Molti testi si prestano a que- va, all’originalità ecc. Quando non è stato fatto spontanea-
sto tipo di lavoro, ma la familiarità delle classi con il rac- mente dagli alunni (cosa in realtà frequente), l’insegnante
conto Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a ha invitato a sfruttare gli strumenti per migliorare o inte-
volare di Luis Sepulveda (Salani, Milano 1996), già mate- grare i suoni prodotti precedentemente con la voce (vento
ria di lettura e discussione, ha dirottato la scelta su questo e gabbiani). La classe ha infine adottato le seguenti solu-
libro. zioni:
La prima attività, preparatoria e svolta dalle maestre con - vento: soffio di voce, soffio nelle mani disposte a con-
gli alunni, è stata quella di selezionare, lasciandoli intatti, chiglia, mormorii;
alcuni episodi del libro (i “muri portanti” della trama) e - onde: bastoni della pioggia;
sintetizzare ciò che li separava, mantenendo comunque ben - pioggia: percussione libera di xilofoni e vibrafoni a suo-
comprensibile il senso della storia. no stoppato in pianissimo;
La forma dell’esecuzione finale, l’organico e i singoli ruoli - battito d’ali: percussioni della mano sui vestiti (l’inse-
esecutivi si sono chiariti in corso d’opera, man mano che si gnante ha suggerito lo scuotimento di fazzoletti o pezzi
rivelavano le competenze dei ragazzi e le loro inclinazioni di stoffa);
estetiche, così come lo stile musicale. Gran parte delle so- - verso dei gabbiani: brevi note prodotte con i flauti sen-
luzioni inventive e interpretative, salvo una serie di pro- za intonazione precisa, fischi con la bocca.
poste preparate in anticipo dal docente, sono arrivate via
via come soluzione al quesito: «E questo come lo realizzia- L’esecuzione simultanea di queste figure dà origine a un
mo?». “gesto” musicale unico e rappresenta il primo mattone di
Lo spettacolo finale ha visto l’unione di voci narranti, com- un’opera che può svilupparsi in varie direzioni e introduce
menti sonori strumentali di sottofondo e in primo piano, la riflessione su quella che John Paynter (Suono e struttu-
canti a una e due voci e proiezione di diapositive con i ra, EDT, Torino 1996) definisce la texture di un brano.
disegni dei bambini. Le musiche erano in parte originali, Pur introducendo l’uso degli strumenti con una precisa fi-
in parte rielaborazioni di brani di repertorio su testi della nalità esecutiva, questa prima fase non richiede alcun pre-
classe. L’organico era composto da strumentario Orff, flau- requisito relativo alle abilità tecniche strumentali preesi-
ti, strumenti ritmici vari, oggetti sonori, un paio di tastie- stenti.
re, coro. L’esecuzione ha previsto interventi solistici e di
gruppo, collegati dal docente alla tastiera. Seconda fase: trovati gli elementi sonori della scena, si è
Per ragioni di spazio sarà descritta qui in dettaglio solo la passati alla descrizione della stessa secondo criteri spazio-
realizzazione delle prime due scene, accennando alle atti- temporali, ovvero immaginandola secondo una successio-
vità che le hanno seguite. ne di eventi nello spazio. I bambini hanno individuato
innanzitutto un immaginario punto di osservazione (o
Scena prima meglio di ascolto) della scena: in movimento “con” lo stor-
«Lo stormo di gabbiani del Faro della Sabbia Rossa volava mo (dentro lo stormo, dietro, davanti, lateralmente, vicino,
sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord.» lontano) o statico in relazione ad esso. Ognuno dei punti
di ascolto determina una diversa percezione in relazione
Prima fase: i bambini sono stati invitati a immaginare la alla fonte sonora, introducendo una riflessione sull’inten-
scena descritta in relazione ai rumori ipotetici presenti, sità (forte, piano, medio) e sulla dinamica (avvicinamento/
facendo un elenco alla lavagna di tutti i suoni che veniva- allontanamento e quindi crescendo/diminuendo). Molto
no loro in mente. Alla fine sono stati scelti e selezionati: importante è la riflessione sulla variazione di intensità
vento, onde, pioggia, battito d’ali, verso dei gabbiani. Per dovuta a una diversa modalità di produzione da parte del-
ognuno di questi rumori/suoni si è cercato di esplorare il la stessa fonte sonora o alla mutata posizione dell’ascolta-
scelto, ogni gruppo deve realizzare l’evento sonoro secon- che si mette in gioco è importante: chi dirige deve via via
do le modalità stabilite in precedenza ma inserendo para- migliorare la propria comprensibilità gestuale in base al
metri dinamici e/o di intensità “obbligati” dalla propria feedback del gruppo; il gruppo deve sforzarsi di interpreta-
scelta. Si introduce qui una prima importante riflessione re la gestualità del direttore, entrando così nel suo imma-
sull’interpretazione possibile di una stessa partitura o bra- ginario e “leggendo” la sua particolare corporeità. Altro
no. Il passo successivo può essere evidentemente lo scam- aspetto del gioco è quello compositivo: prendendo le cin-
bio delle “interpretazioni obbligate” da parte dei gruppi. que fasi dell’esecuzione come parti interscambiabili, il di-
rettore avrà libertà di disporle e farle eseguire a piacimento,
Terza fase: l’insegnante invita a considerare i diversi punti spingendo il gruppo a essere sempre più pronto e attento.
di ascolto e le interpretazioni possibili in relazione alle Infine, redigendo delle carte per ognuno dei segni intro-
loro possibilità drammaturgico-narrative. La domanda chia- dotti e ordinandole e/o combinandole diversamente, esse
ve è: quale di queste soluzioni può destare più interesse in divengono i tasselli per sequenze “polifoniche” dalla di-
un ascoltatore terzo? Ovvero: quale di queste soluzioni offre versa struttura, così ogni bambino potrà realizzare una sua
più varietà e cambiamento? Oppure: in quale episodio so- originale “composizione”.
noro viene percepito più “movimento”? La soluzione al que- L’ultima considerazione riguardo a questa prima scena è la
sito può portare alla sintesi dei due punti di ascolto che presenza di diversi piani sonori. È ovvio che un ascoltato-
garantiscono la maggiore varietà: in avvicinamento e in al- re/spettatore fermo in un punto percepirà dei suoni in mo-
lontanamento. Ecco che si delinea una vicenda sonora con vimento e dei suoni che non cambiano: se il volo dello
un inizio, un centro e una fine, ovvero una sequenza ese- stormo rappresenta uno sciame sonoro dinamico in cre-
guita in crescendo e diminuendo, con un culmine centrale scendo e diminuendo, al contrario pioggia, vento e onde
di suono dalla durata determinata. È questa l’occasione per rimarranno di intensità immutata. Questi ultimi quindi sa-
presentare i primi segni scritti di una partitura: < f >. ranno un tappeto sonoro di sottofondo per una sequenza
Il necessario piano che precede il crescendo iniziale e che sovrapposta in movimento. È, in tutto e per tutto, la realiz-
segue il diminuendo finale permette di inserire un altro zazione di una polifonia, che sarà utile all’introduzione di
segno: p < f > p. termini e concetti quali figura e sfondo, melodia e accom-
L’esecuzione prevede ora cinque fasi e non più tre e il si- pagnamento, pedale.
lenzio diventa parte del gesto esecutivo, elemento sostan-
ziale della musica. Da notare che il silenzio precedente l’at- Scena seconda
tacco risulta essere il momento più eccitante per i bambini «Kengah, una gabbiana, si staccò dallo stormo e si tuffò
che diventano, in breve, in grado di realizzare un silenzio per mangiare aringhe. Con la testa sott’acqua Kengah non
assoluto e un pianissimo eccezionale, affinando al contempo sentì il segnale d’allarme e fu sommersa da un’onda nera
la capacità percettiva e giocando con le più sottili sfuma- di petrolio.»
ture di passaggio dall’assenza alla presenza di suono. Inu-
tile dire che lo scatenamento del fortissimo centrale rap- Il quesito proposto ai bambini è stato: come descrivere/
presenta un grande momento liberatorio di scaricamento. evocare con i suoni il movimento di Kengah? L’immagine
In più, per precisare sempre meglio la durata dell’acme è parsa subito chiara, una rapida discesa in picchiata del
sonoro, i bambini sono invitati a codificare un segno che gabbiano. Nella classe in questione alcuni alunni già com-
ne indichi la lunghezza, ovvero un corrispondente della petenti in termini musicali hanno spontaneamente intro-
corona o di una misura determinata (4/4, 2/4 ecc.) nella dotto i concetti di acuto e grave, spiegandoli al resto del
scrittura tradizionale. Si scatena quindi una vera gara di gruppo e suggerendo l’esecuzione di una scala discendente
idee con risultati estremamente fantasiosi. Naturalmente di note congiunte. Accolto il suggerimento, si è passati a
la durata di ogni fase della sequenza sonora è in relazione selezionare gli strumenti in grado di produrre una scala,
alla velocità del volo e quindi del passaggio dello stormo; dividendo quindi quelli melodici da quelli puramente rit-
la medesima sequenza viene quindi immaginata e realiz- mici. Sui primi si sono poi individuati i suoni acuti e gravi,
zata con tempi differenti. Siamo qui già in presenza di realizzando scale ascendenti e discendenti, saltando da un
un’esecuzione musicale di una certa complessità: per la registro all’altro ecc. Si è precisato quindi il concetto di
sua riuscita è necessaria una coordinazione di tutti gli ese- scala come successione di note vicine, procedente in un
cutori e di un direttore che stabilisca ordine, durata e in- senso o nell’altro. È stato questo il momento per introdurre
tensità delle fasi sonore. Il “gioco del direttore” innesca la disposizione delle note su un grande pentagramma dise-
quindi competenze via via più importanti: ogni bambino gnato alla lavagna o su cartellone, in cui appariva chiaro
incaricato di dirigere il gruppo dovrà chiarirsi le intenzio- (senza necessariamente decifrare i singoli segni) il senso
ni interpretative, rendendole evidenti a tutti con gesti sem- spaziale e temporale della successione dei suoni. Un pre-
plici e inequivocabili. È un ottimo esercizio di progettazio- zioso contributo è venuto da un bambino che ha contesta-
ne di un’esecuzione. Questo dà anche la possibilità di fare to il termine “scala” riferito a una disposizione di note più
un inventario dei possibili gesti o movimenti direttoriali: simile a uno “scivolo”. Riproducendo quindi il disegno di
ognuno si esprimerà attraverso la propria comunicazione una scala architettonica e avvicinandolo a una successio-
Pratiche educative
za grazie al collegamento con l’altezza del gradi- testo imponeva però una precisa intenzione del protagoni-
no. Gli intervalli sono stati perciò cercati e ripro- sta: la scala discendente, accelerata per evocare la picchia-
dotti su tutti gli strumenti a disposizione, introdu- ta, è diventata così un glissando, gesto irresistibile per
cendo la prima vera competenza tecnico–esecutiva, i bambini nonché estremamente facile da produrre
particolarmente impegnativa sui flauti. Le sequenze se- sullo strumentario Orff. Infine, la minaccia della pe-
lezionate e studiate sono state: scala discendente o troliera, che si materializza improvvisamente, ha
ascendente per grado congiunto, nota ribattuta, salti per colpito la fantasia di tutti, determinati a darle il
terze, per quarte ecc. Alla fine di questa sessione, tutti, massimo risalto. Il fischio della nave si è trasfor-
senza necessariamente riconoscere le note, potevano leg- mato in un grande gesto in fortissimo di sibili dei
gere e riprodurre le corrispondenti sequenze scritte su flauti, urla e di tutti gli strumenti, seguito da una pausa
pentagramma. La divertente e bizzarra immagine del gab- carica di tensione.
biano che scende disegnando una scala nel cielo ha intro- Musicalmente, le prime due scene sono divenute la seguente
dotto una possibile variante alla narrazione: nello stormo, sequenza sonora riportata nella tabella.
Silenzio
Stormo in avvicinamento Voce, flauti, mani, stoffa, rullo di tamburelli e sonagli pp <
Stormo vicino Voce, flauti, mani, stoffa, rullo di tamburelli e sonagli < ff
Stormo in allontanamento Voce, flauti, mani, stoffa, rullo di tamburelli e sonagli >p
Stormo in allontanamento Voce, flauti, mani, stoffa, rullo di tamburelli e sonagli > perdendosi
Silenzio
ne a loro dedicata, una sorta di inno, o tema, che aprisse e ni agli originali ascoltati in alcune registrazioni, ha avuto un
chiudesse la rappresentazione e comparisse al suo interno. La ruolo importante nella preparazione e nell’esecuzione. Per
funzione della canzone era legata all’obiettivo di introdurre mancanza di spazio accenno solamente al fatto che i temi di
più precisamente la notazione su pentagramma e i valori Mozart e Haendel hanno consentito un’incursione rapida nel-
musicali e di far acquisire con il canto la percezione e la l’opera: la sua storia, lo sfondo sociale, il comportamento nei
nozione di altezza dei suoni e di intervallo. Il motivo di Fra’ teatri, le vite degli autori, la forma dell’Aria, i registri delle
Martino (conosciuto da tutti), trascritto in notazione alla la- voci ecc. Infine, chiarita precedentemente la forma di canone
vagna, è servito per familiarizzare con il rapporto suono/se- con Fra’ Martino, la classe ha elaborato un breve canone
gno e con il concetto di battuta. Grazie alle sue ripetizioni, originale in do, il Canone dei gabbiani, su testo originale,
alla regolarità e alla simmetria, dopo le prime quattro frasi i calibrando intervalli e valori perché funzionasse la sovrappo-
bambini avevano già scoperto, mettendo in relazione battiti sizione di una seconda voce. Le competenze acquisite sono
di mano e sillabe del canto, che l’organizzazione interna era state impiegate nella creazione che ha reso più orgogliosi i
legata al numero quattro e, a trascrizione completata alla la- bambini: il Rap dei quattro gatti. Partendo da un testo diver-
vagna, distinguevano e comprendevano i quattro valori fon- tente da loro elaborato che racchiudeva le caratteristiche dei
damentali e le pause corrispondenti. Dopo questa sessione la personaggi, ci si è lasciati guidare dal ritmo suggerito dalle
trascrizione su pentagramma di un canto proposto dal do- parole per decidere il tempo e la divisione in battute, realiz-
cente (Palumba, tradizionale della Calabria) ha richiesto po- zando una poliritmia a tre parti, data dalla sovrapposizione di
chissimo tempo. Il testo del canto è stato poi sostituito da diversi frammenti del testo e accompagnata dal solo schiocco
quello ideato con la classe, rispettoso dell’articolazione ritmi- delle dita.
ca originale e dedicato ai gabbiani. Lo stesso lavoro è stato Per concludere riporto alcuni spunti, emersi nel corso del-
svolto più avanti sul Canto dei sanfedisti napoletani, sulla l’attività, per lavorare con altre discipline: lettura della carta
tarantella Tu bella ca lu tienu lu pettu tunnu, sull’aria geografica; indagine delle caratteristiche atmosferiche del
mozartiana Là ci darem la mano (con parte femminile e ma- teatro d’azione; approfondimento di parole chiave come foce,
schile) e Lascia ch’io pianga di Haendel, sempre con sostitu- fiume, mare; ricerca sulle abitudini dei gabbiani o altri uc-
zione di un testo che descrivesse, rispettivamente, i topi delle celli; effetto Doppler; cenni di fisica acustica; progettazione
galere, l’addestramento di Fortunata, l’incoraggiamento di di uno strumento musicale; lavoro di bricolage; riciclo di
Zorba nei confronti di Fortunata, lo sconforto per i tentativi materiali e riflessioni su ambiente e inquinamento.
Vuoi candidarti?
Il nuovo Statuto della SIEM consente a tutti i soci maggiorenni in regola con il versamento della quota
associativa di presentare la propria candidatura agli organi sociali che saranno eletti in occasione del-
l’Assemblea Nazionale dei Soci del 28 marzo 2010.
Le cariche, che dureranno un triennio, interessano:
- il Consiglio Direttivo Nazionale (CDN), composto da 7 membri
- il Collegio dei Revisori dei Conti, composto da 3 membri
- il Collegio dei Probiviri, composto da 3 membri
Entro il 15 gennaio 2010 gli interessati devono inviare all’indirizzo postale della SIEM (CP 94 - Succursale 22
- 40134 Bologna) oppure all’indirizzo [email protected] le proprie proposte di candidatura corre-
date di un breve curriculum e, nel caso delle candidature al CDN, di un’eventuale sintetica elencazione
degli obiettivi che si è intenzionati a promuovere.
Da febbraio 2010, previa verifica dei requisiti previsti, le candidature presentate saranno rese immedia-
tamente visibili sul sito www.siem-online.it, stampate sulle schede elettorali, nonché comunicate attra-
verso tutti gli strumenti (telematici e cartacei) di cui dispone la SIEM.
Nello stesso mese di febbraio i soci riceveranno per posta la scheda elettorale da utilizzare per le opera-
zioni di voto.
Pratiche educative
Composizione a pattern
Tenendo fede alla derivazione etimologica da patron – che in cui un semplice accordo viene ripetuto per circa venti
in francese antico indica una persona o un oggetto da pren- minuti.
dere a modello – la parola pattern viene normalmente uti- I casi di pura e intransigente ripetizione di elementi musi-
lizzata in musica per designare un elemento più volte ripe- cali sono comunque pochissimi, anche perché più spesso
tuto nel corso di una composizione. Certamente la defini- questa è presente in sviluppi formali di più ampio respiro 2
zione potrebbe applicarsi a molti dei “fenomeni” musicali: oppure come strato, magari importante, in composizioni
la struttura metrico-accentuativa, quando presente, si ri- che prevedono anche la presenza di altri elementi pur
pete costantemente; un tema o un leitmotif sono caratte- minimali. Eccoci allora di fronte a un classico ostinato,
rizzati proprio per la loro costante presenza durante un pur estremo, che è diffusissimo nella popular music spe-
brano o una costellazione di brani e persino la serie cialmente nel repertorio legato alla dance, magari all’in-
dodecafonica, quasi sempre difficile da riconoscere “a orec- terno di generi già etichettati con la parola minimal, come
chio”, potrebbe concordare con la nostra prima definizio- la minimal house o la minimal techno 3. Un esempio su
ne di pattern. tutti: Acid Tracks dei Phuture, un classico della acid house 4
È dunque opportuno stabilire un contesto da cui partire degli anni novanta in cui una figura melodica viene ripe-
per le nostre composizioni. Se dal punto di vista della di- tuta e variata timbricamente per ben dodici minuti.
dattica della composizione è importante concentrarci sulle Torniamo alle nostre composizioni. Il primo passo consi-
operazioni svolte da chi scrive musica, allo stesso tempo è sterà nello scrivere un brano basato sulla semplice ripeti-
a nostro parere importante sviluppare una sensibilità per zione di un pattern.
chi sta “dall’altra parte”, vale a dire l’ascoltatore. Per que- Si pone subito il problema di inventare il modello che ver-
sti motivi scegliamo per il momento di considerare pattern rà ripetuto per tutto il brano. Possiamo naturalmente crea-
un «frammento di scrittura musicale che viene ripetuto nella re un pattern in libertà oppure possiamo copiarlo da
sua forma originale o in una sua forma variata in modo partiture già esistenti o trascriverlo “a orecchio” da brani
tale che un ascoltatore possa sempre riconoscerlo nelle sue che ci interessano.
successive riproduzioni». Per stimolare la creatività e indirizzarla subito verso la
Non possiamo certo entrare “nella testa” del pubblico, ma nostra composizione decidiamo prima di tutto la lunghez-
non è qui necessario appoggiarci a studi ed esperimenti di za e la struttura temporale del nostro modello.
psicologia della percezione: basterà che il compositore sia Scegliamo per esempio il caso più semplice: otto pulsazio-
il primo ascoltatore della propria musica e sviluppi attra- ni che (se vogliamo riferirci a una tradizionale struttura
verso l’esperienza una intuitiva capacità di prevedere fino metrica) potremmo identificare con le otto crome di una
a che punto ci si può spingere nella variazione di un mo- battuta di quattro quarti.
dello prima che gli ascoltatori non possano più ricono- In notazione TUBS avremo dunque otto spazi quadrati tra i
scerne la provenienza. quali individuarne alcuni che rappresenteranno gli attac-
Se una composizione a pattern è basata sulla ripetizione, chi del nostro pattern.
ancorché variata, di un modello, il suo tipo più semplice
consisterà nella semplice ripetizione del modello senza al-
cuna variazione.
Definire composizione una semplice ripetizione letterale di Determinare fin da subito l’organico del brano, con stru-
un «frammento di scrittura musicale» potrà sembrare inu- menti scelti tra quelli introdotti in questa rubrica (ad esem-
suale. In effetti la presenza di brani di questo tipo nel re- pio un sonaglio di semi), è importante, poiché potrà forse
pertorio colto è essenzialmente legata a pochissimi esempi influire sulla scelta delle pulsazioni.
estremi, sia sul versante della sperimentazione che su quello A questo punto si tratta di individuare alcune pulsazioni tra
umoristico. L’unico esempio “classico” che prende “sul se- le otto disponibili. Possiamo farlo a caso, oppure cercando
rio” la pura, semplice e ostinata ripetizione è forse il mi- di immaginarci un risultato accattivante. È importante evi-
sterioso brano 1 Vexations che Erik Satie ha scritto presu- tare di realizzare una serie regolare di colpi, ad esempio
mibilmente nel 1893, e che consiste in una successione di scegliendo ogni pulsazione dispari oppure solo la prima e la
RUBRICHE
singole note e accordi che viene ripetuta senza modifiche quarta o tutte. Sarebbe infatti difficile capire quando un
per ben 840 volte, con una durata totale di circa undici pattern ha inizio: che differenza c’è, ad esempio, tra un
ore. Altri esempi di composizioni a pattern estreme posso- pattern con quattro colpi di un quarto e quattro ripetizioni
no essere rintracciati nelle opere del primo minimalismo, di un pattern costituito da un solo colpo da un quarto?
come in Lovely things per solo pianoforte di Harold Budd Un pattern insomma deve avere un capo e una coda, vale a
Trascrivere Stravinsky
per bambini
Strumenti e tecniche
con quella assunzione di responsabilità a cui ci si espone Qualcosa del genere avviene qualche volta anche nella
quando si accetta la necessità di affrontare un gran nume- Scuola di musica di Suzzara, dove però, a partire dalla
ro di scelte. consapevolezza concernente la valenza formativa e edu-
cativa del fare musica insieme, si è ritenuto necessario te-
Quali sono gli intenti didattici, ma più propriamente quali nere presente anche la valenza altrettanto formativa e
sono gli intenti formativi e metodologici, che stanno alla educativa dell’esperienza estetica stessa che tale pratica per-
base del tuo lavoro di trascrizione? mette di vivere 2. Per questo, soprattutto relativamente alla
Le trascrizioni ed elaborazioni per l’orchestra della Scuola scelta dei repertori per il grande gruppo orchestrale, è ma-
Comunale di Musica di Suzzara nascono in stretto rappor- turata la convinzione di dovere dare l’opportunità di
to con l’aspetto forse più rilevante di quella esperienza di- vivere anche delle esperienze estetiche forti, proponendo
dattica e educativa: il fatto cioè di avere messo al centro da subito l’incontro con la grande musica della nostra tra-
del proprio progetto il fare musica insieme a cominciare dizione e, più recentemente, anche con alcune composi-
dal primo approccio alla musica e allo studio di uno stru- zioni del Novecento e contemporanee: per «offrire una im-
mento musicale. Nella Scuola esistono tre gruppi orche- magine della musica non solo come di qualcosa di impor-
strali: uno formato da allievi giovani (di età compresa tra tante, ma anche di vivente e in costante trasformazione,
gli undici e i sedici anni), uno composto da allievi un poco qualcosa di mobile e di non rigido» 3.
più grandi e anche da alcuni ex allievi che, pur svolgendo Naturalmente la questione della trascrizione, della trasfor-
altre professioni, continuano “per diletto” a fare musica mazione e dell’adattamento delle parti, con queste premesse
insieme con gli altri, e infine un altro formato da bambini in una qualche misura si radicalizza, anche nel senso di
di età compresa tra i sei e i dieci anni che frequentano il problematizzarsi.
corso chiamato Giocamusica. L’orchestra grande rappre-
senta il momento in cui i diversi gruppi si uniscono in Con quali problemi la trascrizione si deve dunque confron-
un’unica formazione: trascrivere per questo insieme signi- tare, a partire da queste premesse?
fica innanzitutto cercare di offrire l’occasione a tutti, an- Nella musica del secolo scorso è emerso un deciso interesse
che ai più giovani allievi e ai principianti, l’opportunità di per il suono, per la sua costruzione e in generale per l’aspet-
partecipare al risultato generale. to sonoro delle composizioni; per certi versi l’idea stessa di
variare l’organico originario in questo caso può apparire
A questo fine quali scelte di repertorio vengono privilegiate? davvero discutibile o addirittura impropria. A mio avviso si
Quando l’intenzione è soprattutto quella di offrire delle tratta però di tenere presente davvero quanto abbiamo ap-
occasioni per vivere la dimensione del suonare insieme – pena detto a proposito del concetto di trascrizione: e cioè il
con tutto ciò che comporta sul piano formativo e educativo fatto che trascrivendo, “trasformando” il suono della musi-
– sarebbe legittimo operare quasi qualsiasi tipo di scelta: ca, si va effettivamente a costruire qualcosa di altro e di
potrebbero andare bene le canzoni infantili o... la distribu- nuovo, la cui capacità di rimandare ad aspetti essenziali della
partitura originale dipende da una serie complessa di scelte
in grado di dare luogo a un’esperienza musicale, formativa
ed estetica, di valore proporzionale al valore estetico, for-
1 Nel corso della quinta edizione delle giornate di studio dedicate
mativo e musicale dell’operazione, di fatto ricompositiva,
alla didattica strumentale presso l’Istituto Superiore di Studi
Musicali “Achille Peri” di Reggio Emilia, William Molina, uno dei che si è andati a operare. In realtà anche in rapporto alla
responsabili del progetto venezuelano, raccontava che «per esem- musica di Mozart, e non solo a quella del Novecento, sareb-
pio, se il gruppo è formato da 80 musicisti si può suonare un be molto improprio sostenere che l’essenziale della sua “strut-
quartetto dividendo il gruppo in quattro parti. Si può lavorare con tura” consista soprattutto nelle “note”, e che perciò in que-
opere semplici di quartetti, trii e perfino a due parti, suonati da sto caso sarebbe più accettabile, per esempio, affidare delle
numerosi allievi» (in Il progetto venezuelano. Esperienze metodo-
logiche e riflessioni. Intervista a L. Mendez, W. Molina, V. Rodriguez.
parti di violino alle... chitarre (come mi è accaduto di fare
a cura di Irene Bonfrisco e Gabrielangela Spaggiari, Istituto Su- trascrivendo e trasformando alcuni passaggi delle Sei danze
periore di Studi Musicali “Achille Peri”, Reggio Emilia 2007). Tedesche KV 509 di Mozart). Ecco perché parlo di piena
2 Un richiamo a questo tipo di consapevolezza era presente nel ti- assunzione di responsabilità: non c’è dubbio che operazioni
tolo stesso del Convegno Nazionale della SIEM svoltosi a Pisa nel- di questo tipo comportino un approccio anche interpretativo
l’ottobre 2008: Musica: forme di linguaggio, linguaggio delle for-
con l’originale, e possano essere condotte non solo con più
me. L’esperienza estetica come bisogno e come risorsa. Su questo
tema rimando anche al mio contributo Educare a cambiare il mon- o meno competenza e capacità inventiva, ma muovendo da
do, in Musica e educazione estetica. Il ruolo delle arti nei contesti premesse e da atteggiamenti altrettanto diversi anche dal
formativi, a cura di Alessandra Anceschi, EDT, Torino 2009. punto di vista etico.
3 Dalla relazione presentata dalla Scuola Comunale di Musica di
Suzzara (Mantova) al congresso ISME 2008 a Bologna. La relazio- Per quanto riguarda invece il piano tecnico-compositivo, è
ne illustra i contenuti, gli obiettivi e le metodologie del progetto
didattico Suoniamo insieme Mozart, Purcell, Stravinsky e Grisey
possibile chiarire cosa significa trascrivere?
per l’anno scolastico 2007-2008; per ora non pubblicata, tale re- In generale comporta lo studio approfondito della partitura
lazione può essere richiesta direttamente alla scuola. originale e la necessità di prendere a modello un corpus di
relazioni stilistiche importanti e stimolanti – aventi un or- piccoli la possibilità di lavorare con e dentro la musica). In
ganico uguale o simile a quello per il quale la trascrizione questo modo non solo è possibile rendere più sensate e già
è destinata. È soprattutto da qui che si possono incomin- musicali le “prove a orchestre separate” – che nella Scuola
ciare a intravedere alcune ipotesi trasformative e operare di Suzzara si alternano alle prove per famiglie strumentali
le prime e decisive scelte riguardanti l’individuazione della – ma si corrisponde in una qualche misura anche a un
scrittura più appropriata per il nuovo contesto strumenta- aspetto essenziale del pensiero orchestrale, soprattutto clas-
le: non si tratta, appunto, di distribuire semplicemente le sico, pure in un contesto in cui, per altro, non si esita a
note ad altri strumenti, ma di prendere decisioni, non sem- fare intervenire le già ricordate e improbabilissime chitar-
pre facili e a volte rischiose. re nella scrittura mozartiana 4.
Sempre sul piano tecnico-compositivo, è possibile allora Recentemente, oltre che su Mozart hai lavorato anche sulla
chiarire cosa può significare trascrivere con intenti didat- musica di Stravinsky: lì le cose mi sembra che si compli-
tici un’opera appartenente all’ambito della cosiddetta mu- chino notevolmente.
sica d’arte? Prima di affrontare la Sagra della primavera avevo tra-
Si tratta in questo caso di sviluppare anche la necessaria scritto quattro pezzi di Stravinsky molto più brevi, ma nei
sensibilità a confrontarsi con i problemi specifici della realtà quali in realtà erano già presenti molte delle problematiche
per la quale si sta operando. Sarebbe piuttosto inutile in- musicali che caratterizzano il Sacre 5. Il nuovo progetto è
dagare astrattamente eventuali problematiche specifiche maturato solo dopo questo primo tentativo di verificare la
legate alla trascrizione con intenti didattici, perché in que- possibilità di portare l’eterogeneo gruppo orchestrale al-
sto caso la fondamentale esigenza è proprio quella di ma- l’incontro con la musica di Stravinsky: mi era sembrato
turare la disponibilità a lavorare per le caratteristiche, i che la bellezza e la forza di quella musica avessero portato
limiti, le “disomogeneità” della concreta realtà per la quale anche i ragazzi più giovani a lasciarsi trascinare dalla ric-
ci si accinge a scrivere. È necessario per esempio fare i chezza e dalla vivacità dell’invenzione stravinskiana.
conti non solo con i suoi limiti di organico e con la già Quanto alla trascrizione della Danza degli adolescenti e del
ricordata presenza di diverse competenze musicali, ma, Gioco del rapimento si è trattato veramente di una opera-
addirittura, con le specifiche abilità strumentali di quasi zione limite, una sorta di virtuosismo trasformativo volto
ogni singolo allievo. Per questo – oltre che per ricevere ad accogliere in una partitura di per sé molto complessa
preziose informazioni e consigli relativi all’adeguatezza anche i contributi, in qualche caso veramente minimi, di
della scrittura strumentale in rapporto ai diversi percorsi un gran numero di principianti. D’altra parte è vero però
didattici – diventa indispensabile mantenere uno stretto che il modo di costruire di Stravinsky, il suo procedere per
rapporto con gli insegnanti di strumento. tagli netti e la sua tendenza a dar vita a delle situazioni
L’obiettivo finale è di arrivare a scrivere diverse parti diffe- complesse sovrapponendo spesso degli ostinati relativa-
renziate per livello di difficoltà, cercando il più possibile di mente semplici (anche se tra loro asimmetricamente sfasati),
salvare anche le parti originali, che nella realtà di Suzzara sembrano in realtà prestarsi in modo particolare a inter-
quasi sempre possono essere eseguite almeno da qualche al- venti trasformativi la cui sensatezza appare in una qual-
lievo più grande o dagli insegnanti stessi (i quali partecipano che misura garantita dalla forte caratterizzazione dell’arti-
sempre alle esecuzioni, suonando accanto ai loro allievi). colazione formale.
Veniamo dunque all’esperienza concreta di alcune trascri- Arriviamo dunque alla “trascrizione” della Sagra della pri-
zioni recenti. Cosa significa trascrivere per un’orchestra mavera di cui avete recentemente eseguito il primo e il
“disomogenea” le Sei danze Tedesche KV 509 di Mozart? secondo quadro, nell’ambito della terza edizione della ras-
In questa come in altre trascrizioni le parti aggiunte e quelle segna “Facciamo musica insieme?” che si svolge a Suzzara,
semplificate sono state raccolte in una vera e propria e della quale pure ti chiedo di dirci qualcosa.
partitura parallela, che può essere eseguita contemporanea- Nel caso della Sagra della Primavera ho proceduto a una
mente a quella originale ma che, anche quando eseguita completa riscrittura “rielaborata” dei due quadri del capo-
autonomamente, possiede un senso musicale in una qual- lavoro stravinskiano. Naturalmente anche qui l’intento è
che misura autosufficiente. Ecco per esempio un aspetto la
cui rilevanza è legata proprio al contesto didattico a cui
stiamo facendo riferimento: in quell’orchestra “disomo-
genea”, proprio perché gli interventi degli strumentisti più 4 Vedi esempio su www.musicadomani.it nella sezione “Materiali”.
giovani non possono evitare una certa frammentarietà, è 5 Questi i quattro pezzi: Danse (dai Quattro studi per orchestra),
infatti importante riuscire almeno a garantire loro un sen- Andante (dalla Suite n.1 per orchestra), Balalaika e Galop (dalla
Suite n. 2 per orchestra).
so abbastanza compiuto. Per la stessa ragione, piuttosto
6 Su www.musicadomani.it nella sezione “Materiali” è possibile
che affidare degli interventi troppo sporadici, si è preferito ascoltare una registrazione della trascrizione del primo quadro
in qualche caso assegnare una pausa generale di qualche eseguita al saggio finale della scuola nel giugno 2009.
battuta all’orchestra dei “principianti” e dei bambini che 7 Vedi esempio su www.musicadomani.it nella sezione “Materiali”.
Strumenti e tecniche
ne originale del Sacre, ma anche di introdurre, in generale,
all’ascolto della musica di Stravinsky e di sviluppare in-
torno ad essa altre iniziative e percorsi didattici. D’altra
parte queste e altre problematiche didattiche non possono
essere affrontate se non in una situazione, verso la cui
costruzione pare proiettata la Scuola di Suzzara, nella quale
un gruppo di insegnanti competenti e fortemente motivati
sappia dar vita a una vera e propria équipe di lavoro in
grado di condividere ogni fase della realizzazione del pro-
getto 6.
pone? Ma preliminarmente, ha senso porsi nell’ottica di Sistema Nazionale di Orchestre Giovanili e Infantili del
una sua trascrizione? Venezuela, sosteneva l’esigenza di poter contare su inse-
In generale, per quanto riguarda la musica degli ultimi de- gnanti il più possibili “integrali”: io penso che anche l’abi-
cenni rischia di essere piuttosto priva di senso l’idea stessa di tudine, la pratica di trascrivere, adattare la musica all’in-
trascriverla (anche se si potrebbe non escludere a priori la terno dei contesti specifici in cui l’insegnante si trova a
possibilità di operare qualche tipo di trasformazione) e mi operare, debba rientrare in una più ampia idea di compe-
sembra ancor più problematica l’idea di farlo con intenti di- tenza didattica e musicale. Quanto alle difficoltà: si tratta
dattici: avrebbe davvero senso “semplificare” Gruppen di anche di assumere la convinta decisione di incominciare e
Stockhausen, le composizioni di Ligeti o di Sciarrino? poi, magari anche attraverso qualche insuccesso, avviarsi
In rapporto alla musica contemporanea auspicherei invece ad acquisire una certa abilità sul campo. Insomma vorrei
un’altra possibilità: quella di invitare piuttosto i più im- invitare ad avere coraggio, e proprio partendo dalla per-
portanti compositori del nostro tempo a scrivere anche per suasione dell’importanza e della necessità di introdurre
giovani musicisti o principianti o... bambini, in fondo ri- anche questa dimensione nella pratica della didattica mu-
prendendo un’attenzione con solidi precedenti storici 8. sicale e nell’ambito di una rinnovata riflessione su di essa.
Proprio Gérard Grisey mi sembra ci abbia offerto con le sue
tre Manifestations per petite orchestre de debutans, scritte Per concludere, quali prospettive di sviluppo ha il progetto
nel 1977, un esempio veramente importante, forse unico, di avviato?
ciò che vado qui auspicando. Con l’insieme orchestrale della L’esperienza maturata sicuramente continuerà a svilupparsi
Scuola di Suzzara le abbiamo eseguite quest’anno 9. È vera- nei prossimi anni, ma non si tratta certamente di un unicum.
mente straordinario come questi tre pezzi, pur mantenendo- Tra le altre realtà che in questi anni mi sembra abbiano
si all’interno di difficoltà strumentali piuttosto limitate, per- operato in modo molto interessante, e nella direzione di svi-
mettano di entrare molto profondamente, e per una porta luppare la valorizzazione del fare musica insieme anche af-
solo apparentemente laterale, nel pensiero musicale di Grisey; frontando composizioni per le quali si imponga un necessa-
in essi è addirittura possibile intravedere degli aspetti che si rio intervento di trascrizione e di elaborazione delle partiture
sarebbero ancor più manifestati e sviluppati solo nella sua originali, ricorderei quelle che a Suzzara sono già state invi-
importantissima produzione dei decenni successivi. tate a partecipare alla “Rassegna di gruppi strumentali gio-
Tra i pochi altri esempi citerei anche le grandi composizio- vanili” giunta alla sua terza edizione. Accanto alla presenza
ni di Sciarrino che prevedono il coinvolgimento, accanto a dell’orchestra della Scuola Comunale di Musica di Suzzara è
pochi solisti, di un gran numero di esecutori con compe- infatti da segnalare la partecipazione del Gruppo strumen-
tenze strumentali anche minime 10. tale dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” di
Ma, per concludere su questo argomento, auspicherei che Reggio Emilia, dell’Orchestra dei bambini e dei ragazzi del
anche le Scuole di composizione (dei Conservatori o delle Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova, dell’Orchestra
Scuole di musica) vedessero in questa finalità un’impor- Radiconvento della Scuola RadiconventoMusica di Radi-
tante opportunità per affrontare problematiche costruttive condoli (Siena) e, infine, intrecciandosi con la stagione
altamente formative, e nel contempo cogliessero in essa mantovana Tempo d’orchestra che la ospiterà nel proprio
una vera e propria occasione per portare i propri allievi a cartellone, della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di
percepire anche così il senso e la rilevanza addirittura so- Santa Cecilia. Per il prossimo futuro un obiettivo importan-
ciale del loro operare nella e per la musica. te sarà quello di continuare a mettere in contatto tra loro
In fondo, pure in una situazione generale che, non solo dal queste e altre realtà, favorendo così la possibilità di cono-
punto di vista musicale, mostra sintomi di degrado sempre scere altri repertori, altre esperienze e riflessioni.
più allarmanti, non è privo di importanza sapere che esiste
una “domanda” di musica – di musica d’insieme per gio-
vani musicisti – che c’è carenza di repertori e anche di 8 Su questo mi permetto di rimandare al mio intervento Alla base
trascrizioni ed elaborazioni pensate a questo fine. della musica e dell’educazione c’è il suono, in “Musica Domani”, n.
118, 2001, pp. 34-36, all’interno del “Confronti e dibattiti” intito-
Che tipo di competenze specifiche (o quanto meno quali lato I compositori contemporanei di fronte alla didattica, curato
da Donatella Bartolini e che ha visto il contributo anche di Salva-
“attenzioni”) un insegnante dovrebbe avere per operare tra-
tore Sciarrino e di Helmut Lachenmann.
scrizioni in questa direzione? 9 Almeno i titoli meritano di essere citati: 1) ...pour échapper à la
Non vorrei essermi troppo soffermato sugli aspetti che ren- télévision, 2) ...pour trouver le silence, 3) ...pour obtenir une aire
dono certamente non semplice l’operazione di trascrivere la de jeux...
musica con intenti didattici, sino al punto di avere alimen- 10 Mi riferisco a Il cerchio tagliato dei suoni (1997), per 4 flauti soli-
tato una sorta di timore a cimentarsi in una pratica che in sti e 100 flauti migranti; La bocca, i piedi, il suono (1997), per 4
sax solisti e 100 sax in movimento; Studi per l’intonazione del
realtà dovrebbe rientrare nell’ambito delle competenze di
mare (2000), per voce, 4 flauti, 4 sassofoni, percussione, orche-
qualsiasi insegnante di strumento e, a maggior ragione, di stra di 100 flauti, orchestra di 100 sassofoni. Vedi anche l’inter-
qualsiasi insegnante di attività musicali collettive. vento di Salvatore Sciarrino, La forza creativo dell’esperienza
Nel suo intervento alla già citata giornata di studio di Reggio educativa, nel “Confronti e dibattiti” citato, pp. 30-32.
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Sull’altopiano guatemalteco
A circa duemila metri, Balanyá è un pic- quisiti giusti non è facile, né mantenerli
colo comune rurale del Guatemala. Tut- sul posto per più di qualche settimana.
t’intorno fazzoletti di terra coltivati, al- Quest’anno però, per la prima volta, è
l’orizzonte dei vulcani. Case basse col tet- stato possibile condurre l’attività col
to di lamiera ondulata formano stradine gruppo d’archi per vari mesi e con due
dove si vede scorrere un po’ del quoti- insegnanti per tutto il periodo. Con Mi-
diano: chi con la zappa in spalla, chi con chele Cantoni abbiamo lavorato in modo
le sue poche capre, alcuni piegati dal peso continuativo, con lezioni individuali e
di una fascina di legna. Tutto sembra stra- prove di sezione e di orchestra, il che ci
namente molto umano. Stranamente, ha permesso di preparare un programma
perché non è la dimensione umana dei vario e stimolante che potesse servire da
diritti e delle scelte che esige la moder- carta di presentazione in spazi adibiti alla
na coscienza dell’occidente, ma quella cultura. Una questione, quest’ultima, pie-
rappresentata da una comunità che di- © Centro de Formación de la Cooperación Española na di delicati contenuti, in una regione
pende dalla terra, con tutte le braccia di dove le comunità indigene sono ancora,
cui può disporre, in un ciclo di vita sta- glese, Ellen Kenny, che fonda (tre anni dopo anni di violenza e repressione, og-
gionale che si ripete all’infinito. È un fa) un’associazione per mantenerla in getto di discriminazione economica, so-
maestro di scuola di questa comunità, vita. Balanyá – Music for Guatemala ciale e culturale (la popolazione a Ba-
Edras Patá, che, coinvolgendo alcune fa- (www.balanyamusicforguatemala.org) si lanyá è prevalentemente di origine
miglie, organizza nel 2003 le prime le- occupa oggi della formazione dei singoli kaqchikel). Il gruppo si è presentato, tra
zioni con musicisti dalla capitale per orchestrali e dello sviluppo dell’orchestra giugno e luglio, presso l’Istituto Italiano
dare inizio al suo sogno di un’orchestra stessa, coordinando l’invio di volontari. di Cultura della capitale e presso il Cen-
sinfonica giovanile a Balanyá. Nono- Per la verità “formazione” è una parola tro di Formazione Spagnolo ad Antigua,
stante la fragilità del progetto, che vor- esagerata, vista la mancanza di continuità offrendo dei concerti che hanno dimo-
rebbe essere autosostenibile, l’“orchestra” didattica che ha per lo più caratterizzato strato che il sogno di Edras potrebbe un
rimane a suo modo attiva finché ne vie- il progetto, nonché i frequenti ricambi giorno diventare realtà.
ne a conoscenza una violoncellista in- nell’organico. Trovare volontari coi re- Claudia Caldi
Segnalazioni
Premio ISME-Gibson:
work in progress
A luglio 2008, durante l’inaugurazio- in videoconferenza, altri hanno dovuto
ne del 28o congresso Mondiale ISME a rinunciare, altri sono riusciti ad arrivare
Bologna organizzato dalla SIEM, sono facendo tragitti tortuosi di due ore per
stati consegnati i premi internazionali una distanza di otto chilometri. E così
ISME-Gibson per il 2008. Uno di questi purtroppo avviene frequentemente in
è andato al progetto Note di Pace, l’in- quello scenario.
sieme di iniziative promosse dal 2003 Per informazioni sui progetti Note
dalla Scuola Popolare di Musica Don- diare musica. Solo un esempio: ai con- di Pace: www.donnaolimpia.it e
na Olimpia con la collaborazione di corsi musicali alcuni dei ragazzi non sono www.notedipace.it
numerose altre istituzioni. riusciti ad arrivare a Gerusalemme, sede Per informarsi e sostenere tre strutture
Concerti, seminari, meeting, pubblica- delle audizioni, perché provenienti da palestinesi:
zioni e registrazioni: Note di Pace si zone sotto il controllo dell’Autorità Na- Conservatorio Nazionale Palestinese
propone di incentivare momenti di in- zionale Palestinese. Le autorità militari Edward Said ncm.birzeit.edu
contro e scambio tra ragazzi e musici- israeliane che controllano i check point Istituto Magnificat di Gerusalemme
sti israeliani, italiani e palestinesi e (i posti di blocco che sono i varchi del www.custodia.org/magnificat
contribuire alla strutturazione dell’edu- tristemente noto “muro”), talvolta nega- Scuola di musica AlKamandjati
cazione musicale in Palestina condizio- no il passaggio ai ragazzi. Così alcuni www.alkamandjati.com
ne necessaria affinché il dialogo possa hanno potuto suonare e partecipare solo Checco Galtieri
svilupparsi attraverso la musica.
A un anno di distanza dal premio i pro-
getti vanno avanti: è stato pubblicato
(all’interno della collana dell’OSI Orff-
Schulwerk Italiano) il fascicolo The Song
of The Bird. Canti palestinesi per bambi-
ni (nelle due versioni italiano-arabo e
inglese-arabo) rivolto ai ragazzi italiani
e a quelli palestinesi; sono stati avviati
seminari di aggiornamento in Palestina,
tra i quali segnaliamo quelli di Beth Bol-
ton (Temple University di Philadelphia);
è stato organizzato, a giugno, un tour in
Italia di Laith Bandak (qanoun) e Tamer
Al Sahouri (oud), due dei vincitori del
concorso per giovani palestinesi Marcel
Khalife 2008 organizzato dal Conserva-
torio Palestinese Edward Said; è stata
promossa la sesta edizione del premio
pianistico Roma per Gerusalemme orga-
nizzato dall’Istituto Magnificat di Geru-
salemme e aperto a giovani palestinesi e
israeliani; l’orchestra dei Giovani Fiati
Reggini insieme all’associazione Contrap-
punti onlus ha organizzato una tourné
in medioriente e infine è in preparazione
un campus didattico a BirZeit in colla- La coscienza di Gino
borazione con il Con-
servatorio Palestinese Il 2 ottobre 2009 ha compiuto 80 anni gata. In occasione di questo anniversario,
Edward Said e la scuo- Gino Stefani, semiologo e musicologo di i colleghi e gli amici si sono ritrovati presso
la di musica “Al Ka- fama internazionale, per diversi anni ami- l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’uni-
mandjati”. co e collaboratore di “Musica Domani”. versità di Roma Tor Vergata per una gior-
Questa serie di pic- Stefani ha dato contributi scientifici pre- nata celebrativa animata da interventi,
cole azioni, con ziosi a numerose discipline, come la se- momenti musicali e qualche spontanea ri-
le dovute diffi- miotica musicale, di cui è stato fra i fon- evocazione del passato meno conosciuto
coltà logistiche, datori negli anni ’70, la psicologia e la pe- di Stefani, nelle quali il festeggiato stesso
riescono a sor- dagogia della musica, la musicoterapia, la si è lasciato volentieri coinvolgere.
passare le pro- Globalità dei Linguaggi, la Cultura della Nel corso dell’evento è stato presentato il
blematiche pace. Docente di Semiologia della musica volume La Coscienza di Gino. Esperienza
quotidiane che i al DAMS di Bologna per oltre vent’anni, Ste- musicale e arte di vivere, edito da Umweb
giovani ragazzi fani è attualmente coordinatore del Ma- (Helsinki), a cura di Dario Martinelli e
palestinesi in- ster in MusicArTerapia nella Globalità dei Francesco Spampinato, che hanno anche
contrano per stu- Linguaggi all’università di Roma Tor Ver- animato l’intera giornata.
Segnalazioni
Navigando: www.wikitesti.com
Ancora un wiki, poi prometto che cer- Delle canzoni schedate è sempre pre- tico, essendo riferito ai titoli delle sche-
cherò di dedicare ad altro questa ru- sente il testo e, in misura variabile, al- de, spesso ordina gli artisti per nome,
brichetta. cune informazioni di base (autori e co- piuttosto che per cognome (Battisti è alla
Wikitesti è una raccolta di testi di can- autori, anno di pubblicazione, album pagina della L, subito prima di Lucio
zoni. Si può considerare quasi una pic- di appartenenza ecc.); nella maggior Dalla, Lunapop e Luvi De André).
cola enciclopedia, almeno per quanto parte dei casi sono disponibili gli ac- Dopo aver messo doverosamente in ri-
riguarda l’ambito “mainstream” della cordi, per lo più in notazione interna- salto ancora un paio di difetti del sito,
canzone pop italiana, che evidentemen- zionale. Ho notato qua e là una certa quali una certa occasionale lentezza nel
te rappresenta il principale interesse dei propensione a indicare enarmonica- “servire” le pagine e una presenza di
curatori e dei contributori di questo mente le note alterate (A diesis invece pubblicità alquanto fastidiosa, voglio
sito; canzoni provenienti da altri pae- di B bemolle), immagino in conseguen- però ribadire i motivi per i quali ve lo
si, o comunque di altra estrazione cul- za dell’uso di tecnologie per la nota- segnalo: la possibilità di reperire velo-
turale sono presenti in misura minore. zione automatica. cemente testo (e magari accordi) di una
A ogni modo, a patto di non voler cerca- Gli strumenti di navigazione sono ridotti delle 25.000 canzoni schedate (stima del
re la canzone dimenticata o l’autore noto all’essenziale: oltre al solito box di ri- vostro recensore) rende comunque pre-
solo a pochi appassionati, ci si può in cerca, dalla pagina principale (e solo da ziosa questa risorsa; il suo presentarsi
genere attendere di trovare ciò di cui si lì) possono essere consultati gli elenchi come progetto aperto alla collaborazio-
potrebbe aver bisogno in questo campo. alfabetici delle canzoni e degli artisti, e ne e al miglioramento da parte degli
Inoltre si tenga presente che il sito è quelli cronologici di canzoni e album. utenti lo colloca nel solco di quell’idea
aperto ai contributi di chiunque sia in- Occorre segnalare che la catalogazione di condivisione del sapere e di colla-
teressato (usa – per intenderci – la stes- è però piuttosto “artigianale” (se una borazione che rende – a mio avviso –
sa impostazione e finanche la stessa canzone è stata incisa da più esecutori preziosa la rete e che di essa rappresenta
grafica di wikipedia): è quindi una ri- non è detto che la troviate all’anno di l’aspetto migliore.
sorsa in evoluzione. prima pubblicazione) e l’elenco alfabe- Augusto Dal Toso
Filosofia e improvvisazione
Ogni anno Luigi Perissinotto, professore di filosofia del in modo libero un nuovo modo-di-stare-al-mondo. Non
linguaggio a Cà Foscari, invita un importante filosofo a esiste improvvisazione senza libertà. Come dice Steve Lacy,
tenere una serie di lezioni, le “lezioni veneziane”, al- «quando si perde la libertà la musica è finita». Non dice
l’Auditorium Santa Margherita. Quest’anno (10-11-12 giu- perde energia, freschezza, sapore, dice «è finita», cioè non
gno) è toccato ad Arnold Davidson e io sono stato invita- esiste in quanto musica. Ma «l’etica è la pratica della liber-
to insieme a Daniele Goldoni, Mario Galzigna e lo stesso tà» (Foucault), quindi l’improvvisazione è etica. Si presen-
Perissinotto a presentarlo. Arnold Davidson è un filosofo ta qui un paradosso apparente, ben evidenziato da Davidson.
morale che si occupa di filosofia antica e, ultimamente, In quanto l’improvvisazione rappresenta un modello di com-
della nozione di “esercizi spirituali” esaminata alla luce portamento etico, non solo in quanto «pratica di libertà»
degli studi di Foucault sulle pratiche di creazione di sé. ma in quanto sintesi di libertà e rigore, «libertà e precisio-
Anche in queste lezioni veneziane è partito da Foucault ne» (Davidson), la figura cui ci rivolgiamo quando improv-
ma per arrivare al jazz e alla libera improvvisazione, in visiamo (il nostro modello di riferimento) è una figura esem-
un “corto circuito” inusuale e poco accademico tra filo- plare, non in senso soltanto musicale. Ora la domanda è:
sofia, musica ed esperienza comune. Il jazz è la ragione «possiamo essere noi stessi grazie all’esemplarità di un al-
per la quale sono stato invitato e parlo di Davidson su tro»? (Davidson). La soluzione proposta da Davidson sta
questa rivista. Ho sempre pensato che si possa parlare di nella distinzione fra imitazione ed emulazione. La figura
improvvisazione jazzistica e in particolare di “free esemplare è indispensabile in quanto ci spinge a superarla,
improvisation” in termini etico-filosofici. L’approccio a tradirla. Soltanto nell’emulazione, nel confronto, nel ten-
sociologico e quello analitico-musicologico mi sembra- tativo di staccarsene rivela la sua forza, che non è immo-
vano insufficienti a cogliere la portata di un progetto di bilizzante, ma trascinante, propulsiva. È qui che il discorso
conversione e trasformazione di sé quale si attua nella di Davidson, ponendosi in contrasto con i mistici della li-
pratica improvvisativa. Ma, eccettuate le dichiarazioni bertà e dell’improvvisazione assoluta, rivela la sua concre-
coraggiose e impudiche di alcuni jazzisti (Steve Lacy e tezza. Il concetto di libertà assoluta, per esempio di Sartre,
George Lewis su tutti), non trovavo in studiosi e critici un è inadeguato a capire il jazz. Come sottolinea Foucault,
supporto adeguato. Davidson mi ha fornito gli strumenti non esiste libertà fuori da una rete di rapporti di potere,
concettuali trovandoli nella filosofia antica e in filosofi così come non esiste corpo (e soggettività) che non siano
come Emerson, Cavell, Hadot e Foucault per i quali la “costituiti” da apparati di sapere e potere. L’aspetto inte-
filosofia non deve essere pura teoria ma può trasformarsi ressante del potere è che non si trova soltanto dove pen-
in pratica e stile di vita. L’idea è quella, apparentemente siamo si debba trovare. Il potere è dappertutto, è onniper-
fuori moda, che non si dà filosofia senza perfezionamen- vasivo. Non è solo nelle regole e nelle convenzioni comu-
to morale. Lo stesso può dirsi dell’improvvisazione, dove nemente accettate. Quando Alex von Schlippenbach si con-
quello che conta non è tanto il risultato compiuto ma il fronta con Monk (la sua figura esemplare) si trova a fare i
processo di trasformazione di regole e convenzioni vis- conti con la forza di una melodia che tende a impedire, per
sute come imposte in strumenti di liberazione di sé. Né si la sua intensità e pregnanza, la libertà. All’interno del grup-
tratta di trovare un se stesso pre-determinato (Davidson po di musica improvvisata non siamo liberi, ma condizio-
prende più volte posizione contro il culto californiano di nati da rapporti di potere tanto più pervasivi in quanto
sé) ma una “forma”, necessariamente provvisoria e sem- nascosti. E quando siamo soli (noi pianisti lo sappiamo
pre-da-raggiungere, in cui ci troveremo momentaneamen- bene) i limiti da noi stessi auto-imposti tendono a essere
te a nostro agio, a casa, punto di partenza nella ricerca di ancora più vincolanti. La libertà che si sperimenta nell’im-
altri sé ugualmente provvisori. L’esercizio spirituale del provvisazione non va dunque vissuta in termini utopici.
jazzista, come quello del filosofo antico, non parte da L’unica garanzia della libertà è la libertà. «La libertà va
regole, che sono invece fondamentali nella pratica spiri- praticata, non è mai garantita» (Davidson). Lungi dall’ipo-
tuale cristiana. Si indirizza piuttosto verso l’idea di for- statizzare l’idea di libertà, questa prospettiva ne sottolinea
RUBRICHE
ma e per questo è un esercizio etico. Mentre gli esercizi i limiti proprio per poterla cercare. «Non esiste buona di-
spirituali cristiani ci costringono a una ferrea disciplina, struzione senza amore» (Deleuze). Anche quando la libertà
per gli antichi la saggezza è invenzione libera di uno “sti- è accusata di essere immorale e mostruosa (si pensi al caso
le”, di una forma di vita. Anche l’improvvisazione non si Cecil Taylor), nasce dall’adesione a un modello. Il proble-
propone come semplice “divagare” ma cerca di costruire ma è far diventare quei limiti sorgente di libertà e allo
Note a margine
sia un sogno vuoto, ci vuole un atteggiamento sperimen- improvvisatore, che è privo di riferimenti prestabiliti. E
tale». Nella parola «sperimentale» scelta da Foucault e cita- non mi riferisco soltanto all’attenzione verso il suono al-
ta da Davidson evidentemente non a caso, si cela un’idea trui, ma all’attenzione verso il proprio suono, che non
“laica” di improvvisazione che confligge con quella falsa- deve essere sfiorato e sottinteso come avviene quando si
mente mistica e spirituale di tanti jazzisti (si pensi a Keith vive l’improvvisazione come mero sfoggio di tecnica e di
Jarrett). La libertà assoluta non esiste, si definisce come virtuosismo, ma profondamente sperimentato e vissuto.
“resistenza” al potere, è sempre da ri-verificare. In questa Soltanto vivendo il suono come espressione della nostra
prospettiva “laica” quello che conta non è raggiungere uno vita sarà possibile vivere l’improvvisazione, come sugge-
stato di estasi quasi religiosa ma «saper sostare risce Davidson, come un esercizio etico, e fra i più alti
nell’indefinitezza senza angosciarsi», secondo la bella possibili. E soltanto vivendo l’improvvisazione come eser-
espressione di John Keats in una lettera al fratello, citata cizio etico sarà possibile realizzare una sintesi come quella
nel corso delle lezioni di Davidson dallo psicanalista Boc- da lui descritta mentre ci mostrava una performance di
canegra. In questa definizione straordinaria di libertà vie- Duke Ellington al pianoforte: quella fra vigilanza, con-
ne alla luce una nuova categoria, decisiva per comprende- centrazione ed energia stoiche e piacere e distensione
re il discorso di Davidson: quella di attenzione. Senza at- epicurei. Perché alla fine quello che distingue l’improv-
tenzione, diceva Cavell, «non c’è redenzione. il mondo giace visazione, sembra dirci Davidson, al di là di tutti gli sfor-
caduto e morto». E Wittgenstein suggeriva qualcosa di si- zi, le sofferenze, i rischi connessi al vivere una “libertà
mile quando diceva, con Rilke, che «le parole devono es- senza garanzia”, è il piacere che è in grado di darci.
ASSEMBLEA NAZIONALE
dei soci della Società Italiana per l’Educazione Musicale
L’Assemblea Nazionale Ordinaria dei Soci è convocata domenica 28 marzo 2010 a Bologna, presso la sede della
Johns Hopkins University, via Belmeloro 11 (15 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria - andata autobus n. 32,
fermata Porta San Vitale, ritorno autobus n. 33) alle ore 9.00 in prima convocazione e alle ore 9.30 in seconda
convocazione.
La conclusione dei lavori è prevista per le ore 14.00.
I soci che fossero impossibilitati a intervenire possono farsi rappresentare da altri soci, consegnando loro il mo-
dulo compilato – scaricabile dal sito www.siem-online.it – oppure una dichiarazione firmata. Non sono ammes-
se più di tre deleghe per socio. I partecipanti sono tenuti a esibire la tessera d’iscrizione alla SIEM. I soci sosteni-
tori con personalità giuridica possono essere rappresentati dal rispettivo titolare oppure delegato munito di at-
testato nominale. La presente comunicazione costituisce regolare convocazione dell’Assemblea come da art. 9
RUBRICHE
dello Statuto.
Sabato 27 marzo a partire dalle ore 11 è previsto nella stessa sede il COLLEGIO DEI PRESIDENTI delle Sezioni
Territoriali.
Comporre e registrare
con adolescenti
Ricerche e problemi
univa, in molti casi, alla sfida di comporre in gruppo. Analo- all’esplorazione e alla rielaborazione dei materiali sonori
gamente mi ha particolarmente interessato il processo di pro- prodotti con oggetti sonori, strumenti d’arte o con la pro-
duzione di un CD nell’ambito scolastico. Mi sono spesso chie- pria voce. Proprio su questi fondamenti ho basato le strate-
sto quale fosse la reale importanza di questa pratica pedago- gie attuate nel laboratorio di composizione.
gica nella formazione musicale degli alunni e come questa Per l’analisi dei risultati del laboratorio ho utilizzato il con-
potesse favorire azioni educativo-musicali più ampie. cetto di valutazione formativa così come proposto da Fautley
Partendo dalle mie precedenti esperienze e dagli interroga- (2004). Tale costrutto tiene conto della comprensione del
tivi che avevano sollecitato, ho realizzato un percorso di processo da parte dello studente e del modo in cui questo
ricerca-azione con un gruppo di dieci adolescenti di una processo viene sviluppato dal gruppo con la partecipazione
scuola pubblica, con l’obiettivo di analizzare proprio alcune dell’insegnante. Un altro riferimento teorico è il concetto di
peculiarità della composizione musicale sostenuta dall’uso scambi comunicativi simultanei di McDonald e Miell (2000).
di tecnologie di registrazione. È stato quindi ideato uno spe- Gli autori focalizzano l’attenzione sulla natura e la qualità
cifico laboratorio della durata di 42 ore, distribuite nell’arco dei processi d’interazione durante la pratica compositiva. In
di due mesi, finalizzato alla composizione di musiche vocali questo modo la comunicazione è definita come una costru-
e strumentali da registrare su CD. Il gruppo coinvolto nella zione ed espansione di idee espresse dall’altro o dal soggetto
ricerca era costituito da alunni frequentanti l’ottava classe stesso, in un sistema di scambi simultanei. Gli studenti che
della Scuola elementare “Osório Ramos Correa” di Gravataì instaurano fra loro un miglior rapporto interagiscono nel
(Stato di Rio Grande do Sul, Brasil). La scuola è inserita in lavoro di composizione in modo più fluido, generando ri-
una comunità economicamente povera nella quale esistono sultati musicali più diversificati ed espressivi.
poche possibilità culturali. Gli studenti hanno aderito per Nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comu-
libera scelta al laboratorio proposto e nessuno di loro aveva nicazione i processi di digitalizzazione del suono costitui-
una formazione musicale formale, sebbene due partecipanti scono il principale elemento d’analisi. Iazzeta (1996, 1997 e
suonassero la chitarra. Il gruppo non aveva nessuna espe- 2001), Rodrigues (2002) e Carvalho (1999) propongono con-
rienza con le tecniche di registrazione. In generale, gli ado- cetti legati a nuovi modi di comporre, interpretare e ascolta-
lescenti coinvolti si relazionavano con la musica attraverso re musica e fondati sui progressi tecnologici. La diffusione
l’ascolto, il trasferimento e lo scambio di CD o file MP3. di nuove possibilità di registrazione a basso costo hanno
In questo studio ho cercato di rispondere alle seguenti do- consentito a un sempre maggiore numero di persone di in-
mande: cidere le proprie musiche. Analogamente la diffusione di
- con quali strategie è possibile integrare le tecniche di apparecchi di riproduzione di ridotte dimensioni ha favorito
registrazione nei percorsi collettivi di composizione? nuove forme di ascolto musicale ampliando le possibilità in
- come vengono modificati i processi compositivi quando relazione a tempi, contesti e luoghi di fruizione.
questi sono indirizzati verso la produzione di un CD?
- quali sono le implicazioni educative dei percorsi di com- Metodologia
posizione con utilizzo di tecniche di registrazione nei La metodologia adottata in questo studio è stata quella della
contesti che coinvolgono adolescenti? ricerca-azione. Nell’ambito delle diverse possibilità di questa
modalità d’indagine ho scelto il modello di Ricerca-Azione
Quadro teorico di riferimento Integrale (Pesqisa Ação Integral, PAI) elaborato da André Morin.
La proposta di comporre musiche con adolescenti e regi- Esso consente agli attori di costruire strategie d’indagine e
strarle in un CD coinvolge almeno tre aspetti della rifles- teorie che vengono derivate direttamente dal campo d’azione
sione teorica: l’importanza della composizione nell’ambito e che in esso vengono confrontate, contrapposte e convalida-
dell’educazione musicale; l’interazione fra processi com- te. Con questo proposito, la realizzazione del laboratorio non
positivi e tecnologie di registrazione; le implicazioni ha avuto come obiettivo quello di essere semplicemente il
socioculturali dei modi di fruizione musicale generati dalle mezzo di verifica di un’ipotesi a priori e neanche ha preteso di
innovazioni tecnologiche. coinvolgere il gruppo in un’azione preordinata. Esso si è ba-
La pedagogia musicale si occupa con interesse crescente della sato sulla necessità di coinvolgere tutti gli attori nelle diverse
ricerca sulla composizione musicale come pratica didattica tappe del processo tenendo sempre conto delle reali possibili-
nei contesti formali o informali (Swanwick 1979; Murray tà offerte dal gruppo e dal contesto.
Schafer 1991, 2004). Quest’interesse non è recente, visto che, Il processo di PAI è caratterizzato, nell’elaborazione propo-
dando uno sguardo alla storia dell’educazione musicale, fi- sta da Morin (2004), dai seguenti concetti:
gure come Émile Jaques-Dalcroze, Carl Orff, Gertrud Meyer- 1 Il contratto, di carattere aperto nel quale gli implicati
Denkmann, John Paynter, Raymond Murray Schafer e Keith assumono un ruolo attivo nell’azione. L’apertura si rife-
Swanwick hanno enfatizzato il ruolo della composizione nelle risce alla definizione dei problemi, dei metodi d’indagi-
ne e all’analisi delle necessità. Nell’ottica dell’autore la
ricerca-azione richiede un concetto di contratto che si
1 Le traduzioni in italiano di tutte le citazioni riportate in questo definisce «come negoziazione o intendimento delibera-
lavoro sono a cura dell’autore. tamente accettato fra le parti» (Morin 2004, p. 65) 1.
l’attività umana, senza relazione di dipendenza, dove 3 Intervista semi-strutturata: realizzata alla fine del la-
prevale il dialogo nei rapporti di cooperazione o di col- boratorio con l’obiettivo di identificare la percezione
laborazione» (Morin 2004, p. 67). Tale partecipazione che ogni adolescente ha avuto di tutto il processo.
richiede che gli interessati siano essi stessi coinvolti 4 Registrazioni audio/video: realizzate costantemente
anche nella creazione dei meccanismi di cooperazione. durante gli incontri. Si è contato sull’aiuto di collabo-
Oltre a ciò, la PAI presuppone che l’azione del ricercato- ratori che effettuavano le registrazioni in formato vi-
re vada oltre la semplice osservazione partecipata: «il deo. Mini-registratori audio sono stati disposti anche
ricercatore partecipante si vede coinvolto nel problema nei gruppi di lavoro affinché fossero registrate le con-
e nel processo della soluzione del problema. Egli è atti- versazioni.
vo» (Morin 2004, p. 69). Per quanto riguarda la proposta d’azione, il laboratorio è
3 Il cambiamento, il cui obiettivo principale è rendere com- stato organizzato in quattro fasi di cui riportiamo le attivi-
plementare l’azione e il discorso intorno alla problema- tà principali:
tica. Due idee sono centrali: la prima è che il cambia- Fase 1: attività d’integrazione, produzione di ambienti so-
mento inizia quando i partecipanti, attori o ricercatori, nori ed esplorazione degli strumenti musicali.
realizzano un’azione concreta; la seconda è che il cam- Fase 2: discussione sulle caratteristiche del CD da realizza-
biamento propizia una strategia centrata più sull’esplo- re, composizione di quattro brani strumentali suddivisi a
razione che sulla verifica. Il cambiamento infatti richiede piccoli gruppi, conversazioni con gli adolescenti e regi-
una continua revisione dell’azione e del pensiero, con strazione.
un percorso nei diversi sensi: «dall’azione alla riflessio- Fase 3: composizione di due brani con testo, conversazioni
ne, dalla riflessione all’azione, da un’azione meditata a con gli adolescenti e registrazione.
un’azione ancora più raffinata, e così via» (Morin 2004, Fase 4: processi di editing, realizzazione delle parti, defini-
p. 71). zioni della veste grafica del CD.
4 Il discorso, che man mano si vincola con le esperienze
vissute, favorisce, in quel modo, la consapevolezza. Il Risultati
discorso è visto come contrario dell’intuizione e, man Durante i processi di composizione finalizzati alla regi-
mano che la ricerca si svolge, esso diventa più prepara- strazione dei prodotti è stato possibile individuare le prin-
to e meno spontaneo; esso si presenta quindi come un cipali strategie adottate dai gruppi. In particolare le com-
importante vincolo di unione fra l’azione e la parteci- posizioni strumentali sono scaturite da iniziali processi di
pazione dato che «cercare il consenso sul livello del esplorazione del suono. Fattori di ordine musicale e inter-
discorso favorisce l’ingaggio. Inoltre, sembra di avere personale hanno influito direttamente sullo scambio e sul-
una maggiore partecipazione man mano che va avanti la gestione dei ruoli nei gruppi.
il discorso» (Morin 2004, p. 80). Le composizioni con testo, prodotte nella terza fase, hanno
5 L’azione, che offre ai partecipanti la possibilità che proposto agli adolescenti l’esperienza di comporre musi-
“le loro forze vive” siano utilizzate al massimo. L’azione che più simili a quelle che sono abituati ad ascoltare. Quindi
è principalmente collettiva e cooperativa e non è to- il processo si è realizzato in modo più strutturato e meno
talmente pianificata e predeterminata. Partendo da esplorativo. Estrema rilevanza è stata attribuita dai gruppi
questo presupposto, «l’azione si integra in un proces- al fatto che il testo elaborato dovesse avere un senso com-
so che è un atto di riflessione» (Morin 2004, p. 82). In prensibile per l’ascoltatore.
tal senso, la riflessione costante contribuisce all’effi- Nei processi di registrazione è rimasta visibile la differenza
cacia dell’azione dopo aver facilitato il consenso fra fra la tecnica a traccia unica e quella multitraccia. Nel pri-
i membri del gruppo. Per quanto riguarda la portata mo sistema, gli adolescenti hanno inciso le proprie musiche
dell’azione, il suo campo deve comprendere le capa- nello stesso modo in cui provavano le musiche strumentali,
cità dei partecipanti, prevedendo tempo sufficiente cioè collettivamente. Nel secondo, gli adolescenti hanno re-
per la loro maturazione, rispettando il ritmo delle gistrato le loro parti in modo separato, differenziandosi,
attività delle persone coinvolte e la complessità dei ovviamente, dal modo in cui provavano i brani. In partico-
successi. lare il sistema multitraccia ha facilitato i processi di editing
Gli strumenti di raccolta dei dati utilizzati sono stati: e di unione delle varie linee strumentali o vocali, permet-
1 Osservazione partecipata: realizzata lungo tutto il pro- tendo man mano che le tracce venivano registrate di ade-
cesso di composizione e di registrazione. I risultati sono guare i contributi individuali alla parte già registrata.
stati verbalizzati in un quaderno di relazioni in cui sono Il prodotto finale del laboratorio è stato quindi la produ-
stati riportate le modalità di svolgimento degli incon- zione del CD Pense bem (Rifletti) che raccoglie le sei compo-
tri, ma anche gli aspetti peculiari di ogni fase del labo- sizioni realizzate nelle fasi 2 e 3 del laboratorio: Meia boca,
ratorio. Pense bem, Quase nada, Enésima, Adolescente e Inventa 2.
2 Intervista focalizzata: realizzata con tutto il gruppo al-
l’inizio del laboratorio e alla fine di ogni fase. Essa cer- Le difficoltà di convivenza e di dialogo fra gli adolescenti,
cava di evidenziare aspetti molto specifici del processo: nonché la risoluzione degli impedimenti lungo il lavoro
Ricerche e problemi
il gruppo è stato un risultato musicale specifico che porta zione di massa, gli adolescenti si incontrano con la
con sé una più ampia gamma di arricchimenti di carattere transitorietà musicale della quale sono, allo stesso tempo,
individuale, storico-familiare, comunitario e sociale come co-responsabili attraverso il consumo poco consapevole e
si può intuire anche dai commenti degli studenti che ripor- lo scambio veloce di CD e file MP3. Invece nell’esperienza
tiamo. José Mário, 16 anni, afferma: «Io potrei incidere un vissuta essi divengono per una volta attori consapevoli di
CD. Può essere l’inizio della mia carriera». Sebbene l’obiet- quella macro-realtà culturale di cui fruiscono quotidiana-
tivo del laboratorio non fosse certo quello di formare a mente, anche se con un grado di portata ben ridotto, visto
una carriera artistica, l’esperienza di comporre e incidere il carattere non commerciale del CD elaborato. Si deve os-
ha reso possibile un avvicinamento più concreto a quel- servare che sempre più frequentemente gli adolescenti pub-
l’idea. José Mário va oltre quando dice che lui sogna di blicano nel web la loro produzione musicale, sia su blog,
essere un musicista competente e che la sua partecipazione sia su siti specifici come Youtube. Nonostante ciò il CD
a questo laboratorio è stata un passo in quel percorso. finale si è configurato per gli adolescenti come uno stru-
Fernando, 17 anni, si riferisce alla potenzialità che hanno mento di comunicazione valido, visto che questo tipo di
gli adolescenti in relazione alla musica e afferma che il CD media costituisce ancora un importante mezzo di contatto
è una prova di quello che essi sono capaci di fare. con la musica con cui si identificano e a partire dalla quale
Si può osservare che quando la composizione musicale si costruiscono le loro identità.
vincola alla registrazione dei prodotti, il processo colletti- In conclusione possiamo anche osservare che l’utilizzo della
vo della pratica musicale assume un carattere più ricco e registrazione ha favorito lo sviluppo della comprensione
complesso. Infatti l’incisione delle proprie composizioni ha musicale facilitando i processi percettivi e analitici. Infatti
agito lungo due prospettive: nella prima ha facilitato il il feedback uditivo dato dall’ascolto delle registrazioni ha
processo di elaborazione di un prodotto conforme ai re- permesso agli adolescenti di confrontare le composizioni
quisiti estetico-musicali richiesti dal gruppo; nella secon- elaborate con la realizzazione sonora delle stesse. Le abili-
da ha offerto la possibilità di divulgazione in altri spazi tà percettive si sono quindi sviluppate partendo dal rico-
(famiglia, scuola) stabilendo una gamma di relazioni più noscimento dei timbri fino a un’analisi globale dei fram-
ampie fra gli adolescenti, il prodotto e l’ascoltatore. menti dotati di senso musicale.
La proposta di comporre e incidere musiche con adolescenti
ha avvicinato così in modo proficuo due pratiche musicali, Bibliografia
ancora poco diffuse nei contesti scolastici. Da una parte, la J OSÉ J ORGE DE C ARVALHO , Transformações da sensibilidade musical
composizione, pratica comune negli ambienti formali d’in- contemporânea, in “Horizontes Antropológicos”, n. 11, anno 5, 1999,
segnamento, però poco usuale nei contesti dell’insegnamento pp. 53-91.
M ARTIN F AUTLEY , Teacher intervention strategies in the composing
di base, e ancor più nelle scuole statali. Dall’altra, la regi-
processes of lower secondary school students, in “International Journal
strazione di brani, interpretazioni o composizioni proprie, of Music Education”, n. 3, vol. 22, 2004, pp. 201-218.
pratica più comune al di fuori della scuola dove gli adole- FERNANDO IAZZETA, Sons de Silício: Corpos e Máquinas Fazendo Música.
scenti e i giovani utilizzano la tecnologia per farlo, ma an- Tese de Doutorado. Programa de Comunicação e Semiótica - PUC/SP,
cora poco diffusa nelle discipline musicali scolastiche. San Paolo 1996.
Ulteriormente questa esperienza ha individuato proprio nelle FERNANDO IAZZETA, A Música, o Corpo e as Máquinas, in “Opus”, vol. 4,
anno 4, 1997, pp. 27-44.
pratiche sopra citate due strategie educative per lo svilup- FERNANDO IAZZETA, Reflexões sobre a Música e o Meio, in Anais do XIII
po dell’intera persona. La prima emerge proprio dall’es- Encontro Anual da Associação Nacional de Pesquisa e Pós-Graduação
senza del processo stesso. Infatti la composizione consente em Música, vol. 1, UFMG, Belo Horizonte 2001.
di rivelare, secondo diversi livelli di profondità, l’identità FERNANDO IAZZETA, Tecnologia, escuta e conflito de gêneros, in Anais do
musicale degli adolescenti. Le loro abilità – caratteristiche, XIV Congresso da ANPPOM, con CD-ROM, Porto Alegre 2003.
RAYMOND MACDONALD - DOROTHY MIELL, Creativity and Music Educations:
inquietudini e modi d’interazione – si sono fuse in quel
the Impact of Social Variables, in “International Journal of Music
materiale tangibile e divulgabile. Per esempio il titolo del Education”, n. 1, vol. 36, 2000, pp. 58-68.
CD dimostra chiaramente come gli adolescenti vivano quo- ANDRÉ MORIN, Pesquisa-ação integral e sistêmica: uma antropopeda-
tidianamente i dubbi e le incertezze relative alla direzione gogia renovada, DP&A, Rio de Janeiro 2004.
da seguire per indirizzare la propria vita. La convivenza R ODRIGO F ONSECA R ODRIGUES , A experiência da música e as escutas
familiare e la violenza nelle strade, legata all’uso di dro- contemporâneas, in “Revista FAMECOS”, n. 19, 2002, pp. 121-128.
RAYMOND MURRAY SCHAFER, O ouvido pensante, Editora UNESP, São Paulo
ghe, si rispecchiano nei testi delle composizioni. Inoltre i 1991.
brani rivelano forme di comprensione e di composizione RAYMOND MURRAY SCHAFER, Hay mucha música en el mundo?, in Hacia
che si sono generate anche a partire dalla gamma dei rap- una educación musical latinoamericana, a cura di Violeta Hemsy de
porti interpersonali vissuti durante il laboratorio. La se- Gainza - Carmen Maria Méndez Navas, Comisión Costarricense de
conda strategia si rivela nella perpetuità del risultato mu- Cooperación con la UNESCO, San José 2004.
JUSAMARA SOUZA, Cotidiano e Mídia: desafios para uma educação musi-
cal contemporânea, in Música, Cotidiano e Educação, Programa de
pós-Graduação em Música, Porto Alegre 2000.
2 La mia bocca, Rifletti, Quasi niente, Ennesima, Adolescente e In- K EITH S WANWICK, A basis for music education, The N FER Publishing
venta. [n.d.r.] Company, Londra 1979.
Montagne Russe
[ovvero Il brivido dell’imprevisto]
Ricerche e problemi
per esempio, un consiglio d’amministrazione autogestito ti musicali. Molti però riuscirono ugualmente a procurar-
(lo Judenrat): gli ebrei potevano far funzionare uno spac- seli con vari espedienti, rischiando anche la condanna a
cio, battere moneta, usufruire di una biblioteca e di un morte. I più semplici da introdurre nel campo erano i vio-
ufficio postale. Ma lo Judenrat era anche obbligato a stila- lini poiché un violino è costituito da pezzi di legno tenuti
re la lista delle persone che ogni giorno dovevano lasciare insieme da una colla naturale che, avvicinata a una sor-
il campo per far posto a nuovi arrivati. gente di vapore, si scioglie. I pezzi, avvolti in fazzoletti,
Lo Judenrat stabilì che i bambini fossero il più possibile passavano le porte del ghetto ed erano poi rimontati. I vio-
protetti; il divieto nazista di fornire loro un’educazione lini – insieme ai clarinetti anch’essi introdotti abbastanza
scolastica fu aggirato organizzando attività di disegno, facilmente – sono gli strumenti della musica tradizionale
scrittura, canto, teatro. La maggior parte delle “opere” pro- ebraica, la musica klezmer, parola che infatti deriva da kley
dotte nei lager, documenti della cultura di resistenza al- (violino e archi) e zemer (clarinetto e fiati). L’alta diffusio-
l’interno dell’universo concentrazionario, viene proprio da ne della musica strumentale anche nelle famiglie più po-
Terezin, e sono state realizzate da o per bambini. A Terezin vere dei villaggi ebraici (shtetl) è piacevolmente rappre-
si tennero concerti, rappresentazioni teatrali e attività cul- sentata nel film Fievel sbarca in America di Don Bluth
turali, una mistificazione per contrastare propagandisti- (1986) in cui il violino del padre è la voce che guida il
camente le voci che circolavano sul disumano trattamento ragazzo al ricongiungimento con la sua famiglia 3.
degli ebrei. Nello stesso tempo la musica divenne lo stru- Dopo l’estate del 1942 i concerti, fino ad allora organizzati
mento per raccontare ciò che non poteva essere detto, il di nascosto, furono permessi dalle autorità naziste che si
luogo in cui si materializzò la memoria del passato, l’op- resero conto della possibilità di sfruttarli a scopo propa-
posizione al presente, la testimonianza per il futuro. gandistico.
Nei lager ogni forma di divertimento era proibita, ma la Lo stile del suono e del canto di tradizione klezmer, che
musica – soprattutto nella forma del canto – vi fu presente rappresenta gioia e pianto contemporaneamente, si riversò
da subito. Il canto si diffonde per tradizione orale, e può così a Terezin, diventata un finto shtetl, prima nel cabaret
arrivare anche molto lontano. Ne è un esempio il Canto dei e poi nel jazz.
deportati (Das Moorsoldaten lied, letteralmente I soldati Il cabaret era un genere di spettacolo comico, grottesco, a
della palude), nato nel 1933 in un campo di concentra- volte volgare. Si può conoscerlo guardando i quadri di Georg
mento per detenuti politici, vicino a Postdam, a trenta km Grosz, o il film Cabaret di Bob Fosse (1972), che bene ritrae
da Berlino. Durante il giorno i detenuti lavoravano alla il clima della Berlino anni ’20 e della Repubblica di Weimar.
bonifica delle paludi, di notte provavano. Quando le SS lo Ancor meglio, L’angelo azzurro di Joseph von Sternberg, del
sentirono, in due giorni emisero il divieto di cantarlo, ma 1930, vero capolavoro del cinema espressionista con prota-
il canto uscì ugualmente dal lager, arrivò da Eisler, colla- gonisti Marlene Dietrich e Kurt Gerron. Quest’ultimo – grande
boratore di Brecht in esilio a Londra, che lo trascrisse e lo attore tedesco che partecipò alla prima dell’Opera da tre sol-
diffuse: diventerà un inno della resistenza fin dalla guerra di di Brecht nel ’28 – verrà internato a Terezin e qui, nel-
di Spagna 1. l’estate del ’44 sarà il regista del film Il Führer dona una
A Terezin l’educazione dei bambini coincideva con la pra- città agli ebrei 4, voluto dal ministro della propaganda nazista
tica del canto. Il canto di tradizione yiddish influenzò il Paul Joseph Goebbels, per dare al mondo una visione
lavoro musicale rivolto a loro (ninnananne e filastrocche 2, volutamente falsa di quanto accadeva nel lager. Questa col-
canti delle radici) ma anche ai giovani: il coro delle ragaz- laborazione non gli valse però alcun privilegio: al termine
ze diretto da Karel Berman cantava repertorio tradizionale delle riprese anche lui fu inviato “a est”.
e musiche di compositori cechi. Il giovane basso le guidò Nel cabaret di Terezin lavorò Karel Svenk 5, che sin dal
anche nella rappresentazione del Bastiano e Bastiana di novembre del ’41 si esibì anche per gli ultimi abitanti ariani
Mozart, prima opera interamente messa in scena a Terezin, della cittadella, prima che fossero del tutto allontananti
che ebbe i complimenti di Victor Ullmann. nel giugno del ’42. Come esempio di questo genere possia-
mo ascoltare Tsen brider (Dieci fratelli) 6, canto composto
nel ghetto di Vilna e utilizzato in uno spettacolo di cabaret
anche davanti alle SS, che racconta con amarezza e
1 Cfr. il CD di GIOVANNA MARINI, Fogli volanti e Il canto in VLASSELAER
autoironia come una famiglia di dieci fratelli li veda spari-
2001.
2 Un esempio significativo a questo proposito sono i brani della re, uno dopo l’altro, fino all’ultimo che sta morendo di
compositrice Ilse Weber contenuti nel CD Terezin (Cfr. “Musica fame: la voce “a singhiozzi” e l’accompagnamento prima
Domani”, n. 145, 2007, p. 31). di violino e violoncello, poi di tromba, clarinetto e percus-
3 Un altro film molto interessante che descrive sia la vita dello shtetl sioni sono tipici della musica klezmer.
che l’importanza della musica tradizionale è Train de vie di Radu Eric Vogel di Brno, ingegnere e suonatore dilettante di jazz,
Mihaileanu (1998).
sopravvissuto a Terezin (dove giunse nel marzo del 1942) e
4 LIBERTI 2003; OLLA 2001, pp. 110-111.
5 GALLIANO 2002, p. 91. ad Auschwitz, racconterà la sua esperienza in un diario
6 Cfr. il CD di MONI OVADIA, Dybbuk e SETTIMELLI 2001. pubblicato nel 1961 7. Vi si legge che dopo l’invasione na-
7 SCHWAMENTHAL 1999, p. 17. zista «arrivò un nuovo ordine terribile per noi musicisti:
Ricerche e problemi
nie e un’opera lirica, Il Kaiser di Atlantis, dal soggetto inno ussita (Ian Hus, riformatore boemo del XV secolo, che
tipicamente espressionista, in cui protagonista è la Morte, si oppose alla gerarchia della chiesa, e la cui rivolta spiri-
che si rifiuta di lavorare per un tiranno che vuole governa- tuale si trasformò per i servi della gleba in rivoluzione so-
re il mondo attraverso una «guerra di tutti contro tutti»: ciale) e un corale luterano (“sporcando” la intoccabile tra-
allegoria evidente del tempo in cui egli viveva, ed esalta- dizione ariana), insiste sul motto “BACH” (le note si bemolle,
zione del paradosso per cui è la Morte che protegge la Vita 15. la, do, si) e ripete il canto popolare ebraico che ha quindi
In mancanza di carta da musica, utilizzò il retro dei fogli l’ultima parola. Da alcune annotazioni dell’autore, dalla
sui quali lo Judenrat stilava gli elenchi dei deportati da ricerca timbrica e dalla articolazione della scrittura, si evince
inviare “ad est”, disegnando a mano i pentagrammi. Nel- l’intenzione sinfonica della composizione.
l’estate del ’44 (morirà ad Auschwitz il 17 ottobre) scrisse Sempre nell’estate del ’44 Ullmann scrive, con estrema lu-
la Sonata n. 7 per pianoforte 16 dedicandola ai suoi figli: cidità, la motivazione etica, estetica e anche pedagogica
autobiografia in musica che ripercorre, in cinque movi- del perché fare musica a Terezin, «dove nella quotidianità
menti, la sua vita e la storia della musica di quel periodo, ci tocca vincere la materia facendo appello al potere della
dall’influenza dei lieder di Mahler, attraverso Schoenberg, forma, dove tutto ciò che ha rapporto con le Muse contra-
fino al recupero della tradizione ebraica nei giorni del ghet- sta così straordinariamente con l’ambiente in cui viviamo.
to. Il quinto movimento Variazioni e fuga su un canto po- Ho composto a Terezin una certa quantità di musica, […]
polare ebraico, sintesi di tutto il percorso, ha una costru- stilarne il catalogo sarebbe vano […]. Terezin [ha] contri-
zione complessa ed eccezionale. Egli rielabora e integra tra buito a dare valore e non a osteggiare la mia produzione
di loro temi musicali che rimandano a significati storici e musicale; in nessun modo ci siamo seduti a piangere sulle
rive dei fiumi di Babilonia; e […] il no-
stro sforzo per servire rispettosamen-
te le Arti è stato proporzionale alla
nostra volontà di vivere malgrado
tutto» 17.
Gideon Klein arriva a Terezin nel
dicembre del ’41. A soli vent’anni è
già pianista e compositore affermato.
Bello e corteggiato, si sente da subi-
to responsabile di un comportamen-
to d’esempio e di autocontrollo nei
confronti di tutti i detenuti 18. Co-
stretto in un primo tempo a lavori
da carpentiere, solo dopo l’istituzio-
ne della “Struttura per il tempo libe-
ro” comincerà a collaborare per svi-
luppare la vita musicale a Terezin, di-
ventandone uno degli animatori. Eccel-
lente pianista, eseguì numerosi concer-
ti, sia di musica classica che contempo-
ranea, da solista, in quartetti, o come
accompagnatore di cori, opere e lavori
teatrali. Tra le sue creazioni spicca la
Sonata per pianoforte 19, basata su un si-
stema di 12 toni che mostra l’influenza della
concezione atonale di Schoenberg e necessita
di una notevole tecnica esecutiva.
Le composizioni create a Terezin furono da
lui stesso affidate a un’amica che restò a
Terezin fino alla fine e che li trasmise alla
sorella di Gideon Klein, Eliska Kleinova. Que-
sta, sopravvissuta ad Auschwitz, li consegnò,
negli anni ’70, a Joza Karas che stava curan-
do un lavoro di ricerca sulla musica a Terezin,
sfociato poi nella pubblicazione di un libro e
alcuni dischi.
Nel 1944 gli ispettori della Croce Rossa Inter-
si svolgeva davanti a loro e non si fecero venire cata nel luogo e al tempo in cui veniva rappresen-
alcun dubbio, così come coloro che ebbero modo di tata: persone inermi e impotenti riescono a riscat-
vedere l’opera ripresa nel film Il Führer dona una tarsi trovando nella musica e nella solidarietà gli
città agli Ebrei. Le rappresentazioni di Brundibár strumenti di resistenza al dominio presente. Il rit-
servirono ai nazisti come copertura: la farsa mo ternario del valzer di Brundibár (lento
dei deportati sorridenti. Invece, proprio in cantabile in partitura) diventò l’inno dei pri-
occasione della visita della Croce Rossa, era- gionieri di Terezin, la colonna sonora di una
no state evacuate 7500 persone, e un viag- residua speranza di libertà. Paul Aron
gio apposito aveva eliminato handicappati Sandfort, tra i pochi sopravvissuti perché
e malati. Il campo era infatti in terribili con- danese, scrive nei suoi ricordi di essere
dizioni igienico-sanitarie e spesso colpito da giunto nel ghetto di Terezin all’età di 13
epidemie di tifo, difterite e dissenteria. Ciò de- anni, nell’ottobre del 1943. Nel suo angusto
terminava un gran numero di vittime proprio fra lager L 417, stipato insieme ad altri 40 ragaz-
i bambini: il problema della sovrappopolazione zi, Paul sentì subito parlare di Brundibár, l’ope-
era così risolto e c’era più spazio per gli ebrei ra di cui spesso i prigionieri cantavano le
rimasti che avevano severe istruzioni su come melodie – in particolare il Siegeslied – placan-
comportarsi davanti agli ispettori. do così gli stimoli della fame. Nell’ottobre del
Una prima stesura di Brundibár era già stata re- Una delle ’44 la maggior parte dei bambini fu condotta
datta fra il 1938 e il 1939; Krása l’aveva poi bambole costruite ad Auschwitz. Rimase solo un piccolo numero
da Alice Randt
riorchestrato nel ghetto tenendo conto dei musi- nel campo di Terezin. di protagonisti dell’opera e una piccola parte
cisti presenti a Terezin tra cui Karel Berman, Pavel dei musicisti, di cui Paul faceva parte col ruo-
Haas, Gideon Klein, Rudolf Karel, Viktor Ullmann stesso. lo di trombettista. Brundibár fu eseguita ininterrottamente
L’opera fu rappresentata per la prima volta il 23 settembre fino ai giorni della liberazione nell’aprile del ’45, poiché
1943 e primi protagonisti furono i bambini di un orfano- rappresentava un sogno, una luce nelle tenebre della tra-
trofio di Praga internati nel campo. L’opera piacque subito gica condizione dei deportati.
ai ragazzi e fu replicata 55 volte, ma sempre con bimbi L’opera che forse più di tutte è il paradigma del paradosso
diversi, perché all’indomani di ogni replica venivano tutti di Terezin è il Requiem di Giuseppe Verdi. Il testo di
inviati ad Auschwitz. Tommaso da Celano dice: «Giorno d’ira sarà quello che
Come riferisce “Vedem”, periodico del campo di concentra- ridurrà il mondo in fiamme». Verdi utilizzò tutti gli stru-
mento, non furono pochi i problemi da superare: la difficol- menti a sua disposizione per riuscire a descrivere il terrore
tà di mettere insieme e coordinare un’orchestra di dieci mem- che genera l’ira divina contro i dannati: coro e orchestra
bri, un coro di quaranta bambini e di dieci solisti, pure bam- rappresentano i movimenti di Dio che giudica; l’ira divina
bini; l’angustia, il clima e le ristrettezze del luogo; la distri- è travolgente, fa paura; ma alla fine la Morte e la Natura
buzione dei ruoli che creava, tra l’altro, conflitti e invidie; le ammirano stupite la resurrezione dei corpi.
prove estenuanti e il morale che subiva fasi di entusiasmo e A Terezin le SS avevano ordinato l’esecuzione della “Messa
di desolazione. Ma un fluido particolare li sorreggeva tutti, da Requiem” e Paul Aron Sandfort, una delle due trombe
cementati dalla forza dell’orgoglio. «Con il protrarsi delle dell’orchestra, racconta: «Avevano questa specie di umori-
rappresentazioni prende spazio anche il divertimento e i pro- smo nero, i nazisti. La Messa da Requiem di Verdi fatta ese-
tagonisti dell’opera riescono anche a divertirsi, soprattutto guire agli ebrei deportati. La messa per i defunti. Umorismo
dietro le scene. Brundibár diviene così anche o soprattutto nero nazista. A raccontarlo non ci si può credere. E invece è
un mezzo per dimenticare la realtà di Terezin» 20. vero. Vero e tragico» 21. Strumenti ce n’erano tanti, pochi
La trama ha per protagonisti Pepicek e Aninka, due bam- erano ormai gli strumentisti. Rafael Schachter raccolse un
bini orfani di padre, che hanno bisogno di soldi per com- coro di centocinquanta persone per eseguire nel settembre
prare del latte per la mamma malata. Vedono un musicista del ’43 il Requiem; il giorno seguente furono tutte quante
ambulante, suonatore di organetto chiamato Brundibàr, e inviate ad Auschwitz. Fu formato un secondo coro; tutti i
pensano di esibirsi come lui; ma Brundibár, irato per l’in- prigionieri volevano una esibizione «per sostenere la rivolta
trusione, caccia i fratellini dalla piazza. In loro aiuto arri- dello spirito», ma un trasporto decimò il coro. Vennero fatte
vano tre animali: un passerotto, un gatto e un cane, ed nuove prove che portarono a un’ottima esibizione; ma an-
elaborano un piano per sconfiggere il suonatore. Gli ani- che questo coro, dopo l’esecuzione, fu eliminato. Un altro
mali chiamano in loro aiuto gli scolari del paese e il canto
di tutti i bambini copre il suono dell’organetto sconfiggen-
do Brundibár e liberando dall’incantesimo gli adulti che
20 Da uno dei testi di “Vedem”, scritto all’età di 14 anni da Rudolf
assistono alla sfida. Le offerte che questi danno a Pepicek e
Laub, morto ad Auschwitz. www.olokaustos.org (musica judaica).
Aninka vengono rubate da Brundibár, ma ragazzi e ani- 21 OLLA 2001, pp. 183-184.
mali lo inseguono, recuperano il denaro e intonano il loro 22 www.olokaustos.org (musica judaica)
canto di vittoria. 23 OLLA 2001, p. 182.
Ricerche e problemi
livello di qualità paragonabile a quello di una grande città».
antifascista bergamasco, Istituto per la Storia della Resistenza,
A un concerto c’era anche Eichmann: ascoltò impassibile, e Bergamo 2002.
il giorno dopo pretese una nuova lista: tutto il coro e tutti i RICCARDO SCHWAMENTHAL, Swing ad Auschwitz, “Il sismografo/ Bollettino
musicisti dovettero salire sul treno. SISMA”, anno VIII, n. 28, Roma 1999.
Nel maggio 1945 l’Armata Rossa e la Croce Rossa Interna-
zionale liberavano Terezin. E finiva uno dei più parados- c/o Istituto Storico della Resistenza nella provincia di Pistoia
CLAUDIO CANAL, Tutti mi chiamano Ziamele, Giuntina, Firenze1990.
sali e irripetibili momenti della storia della musica del ven- MORDECHAJ GEBIRTIG, Le mie canzoni, Giuntina, Firenze 1998.
tesimo secolo. RAFFAELE MANTEGAZZA, L’odore del fumo, Città aperta, Enna 2001.
«La “musica degenerata” era stata messa al bando dal nazismo RAFFAELE MANTEGAZZA, Pedagogia della resistenza, Città aperta, Enna 2003.
per motivi razziali. Compositori ebrei come Zemlinsky, ROBERTO OLLA, Ancora ciliegie, zio SS, RAI-ERI, Roma 2001 (con video).
Schreker e Weill, anche se non conobbero il campo di con- LEONCARLO SETTIMELLI, Dal profondo dell’inferno, Marsilio, Venezia 2001.
JEAN-JACQUES VAN VLASSELAER, La musica nei campi di concentramento
centramento, furono uccisi come musicisti, perché emarginati
nazisti, in Enciclopedia della musica, vol. I, pp. 111-115, Einaudi, To-
e imbavagliati. Gli internati di Terezin invece riuscirono a rino 2001.
esprimersi proprio in virtù del loro stato di prigionieri. Il MIKE ZWERIN, Musica degenerata. Il jazz sotto il nazismo, EDT, Torino
paradosso sta proprio in questo: l’unico luogo d’Europa in 1993.
cui poté esprimersi la cultura ebraica durante la Seconda
Guerra Mondiale fu un campo di concentramento» 22. Cd
HANS KRÁSA, Brundibàr, a cura di Francesco Lotoro, Sorriso Edizioni
«Bisognava fare in modo che un’ora di musica fosse un’ora Musicali, 1997.
di vita vera» 23. Secondo una logica estremamente attuale, KZ Musik. Alla ricerca della musica perduta. Enciclopedia discografica
quando il sapere, la cultura, la musica si diffondono e di- della letteratura musicale concentrazionaria. La pratica musicale nei
ventano patrimonio comune, realizzano in pieno il loro Campi di Concentramento (1933-1945), a cura di Francesco Lotoro,
fine: la loro ricchezza non è per l’unico che li possiede, ma Musikstrasse (già disponibili i primi 12 Cd)
GIOVANNA MARINI, Fogli volanti, Il Manifesto, 2000.
nei molti che se ne appropriano.
MONI OVADIA, Dybbuk, Radio Popolare, 1995.
Shoah. I musicisti martiri dell’olocausto, a cura di Francesco Lotoro,
Riferimenti bibliografici e discografici Sorriso Edizioni Musicali, 1994.
c/o CDEC di Milano (www.cdec.it) Terezín: The Music 1941-44, Romantic Robot, 1991.
Brundibár: Eine Oper für Kinder, Musik von Hans Krása, libretto von Terezin - Theresienstadt, Deutsche Grammophon, 2007.
Adolf Hoffmeister, a cura di Sparkassenkonzert, Institut fur FRANZ WAXMAN, The song of Terezin, Decca, 1998.
Musikerziehung – MusikMeran, Bruneck 2000.
LUCIANA GALLIANO, Musica in un ghetto nazista: Terezìn (Theresienstadt), Siti web:
“La rassegna mensile di Israel”, vol. LXVIII, n. 2, Roma 2002. www.lager.it/musica_concentrazionaria.html
GIANNI M. GUALBERTO, Note da Theresienstadt: Victor Ullmann, “Musica” www.musicaconcentrationaria.org
n. 146, maggio 2003. www.olokaustos.org (musica judaica)
JOZA KARAS, La musique à Terezin 1941-1945, I edizione 1985, Gallimard http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramen-
1993. to_di_Theresienstadt
Quarant’anni di
O G A ENZA
R O R CAD
P LA S
DEL Bando per l’assegnazione di borse di studio
È stata prorogata al 28 febbraio 2010 la scadenza per l’invio delle proposte di studi e ricerche relative al Bando per
l’assegnazione di due borse di studio di 1000 euro ciascuna, proposto dalla SIEM in occasione del quarantennale della
rivista “Musica Domani”.
Le proposte dovranno mettere in luce, attraverso una approfondita rilettura del trimestrale “Musica Domani” (e nel
raffronto anche con altre pubblicazioni SIEM), l’evolversi delle principali problematiche relative all’educazione musicale,
sia sul piano sociale e culturale che istituzionale e normativo e dovranno essere inviate alla SIEM al seguente indirizzo:
Casella Postale 94 / Succursale 22 – 40134 Bologna
Un’apposita commissione valuterà le proposte pervenute e sceglierà una rosa di dieci progetti, comunicandolo ai
diretti interessati. Lo studio, nella sua veste definitiva che dovrà tener conto anche dell’efficacia della comunicazione
dei risultati, dovrà essere consegnato entro il 31 ottobre 2010.
Il Bando può essere consultato su www.siem-online.it e www.musicadomani.it.
Per informazioni scrivere a [email protected].
seguita dalla rapida discesa successiva: il terzo dei tre gruppi in continuità rispetto al lab che li precede nello stesso regi-
di tricordi anticipa la sua entrata sul battere della seconda stro. Quest’ultimo si presta, allo stesso tempo, a essere per-
misura alterando leggermente la stabilità ritmica e gene- cepito come punto di partenza di una curva ascendente-
rando così un senso di lieve accelerazione. discendente che non è che la trasposizione di quella dise-
Il bicordo che apre il brano rappresenta l’origine comune a gnata dai primi quattro aggregati sonori del brano.
Prove di analisi
all’altra, generando così l’impressione di scorgere vaga-
mente più figure instabili simultanee. Questo effetto è par-
ticolarmente evidente nella seconda misura. Dopo la
riproposizione dei tre tricordi, una discesa repentina alter-
na gli ultimi due. In questo punto, l’assenza “fisica” del
grave (mentre invece c’è presenza “psicologica”) e la sempli- Es. 2: bb. 24-25
ficazione armonica della voce superiore conducono l’at-
tenzione dell’ascoltatore a focalizzare il piano centrale. La Dopo una nuova successione di accordi con bassi cromatici
voce centrale è quindi inizialmente fusa nel riflesso (lab); (bb. 30-31), onde fluenti di terzine sfrangiano il tema ini-
solo dopo ci si accorge che non c’è solo il riflesso (fa): una ziale (b. 35). Le note dei tricordi che lo componevano nella
figura pare muoversi sotto la superficie (mib), ma subito sua versione originale si dispongono in successioni che
dopo si confonde di nuovo ambiguamente col riflesso (mib parcellizzano la luce e disgregano il riflesso. La frantuma-
ribattuto dalla destra – solb). zione aumenta la luminosità e la vaghezza dell’immagine,
Le battute 3 e 4 semplificano notevolmente questo quadro: la luce soffusa dell’inizio diventa scintillante. Vi è un tem-
la figura centrale sparisce, manca l’anticipazione ritmica della poraneo ritorno al diatonismo e alla tripartizione dello spa-
seconda misura e la percezione perde le sue ambiguità. I zio verticale.
rispecchiamenti interni delle prime due misure si dilatano Alla misura 43, sotto le terzine degli accordi arpeggiati, si
così nelle successive duplicazioni del gesto melodico: le mi- staglia un motivo esatonale che ricorda, anche per via del-
sure 3 e 4 non sono che un’eco attenuata delle precedenti. la sua strutturazione ritmica, il tema c. L’accelerazione del-
Questo gioco di simmetrie e corrispondenze, che continua l’esecuzione e la crescita delle dinamiche producono un
nelle quattro battute successive, si traduce in un periodico progressivo aumento di tensione finché, dopo due misure
andirivieni che sembra annullare lo scorrere del tempo. di ampi arpeggi, ritorna il tema c, nella parte più acuta
Il senso di volume e profondità della materia è rimasto fin della tastiera e con lo stesso effetto di luce (bb. 50-52).
qui in secondo piano, poiché l’attenzione dell’ascoltatore Alla misura 57 il tema c è variato per dilatazione e pro-
si è concentrata sulle geometrie superficiali delle acque, gressione, poi si disgrega e non ne restano che frammenti
ma riemerge alle misure 9-11 con la confusa opacità di di ritmo puntato che si incrociano con arpeggi ascendenti.
progressioni di accordi con bassi cromatici, che si alterna Il movimento rallenta e le dinamiche tornano verso il
a improvvise lampeggianti esplosioni del luccichio super- pianissimo.
ficiale. Dopo la tempesta di luce, torna lentamente la quiete cul-
La sovrapposizione di figurazioni a specchio che procedo- lante delle acque. Ritorna ancora una volta il motivo a,
no in direzioni opposte – come le progressioni di quinte e riconoscibile ma dilatato e quasi sottovoce, sulla cui riso-
ottave consecutive per moto contrario delle misure 16-17 nanza riaffiora b, in un registro più acuto rispetto alle pre-
– produce una sospensione che confonde l’immagine reale sentazioni precedenti e raddoppiato all’ottava. Le tre voci
con quella riflessa e crea un’assenza di gravità – fisica e dell’esordio tornano insieme alla misura 75 e poco dopo
tonale – che immerge in una sognante irrealtà. Una figura compare un riflesso di c, che produce un mirabile effetto di
riflessa nell’acqua, infatti, acquisisce una sorta di miste- lontananza (b. 78).
riosa e infinita profondità. Dopo la simmetrizzazione del Nelle ultime battute un lento movimento accordale nel re-
tempo (nella ripetizione binaria), ecco che si realizza la gistro grave fa da sfondo a una serie di ottave aeree. Si
simmetrizzazione dello spazio: l’alto e il basso, il mondo assiste a una sorta di “orizzontalizzazione” dei rapporti fra
reale e il mondo riflesso, sono presenti insieme e osservati i motivi. Il contorno di a, con la prima nota che diventa
nella loro essenziale equivalenza, come nei paesaggi basso e le due successive raddoppiate all’ottava (b. 83), si
acquatici “reversibili” dell’ultimo Monet. alterna alla discesa di b. Lo spazio diatonico è progressiva-
La luce inonda poi la superficie dell’acqua e si rifrange in mente svuotato e il movimento è ridotto al minimo. I temi
un accecante sfavillio di riflessi; l’energia pervade l’ele- sono ridotti allo stato elementare e sintetizzati, rivelando
mento, lo attraversa, lo anima. L’acqua, ormai priva di vo- così di possedere un sostrato comune e una medesima ori-
lume, è tutta superficie, e quasi si vaporizza in giochi d’ac- gine. Progressivamente privati della loro valenza cinetica,
qua. In un crescendo di intensità le note si affollano in essi sono trasformati in pure vibrazioni luminose, appari-
vorticosi arpeggi che conquistano il registro acuto e rilucono zioni estatiche ed eteree. I temi si ricongiungono: essi non
come cristalli sotto i raggi del sole (bb. 20-30). Alla misura sono più legati a specifiche dimensioni della verticalità,
24 torna la triplice suddivisione dello spazio verticale: il ma confluiscono l’uno nell’altro in un’orizzontalità peren-
pedale (lab), che resterà per undici misure; gli arpeggi, che ne in cui la musica è ormai meno loquace del silenzio. Il
toccano le note più acute della tastiera; e un nuovo tema brano si chiude nella divaricazione estrema fra il leggero-
(c). Quest’ultimo è eseguito nello stesso registro in cui si luminoso e il profondo-scuro; uno spazio incolmabile se-
trovava il motivo b, ma introduce una novità ritmica (la para l’eccessivamente grave dall’eccessivamente acuto, ma
figura “semicroma-croma col punto”, che ricorda i temi di allo stesso tempo li unisce in un simultaneo superamento
La Mer) e una scalare (si sviluppa su una scala esatonale). della soglia dell’udibile. La luce si spegne e il riflesso tace.
La prima parte del tema (c1 nell’esempio 2) insiste sul tritono
RUBRICHE
Confronti e dibattiti
o già esposta da altri studiosi) sull’educazione musica- rebbe auspicabile che si sviluppassero, anche in Italia, in
le, che si intende mettere alla prova con la propria ri- sempre maggior numero ricerche di questo tipo, in modo
cerca; che esse costituiscano quella importate risorsa per gli inse-
- saper considerare quali relazioni intercorrono tra l’ipo- gnanti, i formatori e gli aspiranti insegnanti di cui parla
tesi scelta e le teorie che hanno a che fare con essa; nel suo contributo Anna Modesti.
- saper raccogliere sistematicamente dati empirici che Cruciale è allora la fase nella quale i ricercatori scelgono
abbiano a che fare con l’ipotesi scelta; quale ipotesi sull’educazione musicale affrontare; come ha
- saper applicare ai dati raccolti e alla loro relazione con notato tra gli altri Delalande (2004), troppo spesso questa
l’ipotesi vagliata i metodi di analisi dei dati più rigorosi scelta viene fatta preoccupandosi più di trovare un sogget-
e più specifici che sono disponibili nell’ambito delle to di ricerca gestibile che di individuare un principio che
scienze umane; merita di essere valorizzato agli occhi degli insegnanti
- saper comunicare in modo appropriato tutti gli aspetti musicali, giacché è in grado di produrre un notevole mi-
più rilevanti del proprio percorso di ricerca e dei risul- glioramento nelle loro attività educative.
tati da questo ottenuti, utilizzando con la massima chia- Questa può essere considerata una delle cause dello scarso
rezza possibile la lingua comune a chi giudica l’accet- interesse che molti docenti di musica hanno a documen-
tabilità dell’ipotesi scelta. tarsi maggiormente sulle ricerche nell’ambito dell’educa-
Al momento in Italia non ci sono istituzioni statali mirate zione musicale da loro frequentato.
a far acquisire tutte queste competenze: il già menzionato Sarebbe allora necessario sviluppare:
Corso Superiore di Ricerca – che ha recentemente docu- - attività attraverso le quali i ricercatori sull’educazione
mentato le attività dei suoi primi corsisti col volume L’in- musicale si trovino a considerare quali sono le questio-
segnamento come scienza (Baroni 2009) – è stato organiz- ni teoriche più cruciali per chi insegna musica in Italia
zato proprio per ovviare a questa grave assenza. e ne traggano forti motivazioni ad affrontarle con le
Ma l’organizzazione di corsi con questa finalità non può proprie ricerche;
bastare: oggi in Italia si fa poca ricerca sull’educazione - attività di divulgazione attraverso le quali mostrare i
musicale, non solo perché non si sa come acquisire le com- vantaggi ricavabili nella pratica educativa dall’appli-
petenze per farla, ma anche perché assai esigui sono i rico- cazione dei risultati delle ricerche più valide in questo
noscimenti che vengono forniti nel nostro paese a chi la ambito, del tipo esemplificato dal volume Orientamenti
pratica. per la didattica strumentale (Tafuri - McPherson 2007).
Indubbiamente una ricerca ha come uno dei suoi aspetti Dalla lettura di quanto scrive Anna Modesti emerge con
cruciali il fatto di sfociare in una pubblicazione, ma non chiarezza che numerose sono le domande degli insegnanti
tutte le pubblicazioni sull’educazione musicale sono delle di musica che attendono risposte dettate non solo dalla
ricerche su questo tema. loro esperienza come ex studenti, musicisti e docenti: per
Non mi sembra troppo azzardato ipotizzare che ci sarebbe fornire queste risposte la ricerca, se opportunamente indi-
più ricerca sull’educazione musicale in Italia se il fatto di rizzata, potrebbe assumere un ruolo fondamentale.
aver pubblicato delle proprie ricerche in questo ambito fosse
considerato non alla stessa stregua dell’aver realizzato qual- Le ricerche degli educatori musicali
siasi altro tipo di pubblicazione, ma come uno dei titoli Se è indubbio che, per realizzare una ricerca sull’educazio-
principali per “fare carriera”, non solo in università, ma ne, non è sufficiente condurre un’attività educativa, è al-
anche in conservatorio e nelle altre istituzioni scolastiche. trettanto evidente che il condurre tale attività non impedi-
Indubbiamente, se consideriamo la situazione attuale del- sce di realizzare su di essa una ricerca: è però necessario
l’educazione musicale di base in Italia, questi auspici rischiano rispettare i criteri che fondano la distinzione tra la ricerca
di rimanere utopie: i meccanismi del sistema scuola lascia- stessa e le altre attività realizzabili da parte di un inse-
no ben poco fiato ai docenti per ritagliarsi spazi di miglio- gnante che non sono ricerche.
ramento professionale. Se non si elaborano strategie effi- Per considerare questa distinzione, assai utile è il contri-
caci per favorire una nuova qualificazione professionale buto di Tim Cain che, facendo emergere le caratteristiche
dell’insegnante, il darsi da fare sulla ricaduta della ricerca cruciali della “ricerca-azione” condotta dall’educatore
in ambito didattico (quale che sia l’ambito disciplinare) non musicale sulla propria attività educativa, affronta l’arduo
può che rimanere lettera morta. È allora auspicabile che la compito di esplicitarne le differenze epistemologiche ri-
discussione su questi temi continui anche in questa rivista, spetto alle altre ricerche sulle attività educative, svolte da
con altri interventi nei prossimi numeri. chi non conduce tali attività.
Tra le problematiche che emergono dalla lettura di questo
Le ricerche per gli educatori musicali contributo, alcune sono particolarmente cruciali: innan-
Preso atto del fatto che una ricerca sull’educazione musi- zitutto, la sua distinzione tra le ricerche “sulle persone” e
cale, pur essendo assai valida, avendo messo alla prova quelle “con le persone”, nel panorama dell’educazione mu-
efficacemente l’ipotesi affrontata, può scegliere di mostra- sicale italiana, non può non rievocare gli inviti di Gino
re la credibilità di un’ipotesi sull’educazione musicale poco Stefani, rivolti non solo agli insegnanti-ricercatori, ma an-
Confronti e dibattiti
Anzitutto mi pare giusto insistere su un punto: gli scopi La comunità scientifica è ormai internazionale. Ogni sot-
del lavoro didattico sono diversi da quelli del lavoro di tocampo della scienza, dalla fisica alla sociologia, dalla
ricerca. L’insegnante ha come scopo quello di stimolare psicologia alla chimica, ha i suoi esperti che non necessa-
l’apprendimento dei suoi allievi: uno scopo che richiede riamente vivono nella stessa nazione. Per questo la comu-
competenze e saperi estremamente ricchi e complessi, ma nità scientifica internazionale si è data una lingua comune
circoscritti alla classe. Il ricercatore ha come scopo quello in cui vengono divulgati e pubblicati i risultati delle ricer-
di trovare e verificare un determinato principio teorico. che e ne vengono discussi i presupposti teorici. In campo
Uno scopo più limitato e meno ampio, ma generalizzabile, internazionale si parla solo inglese; tutta la scienza parla
cioè non utile a una classe, bensì estendibile a tutte le clas- solo inglese. Sarà scomodo, per qualcuno è anche immorale,
si o situazioni a cui possa essere applicato. Certo, esistono ma è diventato necessario. La lingua inglese è necessaria
ricerche in cui il ricercatore è anche insegnante: ma in anche nel campo delle ricerche sull’educazione musicale.
questo caso i suoi ruoli sono due e sono ben diversi. Un
insegnante ricercatore deve avere una specializzazione e L’importanza della divulgazione
una qualificazione doppia. Deve essere insegnante e in più È ovvio, tuttavia, che nessun lavoro di ricerca e nessuna
deve essere ricercatore, deve saper fare al tempo stesso tutte affermazione teorica sono utili se non vengono divulgati e
e due le cose. fatti conoscere a tutti gli eventuali utilizzatori. Uno dei
Ora, tutti sappiamo che cosa significa insegnare. Ma che compiti principali degli esperti di qualsiasi settore (incluso
significa “trovare e verificare principi teorici”? Mi servirò quello dell’educazione musicale) è quello di diffondere a
di qualche esempio. Dirò anzitutto che una teoria è un’af- livello delle comunità di base i risultati messi a fuoco dalla
fermazione sul reale: per esempio, io posso affermare che i comunità scientifica internazionale. I destinatari delle ri-
bambini di cinque anni non sanno distinguere gli accordi cerche scientifiche sono sempre due: da un lato gli esperti
di tonica da quelli di dominante, oppure che per rispar- che le criticano e le convalidano e dall’altro la società che
miare tempo nello studio domestico un allievo strumentista le utilizza. A questo punto la lingua italiana può, anzi deve,
non deve ripetere più volte per intero il brano che sta stu- tornare in campo. Ogni comunità scientifica ha i suoi pun-
diando, oppure che la memoria musicale non è fotografica ti di riferimento di primo livello (convegni, riviste specia-
(non si ricordano le singole note) ma è strutturale (si ricor- listiche), ma ha anche i suoi punti di riferimento divulgati-
da la logica delle loro connessioni). Affermazioni di que- vi che sono le case editrici. Chi è interessato a specifici
sto genere sono teorie. Ora, una teoria è attendibile solo a argomenti non deve necessariamente studiarsi gli articoli
due condizioni: che sia sostenuta da ricerche ben fatte e specialistici pubblicati in inglese nelle riviste internazio-
che sia aperta a possibili integrazioni e correzioni. Non nali: deve poter trovare divulgazioni non banalizzanti, ma
necessariamente le teorie hanno un’applicabilità didattica accessibili. Gli insegnanti italiani hanno diritto a questo
immediata: possono anche essere affermazioni sul reale servizio.
apparentemente non “spendibili” sul piano dell’insegna- Nell’ambito della SIEM lo spazio già esiste da anni: si tratta
mento. Sono però affermazioni “generalizzabili”, cioè dei “Quaderni di ricerca” la cui nascita è stata lungimiran-
utilizzabili da tutti a seconda delle necessità di ciascuno. te, anche se fino a oggi ha avuto uno statuto incerto. Io
Qual è il compito delle ricerche? Le ricerche servono a ren- credo però che a questo punto i ruoli debbano essere chia-
dere credibili le teorie. Per questa ragione devono essere riti: in futuro le ricerche “originali”, o di primo livello, non
raccolte sistematiche di dati empirici interpretati con me- andranno più pubblicate in italiano perché ben pochi le
todi specifici e rigorosi. E i metodi della ricerca possono conoscerebbero e il loro valore gradualmente si svilirebbe.
essere utili anche per studiare i metodi d’insegnamento, La prassi della pubblicazione in lingua italiana ha ancora
come dimostrano appunto le teorie sull’insegnante ricer- senso oggi fino a quando il lavoro della ricerca è ancora
catore e sulla ricerca-azione. agli inizi e va fatto conoscere. Ma è urgente che la comu-
Dal punto di vista del rigore metodologico le ricerche nità scientifica italiana diventi parte della comunità scien-
scientifiche nel campo della didattica musicale sono ana- tifica internazionale. Solo così la nostra didattica musicale
loghe a quelle condotte in qualsiasi altro campo del sape- potrà veramente maturare. A questo punto, gradualmente,
re. In qualsiasi disciplina la correttezza del metodo e la i “Quaderni della SIEM” dovranno trasformarsi, a mio pare-
significatività dei risultati non sono scelte esclusive del re, in uno strumento di divulgazione e di aggiornamento
ricercatore: sono scelte sempre sottoposte al vaglio della per gli insegnanti, che dovranno venire sistematicamente
comunità scientifica. La comunità degli esperti del cam- informati dei risultati più interessanti della ricerca inter-
po ha il compito di criticare i risultati delle ricerche e di nazionale. Questo dovrà diventare in breve il ruolo dei “Qua-
accettarli solo se sono ritenuti significativi e metodolo- derni di ricerca”.
gicamente ineccepibili. A questo punto, e solo a questo
punto, si possono stabilire teorie attendibili, che vengono Un lungo processo irto di difficoltà
giudicate se non vere, perlomeno difficili da smentire. Per raggiungere tutti questi obiettivi le difficoltà non sono
Questo non significa che altre attività culturalmente signi- poche: esistono ostacoli pesanti e difficili da superare. Il
ficative non possano esistere e non possano essere altret- primo è costituito dalla scarsa conoscenza dell’ambiente
internazionale e della lingua internazionale, e dalla scarsa dianamente nello svolgimento della propria professione.
presenza di contatti. Nell’ambito dei conservatori qualche La traduzione pratica dei risultati provenienti dalla ricerca
cosa si è fatto negli ultimi anni (ad esempio con gli scambi può non essere così evidente, mentre le applicazioni sug-
Erasmus); e il recente convegno ISME (tenutosi a Bologna gerite dai ricercatori, talvolta anche molto lontani dall’espe-
nel 2008) ha avuto pure un ruolo importantissimo. Ma per- rienza didattica, possono sembrare ingenue, quando non
ché tutto questo diventi carne e sangue il lavoro è ancora addirittura banali. Nonostante questo la tendenza è facil-
molto. Non so se una sicura conoscenza della lingua ingle- mente riconoscibile e sembra rinforzarsi: possiamo ad esem-
se non debba diventare in prospettiva un obbligo per tutti pio trovare, nell’ambito dell’insegnamento degli strumenti
i docenti di conservatorio di buon livello. E – perché no – ad arco, un “Journal of String Research”, pubblicato a par-
anche per gli studenti. tire dal 2000 dall’Institute for Innovation in String Music
Ciò che soprattutto manca, tuttavia, è il radicamento isti- Teaching presso la School of Music and Dance dell’Univer-
tuzionale delle attività di ricerca. Il luogo d’elezione do- sità dell’Arizona, «nel riconoscimento dell’importanza del-
vrebbe essere l’università, in cui le attività di ricerca sono la ricerca sugli strumenti ad arco come guida per lo stu-
d’obbligo. Ma mi risulta che, al di là di Bologna e Padova, dio»; anche l’Istituto Suzuki americano ha istituito al suo
in ben poche altre facoltà di Scienze della Formazione (non interno un gruppo che si occupa di ricerca. Per quanto
parlo di quelle di Lettere) ci siano gruppi di docenti attivi personalmente mi riguarda, il mio avvicinarmi alla ricerca
nel settore. E non esiste oggi in Italia un dottorato specifi- è strettamente connesso con la mia evoluzione d’insegnante
co in Educazione musicale. L’unico centro che “fa funzio- e di formatrice di insegnanti, e risponde certamente più a
ni” dottorali è il Corso di Ricerca SIEM-Accademia Filarmo- mie esigenze personali che non al tentativo di seguire una
nica di Bologna, che però è nato come iniziativa privata e tendenza: è dunque di questa esperienza che cercherò di
per ora continua a esserlo. Non so se e come i conservatori parlare.
potranno dotarsi negli anni prossimi di gruppi di ricerca
qualificati. Per ora non riesco a intuirne prospettive certe e Un’esperienza in Svizzera
concrete. Nonostante non abbia avuto – come la maggior parte degli
Ho buttato lì qualche idea, ma per raggiungere un obietti- studenti di conservatorio italiani della mia generazione –
vo le idee vanno condivise e vanno trasformate in azioni. una specifica formazione didattica, l’insegnamento è stato
Certo, questo “Confronti e dibattiti” è il sintomo positivo per me una scelta esclusiva e non un’integrazione dell’at-
del fatto che esiste una necessità diffusa di promozione tività concertistica (o d’orchestra) o un ripiego: per inse-
della ricerca. Mi chiedo solo quanti anni saranno necessari gnare ho scelto di limitare e infine rinunciare sia all’attivi-
per sviluppare un processo come questo. Devo dire che ho tà professionale in orchestra sia a quella in formazioni
fiducia, ma non m’illudo di essere io a vederne la fine. cameristiche più ristrette.
Inoltre, ormai più di quindici anni fa, con il consolidarsi
della struttura professionale del Conservatorio della Sviz-
zera Italiana – l’istituto dove da sempre lavoro – sono sta-
Un’importante risorsa ta incaricata di occuparmi della didattica del violino nel-
l’ambito dei corsi di studio più specificatamente finalizzati
per la didattica strumentale alla formazione degli insegnanti. Allora non era certo un
di Anna Modesti incarico che affrontavo con una preparazione specifica o
con un enorme bagaglio di esperienze; tuttavia, forse pro-
Far riferimento e cercare di utilizzare fonti provenienti prio per questo, fin dall’inizio tra le problematiche che più
dall’ambito della ricerca è sicuramente tra le tendenze più mi stavano a cuore c’era come evitare un approccio unica-
recenti della didattica strumentale. Certo non è un proces- mente basato sul tirocinio guidato, sul «venite a vedere le
so universalmente generalizzato, e neppure privo di diffi- mie lezioni e cercate di fare come faccio io». A quei tempi
coltà: l’insegnante che si accosta alla ricerca non solo deve non era una posizione da poco: insegnare a insegnare uno
fare i conti con un linguaggio specialistico al quale spesso strumento era una disciplina relativamente nuova, avendo
non è abituato, ma deve anche confrontarsi con il fatto solo qualche decennio di presenza all’interno dei curricoli
che l’ambito di interesse nel quale la ricerca si muove ri- dei conservatori europei (ma non di quelli italiani!) e, no-
guarda, molto spesso, solo una infinitesima particella di nostante la presenza di una certa discussione (Gohl Moser
quella realtà con la quale invece si trova a contatto quoti- 1998), la tradizione cui potevo far riferimento era essen-
Confronti e dibattiti
1. Il Conservatorio della Svizzera Italiana mi aveva dato re le posizioni.
l’opportunità, contribuendo parzialmente alla copertura Se consideriamo l’enorme influenza che questi maestri han-
delle spese, di visitare diversi progetti e istituzioni all’avan- no esercitato sullo sviluppo della didattica successiva, pos-
guardia nell’ambito dell’insegnamento degli strumenti ad siamo dunque anche intuire quale peso la ricerca fisiologi-
arco: era un dato di fatto che questi progetti, pur con ca- ca abbia già esercitato sull’insegnamento degli strumenti
ratteristiche e filosofie talvolta anche molto differenti, sem- ad arco. Perché dunque non immaginare che, attraverso
bravano tutti portare a risultati interessanti. Perché avrei un maggiore e regolare contatto tra insegnamento e ricer-
dovuto limitarmi all’insegnamento di un solo metodo? ca, anche la didattica non possa continuare a evolversi
2. Avevo inoltre la precisa coscienza che, nel corso del mio traendo informazioni da quest’ultima in maniera più siste-
insegnamento, io operavo continuamente delle scelte: in matica? Ma come?
merito non solo a come strutturavo la lezione o a quale
materiale utilizzavo, ma anche a tutto ciò su cui focalizzavo Domande della didattica strumentale alla ricerca
la mia attenzione (e quella del mio allievo) in un determi- Se evitiamo di definire da subito i nostri allievi come “do-
nato momento, quale strategia adottavo, con quale atteg- tati” o “non dotati”, se usciamo per un momento dai detta-
giamento intervenivo ecc., in un processo di costante adat- mi delle scuole e dei metodi, allargando la nostra visuale
tamento a quelle che percepivo come le esigenze di un oltre l’orizzonte della qualità di movimenti necessari a ot-
determinato momento. tenere una tecnica efficace e sicura (certamente condizio-
Che cosa poteva cogliere uno studente di didattica ancora ne importante per la realizzazione di esecuzioni sempre
inesperto d’insegnamento di tutto questo processo? E come migliori), potremmo iniziare a chiederci, per esempio, qua-
potevo contribuire a innescare un processo consapevole di li caratteristiche debbano avere le esecuzioni musicali “ec-
questo tipo? cellenti”, quali abilità e quali capacità sottostiano a queste
Accanto al tirocinio osservativo e a quello pratico, avevo caratteristiche, e come possa essere possibile contribuire
dunque creato una serie di incontri dal carattere più teori- alla formazione e al consolidamento di queste qualità at-
co, finalizzati alla presentazione e alla discussione di tutte traverso l’uso del nostro stesso strumento.
le metodologie che nel frattempo avevo avuto modo di Potremmo inoltre domandarci e informarci su come si for-
avvicinare e studiare: desideravo, insomma, che i miei stu- mi un preciso senso ritmico, o un raffinato senso delle al-
denti non si limitassero a “copiare” i miei modelli, ma che tezze dei suoni, quali leggi sottostiano alla percezione di
fossero anche consapevoli delle mie fonti e che avessero queste altezze, perché un’esecuzione ci sembri più “musi-
modo di discuterle. cale” di un’altra, quali elementi siano in gioco quando i
Più tardi, accogliendo una sollecitazione di Johannella nostri studenti sembrano paralizzati all’idea di prodursi in
Tafuri, mi sono interessata alle possibili correlazioni tra la pubblico, oppure come si conquisti la capacità di studiare
didattica del violino e la ricerca. in maniera efficace ecc.
Analizzando l’evoluzione dei testi didattici per violino Sono tutti soggetti ai quali anche la ricerca si è molto inte-
attraverso la scelta di alcuni criteri stabiliti, e mettendo ressata in questi ultimi vent’anni: avere la possibilità – e la
questa evoluzione in rapporto con la pubblicazione di ri- capacità – di attingere le informazioni che contribuiscono a
cerche specificatamente riferite all’uso di questo strumen- rispondere a questo genere di domande anche da questa fonte,
to, avevo potuto realizzare, con mia grande sorpresa, che può permettere a noi insegnanti di immaginare nuovi per-
la ricerca aveva già contribuito a modificare la traiettoria corsi e sequenze didattiche che ne tengano conto. Ecco, dun-
della didattica. In particolare è emersa una consistente que, che anche informare i futuri insegnanti sulle possibili
interazione tra le informazioni contenute nei testi fisio- applicazioni dei risultati della ricerca nell’ambito dell’inse-
logici pubblicati negli anni Settanta (soprattutto Szende gnamento, sia attraverso la segnalazione di fonti provenienti
- Nemessouri 1971) e le posizioni didattiche di Yehudi dalla ricerca stessa sia attraverso esempi pratici, può diven-
Menuhin e di Paul Rolland: più precisamente, Szende e tare un elemento importante della loro formazione.
Nemessouri, esaminando diversi aspetti della fisiologia Ma, ancora una volta, come e dove?
violinistica, dall’attività muscolare del violinista in azione
– registrata e analizzata per la prima volta attraverso l’uso Linee di sviluppo
dell’elettromiografia – alla respirazione, alle funzioni car- Nel mio caso, il Conservatorio della Svizzera Italiana re-
diache e a quelle nervose, considerati anche nel loro svi- centemente si è ulteriormente evoluto, trasformandosi in
luppo in relazione a diverse fasce d’età, suggeriscono che Musikhochschule, ossia istituto universitario. Gli studen-
l’assetto e le posizioni utilizzate nel corso dell’azione stru- ti hanno conquistato ora la possibilità di personalizzare
mentale, debbano essere funzionali a tutti i movimenti il loro percorso di studi attraverso la scelta di seminari
che devono svolgere. Su questa base, sia Menuhin che che integrano il piano di studi di base: questo mi ha dato
Rolland elaborano, tra i primi, un approccio didattico to- modo di preparare approfondimenti che mi permettono
talmente nuovo: se in precedenza la tendenza era stata di rendere partecipi i miei studenti anche delle mie nuove
quella di definire le posizioni (del corpo, della mano sini- “scoperte”. Ma soprattutto, a completamento del profilo
stra, dell’arco) per poter realizzare i movimenti necessari universitario dell’istituto, nel 2000 è nato il Dipartimento
di Ricerca e Sviluppo, i cui ambiti operativi attualmente ha una propria identità e che non se ne dovrebbe parlare
riguardano: negli stessi termini con cui si parla delle forme tradizionali
- la ricerca orientata alla prassi musicale (aspetti psico- di ricerca» (McNiff 2002, p. 1).
logici, aspetti fisiologici, concert design); Le basi filosofiche della ricerca-azione sono state formu-
- l’aggiornamento e la documentazione; late da Heron e Reason in quello che loro chiamano il
- la ricerca orientata alla formazione. “participatory paradigm” (paradigma della partecipazione).
Io stessa, sostenuta da questo nuovo dipartimento, ho ini- Essi affermano che la conoscenza nasce dall’esperienza,
ziato a fare ricerca, e alcuni degli studenti più interessati non solo nel senso che la mente costruisce la realtà (come
hanno potuto affiancarmi nello svolgimento di questo nuo- talvolta si pensa); piuttosto, le costruzioni di una persona
vo lavoro. Lo scopo, ancora una volta, rimane quello di si formano attraverso l’interazione della sua mente con la
rendere il nostro mestiere d’insegnante sempre più consa- realtà.
pevole (niente copie!) e di stimolare nello stesso tempo i «Avere esperienza di qualcosa vuol dire parteciparvi, e par-
futuri insegnanti a mantenersi informati su tutto ciò che si tecipare comporta sia modellare che affrontare» (1997, p. 3).
muove nel nostro ambito, a non dare nulla per scontato, a Heron e Reason sostengono che ci sia «un universo dato» a
non smettere di chiedersi il perché delle cose e a cercare cui la mente partecipa.
delle risposte a questi “perché” facendo riferimento a fonti «L’universo dato e la mente sono impegnati in una danza
sempre più accreditate. Ritengo dunque essenziale che tut- co-creativa, in modo che ciò che emerge come realtà è il
ti, insegnanti, formatori e studenti, impariamo – e aiutia- frutto di un’interazione fra quello stesso universo e il modo
mo a imparare – a utilizzare la ricerca come un’importante in cui la mente interagisce con esso» (1997, p. 4).
risorsa. Pertanto, il ricercatore non può avere un punto di vista
oggettivo dal quale è possibile osservare il mondo sociale
restandone al di fuori. Il ricercatore che osserva una lezio-
ne seduto in fondo a un’aula la interpreterà in un modo,
L’insegnante di musica l’insegnante la interpreterà in modo diverso, e gli alunni
in un altro ancora. Nessuno di questi punti di vista può
ricercatore essere considerato oggettivamente più corretto rispetto agli
di Tim Cain altri, perché ciò che le persone vedono è determinato in
parte da ciò che accade e in parte dalle loro intenzioni,
Da tempo ci si è resi conto che l’insegnamento è spesso dalle loro aspettative e dalle esperienze del passato nelle
condotto con poca sistematicità, anche perché si tende a quali collocano la loro osservazione. Ad esempio, se un
praticarlo nel modo adottato dal proprio insegnante. Di ragazzo chiede di uscire dall’aula durante una lezione, l’in-
conseguenza, i docenti sono stati chiamati a svolgere ri- segnante potrebbe interpretare questo fatto come una ri-
cerche durante il proprio lavoro allo scopo di migliorare le chiesta di andare in bagno, e il ricercatore come un segno
proprie attività (Stenhouse 1993). La tradizione della teacher che il ragazzo si annoia; nessuna delle due interpretazioni
research si basa sulle opere di John Dewey, Donald Schon, è necessariamente esatta.
John Elliott e Jean McNiff. L’espressione «teacher research» Poiché non c’è un modo “esatto” di interpretare il compor-
è assimilata a termini quali «action research» e «practitioner tamento altrui, l’insegnante ricercatore non può fare ricer-
research» 1; nella letteratura corrente non vi sono chiare
distinzioni tra questi termini.
Presto è risultato chiaro che la ricerca dei docenti era di-
versa da altre forme di ricerca sull’educazione, in partico-
1 Delle tre espressioni di questo passo, che si è preferito lasciare in
lare da quelle forme di ricerca che adottavano metodi scien- inglese nella traduzione, la prima può essere agevolmente tra-
tifici o clinici. McNiff ha espresso questo concetto nel modo dotta con la formula “ricerca dell’insegnante”, la seconda è abi-
seguente: tualmente tradotta con “ricerca-azione”; la traduzione della ter-
«Oggi, la ricerca-azione è riconosciuta come una valida za potrebbe essere “ricerca degli operatori sul campo” [n.d.t.].
2 Il termine “evidences” usato da Cain è stato tradotto con “testi-
forma di indagine, con proprie metodologie ed epistemo-
monianze” per sottolineare la differenza del concetto al quale
logie, propri criteri e standard di giudizio. Si discute anco- esso rimanda da quello connesso all’attività del “provare”, che nel
ra sulle sue caratteristiche, su come essa venga condotta e prosieguo di questa frase si sostiene non realizzabile nella ricer-
per quali scopi, ma in genere si concorda sul fatto che essa ca-azione [n.d.t.].
Confronti e dibattiti
un campione rappresentativo di una vasta popolazione. Dal ricerca-azione opera nel mondo reale, accettando che
momento che non vi è alcuna possibilità di insegnare in le variabili abbiano luogo.
maniera identica a due gruppi di alunni (l’insegnamento è
composto di molte interazioni particolari che non sono Che cos’è la ricerca-azione?
prevedibili), un docente non può selezionare un gruppo La ricerca-azione viene effettuata dagli operatori sul cam-
sperimentale e uno di controllo e insegnare loro in modi po, nell’ambito dell’attività di lavoro, al fine di migliorar-
identici tranne che per il fatto che al gruppo sperimentale la. Comincia con alcune domande, quali ad esempio «come
è rivolto un “trattamento” diverso. posso migliorare ciò che sto facendo?» (Whitehead 1999).
Perciò la ricerca-azione dei docenti non può che essere Questi ricercatori indagano sulle proprie pratiche, pianifi-
diversa dalla ricerca tradizionale. Le differenze possono cano i miglioramenti, li attuano, valutano le conseguenze
essere così riassunte: intenzionali e quelle non intenzionali e vi riflettono allo
1. La ricerca tradizionale sull’educazione è fatta da ricer- scopo di programmare ulteriori miglioramenti. In ogni fase,
catori che si pongono come scienziati imparziali e obiet- i ricercatori raccolgono dati, in modo che le loro valuta-
tivi. Gli attori della ricerca-azione sono operatori sul zioni si basino su alcune testimonianze raccolte.
campo (ad esempio, gli insegnanti professionisti), coin- Tale sequenza è spesso descritta in uno schema di questo
volti soggettivamente nella situazione che stanno sot- genere:
toponendo alla propria ricerca. Si aspettano spesso di
cambiare se stessi, di diventare più consapevoli e RICOGNIZIONE PIANIFICAZIONE
autocritici, facendo parte del processo di ricerca.
2. La ricerca tradizionale viene fatta sulle persone, la ri-
cerca-azione è fatta con le persone (ad esempio, inse-
gnanti e studenti che lavorano insieme per migliorare RIFLESSIONE AZIONE
l’apprendimento).
3. Nella ricerca tradizionale, si presume che i risultati sia-
no “validi” quando sono veri, e che siano “affidabili”
quando qualsiasi ricercatore, adottando gli stessi meto- VALUTAZIONE
di, otterrebbe gli stessi risultati. Questi concetti funzio-
nano bene nell’ambito delle scienze naturali, ma nella Finora sono state pubblicate poche relazioni di ricerca-
ricerca-azione sono estremamente problematici. Quello azione nell’ambito dell’educazione musicale; una recente
della “validità” è un concetto problematico perché la rassegna di quelle che sono state pubblicate a partire dal
“verità” è legata ai valori di chi la sancisce. L’“affidabilità” 1990 ne ha trovato meno di venti nelle riviste sull’educa-
è problematica perché ogni situazione educativa è una zione musicale (Cain 2008). Per gli insegnanti interessati a
risultante irripetibile di molte interazioni e delle inter- intraprendere proprie attività di ricerca potrebbero essere
pretazioni di queste interazioni. Dal momento che non utili i suggerimenti riportati qui di seguito.
vi sono nemmeno due situazioni perfettamente identi- In primo luogo, ecco alcuni possibili focus per le ricerche:
che, un insegnante ricercatore non può replicare la ri- - equità (ad esempio, gli studenti accedono tutti alle stesse
cerca di un collega. risorse musicali, frequentano tutti le stesse lezioni stru-
4. La ricerca tradizionale sull’educazione comporta un pro- mentali o extra-curricolari di musica?);
cesso di individuazione di un campione, scegliendo in- - lezioni (le attività musicali, la qualità del canto o del
dividui rappresentativi di una popolazione più ampia. modo in cui si suona);
La ricerca-azione non opera con campioni rappresen- - curriculum (come si insegna a comporre o a improvvi-
tativi: i docenti ricercatori lavorano con i propri stu- sare, oppure come si usano le nuove tecnologie musi-
denti e colleghi, indipendentemente dal fatto che pos- cali);
sano o meno essere rappresentativi di altri gruppi. - studenti (compresi i musicisti dotati, o quelli con biso-
5. La ricerca tradizionale comincia da un tipo di ipotesi gni educativi speciali);
“causa ed effetto” che il ricercatore si aspetta di prova- - didattica (vengono forniti modelli musicali, fatte inter-
re o confutare. La ricerca-azione cerca le testimonian- rogazioni, sviluppati apprendimenti diretti dagli stu-
ze 2 del cambiamento, e le influenze che contribuiscono denti?);
a determinarlo. McNiff (2002a, p. 31) afferma: «il ter- - valutazione (compresa l’autovalutazione e la valutazione
mine “provare” non esiste nella ricerca-azione». fra pari).
6. La ricerca tradizionale inserisce al suo interno alcuni In secondo luogo, è utile effettuare una ricognizione. Non
confronti tra gruppi – solitamente, un gruppo speri- affrettatevi a sistemare ciò che è sbagliato, ma prendete
mentale e uno di controllo. La ricerca-azione non lo fa, tempo per valutare se il problema è importante. Scoprite
benché spesso confronti situazioni successive con altre cosa ne pensano gli altri, perché il problema potrebbe ri-
precedenti, riconoscendo che le azioni del ricercatore velarsi banale e non meritevole di diventare oggetto di
sono soltanto alcuni dei fattori di cambiamento. ricerca. Quando pianificate un miglioramento, è utile coin-
ramenti. Pensate alle vostre responsabilità etiche (dovreste (Se nella relazione è presentato un numero sufficiente di
chiedere l’autorizzazione ai vostri studenti, ai loro genitori dati grezzi, il lettore può svolgere questo ruolo.)
o ai dirigenti scolastici?). Quando mettete in pratica un 5. In linea di principio, ci dovrebbe essere più di un ciclo di
piano raccogliete i dati rilevanti, ma non troppi! I dati pos- ricerca, dal momento che il docente-ricercatore deve reg-
sono includere: gere un impegno rilevante quando si cala nella questione
- osservazioni vostre o altrui; che è oggetto della sua indagine. In tutto questo, la qualità
- annotazioni nel registro, o appunti quotidiani; della riflessione è di vitale importanza. È sempre necessa-
- questionari; rio che il docente-ricercatore si ponga domande quali «per-
- interviste; ché?» e «da cosa lo capisco?». In caso contrario, è probabi-
- elaborati degli studenti. le che la ricerca risulti troppo superficiale.
Dopo aver raccolto i dati, esaminateli per vedere se con-
tengono o meno testimonianze di miglioramento. Osser- Sitografia
vate sempre i dati “negativi” che mostrano i limiti dei vo- Ulteriori informazioni sulla ricerca-azione dei docenti possono essere
stri progressi. Potrebbe essere necessario essere selettivi in reperite nei seguenti siti:
www.jeanmcniff.com: in questo sito si trova un opuscolo scaricabile
proposito, ma deve essere chiaro il motivo per cui ne state
e molto chiaro sulla ricerca-azione, scritto da una specialista inter-
scegliendo alcuni invece di altri. Nel riflettere, dovreste nazionale.
pensare a quel che avete appreso. Ciò andrà probabilmente www.infed.org/ricerca/b-actres.htm: vi si possono trovare buone de-
oltre il semplice «questa azione ha portato a questo mi- finizioni della ricerca-azione.
glioramento». Includete considerazioni su: www.nipissingu.ca/oar/archive-Vol1-V111E.htm: contiene il testo in-
- voi stessi: se e come siete cambiati; tegrale di una relazione su di una ricerca-azione nell’ambito dell’edu-
cazione musicale.
- gli studenti: se e quanto hanno appreso; www.practitionerresearchinmusiceducation.org: contiene alcune sin-
- i rapporti con le persone con cui avete lavorato; tesi di un gruppo di ricerche-azione nell’ambito della didattica musi-
- il processo di ricerca-azione: in che modo ha contribuito cale.
al vostro apprendimento.
La ricerca-azione viene di solito scritta in prima perso- [traduzione di Dario De Cicco, col contributo di Maria Grazia
na: «Ho condotto un’indagine…» e non «È stata condotta Bellia]
un’indagine…». In genere viene presentata in forma nar-
rativa, ma può essere utilmente descritta in sezioni (fi-
nalità, ricognizione, progetto, valutazione e riflessione). Riferimenti bibliografici
Si possono reperire estratti di ricerche di docenti nel sito La bibliografia è relativa a tutti i contributi del “Confronti e dibattiti”.
www.practitionerresearchinmusiceducation.org. TIM CAIN, The characteristics of action research in music education, in
“British Journal of Music Education”, 2008, 25(3), pp. 283-313.
FRANÇOIS DELALANDE, Educazione musicale tra ricerca scientifica e ricer-
La qualità nella ricerca-azione ca di base, in “Musicheria.net, bottega dell’educazione musicale”, 2004,
La qualità nella ricerca-azione è oggetto di un dibattito in http://musicheria.net/home/default.asp?id_testo=541&pa-
costante cambiamento, ma a mio avviso comprende quanto gina=Studi%20e%20ricerche.
segue: KATHARINA GOHL MOSER, Closer to frogs!! Learning the teaching of learning,
1. Un esame della situazione di partenza, al fine di definire in “ESTA International Newsletter”, 1998/2.
J OHN H ERON - P ETER R EASON , A Participatory Inquiry Paradigm, in
qual è il problema e perché è importante. La risposta alla
“Qualitative Inquiry” 1997, 3(3), pp. 274-294.
domanda «perché è importante» dovrebbe andare al di là del- L’insegnamento come scienza. Ricerche sulla didattica della musica, a
la preoccupazione di compiacere il direttore del proprio isti- cura di Mario Baroni, LIM, Lucca 2009.
tuto o altri dirigenti. Dovrebbe riguardare i valori specifici dei JEAN MCNIFF, Action research: principles and practice, Routledge Falmer,
docenti-ricercatori e/o i contesti politici della ricerca. Una ri- London 2002.
cerca-azione di qualità elevata comprenderà anche un reso- JEAN MCNIFF, Action research for professional development. Concise advice
for new action researcher, pubblicato sul sito www.jeanmcniff.com,
conto critico di ciò che altri hanno scritto sullo stesso tema. 2002(a).
2. Un’effettiva sensibilità per le questioni etiche. In parti- LAWRENCE STENHOUSE, The teacher as researcher, in Controversies in Class-
colare, questo comporta fare ricerca con le persone (con room Research, a cura di Martyn Hammersley, Open University Press,
gli studenti) e non sulle persone. Buckingham 1993.
3. L’uso di dati affidabili. Anche se, tra chi pratica la ricer- O TTO SZENDE - MIHALY N EMESSOURI, The Physiology of Violin Playing,
Akademiai Kiado - Collet’s Limited, Budapest 1971.
ca-azione, c’è chi non ama questo tipo di espressione, pen-
Orientamenti per la didattica strumentale, a cura di Johannella Tafuri -
so che sia importante che i ricercatori presentino testimo- Gary McPherson, LIM, Lucca 2007.
nianze dei miglioramenti. Ciò include la presentazione di JACK WHITEHEAD, Educative Relations in a New Era Pedagogy, in “Culture
qualsiasi testimonianza contraddittoria. & Society”, 7(1), 1999, pp. 73-90.
I bambini, nei loro giochi spontanei, li- nascoste carte che scricchiolano a imi- te di colori, ma da fantasie di materiali
beri da regole e condizionamenti, esplo- tazione del crock e del crunch di cara- da ascoltare con un fonendoscopio:
rano e reinterpretano gli oggetti. Nelle melle, patatine e corn flakes. strofinando si scoprono le voci segrete
loro mani curiose le “cose” quotidiane Erbario sempreverde. Una raccolta di delle cose.
perdono la loro funzione originaria per pezzetti di zerbino in plastica verde con Racchetta per sportivi stanchi. Alle corde
indossare fogge mai viste, rinnovando descrizioni (scritte e registrate) delle loro di una vecchia racchetta da tennis sono
il loro apparire. sfumature sonore. agganciati piccoli oggetti pendenti.
Se osserviamo con attenzione il fare Forchetta ricordo. Una posata davvero Stando comodamente seduti si suona la
ludico dei piccoli e se condividiamo particolare: al manico è attaccato un pic- racchetta scuotendo leggermente.
empaticamente il loro particolare sguar- colo cono di carta da appoggiare all’orec- Sedia gatto. Una sedia dalle gambe
do sul mondo, possiamo trarne idee per chio per riascoltare i commenti soddisfat- imbottitissime e silenziosissime, felpata
ripensare mobili, complementi d’arredo, ti dei commensali… «gnam mhm slurp… come i passi di un piccolo felino.
abiti e accessori in “chiave musicale”. che buona la crema al cioccolato!» Tavolo tamburo*. Un arredo dalla dop-
Gli spazi del nido, della scuola, della casa Guanti per applausi*. Realizzati in lana pia funzionalità che all’occorrenza di-
possono trasformarsi in camere delle multicolore, hanno dei bottoni attacca- venta uno strabiliante tamburo di le-
meraviglie: ogni superficie, ogni suppel- ti nelle parti che corrispondono ai gno. La sua superficie poggia su una
lettile, ogni contenitore può regalare sor- polpastrelli e al palmo. Si portano a tea- cassa armonica a scomparsa.
prendenti magie sonore. Ridisegnare la tro per gli applausi frizzanti. Se lo spet- Valigia del rumorista*. A forma di orec-
fisionomia acustica della vita di tutti i tacolo non è stato gradito ci sono i guan- chio, serve per trasportare gli stratagem-
giorni: un obiettivo affine alla poetica di ti di riserva, in tessuto imbottito e sen- mi per sonorizzare dal vivo le storie.
Bruno Munari – straordinario inventore za bottoni, per applausi ovattati. Zainetto per giocattoli parlanti. Den-
dei Libri illeggibili, delle Sculture da viag- Innaffiatoio asciutto. Dal suo boccaglio tro le sue tasche e i suoi scomparti sono
gio, delle Macchine inutili, dei Paraventi scrosciano semini e perline che picchiet- custoditi giocattoli sonori curiosi e uni-
a spiffero e delle Sedie per le visite bre- tano le foglie (rigorosamente finte) ci, che arrivano da tutti i paesi del mon-
vissime 1 – che attraverso la sua opera e creando effetti sfrigolanti. do. Inoltre, le sue cerniere, i suoi auto-
la sua didattica creativa ci ha trasmesso Lampada giocherellona. La luce di que- matici, le sue chiusure “a velcro” sono
il desiderio di scoprire e di sperimentare sta lampada si accende sollecitata dai un vero e proprio strumentario per in-
sempre nuovi punti di vista. rumori: è molto divertente cantare con ventare musiche a volontà.
Di seguito un piccolo menù di idee, un il suo accompagnamento intermittente. Molti di questi oggetti sono stati rea-
elenco di “pietanze” bizzarre con una L’effetto speciale si ottiene utilizzando lizzati con i bambini durante i labora-
leggera spruzzata di poesia, un glossa- luci stroboscopiche collegate a una tori 2, altri sono stati creati per loro
rio per assaggi rumoristici. centralina per regolare le frequenze. come “regali” speciali.
Abito per giornate nuvolose*. Un inte- Macchina da scrivere armonica. Fun- Nell’elenco ci sono anche proposte che
ressante e utile completo costituito da ziona con fogli ottenuti da carte di gra- esistono solamente a livello progettuale,
un’ampia mantella e da pantaloni con- na diversa lavorate a collage. Il ticchet- ma che presto verranno sperimentate.
fezionati in morbido pluriball da imbal- tio dei tasti emette timbriche diverse Soprattutto, ci sono infinite idee e pen-
laggio che scoppietta a ogni tocco, come allo scorrere del rullo. sieri leggeri che ancora devono pren-
fitte goccioline di pioggia. Poi un copri- Nidi canterini. In alcuni nidi, trovati dere forma. Da inventare, ad esempio,
capo fatto di tubi zigrinati intrecciati, durante le passeggiate nel bosco, ada- oggetti sonanti che iniziano con la let-
da suonare se si ha voglia di ascoltare il giamo dei richiami da caccia per imi- tera “u”, con la lettera “h”...
vento fischiante. tare le voci dei loro inquilini.
Borsetta per aprire tutte le porte. È rea- Ombrello rinfrescante. Cucito in doppio
* Questi oggetti sono creazioni Artesono-
lizzata in stoffa con applicate tante chia- tessuto, contiene fra le stoffe tanti chic-
raperibambini e sono descritti nei libri:
vi di diversa fattura e misura. All’inter- chi di riso. Nelle giornate afose si apre e
ARIANNA SEDIOLI, La casetta dei suoni, Edi-
no ancora chiavi, ma organizzate in si scuote per godere del suo benefico ef- zioni Artebambini, Bazzano 2009; Come
variegati mazzi da scuotere a piacere per fetto pioggia. suona l’arte?, a cura di Ines Bertolini,
ritmi tintinnanti. Piatti alla carta. Dall’esplorazione di carta Art’è Ragazzi, Bologna 2001.
Comodino ninna nanna. Lo sportello è e cartone nasce l’idea per pietanze fono- 1 Si veda Mostra di Bruno Munari, in-
uno strumento musicale a corde con il simboliche: insalata croccante di stagno- ventore artista scrittore designer…,
RUBRICHE
quale inventare riposanti melodie. Dal la, vellutata di funghi di carta assorben- Edizioni Corraini, Mantova 1995.
cassetto affiora il leggero dondolio del- te, croccante di ondulato… I vari piatti, 2 Si tratta dei laboratori Artesonora-
la risacca: basta estrarlo e farlo oscilla- dalle invitanti note sonore, si possono peribambini che ho condotto presso
re lentamente. disporre su una tavola da concerto. nidi, scuole dell’infanzia e primarie di
Divanetto gustoso. Nelle sue fodere sono Quadro da ascoltare*. Tele non riempi- tutta Italia.
Libri e riviste
che ci fa apprezzare nella musica ciò che Levitin, da buon significa strutturare un punto di vista, documentarne le
“rockettaro”, chiama groove e noi possiamo tradurre con evidenze raccolte, saperle analizzare oculatamente valu-
“respiro” o “espressività”. tandone l’appropriatezza rispetto agli obiettivi dichiarati.
Questo è il metodo quali-quantitativo che viene applicato,
con declinazioni differenti, da tutti i ricercatori.
Uno spazio del volume è dedicato al piacere del gesto so-
Il piacere noro originale, diverso da quello proposto dall’educatore,
su cui il bambino, una volta scoperto, ama indugiare: è la
del gesto sonoro sua impronta digitale nell’esperienza di relazione, un modo
di Gianni Nuti eloquente per dire “io sono” inconfondibile, unico. Da ciò
si desume che lo stile non è solo l’espressione di una cultu-
FRANÇOIS DELALANDE, La nascita della musica. Esplorazioni ra, la metafora di una civiltà come siamo abituati a identi-
sonore nella prima infanzia, FrancoAngeli, Milano 2009, ficare nella storia, ma un groviglio di tratti derivanti dalla
pp. 320 con DVD, † 30.00. propria fisicità, dal coefficiente di energia impiegato nel
fare, dai modelli comportamentali acquisiti dall’ambiente
François Delalande, almeno un ventennio fa, ha aperto gli familiare, dal modo di pensare e organizzarsi una rappre-
occhi verso il ruolo primario del fare sonoro-musicale nel- sentazione personale del mondo circostante e delle rela-
la vita dei neonati di ogni latitudine. Il suo pensiero è di- zioni. Anche la differenza di genere (così come l’apparte-
ventato patrimonio condiviso da buona parte dei didatti nenza a ceppi etnici diversi) può indurre alcune prevalenze
della musica italiani: il concetto di “condotta” per cui si stilistiche legate a bisogni espressivi differenti, senza tut-
valorizza l’intenzionalità espressiva del gesto sonoro a pre- tavia decretare l’assoluta femminilità o mascolinità di una
scindere da aprioristiche categorie estetiche, il principio condotta musicale.
del “risveglio” in luogo dell’indottrinamento, il valore del- Altro oggetto di studi è il fenomeno del trasporto di un ge-
la “trovata”, l’invenzione senso-motoria che emoziona e sto sonoro simile da una superficie all’altra, espediente effi-
ispira l’organizzazione dei suoni, e il racconto non-verba-
le che ne consegue, hanno ispirato progetti, rivoluzionato
mentalità, sconcertato accademie e i nostalgici di Balilla
Pratella.
In La nascita della musica, il volume appena uscito nella
collana del Centro Studi Musicali e Sociali “Maurizio Di
Benedetto”, lo studioso parigino lascia parlare le ricerche
che per tre anni ha promosso e guidato come direttore scien-
tifico presso la Scuola di Animazione musicale di Lecco,
guidando una équipe di tredici ricercatori attivi in varie
parti d’Italia. Infatti, dopo un breve compendio in cui l’au-
tore sintetizza i principi del suo impianto teorico, eclettico
perché intriso di suggerimenti multidisciplinari – dalla psi-
cologia alla storia della musica, dall’antropologia all’erme-
neutica – il libro prosegue con una corposa raccolta di
esperienze concrete, ordinate secondo alcune tematiche-
chiave.
In primo luogo si pone l’accento sul valore dell’osservare
invece che dell’impartire direttive. Gli educatori e i care
giver spesso si affannano a colmare il tempo della cura con
ogni mezzo: verbale, senso-motorio, visuo-spaziale, e non
dedicano abbastanza tempo a guardare come i bambini
cace per la conoscenza sempre più astratta dello spazio cir- occhi ammirare la polifonia che una bimba costruisce per-
costante e degli elementi che lo compongono attraverso l’im- cuotendo, sfregando e pizzicando una cetra con le mani, i
piego reiterato, e dunque sicuro, della stessa azione. L’am- piedi e le braccia e insieme intonando vocalizzi svagati,
plificazione è adottata come variabile che induce a modifi- lirici, palesemente evocativi: la poesia non è artificio, ma
care gesti e riposizionare il fuoco dell’attenzione esplorati- un distillato di vita pura.
va: i movimenti si ampliano e diradano come reazione a un
feedback sonoro risonante, le attenzioni si concentrano sul-
le dinamiche, sui transitori di estinzione e di attacco.
Uno degli innumerevoli valori pedagogici che Delalande Idee
riscopre è quello legato all’importanza, per la crescita del
bambino, e non solo per lo sviluppo delle sue competenze per il Laboratorio
musicali, della solitudine. Per ciò molte delle osservazioni di Alessandra Anceschi
longitudinali effettuate coinvolgono cinquantacinque bam-
bini, lasciati liberi di interagire con gli oggetti circostanti. ENRICO STROBINO, Tra il dire e il fare. Nel laboratorio di mu-
Nell’ultima parte del libro, invece, si indaga sulla vita di sica, Progetti Sonori, Mercatello sul Metauro 2009, pp. 304,
relazione, che nella prima infanzia trova al centro la dia- † 29,00.
lettica con l’adulto, mediatore protettivo dell’incontro con
la realtà fluttuante, e in un secondo momento tra pari. Enrico Strobino è da tempo autore di punta nel panorama
Così, con la compresenza di più bambini, le improvvisazioni della didattica musicale. E tra i più prolifici, tanto da far
diventano più lunghe, includono giochi di imitazione, di pensare che tutte le esperienze che conduce in classe (è
alternanza responsoriale. Interessante notare come i meno tuttora docente a tempo pieno) divengano immediatamen-
reattivi di fronte a uno strumento si siano mobilitati parti- te percorsi documentati e sedimentati per iscritto.
colarmente nella sessione collettiva e con spirito giocoso. Che l’autore conduca costantemente indagini di sperimen-
Completa infine l’offerta editoriale un ricco materiale vi- tazione e ricerca, soprattutto metodologica, è dato subito
deo raccolto in due DVD, che permette al lettore di appro- riscontrabile nel testo che qui presentiamo. Infatti, sono
fondire quanto riportato nel testo, sollecitando soggettive ben visibili le testimonianze del lavoro sul campo e delle
letture delle esplorazioni riportate. Egli potrà con i suoi produzioni dirette degli studenti, mostrate quali esemplifi-
Libri e riviste
Il perno del volume si colloca attorno al termine “labora-
torio”. Sul significato che esso acquisisce nel contesto di-
dattico si sono spesi fiumi di dissertazioni e approfondi-
menti. Altrettante sono le parole profuse per definirne il
senso nell’educazione musicale. Più che ripercorrerne le
tappe (e le confusioni), conviene qui far fugace menzione
degli usi e degli abusi di questo termine, troppo spesso
utilizzato per far divenire meritevole, d’emblée, l’attività
didattica di turno. Le programmazioni scolastiche sono
zeppe della terminologia in tutte le sue varianti (in forma
laboratoriale, in attività di laboratorio, secondo la meto-
dologia laboratoriale…), ma alla verifica dei fatti (chi lavo-
ra nella scuola lo sa) la messa in pratica di questa modalità
di conduzione è troppo spesso disattesa o erroneamente
interpretata.
Per Strobino, l’attività in laboratorio è essenzialmente spazio
fisico e spazio sociale, ma più di tutto luogo e strumento
metodologico che si caratterizza per:
- una forte attenzione allo sviluppo della meta-riflessio-
ne (imparare a imparare);
- una prospettiva di articolazione delle attività di tipo
reticolare, trasversale, interdisciplinare (in una parola
multimediale) dove il sapere e l’operatività si intreccia-
no indissolubilmente;
- una dimensione collettiva e socializzante in cui attiva-
re relazioni partecipative in cui è fondante la messa in
comune di conoscenze e procedure.
L’impostazione metodologica del volume è ben visibile
anche solo sfogliando i capitoli di cui si compone, che fan-
no capo non a contenuti specifici (di questo si parlerà un
poco più in là), ma a modalità di lavoro di tipo trasversale.
Anche per questo l’autore si rivolge a una comunità di
insegnanti non squisitamente disciplinare.
Il testo si compone di cinque sezioni: Costruire mappe,
Cineforum, Scrivere di musica, Storia e storie, Incroci.
Nella prima, Strobino dà corpo concreto all’utilizzo di “uten-
sili” in gran voga: mappe mentali e mappe concettuali.
Sulla scia delle indicazioni di alcuni precursori nell’utiliz-
zo di mappe e di divulgatori sul piano didattico (in parti-
colare MARIO GINEPRINI - MARCO GUASTAVIGNA, Mappe per ca-
pire. Capire per mappe, Carocci Faber, Roma 2004), sono
proposte attività che finalmente utilizzano questo strumento
non solo per la programmazione didattica (dunque per l’in-
segnante), ma soprattutto per fornire strumenti allo stu-
dente di organizzazione e di espansione del sapere.
La seconda sezione, Cineforum, vuole suggerire prospetti-
lo spunto – oltre che per apprendere conoscenze – per sol- e differenza), su intersezioni di diversi ambiti espressivi
lecitare percorsi di ricerca, per attivare discussioni, per al- (Sulla linea del tempo e Musica e immagine), sull’indagi-
lenare il dialogo e il confronto. ne e l’utilizzo di opere specifiche (La storia siamo noi e Il
Uno degli obiettivi trasversali su cui maggiormente si insi- dito e la luna).
ste nella scuola dell’obbligo è la competenza linguistica, La rilevanza del tratto metodologico è dunque l’elemento
scritta e orale. Le difficoltà che i giovani studenti incon- distintivo di questa nuova pubblicazione. Chi intendesse
trano a descrivere ciò che vedono, ascoltano, toccano, gu- scoprire qui un’ennesima antologia di contenuti si troverà
stano, odorano nonché a narrare fatti e esperienze è un invece di fronte a proposte che sono individuate quale esem-
dato a tutti noto. In Scrivere di musica si adottano strate- plificazione di procedure, dunque da applicare (è il sugge-
gie («tecnologie didattiche», vengono definite) quali la scrit- rimento implicito) anche ad altri ambiti e conoscenze. A
tura collettiva affinché lo scrivere consenta di «moltiplica- questo proposito è forse opportuno accennare a quella che
re le idee e le competenze», di imparare «la collaborazione appare, nel testo, come una sorta di marginalizzazione della
e la contrattazione tra i membri di un gruppo», di scoprire cosiddetta “musica d’arte” o delle “grandi opere” della cul-
«un’occasione di piacere e divertimento». tura occidentale. Questo dato si tinge in qualche modo –
Storia e storie propone invece percorsi di lavoro per acquisire per segno contrario rispetto a testi e orientamenti dove la
competenze storico-epistemologiche. Accanto a obiettivi di centralità della musica colta si impone con prepotenza su
tipo culturale e conoscitivo, l’autore si sofferma sulla «dimen- qualsiasi altro orientamento – dei riflessi di un voluto al-
sione fantacognitiva», cioè «sull’imparare ad inventare». Ma lontanamento. Per imparare a imparare, tuttavia, l’incon-
si insiste soprattutto su metodi di studio e di analisi fondati tro approfondito con questi repertori non è rinviabile.
sull’utilizzo delle fonti storiche, della sollecitazione di una Infine, un’ultima annotazione sulla copertina: varrebbe
logica euristica, di una incentivazione di strategie di proble- la pena porre maggiore attenzione alla sua composizione
matizzazione (con numerosi riferimenti a Elita Maule). grafica affinché i ragazzi possano essere sollecitati a una
La sezione conclusiva, Incroci, ha a che vedere con un’idea “qualità dell’oggetto” anche attraverso la semplice mani-
di laboratorio più consueta, cioè una prospettiva piena- polazione del testo.
SCHEDA
DONATELLA BISUTTI
Le parole magiche
illustrazioni di Allegra Agliardi
FeltrinelliKids, Milano 2008
pp. 138, † 13,00
Libri e riviste
energia del benessere
di Fiorella Cappelli
Ma l’aspetto più originale e innovativo di questo saggio è Il testo è così articolato in tre parti, ognuna delle quali
quello di far discendere dall’indagine teorico scientifica propone un diverso approccio alla vocalità e alle sue
alcune esemplificazioni operative che portano gli allievi a problematiche educative: nella prima parte, il sistema voce
vivere l’esperienza della propria voce attraverso la creati- viene indagato nella sua complessità attraverso un ampio
vità, ovvero l’immaginazione sinestetica e la metafora poe- spettro disciplinare; in questa analisi le varie dimensioni –
tica. Esse rappresentano degli esempi significativi di una fisiologica, neurologica, psichica, emozionale e culturale –
visione pedagogica capace di impegnare l’allievo nella ri- si relazionano costantemente. Nella seconda parte, il testo
cerca di nuove modalità di essere «corpo-suono vocale» pone al centro dell’attenzione gli ambiti di esperienza e di
per aiutarlo a sviluppare un’autonoma capacità di ricono- apprendimento nei quali lo studente può acquisire consa-
scimento (non solo uditivo, ma più ampiamente sensoriale, pevolezza delle proprie potenzialità vocali. Ognuno di questi
cognitivo ed estetico) del «suono funzionale». Una pedago- ambiti viene analizzato separatamente, pur risultando stret-
gia attenta non a intralciare, ma a potenziare i processi di tamente connesso all’altro, per renderne chiari i presuppo-
autoregolazione («meglio far ricorso all’immaginazione che sti teorico-scientifici.
allo sforzo volontario per stimolare il sistema neurovege- L’ultima parte è dedicata agli aspetti più prettamente cultu-
tativo») che derivano da una sensibile ricettività globale e rali della vocalità e al suo rapporto con la dimensione musi-
da un preciso feedback acustico, entrambi sollecitati dal- cale. In questo capitolo risulta di particolare interesse l’ana-
l’orecchio. lisi riguardante l’uso dei registri nella prassi esecutiva dei
Queste proposte creative costituiscono per l’educatore del- differenti stili e generi di canto (dal suono brillante e ag-
le indicazioni facilmente adeguabili alle esigenze di stu- gressivo di Liza Minnelil al Vocal Frey delle voci asiatiche).
denti diversi (il singolo e il gruppo, il bambino e l’adulto, Il libro può essere letto in tutta la sua ricchezza o affronta-
l’amatore e il professionista) e alle attese di ambienti di to attraverso uno dei suoi numerosi livelli di approfondi-
apprendimento differenti (la scuola, il coro amatoriale, il mento: si può iniziare, ad esempio, dalle sue proposte di-
gruppo professionale). dattiche...
A questo scopo, esse di volta in volta vengono accompa- Così, è subito poesia.
DA NON PERDERE
di Luca Marconi
MARCELLO SORCE KELLER, Perché la musica è così ideologica e sultati di un’indagine, diretta da Giancarlo Gasperoni (do-
gli stati totalitari la prendono così sul serio: alcune consi- cente dell’Università di Bologna dedito alle inchieste
derazioni storiche e sociali, “Musica/Realtà”, n. 84/3, no- sociologiche, promotore in passato della ricerca sulla vita
vembre 2007, pp. 33-68. musicale degli adolescenti italiani sfociata nel volume La
La scuola vista dai giovani adulti, Collana “Le Ricerche” musica e gli adolescenti, EDT, Torino 2004), sulle opinioni
della Associazione TreeLLLe, Ricerca n. 2, Aprile 2009 dei giovani italiani di Bologna, Lecce e Siena dai 19 ai 25
(scaricabile dal sito http://www.treellle.org/?p=pubblicazio- anni nei confronti del sistema scolastico nell’ambito del
ni e distribuita in versione cartacea su richiesta all’indiriz- quale hanno studiato. Dell’ampia mole di dati raccolti, in
zo www.treellle.org). questa sede mi preme riportare che l’insegnamento della
musica, compresa la sua pratica, viene considerato dagli
Le due pubblicazioni che in questo numero ho scelto di intervistati come decisamente meno importante per l’istru-
esaminare hanno un contenuto assai diverso: l’antropologo zione secondaria superiore degli altri nove tipi di insegna-
e sociologo della musica Marcello Sorce Keller, tenendo mento (dell’inglese, del saper scrivere correttamente in ita-
conto lucidamente degli studi di Adorno – senza aderire ai liano, dell’uso dell’informatica, delle norme civiche, di quelle
loro esiti più apocalittici – e degli studi antropologici di socio-economiche, della matematica, della storia contem-
John Blacking e di Allan Merriam – senza cedere a un poranea, delle scienze naturali e della filosofia) proposti
irresponsabile relativismo assoluto – mostra come in ogni dagli intervistatori.
esperienza d’ascolto musicale (compresa la fruizione della La segnalazione combinata di queste due pubblicazioni vuo-
musica “assoluta”) giochi un ruolo cruciale la correlazione le essere un invito a leggerle come riflessioni assai merite-
dei suoni percepiti a particolari “valori simbolici” che, pur voli di attenzione sulle due facce di una stessa medaglia:
potendo essere di volta in volta assai diversi, sono sempre da una parte la musica ha un’incidenza fondamentale nel-
dotati di una dimensione ideologica che favorisce l’aggre- la vita non solo estetica, ma anche affettiva, culturale, so-
gazione in gruppi che includono chi ne assume i valori ed ciale e politica di ogni persona; dall’altra, la scuola secon-
escludono chi non li condivide; fenomeno che ha spinto daria italiana, per colpa di numerosi agenti che ne limita-
spesso i regimi totalitari a cercare di imporre restrizioni no le potenzialità, assai spesso fornisce delle offerte
alla prassi musicale degli stati sotto il proprio dominio. formative musicali che vengono sentite dai destinatari come
La scuola vista dai giovani adulti documenta invece i ri- assai poco importanti.
RASSEGNA PEDAGOGICA
Libri e riviste
di Roberto Albarea
Pratiche collaborative in rete, a cura di Maria Maddalena identitaria e di pratica comunitaria, dove l’Io del singolo –
Mapelli - Roberto Lo Jacono, Mimesis, Milano 2008, pp. commentatore o autore di post – si è sempre giocato, più o
207, † 16.00. meno consapevolmente, entro l’orizzonte della pluralità e
della multidimensionalità» (pp. 38-39). La metafora del
«We are all computer people now. Our global immersion in rizoma (come sistema eteronomo della rete che è sempre
[computer] code bears more than a family resemblance to nel mezzo, tra le cose, inter-esse) riporta al discorso di
our global immersion in games and fantasy». Questa è una come il piccolo Sé si perda, si ritrovi, si confronti con un
delle epigrafi che introducono il testo qui proposto, il qua- Sé più vasto, di carattere tribale e/o comunitario. Tutto sta
le si connota per l’articolazione delle questioni affrontate nella capacità di gestirsi ed esprimersi su diversi piani,
e che risponde a un progetto ideato con lo scopo di: a) appartenenti alla vita on-line o off-line o a mezza strada
ibridare le menti, b) creare un luogo virtuale in cui fare (mail, chat, comunicazioni telefoniche in rete) e fa rivolge-
ricerca universitaria in rete, c) sperimentare modelli inno- re il focus verso i processi di coscientizzazione, già evi-
vativi di generazione di contenuti. denziati dal pedagogista brasiliano Paulo Freire.
Alcuni soggetti istituzionali (centri di ricerca e università) Infatti, la possibilità di comprendere, decifrare, gestire il blog,
sostengono il percorso di tale progetto, e i temi affrontati visto come unità di analisi, deve far capire che le pratiche
dal libro ne danno già una prima idea. Non c’è forma di virtuali rappresentano sia un arricchimento degli assetti
lavoro, dice Umberto Margiotta, che non esplichi nella sua identitari e delle trame relazionali, sia una perdita di contat-
riflessività soglie di metacognizione e di soggettività adot- to con il mondo e con l’alterità. Tutto sta in cosa si immette
tando strumenti, linguaggi e codici che costituiscono i nel blog come luogo esistenziale di incontro/scontro e di
mattoni del processo di crescita e di critica della conoscen- negoziazione di linguaggi inediti, così che il computer ten-
za (p. 21). Si tratta di lasciare spazio ad altre fonti di esplo- de ad assumere la fisionomia di una «macchina dell’intimi-
razione, ad altre agenzie formative, oltre a quelle istituzio- tà» (p. 41). Esso può funzionare come “oggetto transizionale”
nali, e innescare la genesi e lo sviluppo dei saperi, delle (Winnicott) calato nella contemporaneità, come oggetto
esperienze e delle pratiche. Ma ogni settore di riflessione, evocativo per scambi interpersonali, stati emotivi, scoperte
ogni scienza, si costituisce, si organizza e si giustifica in intuitive e cognitive. Affascinante e pericoloso, dunque.
una condizione di comunicazione allargata che matura e L’iperrealtà che caratterizza la seduzione proveniente dalle
progredisce attraverso un’articolazione condivisa tra le di- simulazioni e dai mondi immaginari, possibili/impossibili,
verse componenti del processo ivi implicate. Si tratta di riporta alle piccole storie, ai piccoli racconti, alle diversifi-
cominciare a condividere simboli, segnali e linguaggi se- cate narrazioni (in contrapposizione alle ideologie com-
condo regole di interpretazione e negoziazione. E infatti, patte definite ”grandi narrazioni” di cui si avverte, in un
non si tratta di sposare acriticamente l’idea del comunica- certo senso, il tramonto), accompagnate dalla tentazione
re in rete, ma l’educazione, se vuole essere tale e acquisire di rispecchiarsi nel proprio io fantasmatico, ma anche sco-
una centralità nella società della mente, occorre che presîdi prire un Io che si può realizzare nelle pratiche e nelle tec-
ai processi di riconcettualizzazione del sapere. La comples- nologie del virtuale.
sità della conoscenza (che si esplica nel rapporto tra le Immaginazione e realtà: ambedue caratterizzanti una co-
discipline, nella formazione dell’identità e nella intercon- munità aperta di utenti (quella del progetto Ibridamenti, in
nessione di differenziate variabili) si trasforma, allora, da questo caso), non scevra da conflitti ma comunque passi-
libera in parzialmente governata. bile di momenti di creatività (sostenibile?).
Scienze dell’uomo e scienze sociali hanno e hanno avuto da In una mia ultima pubblicazione (Figure della goffaggine.
sempre come base empirica delle loro teorie lo studio dei Educatori senza magistero, ETS, Pisa 2008) ho parlato della
comportamenti umani, del singolo, del gruppo, delle masse. Betweenness come di una dimensione pedagogica e creativa
Nel virtuale la questione appare più complessa: differenti degli uomini e delle donne (uno stile personale, se si vuole)
modalità della presenza si confondono, si sovrappongono, indirizzata a coniugare il tentativo di esplorare le possibilità
in un’alternanza non sempre percepibile e definibile, tra di capirsi e l’intuizione della irriducibilità dell’altro, cercan-
presenza on-line e presenza off-line. Il problema che emer- do di tenere unite, senza immobilizzarle, le variabili che in-
ge, allora, richiamandoci al paradigma della complessità, è tervengono nel processo di costruzione e di esegesi del sé. In
quello della formazione e della gestione dell’identità co- quella sede non ci si riferiva alla blogosfera, ma alcune ana-
stantemente in bilico tra l’on e l’off. Ciò che emerge è che il logie conducono agli stessi motivi qui accennati.
blogging possa presentarsi come un “focolaio di esperien- Ecco allora che sono utili tutti i capitoli più specifici del
za”, come luogo dove fare nella contemporaneità “pratica libro: da quelli che analizzano i differenti approcci metodo-
di sé” (per usare una terminologia di Michel Foucault, ri- logici a partire dai quali è possibile guardare con occhio
presa da Mario Galzigna nel testo), la quale rende perse- critico alla blogosfera, a quelli che illustrano la sperimen-
guibile lo studio «dei modi di esistenza virtuali per dei sog- tazione di Ibridamenti e di come l’esperienza sul campo (i
getti possibili» (p. 38). Al centro è l’individuo in quanto cosiddetti “saperi esperienziali” emergenti nei percorsi di edu-
allo stesso tempo risultato e agente di una varietà di pro- cazione degli adulti) abbia modificato gli attrezzi concet-
cessi di soggettivizzazione. tuali a disposizione dei ricercatori e degli utenti, a quelli che
Il blog collettivo del progetto Ibridamenti (di cui il libro è invitano a prendere visione del materiale co-generato in rete
testimonianza) diventa «un laboratorio di sperimentazione nei primi cinque mesi di vita del blog.